Cosimo Giorgieri Contri, Le orme del satiro, 1920

le ore al pendolo del suo studio: e per

ora della passeggiata e del club: quella che preludeva

po' abbandonato al capriccio del caso, si tramava di

Quella sera la prospettiva del pranzo in casa Almieri

Rimasero le quattro pareti del suo studio, note, riempite

stanza, diceva la sicurezza del proprietario che non è

due passi. Gran parte del mondo elegante aveva emigrato

un tratto la palazzina del corso Siccardi, un po

ritrovare ancora nel risvolto del suo frac, dove un

braccio di un amico del Club: Marco si sentì

si ritrasse nell'angolo del corridoio, ove quest'altro

due, emersero dal fondo del palco e la signora

neri taglienti sul rossore del viso, l'ingegnere Almieri

quello che egli sentiva del suo corpo ondeggiargli vicino

di non essere trattata del tutto come una signora

che fendeva la calca del guardaroba. Aveva indossato la

di sopra, al quartiere del piano nobile, secondo una

di una eleganza sostenuta del tempo vecchio: damaschi e

sua madre... ¶ Dalla porta del salottino ultimo, che era

dinanzi al riflesso rosso del caminetto, delle lunghe braccia

insinuante. Ettore soverchiava Marco del capo, ma la sproporzione

lui, un piccolo cenno del dito... ¶ – Bardosi, sentite quello

quello che dice Ettore, del nostro San Celso? Una

volersi mescere al colloquio del caminetto. La contessa fece

Tutti pranzano tardi adesso... Del resto la signora Almieri

e disse: ¶ – Io sono del vecchio tempo e pranzo

donne! ¶ Marco assentì brevemente del capo, senza guardarlo in

volontariamente ritratto nel fondo del suo cuore, tra le

sera, premuto dal gelo del colloquio con sua madre

Quella sera, l'alito del marzo, così improvviso, così

per l'eleganza sobria del suo vestito, per la

vestito, per la finezza del suo camminare, per quel

discostava, anche all'Università, del resto frequentata di rado

solita passeggiata, più giù del caffè Fiorio, ove gli

stupore e della ingenuità del giovine. Come non aveva

lo confessasse, il prestigio del titolo, unito all'aspetto

un attimo al parapetto del fiume, sul Lungo Po

avevano segnato l'inizio del loro comune ma tenero

fine, l'aveva liberata del guanto e la baciava

di dirselo; egli inebriato del suo contatto ma non

diffidenza verso quelle ragazze del popolo, di cui ognuna

una imposizione, una catena... ¶ Del resto, la sua sensualità

quelle carezze, l'illanguidirsi del corpo di lei tra

passò quella prima primavera del loro amore. Venne l

piccolo ufficio. Diceva anche del suo lavoro al magazzino

già ingialliva le sponde del fiume e gli alberi

fiume e gli alberi del solitario corso Casale... ¶ Né

affare improvviso... Una lettera del notaio... A proposito, io

nella qualità più sensibile del suo carattere, la generosità

dare ad ogni fanciulla del suo mondo lo tentò

sbalordimento. ¶ – Sposare una ragazza del popolo, tu?! E poi

a poco, il ricordo del viso amaro di Giovanna

atto; e un po' del suo ardore rimase sull

vestiti, tutto il materiale del suo lavoro d'ogni

circostanze, tutti i particolari del colloquio. Era il suo

sua bocca, il calore del suo corpo lo invade

di lontano, dal profondo del suo essere... Un tremito

subito che l'imbellimento del veglione era passato: ella

aveva ripreso a dargli del tu. L'accoglienza era

ambiente femminile. La sera del veglione gli si riprecisò

freddo fosse una rivincita del pudore. Erano belle, piene

Mia figlia è allieva del professor Landi... Come andiamo

la toeletta della signora, del resto – pensò Marco. ¶ Il

abbiamo fino alla fine del pranzo... ¶ Il marito sorrise

E ricompose la bellezza del suo quadro e dell

più precise... L'ombra del collo, il petto... C

perfetto, seguiva i gesti del braccio nudo, di una

commensali parvero volersi sdebitare del buon pranzo con una

restava in qualche fondo del suo cuore il desiderio

adesso, che la gracilità del busto e il collo

sul suo la sera del veglione: quella mano l

signora, non più occupata del suo vicino, ora taciturno

ippico – esclamò Andreini trionfante del suo successo oratorio. – Ci

fanciulla. Ma gli occhi del giovane ufficiale erano o

Si perde la nozione del denaro, in quei posti

digerente, in quel disordine del dopo pranzo che ha

rivelò una elastica snellezza, del suo corpo magro, accanto

padrone, sugli oscuri tranelli del senso, come l'aroma

senso, come l'aroma del liquore naviga sovra la

gli chiese, indifferentemente, notizie del pranzo. Egli le diede

credo – rispondeva il commensale del prognostico catastrofico. ¶ – Tutt'altro

suo stipendio. ¶ Il commensale del prognostico fece ancora: ¶ – Uhm

a tutti gli angoli del mondo, o in preda

sua, o per effetto del caso? ¶ A pranzo finito

della nostra simpatia o del nostro interesse? ¶ – Si parte

Marco ripensò alla luminosità del suo sorriso. Decisamente, quella

suo malumore. ¶ Alla fine del secondo atto anch'egli

sé stesso, la ragione del suo malumore di tutto

e l'anima fresca del mare primaverile. Non aveva

quando mormorava le parole del Pater noster «Et dimitte

n'aveva... ¶ Le parole del veglione l'avevano confermata

in là il campo del tennis era vuoto. Soltanto

felice armonizzava i movimenti del suo corpo, che rimaneva

pareva come un velo del sole. ¶ – Presto, mamma, presto

aveva ritenuto quel gusto del troppo finito, del troppo

gusto del troppo finito, del troppo aggiustato, dell'inappuntabile

attesa dell'ultimo giorno, del giorno decisivo: e il

tra cui la semisolitudine del luogo creasse una passeggera

diversa di quelle scorie del tumulto mondano che la

cui l'eterno soffio del mare metteva come un

accorreva verso il centro del recinto, quali a discutere

odore dei leandri e del mare gli venne più

che mettevano sul fianco del colle come un alone

a tentar la fortuna del giuoco. Ora, qual giuoco

certo l'impeto primigenio del desiderio, temperato ma non

la parte più femminile del corpo, il sesso ingentilito

pago al piccolo demone del giuoco... da non so

della sua bellezza e del suo fascino? ¶ Nella sala

della palla sul piatto del gruppiere: ma non tanto

Marco intravvide, nella scollatura del vestito, i suoi seni

accesa: come l'irrompere del lampo di magnesio tra

sarà; l'eterna tentazione del mistero, dell'ignoto, della

cortigiana che la vista del denaro eccita all'amore

che si deve fare. Del resto non è l

improvvisa. ¶ L'ultimo giorno del concorso. Un non so

occhi, con un moto del braccio, con un ansare

braccio, con un ansare del seno. ¶ A poco a

seduta all'altra proda del letto. – Un nobile piemontese

esemplare. Adesso, molti lavorano. Del resto il lavoro è

tratta quella caratteristica... Mistero del mondo, e dell'anima

che non fosse quella del suo piccolo ambiente, della

Quando venne la volta del pollo, Marco notò che

confronto dell'essere profondo, del cuore, dell'anima: ma

correttezze.. Perché questa ingiustizia del destino? ¶ – Anche il pollo

altro? Era un effetto del suo egoismo quel rifiutare

strada placida. I platani del corso Vittorio in fondo

in tutti i toni del verde, qua timido, là

rinnovamento glorioso dei paesi del nord, ignoto a quelli

Egli vedeva il gesto del suo braccio in ritmo

e la fluidità snella del corpo, delle anche già

marchesa di Caminetto: quella del nome che non le

marchesa secondava gli affari del marito e lo aiutava

sociale, la dovuta serietà. Del resto, il chiacchiericcio di

forme e alle apparenze del suo piccolo mondo, quel

era andata al tavolino del tè, Marco le venne

con un gesto lento del collo grazioso. Ma non

si convinse della impossibilità del suo amore. E trovò

sua voce, la luce del suo sorriso, le grazie

della sua stessa emozione, del suo desiderio, leggero e

inconscio rispetto; Marco come del senso quasi dolce di

modo... ¶ Che ci fosse del resto fra i due

e mondana, non aveva del tutto ragione. Egli amava

appariva, della sua intelligenza, del suo cuore, della sua

desiderî, della sua visione del mondo, o piccolo o

Landi le insegnava, e del canto, che imparava da

a gettare sulla oscurità del suo giovane passato... ¶ Che

il broncio per questo? Del resto molto occupata di

di sé, ormai, moltissimo del suo salotto e un

lo incuriosiva... Qualche piccolezza del vecchio maniaco... ¶ – Buon giorno

maniaco aveva più aggrottate del solito le enormi sopracciglia

già le sue dimissioni... Del resto, più nessuno lo

che fin dal principio del colloquio aveva occupato il

il senso dell'inutilità del suo affanno lo prese

lo guardò, come stupita del tono. E disse graziosamente

Che me ne importa del vostro mondo?» Ogni spiegazione

Da qual mai fondo del suo essere sorgeva quel

quel profumo? Dallo scollo del suo vestito? Ed ella

era dileguato: le nuvole del cielo e i mali

riflesso azzurro delle acque del Po ch'egli attraversava

all'uscita dell'Istituto del Sacro Cuore, dov'ella

degli alberi a specchio del ruscelletto su cui egli

Ritraversò il piccolo ponte del muricciuolo accanto al tempietto

piacere dell'ora e del luogo: e Marco pensò

interiore. La lieve fatica del camminare, metteva sul suo

sole, e l'occhio del lago in fondo che

giardino sotto la guardia del monte... ¶ – Così in solitudine

acqua, verso le rotondità del suo petto che parevano

piccola bugia... Quante altre del resto la vecchia signora

un tipo che darà del filo da torcere... E

passione, tutte le fasi del suo tempo... ¶ Come quel

parole segnano l'espressione del suo viso, e modellano

acque e la mole del Castello di Cristina di

della bellezza della moglie del socio? Ed Ernestina che

frivole. Tutte, meno quella del suo amore... Ma è

sono prese, l'impiego del tempo è stabilito. E

gioventù degli uomini e del mondo, quando le labbra

più ambrate il roseo del suo sangue, pareva aver

sedeva solo nella saletta del suo albergo ad aspettare

che lambiva le erbe del prato e arrivava fino

dicevano. ¶ – Seguo le orme del satiro – rispondeva la piccola

visitatore. Poi, l'inanità del suo progetto gli si

Era giunto alla fine del giardino, costeggiava adesso il

Oscura come la capellatura del canto... ¶ Anche la sera

sua mano i contorni del suo corpo. ¶ Questa volta

desiderio, la lotta eterna del pudore antico contro l

star peggio: quella parte del suo cuore era come

lei, cogliere il profumo del suo sonno... La sua

ore suonare al campanile del villaggio; poi i canti

casa sua la faccia del portiere lo preoccupò di

ti aspetta. ¶ La faccia del prete era grave; le

rispetto della pietà e del dovere... Potete avere errato

forse l'ultima parola del suo amore, del suo

parola del suo amore, del suo unico amore. Gli

bisognerà sentire dal notaio. Del resto c'è l

E lei? Giovanna stessa, del resto, prezzo non avrebbe

scatto. Ma il tumulto del suo cuore e del

del suo cuore e del suo pensiero non posavano

signore di sé, arbitro del suo destino. A che

nel fondo quasi istintivo del suo essere, là dove

ne avreste fatto una del vostro mondo; che un

tratto il diritto eterno del padre, riavere l'intuizione

riavere l'intuizione tradizionale del potere maschile nella famiglia

soltanto, ridivenne sociale, conscio del vantaggio della paternità per

a dissetarvi più presto... ¶ – Del resto, non mi si

aggiunse ingenuamente, col rispetto del popolo piemontese per l

primo, tuo fratello, prima del matrimonio. Ma per fortuna

Che montava dal fondo del suo essere, misteriosamente, irresistibilmente

gli traversò il pensiero: del giorno in cui aveva

poco, egli poteva sacrificare del tutto Laurina: e riavrebbe

rapidi, come le acque del fiume davanti a lui

per Laurina, dal fondo del suo cuore. ¶ Morire? Disertare

si ama la bellezza del mondo? Ella avrebbe sofferto

dormire... ¶ Tutte le lotte del suo cuore, tutte le

via, ove il trotto del cavallo echeggiava, si iterava

avere indovinato i disegni del padrone. – Ma... ¶ – Ma...? ¶ – Mi

Tutti i suoi pensieri del viaggio, da Parigi, gli

come lo era stato del sacrificio... ¶ E dopo essersi

difesa contro la tentazione del suo desiderio? Se tornava

non avessero indovinato nulla del suo dramma: possibile che

romanzo da per tutto. Del resto, sposarla? Un pessimo

non vedesse l'alterazione del suo viso... ¶ – Ma che

che metteva a suggello del suo tormento un gesto

pallida, insonne. I lineamenti del castello si profilavano neri

stanco, oscillava ai sobbalzi del treno. Essere a Torino

peggio dell'anima sua, del suo desiderio: quel tormento

istinto, la proterva ansia del desiderio... Se ella poteva

immediata e quasi violenta del suo cambiamento. Fino a

come se il rombare del treno gliele ripetesse: Sposarla

coscienza della sua inanità, del pericolo di quell'amore

tempo, – di quel vetturale del Moncenisio che aveva formato

sentiva: l'ultimo impeto del male. Adesso posava. Era

chi quasi si stupisce del suo proprio delirio. Fin

poi, giunto a metà del sentiero, non ebbe più

Io seguo le tracce del satiro... No: i satiri