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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «della»

nautoretestoannoconcordanza
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più ci si accorga della nostra assenza. E questo
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a Macallè. La farina della sussistenza di Macallè è
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casseruola per la mensa della Prima Compagnia. Ricevuto? Riceverete
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giorno. Ma, per sapere della sua salute, bisognava scrivere
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tornavano nel bilancio consuntivo della giornata. ¶ «Mancano i fogli
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battaglione che, in vista della mèta, s’era rilassato
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per pezzo, averlo animato della nostra vita, averlo educato
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oggi la vena pulsante della Patria, il punto nodale
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Patria, il punto nodale della sua geografia e della
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della sua geografia e della sua storia. A destinarci
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avvilito dal degenerare quotidiano della polemica in guerriglia e
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i deboli. Al culmine della gerarchia sociale sta il
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il vero maldafrica, quello della patologia umana, non soltanto
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noi conosciamo il quartiere della nostra città. Hanno una
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tu ufficialetto bianco «cappella» della colonia, il sorriso di
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il gerarca, l’aristocrate della compagnia. Non cerchiamo corrispondenze
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il deus ex machina della compagnia, colui che non
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descrive tutti i governatori della colonia dal Martini in
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il muletto è guarito della piaga, grazie al Governo
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il neonato: il destino della guerra era su di
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tempi rigorosi: l’attesa della pioggia, la pioggia. Poi
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al lavoro di costruzione della scuderia. Oramai è sacramentale
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loro Goitana: la posta della gara era il prestigio
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da fare. I graduati della compagnia, che mi si
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Muntaz e coi Bulukbasci della compagnia, raccontare e farsi
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contagiosa, contagiosa la smania della strada per la strada
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Masciò Temebrò, il vegliardo della compagnia che, a sedere
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perché tu, Goitana, decida della questione sorta col suocero
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guerra, con l’idea della guerra: un’idea che
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inceneriti, i lunghi cori della vittoria, la spartizione complicata
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con un pio segno della croce. Ma il Tigrai
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del circo equestre, forte della mia fragilità, e chiedevo
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già sorride al pensiero della ricchezza che ne prenderà
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giorni dopo l’inizio della guerra italo-abissina. ¶ La
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Digli che gli ufficiali della Prima Compagnia sono qui
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ufficiali e gli ascari della Prima Compagnia compiranno tutto
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Non è per informarmi della sua salute che Le
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per la vita ordinaria della compagnia in tempi normali
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GHIZZONI: È rimasto contento della compagnia? ¶ GIUSTI: Che domande
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molto meno. ¶ GHIZZONI: Neanche della mia compagnia sai, almeno
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GIUSTI: No. La calligrafia della tua bambina oramai la
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come sei nell’ardore della battaglia. Quello che stai
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ormai la fiaccola ardente della Patria, la nostra speranza
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tarda e volevo consegnargli della roba di Fabrizi per
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un po’ nella tasca della mia giacca… Grazie… No
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campo ¶ (più numerosi eran della sabbia) ¶ erano fermi in
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un capo all’altro della colonna, promesse, garanzie. ¶ «Quando
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scrivere, ma l’aritmetica della loro paga la conoscono
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notte da un roveto della conca di Adua. Chiarini
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i fiori sul davanzale della finestra e rammendava la
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bersaglio puntato, la traiettoria della palla. Ed evitare il
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a parlare del paese, della moglie, dei figli, del
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questo momento in piazza della Signoria o in via
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una queste piccole cose della mia vita (fatti, uomini
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bimbo che nel buio della notte si crea il
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scampamento: ora la vita della famiglia, dove occorre essere
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Comandante del Secondo Plotone della Prima Compagnia del XX
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il Re potentissimo e della Santa Vergine noi abbiamo
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di Sua Maestà e della Santissima Vergine Nostra Benedetta
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Stava immobile nel vano della tenda. Poi si sdraiò
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Tesemmà era al corrente della cosa. Per una settimana
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il Re potentissimo e della Santa Maria Vergine, Goitana
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rimasero confidenzialmente aperti e della cosa più non si
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e scomposti dai denti della iena e questo accadeva
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sapendo dei tabitt e della pericolosità di queste leggende
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esperienza delle cose e della anime di quaggiù non
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ufficiali essendo i portatori della civiltà e gli educatori
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che spuntò agli angoli della bocca di Goitana, dileguò
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ufficiali – era stato uno della colonna di Deggiac Chebrisèt
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comando: la tesi, cioè, della presenza di quella colonna
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Fai alzare il lembo della tenda come faresti scostare
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dalla prospettiva delle teccerie della capitale, dove – si diceva
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mio amico, archet. È della mia tribù, è della
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della mia tribù, è della mia cabila. Abbiamo combattuto
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è il grande giorno della compagnia perché il nuovo
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sempre nei momenti gravi della sua vita: «Bisogna» – e
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narrargli un certo fatto della sua famiglia o del
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lo travede sullo schermo della tenda. La stanchezza gli
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trascorsa sul soffitto basso della tenda: mamma, forse. ¶ Sì
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indietro, impiagato. ¶ Sul fondo della strada, da Quihà a
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mi si rovescia. ¶ Questi della retrovia, oltre Senafè, prima
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voglia di scherzare quelli della retrovia! ¶ Ma è tutta
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distinguermene. Anzi! ¶ Con questi della retrovia mi son mescolato
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d’artista: la terra, della bella avventura, la terra