Pietro Metastasio, Giustino, 1713

fino allora mostrata noia dell'amor suo, rotto il

fu gettato dalla violenza dell'onde sul lido di

liberati Giustino dall'oppressione dell'acqua, Sofia dal veleno

e Cleone in premio dell'opera sua ottiene Asteria

di Sofia. ¶ BELISARIO generale dell'armi imperiali. ¶ CLEONE greco

immenso ¶ Anche le forze dell'Italia tutta, ¶ Stender vedremo

certo tengo ¶ Che resterai dell'opra mia contenta. ¶ SOF

cagione ¶ A me fuor dell'usato in questo luogo

si ascose; ¶ Anzi più dell'usato anche vezzosa ¶ Sedersi

sarà negato, ¶ Sebben chiedessi dell'impero il freno. ¶ Vanne

il rio costume, ¶ Ove dell'ozio vil si fa

con questa legge alterna, ¶ Dell'universo per fatal sostegno

lacere vele, ¶ Il furor dell'irata procella ¶ Teme ancora

si conosce il danno, ¶ Dell'altra in noi sta

or venga Cleone, ¶ E dell'imperatrice esponi il cenno

Difficil cosa e fuor dell'uso umano ¶ M'imponete

Della romana Chiesa e dell'Impero, ¶ Che converranno in

tutti i pietosi uffizi ¶ Dell'infelice sposo al freddo

che proprio figlio? ¶ Ecco dell'uom la misera sventura

Giustino (ahi vista atroce!), ¶ Dell'amor mio, del mio

grondante ¶ Ancora il crin dell'infelice flutto, ¶ Aprir ver

armava il furore, ¶ Né dell'oro il fulgore ¶ Per

eravam, che la metà dell'opra ¶ Dirsi potea: ma

volte alle feroci scosse ¶ Dell'onde altiere io mi

pena; ¶ Perché il furor dell'impaziente Noto ¶ E l

E se la conoscenza dell'errore, ¶ Che voi mostrate

La più grata mercé dell'opra mia ¶ Sarebbe Asteria