Cesare Battisti, Gli alpini, 1916

i titoli di benemerenze della «Dante Alighieri» verso di

nei lunghi oscuri anni della nostra soggezione, nessuna ha

rappresentanza dell’arte e della cultura italica; essa è

immaginare, senza il compenso della sanzione pubblica, fingendo di

aiutarci come il cavaliere della leggenda che presta il

perché, scegliendo a soggetto della mia parola il soldato

esercito, espressione e simbolo della forza e della volontà

simbolo della forza e della volontà del popolo. ¶ Dei

i ricordi più belli della mia vita — non dimenticherò

nel trovare la documentazione della barbarie austriaca. ¶ Oh! ben

onda di affetti compensati della amarezza profonda che alla

profonda che alla vigilia della guerra ci procurava il

ragioni del loro eroismo, della loro resistenza magnifica? ¶ E

La scarsezza dei frutti della terra e tante altre

abbattuto le vergini selve della Balcania; il lor sudore

del dolore in quella della gioia. ¶ E i più

manufatturiere, lo scoppio improvviso della conflagrazione europea portò subitanei

per le moltiformi necessità della guerra. Si arenarono molti

ove le magre risorse della piccola proprietà hanno bisogno

villaggi natii dal turbine della guerra. ¶ Dinanzi a loro

loro sorse lo spettro della disoccupazione. Essi, i lavoratori

incrociate, trasformati da sostenitori della loro famiglia in parassiti

parassiti del misero peculio, della magra scorta delle loro

caffè, dove il ritmo della vita pubblica pulsa lento

città d’Italia; nulla della magnifica preparazione del popolo

politici, che col fiorir della primavera rievocava l’epica

è data dalla suggestione della folla, essi non subirono

i criteri, i sistemi della guerra moderna si alternavano

col preparare l’insidia della trincea, del reticolato, col

maggio decise delle sorti della guerra in tutta la

di fronte all’impeto della nostra avanzata dovette adattarsi

da tutti i punti della periferia; dalla strada maestra

le migliori descrizioni turistiche della Valcamonica. Troverà un grande

nostri alpini, nella stagione della neve; e vi riuscirono

un estremo all’altro della linea! ¶ Il nemico più

dell’inverno e anche della primavera) fu l’alpe

dovette subire l’onta della fuga, pensò poi alla

di sangue, la gloria della redenzione. E quanto ancora

buono proprio nelle osterie della città; quanto sangue si

aspre e lunghe battaglie della nostra guerra. ¶ Vi sono

che noi avevamo prima della guerra dallo Stelvio al

li travolge nel turbine della stanchezza, del malessere, li

se c’è pericolo della valanga, subito intuisce quale

ciò testimonia pure anche della forza di adattabilità e

militare, l’organizzazione speciale della truppa alpina sono uno

del valore, del successo, della buona riuscita del soldato

s’è realizzata e della bontà ormai largamente sperimentata

bontà ormai largamente sperimentata della sua iniziativa. ¶ L’autonomia

ogni anno alla vita della città, di società, di

i molti buoni risultati della istruzione delle truppe alpine

essere la sentinella avanzata della patria. ¶ Egli ha la

montanaro ha la sensazione della montagna, ha il senso

per cui nel fondo della sua coscienza v’è

suoi compagni le ragioni della guerra diceva: «Andiamo a

ho sentito gli alpini della Valle Camonica chiamare «i

rievocare le pagine gloriose della storia valdese o cadorina

veder riflessa la storia della civiltà umana, dirò meglio

trasformati in are sacre della patria, quando la vita

tracce e i segni della grande guerra, della santa

segni della grande guerra, della santa guerra dureranno nei

Postumia, al confine estremo della Venezia Giulia attendono (e

domani. Non ha paura della morte, non delle vicende

integrano nelle virtù proprie della razza montanina: la serietà

che esprima la certezza della riuscita o dimostri un

gli alpini la virtù della perseveranza. Chi, non avendo

d’Italia, all’irrompere della santa guerra di redenzione

del conflitto europeo e della guerra nostra. ¶ Ma ha

città e villaggi; e della guerra e delle sue

divenuto il miglior giudice della santità della nostra guerra

miglior giudice della santità della nostra guerra. ¶ Mi ha

qua e là, documentavano della feroce voluttà con cui

loro preziose: il sacchetto della farina bianca, il pane

dell’alpino le ragioni della feroce distruzione del Belgio

premessa, sono il fondamento della loro civiltà industriale. ¶ * ¶ La

interesse dell’individuo o della casta e l’interesse

casta e l’interesse della collettività. ¶ Ne scaturisce fatalmente

domani, quando i confini della patria saranno al Brennero

dei nemici nostri e della loro opera, in altri

che sono un portato della guerra: nell’avvicinamento delle

tutto trionfa la canzone della patria, gli inni del

parola sacrificando un giorno della sua licenza; ad un

Essi saranno gli araldi della rinascita delle multiple energie

propria bellissima luce quelle della razza montanina. Ad essa

interesse dell’individuo o della casta o peggio ancora

altre patrie a danno della propria; ma entro la

pareva solo il ricordo della nostra supremazia antica nel

supremazia antica nel mondo, della nostra gloria nell’arte

delle gesta più eroiche della gente nostra da Ferruccio

era che la visione della folla anonima coi suoi

verità, sono elementi fattivi della patria; ma l’una

sboccano nella vita collettiva della nazione. ¶ La cooperazione è

in tutte le manifestazioni della vita! ¶ Che tutti portino

che sieno le forze della collettività quelle che si

del Risorgimento con quelle della guerra d’oggi e

il Re non ignaro della agonia terribile che si

nuovi vigilati confini, rifulgerà della nuova purissima gloria della

della nuova purissima gloria della pace e del lavoro