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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «dell»

nautoretestoannoconcordanza
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1796
gli stenti. ¶ Or mentre dell’Europa in ogni banda
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e bel giovine, e dell’aio ¶ dalla tutela uscito
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Giappone. ¶ Era ei già dell’Impero saracino ¶ spirituale e
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e della malattia e dell’età ¶ sotto il peso
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un freno agl’impeti dell’ira? ¶ Che torni il
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detesto quella cerimonia, ¶ che dell’umanità schianta l’artefice
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Persi ¶ l’alto terror dell’armi sue distese, ¶ e
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Ottai dalle remote ¶ regioni dell’ultimo Oriente, ¶ il fier
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guerra ¶ del sacerdozio e dell’impero i capi: ¶ io
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ma che in compenso dell’argento e l’oro
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deh, vanne ad occupar dell’Asia il soglio». ¶ Tusco
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Batù del trono e dell’Impero ¶ esser 1’erede e
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e partir denno. ¶ Poi dell’immenso stuol che lo
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e le deserte arene ¶ dell’arso Gobi traversate omai
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e diè il disegno ¶ dell’ampia reggia, ove la
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ricompensato. ¶ Contro i rovesci dell’instabil corte ¶ teneasi ognor
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confuse entro la folla ¶ dell’indistinta nobiltà mogolla. ¶ Mentre
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stirpe di Comneno, ¶ me dell’Eussino mar su quella
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e altr’uom divenni. ¶ Dell’Impero mogol, che ancor
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mogol, che ancor nascente ¶ dell’Asia i regni tutti
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reso a segno ¶ che dell’impiego suo non è
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Togli il favor: degna dell’ampio Impero ¶ saria forse
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popolo la schiena ¶ sotto dell’oppressor giogo pesante: ¶ men
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quasi è il parer dell’Asia tutta. ¶ So che
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va contro i strali dell’oste nemica: ¶ non conosce
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è pur d’ire, ¶ dell’armi al primo marzial
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capricci ed alle voglie ¶ dell’aspro duce e dell
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dell’aspro duce e dell’altera moglie; ¶ o montando
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è la degna ¶ scuola dell’armi, ove il mestier
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per caratterizzar gli eroi dell’Asia? ¶ Di gentilezza poi
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in Mogollia. ¶ Quindi vedrai dell’ignoranza antica ¶ – e volgi
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segni. ¶ Torpe la nazion dell’ozio amica: ¶ non proteggono
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acciocché apprenda ¶ il bel dell’arte in forestier paese
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ma fra l’opre dell’arte, a parlar chiaro
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il gusto in te dell’europeo paese; ¶ ma il
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avvezza, ¶ che coi moti dell’occhio e col ghignetto
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il piacere. ¶ V’è dell’alma il piacer, v
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ancor d’essere istrutto ¶ dell’industria e commerzio del
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e premi, ¶ sparse alfin dell’industria i primi semi
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vedrai nel mondo tutto. ¶ Dell’atroce delitto ancor macchiate
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cede. ¶ Così alcun tempo dell’amor di Toto ¶ arse
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scaltrito berton allor dispoto ¶ dell’Impero e di lei
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per salvar il decor dell’ambasciata. ¶ Poscia persone a
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imposturar sempr’usa ¶ e dell’altrui credulitade abusa. ¶ Perciò
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rei, lo giuro, ¶ istigator dell’opre mie non furo
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parmi de’ premi miei, dell’amor mio, ¶ perciò sol
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ricche spoglie, ¶ l’opre dell’arte e di natura
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in seno ¶ visibil frutto dell’indegno ardore, ¶ e a
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soglio, ¶ e che cagion dell’onorata zona ¶ tu fosti
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giusta i voler supremi, ¶ dell’ordin nuovo i principali
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gioie avean della Corona. ¶ Dell’ordin fondatrice e gran
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l’articolo ¶ molto ha dell’importante e del ridicolo
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che amanti non siam dell’iperbolico, ¶ ad altri lascerem
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anni. ¶ Quegli, intenti un dell’altro allo sterminio, ¶ ciascun
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ciascun s’armava ognor dell’altro ai danni, ¶ la
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risorga dall’angustie estreme, ¶ dell’industria le vie tentar
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in quella ¶ infuse avea dell’arboscel chinese ¶ le aromatiche
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gli increbbe ¶ l’angustia dell’amico e la stranezza
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i lampi ¶ dal sen dell’ombre tenebrose, oscure, ¶ che
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vendette. ¶ Al gran fragor dell’ampie ruote, al fiero
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si rende ¶ al ministro dell’estere faccende. ¶ Già declinava
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finché il barlume ¶ apparia dell’aurora; e a pancia
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tuono, i gravi detti, ¶ dell’inesperto ammirator che gli
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e arditamente ¶ nel centro dell’Impero entrar propose, ¶ come
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più lontane ¶ la sede dell’Impero e del Gran
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e par che goda ¶ dell’aura popolar, è lungi
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esclamò «Baldracca oscena! ¶ Tu dell’ardir mi pagherai la
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una sostenne ¶ l’urto dell’altra e il duce
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e in sul confin dell’uno e l’altro
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ira ¶ dei Mogolli avvanzò, dell’aura infetta ¶ l’alimento
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non v’è chi dell’amico almen l’estreme
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che Gengiscan dal fondo ¶ dell’Oriente a conquistar menolle
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fasti assurdi e scempi ¶ dell’Impero mogol legger vorrai
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gentile ¶ sensibile al piacer dell’armonia ¶ e della dolce
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noia ei per schivar, dell’ozio molle ¶ indivisa compagna
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natura e il bel dell’arte ¶ stavasi un dì
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ed armansi in difesa ¶ dell’Evangelo e della santa
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Tommaso il dì fissò dell’udienza ¶ e senza sparmio
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gagliardo ¶ la santa immagin dell’eroe d’Assiso ¶ dipinta
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San Francesco ¶ e ritagli dell’abito fratesco. ¶ Monta Carpino
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formolari ella il richiese ¶ dell’arti e de’ mestieri
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e cicisbei, ¶ del cuoco, dell’orefice e del sarto
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legal deduzion de’ dritti ¶ dell’Impero mogol sull’universo
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mogol sull’universo: ¶ opra dell’imperial bibliotecario, ¶ professor di
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in Caracora. ¶ I portenti dell’arte ancor prodotto ¶ Italia
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Sol Bisanzio iva altier dell’arti sue, ¶ né gusto
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d’oro ¶ e profittar dell’ignoranza loro. ¶ Tanta è
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grande ¶ fin all’estremità dell’emisfero ¶ per mille e
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Catuna, che nemica era dell’ozio, ¶ con essi ancor
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il soglio ¶ e fargli dell’ardir batter la guancia
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che gli applausi acquistar dell’ignorante ¶ popolo ammirator dell
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dell’ignorante ¶ popolo ammirator dell’apparenza; ¶ ma il vivandier
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e non va mai dell’inimico a fronte: ¶ non
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monte ¶ nel circuito appar dell’orizzonte. ¶ L’edifizio non
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il corvo mandò fuori dell’arca ¶ per ricercar di
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sui ¶ e rider vuol dell’imbarrazzo altrui. ¶ Se talvolta
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ingegni eoi ¶ la version dell’arabo volume ¶ che fe
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sublimi. ¶ Poiché il terror dell’armi e la vittoria
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quel casolar qualche ristauro ¶ dell’epoca famosa alla memoria
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a Catuna l’onor dell’atto egregio ¶ col rimprover
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il fasto calchi, ¶ sol dell’esterno giudicar poss’io
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le redini a riprender dell’Imperio, ¶ e in paragon
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che non ignora, ¶ e dell’infedeltà l’assuetudine ¶ e
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che sul trono sedea dell’Oriente ¶ non sol privati
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ogni tema: ¶ egli introdusse dell’antico invece ¶ nel marzial
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sottrarre alla rapina ¶ vuol dell’immensa multitudin pia ¶ che
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più corte, ¶ cioè quelle dell’oro e dei regali
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arte esimia ¶ di far dell’or senza impiegar l
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e la faccia cangiar dell’emisfero. ¶ Er’ei per
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l’onor, la difesa dell’Impero ¶ confidò lor, benché
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e il duro padre, ¶ dell’accesso beatifico non degno
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sempre il parer vinse ¶ dell’inesperta gioventù che il
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esso, ¶ che la presenza dell’oggetto svela ¶ spesso i
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sponda eusina ¶ i prenci dell’Armenia e dell’Iconia
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prenci dell’Armenia e dell’Iconia ¶ lei d’Asia
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del poter sommo e dell’antico regno, ¶ e fer
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antico regno, ¶ e fer dell’altrui credula ignoranza ¶ la
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i tropici nel mar dell’Oriente, ¶ e or – cangiato
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trascorse, ¶ nonché l’ampiezza dell’avito Impero, ¶ e con
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popoli il lamento e dell’afflitta ¶ oppressa umanità la
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affaccia ¶ al lucido balcon dell’Oriente ¶ il torbido vapor
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putre terren sorto, ampiamente ¶ dell’emisfero ricopria la faccia
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famosi giuocator d’invito: ¶ dell’insano mestier vedi gli
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più criminosa ¶ e scuote dell’onor tutti i ritegni
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verun merto ho teco. ¶ Dell’auge a cui pervenni
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core ¶ tentò il fermento dell’antico amore. ¶ Ad Orenzebbe
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E or la presenza dell’oggetto amato ¶ tutti a
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la compagnia, far volle ¶ dell’intrepido eroe, del valoroso
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parco ¶ Catuna ad onta dell’ingrato suolo ¶ fe’ costruir
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tu vuoi! ¶ Non sempre dell’amante il vigoroso ¶ braccio
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fu il grand’impegno, ¶ dell’intemperie esposte allo strapazzo
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e crebbe, ¶ parve un dell’altro assai maggior di
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non affatto esser contento ¶ dell’impero mogollo e di
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io son troppo amator dell’episodio ¶ e che sempre
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rincrebbe ¶ della figura e dell’età l’ingiuria. ¶ Toto
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Né guari andò che dell’ordita trama ¶ l’insidioso
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istesse mura ¶ nel santuario dell’Impero stesso ¶ la tua
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e alla vendetta abbandonato ¶ dell’implacabil Toto; a un
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arcipelago reggea ¶ in compagnia dell’unico suo figlio. ¶ Gli
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Scardassal «Che amico fosti ¶ dell’immortal conquistator di cui
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amore, ¶ e osò darsi dell’aria e l’insolente
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panegirico ¶ più assai che dell’elogio ha del satirico
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nazione. ¶ E tutto pien dell’idea grande e vasta
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con violenti metodi presunse ¶ dell’ampia monarchia cangiar l
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sciocchi, ¶ del proprio e dell’altrui dissipatori ¶ e nei
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sempre del mistero e dell’imbroglio. ¶ Ma siasi pur
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destin pare ¶ a quel dell’Asia tutta anche il
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anche il Corese, ¶ che dell’isole sparse in questo
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lor l’indole imprima ¶ dell’aspro suol, dell’intrattabil
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imprima ¶ dell’aspro suol, dell’intrattabil clima. ¶ Fama è
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morte ¶ o il termin dell’esiglio, o lungo o
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istante ¶ muor fralle braccia dell’antica amante. ¶ Mentre passava
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io mi confondo ¶ e dell’impegno mio non esco
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e figli avia ¶ e dell’Impero si credea l
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enorme prodigalità ¶ i tesor dell’Impero avea profusi, ¶ sì
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già gran stima ¶ e dell’armi il poter goduto
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goduto avea ¶ e che dell’auge sua dall’alta
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timore alcun, senza sospetto ¶ dell’imminente sua funesta sorte
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gettolle ¶ e colei già dell’Asia arbitra e donna
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e inchina: ¶ l’util dell’opre lor sempre è
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e passa. ¶ Della vita dell’uom giammai la degna
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a tracollo, ¶ delle spoglie dell’ebbro entrò in possesso
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coraggiosa ¶ ai fieri colpi dell’avversa sorte, ¶ che abbatte
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ove trovò diletto, ¶ che dell’illusion il vel è
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compagnia del drudo e dell’amico ¶ di cieca sorte
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potesse una donna naimachina ¶ dell’Oriente divenir reina? ¶ Vero
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a Caracora, allora capitale dell’impero mogollo e residenza
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ov’egli divenne favorito dell’imperatrice Turachina. ¶ Come che