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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppe Marotta, L'oro di Napoli, 1947

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
1
1947
cricco sotto l’asse del veicolo, in modo che
2
1947
era applicato l’ingranaggio del tassametro non toccasse terra
3
1947
Disse che nell’imminenza del lungo “viaggio” dal Vomero
4
1947
esistessero impedimenti alla corsa del veicolo. Concluse con un
5
1947
di tasca mezza criniera del cavallo che poc’anzi
6
1947
bollente: in un angolo del quadretto San Gennaro (o
7
1947
che la tragica conclusione del fatto è peraltro mancata
8
1947
gratitudine e la meraviglia del miracolato. ¶ Assunta Cùtolo era
9
1947
questo catastrofico don Raffaele, del quale si deve dire
10
1947
su un passabile giaciglio del miglior feltro, e ragionevolmente
11
1947
feltro, e ragionevolmente espulsi. Del resto la casetta nuziale
12
1947
aver perduto la memoria del secchio di legno stillante
13
1947
stillante, dell’acre gocciolìo del limone nel bicchiere opaco
14
1947
l’arruffato don Raffaele, del quale essa era munita
15
1947
Uscendo, passavano nel riverbero del forno; in quel rapido
16
1947
voto anche presso famiglie del tutto esenti da malattie
17
1947
di chiunque ai santi del mio paese, nei quali
18
1947
lasciandolo solo al centro del mondo con i pennelli
19
1947
si inginocchiò ai piedi del parroco, gemendo. ¶ «È un
20
1947
Bambino, mentre i domenicani del convento vanno e vengono
21
1947
in settembre i napoletani del mio tempo andavano in
22
1947
percorso. Ricordo certe bottegaie del centro, vaste solenni e
23
1947
a sbirciare il fasto del veicolo, tutto cuscini e
24
1947
per rassicurarlo sulla sorte del suo grande figlio; frattanto
25
1947
l’ascensione nella notte del sabato per arrivare in
26
1947
cappellette equidistanti, le stazioni del Calvario; malati e dolenti
27
1947
nella folla dal gesto del Gargiulo, strappò alla signora
28
1947
bianche come la tonaca del frate che, da poca
29
1947
A Nola, sulla via del ritorno, i due “squarcioni
30
1947
Questa è una parola del dialetto, un termine onomatopeico
31
1947
scusa. Non converrebbe parlare del “pernacchio” se esso cominciasse
32
1947
luci e nelle ombre del suo volto di eunuco
33
1947
lo depose sulla “ruota” del convento dell’Annunziata, tirò
34
1947
Annunziata, tirò il cordone del campanello e con un
35
1947
lo sberleffo a proposito del quale si potrebbe scrivere
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1947
anima oziosa: era contento del suo stato? Godeva o
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1947
a Napoli, da quella del Carmelo a quella di
38
1947
assorbì la maggior parte del denaro con cui gli
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1947
l’infantile, irrisorio cuore del nostro virtuoso di sberleffi
40
1947
un battito cardiaco, o del polso, in quella montagna
41
1947
lucidatura dei lumi e del braciere) la mostra natalizia
42
1947
per qualsiasi altro abitante del vicolo l’appassionante interrogativo
43
1947
che le ferree dita del morbo lo strozzassero nel
44
1947
soleva alzarsi alle tre del mattino e passeggiare canticchiando
45
1947
i Sacramenti, al suono del campanello d’argento che
46
1947
mentre eseguiva il getto del Perseo. Essa aveva amato
47
1947
stranezze: non volle saperne del lutto, ritagliò da un
48
1947
ai pensieri. La sera del 19 dicembre 1920 don Aniello pensò
49
1947
Sofia, dirimpetto alla casa del pozzo! Dico bene? Pozzo
50
1947
il cielo; la fortuna del ristorante Manzella era fatta
51
1947
a disprezzare la professione del marito? Ogni volta che
52
1947
moneta legale l’oro del sole. Laura Cammarota veniva
53
1947
un tonfo nell’acqua del Po è una pietra
54
1947
come tutti ricordano. ¶ “Pazzariello” del quartiere Vicaria, oggi il
55
1947
io, quassù, di memorie del vostro tempo. Eccomi, appunto
56
1947
Shakespeare si farebbe bello del vostro dolore; quanto a
57
1947
o apparvero nella cronaca del Roma, l’indomani di
58
1947
intorno alla rudimentale orchestra del “pazzariello” si aprì, assistette
59
1947
li copre la polvere del tempo, sembrano trasferirsi in
60
1947
su qualche bella nuvola del mese di maggio, esitante
61
1947
di riprendere la via del mare, fu soltanto perché
62
1947
idea. ¶ Spuntava il sole del lunedì quando il vecchio
63
1947
il pastrano. ¶ All’alba del lunedì don Ciro pigliava
64
1947
e pavidi sulla soglia del rischio. Essi hanno bisogno
65
1947
suppongo che all’alba del lunedì, paonazzo per lo
66
1947
rattoppa ingegnosamente le lacerature del pavimento e delle pareti
67
1947
sera, picchiò all’uscio del vincitore di un suo
68
1947
lettuccio contiguo a quello del vecchio, tendendo l’orecchio
69
1947
turistica, incantò Bianchina parlandole del suo amore come avrebbe
70
1947
avrebbe parlato, ai forestieri, del Palazzo donn’Anna, o
71
1947
astuzia un adeguato imbonimento del fatto compiuto, che egli
72
1947
ritenne più volte investita del diritto di seguirla fino
73
1947
si udì lo scalpiccìo del ragazzetto scalzo che dal
74
1947
dal più prossimo botteghino del lotto gli portava il
75
1947
diramazione delle prestigiose bretelle del vecchio, un arcaico pistolone
76
1947
Il documento ¶ La mattina del 15 ottobre 1920, don Gennaro il
77
1947
un documento. Si trattava del suo “stato di famiglia
78
1947
che era in possesso del documento; nel mese successivo
79
1947
moglie sedevano sulla soglia del “basso” fino a mezzanotte
80
1947
Gennaro partì, nel settembre del 1912. Rimpatriò dopo quindici mesi
81
1947
lacero e famelico. Parlò del progresso, e soprattutto dei
82
1947
carezze fra i banchi del torrone e i palchi
83
1947
passarono, finché la mattina del 14 ottobre 1923 donna Carmela smise
84
1947
facile vuotare le tasche del rimpatriato don Gennaro, per
85
1947
è risaputo: nella casa del fabbro lo spiedo di
86
1947
pure Siviero... non vergognarti del sangue tuo! Ascoltami bene
87
1947
di legno nero, e del ciabattino don Bernardo Scuteri
88
1947
di un defunto commerciante del rione, la messa; e
89
1947
Nella chiesetta egli trascorreva del resto gran parte della
90
1947
deschetto in un angolo del nudo stanzone, apre servendosi
91
1947
A una certa ora del giorno il sole disegna
92
1947
verso sera lo impedì del tutto. Si prevedeva un
93
1947
Si prevedeva un sopraluogo del Vescovo; giustamente le alte
94
1947
dunque non ha coscienza del sacrilegio commesso, e se
95
1947
rispondeva singhiozzando alle domande del commissario; nel corridoio piangevano
96
1947
e mestiere ¶ Nell’aprile del 1920 don Raffaele Caserta era
97
1947
Eventualmente depositerà nella portineria del carcere, per anni, sigarette
98
1947
poi se mi ricordo del «Reparto celtico minorenni», e
99
1947
pensa: “A quest’affronto del ricovero... io ero un
100
1947
forse una silenziosa risata del tempo. Ogni cosa là
101
1947
questo facevano le minorenni del «Reparto celtico» sulla terrazza
102
1947
giugno è il mese del carrettino. Non dovrei dire
103
1947
come anguille: le rotelle del veicolo giravano ancora sugli
104
1947
bestemmie della vittima; noi del resto a Napoli qualsiasi
105
1947
di questo raro dramma del sottosuolo è che il
106
1947
Gli urli della madre del bambino arrivarono verso mezzanotte
107
1947
peccati, le bionde sabbie del fondo che attraverso il
108
1947
eravate dunque la statua del vostro valore e della
109
1947
Venne solo nell’agosto del 1924 la tempesta che vi
110
1947
e ridevano. All’Autore del nostro paese, don Annunziato
111
1947
cortile esce l’odore del vicoletto Cagnazzi fra i
112
1947
mese delle mosche e del sonno. ¶ Il “guappo” ¶ Ai
113
1947
era nessun Fra’ Cristoforo del commercio lecito o illecito
114
1947
dall’obbligo di munirsi del biglietto. «Servo vostro, don
115
1947
viaggiatori comuni. ¶ La grandezza del “guappo” era determinata dai
116
1947
da nascondere nel fazzoletto del taschino una lametta di
117
1947
fabbricato»: ed era padre del mio condiscepolo questo eroe
118
1947
toccava con la punta del bastone (d’altra arma
119
1947
di rado la porticina del suo “basso” si chiudeva
120
1947
nome e l’indirizzo del seduttore, annuiva con dolcezza
121
1947
adocchiando il fatidico bastone del visitatore, virtuosamente deposto sulla
122
1947
in grembo sulla soglia del “basso” e ricevendo gli
123
1947
Fu quello il periodo del suo massimo splendore. Pensate
124
1947
splendore. Pensate: per intercessione del piccolo Sgambati recuperò l
125
1947
Sgambati recuperò l’orologio del nostro insegnante. Mani più
126
1947
insegnante. Mani più leggere del vento avevano involato l
127
1947
un sacchetto sulla coperta del letto; col disappunto di
128
1947
nel sole. ¶ Il declino del “guappo” era immancabile e
129
1947
Il favoloso bastone fece del suo meglio, lacerò l
130
1947
fronte. Ligio alle regole del giuoco discusse e ratificò
131
1947
il biglietto. Sui “guappi” del suo stampo sempre più
132
1947
Don Vito ¶ Un altro del mio rione Stella era
133
1947
chi oggi è operaio del gas domani sarà ebanista
134
1947
e insomma il popolano del rione Stella si volta
135
1947
cuciva addosso una figurina del Sacro Cuore, a cui
136
1947
e ingeriva una copia del più diffuso quotidiano locale
137
1947
il sereno nel cavo del suo mandolino, aspettando ogni
138
1947
Don Peppino Cammarota, “pazzariello” del quartiere Vicaria nella nostra
139
1947
io, quassù, di memorie del vostro tempo; vi rivedo
140
1947
oro per il recupero del quale essa non avrebbe
141
1947
vibrazioni, ottenute per frizione del pugno e ripercosse da
142
1947
come qualsiasi altro giovinetto del Vico VI Duchesca esclusivamente
143
1947
e il meglio arredato del rione, perché i guadagni
144
1947
Peppino Cammarota erano degni del suo eccezionale talento di
145
1947
insomma uscire alle undici del mattino come ogni altro
146
1947
come ogni altro nobiluomo del suo rango, ma diretto
147
1947
mezzanino adibito ad abitazione del portinaio. Seduti sul pavimento
148
1947
lui tutte le contrarietà del gioco, gli assestava un
149
1947
e vago nel mondo del piccolo Antonio come se
150
1947
una “pizza” sulla pala del fornaio. Questa piazzetta è
151
1947
uomo su uno spigolo del tavolo nero e meditando
152
1947
viva. ¶ Il gran saggio del rione San Lorenzo non
153
1947
San Lorenzo non veniva del resto interpellato esclusivamente da
154
1947
per le torbide giornate del 1919 lo stesso prefetto avesse
155
1947
delle botteghe, esigendo ribassi del cinquanta per cento; don
156
1947
quanto fa la metà del doppio?» e ahimè i
157
1947
se vi assaggio, o del tutto insipido? Perché usciste
158
1947
naturalezza; le assegna metà del suo cassetto, le regala
159
1947
primo sole, sulla soglia del “basso”, comincia astrattamente a
160
1947
cominciato con l’apparizione del protagonista scuro in volto
161
1947
la ragazza Cozzolino, stella del rione San Ferdinando, intorno
162
1947
bastò un’occhiata. «Anime del Purgatorio! Voi siete in
163
1947
ragazza all’oscuro responsabile del malestro: un outsider, un
164
1947
vicoli hanno l’orgoglio del loro sesso, lo sentono
165
1947
sguardo, immobile sulla soglia del “basso” o alla finestra
166
1947
e di remota umidità del muro: a ciò dunque
167
1947
e della povera gente del mio paese. Di tutti
168
1947
individui sull’ultimo centimetro del davanzale da cui stavano
169
1947
occhi scintillanti si impossessavano del vedovo, non lo abbandonavano
170
1947
più. Don Peppino dette del capo contro lo specchio
171
1947
morte; in nessun paese del mondo la morte è
172
1947
le più persuasive cadenze del dialetto cominciano a piangerlo
173
1947
e grigiastri: innumerevoli coetanei del defunto accorrono e si
174
1947
sogni e nelle canzonette del popolo, può erroneamente sembrare
175
1947
di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma
176
1947
mente quando vedo individui del mio sesso azzuffarsi e
177
1947
mezzo una donna, e del resto chi se ne
178
1947
giudichi. ¶ Fu nei pressi del Teatro Nuovo: la tettoia
179
1947
intemperanze della colla e del vento di mare, l
180
1947
di vecchio legno sfregato del botteghino, il riso negli
181
1947
blocco, per pochi decimi del loro valore, da animosi
182
1947
due categorie di amici del teatro, il pubblico del
183
1947
del teatro, il pubblico del “Nuovo” era dunque dei
184
1947
sollecitazioni degli attori e del repertorio, il quale si
185
1947
Di Napoli: nelle convulsioni del riso taluni riuscivano a
186
1947
non senza talvolta derubarli del portafogli; sul loggione la
187
1947
dai loro pistoloni, rimanendo del tutto inavvertito se non
188
1947
spacciare al defluente pubblico del Teatro Nuovo i peoci
189
1947
tazzina di bollente brodo del mostro (un cui solo
190
1947
da un fulmineo schiaffo del marito. ¶ Senza aiutarla a
191
1947
giocherellava con un tentacolo del polipo. ¶ Infine don Gennarino
192
1947
Gennarino, come in quella del suo antagonista, è fiorita
193
1947
stati graziati!». ¶ Nei fatti del mio paese c’è
194
1947
rispose che avrebbe fatto del suo meglio perché il
195
1947
precedevano. Deposero sulla soglia del tinello il loro carico
196
1947
il colore, della crosta del pane: tutto acquista, mentre
197
1947
il sole, gli occhi del passante lacrimano ed egli
198
1947
ghermisce con la pazienza del sarto che nell’identico
199
1947
basso”. ¶ «Mazzullo Alfonso Corrado?» ¶ «Del fu idem idem... presente
200
1947
al successore. La buonanima del nonno, essendo impiegato borbonico
201
1947
la dinastia a causa del misero stipendio che gli
202
1947
un pulcinella. Il cranio del fantoccio è una lampadina
203
1947
deterge con un lembo del lenzuolo, fa notare che
204
1947
diceva, acquistate il ritratto del dittatore. La sera del
205
1947
del dittatore. La sera del 18 marzo 1945, don Alfonso Corrado
206
1947
se ricordano le dita del vecchio Mazzullo che in
207
1947
quando nacqui, per avvolgimento del cordone ombelicale intorno al
208
1947
soffio rovesciano la scaletta del devoto che si arrampica
209
1947
lui? La stessa scienza del Mazzullo conferma i dolorosi
210
1947
problema della cena e del sonno per oggi, per
211
1947
solo bambino. La casa del vecchio era una stanza
212
1947
aguzze, la faccia stessa del nonno continua e rugginosa
213
1947
orfanotrofio lo avrebbe liberato del bambino; già ideava di
214
1947
della propria salute e del gruzzoletto nella scarpa. «Mangia
215
1947
e gli occhi ardenti del guerriero che o prevale
216
1947
di istinti, l’amore del nonno contro la cavalleria
217
1947
nonno contro la cavalleria del nipote. Ecco, la cavalleria
218
1947
Luigi, le insolite sfumature del dispetto, qualche repressa nota
219
1947
foglie l’intero albero del bene e del male
220
1947
albero del bene e del male, a che ti
221
1947
gli egocentrici. ¶ Alla fine del secondo trimestre io fui
222
1947
della giustizia; la fine del secondo trimestre scolastico coincide
223
1947
si spezza un finimento del suo calessino ed egli
224
1947
discernimento e vi attecchì; del resto ho già detto
225
1947
verso lo stesso punto del soffitto, e ripeteva l
226
1947
può intraprendere il giro del mondo per restituire ciò
227
1947
Santa Lucia, il piacere del rispetto che il popolino
228
1947
a Giraci la compagnia del vecchio Cammarano, il quale
229
1947
appassite. Per tre quarti del giorno il vedovo Criscuolo
230
1947
e veniva sulla soglia del vetusto edificio; d’estate
231
1947
mezzanino adibito ad abitazione del vedovo Criscuolo, il piccolo
232
1947
apparteneva. Scultoree disposizioni testamentarie del defunto borbonico genitore gliene
233
1947
e ai probabili figli del conte Prospero. Fu un
234
1947
Gennaro e al senso del dovere, si svolgevano attraverso
235
1947
mese all’addobbatissimo altare del Gesù Nuovo. Sul serico
236
1947
uomo a deplorevoli eccessi. Del resto all’alba, svegliatosi
237
1947
due anni precedenti, e del quale mediante quelle ingegnose
238
1947
degli eventuali figli e del nome che ormai portate
239
1947
sanguinare le convessità frontali del conte Prospero. Così passarono
240
1947
discendere lentamente lo scalone del suo palazzo, montare nella
241
1947
entrato a far parte del nostro cenacolo. ¶ Si chiamava
242
1947
stoffe con l’unghia del mignolo, che le guardavano
243
1947
offrire la decima parte del prezzo richiesto, e cioè
244
1947
quadruplo dell’effettivo valore del capo prescelto. Con un
245
1947
generoso anticipo, alla stampa del primo numero. ¶ La nascente
246
1947
Vesuvio, l’errata ubicazione del quale, rispetto alle leggi
247
1947
primo numero nella misura del denaro versato. Io avrei
248
1947
Pareva che l’opinione del lettore fosse stata estremamente
249
1947
trovare un’accettabile spiegazione del fenomeno; qualcuno formulò il
250
1947
tutti. Comunque la vita del nostro giornale dipendeva dal
251
1947
non soffiasse più presto del solito nel lume a
252
1947
impressione di colpire meglio del mio direttore. Mi accorsi
253
1947
riscuoto, osservandolo, e Napoli del 1920 scompare come un ingenuo
254
1947
derivati dalle tue cartoline del 30 agosto, senti. ¶ Napoli, panorama
255
1947
cielo bianco e adulto del primo pomeriggio. Qui, in
256
1947
più salato e ironico del loro. Sul viale Elena
257
1947
che investii nell’aprile del 1916, e che portava sotto
258
1947
svolge l’ultimo atto del dramma di Piedigrotta; spunta
259
1947
rattoppo, dormiva nella primavera del 1924 don Saverio Palumbo, un
260
1947
Napoli, i celebri ristoranti del Borgo Marinati. – Questa cartolina
261
1947
era screziato dai riflessi del mare come in questa
262
1947
s’impenna ai piedi del Tondo e torna precipitosamente
263
1947
potevano fare col giallo del tufo, col verde dei
264
1947
per quel buffo particolare del cappello. Risalì nella barca
265
1947
o una bella festa del Carmine, o un bel
266
1947
lei» dicevano le canzonette del migliore tempo che io
267
1947
duri finché il fiato del cantante dura: d’accordo
268
1947
amore – ucciderò questa stella del varietà». Figuriamoci, sapranno impedirglielo
269
1947
bicchieri dell’amnesia e del sonno, io lo scorgo
270
1947
sì e il no del più volubile cielo primaverile
271
1947
Pugliese compariva sulla soglia del suo “basso”. Aveva in
272
1947
con accorte armoniose flessioni del suo corpo rotondo, sempre
273
1947
della ricotta, i vasetti del sale e del pepe
274
1947
vasetti del sale e del pepe, un bisunto quadernetto
275
1947
teglia; fra un minuto del resto sarà troppo tardi
276
1947
intonerà la stentorea esaltazione del suo ingegnoso commercio, che
277
1947
la saliva la punta del lapis: «Guardia Cafiero pizze
278
1947
dilazionate, con evidente profitto del nostro don Rosario, che
279
1947
fulmineamente al marmo azzurro del comodino su cui la
280
1947
tutto un bisbiglio. Piove, del resto. Nel letto nuziale
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storia di un uomo del mio paese, sorridetene con
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a Napoli sul finire del mese di giugno, nell
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meschino e più arruffato del solito, ma le sue
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il termine di consegna del compito, quando dal vicino
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definitivo decreto di annessione. ¶ Del resto, anche in servitù
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fatto con la soluzione del problema, venti anni prima
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Javarone; poi in attesa del pranzo parlavano di affari
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inaudita domenica sul finire del mese di giugno, ed
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il conte. ¶ I rapporti del conte di M. con
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sue guance, il riflesso del rasoio deposto sulla mensola
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Poi, a un cenno del conte, la scena si
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troverete benissimo nella casa del conte di M. I
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altri due. Nella casa del conte non avevo più
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il caldo, la giacca del pigiama; era immenso e
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impigliato ad un lembo del tragico scialle di mio
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paralisi cardiaca. La benedizione del Pontefice gli pervenne quasi
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Dio ma in considerazione del fatto che neppure la
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parla soltanto la lingua del proprio dolore, che per
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in cui ero operaio del Gas a Napoli; mia
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più belle camicie inamidate del mondo, spolverava e spazzava
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dalle finestre il giardino del Calascione che dal Monte
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quattro salti la casetta del custode, procurarsi una scorciatoia
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guardava le verdi spume del Calascione pensando: ero una
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dal palazzo della Compagnia del Gas in via Chiaia
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un anno questi angeli del piccolo credito mi sedussero
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godevo, dopo averli pagati, del mio salario; l’indomani
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ottenni che i battiti del mio cuore non pervenissero
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pervenissero ai sensibilissimi pomi del letto d’ottone, il
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sempre il folle giardino del Calascione che danzò per
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nome abbia la viuzza, del palazzetto sanno i tre
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gradini tre. Fu sufficiente, del resto. Laggiù basta dire
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sicuro. Come i chicchi del caffè che allora stringevo
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esaltate dai timidi elogi del rossetto; le sue scollature
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e l’affettuosa acqua del Serino nella fontana. Noi
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per la neutra acqua del fiasco che non si
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fargli toccare il fondo del piatto, in modo che
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perdere l’ultimo episodio del film I topi grigi
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confiscato certi illeciti risparmi del cuoco del convento. Era
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illeciti risparmi del cuoco del convento. Era nostro il
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impadronii dei quindici soldi del cuoco. Era un laico
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dipinti raffiguravano le anime del Purgatorio, me le ricordo
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delle cupole, il picco del campanile, le scalette e
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urli. Sfruttando le risorse del terreno il nolano ci
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di voce le canzonette del 1919; io, per me sono
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nel mio caso figli del primo amore paterno? Sciocchezze
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un sottopassaggio ai lati del quale soffiavano bocche di
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mentalmente facevo della ragazza del cortiletto ciò che volevo
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adesso, che la luna del giugno 1919 cambiava forma e
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due dita la visiera del berretto. Vidi partire Carmela
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Materdei nella straordinaria estate del 1919. ¶ Vent’anni da allora
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S’apre la porta del mio ufficio e il
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che te ne pare del vecchio Ember? Ripensi qualche
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Era ora: rivedo Napoli del 1920, come un ingenuo disegno
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dei tavolini; il resto del locale era occupato da
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disegni e l’impaginazione del giornale che ci avrebbe
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strada ciascuno si liberò del gomito dell’altro, e
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altra nostra separazione, quella del mio primo giorno di
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sua tomba. Dai tonfi del cuore mi accorgo che
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oscillante cerchio di luce del lume a petrolio e
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farti giungere un po’ del mio calore: che presi
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che presi a te del resto, che è tuo
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vicoli saliva il richiamo del venditore di ulivo o
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indugiare presso la tomba 243 del campo 71, pensando: dove sarà
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legno sotto il banco del falegname, silenzio e buio
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uscita, fra i marmi del viale principale, gremiti di
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ha segnato il ritorno del figlio alla riconoscenza alla
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d’obbligo la restituzione del secchio. Sul tram semivuoto
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di Napoli ¶ Nel maggio del 1943, in una sua lettera
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ne risentì debolmente; e del resto in quell’epoca
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un braccio la culla del bambino e sventolando con
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lui. Ma l’estrazione del lotto, l’indomani, inflisse
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volumi. Quel giorno stesso, del resto, Ziviello si accasciò
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esausto, e le carezze del popolino finalmente lo espugnarono
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fatto che alla festa del Carmine un paletto, divelto
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e difficili; lo stridere del tram sulla prossima curva
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che l’instancabile sfortuna del nostro Ziviello si fosse
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l’origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di
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minacce — pensavo nel maggio del 1943 — i napoletani intingeranno le
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aver ostentato, coi compagni del secondo anno di scuola
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baluardi di tenerezza. ¶ Diceva: «Del resto non è che
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si tratta di gente del mio sangue?». ¶ Avvocato, che
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pianto ricevendo la lettera del morente avvocato. Ma non
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noi. Si tratta soltanto del vostro povero zio. Gli
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simili, nella remota ombra del confessionale, e probabilmente ne
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Indicando l’attigua camera del malato, ribatté: ¶ «Venite a
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era eccessiva, la gente del suo sangue. ¶ L’indomani
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uno stanzone alla base del campanile di Sant’Agostino
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Come guardarobiera e stiratrice del Conte di M. la
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parlò alla zia Luisa del seppellimento. ¶ «Voi che siete
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per ritirare gli avanzi del pranzo. ¶ Così mio padre
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tepore e la forma del pentolino fra le dita
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dita, mentre le inferriate del Ponte della Sanità (i
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da un maturo cameriere del Conte di M., dopo
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essa non si avvide del mio disagio. ¶ Era una
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Mille, presso la casa del Conte. Compariva e con
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la strada; sulle salite del Museo o di Santa
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tonaca e l’anello del cugino prete lo intimidivano
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Ritta sotto il ritratto del suo morto avvocato era
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vent’anni al servizio del Conte di M., rivelò
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muro sotto il ritratto del defunto avvocato, tu ti
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il pacchetto nella tasca del soprabito. ¶ Infine don Aurelio
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e di cameriere segreto del Papa, questo nobile signore
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per sempre. ¶ La casa del conte, in Via dei
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sopraggiungere di qualcuno, e del resto il conte si
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il cortile. Don Aniello, del resto, non si trattenne
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lungo. Seduto sulla sponda del letto aspettava che gli
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spalto di mele rugginose, del mesto colore che hanno
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a cui i venti del nord conferiscono una limpida
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mandarino, speranza, pignoli, numero del lotto e cappone. L
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quali neppure una visita del presidente del Tribunale impedirebbe
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una visita del presidente del Tribunale impedirebbe di gettarsi
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comunico il pieno accoglimento del nostro ricorso!», o: «Credo
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ansia in cuore. Anime del Purgatorio... c’è dunque
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a tutte le porte del casamento, dicendo: «L’avvocato
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gli duole. Nei pressi del Tribunale, l’avvocato è
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di Assunta nelle mani del suo eventuale marito, rabbrividisce
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in cucina; il pavimento del corridoio s’incurva, sembra
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sanguinò forse nel ricordo del “necessaire” di cui aveva
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problema della crusca e del granturco per nutrire i
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quasi rifiuta le mani del fidanzato, gli dice: «Figurati
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lo spumante nel ghiaccio del secchiello. Su quanti balconcini
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Fin dalle primissime ore del mattino un tenero vapore
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altri modi alle sorti del ragù, perché il ragù
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aria di non occuparsi del ragù a cui accudisce
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Ernesto Acampora, sempre servendosi del suo carrettino per installarvi
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al prodigio della liquefazione del sangue. Ciò la autorizzava
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suo giorno, il giorno del riposo, della famiglia e
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riposo, della famiglia e del ragù. ¶ Alle sette di
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e inizia l’esecuzione del ragù. Non escludo che
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dalla finestra, l’odore del ragù di don Ernesto
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mozzarella” o (per amor del cielo!) al gratin? Gli
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siano rinfrescate le anime del Purgatorio e poi sorridendo
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importanza, un altro parente del povero don Peppino. Faccio
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ombre, al di là del fuoco e dei lumi
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tavolino imbandito sulla soglia del suo “basso”, e che
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Angarella non si fidava del figlio. Ebbe conferma dei
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furioso ghermì la cassetta del vecchio Angarella, la roteò
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Qui i temibili influssi del ragazzo parvero attenuarsi, forse
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col tovagliuolo, un lembo del quale si impigliò Dio
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quando scoppiò la guerra del 1915. Il direttore tedesco della
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direttore tedesco della Compagnia del Gas fece però in
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gli disse il capo del personale «dovete soltanto volerci
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vi confluiscono, le luci del mare e quelle dei
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l’atteggiamento della Compagnia del Gas (un ente che
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vendergli la solita copia del Roma, don Nicola disse
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che al di là del muro scandiva giocando a
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il pensiero dai personaggi del libro, presumibilmente immortali, o
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lui nelle gremitissime vie del centro; distingueva chi fingendo
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certi insetti. Nella Chiesa del Carmine c’è una
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si effettua «l’incendio del campanile», ossia lo scoppio
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densa per la vicinanza del mare, convalidava qualsiasi pazzia
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di scialli; l’arco del gomito nudo, la perentoria
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nudo, la perentoria curva del seno assumevano, in quelle
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un insostenibile rilievo. “Madonna del Carmine, che creatura” pensò
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stesso, ringraziò la Compagnia del Gas, dichiarò che non
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serbava rancore alla gente del rione, concluse: ¶ «A chi
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gli porto i numeri del lotto ditegli nel suo