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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Gabriele D'Annunzio, Il fuoco, 1900

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
1
1900
come se il fremito del bronzo si fosse ridestato
2
1900
Vi aspetterò al cancello del Giardino Gradenigo. ¶ Ella tremava
3
1900
Giardino Gradenigo. ¶ Ella tremava del tristo tremore carnale, preda
4
1900
la sua testa riempirsi del rombo terribile. Lontanissima era
5
1900
dell’attesa: il freddo del ferro a cui s
6
1900
dell’alba, dalla libertà del mattino. ¶ – Addio! ¶ Dalla finestra
7
1900
cuore superstizioso si rallegrò del buon augurio. Il nome
8
1900
sue vene; le imagini del dolore e della morte
9
1900
ritornare verso il luogo del suo supplizio. Egli non
10
1900
piante fiorite negli interstizii del mattone che aveva il
11
1900
color cupo e ricco del sangue aggrumato. I fiori
12
1900
soffuso, aveva la qualità del velluto, la bellezza di
13
1900
palpitava là. L’imagine del creatore barbarico riapparve: gli
14
1900
gli persistesse questo bisogno del contatto d’amore? – Ripensò
15
1900
dei gabbiani, il vento del largo si rappresentarono al
16
1900
voleva riconoscere alla luce del mattino e all’acredine
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1900
mattino e all’acredine del mare la bontà della
18
1900
una barca, l’odore del catrame e del sale
19
1900
odore del catrame e del sale, il battito d
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1900
Voga, Zorzi! ¶ Il vigore del gondoliere si raddoppiò. La
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1900
aurora gioiosamente. Lo strepito del mercato si perdeva nella
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1900
della pesca, della verdura, del vino. Tra le mura
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1900
dormenti, sotto la striscia del cielo la striscia dell
24
1900
corsa; e quel crescere del fulgore dava a Stelio
25
1900
liriche e gli echi del gran coro bacchico. «Viva
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1900
rasentò il fianco possente del Palazzo ducale, compatto in
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1900
m’aspetti! ¶ L’uomo del remo, acceso e grondante
28
1900
S’udiva l’anelito del petto robusto. ¶ – Bravo Zorzi
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1900
acqua, l’odor cordiale del pane che esciva da
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1900
sane suscitarono dal cuore del giovine un impeto di
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1900
come tutte le particolarità del rozzo legno, parve a
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1900
La grossa mano dura del marinaio, segnata di emblemi
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1900
adunata tutta la bontà del frumento. ¶ – Servo suo, paron
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1900
barca prese la bordata del largo, volgendo la prua
35
1900
colse. I raggi primi del sole trapassarono la vela
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1900
libertà gonfiò il cuore del giovine come il vento
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1900
stette come nello splendore del suo proprio sangue. Gli
38
1900
suo. ¶ II ¶ L’IMPERO DEL SILENZIO ¶ «Col tempo.» In
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1900
invece della conocchia o del filo o delle forbici
40
1900
lotta e nelle vicende del suo peregrinare, ella aveva
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1900
ideale nata dalla purificazione del suo proprio desiderio. Più
42
1900
amori e nella nobiltà del divieto imposto, ella aveva
43
1900
alla mia anima, se del meglio di me io
44
1900
urto violento e repentino del fato ella era stata
45
1900
di chi è prigioniera? ¶ – Del Tempo, Stelio. Il Tempo
46
1900
delle mura, dei tronchi, del cielo; poiché la monotonia
47
1900
della sua malinconia e del suo sopore. ¶ Ella scorse
48
1900
nella saliva il sapore del sangue. D’improvviso, avevano
49
1900
ti ritroverò, m’impadronirò del tuo segreto. Tu canterai
50
1900
silenziosa con le linee del suo corpo, redento per
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1900
attimi dalle tristi leggi del peso, imitò il fuoco
52
1900
ed esprimere la creazione del popolo inconsapevole… ¶ Il sentimento
53
1900
della spada. La parola del poeta comunicata alla folla
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1900
con un sol tócco del suo pollice plastico una
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1900
vedeva su le gradinate del novo teatro la folla
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1900
per il potere misterioso del ritmo recava un turbamento
57
1900
profondo, simile a quello del prigioniere che sia sul
58
1900
mani asservite agli strumenti del lavoro – si tendevano con
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1900
chiuse in una medaglia del Pisanello, per l’eternità
60
1900
Non sopravvive alla politica del Machiavelli se non il
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1900
indicare agli uomini partecipi del Governo le verità originarie
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1900
aveva coronato l’opera del ferro e l’opera
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1900
ferro e l’opera del ritmo. Come l’eroe
64
1900
liberatore. Come la volontà del Cancelliere, come il sangue
65
1900
E subitamente l’imagine del creatore barbarico si avvicinò
66
1900
aurora. «Seguire l’impulso del mio cuore, obbedire al
67
1900
sposa!» Tutti i fantasmi del mito balenarono, si oscurarono
68
1900
d’ombra la vergine del canto, Donatella Arvale, così
69
1900
immensa, tenendo il fiore del fuoco in un’attitudine
70
1900
trascinato violentemente nell’orbita del mondo creato dal dio
71
1900
lo sopraffacevano, le figure del mito settentrionale si sovrapponevano
72
1900
speranza parlavano il linguaggio del barbaro. «È necessario che
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1900
saliva sino al cuore del sole. Ah che cosa
74
1900
terra l’ultimo coro del Graal, il cantico di
75
1900
sangue latino, a contatto del barbaro. «Ora a voi
76
1900
giorno augurale, dalla scena del nuovo teatro. «Nell’opera
77
1900
infinita come la bellezza del mondo. Nessun limite alla
78
1900
sentì radicata nel centro del suo spirito. «Ah, esprimerla
79
1900
trascinando tutte le figure del suo spirito nell’émpito
80
1900
soggiacere nelle improvvise convulsioni del suo sesso, colei che
81
1900
della folla alla forza del maschio, la creatura dionisiaca
82
1900
loro desiderio era fatto del desiderio di mille, il
83
1900
era molteplice. Qualche cosa del popolo ebro, del mostro
84
1900
cosa del popolo ebro, del mostro affascinato, penetrava nel
85
1900
Sotto lo sguardo vorace del giovine, tutta la sua
86
1900
estrema agonia, nell’attimo del trapasso, rivide tutta la
87
1900
fronte come il rombo del bronzo. E il desiderio
88
1900
dei fiori, il vigore del marmo, l’impeto della
89
1900
forza e la dolcezza del tuo nome. Il tuo
90
1900
salva; l’amplesso intero del mio amore ti farà
91
1900
Ed ella sorrideva, sorrideva del suo sorriso infinito, silenziosa
92
1900
frutti, in sogno, fuori del tempo, solo con lei
93
1900
fiamma che non appassisce, del fervore che non langue
94
1900
re donatore. Il mito del melagrano riviveva nella notte
95
1900
salso come la schiuma del mare? Chi era? Chi
96
1900
mani fecero il gesto del desiderio, toccarono la carne
97
1900
presenza silenziosa, nella Sala del Maggior Consiglio, dianzi, presso
98
1900
Stelio, né meno musicale del canto di Arianna. Anche
99
1900
efimero e versatile fuor del cui fianco emergeva la
100
1900
come una rivelazione sovrana del genio latino, tutte le
101
1900
soggetta alle tristi leggi del tempo; e una smisurata
102
1900
presente la potenza superstite del mito primitivo, l’iniziazione
103
1900
primitivo, l’iniziazione rinnovellata del nume che aveva fuso
104
1900
sommo della gioia e del dolore nel suo culto
105
1900
nel cenacolo i soffii del cielo, agitavano le fiammelle
106
1900
non il fiore supremo del genio d’una stirpe
107
1900
opera su le rive del Mediterraneo, tra i nostri
108
1900
svelti, sotto la gloria del cielo latino, la vedreste
109
1900
Bardi. Omaggio alla Camerata del Conte di Vernio! ¶ – Io
110
1900
insegnava che all’eccellenza del musico non servono solo
111
1900
et di Corpo Emilio del Cavaliere espone intorno alla
112
1900
espone intorno alla formazione del teatro novello le medesime
113
1900
Bayreuth, compresi i precetti del perfetto silenzio, dell’orchestra
114
1900
coraggiosa che aveva nutrito del più caldo suo sangue
115
1900
segreti della volontà e del desiderio umano; un inaudito
116
1900
eternamente indicibile nel cuore del mondo. ¶ – Chi potrebbe parlare
117
1900
veste, il suono lieve del suo passo; e poi
118
1900
e poi il rumore del cembalo che s’apriva
119
1900
sola volta il soffio del vento inclinò le fiammelle
120
1900
verità, udivano la melodia del mondo passare a traverso
121
1900
giù per le rughe del povero viso esangue, mentre
122
1900
Conosci tu il lamento del re malato? – gli chiese
123
1900
cuore eroico. La parola del Palestrina, assai più antica
124
1900
figura impetuosa, la figura del dolore tratta dal motto
125
1900
così grandiosa il motivo del Folle omai trasfigurato nell
126
1900
veggente, l’amplesso intero del mio amore ti farà
127
1900
come già nell’ora del vespro, essi credettero sentire
128
1900
credettero sentire il rombo del bronzo nelle radici dei
129
1900
acque, gli infiniti ondeggiamenti del desiderio dissimulato, l’ansietà
130
1900
canto, e i prodigi del fuoco, il passaggio pel
131
1900
ripetevano: «L’amplesso intero del mio amore ti farà
132
1900
tentatrice furente, la schiava del desiderio, la Rosa dell
133
1900
sua umiltà l’incantesimo del Venerdì Santo. Ed ecco
134
1900
mancava, tra le braccia del vecchio. «Servire, servire!» La
135
1900
sovrumana soavità la melodia del prato fiorito. «Com’è
136
1900
gioia. – Tutti, nella tenebra del teatro, eravamo fissi in
137
1900
si generavano col giubilo del filo d’erba che
138
1900
corolla che si apre, del ramo che mette le
139
1900
incontro alla figura ardente del tragedo di Arianna e
140
1900
egli aveva il tempio del suo culto, su la
141
1900
Ponendo la prima pietra del suo Teatro di Festa
142
1900
Poi l’antica arsura del piano d’Argo si
143
1900
ecco, dal centro medesimo del mistero musicale, dall’imo
144
1900
pareva toccare il cuore del mondo; ed ella era
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1900
un grido melodioso fuor del Tiaso furibondo, faceva sussultare
146
1900
armonia sommessa. La giovinezza del suo corpo agile e
147
1900
a traverso il tessuto del suo vestimento come una
148
1900
favola vaniva, l’inganno del tempo era abolito. L
149
1900
lunghi plettri, forse inconsapevole del mondo che il suo
150
1900
intorno alle mura esterne del palagio perdendosi nel cielo
151
1900
degli uomini. La ripresa del Coro bacchico, celebrante la
152
1900
dal supremo clamore orgiaco del Tiaso, aveva suscitato il
153
1900
movesse, nell’ultima profondità del suo essere, quell’anima
154
1900
Donatella, ecco il Maestro del Fuoco. ¶ Senza parlare, ma
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1900
noi, Èffrena? Bisogna profittare del momento. La folla si
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1900
insegna ducale alla presenza del popolo. Anche una volta
157
1900
una volta il nome del bianco fiore stellare e
158
1900
fu ripetuto agli echi del marmo. Folgori di gioia
159
1900
di San Marco, messaggere del Fuoco. ¶ – L’Epifania del
160
1900
del Fuoco. ¶ – L’Epifania del Fuoco! – esclamò la Foscarina
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1900
Tutte le apparenze innumerevoli del Fuoco volatile e versicolore
162
1900
edificato dai genii alacri del Fuoco quello che nel
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1900
che navigano nel sogno del lussurioso dormente il suo
164
1900
forse, negli antichi furori del saccheggio, i riposti serbatoi
165
1900
a consumarsi, in conspetto del Leone stilite, come una
166
1900
l’eternità. ¶ – L’Epifania del Fuoco! Quale impreveduto comento
167
1900
voce discesa dall’elevazione del canto. Ma la sua
168
1900
come dianzi nella felicità del canto. Ella non aveva
169
1900
e forte nelle altezze del canto, era piana, sobria
170
1900
opacità, suggerendo l’imagine del più prezioso metallo avvolto
171
1900
libera dai piccoli legami del costume, vivente d’una
172
1900
la schiavitù, l’orrore del sacrificio a cui pareva
173
1900
speranza per la salvezza del padre e ch’ella
174
1900
faville. E l’imagine del grande artefice fulminato gli
175
1900
donna che ascoltava sorridendo del suo sorriso infantile tra
176
1900
vetro suggellato dal Maestro del Fuoco, in fondo alla
177
1900
orrore e il disgusto del suo corpo non più
178
1900
hanno attinto la perfezione del lor fiorire. Le parve
179
1900
la morse nel mezzo del petto, intollerabile, così che
180
1900
aggrapparono alla corda nera del bracciale con un gesto
181
1900
vostri occhi la certezza del prossimo dono tra un
182
1900
non per la promessa del piacere. Non avete voi
183
1900
voi condotto pel raggio del vostro sorriso il mio
184
1900
barche, scorreva la melodia del piacere fuggevole. Affascinati dal
185
1900
ritmo, anche i servi del remo unirono le loro
186
1900
dei Foscari, nella curva del canale, un gran bucentoro
187
1900
taciturni. Sotto l’arco del ponte le anime riudirono
188
1900
anime riudirono la cadenza del remo; e lo strepito
189
1900
le stelle; il campiello del Remer, il campiello del
190
1900
del Remer, il campiello del Pistor erano deserti, e
191
1900
il miracolo: la signora del convito, la figlia di
192
1900
Perché anche la signora del convito, Glàuro? – domandò sorridendo
193
1900
incombustibili l’interno fiore del fuoco.» ¶ Colse egli con
194
1900
nel seguire il filo del sorriso, egli fu condotto
195
1900
incitare la virtù attiva del suo intelletto e tutte
196
1900
tutte quante le energie del suo essere verso il
197
1900
sorrideva riconoscendo l’efficacia del suo insegnamento, che aveva
198
1900
fu tentata dall’arco del Bosforo al tempo del
199
1900
del Bosforo al tempo del doge Pietro Ziani, e
200
1900
ignote come i sapori del pomo al ramo che
201
1900
moltitudine era in signoria del poeta, senza contrasto, tesa
202
1900
più immobili nell’ombra del passato, vi circolassero a
203
1900
virtù della poesia e del sogno, ella sembrava ritrovare
204
1900
che è l’ornamento del mondo; col colore, che
205
1900
musicale ch’essi hanno del colore fa sì che
206
1900
il Bonifacio, nella Parabola del ricco Epulone, intona su
207
1900
una superiore imagine creata del nostro sogno di ieri
208
1900
pensando ai crudeli risvegli del giorno venturo. Contro quali
209
1900
tutti risuscitavano dalle fondamenta del palagio, entravano per i
210
1900
labbra sitibonde la coppa del suo vino. Tutti vedevano
211
1900
di frangere le foglie del lauro per profumarsene le
212
1900
diadema. ¶ Ora, nelle stanze del Museo attigue, Stelio Èffrena
213
1900
dello spirito quel «fiore del fuoco» ch’egli aveva
214
1900
aveva suscitato in gloria del primo Bonifacio e aveva
215
1900
questa tenendo il fiore del fuoco in un’attitudine
216
1900
rivelava sùbito il carattere del grande stile. Un’idea
217
1900
e muti. Un lembo del medesimo mistero che sotto
218
1900
qualche altra ora straordinaria del suo viaggio, la presenza
219
1900
suo viaggio, la presenza del suo fato che stesse
220
1900
Pozzi, sino alle fondamenta del palagio, come un tuono
221
1900
Coro salutasse l’apparizione del dio magnifico evocato dal
222
1900
folla che la nutriva del suo proprio sogno. ¶ Viva
223
1900
cerulei. «Quando lo splendor del fuoco invase tutta la
224
1900
palpitava il grembo sterile del mare, vi echeggiava la
225
1900
Fior sacro, l’Amico del piacere, Dioniso liberatore riappariva
226
1900
uomini su le ali del canto, per essi coronava
227
1900
vincoli flessuosi. L’imagine del naviglio lagunare carico di
228
1900
già creata dalla parola del poeta, passò di nuovo
229
1900
di nuovo il prodigio del quale fu testimone il
230
1900
cui rideva la grazia del coniugio agreste. ¶ Viva dell
231
1900
veemenza finale. Il volto del dio conquistatore ribalenò tra
232
1900
vicino a un fianco del palco occupato dall’orchestra
233
1900
turbava; e le visioni del vespero su le acque
234
1900
e soave, armonico fulcro del canto? Tale dal Ditirambo
235
1900
Ditirambo strepitoso la natività del Drama. La grande metamorfosi
236
1900
Drama. La grande metamorfosi del rito dionisiaco – la frenesia
237
1900
convertita nel creatore entusiasmo del tragedo – pareva figurata in
238
1900
musicale. Il soffio igneo del dio tracio aveva dato
239
1900
in premio alla vittoria del poeta, avevano sostituito il
240
1900
tendeva ora lo sforzo del suo genio attratto dalle
241
1900
un miracoloso granire visibile del sorriso imminente –, i cupi
242
1900
il trono nel giorno del suo trionfo, i berilli
243
1900
Stranamente maculato il resto del corpo difforme stendevasi indietro
244
1900
zampe leonine nell’allegoria del Giambellino. E la vasta
245
1900
nell’orecchio il ritmo del remo. ¶ «Io pensava in
246
1900
e la linea ritmica del periodo si chiudeva a
247
1900
suo cervello; la luce del suo pensiero si estinse
248
1900
e sentirsi omai signore del suo pensiero e della
249
1900
della sua parola, fuor del pericolo, atto a trascinar
250
1900
a trascinar nei cerchi del suo sogno la smisurata
251
1900
efimero e versatile fuor del cui fianco emergeva filialmente
252
1900
tutte le cose, vincitrice del tempo che aveva oscurato
253
1900
romori; e il soffio del vento fuggevole nei suoi
254
1900
licheni biondi il frutto del melagrano gonfio di maturità
255
1900
sé con le virtù del pensiero, quegli è presso
256
1900
e con l’ardenza del Tintoretto, nel linguaggio della
257
1900
Brenta. L’imagine intera del paese lontano parevami rispecchiarsi
258
1900
giungere! La coppa invertita del cielo versava su tutte
259
1900
più ricche illuminazioni interiori del pensiero inspirato o del
260
1900
del pensiero inspirato o del sogno involontario. Come una
261
1900
quasi attonita. L’eloquenza del poeta era secondata dalle
262
1900
proferita la virtù suggestiva del suono inalzava di tanto
263
1900
folla e la voce del poeta sembravano rendere alle
264
1900
cui cessano le fitte del dolore e del bisogno
265
1900
fitte del dolore e del bisogno, e sembrano aprirsi
266
1900
lentamente le chiuse mani del Destino. Egli oltrepassava col
267
1900
appariva angusto all’esaltazione del suo sentimento novello; e
268
1900
medesima s’inebriava come del sangue o del vino
269
1900
come del sangue o del vino. ¶ Né soltanto verso
270
1900
E – poiché la luce del cielo s’avvicenda con
271
1900
Giorgione e la vecchiezza del Tintoretto. Essa è purpurea
272
1900
sotto l’ultima fiamma del sole. Se io considero
273
1900
Centauri conobbero la virtù del vino soave come il
274
1900
freschezza simile a quella del mattino: INFANTIA. Dorme la
275
1900
doveva poi divenire emulo del fuoco, fu preparato nell
276
1900
lontananze serene, nelle visioni del terzo Bellini. Sorge ancóra
277
1900
mani religiose, dall’alveo del clavicordio; ma il mondo
278
1900
egli ricerca, la visione del suo passato – quale avrebbe
279
1900
come la espressione stessa del desiderio, il giovinetto dal
280
1900
ha cura se non del suo bene. La musica
281
1900
di frangere le foglie del lauro per profumarsene le
282
1900
resero visibile quell’atto del concupiscente, come se in
283
1900
taluno, rivolta al vano del balcone aperto, egli indovinava
284
1900
di scaglie splendide, fuor del cui fianco emergeva la
285
1900
che illumina l’aurora del secolo nuovo? Venezia, la
286
1900
nell’arte l’Epifania del Fuoco. Egli merita d
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appunto perpetuare la memoria del Titano figlio di Iapeto
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ancóra su l’altare del Titano. Questa imagine, per
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fruire il mio desiderio del nascere, io ti renderò
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rispondeva alla tensione estrema del suo spirito, egli ora
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la pelle i muscoli del viso; e la donna
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profondandosi fino alle radici del loro essere e forzandole
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sue pieghe il luccicore del bronzo consunto. Sparso era
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fiato e il riflesso del remoto Oriente, quali nelle
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crescente, ascoltando la fuga del tempo, come se l
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cupa rasentando il fianco del colosso armato. ¶ – Conoscete voi
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cupa. ¶ – È la figlia del grande scultore: di Lorenzo
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altra musica che quella del mare, troppo terribile, e
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onde su lo specchio del bacino, vibrò nelle antenne
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sacre voci alla Città del Silenzio, nella purità della
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sentiva che il dono del suo corpo era divenuto
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orgoglio e l’ebrezza del suo duro e pertinace
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silenzio, mentre il rombo del bronzo passava su le
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secondo pozzo, dalla parte del Molo. ¶ – Addio – disse egli
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l’accompagnavano. – Nella Sala del Gran Consiglio, dal palco
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Gran Consiglio, dal palco del Doge, trovare qualche metafora
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sensuali della voce e del gesto. In ogni altro
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e consideri l’inutilità del mio prossimo sforzo. Tutta
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fondo, l’unico effetto del mio discorso sarà probabilmente
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disposta secondo la guida del tuo spirito, secondo una
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respirato nell’etere infiammato del tuo sogno, che hanno
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hai annunziato la trasfigurazione del mondo pel prodigio di
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le spalle precocemente incurvate del dottor mistico e ripeté
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ripeté sorridendo le parole del Petrarca: – Non ego loquar
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modalità tonica, l’accento del suo esordio. ¶ – Tuttavia, – soggiunse
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presso il pilastro angolare del portico, a contatto con
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innumerevoli; e la piramide del Campanile eccelsa, scintillando con
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di clamore l’immensità del silenzio celeste, il navigante
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come profondamente il suggello del suo stile fosse rimasto
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donna incoronata – il nome del bianco fiore stellare e
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di amore agli echi del marmo – evocò la pompa
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tutti i gioielli ereditarii del patriziato veneto. ¶ – Guarda, Stelio
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e, nell’ultima profondità del suo essere, un’anima
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stanze attigue alla Sala del Maggior Consiglio, un tempo
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Èffrena attendeva l’avviso del cerimoniere per comparire sul
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dell’intensità la rappresentazione del sentimento singolare che lo
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non di sé e del suo mondo, egli voleva
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Chino su una medaglia del Pisanello, egli sentiva nelle
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incredibile rapidità il polso del suo pensiero. ¶ – Vedi, Stelio
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espressione, verso l’impronta del più alto stile. Dovendo
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similitudine su una medaglia del Pisanello, tu t’incontri
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altra medaglia, di mano del medesimo creatore, che recava
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morte. Ecco l’imagine del desiderio profano e l
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suo destino. L’ombra del mistero accompagna dunque il
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la credenza nella realità del mondo poetico; e infine
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e leggero i gradini del palco. Volgendosi verso la
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BASRA ¶ I ¶ L’EPIFANIA DEL FUOCO ¶ Stelio, non vi
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com’è la Sala del Maggior Consiglio, dal palco
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per fondo il Paradiso del Tintoretto e sul capo
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sul capo la Gloria del Veronese. ¶ Stelio Èffrena la
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si prolungasse il riverbero del duplice chiarore. ¶ – La contessa
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alla Strage degli Innocenti del primo Bonifazio (voi ricordate
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in cui la virtù del colore aveva potuto produrre
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acclamanti ai reduci trionfatori del Mare si risvegliava confusamente
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voi qualche altro luogo del mondo che abbia, come
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le suscitava la voce del giovine amico quando si
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come per l’imminenza del delirio. ¶ – La forza e
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Morosina o una Soranza del secolo lucente; e il
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Murano dove un maestro del fuoco la chiuderà in
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l’acqua pallida eguale del gran bacino conteneva uno
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che rivelavano gli urti del remo. Di là dalla
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poteva dipingere nella volta del Vestiario. Io gioisco quando
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fresco entro le pieghe del drappo grave: il benefizio
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uve e questi fichi del nuovo Autunno rendano il
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lungamente sotto il giogo del loro potere. Altre si
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dei numi ancor caldi del suo lavoro e quasi
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a questa singolar qualità del suo dire. Talché in
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come le foglie novelle del salice fluviale, la barca
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l’anima grande, ¶ memore del suo sogno profondo, o
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profondo, o Persefone, priva ¶ del suo profondo regno. Allora
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scompariste nell’intimo buio del vostro Erebo. Ah, io
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corso lucido e tortuoso del suo pensiero che, come
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che, come i meandri del fiume formano circomprendono e
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insomma non avrebbe avuto del mio essere una idea
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onoreranno sotto la specie del melagrano, e nell’acutezza
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e nel colore fiammeo del balausto e nella gemmosa
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e nella gemmosa polpa del frutto coronato vorranno riconoscere
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come da ammonimenti postumi del maestro, saranno condotti nelle
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io posi sul frontespizio del mio primo libro. Ebbene
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con cui i discepoli del Vinci erano dal maestro
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dei muri, nella cenere del fuoco, nei nuvoli, nei
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delle forme» nel palagio del suo sogno solitario. Egli
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espressione schietta e forte del desiderio. «Io adoro le
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sembrava esperimentare l’agilità del suo spirito e la
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si celebravano sul finire del Cinquecento. Ella ha pensato
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rappresentazione musicale nella Sala del Gran Consiglio ha un
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Claudio Merulo, in onore del cristianissimo Enrico III. Confessate
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a compiacermi nella vista del melagrano ingioiellato, luccicante sotto
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turbato; poiché l’imagine del mostro formidabile dagli innumerevoli
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se lo spirito infiammato del Tintoretto mi comunicherà dal
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chiuso in una vetrina del Museo Correr; non senza
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d’un patrizio veneto del secolo XVI, ornato di
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gemme come un principe del Veronese e infiammato di
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con quella sua favola del grano di miglio che
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baleni o i vènti del cielo? ¶ Allora ella cominciò
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anima entrasse nella persona del drama, e i suoi
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arte secondava l’apparizione del sentimento nuovo da lei
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realtà della rinunzia e del dolore. Una strana ambiguità
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la preparasse alla riuscita del gioco scenico e non
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vita segreta. Ebbe terrore del veggente. «Egli leggerà nella
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riconosceva l’apparizione vivente del suo sogno più leggero
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sua miseria al conspetto del fuoco purificatore: «Bisogna che
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anima vibrava ai limiti del suo corpo come una
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sventura, cosicché l’errore del tempo sembri distrutto e
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labbra al primo grido del furore fatidico: «Oh Terra
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quando tu ti ricordavi del tuo bel fiume? e
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ti domandavano dell’amore del dio? Non le hai
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di nuovo il soffio del dio l’invadesse. Ella
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a tutte le animazioni del poeta. ¶ – Non le hai
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rispose. Le linee marmoree del suo volto si mutarono
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riempito dai grandi palpiti del suo cuore agitato. ¶ – Nelle
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Il sentimento musicale, generatore del drama, si determinò nelle
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si determinò nelle forme del Preludio ch’egli componeva
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essa celebra la rinnovazione del drama con la sconfitta
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Coefore presso il tumulo del re sgozzato. ¶ – Ti ricordi
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presenza violenta – ti ricordi del capo reciso di Marco
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non insensibili al potere del ritmo, poiché davanti alle
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Giasone dà a uno del Coro le vestimenta di
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di Crasso, tutto pieno del furore dionisiaco, canta quei
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egli essendo l’uccisore del Romano. Senti tu la
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di cera; l’odore del sangue umano eccita la
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eccita la frenesia ritmica del Coro; un braccio datore
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dominatrice su le imagini del dolore e del delitto
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imagini del dolore e del delitto. Ma quelle imagini
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in atto. L’illusione del Tempo è caduta. La
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che consiste la difficoltà del mio Preludio. Questo primo
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volta, amica! ¶ Egli rise del suo riso ingenuo. Nel
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un mare. ¶ – L’otre del principe Eolo aperto dai
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vita come l’eroina del drama futuro. ¶ «Ah, che
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un giorno…», il sentimento del tempo la rioccupava, il
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la rioccupava, il sentimento del tempo che fugge, della
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fiamma che si consuma, del corpo che appassisce, delle
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lei neppur l’indizio del sentimento nuovo in cui
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sia assidua l’opera del ferro intorno ai rami
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anzi accrescendovi l’intensità del male col contenerlo. Il
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Là, su i cuscini del divano, nell’ombra, non
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d’ottobre, nell’arsura del veleno, aveva detto al
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allora la torbida brama del giovine la faceva crudelmente
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e febrile nell’oscurità del felse, vagò per i
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miseria. Spiò la casa del suo amico. Rimase lunghe
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che la dolce promessa del viaggio ai Colli Euganei
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le sfuggisse dall’intimo del petto e si dileguasse
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e al sogno primo del suo amore. Pervenuta al
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ondeggiare al primo soffio del vento che si levava
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animazione e la forza del mio respiro. Come parlai
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tutte le loro melodie del bosco, del prato, della
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loro melodie del bosco, del prato, della nuvola; le
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traverso tutto il calore del mio sangue. Non v
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Io dicevo il terrore del giorno, ma veramente sentivo
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impazienza accelerava i battiti del mio cuore intollerabilmente. La
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stretta, contro il parapetto del ponte, soffocata dai singhiozzi
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materno, l’istinto originale del suo sesso si risvegliava
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accendeva il cielo, e del luogo per ove ella
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e pur della presenza del suo amico. Pensò la
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amico. Pensò la lentezza del dormiveglia, l’indugio del
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del dormiveglia, l’indugio del sopore verso l’alba
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pareva, udendo il battito del suo proprio cuore e
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udir rimbombare i colpi del martello su l’incudine
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della sua passione e del suo desiderio, afforzata da
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che sai!» La solitudine del passato le riapparve spaventevole
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e che la forza del suo sentimento non fosse
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di sorgere dal fondo del suo ardore. ¶ Serrato da
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esser mossa dalle parole del dolore umano, e tutte
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gli davano la certezza del suo presente amore e
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amore e la conscienza del suo desiderio inesorabile come
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della mia vita e del genio che la conduce
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sia sospesa l’azione del moto volontario, assiste a
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coppa, e i colori del cielo e delle acque
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impallidì; rimase il desiderio del canto. Voi che la
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mano; smarriva il senso del suo corpo. Tutto quel
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disperata. Su le vacillazioni del suo pensiero scoppiarono i
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avrai!» E la crudezza del suo padrone le sembrò
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della vita, la carne del viso ridotta come una
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confondevano con la realtà del suo strazio, nell’incoerenza
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vermiglio. Guardò i frammenti del vetro, che brillavano a
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imitato Serse! ¶ Più acutamente del suo amico ella sentiva
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ella sentiva lo stridore del suo sarcasmo, la falsità
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nello spasimo la pelle del volto screpolarsi. ¶ – Che hai
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che su la via del Dolo, la donna tentava
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e fissi nell’immensità del crepuscolo. ¶ La laguna e
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poco verso la spalla del suo amico, ritrovò la
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indizii stupendi la difficoltà del cómpito segreto. Mai la
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dal casco sul volto del Pensieroso. ¶ – Michelangelo – egli disse
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in una piccola cavità del suo marmo concentrò tutto
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spazio aperto dallo scalpello del Titano nella materia delle
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non l’ombra mobile del vostro viso, Fosca, che
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poeti. La forma augusta del Libro parve magnificata dalle
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delle profezie. Le linee del suo atteggiamento e fin
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abbattuto dallo scrollo terribile del mondo ch’egli portava
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gli occhi voraci, ansioso del travaglio interiore ond’era
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Èffrena avvicinandosi alla camera del crogiolo e gittando uno
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insolita, il lieto ardore del gioco ch’egli proseguiva
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confronto tra la sottigliezza del maestro e quella del
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del maestro e quella del giudice. E il giovine
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rancore dinanzi alla felicità del suo amico. Anche là
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quegli attimi il centro del loro mondo. E l
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scelta dipendesse la fortuna del piccolo vetraio titubante. ¶ «Sì
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Muranese, reggendo lo stelo del calice tra l’indice
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corre su la coda del gallo nello stemma di
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sua concavità la vita del soffio umano, nella sua
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calice su la sponda del pozzo che era in
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bizantini, il rosso mattone del campanile, l’oro dei
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intorno variarono la sensibilità del vetro luminoso. Nel suo
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dita nude lo stelo del calice. ¶ – Se si rompesse
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ove cadeva l’estremità del velo, un sorriso appena
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erano i più belli del mondo, paradisi terrestri, come
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sospirare su l’orme del conte di Collalto… ¶ Andavano
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a traverso il petrarchismo del cardinal Bembo, getta qualche
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una sonnambula – vi ricordate del sonetto che incomincia: ¶ Signore
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Murano dove un maestro del fuoco doveva chiuderla in