parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
fermava allarmato al centro del cortile, fissando da vicino
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1998
stesso abito d’organza del giorno del ballo nella
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1998
d’organza del giorno del ballo nella grotta e
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1998
si sfiorava la radice del collo con aria pensierosa
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1998
scendendo lungo la linea del collo e persino di
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1998
base di un tendine del collo, o in una
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1998
caviglia, seguiva la linea del polpaccio, rimaneva puntata per
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1998
o con l’aiuto del rastrello, perché i rifiuti
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1998
quando arrivai all’imbocco del cunicolo, guardando verso l
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1998
portava sopra la volta del portone e di lì
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1998
da molto l’ora del probabile rientro dei colombi
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1998
braccia puntellate all’interno del cunicolo, per poter restare
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1998
occhi verso la volta del portone. Si era riempita
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1998
dalle zone più lontane del parco, stavano confluendo da
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1998
verso il centro fumante del cortile. Dalla piccionaia erano
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1998
verso la parte centrale del cortile. L’automobile si
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1998
senza riuscire a puntellarsi del tutto sulla ghiaia. Allora
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1998
fila, nella zona centrale del grande semicerchio. Ora Turchina
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1998
levò da ogni lato del grande semicerchio, che poté
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1998
la ghiaia ormai fredda del cortile, sulla quale si
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1998
di luce delle finestre del primo piano della villa
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1998
accesa sotto la volta del portone, segno che altre
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1998
grido perentorio dal centro del cortile. Non si era
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1998
punto al di sopra del collare, dove fare presa
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1998
massa, seguendo le indicazioni del Nervo che si muoveva
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1998
benzina, tutto il fronte del fuoco cominciò a dilagare
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1998
lineamenti. Nel punto centrale del grande semicerchio, il Nervo
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1998
come se il calore del fuoco l’avesse fatto
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1998
riconoscerli. Raggiunte dal calore del fuoco, le pelli di
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1998
era forse il bagliore del fuoco a cancellargli anche
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1998
accavallati accanto alla radice del fuoco, come per cominciare
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1998
suo interno l’alone del piccolo cranio che si
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1998
vivessero tanti all’interno del muro di cinta della
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1998
le zone più lontane del parco con le labbra
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1998
di più, aveva cancellato del tutto le pieghe della
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1998
raggiunto un punto altissimo del cielo. Lo sposo stava
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1998
attraversando fulmineamente la barriera del fuoco. Il Nervo rimestava
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1998
abbacinato, e la mancanza del carrettino e forse anche
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1998
gridassero in zone diverse del parco e del cortile
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1998
diverse del parco e del cortile, e che nel
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1998
seguendo la linea sottile del suo callo igneo, oppure
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1998
guardare fuori dall’interno del fuoco stando tranquillamente in
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1998
di salvezza. La curva del viale era illuminata, l
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1998
anche quando erano già del tutto inceneriti. Sentivo che
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1998
di marmo al limite del parco, si era girata
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1998
fiamme si erano sgranate del tutto nello spazio, si
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1998
troppo lanciata nel circuito del parco tutto inclinato da
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1998
massa, tornai nella zona del parco dove mi ero
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1998
espressione concentrata, il disegno del mento dall’angolo un
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1998
diretti verso il cucinone del pianterreno, che era stato
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1998
in qualche punto remoto del lettone. ¶ Eravamo già alla
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1998
ancora le tazzine fumanti del caffè, tintinnando sui vassoi
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1998
Camminavano sulla ghiaia stridente del cortile, a passi incerti
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1998
da un punto distante del cortile, rosso in volto
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1998
fermi in vari punti del cortile, anche gli sposi
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1998
già oltre la volta del portone e i colombi
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1998
stava varcando la volta del portone, guardandosi attorno sbalordito
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1998
e la stessa veste del padre priore che si
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1998
contro la ghiaia accecante del cortile. Un istante dopo
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1998
in un punto lontano del cortile. Anche quando cominciò
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1998
passando attraverso lo squarcio del soffitto, in modo da
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1998
di piedi. Alla fine del viale, tornammo indietro lentamente
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1998
per controbilanciare la pendenza del cortile. Avevano apparecchiato nella
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1998
Eravamo arrivati alla fine del pranzo. Il padre priore
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1998
caso che il resto del suo corpo non riuscisse
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1998
i viali. La tuta del Nervo luccicava al fianco
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1998
Nervo luccicava al fianco del padre priore, che mi
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1998
d’erba ai limiti del parco, sentii che il
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1998
volte che una parte del suo corpo s’inclinasse
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1998
punto non ben precisato del cortile. ¶ Si mosse appena
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1998
ghiaia verso la volta del portone, mi pareva che
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1998
controbilanciare la nuova pendenza del cortile. La Pesca aveva
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1998
sue braccia, sui contorni del collo e sulle spalle
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1998
deflagrazione profonda al termine del collo, forse un maccheroncino
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1998
puntellarmi meglio al fondo del cortile, ora che la
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1998
gola e una zona del volto che sfuggiva angolata
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1998
la doccia al centro del cortile, anche le goccioline
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1998
continuamente altrove la traccia del disegno iniziale. Si potevano
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1998
ogni volta ci mettevo del tempo prima di riuscire
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1998
un punto molto alto del suo braccio, oppure fissata
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1998
delle auto, al centro del cortile, lasciavano un piccolo
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1998
venire da invisibili punti del parco, quando i ricci
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1998
una resistenza più forte del previsto, strappava violentemente con
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1998
e sui rossi disegni del vestito, dove poteva essersi
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1998
ghiaia, o il sibilo del proiettile da guerra che
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1998
all’orecchio il fragore del ramo che precipitava, e
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1998
costringeva a svoltare prima del tempo verso il centro
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1998
tempo verso il centro del parco, e poi a
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1998
la cupola quasi priva del tutto delle foglie. Camminava
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1998
molto più in basso del tetto, eppure la sua
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1998
anche i soli contorni del suo corpo come radiografati
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1998
murato. Oltre il limite del cerchio di luce del
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1998
del cerchio di luce del fanale, qualcosa fuggiva fiammeggiando
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1998
camminando con la punta del piede tutta sollevata, qualche
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1998
canna in qualche punto del parco, da lontano, o
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1998
orecchie, da zone lontanissime del parco. ¶ Poco dopo, in
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1998
non pareva mai spezzarsi del tutto, tanto che aveva
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1998
altro al di sotto del corpo della bestia e
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1998
era stata spezzata quasi del tutto, ma un unico
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1998
tenacemente attaccata al resto del corpo, come un filo
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1998
a non essere colore del fuoco. Mentre il colore
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1998
mentre le foglie taglienti del bambù frusciavano da tutte
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1998
una parte. La ghiaia del cortile scricchiolava forte sotto
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1998
il corridoio. La porta del bagno era spalancata. Vicino
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1998
mentre riprendevo la lettura del libro di preghiere, capii
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1998
fogliame, in punti diversissimi del parco. La zampa di
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1998
gatto sbalzava nel biancore del suo pugno, lo sentivo
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1998
vicino alla zona recisa del prepuzio, mi preparavo a
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1998
nella penombra le sagome del fagiano dorato, dell’airone
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1998
dell’airone cinerino e del tucano, immobili nella loro
111
1998
svegliare l’eventuale proprietario del ginocchio, che forse si
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1998
sulle labbra, nel segno del silenzio. ¶ Dovevamo essere già
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1998
Poi rischiarò il fondo del lettone, per farmi capire
114
1998
a parabola nello squarcio del soffitto. A volte un
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1998
verso punti sempre diversi del lenzuolo. Mi giravo un
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1998
che entrava dal varco del soffitto. Mi distendevo di
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1998
un punto molto profondo del lettone, nuotando con tutte
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1998
nuova posizione, con metà del corpo fuori dal letto
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1998
rotolando in un risucchio del materasso, fosse finita a
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1998
illuminava certe zone lontanissime del letto, sorprendendo per un
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1998
a uno dei lati del lettone. L’Albino si
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1998
tempo passava. Nel varco del soffitto apparivano a tratti
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1998
istanti in una piega del lenzuolo per riapparire dopo
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1998
più lontane e inesplorate del lettone. Mi addormentavo e
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1998
po’ capovolto nello squarcio del soffitto. Nella stanza accanto
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1998
un po’ nel varco del soffitto, ma era ancora
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1998
nuovo verso lo squarcio del soffitto. Mi assopivo e
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1998
piedi in qualche zona del tutto nuova del lettone
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1998
zona del tutto nuova del lettone, perché mi pareva
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1998
Erano soltanto le quattro del mattino! ¶ Chiusi ancora due
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1998
le gambe, il baricentro del suo corpo si abbassava
132
1998
quando arrivai al centro del cortile mi accorsi che
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1998
verso una zona inaccessibile del parco per non essere
134
1998
non essere vista prima del tempo in abito nuziale
135
1998
sfiorare quasi la ghiaia del cortile, in un punto
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1998
in un punto diverso del cortile quando un coro
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1998
piccoli versi avevano tonalità del tutto diverse, sconosciute. ¶ «Corra
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1998
senza riuscire a rizzarsi del tutto sulle zampe. ¶ Molti
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1998
mentre sfiorava l’impugnatura del martello d’arme, con
140
1998
stava immobile al centro del cortile, toccò una piega
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1998
cortile, toccò una piega del proprio abito nuziale, lo
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1998
spalle verso la volta del portone. ¶ La serra brulicava
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1998
cambiavano colore col passare del tempo, quando la luce
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1998
si accostava a quello del vicino, entrando di colpo
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1998
vicinanza estrema il padiglione del suo orecchio destro tutto
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1998
brace si fosse spenta del tutto. Era ormai così
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1998
sospeso sopra la volta del portone, prima di tornare
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1998
più lisa e lucida del solito. Quella che invece
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1998
due file nella camerata del seminario. Sentivo per qualche
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1998
rumoreggiando in ogni angolo del parco. Stridevano e si
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1998
testa calva sul calcio del fucile, molto piano e
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1998
e silenziosa al centro del parco, dello spazio. ¶ Lo
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1998
borchiato, colpito dai raggi del sole da una particolare
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1998
pareva che il resto del parco fosse illuminato soltanto
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1998
a guardare dal centro del cortile, il sole appena
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1998
piccoli calci la ghiaia del cortile, che si richiudeva
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1998
ghiaia, ormai all’interno del cortile, dopo avere scorto
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1998
per togliervi la polvere del viaggio. Sulla tavola c
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1998
e indietro sulla ghiaia del cortile, alzando gli occhi
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1998
sull’impugnatura d’argento del coltello, alla quale neppure
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1998
quale neppure il profumo del cibo appena servito e
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1998
di portata, l’ala del tavolo si alzava e
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1998
si aspettava, l’ala del tavolo si riabbassava e
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1998
po’ isolato sulla ghiaia del cortile, non decideva di
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1998
ossicini, ripuliva le resche del pesce con un’unghia
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1998
in certe zone lontanissime del parco, prima di rientrare
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1998
dei gladioli ai margini del parco, e forse la
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1998
illuminava anche il chiarore del mio corpo nudo alla
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1998
correva al di sotto del davanzale. Li toglievo con
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1998
basso che il resto del corpo non pareva più
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1998
Nelle zone più inaccessibili del parco stavano già urlando
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1998
strati sovrapposti e pesanti del fogliame. ¶ Levando gli occhi
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1998
forellini molti punti diversi del parco e del cortile
174
1998
diversi del parco e del cortile. A volte un
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1998
guardava attorno in cerca del posto migliore dove collocarlo
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1998
la sua discesa fosse del tutto irrealizzabile. ¶ Il vento
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1998
delle piante, ai limiti del cortile e in mezzo
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1998
quasi incollata alla volta del fogliame, dove la luce
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1998
che, attratte dall’odore del sangue e delle medicazioni
180
1998
in uno degli angoli del parco. Si sollevava nell
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1998
i fiori al centro del cortile. Nella villa stavano
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1998
verso il fondo lucente del cortile. ¶ Erano tutti e
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1998
evanescente sull’intero scenario del cortile e zone iridate
184
1998
impossibile distinguere i contorni del suo corpo persino sul
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1998
di staccarsi dal resto del corpo e di schizzare
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1998
Pesca concentrando l’insistenza del getto proprio sui punti
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1998
le ritoccava la linea del collo e delle anche
188
1998
vetro appiccicato al resto del corpo con la colla
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1998
ancora ammassati al centro del cortile. Attorno a loro
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1998
in una zona diversissima del parco, o che aveva
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1998
punti dove il rosso del pelo era più acceso
192
1998
sbattendola contro uno spigolo del muro all’altezza dell
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1998
piano superiore, l’espressione del muso della fiera rampante
194
1998
che sovrastava la volta del portone. La motocicletta rombò
195
1998
carezza alla parte inferiore del fanale, prima di sollevare
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1998
gracidare. In certe zone del muro i rami dei
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1998
grande voliera ai limiti del parco molti uccelli avevano
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1998
ghiaia ormai tutta lucente del cortile. Sul tronco di
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1998
imbalsamati. ¶ Tornai al centro del cortile. Mi sedetti su
200
1998
una nella casa vicina, del custode. Non avevo visto
201
1998
la porticina della casa del custode si era improvvisamente
202
1998
mia veste al centro del cortile. ¶ La mia sdraia
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1998
a guardarla dal centro del cortile. ¶ Arrivò fino in
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1998
niente fosse una parte del cortile. Non si capiva
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1998
che correva a fianco del muro di cinta merlato
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1998
nécessaire per la pulizia del mattino, col collo della
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1998
distinguevo bene i lineamenti del suo volto perché dal
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1998
dietro la sottile barriera del vapore, lo Ziò mi
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1998
svegliati in ogni angolo del parco, perché venivano da
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1998
da terra ai limiti del parco, porzioni del muro
211
1998
limiti del parco, porzioni del muro di cinta dove
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1998
le finestre della casa del custode erano aperte. Ero
213
1998
pioli. ¶ Arrivai alla fine del cunicolo, posai i gomiti
214
1998
gomiti sul pavimento polveroso del solaio, mi tirai su
215
1998
e della casa adiacente del custode. La piccionaia era
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1998
passava sopra la volta del portone e arrivava per
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1998
sotto il pezzo franato del soffitto, si vedeva il
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1998
ghiaia piena di luce del cortile, con un rastrello
219
1998
parte. Sentivo il rombo del motore che accelerava un
220
1998
dalla villa, al centro del cortile. Ma continuava a
221
1998
irreali in quell’ora del primo pomeriggio, per il
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1998
perennemente la stessa piega del vestito, qualche capigliatura ruotava
223
1998
sé le foglie taglienti del bambù. Scavalcavano a passi
224
1998
non riuscivo a decifrare del tutto le parole, anche
225
1998
in un punto lontanissimo del parco, prima di venire
226
1998
punti tra loro lontanissimi del parco, si vedevano i
227
1998
provenivano da punti lontanissimi del parco. Camminavo lungo i
228
1998
nuovo verso zone diverse del parco, cambiando passo di
229
1998
testa verso un angolo del viale, dove le radici
230
1998
fuoco parti sempre diverse del suo volto e dello
231
1998
dallo spazio. Sullo sfondo del viale altre due coppie
232
1998
vuoto in punti invisibili del parco. Altri si erano
233
1998
riflettevano già i colori del tramonto, sembravano fatti d
234
1998
quasi invasato al centro del cortile. ¶ Alzai la testa
235
1998
contro le pareti farinose del cunicolo, reggendosi ai pioli
236
1998
abbaiava impazzito al centro del cortile, si attorcigliava su
237
1998
cielo al di sopra del parco e della villa
238
1998
sopra le prospettive inclinate del parco e della villa
239
1998
sul punto più lontano del davanzale schermato con la
240
1998
scritte in una lingua del tutto sconosciuta, raccolti chissà
241
1998
dell’acqua. Mi svegliavo del tutto, giravo la testa
242
1998
testa verso il letto del Gatto. Mi assaliva di
243
1998
gli altri alla base del lampione, si faceva largo
244
1998
di colpo la luce del lampione nonostante fosse ancora
245
1998
a guardare il volto del Gatto, da lontano, per
246
1998
segni inaccettabili sulla testa del giocatore più lento nel
247
1998
sbalzargli fuori dalla carne del collo, dove il collare
248
1998
valigia. La nascondeva quasi del tutto con la schiena
249
1998
feci scattare il gancio del collare. Nello stanzone degli
250
1998
cosa serve la regola del silenzio” mi chiedevo, “se
251
1998
si spalancava la porta del refettorio per la colazione
252
1998
refettorio per la colazione del mattino e mi trovavo
253
1998
non si riusciva mai del tutto a decifrare, poteva
254
1998
secondo prima dalle mani del più forzuto tra i
255
1998
appena al di sopra del soffitto, e pareva scrollarsi
256
1998
confessione, la perfetta potenza del suo gesto finale assolutorio
257
1998
interno i capillari sottilissimi del ferro, rosa e pulsanti
258
1998
addormentato. Le due teste del padre priore erano chinate
259
1998
organi gemelli, ciascuna parte del cervello, ciascuna sezione del
260
1998
del cervello, ciascuna sezione del palato o della lingua
261
1998
della pisside, la scatola del lucido da scarpe, e
262
1998
e richiuse la scatola del lucido da scarpe con
263
1998
vari punti a causa del vapore. Molti piatti fumanti
264
1998
differenti impregnavano il legno del cilindro. Coglievo a tratti
265
1998
sentivo il rumore acquatico del mestolo che affondava e
266
1998
volta contro la base del tagliere. Era così lucida
267
1998
porzione nera e lucente del suo volto. Mi bloccai
268
1998
tutta la lama filiforme del coltello, prima di portarsi
269
1998
improvviso nella zona centrale del cortile. ¶ Non capivo di
270
1998
doveva essere la fonte del fragore. ¶ Poi la nube
271
1998
della moto, al centro del cortile, il Nervo continuava
272
1998
quando era al massimo del suo rombare, si chinò
273
1998
preciso al di sotto del fanale. Un istante dopo
274
1998
Mi staccai dal varco del finestrone, discesi piano piano
275
1998
Aprii anche il cassetto del comodino di lamiera, radunai
276
1998
e sapone, la scatola del lucido da scarpe, il
277
1998
girai verso la bocca del cortile. ¶ Era il padre
278
1998
seduto sul seggiolino girevole del vecchio armonio, era ancora
279
1998
avanti, arrampicandosi sul palo del lampione appena acceso. ¶ Mi
280
1998
alla scena dall’alto del lampione, aggrappato al palo
281
1998
il volto alla luce del lampione, come per farsene
282
1998
partire anche la mano del seminarista sordomuto, che si
283
1998
in pieno dalla luce del fanale, sembrava trasparente. ¶ Il
284
1998
stradina che la testa del Nervo, tutta inclinata sul
285
1998
nel fascio di luce del fanale. Ora la motocicletta
286
1998
da quel che restava del sedile nel vento della
287
1998
corsa. Vedevo la spina del Nervo sbalzare dal cuoio
288
1998
di nuovo la cima del sedile. La motocicletta rombava
289
1998
imprigionato dai lembi pesanti del piviale, che lo faceva
290
1998
Chi stava alla destra del priore sollevava la navicella
291
1998
poteva udire il fragore del fumo scaturito dal turibolo
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1998
che luccicavano sul piviale del padre priore ormai chinato
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schizzata fuori dal vaso del turibolo. ¶ Abbassai gli occhi
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grano d’incenso non del tutto bruciato ancora appiccicato
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gli saltasse la borchia del piviale. Stringeva i denti
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la carbonella nel vaso del turibolo. ¶ Pochi istanti dopo
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mi si fosse disciolta del tutto nella zona più
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nella zona più alta del palato, o se stavano
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residui i dilanianti frammenti del torrone. L’uomo con
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Feci un giro completo del cortile, mi spinsi fin
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il battito delle mani del padre priore, che annunciava
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uguali, pareva spegnersi quasi del tutto ma subito dopo
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e nella nuova espansione del bagliore mi parve di
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le zone più illuminate del cortile, ma ciò che
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un punto molto lontano del cortile. ¶ Raggiungemmo i dormitori
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qualche modo il segnale del padre priore dal pendio
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con la metà superiore del corpo, mentre l’altra
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tale che la linea del suo prolungamento intersecasse qualcuna
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movimento non abbastanza rapido del dito, le puntine staccate
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in tre zone contigue del cortile. Non vedevo bene
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fare niente ai margini del campo, accadeva che un
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e che, nella foga del gioco, nessuno se ne
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altra metà altrettanto simbolica del campo. ¶ Indovinavo per alcuni
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in vantaggio. ¶ Passava ancora del tempo, mi ritrovavo spintonato
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di un giocatore o del pallone stesso che, apparendo
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senso, come l’anima del gioco, faceva sorgere inevitabilmente
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mossa irresistibilmente sul foglio del quaderno che avevo sotto
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il foglio dal resto del quaderno, sollevai il piano
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sollevai il piano ribaltabile del banco per nasconderlo dentro
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Abbassai il piano ribaltabile del banco. Mi ci gettai
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sollevare il piano ribaltabile del banco, impallidiva. Si gettava
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durante la recita pomeridiana del rosario, la corona gli
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proprio posto, alla fine del servizio. Ma non pareva
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abbassato il piano ribaltabile del banco e dalle mie
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gocciolava ancora un po’ del miele che avevo appena
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un lampione al centro del cortile. Le loro vesti
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nascosto dietro lo schermo del piano ribaltabile, mi accorsi
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spiare ogni minima espressione del suo volto, quando mi
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mani attorno al palo del lampione?” pareva volesse gridarmi
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a tratti la risata del Gatto riprendeva con i
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improvviso e la testa del Gatto fosse finita dall
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questo staccarsi dal resto del suo corpo. ¶ Uscimmo dal
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o addirittura dalla sommità del palo del lampione, dove
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dalla sommità del palo del lampione, dove molti si
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letto, anche la luce del corridoio e quella più
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disturbare. Vedevo il materasso del suo letto sussultare, mentre
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Prima parte ¶ SCENA DEL SILENZIO ¶ 1 ¶ Dal sonno al
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calze, aprivo il cassetto del comodino di lamiera e
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e scoperchiavo il barattolo del lucido, ci intingevo la
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da dietro, la testa del padre priore. Era come
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spezzata finiva nella bocca del padre priore, aperta in
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pollice e l’indice del padre priore che erano
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asciugava energicamente l’interno del calice col velo, sbirciando
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nei punti più nascosti del parco o della nuova
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sera, e la ricerca del posto diventava nel buio
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penombra la testa affiorante del maggiore dei prefetti, che
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letti dirimpetto, la testa del seminarista sordomuto, per le
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stavano spegnendo, anche quelle del corridoio. Mi fermavo a
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in una zona appartata del cortile, dietro uno spigolo
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mani a due sbarre del cancello, come per non
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tanto verso le sbarre del cancello, diceva qualcosa e
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allontanarsi masticando sullo sfondo del tiro al piattello dall
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luce. ¶ Anche all’inizio del pranzo e della cena
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mettesse fine alla regola del silenzio con un semplice
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verso una zona diversa del cortile, dietro lo spigolo
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sempre dall’altra parte del cancello. Di fronte a
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più chiare nella giostra del refettorio. Era iniziata la
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iniziata la regola estiva del sonnellino dopo pranzo. Restavo
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spostata, riposava la testa del seminarista sordomuto, leggermente imperlata
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sull’altare, il filo del lampadario, la nuca rasata
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pregare. Girava una paginetta del messalino che aveva trovato
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ancora, i cerchietti bianchi del grasso si staccavano nella
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stava fissando un punto del soffitto. Nessuno parlava con
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la veste a fianco del letto, lo vidi entrare
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altri letti, per accertarsi del punto esatto dove doveva
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ancora maggiore il cassetto del comodino di lamiera, fermandosi
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calzoni e indossava quelli del pigiama, teneva la testa
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mia nuca, sui tendini del collo. Non smetteva di
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il cielo, come quella del fegato. ¶ Scorgevo, attraverso uno
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un punto all’altro del cortile. Mi alzai, mi
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e lucente nella giostra del refettorio, eravamo già nel
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a lungo, nel tepore del refettorio. Sulla testa del
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del refettorio. Sulla testa del seminarista sordomuto la crosta
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vicino in certe ore del pomeriggio e della sera
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i collari, che prima del taglio venivano tolti e
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i denti, le vene del collo gli erano balzate
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vedere che un braccio del Gatto fosse inaspettatamente scattato
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sbarrati, ma la rapidità del gesto era stata tale
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già iniziato l’orario del silenzio. ¶ Quando fummo in
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bocca, mentre il resto del volto e della testolina
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occhi, vidi la sagoma del Gatto entrare in silenzio
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qualche frammento nelle porosità del muro della vecchia costruzione
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chi serviva alla destra del sacerdote doveva manovrare in
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della mano. Il vaso del turibolo sembra allora allontanarsi
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una parte per via del cieco che pretendeva ogni
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gli occhi. La lingua del cane pendeva disidratata fuori
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Il cieco si svegliava del tutto, si agitava. ¶ «Tiriamo
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in qualche punto seminascosto del basso porticato. Sentivo la
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abbassata, mentre il resto del paese era tutto deserto
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operaio dalla faccia bianca, del quale non si poteva
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cosa ne sarebbe stato del suo volto se ci
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qualche istante il rumore del cane che stava leccando
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a venire i rumori del sonno dalle case, non
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neppure quando la lingua del cane passava direttamente dietro
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cornice con la bolla del cane tra le braccia
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di passi più avanti del resto della folla. ¶ «Eppure
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nella luce. ¶ «Il palco del comune! Le trombe del
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del comune! Le trombe del comune!» gridarono alcune voci
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su per le scale del municipio che dava sulla
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allentato e poi tolto del tutto la maniglia, perché
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i tubi. ¶ «Gli addobbi del comune!» gridò ancora qualcuno
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emanava ancora un po’ del vapore della recente rasatura
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capire da quale punto del volto gli stessero uscendo
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fin dove la punta del palo premeva e sforzava
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corridoio oscillava, la testa del microfono era ricoperta da
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di parlare. ¶ Le strutture del palco scricchiolavano, mi trovavo
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arrivarmi. Scorgevo al centro del gruppo un uomo dal
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guidatore, con la bolla del cane tra le braccia
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piazza. All’altro lato del sedile l’operaio dalla
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nel lunotto della cabina del camion che ci precedeva
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cieco taceva. La testa del cane spuntava minuscola dalla
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inebetito dietro la ruota del volante. ¶ «Siamo quasi arrivati
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il basso. La cabina del camion che ci precedeva
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non si chiudeva mai del tutto, le mani spostavano
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vedere su quale punto del volto lo stesse per
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i passi stranamente pesanti del bambino che si sentiva
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nell’attesa. ¶ La testa del bambino cominciò a spuntare
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a slegare la bocca del sacco, si vedevano già
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capire da quale punto del volto stesse vomitando. ¶ Nella
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cieco con la bolla del cane tra le braccia
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continuano ad arrivare notizie del tuo strabiliante modo di
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cimentarti con una situazione del tutto nuova, inimmaginabile quasi
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parti, spostare la leva del cambio dopo una lunghissima
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il numero dei giri del motore, o dovevo far
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di colpo la ruota del volante. ¶ Passavano di tanto
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nello stesso tempo come del tutto sconosciuti. “A cosa
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piazza. ¶ Manovrai la leva del cambio, il dorso della
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salì sopra la ruota del volante. Tenevo la testa
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la striscia tutta contorta del guardrail, sul parabrezza si
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po’ smosso e non del tutto a fuoco, lo
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sua strada. Il vetro del parabrezza era così terso
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la strada. La ruota del volante se ne stava
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di contenerla nella zona del sedile di dietro possiamo
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di brillantina sul contorno del suo volto di cui
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sulle ginocchia le assi del baldacchino e la cassetta
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auto. Vedevo la forma del baldacchino materializzarsi di colpo
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piazza, sotto le mani del cieco e dell’operaio
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molto più in alto del filo della piazza, la
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palchetto, poi la macchia del suo volto si perdeva
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da certi punti lontani del paese. Cercavano entrambi di
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gettava indietro i contorni del volto, da come le
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case venivano i rumori del sonno, da dietro i
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scorgevo anche la testa del cane dentro la cornice
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Sulle lenti la saliva del cane si era già
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sopra la coda invisibile del cane, perché ogni cosa
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dal basso le zampe del cane balzare incontrollate sulla
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quando vedeva il bagliore del suo volto privo di
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sbattere contro la facciata del municipio, con il volto
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nella macchinina al termine del comizio. ¶ Il cane abbaiava
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addormento.» ¶ «Ti posso raccontare del mio viaggio a!» ¶ «Ma
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continuava a girare, era del tutto inutile anche solo
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benzina...» ¶ Anche il muso del cane si girava di
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quasi sfuggiva ai limiti del cielo boreale. “Adesso invece
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lontanissima stella al termine del cielo, mentre restituiva parte
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oscurità, andava verso zone del cosmo ancora più buie
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già sulle stradine sonanti del paese, come sopra una
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potesse arrivare il filo del microfono. Lo tiravo ogni
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più buie e deserte del paese, e intanto lo
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il quadrante altrettanto bianco del suo orologio, chinandosi un
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bocca sotto la cerniera del giubbotto tirato su fino
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si vedeva la nube del suo fiato mentre mi
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ad accarezzare la testa del cane, senza girarsi. ¶ «Va
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per prendere una copia del nuovo giornale. Uscii piano
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stavo stropicciando uno spigolo del giornale, con tutte e
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a stropicciare lo spigolo del giornale, da qualche parte
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era dall’altra parte del muro, mi abbracciava fin
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vedere da che punto del volto gli sarebbe uscito
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verso la chiazza abbacinante del volto, ma non riuscivo
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per accendere la lingua del cane invece della sigaretta
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volte prima di fermarsi del tutto. In piedi su
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sul tavolino. La chiazza del suo volto diventava ancora
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già perso un po’ del suo chiarore nel buio
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rimanerci intrappolate, ancora gonfie del pasto e inebetite, perché
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comizi. Scorgevo il volto del cieco infinitamente corrucciato, segno
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già tastando il ventre del cane, con tutte e
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qui dentro?» ¶ La testa del cieco era caduta di
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nuovo paese. Il ventre del cane pendeva sempre più
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buche. Scorgevo gli occhi del cane osservarmi di tanto
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colpi, potrebbe partorire prima del tempo!» ¶ «Ma qui siamo
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venivano a formare alleanze del tutto inaspettate, si scioglievano
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Sarà stato per via del fumo della macchina...» mi
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per la foga crescente del suo gesticolare!» ¶ «Gesticolavo?» ¶ «... e
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e anche la testa del sindaco ciondolava con gli
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mezz’aria la balaustra del baldacchino già smontata. ¶ «Ma
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sull’auto i pezzi del baldacchino. Anche l’impianto
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villetta non ancora terminata del tutto, l’impastatrice ferma
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i fili alla scatola del trasformatore, seguendoli per tutta
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dita. Innestava lo spinotto del microfono, cominciava per un
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far ruotare le manopole del tono e del volume
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manopole del tono e del volume, la sua voce
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le sbarre di ferro del palchetto. Le lasciava cadere
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proprie mani i pezzi del palchetto, e poi ci
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in una zona diversa del palchetto, un lembo di
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nella piazza. La pedana del baldacchino mi sembrava un
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restava appeso al resto del baldacchino per un unico
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prima di diventare afono del tutto. La sentivo gridare
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istante, quando lo spinotto del microfono si staccava dal
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un’occhiata all’orologio del municipio per stabilire quando
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in alto in cerca del punto di esposizione migliore
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sentivo passare sul bavero del cappotto, sugli occhiali. ¶ «Basta