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Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
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1526
o bel missere, ¶ da' del fiato a la piva
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mangiar le rape ho del restio; ¶ non però, se
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quello ch'altamente ¶ cantò del gran gigante dal bataio
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chi credde troppo ha del liggero. ¶ 21. ¶ Queste tre, dunque
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perché la prima ¶ deca del gran dottore v'antipono
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mi nega questo, ¶ nega del detto auttore il fidel
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soldati cosí vari, ¶ appresentati del Gran Turco innanti, ¶ vellent
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la morte; ¶ ma piú del pastorale usò la lanza
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logotenente ne le squadre ¶ del suo caro cugino conte
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vi parerò di quelli del molino. ¶ Narrazione ¶ 40. ¶ Ne l
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pur non esser Dio del Ciel si rode. ¶ 43. ¶ Ah
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le forze, gli atti del barone; ¶ egli nol sa
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il mastro et orditor del tutto, ¶ in fin ch
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rosa ¶ vide l'obbietto del suo cor, Milone, ¶ che
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hai ¶ gettato fuori non del corridore ¶ in terra, ma
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non fia capace piú del pregio posto; ¶ ma de
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ch'ove non pò del sol entrar il lume
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entrar il lume, ¶ esso del sol, ardendo, fa 'l
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si coruccia, ¶ presaga già del torto che l'è
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qual si fa cimier del suo cazzetto. ¶ 14. ¶ Abbassa una
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avea già la rubrica ¶ del breviario tutto drento e
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poltrone, per far ben del saggio, ¶ venne a la
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or succede: ¶ manda for del steccato a congietarlo. ¶ Egli
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lanza, ¶ e la corba del fen per scuto tiene
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si snoda, ¶ ché for del cul si sente andar
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procaccia. ¶ 39. ¶ Rampal si volge del Danese al mulo, ¶ che
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un atto bello: ¶ urta del naso e colse in
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tosto gli provede; ¶ salta del basto e d'un
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nomasi, ch'è figlio ¶ del pro' Rampallo, bianco quant
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dono ¶ e quell'ornò del brando et aureo sprono
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arme non sospetta, ¶ taglia del padre l'ultime parole
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a gli alti capitan del nostro impero! ¶ O franchi
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le mani, ¶ séte peggior del sesso feminino, ¶ e pel
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questa parte, ¶ lasciòvi assai del popolo di Marte; ¶ 58. ¶ e
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farvi fede ¶ col testimon del vescovo Turpino, ¶ ch'un
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Italia bella, Italia fior del mondo, ¶ è patria nostra
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consiglio ¶ pigliar volemo insieme del solenne ¶ contrasto ch'esser
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si corse al cul del bove a riparare. ¶ 63. ¶ Ivi
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che Bovo proprio accolse ¶ del volto in mezzo; e
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la vergogna, ¶ fuggon for del steccato immantenente; ¶ Carlo gli
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la gente. ¶ Lo mulo del Danese, ch'in Bologna
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in mezzo, ¶ uscí for del steccato a pezzo a
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che nobil sian, far del cortese. ¶ Ecco del suo
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far del cortese. ¶ Ecco del suo signor ch'a
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Bramo la coda aver del rubicondo ¶ ch'eri nel
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ch'eri nel fin del canto dissi a caso
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spesso avien in predicare ¶ del libro arbitrio a qualche
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trasporta ¶ in Africa, scrivendo del gagliardo ¶ Almonte primo figlio
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accòstati! - ti dico, ché del cuore ¶ l'occhio sempr
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un orbo. ¶ 10. ¶ Adunque, sazio del giostrar mendace, ¶ bandisce, rinnovando
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dico, perché officio è del poeta ¶ giovar e dilettar
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cede il fiore, ¶ quanto del sol il lume ad
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tanti ¶ canzone e madricai del Tamburino ¶ (o "merdagalli" gli
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Romagniuoli ¶ sfideno insieme quindeci del Regno; ¶ tutti ad un
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il grido, il strepito ¶ del pazzo volgo e de
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Morando in un instante ¶ del suo cavallo tratta fu
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fin si resta, e del patron con scorno ¶ prese
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Falsiron che fian eredi ¶ del premio i soi Spagnoli
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l'utrum e probo del tomista. ¶ 65. ¶ Finge chimere, sogni
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adorni ¶ ben l'elmo del suo dolce amar Milone
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dir via piú leggiera ¶ del deto a l'ago
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vannosi. ¶ Quivi si prova del baston la rabbia, ¶ e
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che Milone si contamine ¶ del colpo di gran forza
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aiutare, ¶ ch'Amon puote del colpo mal disporre; ¶ coglie
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o Musa, il canto del laguto, ¶ ché da' grisoni
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e se 'l raggio del sol non m'è
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fa o finge far del compagnone; ¶ ma quelle in
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tacquer a la vittoria del barone; ¶ grida ciascuno, e
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lo tira; ¶ l'odor del fumo fin al ciel
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et esso in cima del convito sede, ¶ ove li
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ché non fu mai del suo magior flagello. ¶ 20. ¶ Era
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biasma il canto ha del coione. ¶ Se grata e
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il De tous biens del tempo vecchio, ¶ Carlo depose
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ché voglio farvi erede ¶ del piú ricco tesoro ch
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uscio, ma non ode ¶ del basso lor parlar se
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Alor Rugier non fe' del contumace, ¶ ritorna in sala
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costume, ¶ perché le bastonate del bagordo ¶ caccian sovente a
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che 'l bianco lume ¶ del giorno trovaralli anco saltare
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dubitate, o credula patrona, ¶ del vostro mal non è
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l'amistà sí rara ¶ del suo Rampallo e l
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quando quel sasso for del buco i' spetro, ¶ mi
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non viver sa for del pantano, ¶ come senza robbar
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pervenne a l'uscio del suo loco; ¶ spingelo presto
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figliole di Fortuna e del gran Fato, ¶ fra le
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Agolante che d'imperatori ¶ del mondo è il piú
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un Mongibello. ¶ Onde decorse del baston al gioco, ¶ rompendo
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lo condanna ¶ e fa del suo mentir aspra vendetta
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testa, ¶ s'andar giú del paese non s'appresta
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al fido lato ¶ stette del suo patron a Carlo
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agnella che 'l pastore ¶ del lupo da le sanne
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pur seco il panno, ¶ del qual un capo tiene
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con essa giuso ¶ callò del muro fora in su
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Digressione ¶ 56. ¶ Mi meraviglio ben del cavalliero ¶ ch'usar volesse
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sul rivaggio ¶ molte ballotte del suo sterco feo. ¶ Disse
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un occhio ¶ dovria chi del tuo mal non ti
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guiderdone, ¶ dandoti quella destra del navigio, ¶ che diede a
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lasciar la causa drieto del suo male, ¶ perché dura
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Tiberio ¶ e li pomi del drago ch'ancise Ercule
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oggi vertú sta serva del dinaro ¶ come 'l pover
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acque distanti a quelle del Parnasso, ¶ le quali a
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compor Limerno? ¶ Tal volse del Petrarca su le cime
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altra cosa pensa che del scorno ¶ lo qual in
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o da Volturno, ¶ ma del suo spirto, vola in
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la gran parte ¶ tengon del centro mezzo al nostro
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fin andò per sorte ¶ del mar in preda, e
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lor scampò la coppia del dinaro. ¶ 37. ¶ Pur animosamente il
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sen fugge, ¶ ch'avea del suo perduto caro amante
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che, mentre il tararan del Ciel ribomba, ¶ non gitti
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quando la dongelletta paventosa ¶ del parto, su quel strato
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ventre uscendo ¶ il fior del mondo e l'unica
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prestante, ¶ simile a quella del Signor d'Anglante? ¶ 8. ¶ Qui
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e già 'l dolor del parto ha posto in
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fame insieme col dolor del parto, ¶ lo qual sopra
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ben riceve ¶ che reputa del mondo tutto l'oro
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a quel pastor piú del suo armento grato. ¶ 21. ¶ Cavalca
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dal petto ¶ a chi del vostro onor non ha
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voglio cacciar fora ¶ Carlo del mondo, non che d
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dà pane e chi del vino, ¶ chi carne cotta
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plebe tutta per diffese ¶ del figlio del Signore in
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per diffese ¶ del figlio del Signore in su la
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ho franto ¶ lo figlio del Signore tutto quanto. ¶ 42. ¶ Le
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de le Scritture, anzi del Cielo, ¶ si mette a
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testimonio ¶ che 'l figlio del Signor mi l'ebbe
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l mostrar dissotto ¶ che, del suo general contra 'l
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la sacca non avea del barilotto, ¶ sí ben quella
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barilotto, ¶ sí ben quella del pane in colmo piena
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la polve col baston del manto, ¶ ch'omai poco
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si dolse pel sudor del figlio, ¶ poi, visto il
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che 'l laico piú del frate crede. - ¶ 58. ¶ Cosí parlando
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padre d'Olivier, signor del loco: ¶ - È questo - disse
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l deto, ¶ e for del Ciel ti credi trar
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de la Madre Chiesa, ¶ del pane tolto al frate
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che non mi dia del naso ¶ là dove spesso
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OTTAVO CAPITOLO ¶ 1. ¶ L'istoria del beato Griffarosto ¶ che per
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movo a gioco ¶ e del fallir de' chierici m
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visto ¶ sott'ombra spesso del nobil vangelo ¶ regnar Satàn
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vien tratto al banco del beccaio, ¶ venduto a quatro
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gaioffa e dal cospetto ¶ del volgo ch'ivi corre
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di Dio, santissimo profeta. ¶ Del spirito devin ogni mistero
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per addescar sott'ombra del capuzzo ¶ la scardovella e
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cribrando la Scrittura ¶ meglio del gardinal Bonaventura. ¶ 37. ¶ Rumpelo al
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Bonaventura. ¶ 37. ¶ Rumpelo al mezzo del sermone e dice: ¶ - Vos
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al quondam monastero, ¶ entro del qual par anco si
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or mi parto for del monastero; ¶ statene alegro e
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mercator si occupa ¶ empir del magazen tutte le stanze
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provandol senza il "probo" del scotista: ¶ lo diavolo cascando
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ch'un soldato ignaro ¶ del stato ecclesiastico clemente ¶ fusse
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gente ¶ per colpa sol del novo coquinaro, ¶ disse: - Signor
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son, come in presenza ¶ del popol mi chiamate in
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Ciel disserra; ¶ credo che del Vangelo il saldo piede
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sua cruda passione ¶ e del mirabil dono di sua
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tomista, ¶ senza la matafisica del quale ¶ quel primum verbum
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Costanza la regina ¶ ingravidò del gran Guidon Selvaggio; ¶ quivi
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gli altri faceti gesti del lepidissimo Gonella che, volendo
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compassione addimandavanogli qual fusse del suo male la cagione
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sopra la bella canzone del Benevienni lo profondissimo ingegno
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da natura rimossa; ma del soggetto e materia di