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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
eu, voglio la figlia del panettiere! ¶ Il Re mandò
2
1956
di sposare il figlio del Re e il dispiacere
3
1956
eu! Voglio la figlia del panettiere! – si decise a
4
1956
chiamare la seconda figlia del panettiere, e lei disse
5
1956
già la seconda. ¶ Passò del tempo, e di nuovo
6
1956
chiedere la terza figlia del panettiere? ¶ E lui: – Eu
7
1956
e cade sul braccio del giovane. Egli si svegliò
8
1956
Al mattino la madre del Vento s’alzò presto
9
1956
ma sono la madre del Fulmine, e quando viene
10
1956
le disse la madre del Fulmine al mattino, – e
11
1956
la casa della madre del Tuono che finì per
12
1956
come regalo della madre del Tuono. ¶ Dopo aver tanto
13
1956
dietro l’uscio. ¶ (Colline del Po) ¶ 20 ¶ I biellesi, gente
14
1956
E lui: ¶ Le stelle del cielo non si posson
15
1956
E lui: ¶ Le stelle del cielo non si posson
16
1956
nel cielo? ¶ – Le stelle del cielo non si posson
17
1956
nel cielo? ¶ – Le stelle del cielo non si posson
18
1956
una sera in casa del giovane e gli apparve
19
1956
nel cielo? ¶ – Le stelle del cielo non si posson
20
1956
tutto, e al posto del cuore le mise una
21
1956
Io sono il Re del Sole. Presto le scriverò
22
1956
dal postino una lettera del Re del Sole, ma
23
1956
una lettera del Re del Sole, ma questa lettera
24
1956
dove stava il Re del Sole. Nessuno ne sapeva
25
1956
dove stesse il Re del Sole. – Qua vicino, – disse
26
1956
vengono le tre figlie del Re del Sole a
27
1956
tre figlie del Re del Sole a fare il
28
1956
arrivano le tre figlie del Re del Sole. Si
29
1956
tre figlie del Re del Sole. Si svestono, si
30
1956
devo sposare la figlia del Re del Sole. ¶ I
31
1956
la figlia del Re del Sole. ¶ I due giovani
32
1956
fece entrare nel palazzo del Re del Sole. ¶ – Sono
33
1956
nel palazzo del Re del Sole. ¶ – Sono qui per
34
1956
il giovane al Re del Sole. ¶ – Bene, la sposerai
35
1956
domani, – disse il Re del Sole, – ora scegli quale
36
1956
galoppavano via, la figlia del Re del Sole sentì
37
1956
la figlia del Re del Sole sentì uno scalpitio
38
1956
visto passare la figlia del Re del Sole con
39
1956
la figlia del Re del Sole con suo marito
40
1956
veduto passare la figlia del Re e suo marito
41
1956
trovati? – chiese il Re del Sole. ¶ – Eravamo già lì
42
1956
raggiunti, quando la figlia del Re del Sole conficcò
43
1956
la figlia del Re del Sole conficcò di nuovo
44
1956
visto passare la figlia del Re con suo marito
45
1956
avevano visto la figlia del Re del Sole. ¶ E
46
1956
la figlia del Re del Sole. ¶ E i sagrestani
47
1956
loro! – gridò il Re del Sole, poi si stufò
48
1956
idea che questa sapienza del linguaggio animale fosse una
49
1956
passava sotto le finestre del Re, e c’era
50
1956
la focaccia della figlia del Re». Ma la pietra
51
1956
era al di là del ruscello. Il pastore non
52
1956
le pecore, la figlia del Re, affacciata alla finestra
53
1956
nel giardino di cristallo del mio castello tutto di
54
1956
lo diede alla figlia del Re che gliel’aveva
55
1956
lo diede alla figlia del Re. ¶ Accadde che il
56
1956
ne andò sul ciglio del fosso e si mise
57
1956
una foglia. Il figlio del Re le diede la
58
1956
tessitrice, aperse la noce del più piccino, e intanto
59
1956
e tutta la sala del trono ne era invasa
60
1956
una lettera alla figlia del mercante. Era una lettera
61
1956
mercante. Era una lettera del Re, che finalmente era
62
1956
voleva sentire il seguito del racconto che era proprio
63
1956
padroncina leggesse la lettera del Re. – Bene, adesso la
64
1956
leggerla, – disse la figlia del mercante. ¶ – No che non
65
1956
altra città. Il figlio del Re di questa città
66
1956
che veniva da parte del Re.) La figlia del
67
1956
del Re.) La figlia del mercante, però, non vedeva
68
1956
una caldaia il cuore del figlio del Re; perché
69
1956
il cuore del figlio del Re; perché quel Re
70
1956
fece mangiare al figlio del Re e lui guarì
71
1956
disse: «Avevo promesso metà del mio stato al medico
72
1956
storia, – disse la figlia del mercante, – adesso che è
73
1956
c’era il figlio del Re stregato che non
74
1956
porta, ma la figlia del mercante, tutta intenta al
75
1956
dovettero scappare. Il figlio del Re era guarito. La
76
1956
a bussare, la figlia del mercante stava per dire
77
1956
padre, – disse la voce del mercante. ¶ – Ah, ecco, la
78
1956
oro. ¶ Ma le streghe del bosco non s’erano
79
1956
c’era il tesoro del Re tutto circondato da
80
1956
in fondo alla scala del tesoro mettiamoci una tinozza
81
1956
là sarà la casa del ladro. ¶ Infatti la moglie
82
1956
dalla finestra il cadavere del marito trascinato per la
83
1956
lo portò sul tetto del palazzo reale. A mezzanotte
84
1956
penzolava davanti alle finestre del Re. Il Re crede
85
1956
E bussato alla porta del castello diede alle dame
86
1956
si posava sul cuscino del davanzale. La Principessa non
87
1956
a girare le pagine del libro. Il giovane guardandola
88
1956
in fretta le pagine del libro, il Principe si
89
1956
venivano dalle quattro parti del mondo e s’erano
90
1956
albero. Da una spaccatura del tronco la Principessa, non
91
1956
a fregare le ferite del Principe, e bastava metterci
92
1956
Re, – tutte le ricchezze del tesoro dello Stato sono
93
1956
datemi solo lo scudo del Principe con lo stemma
94
1956
della famiglia, la bandiera del Principe e il suo
95
1956
tre giorni, il figlio del Re era di nuovo
96
1956
voleva sposare la ragazza del castello nel bosco. – Tu
97
1956
baldacchino dormiva la figlia del Re. Giuanin, sempre formica
98
1956
formica e la figlia del Re si vide tutt
99
1956
ridiventò formica. La figlia del Re accolse il Mago
100
1956
il cane più veloce del mondo. Ucciso il cane
101
1956
il leone più forte del mondo e lo sbranò
102
1956
testa.) Aperta la pancia del leone ne saettò fuori
103
1956
il cane più veloce del mondo e lo raggiunse
104
1956
l’aquila più grande del mondo e insieme presero
105
1956
lo diede alla figlia del Re tutta contenta. ¶ – Ma
106
1956
a te. ¶ La figlia del Re andò in camera
107
1956
così dicendo la figlia del Re gli ruppe l
108
1956
in faccia a quello del Re, ma più bello
109
1956
bello ancora di quello del Re. Finito il palazzo
110
1956
più speranza: la figlia del Re l’avevano chiusa
111
1956
era rinchiusa la figlia del Re, e lei domandò
112
1956
termine per quel fanfarone del Principe, e tu potrai
113
1956
E lui le raccontò del dispetto alla pollaiola, e
114
1956
bella donnina sul finestrino del pozzo e disse: – Tu
115
1956
restò disperato. ¶ La madre del pastore prendeva anche lei
116
1956
dietro anche tanti quattrini del Diavolo, potevano vivere felici
117
1956
avvicinarsi. ¶ (Langhe) ¶ 10 ¶ La barba del Conte ¶ Pocapaglia era un
118
1956
e i funghi porcini del bosco, siccome nessuno li
119
1956
un falò nella piazza del paese, le donne e
120
1956
davanti alla casa rotonda del Conte, tutta ringhiere e
121
1956
erano seduti i soldati del Conte, che si lisciavano
122
1956
prese per la via del bosco. ¶ I contadini rimasero
123
1956
partì per il giro del mondo, e lungo il
124
1956
furono portate nella dispensa del Re, e la bambina
125
1956
e servirai nella cucina del Re. ¶ La chiamarono Perina
126
1956
faccende meglio delle serve del Re, ed era tanto
127
1956
tutti. Anche il figlio del Re, che aveva la
128
1956
voce arrivò alle orecchie del Re, che la chiamò
129
1956
Perina vide la cassetta del tesoro sopra un tavolino
130
1956
venire incontro il figlio del Re. – Quando mio padre
131
1956
in cantina. ¶ Sulla soglia del palazzo reale, c’erano
132
1956
saltò fuori il figlio del Re che ci s
133
1956
nel solaio. ¶ Dalla finestra del solaio, la ragazza guardava
134
1956
ragazza guardava nel giardino del Re, e c’era
135
1956
c’era il figlio del Re che giocava alla
136
1956
d’oro. Il figlio del Re non riusciva a
137
1956
alla palla, il figlio del Re vide che c
138
1956
sarebbe stata la sposa del figlio del Re. ¶ Allora
139
1956
la sposa del figlio del Re. ¶ Allora il Re
140
1956
due figlie più grandi del contadino e cascarono dalla
141
1956
sposa! – e il figlio del Re per primo. ¶ Furono
142
1956
si presentò al figlio del Re. Il figlio del
143
1956
del Re. Il figlio del Re non capiva come
144
1956
ha sposato il figlio del Re ed è diventata
145
1956
salì per la cappa del camino. ¶ Appena schiarì il
146
1956
ed era la figlia del Re. – Come avete fatto
147
1956
prigioniera, – disse la figlia del Re. – Fuggite, prima che
148
1956
di remo. La figlia del Re gli diede un
149
1956
la veste della figlia del Re. Dalla nave li
150
1956
tornare con la figlia del Re il capitano cominciò
151
1956
hai trovato la figlia del Re! Beviamo, festeggiamo la
152
1956
già quasi in vista del porto da cui erano
153
1956
capitano disse alla figlia del Re: – Non direte mica
154
1956
ha fatto. ¶ La figlia del Re non disse né
155
1956
bastimento arrivò in vista del porto; fecero segnali con
156
1956
che portavano la figlia del Re sana e salva
157
1956
le nozze della figlia del Re col capitano. Il
158
1956
tasche e dagli strappi del vestito. Era Baciccin Tribordo
159
1956
torno a riprendere possesso del mio trono dopo un
160
1956
sia io il figlioccio del Re d’Inghilterra –. E
161
1956
era prigioniera la figlia del Re d’Inghilterra. Sbarcarono
162
1956
È qui la figlia del Re d’Inghilterra? – domandò
163
1956
svegliò ai primi raggi del sole che entravano nella
164
1956
lo condusse nei sotterranei del palazzo. In mezzo al
165
1956
fuori felice la figlia del Re d’Inghilterra dicendo
166
1956
liberata! ¶ Con la figlia del Re e il barile
167
1956
salvo con la figlia del Re, per poco non
168
1956
figuri, che erano sicari del Tignoso, trassero i coltelli
169
1956
al pranzo, la figlia del Re stava in pensiero
170
1956
vi immerse il cadavere del giovane: lo videro saltar
171
1956
bello, che la figlia del Re gli gettò le
172
1956
e fare il giro del mondo, di notte come
173
1956
se tornato dal giro del mondo troverò mia moglie
174
1956
partì per il giro del mondo. ¶ La sposa andò
175
1956
piange. ¶ – Per la virtù del diamante, – disse la sposa
176
1956
disse: – Per la virtù del diamante, che tutti vengano
177
1956
impasta, per la virtù del diamante non poté toglier
178
1956
fuoco, per la virtù del diamante continuò a soffiar
179
1956
porta, e per virtù del diamante la porta si
180
1956
la sposa. ¶ – Per virtù del diamante, – disse la sposa
181
1956
dice: – Per la virtù del diamante, che questi uomini
182
1956
che tornava dal giro del mondo, e ritrovando la
183
1956
le ciglia, più lunghe del naso, più lunghe del
184
1956
del naso, più lunghe del mento, s’allungarono più
185
1956
cadere qualcosa dalla cappa del camino e vide un
186
1956
invitare tutti i signori del paese. ¶ La sposa, tutta
187
1956
accorse che le erano del tutto sfuggiti di mente
188
1956
di mordere il nodo del filo! – disse Columbun. ¶ – Ho
189
1956
lo buttò nel fuoco del camino. – Tu non filerai
190
1956
pari contro il tronco del pino. Il pino non
191
1956
aveva un po’ paura del leone, ma gli rincresceva
192
1956
castello. Era il castello del Mago Corpo-senza-l
193
1956
Messina) e Francesca Crialese del Borgo di Catania. Ma
194
1956
XX della citata Storia del folklore in Europa. ¶ 17. Su
195
1956
vita sociale. La persona del narratore e i suoi
196
1956
prosegue riassumendo uno studio del più importante esponente della
197
1956
pp. 567-72 della citata Storia del folklore in Europa. ¶ 18. 1828-1906. Aveva
198
1956
più suggestive, Il figliolo del Re di Francia, raccontata
199
1956
nella nostra versione filologica del Gabrieli, ma là era
200
1956
poetica e della tecnica del Decamerone e dei suoi
201
1956
quelle dell’Imbriani e del Nerucci.» EMILIO CECCHI, nella
202
1956
nella prefazione alla 1ª giornata del Decamerone dell’Universale Economica
203
1956
Toscana: Vernacolo Montalese (contado) del sotto-dialetto di Pistoia
204
1956
Santo Stefano di Calcinaia (1869) del contado senese, dell’indianista
205
1956
compendiata. La Novellaja fiorentina (1871) del patriota e giornalista VITTORIO
206
1956
delle Novelline popolari italiane (1875) del grecista e mitologo e
207
1956
raccolte da Giuseppe Ferraro; del Mugello, raccolte da Raffaello
208
1956
diretta da Giovanni Gentile (del 1941; rimasta purtroppo in tronco
209
1956
sono compresi nel materiale del mio lavoro: primo, perché
210
1956
al volume.) Già prima del Bernoni fu pubblicata una
211
1956
vive dei Veneto-Giuliani del Babudri, della collana scolastica
212
1956
volume di storielle triestine del Pinguentini. ¶ 25. Le testimonianze però
213
1956
ma molto breve raccolta del Bagli. PAOLO TOSCHI nella
214
1956
e rudimentali. ¶ 29. Dalle opere del De Nino, D’Annunzio
215
1956
raccolte pugliesi come quelle del Gigli e del La
216
1956
quelle del Gigli e del La Sorsa sono riscritte
217
1956
di Comparetti: sono fiabe del Monferrato scelte tra quelle
218
1956
a Carpeneto. Il manoscritto del Ferraro (centoventisette narrazioni, in
219
1956
Novellaja fiorentina nell’edizione del 1877) presenta versioni dialettali stenografate
220
1956
Un opuscolo per nozze del Guarnerio riporta la molto
221
1956
e libri molte leggende del suo paese, Baiardo, nell
222
1956
a Perugia nel 1887; forse del Donati si possono trovare
223
1956
rivista di Luigi Molinaro del Chiaro: il «Giambattista Basile
224
1956
Basilicata pubblicati nel volume del Comparetti (in italiano, tranne
225
1956
Le Novelline popolari sarde del MANGO, che uscirono nella
226
1956
nella collana delle «Curiosità» del Pitrè, sono ventisei tra
227
1956
e tradizioni (quella recente del glottologo Gino Bottiglioni), condotta
228
1956
ci dà l’idea del modo di raccontare, ma
229
1956
ma piuttosto «letterario»: quello del Reverendo Carlotti. ¶ 42. Fiabe, nella
230
1956
Fiabe, nella «Nuova Antologia» del 16 aprile 1934; ripubblicato in Storia
231
1956
soprattutto l’ultimo capitolo del citato volume del Propp
232
1956
capitolo del citato volume del Propp. Confrontando le fiabe
233
1956
mai raccolto nei paesi del Nord («tranne che in
234
1956
Cfr. il cap. IV del citato volume del Propp
235
1956
IV del citato volume del Propp. ¶ Nota dell’autore
236
1956
Europa) d’un lavoro del Propp precedente a quello
237
1956
fiaba, Einaudi, Torino 1967), e del moltiplicarsi di studi morfologici
238
1956
di novelline popolari siciliane del secolo scorso non avevo
239
1956
tavola, quando dalla cappa del camino sentì una voce
240
1956
di nuovo nella sala del camino, l’uomo disse
241
1956
quelli in dialetto pugliese del libro di Pietro Pellizzari
242
1956
Fiabe e canzoni popolari del contado di Maglie in
243
1956
in gran parte famigliari del Di Francia. Ma, per
244
1956
fa scarso. Pochissimo esiste del Piemonte,32 e già basta
245
1956
esiste dell’Umbria36 e del Molise.37 Ma la lacuna
246
1956
povertà di produzione fantastica del popolo italiano fu mal
247
1956
Neri (in un saggio del 1934,42 dove l’aggiornata conoscenza
248
1956
chiarito che sul piano del folklore il quesito se
249
1956
sul piano della storia del gusto letterario (passando in
250
1956
supposizioni intuitive, sulla base del materiale da me preso
251
1956
dire che l’influenza del mondo germanico è limitata
252
1956
Francia, che l’influenza del mondo arabo-orientale s
253
1956
nel mago un sacerdote del clan. E del resto
254
1956
sacerdote del clan. E del resto, basta una sommaria
255
1956
e principessa ma figlio del re, figlia del re
256
1956
figlio del re, figlia del re; le denominazioni poi
257
1956
più antico fondo pagano del luogo e non conoscono
258
1956
e con le tradizioni del periodo di più intense
259
1956
la nozione della divisione del mondo in cristiani e
260
1956
per esempio il personaggio del Milord inglese nel Meridione
261
1956
d’esser tutta invenzione del Basile52 o d’un
262
1956
suo «cunto» (l’ultimo del Pentamerone) rimando il lettore
263
1956
sempre spietata, giustizia sommaria del malvagio (o, più spesso
264
1956
cunti» siciliani, della fortuna del tipo «Amore e Psiche
265
1956
in una dimora sotterranea, del quale non si può
266
1956
qualche triste fiaba sarda, del paese in cui si
267
1956
o simbolici, che hanno del sortilegio, della maledizione. Ma
268
1956
conquistare. ¶ Gli etnologi dànno del tipo «Amore e Psiche
269
1956
da millenni, la trama del racconto vive ancora di
270
1956
gioia e lo smarrimento del misterioso abbraccio notturno. ¶ Nelle
271
1956
pare suggerire la storia del Pappagallo (cfr. la mia
272
1956
nella stessa costruzione narrativa del Pappagallo s’esprime qualcosa
273
1956
costruita si vale insieme del rispetto di convenzioni e
274
1956
fiabe specialmente meridionali, quello del «cavoliciddaru»: una famiglia non
275
1956
di mare – al posto del contadino senza terra né
276
1956
zufolo, o Il regalo del vento tramontano del Mugello
277
1956
regalo del vento tramontano del Mugello, e Quattordici delle
278
1956
Università di Palermo, direttore del Museo Etnografico «G. Pitrè
279
1956
disposizione la ricca biblioteca del Museo; al professor Paolo
280
1956
libri e dei manoscritti del Museo delle Tradizioni Popolari
281
1956
ampio e documentato quadro del succedersi delle varie scuole
282
1956
può trovare nella Storia del folklore in Europa di
283
1956
l’informazione e valutazione del lavoro svolto in Italia
284
1956
dal punto di vista del metodo «finnico» o «storico
285
1956
PROPP, Le radici storiche del racconto di fate, Einaudi
286
1956
furono raccolte dalla bocca del popolo (essi ricordano soprattutto
287
1956
leggenda locale, La barba del Conte. ¶ 10. La Val d
288
1956
due narratrici nel costume del paese: Caterina Certo di
289
1956
dal modo di raccontare del luogo e dall’accento
290
1956
e dall’accento personale del narratore orale, e d
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raccogliere, dall’intervento intermediario del folklorista. ¶ Un discorso a
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un grado il tono del linguaggio, di scolorire e
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misura e la qualità del mio intervento, a seconda
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l’allegoria L’orologio del barbiere), talaltra invece mi
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per togliermi la soggezione del riscontro letterario, il Belfagor
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con qualche rozzo suggerimento del testo; nella leggenda sarda
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questo mi facevo forte del proverbio toscano caro al
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in un bizzarro vernacolo del contado pistoiese, presentato come
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usciamo dall’astratta idea del «popolo» raccontatore, e ci
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è inteso. ¶ La raccolta del Pitrè è del 1875; nel
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raccolta del Pitrè è del 1875; nel 1881 il Verga scrive
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il primo bozzetto «siciliano» del Verga è del ’74) tendevano
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siciliano» del Verga è del ’74) tendevano l’orecchio, pur
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e anche le sale del Museo vero e proprio
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vera entrata in scena del popolo, che nella letteratura
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italiana avviene col linguaggio del capolavoro di Verga – il
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un folklorista, i modi del dialetto, – nel folklore avviene
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volta, cosicché al centro del costume di raccontar fiabe
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borgo – della novellatrice o del novellatore, con un suo
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Così, protagonista della raccolta del Pitrè è una vecchia
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dei più bei «cunti» del Pitrè vengono dalla sua
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Tra le sue compagne del Borgo, rione o, come
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potevano parlare le comari del vicinato (…) ¶ La Messia non
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di tutte le popolane del suo rione ha educato
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una rappresentazione della condizione del popolo; e così la
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che è La sorella del Conte. ¶ Se la ricca
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troppo dal tono generale del libro). La descrizione del
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del libro). La descrizione del palazzo della Regina comprende
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catalogo di famose beltà del passato introdotte sotto forma
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alla traduzione settecentesca francese del Galland (cioè a un
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della più picaresca novella del Decamerone. ¶ Ed ecco che
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perseguitata. Prendiamo Il figlio del mercante di Milano che
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se non la presunzione del dialetto che s’atteggia
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e’ patti, la figliola del ciabattino pigliò il posto
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liberamente secondando l’avvio del testo.) Tolto il lessico
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dialettale, riassorbita la prolissità del narrare che fuor di
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stonerebbe con lo stile del resto del libro, cosa
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lo stile del resto del libro, cosa rimane nelle
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abbondanza e la qualità del materiale raccolto, sta Venezia
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raggiunta unità nella pacatezza del dialetto e nell’atmosfera
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atmosfera non sia propria del Bernoni, ma dello spirito
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ma dello spirito favoloso del mondo veneto marino, lo
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lo spirito delle fiabe del Trentino,25 che inclina verso
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prime testimonianze della fortuna del Pentamerone di Basile fu
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leggiadra riduzione in bolognese del 1713 per opera delle due
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ed anche agli effetti del mio lavoro, ma il
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altri. Già a metà del secolo XVI, a Venezia
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alle fiabe le tavole del palcoscenico, tra le maschere
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intanto già dai tempi del Re Sole alla Corte
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Versaglia, dove allo spirare del «Grand Siècle» Charles Perrault
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candita nei quarantun volumi del Cabinet des Fées la
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letteratura francese col gusto del gioco di fantasia elegante
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e truculenta all’alba del secolo XIX nella letteratura
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tedesca, come anonima creazione del Volksgeist, da un’antichità
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scopritore. Cresciuta alla scuola del Tommaseo, la «contessa contadina
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lettura»2 per i giovani del popolo, riportò fiabe nella
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Basile» di Luigi Molinaro del Chiaro a Napoli, l
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faceva dettare dalle lavandaie del Vomero canti e filastrocche
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per il «Basile» di Del Chiaro. ¶ S’accumulò così
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specialmente nell’ultimo trentennio del secolo, per opera di
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narrazioni tratte dalla bocca del popolo nei vari dialetti
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dei «Canti e racconti del popolo italiano», un volume
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curate5 qualche novellina toscana del Pitrè e del Nerucci
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toscana del Pitrè e del Nerucci. E che il
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ma da un richiamo del sangue, quasi per salvare
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lavorare, a rendermi conto del materiale esistente, a dividere
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d’una nuova variante del «ciuchino caca-zecchini», e
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tentacolare, aracnoidea dell’oggetto del mio studio; e non
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sentivo ammirato e felice del viaggio, e la smania
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ogni notte al fianco del cavaliere, o con l
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soprattutto la sostanza unitaria del tutto, uomini bestie piante
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ciò che esiste. ¶ 2. Criteri del mio lavoro ¶ Il metodo
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delle fiabe «dalla bocca del popolo», prese le mosse
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codificando nella seconda metà del secolo in canoni «scientifici
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stenografica al dettato dialettale del narratore orale. Proprio «scientifici
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distanti) la natura ibrida del mio lavoro, che è
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intervento alla seconda parte del lavoro svolto dai Grimm
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risultati apprezzabili ai fini del mio libro.9 E poi
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le fiabe dalla bocca del popolo ci dev’essere
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è questo un campo del tutto diverso da quello
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storie con le parole del popolo, ma le rievocano
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materiale inutilizzabile ai fini del mio lavoro. ¶ Per dialetti
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in considerazione le fiabe del Nizzardo e non quelle
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molto fuso con quello del resto della Calabria; e
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calce a ogni fiaba del volume c’è tra
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orale a far parte del nostro folklore narrativo e
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volume che dànno ragione del nome di località che
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che quella fiaba sia del Monferrato, delle Marche, della
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presente soprattutto una versione del Monferrato o delle Marche
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d’un accento particolare del luogo, del tempo e
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accento particolare del luogo, del tempo e della personalità
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narra. Le designazioni geografiche del mio libro sono in
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fondamentale, quella della legittimità del mio intervento sui testi
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spropositi usciti di bocca del narratore; Comparetti, Visentini pubblicavano
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questa è la Regina del Portogallo che ho liberato
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mise da una parte del campo, e la coperse
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vide. Era il figlio del Re di quei paesi
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per sposo. ¶ Il figlio del Re promise di tornare
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quando venne il figlio del Re col suo corteo
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pettine. ¶ Disse il figlio del Re: – Hai paura di
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fretta m’ero scordata del pettine, ed ora non
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affannata, aperse un cassetto del comò e ci cacciò
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A Corte, la madre del Principe e tutte le
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quella creatura nelle soffitte del palazzo. Così fece, e
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Domani porgila al figlio del Re e digli che
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canzonare? – disse il figlio del Re. Ma aperse la
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nocciola, dàlla al figlio del Re: che la schiacci
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sputi. ¶ Quando il figlio del Re schiacciò la nocciola
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Montale Pistoiese) ¶ 68 ¶ Il figliolo del Re di Portogallo ¶ Il
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pare? Lei è figliolo del Re e io son
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là. E il figlio del Re, dietro. Così, d
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un ramo di là del muraglione; e Pietro s
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Pietro con l’aiuto del ramo si lasciò scivolare
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scivolare giù sulla cresta del muro e poi saltò
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Pietro ora era prigioniero del giardino: cercò di uscire
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chi spilucca le piante del giardino! ¶ Dice Pietro: – Nossignore
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visse là come figliolo del Mago e della Maga
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arriva sino alla cresta del muraglione, e vengono i
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però vai nella stanza del tesoro e prendi quattrini
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che toccava la cresta del muraglione e i bastimenti
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alla Maga, li ringraziò del buon cuore che gli
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a scuola i figlioli del padrone. Ora, il padrone
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suo tutti quei quattrini del Mago, a ognuno cui
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corsero sotto le finestre del Governatore a vociare: – Abbasso
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un tumulto più grosso del primo, e il Governatore
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patti, e la figlia del ciabattino prese il posto
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ciabattino prese il posto del cuoco e la sua
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la sua cameriera quello del cameriere. Ma era passato
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alla moglie, la figliola del Governatore: – Oggi non vengo
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non è mio; è del cuoco. ¶ – Chiama il cuoco
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imbroglio. Quando la figlia del Governatore tornò dalla campagna
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stanotte? ¶ E la figlia del Governatore: – Stasera è troppo
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porta, e la figlia del Governatore si presentò con
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guardie arrestarono la figlia del Governatore, che l’indomani
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frullino. ¶ Incontrarono il figlio del Re. – Quella donna, – disse
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Caspita! – fa il figlio del Re. – E di dove
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E di dove siete? ¶ – Del mio paese. ¶ – E i
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a spasso! ¶ Il figlio del Re si divertiva. Disse
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mezzanino, e il figlio del Re quando non aveva
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una meraviglia. Il figlio del Re, la Regina e
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pensare. Ma il figlio del Re sospettava che ci
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di sole. Il figlio del Re, senza starci a
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salvo. ¶ Scendendo dalla Montagna del Fiore, Menichino rifletté per
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di Milano senza bisogno del cambio. ¶ Arrivato a Milano
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figlia e l’eredità del Regno. Menichino pensò che
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per fare il giro del vincitore e invece infila
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diventato Principe ed erede del Regno. ¶ – Macchie io non
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aperse loro il portone del palazzo e li condusse
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testa sotto la scure del boia. ¶ (Montale Pistoiese) ¶ 63 ¶ Il
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le disse della questione del regalo. Lei gli diede
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buio: – Antonio! Sei sempre del medesimo sentimento? ¶ E lui
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All’arrivo alla città del Re, la gente fece
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il figlio sulle scale del Palazzo, per vedere che
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la cosa più naturale del mondo. Disse soltanto: – L
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braccia dell’altro. ¶ Fuori del palazzo c’era tutta
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Antonio non ha bisogno del regno di suo padre
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Giovanni ereditò il Regno del padre e vissero di
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siepe, entrò nel campo del contadino, e invece dei
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diventi la più bella del mondo e splenda quanto
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per strada il figlio del Re e a quel
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sul capo. ¶ Il figlio del Re disse: – A me
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vostri, – disse il figlio del Re. – Mi pare che
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potendo disubbidire al figlio del Re, si misero a
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il bosco. ¶ Il figlio del Re quando aperse la
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a guardare nella bocca del forno per vedere la
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una rosa, splendente più del fuoco e del sole
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più del fuoco e del sole. Il cuoco restò
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quel grido, il figlio del Re si precipitò nella
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in regalo. Una mattina del sesto mese, era in
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quando, già sulla via del ritorno, trovò un fruttivendolo
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cannocchiale verso la capitale del loro Regno. Tutto era
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si posò ai piedi del letto come uno scendiletto
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sono nulla in confronto del mio tappeto, perché per
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Un giorno, il cacciatore del Re, giovane svelto, che
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giovane: – Sono il cacciatore del Re, – e gli descrisse
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la mattina al levar del sole, Fiordinando e il
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casa o una traccia del suo compagno cacciatore, ma
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in città. Alle domande del cacciatore, Fiordinando abborracciò una
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io sono la Regina del Portogallo! ¶ In quel momento
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e gli ci volle del bello e del buono
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volle del bello e del buono per scoprire la
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se davvero la Regina del Portogallo fosse lì a
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a Parigi la Regina del Portogallo, e fra tre
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la più bella Regina del mondo e io la
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il passaggio della Regina del Portogallo, furono colti da
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al prato. ¶ La Regina del Portogallo, disperata, non riuscendo
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qui passa la Regina del Portogallo e voleva destarla
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Da tutte le parti del mondo erano arrivati a
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luccicanti come la sfera del sole. In mezzo alla
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per guadagnarsi la Regina del Portogallo. ¶ Fiordinando, a visiera
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albero del pianto e del riso. – Quando ha le
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vide che l’albero del pianto e del riso
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albero del pianto e del riso aveva tutte le
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baule stasera a piè del letto. ¶ Bellinda ringraziò, prese
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Lo mise a piè del letto e andò a
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per via dei regali del Mostro, tuttavia non poteva
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il fatto dell’albero del riso e del pianto
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albero del riso e del pianto con le foglie
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le foglie dell’albero del pianto e del riso
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albero del pianto e del riso pendevano tutte giù
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fece credere il figlio del Re di Portogallo. Alla
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seppe che il figlio del Re non s’era
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preteso di diventare genero del Re. Ma lui li
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e zitto sulla sponda del letto con le finestre
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si sdraiò sulla sponda del letto, ben discosto dalla
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Il ragazzotto divenne genero del Re e poi Re
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Chiamati tutti i medici del Regno, nessuno conosceva un
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ed è l’acqua del suo pozzo –. Non era
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per primo alla salute del padre. ¶ – Caro figlio, – disse
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mesi. ¶ Gugliermo nel porto del Regno s’imbarcò su