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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Scurati, La letteratura dell'inesperienza, 2006

concordanze di «della»

nautoretestoannoconcordanza
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solo in un momento della vita che per i
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Italo Calvino. Sono parte della prefazione che Calvino scrisse
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retrograde che la riconsiderazione della sua opera giovanile apriva
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per via di traslazione, della vita: cette perpétuelle erreur
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fu scritta: la questione della relazione perduta tra letteratura
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depositari era un senso della vita come qualcosa che
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che rievoca gli anni della giovinezza come dinanzi alla
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essa giace. “Il senso della vita come qualcosa che
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naturalezza: per gli scrittori della mia generazione, quelle condizioni
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conosciute. Non parliamo poi della “spavalda allegria”. Queste cose
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tempo del risarcimento e della riparazione. Il futuro, giustizia
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in nome non più della fratellanza tra spiriti nobili
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più che preciso scienziato della dottrina economica: “La rivoluzione
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più estinta di quella della posterità. L’unica nozione
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dell’umanesimo), la rilettura della sua rievocazione del clima
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cui racconta, la stagione della Resistenza, può dirsi compiuta
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ha dipinto il ritratto della nostra attuale penuria: la
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là del labile confine della finzione, suona spropositato, strepitoso
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verso perfetto, il senso della nostra vita cantata come
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riguardo, verso la fine della Presentazione, la congiunzione che
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e ostentato dai giovani della sua generazione – e la
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già ricco dell’esperienza della guerra, cominciava cioè a
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relazione a questa centralità della nozione di esperienza che
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male, sull’intero arco della vita di uno scrittore
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nelle condizioni di vita della società tardo-moderna. Il
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Calvino cinquant’anni fa, della società sommersa dalla “quantità
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viviamo più siamo inesperti della vita. L’inesperienza si
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sottratti ai contesti pratici della vita quotidiana, e confinati
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contesti lontani da quelli della vita vissuta dei loro
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è la specifica cultura della “società mediata”, si distingue
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multiforme, massiccia e permanente della violenza”, riscontrabile in buona
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moderna è la medesima della cultura di massa. Nel
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rifiutare la falsa pienezza della vita in nome di
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lontana, straniera, sorella (o della memoria di una grandezza
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del passato), lo svuotamento della pienezza di vita, la
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principali risorse strategiche proprio della cultura di massa. Tutti
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massa come cultura specifica della società dell’inesperienza. Siamo
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tempo reale, le tecniche della diretta fanno crescere esponenzialmente
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grezza, nuda, lo “sporco” della vita). Per altro verso
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bocca”, la tramontata autorità della testimonianza dipendeva invece dal
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del mondo sotto forma della sua narrazione. La testimonianza
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del vivere, il prestigio della nuda vita, che la
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insegnava Heidegger – nell’epoca della riduzione del mondo alle
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autorità del vivere e della testimonianza. ¶ Per me, individualmente
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scrissi Il rumore sordo della battaglia, la questione si
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inevitabilmente legato alla questione della violenza, del suo statuto
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di una qualche esperienza della guerra, anzi, ne aveva
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ora una realtà deprivata della sua esperienza. Una serata
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birra fresca. ¶ Il racconto della guerra – massima plenitudine dell
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di come la “rivoluzione della polvere da sparo” segnò
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sparo” segnò l’inizio della modernità sul piano della
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della modernità sul piano della storia militare, ponendo fine
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due mosse di autentificazione della finzione occidentale. Sapersi altra
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massima dignità: nella tradizione della poesia che da Aristotele
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a noi, il contrario della falsità non è la
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contemporaneo. Attribuendo l’invenzione della grande epica rinascimentale alle
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avrebbe accolto nel processo della propria composizione la contraddizione
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avrebbe recato la traccia della paradossale inesperienza della guerra
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traccia della paradossale inesperienza della guerra su cui si
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vecchia quanto l’arte della finzione occidentale, l’altra
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resistenza agli effetti perversi della cultura di massa nella
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che consenta l’esercizio della distanza critica, del libero
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con nettezza dal polo della finzione, la quale tradizionalmente
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finzione: usurpa le prerogative della finzione (ma senza dichiararle
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senza dichiararle) e quelle della coscienza individuale (senza risarcirle
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nostro tempo, il tempo della cultura di massa. ¶ A
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guardare, oppositori e fautori della cultura di massa ne
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l’uomo dall’esperienza della propria mortalità, e ad
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ad affrancarlo dalla responsabilità della mortalità altrui (aggiungerei io
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esteriorizzazione multiforme, massiccia, permanente della violenza. La cultura di
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pacificamente si fa esperienza della guerra, lì dove il
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bisogno di fare esperienza della morte, di conoscerla, è
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dell’invecchiamento, del deperimento, della morte. Per realizzare i
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proiettiva i nodi oscuri della vita mortale”. ¶ Alcuni anni
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ma la sua inesperienza della guerra. Per farlo, affilai
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rispetto alla propria finzione, della finzione rispetto alla sua
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di nascere al tempo della cultura di massa ma
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una zona di riflessione della finzione su se stessa
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azione oppressiva sulla vita della mente, credo ancora che
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ambiente immaginario. La critica della società, dunque, non si
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o viceversa). L’esibizione della letterarietà della letteratura non
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L’esibizione della letterarietà della letteratura non è più
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critica difendibile. L’estetizzazione della vita quotidiana l’ha
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nostro più acuto studioso della cultura di massa proprio
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mostra come gli sviluppi della scienza moderna siano legati
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siano legati a quelli della nascita delle istituzioni disciplinari