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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Federigo Tozzi, Gli egoisti, 1923

concordanze di «della»

nautoretestoannoconcordanza
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dolci e più buone della sua giovinezza gli stavano
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via aperta alla fiducia della sua intelligenza. Nessuno aveva
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a dare un saggio della sua intelligenza. ¶ Era inutile
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dei pontefici; e quella della monarchia democratica gli era
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amico impiegato al Ministero della Pubblica Istruzione. ¶ Non sapeva
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le cose. ¶ In Piazza della Pigna non c’era
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dolcezza e la serenità della sua anima! ¶ Nello Giachi
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un capo all’altro della via; dove i gatti
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gatti razzolavano nei mucchi della spazzatura, accanto a un
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per la luce elettrica della strada i manifesti erano
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amato; doveva essere degno della sua purezza. Allora, se
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si vedeva il fuoco della sua sigaretta. ¶ In Piazza
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di Trevi l’acqua della fontana scrosciava, e tre
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dormivano tra le colonne della chiesa di Sant’Antonio
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improvviso, all’ultimo piano della stessa casa, una donna
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alla salita di Via della Dataria; sotto il Quirinale
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musica certe sensazioni, invariabili, della sua giovinezza; che gli
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spaventava sentendo qualche segno della sua nevrastenia; quando tutte
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mani erano i segni della vita che restava anche
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riuscì a lasciarla. Fuori della stanza, stette un momento
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sentiva affievolirsi l’esaltazione della mattina, e gli pareva
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si scopersero i monti della Sabina; come un’apparizione
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dalle nuvole. Certi punti della campagna il sole li
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a poco, i monti della Sabina si coloravano sempre
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indefinibile. Ma i ricordi della campagna diventavano sensazioni musicali
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in una delle buche della facciata. ¶ Quando fu in
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case, sotto la nebbia della mattina, non si vedevano
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perchè le stesse sensazioni della notte gli tornavano a
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a rimettersi dallo stordimento della voluttà, egli le disse
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si appoggiò ai braccioli della poltrona e restò in
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mise sopra il davanzale della finestra. Poi gridò: ¶ — Io
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scoppiare. Pestò la cicca della sigaretta sotto un piede
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del suo parlamento e della borghesia che l’abita
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poveri perchè sono degni della mia profonda compassione e
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il vino! ¶ Alla salita della Camilluccia, un giovanotto girava
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su per la salita della Camilluccia; con le insegne
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balzò verso le tenebre della Passeggiata di Ripetta; e
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la stecconata, a fianco della diligenza; con il cappello
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si rotolava nella polvere della strada in salita. Su
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larga quanto la porticina della chiesa più alta di
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barba, e il pomo della gola pareva anche più
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lavati, erano del colore della patina. E bastava che
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un’occhiata al fondo della tazza, si alzò per
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La notte, il fuoco della sigaretta si rifletteva dentro
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come faceva ai chicchi della sua collana di corallo
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licheni. Lontano, un monte della Sabina, un poco roseo
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nessuno pensasse a informarsi della sua vita. Si era
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di parlare con quelli della sua famiglia; ma, intanto
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che le parlassero quelli della sua famiglia e non
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entrarono tra le stecche della persiana e la fermarono
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lei. ¶ Allora, chiamò quelli della famiglia. ¶ Dario, invece, avrebbe
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attorno. E il grigio della pioggia si cambiava in
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fare posto alla nascita della coscienza; in un momento
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distanti; che nel barlume della notte egli guardava disperatamente
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possibile. Ed il pensiero della bellezza somigliava quello della
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della bellezza somigliava quello della morte. A scrivere ad
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come se gli occhi della zia lo potessero osservare
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ravvivare le cose lontane della giovinezza. ¶ Il Carraresi non
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faccia come una rigidità della tristezza; e rispose: ¶ — Non
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provava un senso doloroso, della sua allegrezza giovanile; e
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e gli chiese, ridendo della risposta che già si
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è un segno caratteristico della giovinezza. Infatti, si credeva
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Ad un certo punto della Via Appia Nuova, pareva
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pioppi, lungo il torrentello della Ninfa Egeria, avrebbe voluto
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da un casolare rosso della Via Nomentana; dinanzi alle
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Nomentana; dinanzi alle montagne della Sabina, tutte pallide e
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pietra, buttata nel mezzo della strada, può essere da
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mazzetti, le bacche rosse della siepe secca. ¶ Sul prato
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su per i greppi della strada; sembrando dovessero chiudere
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con tutti i puntigli della gelosia; fin quasi al
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che le parvero quelli della pioggia; restati tesi in
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sopportare il fracasso enorme della musica e della gente
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enorme della musica e della gente. Le parve anche
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fare; e le note della suonata, che aveva ascoltato
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benchè fosse come geloso della sua tristezza, e gli
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simili presunzioni! A casa della zia lo aspettava invece
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avrebbe formato il sentimento della coscienza. ¶ Mettendosi il solino