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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
1
1910
notturne. ¶ L’odor soave del padiglione fiorito si respirava
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1910
quasi tutta gente ricca del suburbio, festeggiante il sabato
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1910
altra su l’orlo del piatto. Quella sera ella
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1910
cane randagio. Ella rideva del cameriere, del bimbo, della
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1910
Ella rideva del cameriere, del bimbo, della farfalla e
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1910
ribellavano contro la forza del loro così perverso amore
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1910
la faccia nell’ombra del cappello. ¶ — Se mi guardi
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1910
no. E una cosa del tutto diversa. Non mi
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1910
una pausa, indi ricominciò: ¶ — Del resto è naturale che
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1910
tu. Se hai paura del rimorso, io lo voglio
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1910
salutò. Conoscenze antiche, forse del tempo ch’egli svernava
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1910
viso l’incancellabile ombra del loro peccato. Loretta capì
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1910
digestione; frattanto, nel calor del vino, si tenevan propositi
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1910
entrarono, e nelle pause del pianoforte si misero a
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1910
campagna, tormentavan la tristezza del loro sogno nascosto. Volersi
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1910
snervò, li vinse, fece del loro amore un nodo
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1910
la più forte, perchè del peccato non conosceva che
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1910
il più ebbro, perchè del peccato godeva sino al
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1910
enorme saliva nella vastità del suo spirito, e subitamente
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1910
E vedeva la faccia del suo padre, immiserito dalla
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1910
che una forza: quella del proprio desiderio; una sola
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1910
E sentì l’odore del suo corpo disciolto, quello
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1910
come se nelle pieghe del suo corpo fossero’ nascoste
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1910
stesso il palpito infrenabile del suo grembo, il viluppo
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1910
trottare verso la città del suo martirio, dove c
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1910
dolore prese una mano del fratello e se ne
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1910
cascina, il canto randagio del grillo di disperse lontano
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1910
sanno che avverrà. E del resto, durante il carnevale
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1910
la faccia nel vano del saliscendi per dissimulare una
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1910
giocherellava con la miccia del suo portasigarette, faceva e
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1910
a udire le note del cembalo, durante la lezione
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1910
s’interrompeva; la mano del maestro correggeva un accordo
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1910
un po’ le vene del collo, gli occhi le
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1910
dopo era la Domenica del Gran Premio. ¶ Un ippodromo
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1910
che luccicavan nella vampa del sole. Lungo gli steccati
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1910
a carezzare il muso del proprio cavallo e rivederne
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1910
della notte di vigilia del Gran Premio, notte in
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1910
nel bicchiere il vin del Reno sotto la luce
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1910
nascosto; con la forma del suo corpo femminile, ch
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1910
stringendo nervosamente il braccio del fratello. ¶ Erano alle tribune
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1910
l’aria più naturale ¶ del mondo. ¶ — Vuoi presentarmi a
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1910
Ella osservava il viso del fratello, intento a leggere
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1910
veemente la forza imperiosa del maschio. ¶ — Andiamo a cercare
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1910
delle prime gradinate. ¶ Metà del cielo era ingombro di
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1910
importune. ¶ Suonò la campana del buttasella. Un lungo mormorìo
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1910
e spegneva la gloria del sol di primavera, l
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1910
di partenza. La folla del prato man mano acclamava
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1910
capisce. Guardi: cinque biglietti del totalizzatore. ¶ — Auguri allora! ¶ E
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1910
c’era donna Claudia del Borgo, ancor bellissima in
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1910
in ogni singolo tratto del suo viso, un non
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1910
bellezza era nelle pieghe del suo corpo, ne’ suoi
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1910
pareva essere, nell’ombra del suo palco e sotto
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1910
quell’ amante non più del tutto giovine lo amava
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1910
quella nuova » con il del Ferrante? Tutti sapevano del
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1910
del Ferrante? Tutti sapevano del suo legame con Clara
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1910
bella spavalderia quel battesimo del fuoco. ¶ Entrò nel palco
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1910
esageratamente rossa. Sorrise al del Ferrante, poi offerse a
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1910
che stava con il del Ferrante in un palco
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1910
notizia. ¶ Verso la metà del second’atto Arrigo vide
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1910
dall’alto al parapetto del palco. ¶ — C’è Rafa
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1910
raro, poi la forma del viso e la bocca
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1910
o tre punti opposti del teatro, poi traversò la
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1910
non conduceva una vita del tutto sfaccendata; s’occupava
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1910
dallo scalone a braccio del fratello, parlando con lui
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1910
tutta ebbra, tutta viva del suo piccolo trionfo; si
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1910
volta, recandosi ai convegni del suo persecutore, s’era
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1910
notte fra le ventate del mese di Marzo, tutto
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1910
vene diffusa la dolcezza del loro colpevole amore. Egli
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1910
ostinata, contraendosi nella febbre del suo tormento. — Baciami ancora
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1910
nelle boscaglie, si colorava del color del sole. ¶ Avevano
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1910
si colorava del color del sole. ¶ Avevano scelto per
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1910
fare altrimenti... ¶ — Dunque il del Ferrante è proprio vostro
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1910
me non siete mai del tutto sincera. ¶ Ed entrambi
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1910
per tutte le alternative del dolore, dell’impazienza e
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1910
birichina: ¶ — Perchè mi date del tu, per esempio? Sapete
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1910
nelle boscaglie, si coloriva del color del sole. ¶ VII
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1910
si coloriva del color del sole. ¶ VII. ¶ Tutt’e
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1910
buttarsi ciecamente nella perdizione del peccato. S’eran divisi
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1910
male. Verso le quattro del pomeriggio aveva cominciato a
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1910
quel giorno non era del tutto bella, non le
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1910
appena intese il rumore del suo passo, ella temette
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1910
scorrer giù dalle vene del viso. ¶ Egli pure non
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1910
fuochi e le raggiere del tramonto. ¶ — Com’è bello
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1910
poiché la dolce ora del crepuscolo andava mano mano
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1910
rosea intorbidava la trasparenza del cielo; pioveva per intorno
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1910
aveva preso una mano del fratello ed intrecciava le
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1910
godettero tutto il dolore del male che li struggeva
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1910
via lentamente, al trotterello del cavallo stanco, per corsìe
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1910
dalle barriere, nelle zone del suburbio che quasi non
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1910
ogni contrada l’allegrezza del giorno domenicale. Le trattorie
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1910
sanguinolenti come il paniere del boia. ¶ Ogni tanto una
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1910
medesima cuna: la figlia del suo padre e della
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1910
entrava sin nell’intimo del cuore prodigandogli quasi una
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1910
una specie di tormento, del quale assaporava con lentezza
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1910
un villaggio, e, prima del villaggio, dietro una casa
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1910
stracco, potè la golosità del pranzo promessogli, e rispose
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1910
estraneo, prese la fondina del figlio, la riempì di
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1910
rossa per la visita del signor Arrigo, portava in
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1910
bollita su la brage del suo focolare, qualcosa tuttavia
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1910
filiale, fra la gioia del sentirsi il ventre pieno
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1910
Sentì allora l’impaccio del solino troppo alto, sbottonò
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1910
spandeva intorno la pipa del padre, finirono con dargli
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1910
Circolo fino alle sei del mattino per rifarsi d
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1910
vento nella camera semibuia del fratello, senz’attendere che
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1910
sedendo su la proda del letto. ¶ — Fumi anche tu
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1910
iniziato alle segrete galanterie del suo padrone. ¶ — Bene; preparale
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1910
Stai su l’orlo del letto e finirai con
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1910
tutta bellina, dalla punta del piede al ciuffo di
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1910
Filippo con il vassoio del tè. ¶ — Metti lì sulla
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1910
parli bene, il francese. Del resto è naturale; avevi
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1910
tutti i giorni. ¶ È del mio Circolo, del mio
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1910
È del mio Circolo, del mio palco, lo trovo
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1910
si adagiava la mollezza del letto largo e tepido
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1910
lascerò divenire l’amante del Giuliani. ¶ — Ah?... E perchè
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1910
Oh, sì! ¶ Il velo del paralume diffondeva per la
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1910
fin su l’orlo del letto e rimboccò la
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1910
aguzzava su la rotondità ¶ del polpaccio. Egli fece l
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1910
lesta verso la camera del fratello, battè all’uscio
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1910
bagno? Sono le tre del pomeriggio, pensa! ¶ — Questa mattina
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1910
poco sopra la spalla del fratello e si guardò
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1910
buono, ma non voglio. Del resto non darti pensiero
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1910
riguardi su la manica del suo accappatoio. ¶ — Quello sciocco
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1910
capisco tutto. ¶ — Anche più del necessario forse... Ma insomma
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1910
tentato. Sopra tutto assicurati del suo silenzio e nasconditi
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1910
rifugiata contro la persona del fratello che le dava
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1910
avervi pensato. — Io sono del parere che ognuno debba
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1910
che venisse un estraneo, del quale ogni volta ero
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1910
avesse smarrito il filo del suo discorso e indugiò
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1910
volto contro la spalla del fratello, che cercava ora
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1910
sorella, segnandosi I’ alto del petto, su la mussola
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1910
lingua. ¶ — Oh, il ritorno del figliuol prodigo!... — esclamò. — Che
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1910
ch’egli sapeva essere del suo parere. Difatti questi
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1910
rado, assorta nelle cure del suo proprio focolare; Arrigo
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1910
bestiale ad ogni matrimonio del quale udisse parlare. Ma
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1910
ambiziosi, quel figlio minore del suo vicino era decisamente
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1910
le scarpine, a piè del letto, piccolissime, di quel
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1910
fuori, per gli occhielli del pizzo, anch’esso color
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1910
si pettinava. ¶ Le linee del suo giornale parevano a
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1910
gonfi, traverso la scollatura del copribusto. E la sua
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1910
appena intorno alla ricchezza del petto e nella sinuosità
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1910
petto e nella sinuosità del grembo, sopra le ginocchia
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1910
che andavano in cerca del buio. ¶ — Quanta gente che
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1910
portare dal trotto stanco del cavalluccio, che ogni tanto
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1910
torbida ove le fate del vizio dissolvono qualche prestigiosa
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1910
punzecchiature di donna Claudia del Borgo, che patrocinava la
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1910
risposto aprendo le sale del suo palazzo ad una
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1910
la sua borghese abitudine del calcolare, sùbito valutò il
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1910
scudo fin nelle sale del suo palazzo, lo avrebbe
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1910
la donna innamorata smarrisce del tutto il senso del
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1910
del tutto il senso del suo proprio valore, se
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1910
in asso le dame del Comitato, le prove, la
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1910
a veder l’impaccio del perplesso amante. Gli aveva
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1910
le più belle aiuole del suo giardino. E la
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1910
accogliere l’offerte allettevoli del barone Silvestro, che aveva
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1910
il Ciunella gli dava del tu. ¶ — Sono venuto por
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1910
a contemplare la fisionomia del suo recente amico. Arrigo
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1910
le ho, ma prima del pranzo spero di fartele
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1910
sentimentali quella perenne voglia del mutamento che in verità
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1910
godere fino al limite del suo desiderio; tutte l
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1910
accomunata sotto la tutela del gentilissimo blasone che gli
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1910
avi di don Antonio del Borgo avevan recato di
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1910
fede ambiziosa nella meta del suo cammino. Pochi mesi
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1910
Dietro la maschera impassibile del suo volto s’indovinava
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1910
vedeva dappertutto, a fianco del suo barbuto barone, che
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1910
aveva preso un appartamento, del quale si dicevan cose
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1910
della propria mezzana; Paolo del Bassano torceva la sua
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1910
evitava di salutarlo. ¶ Tatiana del resto era stata una
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1910
come nei primi tempi del loro amore, quand’eran
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1910
Balbo Verani, vice-presidente del Circolo, — mi sembra che
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1910
avventurieri! Cosa non nuova del resto, perchè purtroppo l
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1910
contraccambio, perchè il ferro del barone, altrettanto infallibile, gli
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1910
la corona d’alloro del suo torneo mondano. Se
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1910
le più calde primavere del sentimento. Non era del
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1910
del sentimento. Non era del tutto bella, ma il
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1910
attrattiva, cui non era del tutto estranea certa leggenda
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1910
lievemente misteriosa le chiacchiere del mondo s’erano sbizzarrite
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1910
curvo su l’arco del violino, curvo su lei
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1910
la tastiera, l’archeggio del violino s’interrompeva di
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1910
succinta l’onda mutevole del suo corpo. ¶ — Chi è
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1910
scoperta, con la pariglia del sauro e del grigio
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1910
pariglia del sauro e del grigio, due superbi trottatori
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1910
No, quasi mai. ¶ Il del Ferrante, la notte innanzi
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1910
un capriccio per il del Ferrante, e non appena
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1910
tazza di tè. ¶ Il del Ferrante, con l’aria
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1910
forse... ¶ — Perchè mi dài del tu, scusa? — ella interruppe
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1910
riguarda, — ribattè Sacco Berni. — Del resto Arrigo non è
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1910
non si spezzasse. ¶ — E del resto, — continuò, — se non
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1910
e fiamme nella retrobottega del povero Ferrante, ch’era
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1910
l’uomo più paziente del mondo. ¶ In quella retrobottega
190
1910
Liberatosi a quel modo del Riotti, Arrigo ebbe una
191
1910
e scialbi, le linee del volto preciso come quelle
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1910
volto preciso come quelle del fratello, ma un po
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1910
e scapigliato Don Giovanni del quarantotto, saldo ancora nella
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1910
marsine vetuste, che, insieme, del buon tempo trascorso e
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1910
sarebber usciti i Mammagnùccoli del domani. ¶ E più oltre
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1910
cerulo, non più memore del fasto imperiale né dei
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1910
suo il fuoco eschìleo del sollevare le platee. Drammaturghi
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1910
trincetto e lo spago del ciabattino: tutto un piccolo
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1910
disparte, i giovini corteggiatori del grande idolo dalla tromba
200
1910
ascoltando il parlar grasso del bolognese venuto in fama
201
1910
tutti costoro, lentamente, Arrigo del Ferrante fu accolto. Annodò
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1910
ad essere un familiare del luogo, ben accetto alle
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1910
firmò cambiali agli amici del padre, che, sapendo l
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1910
che Arrigo gli fece del proprio onore compromesso, di
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1910
costosi. Aveva il gesto del gran signore anche nel
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1910
sospettava nemmeno le battaglie del suo Rigo: lo sapeva
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1910
ricorda, nella invincibile avarizia del suo sesso, di aver
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1910
solo; e la coltre del letto è cattiva guardiana
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1910
guardare più in là del domani, spingere il proprio
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1910
di seta, l’odore del profumo che portava, la
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1910
la cosa più naturale del mondo. ¶ XIII. ¶ Ed allora
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1910
sapeva essere nel desiderio del padre, della madre, del
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1910
del padre, della madre, del fratello, delle sorelle; infine
214
1910
stava imparando l’arte del padre. Era nato e
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1910
ormai vicino al compimento del suo bel sogno immodesto
216
1910
per contentare le orai del suo cuore temerario. ¶ A
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1910
custodite dalla duplice potenza del blasone e dell’oro
218
1910
d’avventure al tempo del Risorgimento e che avevan
219
1910
e la podagra vendicava del buon tempo trascorso; voleva
220
1910
magrezza: o i Nonaro del Monte, che passavano per
221
1910
per salvare certe speculazioni del marito, si fosse abilmente
222
1910
che s’era innamorata del suo pettinatore; ai tè
223
1910
ch’erano la corona del sogno, si concesse la
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1910
patrizie. Contro la fama del casato vinceva ormai la
225
1910
lungo in città. Ella del resto s’annoiava. Da
226
1910
quasi nascosti nell’intimità del loro nido. ¶ L’estate
227
1910
luccichi tra le ghiaie del viale qualche frantume di
228
1910
estate, quel vertiginoso balenio del sole su l’acqua
229
1910
chiuso fra gli alberi del giardino lacustre, diviene il
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1910
diviene il luogo dolce del peccato, che turba le
231
1910
insonne, rivide a pie del giardinetto le straboccanti spalliere
232
1910
quando fu la sera del sabato, prima di spegnere
233
1910
sua grande aria battagliera del bel tempo quand’era
234
1910
sorrise. Tutte le cose del mondo hanno la lor
235
1910
bionda... ma la gente del paese lo saluta e
236
1910
patronessa era donna Claudia del Borgo; canterebbe la marchesina
237
1910
intorno, verso l’ora del tè; infine, se non
238
1910
avevano aggiudicato nei palchi del teatro, quando il suo
239
1910
muscolato, con la maschera del volto precisa e chiara
240
1910
anche le interessate cortesie del barone Silvestro, anche i
241
1910
si meravigliò; chiese venia del disturbo, e da quell
242
1910
quel nome di Arrigo del Ferrante, che doveva più
243
1910
si fecero in danno del loro amico beffato. Poiché
244
1910
comunica l’inesprimibile angoscia del suo smarrimento. Aveva una
245
1910
per le maggiori scene del mondo, innamorando le platee
246
1910
aveva dato all’arte del canto i più sacri
247
1910
era piaciuta forse più del suo canto. E sopra
248
1910
avevano iniziata la gara del giunger primo, ed alla
249
1910
potuto domandargli la valle del Nilo, ed egli le
250
1910
avrebbe data la valle del Nilo. Era fors’anco
251
1910
aveva cantato ancor mai. ¶ Del resto si sarebbe anche
252
1910
e tra le ansie del gioco, tra l’imperioso
253
1910
calore, nel silenzioso gelo del suo spirito, lo inebbriava
254
1910
sua voce, per saturarsi del suo malefico prestigio, e
255
1910
piedi, verso le tre del pomeriggio. Portava un abito
256
1910
aveva quella grazia inimitabile del camminare, quel suo leggiadrissimo
257
1910
lèaspettò presso la soglia del teatro, dov’ella giungeva
258
1910
passanti; entravan gli ultimi del loggione; un venditore d
259
1910
rade, folte, già satolle del pingue desinare, ciascuno rannicchiando
260
1910
lavoro. Gente sola, nemica del tempo freddo, che striscia
261
1910
busto basso il ricolmo del seno, stendervi sopra, e
262
1910
su lo sgabello girevole del pianoforte, a mezzo rivolta
263
1910
e fermo nel mezzo del salotto, irrigidendo la sua
264
1910
lei che gli era del tutto sconosciuta: ed anche
265
1910
risvegliata la sonnolenta inerzia del suo cuore. E senza
266
1910
di pensiero. Le linee del suo volto eran ferme
267
1910
cantare tra i vapori del suo bagno profumato, ma
268
1910
il suo nome: Arrigo del Ferrante. Del Ferrante?... Quel
269
1910
nome: Arrigo del Ferrante. Del Ferrante?... Quel nome l
270
1910
tale che non era del suo numero. Dal marchese
271
1910
dar noia a Paolo del Bassano, che oltremodo si
272
1910
gomito poggiato sul davanzale del palco, lisciandosi la piccola
273
1910
usanze, fu più generoso del suo confratello barbuto, ed
274
1910
rassomiglianza col giovial nume del vino, lèaltro Gian Pietro
275
1910
estrema tutte le donne del teatro e della galanteria
276
1910
della cantatrice per Arrigo del Ferrante, citando copia d
277
1910
mi è simpatico. ¶ — Sono del tuo parere, — ammise il
278
1910
seduto in un angolo del palco, taciturno. ¶ — Dico, — egli
279
1910
pazzia. ¶ — Non sarebbe cosa del tutto nuova per te
280
1910
sebbene la troppa vitalità del suo spirito fosse più
281
1910
e spesso gli arbitri del teatro lirico italiano, come
282
1910
lirico italiano, come protettori del corpo di ballo. ¶ Egli
283
1910
d’Albi, vecchio mecenate del teatro lirico, il conte
284
1910
piccole ballerine, il direttore del teatro, il direttore d
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1910
a benvolere. ¶ Il direttore del teatro, il direttore d
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era schierato per il del Ferrante contro i suoi
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intorno gli serpeggiavano, curiose del suo mistero. La fortuna
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schizzando profili sul marmo del tavolino, mentre i divi
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conteneva la snella ricchezza del suo corpo e si
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pelle riceveva dallo strofinio del lino un più vivo
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appoggiatasi contro la sponda del letto perchè non scivolasse
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di scorcio la tondezza del ventre, il dondolio di
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la mollezza della riva del fiume, e s’incamminarono
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il Riotti e il del Ferrante insieme; ripartivano col
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ripartivano col primo treno del lunedì. Eran gite, la
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vaiare; ed il grillo del poggiolo scappò via, quando
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pensava ormai a lamentarsi del caldo, poich’era trascorso
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lui piuttosto la stoffa del mantenuto che del mantenitore
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stoffa del mantenuto che del mantenitore. Ma quella Mercedes
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mani entro le tasche del grembiule di percalle e
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discepole riviveva la storia del proprio passato, sena riuscire
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piano piano il ridoppio del mento, com’era suo
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neanche uno? E quello del tenente, l’anno scorso
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sciolti serbavano l’impronta del cuscino su cui s
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dalle finestre nella casa del farmacista: ogni tanto lo
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si adunaron nella bottega del farmacista, chi per le
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il medico, un amico del Riotti, un vecchio. Allontanò
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i due estranei. I del Ferrante si ritrassero e
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in tutte le frasi del suo delirio, quel nome
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storia, guardando quella finestra del mezzanino dietro la quale
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di sminuire agli occhi del farmacista l’inaudita colpa
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di tutte le persone del vicinato, né Stefano ardiva
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con timidezza nella retrobottega del farmacista. ¶ Costui leggeva e
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possa nascere un delinquente del genere! ¶ La risposta era
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bazzicare più in casa del Riotti, poichè gli pareva
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aveva una bella calligrafia. ¶ Del resto egli non s
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allineando cifre nei registri del banchiere, sopra una scrivania
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curvo su l’archetto del suo violino; la notte
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silenzio le diurne iracondie del padre, ma intanto s
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onta patita, non più del malanno che gli era
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mettere al bando i del Ferrante. E doveva rimanersene
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di varcar la soglia del vicino e mettersi a
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a gabbo la faccenda del matrimonio, e di tutt
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che portava il peso del Riotti scricchiolare sinistramente. ¶ — Di
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non venite a parlarmi del giorno, del mese, e
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a parlarmi del giorno, del mese, e neanche dell
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altro giocatore, le spese del suo noviziato e maledetta
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de’ suoi modi e del suo vestire. ¶ Allora cominciarono
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di menar la vita del gran signore senza commettere
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un torto con donne del suo mestiere, perchè in
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Tunisina eseguiva una danza del ventre in verità irritante
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era qualcosa nelle cariche del Comune, la tolse dalla
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recano a trovarle prima del pranzo in vettura chiusa
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tempo e divengono « amanti del cuore. » ¶ Miris fu la
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riderne a sua volta. ¶ Del resto era stanco della
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caffelatte verso le due del pomeriggio, con un appetito
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della sua vita Stefano del Ferrante non ebbe che
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e non cadono mai del tutto sotto il peso
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clamorosi, per certe bazzecole del buon costume; che fosse
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mancava quella piccola forza del rifiuto che rende così
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venuto su la soglia del negozio ad accendere la
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boccata e l’altra del fumo che gli faceva
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il Riotti e il del Ferrante stavano bottega a
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pubblici. Ma il buon del Ferrante, nella sua dimessa
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dì bottegaio, non sapeva del tutto scordare le lontane
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della propria persona e del vestire; già si azzimava
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diceva con l’aria del perfetto conoscitore, di questa
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parer contrario a quello del suo vicino, non la
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s’impaluda la nave del progresso umano.» ¶ Se avesse
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gli strilli dei bimbi del Ferrante venivano dalla vicina
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tradiva nella stessa maniera del vestirsi una certa quale
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l’uomo più pacifico del mondo e avesse un
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In principio, quando Stefano del Ferrante venne ad aprir
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d’uomo, soffriva terribilmente del non aver famiglia, s
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a poco, la casa del vicino divenne la sua
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rifischiava tutte le canzoni del vicinato. Avesse potuto accopparlo
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educare i tuoi figli!... Del primo farai un piccolo
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contrasto con la mansuetudine del suo viso. Intorno al
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preferisco ancora il pappagallo del primo piano! » aveva egli
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a palmo quella china del vizio dalla quale non
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d’argento nel cassetto del banco paterno, e quando
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cassa paterna. ¶ Il buon del Ferrante ne divenne addirittura
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che mi chiamo Riotti! Del rèsto per lei non
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sarà! » ¶ E il povero del Ferrante inghiottiva il fiotto
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bitorzoluto, che in onore del suo rosso berretto masticava
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in ben altro modo. Del resto era stato uno
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sé stesso nel far del bene al suo prossimo
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vassallaggio con la forza del suo denaro, ed avrebbe
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padre, o dagli amici del padre, o da lui
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serbava per le delizie del dopo cena. Luisa, la
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per imparare il mestiere del padre, adesso era intento
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difficile. ¶ — Queste benedette donne del giorno d’oggi!... non
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in grazia quella figliolona del farmacista, grassa, inerte, insipida
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era il segno evidente del suo malumore. ¶ — Non voglio
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volta quella irritante caparbietà del silenzio ch’è peggiore
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il Riotti s’inviperì. ¶ — Del resto, va bene! — mugghiò
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campagna con la famiglia del Ferrante, poco lontano dalla
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apparteneva ad un vinattiere del sobborgo, fattosi ricco a
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assai diversa da quella del padre, ma fisicamente tanto
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esuberanza di seni. Era del resto bonaria e semplice
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in famiglia, le mire del farmacista; ma con la
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vedesse per il cancello del suo giardino o l
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carne intorno all’orlo del busto cilestrino ed il
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mollemente ad ogni oscillazione del corpo, vedeva i duri
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di gazzella, sul filo del traguardo, Arianna passò. ¶ Una
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appesa giocondamente al braccio del fratello, si rallegrava della
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intrecciata, usciva dal recinto del peso condotta a mano
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indovinava l’oscura gelosia del fratello, ma, per un
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remotissima negli oscuri meandri del suo pensiero. Ella chiudeva
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insistenza de’ suoi dentativi. ¶ Del resto il matrimonio non
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perciò non lo voleva del tutto perdere, allontanandolo da
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malinconia saliva dal fondo del suo essere, causandole una
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venire qui. ¶ — Dammi ancora del tu, Loretta, come l
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salirono i quattro gradini del sagrato. Molti monelli rincorrevano
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ancora tutti i rumori del villaggio: i fabbri martellare
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un banco, nell’ombra del colonnato, e si raccolse
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ecco, a quel punto del cammino, un amore insolito
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il domani, il risveglio del domani, se pure avesse
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sera stessa sera, prima del pranzo, come soleva; e
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nella camera col cader del giorno; una lama di
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opposta rompendolo nei colori del prisma. ¶ Ella si levò
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singhiozzo fermo a sommo del petto, nel gonfiore della
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soffrisse tutto l’abominio del suo peccato. ¶ Per dare
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che allora, sul finire del Maggio lacustre, aveva più
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fecondità sotto la magnificenza del sole. ¶ Eran dunque partiti
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favorire questa soverchia familiarità del fratello con la sorella
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si leggeva nell’espressione del volto un non so
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a prestito le penne del pavone. ¶ E poi c
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quanto accadeva nella casa del vicino. Non che la
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caproni, e s’aiutassero del loro meglio a scandalizzare
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aveva detto in casa del Ferrante! Detto e ripetuto
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debole fino alla viltà! Del resto, facessero poi loro
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e ciò in grazia del suo buon gusto, della
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bacio, la sera, prima del pranzo, e qualche volta
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libri; metteva l’ora del proprio orologio con gli
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sapeva su le abitudini del suo padrone. ¶ Ma il
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metteva tutta la disperazione del suo ultimo amore, poich
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fresco, il profilo non del tutto puro e però
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ilarità per i viali del fragrante giardino, che aveva
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darsena per i viali del giardino traboccante, mentre di
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aveva sorpassata l’ora del meriggio e traeva da
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e dove il sole del bel pomeriggio non mandava
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bocca impura. ¶ Nel calor del giorno, tra il riverbero
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giorno, tra il riverbero del sole sfavillante, lasciava ella
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abbandonata nel soave riposo del piacere sofferto, nuda e
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altra le due funicelle del timone; ma le due
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ai più leggero strappo del timone avrebber forse lasciati
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elettrici sospesi nella compattezza del fogliame; saliva dietro la
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la venalità, il piacere del lusso, la smania di
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che voglio. ¶ Gli occhi del fratello divennero estremamente grandi
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S’appoggiarono alla ringhiera del terrazzo, percorso da una
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interiore fantasma s’impossessava del loro turbamento. Era un
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entrambi sotto l’oppressione del suo peso. Ella sentiva
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improvviso, l’abito nero del sacerdote, l’ombra dell
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cuore sbigottito l’immagine del suo peccato mortale. ¶ — Perchè
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camera illuminata sul terrazzo del primo piano; quella intensa
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E intese il crepitìo del pettine di tartaruga nella
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finestra illuminata, sul terrazzo del primo piano. ¶ D’un
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viso batteva la bianchezza del raggio lunare. ¶ — Fa amido
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tremante, verso i culmini del suo glorioso fulgore, disseminando
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notturne, invase dall’ambiguità del silenzio, si vestivan di
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solo, e, senza cadere del tutto, gonfi e morbidi
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così vicino all’urlo del piacere, tutto l’odio
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salir la faccia grave del lor padre taciturno, aprire
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che mai l’urto del suo sangue le avesse
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rivedeva la faccia grave del lor padre taciturno, la
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pallidi; nella vampa stessa del suo desiderio quell’ombra
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era lo sgominio invincibile del peccato che in tutti
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leggi della procreazione e del sangue, c’era la
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arde la fiamma inviolabile del focolare, dove siede il
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languire sotto il flagello del suo male anziché impadronirsi
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era che la vittima del suo fenomeno d’amore
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suo coraggio alla temerità del volo: una legge fortuita
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parlato ad alcuna creatura del mondo, tanta era la
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si alza dall’intimo del nostro cuore. Ed il
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senza riflessione dalla follia del suo amore, ch’era
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tragico. S’era invaghita del fratello, ma senza trovarvi
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sopra tutto, nell’incubo del dormiveglia, le avveniva di
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condotta su l’orlo del più dolce pericolo; un
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poteva, da un terrazzo del primo piano, sorvegliar la
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lasciò persuadere. ¶ Nell’afa del caldo mese il pomeriggio
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e vide, a ridosso del muro, un lungo attaccapanni
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derisione... ¶ — Davvero? Che bizzarrìa! ¶ — Del resto hai ragione: mi
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verso lei nell’ardore del suo desiderio, con gli
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II. ¶ Verso le cinque del pomeriggio Beppe Cianella entrò
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risa matte, si beffavano del ciurmadore ciurmato. ¶ Il conte
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che dava nella sala del bigliardo, si udivan le
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fra gli alterchi rumorosi del vecchio barone Gioacchini e
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vecchio barone Gioacchini e del suo giovane allievo Leonardo
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faccia contro la spalliera del divano. ¶ — Allora perchè ci
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incredulo. ¶ — Con l’amante del colonnello Speglia, quella che
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che dopo il fallimento del marito, per mandare avanti
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la sorella di Arrigo del Ferrante! — proclamò con enfasi
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albergo. ¶ Tutta la combriccola del Gigliuzzi, Mazzoleni e San
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il contino Piaggi, nipote del barone Silvestro, vi andava
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nientemeno che la sorella del signor Ferrante… ¶ Tre forti
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della sorella di Arrigo del Ferrante. ¶ III. ¶ Loretta ritornò
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Qualche volta, per consolarsi del suo tacito dolore, ¶ andava
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Per lei la casa del padre non era più
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punto, perchè la famiglia del marito era molto numerosa
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l’annoiavano i rimbrotti del marito, il quale, timido
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bisbetico, e non cessava del ripeterle senza misericordia: ¶ — Tu
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éccone i frutti! ¶ Ella del resto non si sentiva
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resto non si sentiva del tutto vecchia; aveva ancora
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molta diligenza i segni del suo disfacimento. Aveva raccolto
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silenzio, udiva il rombo del suo proprio dolore; nel
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nel frastuono, l’urlo del suo mondo interiore vinceva
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sentiva urlare la sirena del ritorno. Ogni giorno, cento
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guardo, mi sembran oggi del tutto lontane dalla mia
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suoni della sua voce, del suo ridere, certe memorie
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sogni, la squallida faccia del padre non veniva nemmeno
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in questo sorgere istintivo del sentimento religioso, che forse
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misericorde che l’assolveva del suo peccato, egli si
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vampante, sotto la sferza del sole d’estate. L
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cancellate nella rossa veemenza del giorno, le azzurre Alpi
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una specie di pudore. ¶ — Del resto non devi temere
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v’è la casa del giardiniere, che vi abita
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congegni, svoltò nel serpeggiare del pendìo sotto il morso
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correva lungo la riva del lago, sotto i terrazzi
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s’accendeva nel mezzo del lago, saettato in giù