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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Verri, La vita di Erostrato, 1815

concordanze di «della»

nautoretestoannoconcordanza
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mia notizia è pervenuto della vita e costumi di
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quanto le antecedenti avventure della sua vita. Appariva da
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costui sempre il tenore della vita comune, dovea surgere
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saziata, nell'altro paga della fiamma di un tempio
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del mare superava quello della corrente, la quale retrograda
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calmata la procella, uscì della foce e volse la
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entrambi ansiosi del ritorno della nave, e vie più
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coll'avventuroso carico uscito della foresta venne ove i
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chiedeva asilo in grembo della nodrice, ma ardito movea
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aspetto di questi segni della potenza de' Numi si
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essere educato negli esercizi della persona e dell'animo
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nobil fierezza al suono della tromba di Omero e
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siccome indifferente agli oggetti della età sua, tanto ora
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la tromba de' giuochi della centesima seconda Olimpiade, e
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poco i dolci legami della domestica sommissione. Ma una
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servi e ripetevano quello della angosciosa loro Signora. Ed
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uditori per la speranza della corona. Erostrato rimase alquanto
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Descrisse quindi i mali della servitù, gli oltraggi de
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biga, ricevesse improvviso messaggio della morte del padre; e
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divenuto in breve consapevole della indole de' corsieri, il
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co' nitriti il suono della tromba motrice. Ella suonò
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rendere visibili i casi della fortuna, sgombrò da esse
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di riparare il danno della caduta, percosse con tanto
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adirato per gli oltraggi della fortuna. Intanto volgea spesso
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non si doleva che della palma rapitagli dal fato
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fuga e renderlo pago della presente fortuna. Ma per
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velocità richiesta nelle percosse della lira. Del quale difetto
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come nel delicato moto della lira. Il decimonono anno
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si spaziavano liberi spettatori della bellezza, non vinti da
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conca marina, era vestita della sola sua bellezza. Declinava
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adunanza sua i pregi della figliuola. Ella si tratteneva
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sedeano compiacendosi nelle immagini della età loro trascorsa. Lodavano
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dì crescesse la bellezza della figliuola. La grata perturbazione
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parmi che gli oltraggi della fortuna possa correggere quell
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traeva migliore dagli occhi della fanciulla giacendole accanto. Il
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del cuore. Il rimanente della comitiva attendeva a confortarsi
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versi estemporanei la bellezza della sposa e il valore
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Quegli volgendosi al simulacro della Dea, pregò ad alta
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sieno confortati all'occaso della vita". Mentre così dicea
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stesso. ¶ CAPITOLO VI ¶ VOLUBILITÀ DELLA FORTUNA ¶ Era ormai giunta
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scopre il formidabile aspetto della morte. Una mano tremante
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ondeggiando rimase all'arbritrio della fortuna. La fanciulla semiviva
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avventura galleggiava in parte della poppa avanzata salva dal
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quel frammento nelle dirupi della spiaggia, ove confitto rimase
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macigni, andava in traccia della naufraga compagna. Bramava insieme
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fanciulla prostrata sull'avanzo della nave. Vederla, lanciarsi a
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quando poi il velo della notte si distese su
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dolente ragionando co' suoi della temuta sciagura, e l
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ridotti i tristi avanzi della pompa d'Imene. Ivi
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or mi mostrate oltraggi della morte! E tu mare
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contempli il tristo effetto della tua atrocità". Così gemendo
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Dea sotto gli auspicj della quale fu intrapresa. Testoride
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perduto il solo conforto della sua età, e vedea
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mentre correggevano gli oltraggi della tempesta nelle membra della
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della tempesta nelle membra della disanimata vergine con lavande
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così tu l'abbi della fine della mia. Deh
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l'abbi della fine della mia. Deh ti calga
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in silenzio l'ambascia della venerevole lor donna. ¶ Testoride
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come onorare la memoria della perduta figliuola. Prima di
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Suonano in ogni parte della nostra Grecia, non che
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Correa l'anno secondo della centesima seconda olimpiade, quando
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maraviglioso, sollevando i pensieri della tomba a' trofei, non
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proponea continuamente la consolazione della filosofia e la dolcezza
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fonte composta del simulacro della Fama, la quale soffiava
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suo cittadino. I serpi della invidia fischiano sempre fra
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generazione. Quindi la eccellenza della storia e de' poemi
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monumenti sparvero dalla faccia della terra, né sai dire
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fama all'angusto spazio della vita, cadranno di mano
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perocché al certo prezzo della tranquillità presente ella compra
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goderle, più diligente cura della vita? Conviene pertanto ergere
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di carneficine. La tomba della vittoria come suono magico
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sanguinolento fantasma perpetuo nemico della tranquillità umana. Le ruine
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tempo, in angusto spazio della terra. Imperocché la fama
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eroi ristretta ne' confini della Grecia non suona oltre
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fosse vera la congettura della abitazione dei pianeti, quanto
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ognor più quello spazio della terra dove sia celebrato
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sente una umile vergogna della vanità della fama? Che
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umile vergogna della vanità della fama? Che se quantunque
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tremuoti cambiano l'aspetto della terra, distruggono imperj, genti
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ove si ragionava alternamente della violenza di Sparta e
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violenza di Sparta e della magnanimità di Tebe con
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quantunque la maggior parte della Grecia stimasse iniqua la
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non che la libertà della lingua, quella de' pensieri
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vie più si dolea della fortuna invidiosa, la quale
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voleano essere più partecipi della ignominia di quello. Chiedeva
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aurora, a' primi albori della quale diedero il segno
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campo, e incontanente giovandosi della vittoria invasero il Peloponneso
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de' nemici, alla vista della strage, produsse nel petto
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dimentico di sé e della centuria sua, i nemici
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Omai stanco delle ingiurie della fortuna e prostrato l
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superarle, Erostrato, come disingannato della tempestosa vita, sperava nella
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del cielo al padre della luce. Erostrato avea fino
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ardore che ti strugge della gloria, sono pregi che
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città ingoiate dagli abissi della terra crollante, quando i
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farfalla ardersi nella fiamma della mia lucerna, invitata da
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dello stellato empireo e della terra ferace, lieti e
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entro le maggiori ombre della selva era una grotta
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trasse da lui contezza della precedente sua vita. Né
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padre, prevaleva l'affetto della benigna Agarista. Con riverenti
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ben provato il principio della presente azione di Cleante
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il principio, il legame della società civile: per lei
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rispetto de' figliuoli, e della sacra monarchia di famiglia
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più consapevole del valore della umana favella, si lancia
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a soffogare i latrati della impostura. Stendete pertanto omai
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trasformarsi così la causa della natura in quella della
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della natura in quella della perfidia? ¶ "Il padre vi
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avi divenga il sostegno della sua inferma età; di
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sieno chiuse le porte della patria e del padre
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menti di questi sacerdoti della giustizia: siate omai benigni
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appelli." ¶ CAPITOLO XII ¶ RISPOSTA DELLA MADRE ADOTTIVA E SENTENZA
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è il benigno aspetto della presente contesa, con benigne
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col pianto le poppe della nodrice: una cerva glie
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di affermarle sia maggiore della sofferenza vostra di udirle
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vagiti, proviene dalla fievolezza della prole e dalla necessità
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sua mente co' terrori della superstizione. Chi fra voi
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privare il suo figliuolo della somma utilità di liberale
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eccesso? Perché grato ammiratore della madre adottiva, invece di
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benché assente, i benefizj della paterna liberalità. Risplenderebbe così
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si raddoppi la fortuna della sua prole. ¶ "Considerate adunque
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accaddero senza i decreti della Provvidenza dominatrice." ¶ Poiché tacque
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si trasferì negli atrj della curia aspettando il decreto
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sé per le ragioni della paterna potestà, hanno considerato
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tutela e dalla instituzione della prole; ¶ Che non debbono
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sentenza dalla maggior parte della città. Cleante uscì mesto
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città. Cleante uscì mesto della curia; Possideo ne evitò
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materna compiacenza, che noiato della milizia, e non contento
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vile servitù più trista della tomba. Esaltava il principio
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de' magnati, il terrore della superstizione; esser giunto il
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invita alle sacre ragioni della origine prisca della società
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ragioni della origine prisca della società civile. Ella instituita
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ordine civile, il disprezzo della opera di secoli, della
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della opera di secoli, della prudenza de' legislatori, della
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della prudenza de' legislatori, della sacra tutela di religione
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sacra tutela di religione, della esperienza universale, per attendere
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prove infruttuose l'ardore della fama. Già osservavano i
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far consapevole alcuno né della partenza, né dell'oggetto
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gli adoratori alla immagine della Dea, pomposi riti, splendide
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foresta vicina nel cupo della notte, quando i turbini
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i fulmini, i Numi della selva ad atterrirlo. Diverse
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la città al riverbero della immensa combustione, il fumo
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immensa combustione, il fumo della quale offuscava gli occhi
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il tempo. Il simulacro della Dea solo in tanta
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presenza de' giudici e della moltitudine una memorabile orazione
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solo e generoso desiderio della fama. Ora con qual
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se ella si compiace della nostra venerazione in ergerle
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vostra perdonare i danni della colpa, quali son questi
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celebre monarca assai maggiore della mia, quando tale vi
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udire il suono eterno della fama." ¶ Mentre così favellava
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del dardo, il muoversi della faretra sull'omero. Tremò
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vendetta divina, il terrore della quale in sacra nebbia
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nebbia avvolgendo l'intelletto della moltitudine, produsse e conservò
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impresa. Perché i sogni della madre indicavano sempre fuoco