Ada Negri, Di giorno in giorno, 1932

Quante volte, nel corso dell'esistenza, triste o lieta

ch'è il segno dell'irradiazione lunare. Il disco

Chiusa nella stretta gabbia dell'ascensore, ridotta a corpo

di salire l'arco dell'orizzonte, stranamente sembrava scendere

quasi rosea a filo dell'azzurro, con spolverature di

salubre e frizzante vibrare dell'aria esterna. ¶ La gatta

radice, tra i fili dell'erba e i ciuffi

erba e i ciuffi dell'edera, la sua corona

incorporei come i cirri dell'alba! Le fogliuzze, i

ginepri, i nuovi sòmmoli dell'edere, d'un verde

del guadagno, della gara, dell'ambizione. E ho considerato

di placare gli spiriti dell'uragano. Ma inutilmente. Un

tuoni, uniti al diluviare dell'acqua, allo squassarsi degli

musicale. Con l'aiuto dell'ombra che mi isola

un mare, nelle origini dell'armonia, mi riconduce alla

dal ramo, in balía dell'aria. ¶ Nell'interno d

rossiccio, e delle ramificazioni dell'edera, che s'abbarbica

piú oscuri, quasi neri, dell'abete – divengono filigrane di

acqua. ¶ Complessità, dignità, magnificenza dell'albero! ¶ Qualunque sia, fra

mi ritempri. Nella pienezza dell'esistenza, assaggio, in tal

di me, l'ombra dell'albero! A sua somiglianza

d'umido. Lo spettro dell'acqua, secondo l'ore

un'alga a fior dell'acqua. Le diresti boccioli

lungo, per la misura dell'ali. Chi sa se

sotto la grigia pesantezza dell'aria, visti una volta

deserto. Immediatamente, la purità dell'atmosfera, la novità dei

accompagna, vicinissima, la campana dell'Ave Maria: dalla chiesa

col fianco e parte dell'abside fa da muraglia

pur sorpassare il carro dell'Orsa Maggiore: come faranno

scavo e ne raccolgo dell'altra, divertendomi e riposandomi

vissuto i magici giorni dell'infanzia e dell'adolescenza

giorni dell'infanzia e dell'adolescenza? ¶ Ho fra i

Dolder, alle fresche foreste dell'Huitliberg, ai prati di

ve n'è pure dell'ultime cove di primavera

sapienza e dall'ardimento dell'uomo, non avrà mai

mandorlo sognati sul far dell'alba: dolcissimo legame fra

Stàffora, udii il respiro dell'acqua: poca, un filo

cuore dalla furia intermittente dell'acque, che fra l

occhi pungenti, piú neri dell'inchiostro. Forse, chi sa

Giuditta Grisi era quello dell'ugole d'oro italiane

al fianco, una Grisi dell'epoca nostra: quella che

Manon: sollevando le falde dell'abito a guisa di

momento rispecchiano il verde dell'erba. ¶ ALI E PIETRE

fulvo, che a seconda dell'ora dà nel roseo

il getto cosí puro dell'arco a tutto sesto

partirono pei quattro punti dell'orizzonte, formando nel cielo

venuti davvero, sul far dell'alba, che ancora era

formarsi e il calare dell'innumerevole stormo sulle lastre

anima. L'anima mistica dell'Umbria, che nell'ulivo

donna gettata ai piedi dell'amor divino e lí

di mistero. Un guasto dell'affresco le apre nella

di fronte alla scissura dell'Ordine. Poche sono le

ha riscontro nell'esistenza dell'altre sante. La vediamo

è il vero viso dell'Umbria assisiana, terra di

s'uniscono i turiboli dell'incenso, le fiamme dei

dei ceri ai lati dell'altare, le ghirlande elettriche

sua carità. L'apertura dell'anno francescano venne da

gemmata, fra i vapori dell'incenso, egli è come

e sprofondo nella vita dell'affresco. ¶ L'affresco è

vi rimane lo spasimo dell'uragano. Cristo agonizzante sulla

il mondo a testimonio dell'assassinio del Figlio di

questa piazzetta era intrisa dell'aroma de' suoi tigli

si mischiavano a quelle dell'incenso uscenti dal portone

terreno e come affermazione dell'inviolabilità dell'anima, che

come affermazione dell'inviolabilità dell'anima, che solo dipende

non comprendiamo il perché dell'oscura inquietudine che ci

del corpo, la solitudine dell'anima in cerca della

propria perfezione. ¶ All'altezza dell'Eremo, dove la strada

occhi. Le due pareti dell'enorme spaccatura precipitano sino

alto sulla luce diffusa dell'orizzonte. ¶ Questa selva d

là, risalendo il letto dell'antico torrente reso asciutto

ed eccomi nel cortiletto dell'Eremo, accanto al pozzo

proprio spavento. Echi, vibrazioni dell'estasi mistiche, cui s

destra, fino al lobo dell'orecchio, il sommo della

rimanendo prigioniere l'una dell'altra sino all'ora

le mancava la dolcezza dell'amore e del perdono

perdono, e la potenza dell'abbandono mistico che anche

illuminazioni violente. ¶ In data dell'ottobre scorso ricevetti da

San Michele! Il pallore dell'arenaria n'era tutto

compagnia ai sereni porticati dell'Università, e, sia pure

riposo del corpo e dell'anima. ¶ Spesso, qui, mi

mia camera al limite dell'orizzonte, chiamano di frequente

foreste percorse dal brivido dell'acque divise in rami

forno nelle prime ore dell'alba: odore di giovinezza

soprattutto con gli studenti dell'Università: li portava gratis

di noleggio ai sabbioni dell'opposta riva, e viceversa

cielo, uscendo sul far dell'alba per andare al

un fiore ai piedi dell'immagine; ma i balconcini

quasi intatto, e parte dell'abside, con eleganti avanzi

in piedi che parte dell'ossatura. Troppe anime vi

discordia con lo splendore dell'edificio. Piú gloriosa l

Piú gloriosa l'opera dell'uomo, piú soverchiante il

grosso cànapo, dall'argine dell'alzaia, un barcone carico

è finito. Il tacere dell'organetto pone meccanicamente in

Longobardi, e con ricordi dell'anno mille, fra l

con le braccia umide dell'acqua insaponata dei mastelli

gennaio del 1809 (secondo volume dell'Epistolario): «A Pavia chiedi

abitazione, con grave disarmonia dell'insieme: di fronte è

non certo della stabilità dell'incarico, vi fece arredare

all'orecchio le campane dell'Ave Maria; e il

cattedre soppresse, pel corso dell'anno presente, con libertà

riga dà la misura dell'artista e dell'uomo

misura dell'artista e dell'uomo. Non so davvero

mezzogiorno, nell'Aula Magna dell'Università: presenti il Brunetti

appassionate, che il poeta dell'Ortis e dei Sepolcri

avanti l'edizione definitiva dell'Ortis: di circa due

avere perduto la freschezza dell'estro, l'impeto del

Si lagna del clima, dell'aria pavese che non

raccolto le pagine maggiori dell'opera del Santo. I

viviamo, al mondo reale dell'anima. La sincerità d

son colpiti dalla maestà dell'arca. Eppure l'arca

patina e l'autorità dell'avorio antico. Nell'ordine

dietro la grata metallica dell'altare. Assai piú dell

dell'altare. Assai piú dell'arca – di cui ho

un pilone a destra dell'arca: un'epigrafe latina

lapide a poca distanza dell'altar maggiore, stupendi esametri

decimo del Paradiso, evocatrice dell'«anima santa»: ¶ «Lo corpo

digradante sino a filo dell'acqua, si direbbe coperta

Pellagra! Pellagra!». ¶ A sinistra dell'argine, case e case

piú alta delle tre dell'ospedale: la cupola del

tutto, e, in causa dell'altezza, riflessa nel fiume

contro il riverbero rutilante dell'acqua, costruiscono una specie

rilievo caratteristico, piú maturo dell'età. Il naso all

Tumultuosi erano i giochi dell'allegra banda, le ore

vita e la parola dell'acqua, tutto sarà diverso

di riuscire: di curiosità dell'ignoto: del prepotente spirito

non si creda padrone dell'indomani, e vivo per

Fin dal primo giungere, dell'Italia si sentí innamorata

industria piú importante? Quella dell'essenza di rose. ¶ Un

matrimonio non pensa affatto. Dell'amore non parla mai

organismi simpatici. A parlar dell'amore la trattiene un

rassomigliano, fra le studentesse dell'Università. Ha sorelle qui

sottintesi, con la freschezza dell'acqua corrente. Insensibili? No

attacco del pollice e dell'indice e il principio

saperlo. Le altre linee – dell'amore, della fortuna, dell

dell'amore, della fortuna, dell'ingegno, delle avventure, della

riccone che s'innamora dell'umile fanciulla onesta, nozze

nostri, un maggiore attaccamento dell'uno all'altro: che

ma piú per amor dell'arte che per bisogno

mese dopo l'entrata dell'Italia in guerra. S

Settecento, o una mensola dell'Impero, o una credenza

è anche il capo dell'azienda. ¶ Il babbo del

e raschia, l'acrore dell'acqua ragia che pizzica

nel bosco. Il travaglio dell'uomo che cosa è

sui cardini il battente dell'armadio a muro, e

Osservandola, inquadrata nel vano dell'uscio che metteva alla

spirito incidersi nella probità dell'aspetto, e far di

uso del pollice e dell'indice destro, coi quali

so divertire le ragazze dell'istituto, quando si riuniscono

per un involontario ripiegamento dell'animo, ricordò un morto

piú funesta e corrodente dell'adulterio. Certo, ella avrebbe

in quel pallore, non dell'aria, ma d'un