Luigi Pirandello, Diana e la Tuda, 1926

pende quasi a mezzo della scena, sospesa a un

sugli anelli, a riparo della modella nuda, in piedi

al Cellini. ¶ Al levarsi della tela, Nono Giuncano di

induriti nella crudele freddezza della loro luce, viene fuori

infrante, tra i piedacci della gente accorsa - e quelle

vedere! Faccio parte ormai della storia del pensionato di

dietro, e l'ombra della statua davanti! ¶ Giuncano: Anche

Giuncano (subito, forte): - e della morte: che farà anche

proposito di che? ¶ Sara: Della modella che vi serve

in cerca del caldo della stufa. ¶ Giuditta: È permesso

lascerò che t'avvalga della tua libertà, e più

primo atto. ¶ Al levarsi della tela, Tuda in abito

Faccia vedere. ¶ La Giovane della Modista (presentando la scatola

Il mantello! ¶ Alla Giovane della Sarta, alludendo alla statua

chiave introdotta nella serratura della porta destra, che si

venute da un paese della Germania - ¶ Sara: - da Lipsia

logoro, vecchio... Quest'orrore della forma - guarda: ¶ indica una

detto io pure, sa? della statua e di me

primo atto. ¶ Al levarsi della tela, Sara Mendel, in

lei faceva di sé, della sua vita, a quella

che, per parere esperti della vita, fanno i cinici

pesare. ¶ Giuncano: - La leggerezza della mosca! ¶ Sara: Niente di

dice. Non approfittate adesso della mia franchezza! ¶ Giuncano: Io

mia franchezza! ¶ Giuncano: Io? della vostra franchezza? ¶ Sara: Parlate

mettesse a calci fuori della porta, come si meritava

e tu hai bisogno della modella: m'avete fatta

eri comprata la modella, della modella ti dovevi servire

più quando si tratta della vita degli altri! ¶ Sirio

vedi che hai fatto della vita degli altri? ¶ Prende