Clarice Tartufari, Il miracolo, 1909

simile nei larghi fogli del volume che Gentile leggeva

silenzio alle frasi sconvenienti del maestro, che lo nauseava

trionfante - eccoli i risultati del tuo bel metodo. Inciamperai

Vanna, curva sulla batista del ricamo, simulava di tossire

muro le tonde spalle del maestro, il quale, nel

lasciato cadere sulla cervice del nobile e infingardo signorino

logica adamantina le obiezioni del bimbo si arrestavano come

per la stupida inferiorità del topolino. ¶ Ermanno la guardava

ciocche aulenti, la facciata del Duomo riviveva, i volti

rimorso e la paura del castigo divino non glielo

era svolta in piazza del Duomo la festa graziosa

aveva trascorso buona parte del pomeriggio dentro la Cattedrale

giudice; certo la figura del Cristo, pacata in viso

mano sopra la sfera del Mondo e la palma

giacchè il pennello lieve del Beato Angelico dispensa grazia

tutta fuoco la sfera del Mondo. Sognava? Era desta

nervi e dall'esaltazione del suo spirito? Non sapeva

piedi presso la sponda del letto, e accarezzandole con

ridente, avvolto nelle pieghe del lungo camice, Vanna immaginò

sè, tenacemente, una mano del bimbo. ¶ - Io invece facevo

divina! Era un avviso del Signore, il quale si

e la castità sacerdotale del figlio, ella avrebbe potuto

e deludere le insidie del nemico. ¶ - Ho sonno, voglio

e contrarietà alla realizzazione del suo progetto. ¶ Il primo

grosso pomo di avorio del bastone e la faccia

da sostenere nei preparativi del corredo. Ella non conosceva

il danaro al tasso del cinque e procacciarle così

più saldo della torre del Moro e che noi

particolarmente per l'onore del Duomo di Orvieto! Ma

di Dio, nell'ossequio del Sacro Soglio, e in

aveva scelta la via del sacerdozio di propria libera

giacchè presso la soglia del pio istituto si buttò

che, dentro la cappella del seminario, si andava compiendo

veste con le parole del rito: ¶ - Adiutorium nostrum in

erano le mani servili del vecchio Titta; ma le

obbligo della lettura e del silenzio durante il pasto

i seminaristi grandi, quelli del corso di teologia, schernivano

adesso tutti gli davano del voi, chiamandolo Monaldeschi, compreso

ricreazione, presso un angolo del vasto cortile, gli si

di classe, la scelta del santo protettore, sotto cui

particolarissima fiducia. ¶ Il lavorìo del pensiero in lui era

interpretare la mente imperscrutabile del Signore. ¶ Ermanno, in piedi

sole scherzare sugli alberi del cortile, di nuovo interrogò

potè misurare in occasione del settimo Centenario della morte

la piazzetta, lo scroscio del temporale raddoppiò di furore

sferzata, con le ali del cappellone agitate dal vento

salmodiava secondo le regole del cantofermo, era il chierico

ascoltando i consigli insidiosi del serpente; si ricordò che

la particolarità più insignificante del tafferuglio, e che restava

cauto a una finestra del pianterreno, dietro l'inferriata

paura dentro il palazzo del Cornelio ed i canarini

Vanna? Perchè? ¶ Il gomitolo del filo d'oro scivolò

ancora fra la violenza del suo desiderio e l

desiderio e l'abitudine del suo rispetto. ¶ Ma Vanna

sè, con l'aiuto del tappezziere, e non ristava

di farsi spingere fuori del letto dagli ossequiosi rimproveri

meglio esprimeva il carattere del suo sentimento, era: Süsses

popolata solo dai fantasmi del loro amore. ¶ I seminaristi

le due guglie superiori del Duomo fiammeggiavano nell'inquadratura

da rivolgerle in nome del nobile Gentile Monaldeschi, il

aveva cullato; in nome del nobile Ermanno Monaldeschi, il

tradimento, contro lo splendore del nome Monaldeschi, la sua

i gomiti sull'orlo del tavolinetto rotondo e cominciò

accuse mute e terribili del vecchio Titta, il quale

veduta uscire dalla porticina del giardinetto e aveva udito

te, per il decoro del tuo nome, che è

cristiano, turba le leggi del consorzio civile e dovrà

piedi vicino all'apertura del balcone, gli disse con

nel perorare la causa del proprio martirio. ¶ Egli si

regolarmente, citandogli intere strofe del Trombettiere di Säckingen, delizia

giocondo, incontrandola in piazza del Duomo, mentre ella usciva

contro come la biscia del ciarlatano - e nell'accesa

meditata. ¶ Vanna ebbe paura del figlio e ammutolì; poi

ed i sospetti vaghi del piccolino, andando in collera

alleviato il peso immane del suo cordoglio; e, per

avviandosi verso un angolo del salottino, col passo deciso

fuori tutte le bugie del signor Frì e ricordandosi

bastone, dietro le spalle del signor professore, quando lo

di fare il giuoco del povero cieco, che domanda

Serena. Era forse colpa del suo cherubino se ella

eterna vicenda, sulla piazzetta, del sole che arriva e

nel sole un'aiuola del giardinetto fiorito, uno squillar

delizie sparite. ¶ Dalla soglia del giardinetto suonò precisa la

la gioia al pensiero del breve appello, che rivolgerebbe

a tutt'i santi del calendario gli stessi omaggi

quando, nel giorno spaventevole del Giudizio, il Signore avrebbe

in confessione, la storia del suo peccato? Egli, il

sportello infisso all'altezza del suo viso, e Vanna

loquela senese: ¶ - Si occupi del suo caro bambino, sorvegli

dopo vespro sulla gradinata del Duomo. ¶ Egli si scusò

per la melanconia lacrimosa del cielo, come impiccioliti fra

perchè monsignore la privava del suo appoggio? E se

Il sacerdote, un canonico del Duomo, predicatore e teologo

quali, con le labbra del confessore, dicevano per lei

ch'ella, nello smarrimento del suo spirito, immaginava accaniti

modo speciale sulla virtù del sacrificio, e le spiegava

poi l'altezza solitaria del monte Peglia, poi, digradando

case brune, la mole del Duomo coperta del suo

mole del Duomo coperta del suo tetto rosso, bianca

per magnificare la gloria del Signore. ¶ Fritz Langen non

discrezione, poichè la facciata del Duomo è, in verità

e schietti all'ombra del cappello piumato. La florida

rosea nella luce rosea del pomeriggio primaverile. ¶ Una tale

stava aggrappata alle falde del soprabito, esclamò: ¶ - Oh! dunque

davanti alla parte destra del muro divisorio, implorando Sua

cielo fin dalle origini del mondo, e dal cielo

e sospirò; l'ombra del cappello celava la parte

celava la parte superiore del viso; la bocca morbida

titani dentro le fucine del Mongibello. Anzi, lo scoppio

apparivano alquanto più lunghetti del necessario, con una munificente

colore. ¶ La stampa cattolica del Carroccio, rappresentata da uno

ma, per il giorno del primo maggio, festa del

del primo maggio, festa del lavoro, paurosi avvenimenti si

dei signori. ¶ La sera del trenta aprile Orvieto mostrava

Vittorio Emanuele, era deserto del suo vezzoso pubblico femminile

tale scopo s'industriava del suo meglio. ¶ - Vi scherniscono

egli diceva ai partigiani del Carroccio. ¶ - Vi paragonano all

grifi - diceva ai partigiani del Lavoro. ¶ Le parole di

Fritz Langen, quella sera del trenta aprile, aveva invitato

alla fiaschetteria di piazza del Cornelio, il Paterino, arrabbiato

nulla, per la generosità del signor professore. E poi

fissava tetro il fondo del suo bicchiere. ¶ - Impastati così

beffardo. ¶ - E l'Opera del Duomo? - egli domandò, strizzando

Certo, certo, la Fabbrica del Duomo - il Paterino esclamò

si parla. L'Opera del Duomo era formata dei

tenersi donne a spese del Comune. Ma così il

eresia dei paterini, peste del comune, peste della chiesa

attenzione, perchè, nel calore del discorso, gli altri precipitavano

lui l'espressione massima del godimento. ¶ - Perchè trascendere? Non

eccitato che il pizzo del mento si alzava e

la processione in onore del santo attraversa il Corso

volesse cimentarsi alla conquista del mondo! ¶ Egli gioiva nell

se le magnifiche energie del suo temperamento avessero potuto

dalle nari le spire del fumo odoroso e, seguendone

suoi castelli, in vista del Reno, e ammirarla galoppar

potuto discendere dalla facciata del Duomo e percorrere in

pareva morto. Il negozio del Paterino, nelle vicinanze della

nelle vicinanze della torre del Moro, rimaneva chiuso, sbarrato

ostentamente le opinioni ribelli del proprietario, e solo il

sede loro in piazza del Cornelio era rimasta silenziosissima

a gesticolare. Nei pressi del Teatro, il drappello si

dunque precipitate nel fondo del fiume Paglia dalle vette

aveva interrotto la regolarità del suo martellare, in cima

era sguisciato dalla via del Duomo nel viottolo scosceso

di sciorinare alla luce del sole la sua molta

si fece gridare gonfaloniere del popolo e della giustizia

divise nei quattro rami del cervo, del cane levriere

quattro rami del cervo, del cane levriere, della vipera

avere appetito all'ora del pranzo; ma voglio prima

bene; ero già avvisato del suo arrivo. Lei vuol

e seminascosta nel grosso del muro. ¶ La porta si

giardinetto, avvolto nei pulviscoli del sole, era un incanto

urna, e alla parete del vestibolo, bianco e nitido

due guglie più alte del Duomo sembravano lanciate verso

collocate davanti alla finestra del suo pianerottolo, erano davvero

ordine, la piena luce del giorno. ¶ Fritz Langen guardò

mobili, sollevò le coltri del letto a molla, poi

spiritati dietro le spalle del signor professore, ella aggiunse

premura: ¶ - Compresa l'acqua del bagno e della doccia

nè contro i partigiani del Papa, nè contro quelli

ogni cuore, in grazia del suo rumoroso entusiasmo comunicativo

a nutrire gli animalucci del buon Dio; se quando

di verzura in piazza del Cornelio per domandarle, tenendo

la immensa mole secentesca del palazzo Cornelio, mezzo in

Comune e all'Opera del Duomo, conobbe un altro

città umbra all'epoca del Rinascimento. ¶ - Pio II, Enea

in Orvieto nel febbraio del 1460 per pacificare definitivamente gli

mattina, per alcune ore del giorno, Fritz Langen disponeva

in mezzo alle nebbie del tempo per non lasciarsi

coll'indice l'attenzione del giovane dotto sopra un

stava solo in piazza del Duomo a contemplare la

tirandolo per la manica del soprabito, gli chiese ardita

in piroscafo la montagna del San Gottardo. ¶ Serena fu

le abitudini, l'orario del sonno e dei pasti

soavi: «Ecco l'ancella del Signore». ¶ Non fu necessaria

insolitamente misurato, le narrò del suo paese lontano, là

ripetono nelle onde azzurre del Reno, mentre le cicogne

universo, lasciarono sulle spiagge del Reno un manipolo delle

potessero frugargli nelle tasche del soprabito. ¶ - Aiuto! San Nicola

mani dentro le tasche del soprabito, facendosi violenza per

a recarsi nella tenda del condottiero nemico, vestita solo

aveva letto la nobiltà del suo buon sangue più

pensava agli scherzi allegri del vento ghiaccio o forse

signora, sciorinava sull'orlo del tavolo il mazzo delle

l'archivio dell'Opera del Duomo. ¶ Oramai non avrebbe

tranne forse nelle pitture del Botticelli, egli aveva incontrata

grida giubilanti le vôlte del salone, ed ella accettò

gran passi da via del Duomo e Mamsell' Pfefferkorn

pomeriggi, seduto in vista del Partenone tra cardi e

come il verde tenue del grano in germoglio, Fritz

acqua e le nuvole del cielo, comprese perchè nelle

è irreale la gioia del nostro cuore. ¶ A un

rondini innumerevoli, la facciata del Duomo pareva umanarsi nella

umanarsi nella luminosità blanda del tramonto, e le figure

Ranieri troneggiava nel mezzo del balcone e, al suono

precipitò per le scale del palazzo dell'Opera e

impietosita alla disillusione crudele del pover'uomo, udì le

si mise alla ricerca del gobbo, incitandolo con parole

altro, indignato, gli dette del pazzo senza metafore, si

a mezzanotte, nel silenzio del talamo vedovato, dopo aver

riconosciuto. Taluni impercettibili segni del volto adorato le tornavano

palpebre per la delizia del marmo freddo al contatto

a portarle la tazza del caffè sopra il vassoio

la notizia? La figlia del sottoprefetto si è fidanzata

grandiosità eccessive della moglie del capitano, che sfoggiava rinfreschi

suntuosi ne' suoi ricevimenti del venerdì, ma che non

poltrona, e rimaneva, fuori del tempo, con le mani

vividi, estraeva dalla tasca del grembiale un mazzo di

a mucchietti, sull'orlo del tavolo. ¶ - Oggi è il

è il secondo venerdì del mese e non c

cose. Nel secondo venerdì del mese le carte sono

e facendolo cacciar fuori del Paradiso terrestre. ¶ Vanna rispondeva

al solo gesto svogliato del bambino già si sentiva

si accaniva, a danno del bambino, sui casi e

aveva addotto la scusa del sangue caldo e dello

pugni chiusi sull'orlo del tavolo. ¶ - Studia, invece di

era immune dalla tabe del pensiero; l'orgoglio di

si tenevano in presenza del bambino, il quale, ben

vero; ma nel cervello del bambino frattanto si compiva

si presentavano all'ora del caffè Bindo e Villa

già arrivata; alla metà del pasto e si era

bicchieri con la lama del coltello e nel dire

papale è un ordine del giorno rivolto dal capo

taceva e divorava, preoccupato del modo di maneggiare la

nesso, seguendo i giri del suo volubile pensiero; narrava

nome. Vivevano sulle rive del lago quando le case

Palmina era più dotta del buon vescovo Turpino sulle

ricordava benissimo, la cugina del cognato di suo padre

maleficio dalle membra smunte del bambino, chiedendo in cambio

soprassalto e la dolcezza del bacio sognato era interrotta

gli espose i fenomeni del suo male con parole

faceva a una finestrella del primo piano e se

contemplare il viso tondo del bambino, spirante letizia infantile

negozio?... frugò nelle tasche del soprabito, ne trasse una

l'indirizzo: ¶ - Il negozio del riveritissimo signor Bindo Ranieri

passo con moto lieve del busto e piegandosi appena

esiste un atto notarile del 1765 in cui si parla

durante i movimenti rivoluzionari del 1849, e nonno del nobile

rivoluzionari del 1849, e nonno del nobile Gentile Monaldeschi, il

celebre nelle storie orvietane del medioevo. ¶ - La chiameremo allora

Rosa approvò con gesto del capo e Villa soggiunse

gli specchi. ¶ - Una farfallina del buon Dio! - disse Domitilla

cartoline finissimamente illustrate, fotografie del Duomo, minuscoli vasetti di

anche essi la gloria del Signore. ¶ Dal portale un

sinistra, innanzi al reliquiario del Corporale, e si recò

occhi mortali sulle magnificenze del Paradiso, tanto la gloria

interrorita nelle figurazioni terribili del Signorelli. ¶ La predicazione dell

subito con la chiaroveggenza del suo cuore amante e

viso tra le pieghe del velo per sottrarre l

osannavano e dalla cappella del Corporale si diffondevano le

i capelli la punta del corno adunco e tenendo

contro cui i santi del deserto avevano battagliato e

i due fermagli gemmati del libriccino d'avorio splendevano

simile a un duca del Rinascimento; Titta, in abito

Attraversarono così la piazza del Popolo, costeggiando il grandioso

per ammirare sul balcone del Palazzo Municipale gli ombrellini

e, presso la torre del Moro, Bindo Ranieri, ridendo

in cima alla torre del Moro! ¶ - Vogliamo vedere la

mentre le ali bianche del cuffiotto si gonfiavano e

bimbi scomparvero in via del Duomo, inseguiti dal povero

di fronte all'ingresso del Duomo. ¶ Il portale di

sotto i balconi drappeggiati del palazzo dell'Opera, si

dall'ostia, nelle mani del prete tedesco, e perchè

illustre, dove la ricchezza del metallo è vinta dall

tela portante le traccie del preziosissimo sangue. ¶ Anche Serena

lui, la mussolina bianca del cuffiotto di lei formarono

di nuovo alla sfilata del sacro corteo. ¶ Sarebbero inevitabilmente

Titta presso la torre del Moro, dove Bindo Ranieri

nel Duomo la Camera del lavoro e servirsi del

del lavoro e servirsi del reliquiario per custodirvi dentro

ci metteremo la Camera del lavoro. ¶ - E sopra gli

sopra gli stalli intarsiati del coro vi metterete a

fabbricato forse coi quattrini del comune? Da tanti secoli

messo la prima pietra del Duomo? Sei stato tu

i registri dell'Opera del Duomo? Sai chi erano

mano una penna invece del rasoio. A ciascuno il

limpidissima, dal viso collerico del Paterino al viso canzonatorio

dentro la luce fluida del miro gurge dantesco. ¶ Per

mitra e i broccati del suo piviale, arrestandosi impavido

giunte, quando i portatori del tabernacolo si davano il

mani, giacchè la processione del Corporale non è per

sposi; ma, coll'andar del tempo, le opinioni si

di lei alla memoria del marito; altre la tacciavano

suoi ornamenti sul corpo del marito; ma quella mattina

nel rivederla alle Funzioni del Duomo, stellante di bellezza

mollemente sotto la falda del cappellino fiorito, con le

entrò nei saloni affollati del palazzo dell'Opera e

farfalle bianche, le note del concerto cittadino si confondevano

Duomo per la festa del Santissimo Corporale, e monsignore

marcare lo svelto passo del sacerdote. ¶ Ella posò la

la fronte alla ringhiera del balcone e lasciò cadersi

e dai rami penduli del gelsomino i piccoli fiori

arcata, zuffolando il motivo del brindisi: ¶ Il segreto per

l'illuminazione in piazza del Duomo? ¶ Il bimbo rispose

per fare il giuoco del piroscafo? Questo bel giuoco

a giuocare il giuoco del piroscafo. ¶ Allora i due

per simular il rullio del bastimento. Ermanno l'imitava

mare, imploravano l'aiuto del dottore e dell'equipaggio

le voci l'urlo del mare in burrasca, mandavano

Ermanno si slanciava fuori del piroscafo e ghermiva Serena

voglio fare il giuoco del piroscafo con Serena; fammi

Quella creaturina è cosa del Signore, e io prego

lei, meschina, all'onniveggenza del Signore. ¶ E c'era

acquistare pregio al cospetto del Signore, ammirandolo ed esaltandolo

per esalare la piena del suo cuore devoto, come

ella magnificava la gloria del Padre, il quale aveva

da cui la solennità del Corpus Domini ha tratto

goderla, celebrando la bontà del Signore - e si raccolse

Un sacerdote tedesco dubitava del mistero della incarnazione nella

può scendere il corpo del Figliuolo di Dio? Perchè

io sento il sapore del grano che la madre

di sentir il sapore del sangue? Compisci il miracolo

veracemente io mi abbeveri del tuo sangue prezioso! - Così

prosternò sopra la tomba del principe degli apostoli e

Oh! misericordia senza limiti del Padre celeste! L'ostia

diventò vermiglia nelle dita del celebrante, che cadde tramortito

il Corporale rimase bagnato del sangue che l'ostia

l'accolse alla presenza del popolo. San Tommaso, che

Bagnorea, compose l'orazione del Corporale e, buttatosi ginocchioni

al Crocifisso, per ordine del Santo Padre, lo interrogò

ogni anno il Corpo del Signore. ¶ Domitilla Rosa, curvata

festanti echeggiò dalla piazza del Duomo. ¶ - Ermanno, guarda - Vanna

accarezzando le anella diffuse del bimbo. - Guarda, Ermanno, il

fuoco. Illuminano la facciata del Duomo. ¶ Ermanno non si

aveva impedito la processione del Corporale; ma in quella

così radioso, l'oro del sole nascente si mesceva

Rosa, fin dalle tre del mattino, quando le campane

avevano annunziato l'esposizione del reliquiario, si era immersa

i mariti in vista del palazzo del Capitano di

in vista del palazzo del Capitano di popolo e

nelle linee i segni del Sangallo o dello Scalza

in tarsia qualche seggio del coro. Forse, nata e

di lascivia i signori del mondo; ma, nata e

in lui. ¶ Nella via del Duomo, presso la bottega

Chi avrebbe potuto far del male a una simile

a una simile farfallina del buon Dio? Quasi a

me nell'ebbrezza gioiosa del mio sogno? E lo

e la campana sola del Duomo continuò ad innalzare

sua voce. Le note del suono, affrettate dapprima, divennero

scrutare la massa quadrata del letto e, mal frenando

voce, l'abbaiare festoso del cane. ¶ Il bimbo infatti

prolungavano la snellezza elegante del torso, con le braccia

e instabili dalle maniche del camice prolisso. ¶ Egli tentò

cui fronte le stille del sudore sembravano perle. Somigliava

a sfidare l'urto del vento, provocava sempre gli

provocava sempre gli scherni del bambino. ¶ Egli lo chiamava

L'orologio della torre del Moro suonò alla sua

suonarono, segnando le cinque del pomeriggio. ¶ Vanna tra poco

esse sopra la cute del petto, le trasfondeva una

traendo sospiri dal fondo del petto, si gettò sopra

era semplice al pari del suo piccolo bambino; e

una voce, la voce del ricordo, le giunse dal

seno presso la sponda del letto e sollevava il

sua la piccola mano del bimbo per tenerselo fermo

maliziosa, comprendeva le astuzie del suo bambino malizioso e

facendo svolazzare le pieghe del camice, acciocchè la mamma

al Signore Iddio, creatore del cielo e della terra

che l'indomani, festa del Corpus Domini e nono

in Paradiso l'anima del tuo povero babbo e

toglierlo presto dalle pene del Purgatorio. ¶ Ermanno spalancò gli

parole e l'immagine del Signore gli si presentò

cappella ed i pensieri del bimbo avevano preso un

vibrante per l'orgasmo del desiderio. ¶ Vanna prese una

molta deferenza l'immagine del santo e si rifugiò

di vedere il quadro del Duomo - ella esclamò. - La

esalante dall'abito accuratissimo del sacerdote. ¶ Non avevano troppe

varie preoccupazioni di rettore del Seminario; Vanna intenta, a

non seguiva il filo del ragionamento; ma quella fresca

altro giorno egli, servendosi del linguaggio simbolico dei libri

di chiamarla presto partecipe del celeste convito, ov'ella

l'anima tersa più del cristallo e ciò dev

il giovanetto sulle vie del bene. ¶ Vanna sorrise e

famiglia, il tutore morale del suo bambino. Si guardi

in avanti sulla ringhiera del balcone, non osava guardare

Domitilla Rosa, nella fissità del suo sorriso, rispose con

essere nato ai tempi del diluvio. ¶ Monsignore, facendo girare

giungeva il suono rauco del violoncello, sopra cui don

era vissuto all'ombra del Duomo, tantochè gli orvietani

gli orvietani non parlavano del Duomo senza pensare a

pensare ai fianchi robusti del Duomo. ¶ Egli si sberrettò

scatto, rivolgendosi dalla parte del Duomo ed esclamando: ¶ - Son

aderì con un cenno del capo. ¶ - Sono anch'io

animo riposato all'avvenire del suo bambino. ¶ Infatti, con

lussuoso al primo piano del palazzo Miscitelli, largheggiare coi

degno che il miracolo del palazzo che trema si

pensiero che i regolamenti del seminario vietassero d'imporre

dalle figure della facciata del Duomo la varietà degli

impettita vicino alla torre del Moro, e nessuno si

sola, contrariamente al costume del paese. Non era ella

riguardi, incontrandola per via del Duomo: ¶ - Stia attenta, signorina

tornò subito all'idea del cappello comèta. ¶ - Stia attenta

attenta, signorina. La coda del cappello le svolazza sul

durante il fosco periodo del fanatismo di Ermanno adolescente

un anno più avanti del compagno nell'età e

donna intorno alla volontà del vecchio accanito nella difesa

esclamò Ermanno. - La storia del testamento mi consola quasi

possedeva per ogni sfumatura del sentimento una particolar maniera

misurare, adesso, la vastità del tempo; sapeva di civiltà

e, per la pace del suo spirito, s'imponeva

come quei santi monaci del deserto, che si menomavano

per deludere le insidie del demonio. Ma la ragione

tardi per l'ora del pranzo - ed entrato nel

dicevano la consolazione festosa del suo cuore! In fondo

sotto il bacio carezzoso del sole di novembre, parevano

lievemente, la tenerezza protettrice del figlio che, fatto uomo

saldezza orgogliosa e semplice del bimbo che, in altri

presso alla soglia augusta del sacerdozio, in ogni inflessione

tutta grazia nel trionfo del suo orgoglio materno, si

È una piccola farfallina del buon Dio! Vola per

che una piccola farfallina del buon Dio, e pretendeva

certo, illuminato il cuoco del suo spirito divino, mentre

per prepararsi alle esigenze del suo magistero, preferiva interrogare

indotto a riflettere più del passato. Quello che gli

e spaccava il cranio del suo prossimo a colpi

cazzuola che edifica e del piccone che abbatte. Un

le casupole, una torre del palazzo s'indovina, e

finchè appaiono le colonne del tempio; si scava ancora

don Vitale, nella foga del suo zelo, inveì contro

peso alle parole demolitrici del giovane Pericle. Domitilla Rosa

virtù della grazia e del pentimento. ¶ Allora parlò «madamigella

tener desto lo spirito del bravo Ermanno; aveva desiderato

il portone di uscita del seminario; ma nessuno avrebbe

pallore a tali incertezze del figliuolo, e, giungendo le

con tutta la forza del suo mite cuore, spingeva

figlio, l'erede unico del nome, l'unico sostegno

Ermanno scendeva la scaletta del giardino per recarsi nella

di tirarle la coda del cappellino comèta. ¶ - Allora perchè

ipnotizzato dalla coda mobile del cappellino. ¶ - Sì, c'è

signorina Domirò, la farfallina del buon Dio, era tante

e poichè l'azzurro del cielo sorrideva tra i

tra i veli rosei del tramonto e la statua

gaie, i vent'anni del chierico presero ardire, insorsero

commossa per l'allegrezza del caro figliuolo, che le

benevola alla boccuccia infantile del professore bébé, una tumida

in questo lei fosse del mio parere, non ho

infatti annuì con moto del capo e, francamente, nessuno

presso la soglia pia del seminario. ¶ Le camerate si

deserti, muti, nel mistero del crepuscolo; il balconcino, in

dell'universo, la campana del Duomo mandava la eco

vigore snello alla conquista del cielo in quella ridente

primaverile, e la facciata del Duomo appariva benigna nel

volta ancora le campane del Duomo annunziassero la resurrezione

prima, dentro, la cappella del seminario, il vescovo gli

e la faccia ossuta del vescovo non aveva più

per gli atti simbolici del rito, gli rimaneva minacciosamente

davanti all'altar maggiore del Duomo, risentiva il contatto

ostacoli al sollecito compimento del suo noviziato ecclesiastico e

esse alzò il lembo del mantile da un canestrello

refettorio, l'odore sostanzioso del brodo gli provocò un

ritirarsi; ma le tavole del refettorio danzarono, le facce

cadde svenuto nelle braccia del prefetto. ¶ La malattia non

nelle sue una mano del giovane, mentre Vanna, curva

egli stesso le visite del medico, il quale, all

seminario e, attraversando piazza del Duomo alla sfuggita, per

non dicessero al mercurio del termometro: fermati non salire

i torrenti di luce del suo negozio inverniciato a

sorgere e il tramontare del sole, il velo scherzoso

che monsignore gli dava del tu? ¶ - Monsignore, monsignore - egli

estasi la faccia bianca del figliuolo riconquistato. ¶ - Non la

timore che il soffio del suo alito potesse nuocergli

io? - ma si pentiva del grido, si faceva umile

l'occhietto dalla facciata del Duomo, e di ciò

della rivelazione, il mistero del verbo uno e trino

uno e trino e del verbo incarnato, gli statuti

egli frequentava le classi del liceo: professori dotti, anzi

tardo pei calori eccessivi del giugno che finiva. Il

avrebbe preteso l'alleanza del rettore a scapito dei

ordinato. ¶ Sull'ora propizia del tramonto, Vanna doveva condurre

impaccio, le frasi roride del professor Corrado Gigli, il

angiolo - e, nella sincerità del suo zelo di ambasciatore

gl'indicò la porta del salotto e scese in

mentre al lato opposto del giardino Pericle Ardenzi e

svolazzante intorno alle falde del cappello, ombreggiava i riccioli

all'estremità più solitaria del giardino. ¶ Il velo azzurro

disse: ¶ - Non ha bisogno del mio consiglio per questo

rara. Si fidi pure del mio giudizio. Lei sarà

falce agli ultimi raggi del giorno e formava ampia

il sole nell'acqua del mare; ¶ le stelle in

il sole nell'acqua del mare. ¶ CAPITOLO III. ¶ Ermanno

orto, la secchia gocciolante del pozzo avevano assunto per

comica smorfia, nel pianto, del musetto di Serena. ¶ La

di Serena. ¶ La secchia del pozzo gli narrava di

femminili. ¶ Durante gli anni del seminario, egli non era

pronti per il pasto del mattino? ¶ Palmina stessa, entrando

tavole strette e lunghe del refettorio, i corridoi deserti

quattro colonne i rami del gelsomino rampicante si attorcigliavano

rimirando le fattezze infantili del caro figliuolo nei cari

e che le radici del proprio essere non s

placasse l'ira acerba del Padre. ¶ - Ecco, vedi, si

con metodo la teoria del libero arbitrio. ¶ Le stelle

mobili e il figlio del villano cantava una strana

sulla cavalla ¶ La cavalla del figlio del re, ¶ Lucciola

La cavalla del figlio del re, ¶ Lucciola, lucciola, vieni

inoltrasse negli oscuri meandri del suo discorso. - Capisci? Il

e fulgide le stelle del cielo. ¶ - Mi piacciono queste

tacque, e la voce del villanello ricominciò a cantarellare

sulla cavalla ¶ La cavalla del figlio del re, ¶ Lucciola

La cavalla del figlio del re, ¶ Lucciola, lucciola, vieni

trasportandolo con Serena fuori del tempo. ¶ - Vedi? - ella mormorò

di pepe», la farfallina del buon Dio; nè Ermanno