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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Senza coda, 2005

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
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le dita al legno del manico, poi strinse e
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alto, finché i denti del rastrello grattarono un bianco
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movimenti disperati nel vetro del barattolo. Prese il piccolo
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il più grande cacciatore del mondo. Adesso non lo
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fa’ che gli uomini del cancello non fanno entrare
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era spaccare la parete del guscio. Pietro ci riuscì
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di limone al bordo del piatto. ¶ Gli occhi che
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avesse ascoltato il vuoto del suo stomaco, Pietro avrebbe
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contro la parte alta del guscio che rimase fermo
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pezzetto contro un angolo del guscio: un trancio piccolo
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trattenersi, scaricò l’acido del suo stomaco sul bianco
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bianco della piccola casa del giardiniere. Si guardò attorno
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stati proprio gli uomini del cancello a sbagliare. Forse
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gambe. Tossì, per via del fiato che gli grattava
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aprire l’anta destra del comodino e inginocchiarsi. ¶ “Te
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sotto l’acqua gelida del rubinetto. Andò alla madia
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il bambino più bravo del mondo. ¶ Io da Carmine
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anche davanti alle fotografie del mare non aveva notato
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era dall’altra parte del tavolo, chino sugli esercizi
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cena. Era alla fine del bosco rado, dove gli
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rado e l’azzurro del cielo lo bucava. ¶ Pietro
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un attimo, il cuore del grande albero. ¶ Poi le
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contro le crepe secche del terreno. ¶ C’erano alcuni
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lungo pianto all’ombra del grande albero. ¶ Luigi fece
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Brucia?” ¶ Ora la luce del sole era più debole
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aveva allungato l’ombra del grande albero fino ai
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altro, fino all’inizio del bosco rado. Poi, di
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l’aia dal resto del giardino. Contarono fino a
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c’erano gli uomini del cancello, con i loro
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Rise, prendendo la guancia del bambino tra il pollice
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e precisi. Il luccichio del cuoio scuro rifletteva l
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la faccia. Sembravano quelli del mostro che trasforma le
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solo. ¶ Neanche gli uomini del cancello dormono. Loro devono
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nel contenitore al centro del tavolo. Lo sollevò subito
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segnato dall’unghia nera del pollice. Fece lo stesso
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sporcava il legno chiaro del tavolo. ¶ Nino rovesciò il
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vaso vuoto a fianco del frigorifero. Dalla finestra il
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gorgogliò contro la plastica del secchio schiumando appena. ¶ Infilò
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rosso scuro più grande del mondo. ¶ “Adesso mescola,” disse
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in giro. A fianco del lavello c’era il
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rigirò nell’acqua torbida del secchio. Il suo braccio
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morire contro le pareti del secchio. ¶ Nino si scrollò
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mattonelle rosse mal livellate del marciapiede. ¶ La riga d
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solco. ¶ Toccò il vetro del finestrino, poi la leva
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bottoni colorati, la leva del cambio. Lo stavano aspettando
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poi il rombo assordante del motore invase la stanza
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pareti. ¶ Strinse la leva del cambio e mise la
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di destra. ¶ La luce del sole iniziava ad avvicinarsi
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avvicinarsi mentre l’ombra del garage rimaneva indietro, intrappolata
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forte che la schiena del vecchio rimase incollata al
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che conduceva all’uscita del giardino. ¶ Pietro rallentò di
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di fronte agli uomini del cancello, staccò i piedi
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fece scattare la lama del coltello, poi la richiuse
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dappertutto, in qualsiasi posto del mondo. ¶ “Più forte! Più
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barba fino alla punta del mento: “Luigi lo sa
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dal volante. ¶ All’inizio del garage la macchia si
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annuì, ma tanto prima del Parlamento sarebbe andato al
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palpebre pesavano il doppio del normale. Più Pietro si
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monumento e la statua del cavaliere con la grande
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i cowboy avevano fatto del male ai bambini della
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All’inizio il viso del pellerossa rimase vivo, poi
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alle molle di ferro del letto. Strinse le mani
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acqua contro la lamiera del tettuccio. Il tuf tuf
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tettuccio. Il tuf tuf del tergicristallo riempiva tutto l
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si fermò. Gli uomini del cancello si avvicinarono e
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vetro. Con la punta del naso che toccava la
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pioggia batteva sulla lamiera del cofano e del tettuccio
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lamiera del cofano e del tettuccio, mentre le ruote
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stata verso la fine del viaggio, quando anche i
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Lui e l’uomo del cancello si fermarono. ¶ Pietro
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andare guardò l’uomo del cancello rimettersi il cappello
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attaccava addosso. Molto peggio del letame rinsecchito che Nino
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nascondeva dietro la schiena del figlio e ogni tanto
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giù seguendo ogni movimento del marito. ¶ “Sali subito, Giovanna
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e sporche a fianco del condominio. Il puzzo insopportabile
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tolse soltanto alla fine del tunnel, quando il ronzio
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una colonna al centro del corridoio, tutta rattoppata di
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davanti agli occhi vispi del figlio. ¶ Poi Luigi spalancò
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c’erano gli uomini del cancello, seduti a fumare
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piccolo armadietto a fianco del frigorifero. ¶ Pietro arricciò le
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sedette al lato lungo del tavolo e lui girò
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cotone la copriva quasi del tutto. Da com’era
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potente e più strozzato del primo. ¶ “Stanno bene.” ¶ “E
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e aprì la porta del bagno. ¶ Poco dopo, Pietro
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lui, in un’incavatura del muro, la Madonna di
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scendevano illuminavano ancora metà del bianco del muro. ¶ Scattarono
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ancora metà del bianco del muro. ¶ Scattarono appena sentirono
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motori e il suono del clacson. ¶ Corsero subito attorno
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uguali. Poi gli uomini del cancello. E suo padre
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finestra e la luce del sole entrò nello studio
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c’è il figlio del pasticcere? È proprio un
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un tratto lo strofinio del suo straccio diventò più
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Luigi coprì il foro del pannello di legno. ¶ Pietro
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Si mischiavano al sudore del viso, due piccole lacrime
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sudore riempiva ogni spazio del nascondiglio. L’aria calda
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gambe della sedia e del tavolo. Illuminava la cartella
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regala anche i fiori del giardino. Prima quando papà
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e precipitarono ai piedi del boschetto, poco lontano dalla
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sul tavolino a fianco del divano con le gambe
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di fianco a quella del figlio e prendendo la
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crostata in un angolo del tavolo. Poi avvicinò la
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al libro, la poesia del ragazzo innamorato era coperta
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pagina lontana da quella del ragazzo innamorato. ¶ 13. ¶ Il suono
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ed entrò nella luce del sole. Salì il primo
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plastica bianca come quello del dentifricio. ¶ “L’ho comprata
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disse Pietro. ¶ La punta del coltello toccò il risvolto
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si scansò a lato del mobile. ¶ “Non devo mettere
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in tutti i posti del mondo. L’aveva fatta
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passando seduto sul pavimento del vecchio garage. Si era
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improvviso. E appena fuori del vecchio garage c’era
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il più grande pilota del mondo!” ¶ Pietro aveva annuito
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piattino azzurro al centro del tavolo. Pietro non aveva
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letto e a quella del ripostiglio. Non c’erano
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legno. Andò a quella del bagno e vide che
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Passò tra gli alberi del bosco dove ogni tanto
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c’erano gli uomini del cancello, a lei non
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Per la maggior parte del tempo che Pietro fu
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levò, appoggiandola sul ripiano del mobile. Le sue piccole
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ritardo,” disse il figlio del pasticcere pulendosi le ginocchia
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Si bloccò alla fine del sentiero. Al di là
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guardare gli occhi buoni del vecchio. Inchiodò lo sguardo
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occhi fino al terrazzino del terzo piano che dava
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era stato il peso del barattolo. Pietro aveva tagliato
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gli dà i soldi del lavoro che non ha
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ha avuto.” ¶ “I soldi del lavoro?” ¶ “I soldi… i
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E neppure il tintinnio del mazzo di chiavi e
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coprì l’intera punta del legno. ¶ Pietro lo guardò
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pugni contro la testa del figlio, senza mai fare
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mani, ma la furia del padre lo spinse contro
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se tutti gli aghi del mondo fossero conficcati dentro
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una parte all’altra del giardino, asciugandosi il sudore
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verso il ronzio lontano del tosaerba. ¶ E l’aveva
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far crollare il tetto del nascondiglio con una parola
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arrivato il prato verde del campo di calcio. C
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un giocatore della squadra del nord che aveva fatto
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a dopo la metà del campo. Lì un altro
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i giocatori della squadra del nord si erano messi
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d’acqua. ¶ La fretta del gesto la fece quasi
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la testa al viso del figlio. Gli occhi feroci
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di lui. I colpi del grande orologio battevano lenti
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restò seduto sul bordo del letto. Fissò sua madre
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suo padre al centro del letto, quel viso asciutto
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arrivava fino alla fine del letto, le mani incrociate
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per una, nella penombra del corridoio. Poi le sue
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infilarsi sotto la cassapanca del corridoio. Lui ora andava
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era finita sul quadro del­l’uomo con i
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frugò in ogni angolo del corridoio e si fermò
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sudato l’impugnatura liscia del coltello. ¶ Guardò il buio
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mani, tastò il legno del comodino e il cappello
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a terra, al lato del letto, attaccato a suo
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fila con una bolletta del riscaldamento da pagare. Era
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chiamarono il numero prima del mio. Fu adesso, mentre
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un mistero. La cifra del riscaldamento diventava più preziosa
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mai premeditato l’atto del romanzo, ma tornando a