Ugo Foscolo, Tieste, 1795

d'amor, de' miei delitti, o negra, ¶ o spaventosa

figlio, ed altri atroci ¶ delitti risparmiare a questa reggia

cara al cielo; schiverà delitti». — ¶ E voce fu d

a Ippodamia) ¶ d'altri delitti, ¶ se fieno i suoi

di vendetta brama ¶ a' delitti strascinano! Rapito ¶ gli hai

in questa reggia di delitti i numi ¶ presiedono tuttor

insieme, spirerem felici. — ¶ De' delitti che medita colui ¶ non

e rancor: de' miei delitti ¶ il più enorme è

danno asilo a tai delitti: e pena ¶ Agacle avranne

Oh ciel!... vorresti... ¶ punir delitti con maggior delitto. ¶ ATREO

cui s'addice castigar delitti. ¶ Placato è mio furor

viver grave da tanti delitti ¶ contaminato, e da infamia

il rimembrar miei scorsi ¶ delitti, e a sdegno mi

racquisto. — Questo ¶ lavi i delitti nostri. Io ti perdono