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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «della»

nautoretestoannoconcordanza
1
1930
sicuri, tagliavano la pelle della testa da un orecchio
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1930
d’indiani per avvertirli della presenza sul luogo dei
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1930
acqua corrente. Nel cuore della notte scorsero una spera
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1930
cui tremolava il riverbero della luna. Il Tarmito dopo
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1930
Tarmito e dal resto della carovana, corse su di
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1930
sotto il vasto alito della bandiera s’ombravano e
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1930
s’accordarono ai palpiti della selva. Colpi battuti su
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1930
il capo. Col moto della immaginazione, in sogno, aveva
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1930
del catrame, il palpitar della bandiera sull’ossa di
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1930
fondo nero sulla parete della chiesa della Misericordia e
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1930
sulla parete della chiesa della Misericordia e la gente
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1930
cielo. ¶ — Pensate alla porta della Misericordia! Avanti di fare
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1930
che è sulla porta della Misericordia. ¶ — Misericordia di noi
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1930
Il Tarmito sui gradini della Misericordia vide Federico umiliare
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1930
di alborg fu svuotata della midolla, vi fu fatto
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1930
Josè Oriundo di Oviedo, della Penisola Iberica: memoria di
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1930
A voi il vessillo della vostra Patria. ¶ Il Tarmito
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1930
poi ricolto il vessillo della Patria vi ravvolse il
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1930
del cuore ferrato. Due della carovana portarono dinanzi ad
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1930
avviò verso l’orrore della foresta. Il campano di
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1930
sembravano i lamenti ingigantiti della donna che, con l
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1930
tuffato al di là della foresta, i tremiti della
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1930
della foresta, i tremiti della sera muovevano le prunaie
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1930
che al destin par della tua vita echeggi. ¶ Sull
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1930
baleno tutto il pelago della sua vita travagliata e
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1930
fratelli del peccato e della espiazione, gli si accosciarono
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1930
per il cammino audace della negazione vanno dove li
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1930
fiamme, ardeva sui confini della Patria, non più espressione
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1930
conforto soltanto la bandiera della Patria, riposavano sotto il
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1930
sogni. ¶ Tutte le reliquie della sua vita angosciata erano
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1930
delle coltri, il tetto della casa con le travature
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1930
gli rendeva il ribrezzo della cella dura. ¶ Sopra una
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1930
del Paese. Le sorti della rivoluzione italiana sono riposte
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1930
sono riposte a voi della generazione che sta crescendo
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1930
parve sfebbrarla, i ricordi della Patria lontana lo intenerirono
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1930
era tutto il travaglio della nostra stirpe: le reliquie
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1930
testimoniava l’eterno martirio della nostra stirpe. I ragazzi
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1930
I ragazzi, giovine sangue della Patria, sgorgato nelle città
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1930
lubrificando il rosso acceso della linea d’acqua. ¶ Isaia
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1930
sporgevano il capo fuori della murata, sicchè parevano tanti
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1930
da poppa a prua della nave. Ogni passo egli
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1930
moscerini, volavano nel liquido della luminella, e i peli
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1930
di quali sei ? ¶ — Uno della gran torre accesa. ¶ — La
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1930
la Società al domani della Rivoluzione di Grave, l
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1930
chiamo Malfatti. ¶ Le gubìe della nave risucchiavano gli anelli
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1930
nave risucchiavano gli anelli della catena, parve che il
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1930
dialogo udito. ¶ Sulla coverta della nave passeggiava un signore
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1930
merce crescono col crescere della domanda. ¶ — Il sottosuolo prospera
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1930
cuore batteva nel petto della madre come l’orologio
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1930
notte ¶ fino al punto ¶ della morte. ¶ Gli scossoni d
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1930
in nero dal pensiero della morte, disse l’Ave
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1930
lo scudo sul palmo della mano. ¶ Niccolao fece sapere
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1930
chiese dei monti e della valle e del piano
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1930
giunco, e all’occhiello della giubba un ramoscello d
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1930
e celeste. Il ponte della Maddalena era nero di
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1930
la “picada” nell’intrigo della foresta abbattendo tronchi giganteschi
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1930
nel Paraguay. La forza della vegetazione aveva occultato le
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1930
quelli atoni e distratti della gente acquattata sui margini
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1930
gente acquattata sui margini della animalità. Il naso di
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1930
uccelli rapaci. Nel mezzo della sala v’era collocato
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1930
la testa sul seno della tormentatrice, sul rimanente del
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1930
una bimba, essa era della terra dei Mocobi, di
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1930
del Rio a piè della foresta. Il sonno fu
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1930
mi riportano alle peripezie della mia infanzia. Quello è
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1930
ardori, palpitare ai venti della primavera, quelli che sollevano
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1930
avrete tremato al tremito della foresta il vostro cuore
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1930
essere dimembrato dalla zanna della jena. Tutto egli avrebbe
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1930
corpo inanimato all’ugna della belva”. Forse in cuor
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1930
affebbrato dal perpetuo desiderio della terra incognita, che gli
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1930
mollezza sulla robusta ossatura della fronte nata a cozzare
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1930
rombano dalle terribili fenditure della cascata di Itacà? ¶ — No
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1930
gli consigliò le prove della sete. Il Tarmito stette
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1930
sete. ¶ XVIII. ¶ Il capo della spedizione stava nel mezzo
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1930
al gruppo, l’ossatura della fronte dura come una
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1930
d’avventurarsi nella solitudine della foresta, il naso uncinava
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1930
cotenna. La guida era della tribù Cimatococa dove chi
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1930
rosso accesso, l’osso della sua noce può essere
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1930
soltanto con la provvidenza della natura. ¶ Il Tarmito ascoltava
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1930
prunaie, oltre l’assaettamento della foresta e oltre l
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1930
i rospi. Dall’intrigo della boscaglia gli indiani scendevano
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1930
parevano, appiattate nel fondo della foresta. Anche la boscaglia
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1930
saette. Cominciò lo scento della selva; gli alberi scosciati
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1930
essi colti. Al tenebrore della selva era succeduto un
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1930
Il Tarmito nel profondo della foresta, poggiato il capo
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1930
ventilassero sotto le ceppaie della foresta. Una cateratta spaventosa
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1930
nel profondo. ¶ Dall’intrigo della foresta si videro uscire
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1930
gittarono sdraiati sull’orlo della fenditura. Luciano, la guida
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1930
i cavalli nel folto della foresta su la traccia
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1930
gineprai. Mentre gli uomini della carovana zappavano la terra
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1930
accampamento. ¶ XX. ¶ Gli uomini della carovana abbattendo alberi e
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1930
degli nomini. Le noci della grossezza di una testa
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1930
ramo mettevano sullo sfondo della foresta una macabra vegetazione
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1930
i carovanieri, nell’intrico della foresta, catturarono due indiani
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1930
camminava uno degli uomini della carovana col comandamento preciso
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1930
forno bollente. Gli alberi della foresta fremettero sotto la
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1930
nella foresta. All’epoca della creazione universale il Grande
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1930
della libertà, dell’uguaglianza, della giustizia.. ¶ — Parole. ¶ — Il pentagono
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1930
è letale il morso della tigre; e pure più
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1930
stoffa rosa ricucite con della peluria. Egli aveva l
100
1930
nulla. ¶ Con la rapidità della belva uno della comitiva
101
1930
rapidità della belva uno della comitiva afferrò per la
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1930
un pozzo, lo sciabordio della foca, un muglìo bevuto
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1930
egli è stato vittima della parola libro al plurale
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1930
stanza alitava il fetore della carta stantìa. I libri
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1930
cavolo riscaldato, il fetore della sapienza agitava lo stomaco
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1930
d’aglio, i fori della lesina la empivano di
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1930
caffè verde, il disco della grande stadera d’ottone
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1930
viso uguale al colore della stadera, ravvolto in gramaglie
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1930
agonizzava fuori. Il battito della spazzola sulla cassetta rendeva
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1930
furono gettati sui mucchi della lordura, le lettere nere
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1930
impalpo insieme ai groppi della verminaia. ¶ Cesare condusse il
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1930
avesse perso gli anelli della coda, gli zoccoli e
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1930
segue la ruota numerata della mentaia. Il globo cigolava
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1930
donne mettono nel pedale della calza quando la rammendano
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1930
sotto cui, qualche miscredente della incredulità, aveva scritto “veleno
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1930
seduta al tavolo, priva della cassetta del becchime impalpo
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1930
Oh Signore! ¶ Dal seno della fanciulla ad averlo spremuto
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1930
smarriva entro gli occhi della ragazza, su quel volto
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1930
dal tumido labbro tifoide della giacchetta esalava il fetore
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1930
giacchetta esalava il fetore della pelle squamosa e capponita
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1930
l’animo all’anelito della povertà, della fame, al
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1930
all’anelito della povertà, della fame, al pericolo, all
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1930
acqua. Le mani pallide della ragazza passavano carezzevoli su
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1930
stringevano le anche scarnite della ragazza. ¶ — Oh Signore! ¶ L
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1930
tondi. — È tutta colpa della mercanzia. Qui non si
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1930
calasse il grande sipario della notte profonda. Come in
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1930
le labbra col dorso della mano e incitò con
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1930
sudore aveva il freddo della guazza notturna sul ferro
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1930
Sognò il tempo lontano della adolescenza travagliata: una notte
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1930
tra le ultime ore della domenica e le prime
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1930
argento grigio, strepito stemprato della città, cadenzato come il
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1930
raddoppiati su l’argento della strada, fiancate abbaglianti e
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1930
scomparve fuggendo nell’intrico della foresta. ¶ Un desiderio di
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1930
gran Madre. Il profumo della vegetazione lo dinervò in
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1930
selva, inebriati dall’aroma della tartufaia che vapora dai
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1930
il mare, le radiche della selva che rombava sul
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1930
e snebbiato dall’idea della morte. ¶ La foresta si
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1930
fantastiche luminare nell’intrico della foresta, su i lor
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1930
in rilievo nei fregi della carità, agli uomini, proferendo
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1930
chiesero stupiti gli uomini della “picada”. ¶ Il Tarmito raccolse
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1930
negro, la nenia melanconica della negra: Aldilik, Aldilik gli
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1930
Isaia proveniva dalle terre della Lucchesia, il suo paese
143
1930
monti sotto lo schienale della grande Pania. Da fanciullo
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1930
slargava al di là della valle, scese lungo le
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1930
barbottando disse le generalità della sua progenie: Beppe di
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1930
in perdizione nelle acque della Sardegna a Rosei. Attenti
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1930
ritornava verso le isolette della Capraia e di Montecristo
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1930
verso la parte alta della città, sulla rupe che
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1930
Genova, tra le spolverate della fuliggine e i torbati
150
1930
torbati di fumo, aveva della città messa a fuoco
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1930
in sù. Dalle finestre della casa si scorgevano delle
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1930
corridoio uscivano le sorelle della sposa che sembravano essere
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1930
tra il pigia-pigia della sala: — Stasera mi sono
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1930
una bevanda del colore della creolina che la cavava
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1930
mareggiavano a mezzo fondo della sala. Tra coteste etere
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1930
il selciato. ¶ — Maledetta avanzo della morte! ¶ — Ah Toscana?! ¶ — La
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1930
padella ¶ Massimamente l’osso della spalla ¶ Il fegato, il
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1930
gridò trepida una voce della casa dirimpetto. ¶ — Siete sempre
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1930
luce calda nel grigiore della stanza. Nella intelaiatura di
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1930
alla ragazza la movenza della fantasma e pareva ch
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1930
viso sotto il cono della luce e tutte le
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1930
tutta l’orbita con della tinta, le labbra, secche
163
1930
le aveva dipinte con della tinta rossa, i denti
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1930
esangui, parevano i battistrada della tubercolosi. Il petto era
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1930
roso dai gargarismi, aveva della lamentazione preagonica. ¶ — Avvicinati! ¶ Il
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1930
saponacei. Sotto il cono della luce il viso del
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1930
fissò attento il viso della ragazza, stregato dal tempo
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1930
occhi, con le increspature della bocca che voleva aggraziare
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1930
suo viso un lampo della sua infanzia. ¶ — Non mi
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1930
la testa alla bocca della ragazza che vi soffiò
171
1930
uno rado, la scatola della cipria, lo specchio, una
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1930
stemprato dall’alito diaccio della notte, piovigginava lucente sull
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1930
su tutta la linea della carena. Il mare aveva
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1930
sospinta dall’alito freddo della notte, continuava il lento
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1930
intrecciati con la corona della regina del cielo. ¶ Passano
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1930
conserva. ¶ Passa una vela della morte, anche lo scafo
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1930
bisognerebbe aspettare il riempifondo della luna e vegliar tutta
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1930
rientreranno stanotte al sorgere della luna, quando le acque
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1930
sul mare il profumo della ragia. La sera diaccia
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1930
sopra le piante millenarie della foresta, un uomo guardava
181
1930
il mare. ¶ I battiti della maretta parvero la eco
182
1930
potermi ridurre nel centro della città — egli chiese agli
183
1930
si trovò nel centro della città tra lo strepito
184
1930
oico catupiribe. ¶ Al riparo della corrente impetuosa in un
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1930
del celebre brigante Mayno Della Spinetta: Il bandito di
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1930
ascia risoluto, l’osso della mandibola scarnato poteva essere
187
1930
ciglia folte, alle rughe della fronte rattratta. Egli parlava
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1930
onde pregustare le gioie della libertà senza limiti verso
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1930
limiti verso il fondo della foresta, partiti in tanti
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1930
tale era la gioia della liberazione, agitava in testa
191
1930
possibilista traditore. In nome della libertà mi tolsero la
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1930
uomini sono vili, indegni della libertà, dell’uguaglianza, della
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1930
il corpo, il ribrezzo della saliva che aveva preso
194
1930
ripulì con una cocca della giubba, ci sgusciò sopra
195
1930
S’approssimava il giorno della partenza. Le acque, in
196
1930
figlio. ¶ Amedeo, estraniato, mantrugiava della mollica di pane e
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1930
sembrò decapitato. Sullo squallore della giubba emergeva il promontorio
198
1930
sul fondo. ¶ Sulla cima della torre balenò un pallore
199
1930
aveva preso l’impeto della corsa sfrenata e Amedeo
200
1930
treno falciava le sterpaie della Migliarina risoffiando fumo e
201
1930
del fiume. La groppa della Tambura ispida, si accampava
202
1930
mare abbacinati dalla idea della fortuna. Seduti sui lor
203
1930
croce. ¶ Quella poveraglia meschina, della tribù di Brandano, i
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1930
intaccati come le ghiove della terra angolosa, dalle bocche
205
1930
fatica dello stilo e della vanga, con i corpi
206
1930
degli emigranti, il bestiame della terza classe fu spurgato
207
1930
voltate di bandone nero della tettoia dove strepitava, con
208
1930
e instradati nei saloni della “Navigazione” sulle calate del
209
1930
dell’altro. Coll’istinto della bestia, che rinasce nelle
210
1930
che vende sul canto della Posta. ¶ — E dove va
211
1930
strepito stemprato dai battiti della maretta, il trepestìo d
212
1930
conducono, abbacinati dal miraggio della fortuna, verso il sacrifizio
213
1930
sulle spalle il tricolore della Patria. ¶ Il più giovane
214
1930
salivano verso il cuore della città, gruppi di uomini
215
1930
tutti i gerghi, con della peluria sulle labbra laide
216
1930
dei divani. Il fetore della semenza, fermentata nel bigongio
217
1930
rifiuta mai. ¶ L’aria della taverna era densa e
218
1930
era appesa l’immagine della Madonna del Soccorso a
219
1930
non comprese il significato della parola. “Fare il sacco
220
1930
sonno, il dondolìo lento della carena gli sconvogliava lo
221
1930
e salì al ghiaccio della coverta. Il guardiano di
222
1930
occhi spenti erano quelli della gente usa a sceverare
223
1930
infernali fino agli scheggioni della rupe su cui si
224
1930
le reliquie, i pianeti della fortuna. Ognuno di questi
225
1930
il mare l’onta della schiavitù. ¶ Le eliche del
226
1930
gubìe, risucchiarono gli anelli della catena assommando l’ancora
227
1930
corrente; giunto alla sommità della salita si trovò sopra
228
1930
faceva portare dall’impeto della corrente. Ad un tratto
229
1930
quella sassaia. ¶ Nel centro della piazza sopra un piedistallo
230
1930
dell’antichità. ¶ La testa della statua era potente, quadrata
231
1930
ancora è il simbolo della speranza. Dove ora è
232
1930
erano distesi i decreti della Repubblica, alle pareti vecchie
233
1930
aggelati sulle increspature rattratte della fronte, la carne molle
234
1930
molle, sotto il peso della cera, aderiva all’osso
235
1930
acqua, ma diventa amico della terra che smusa il
236
1930
delle vele, al profumo della pece bollita nelle caldaie
237
1930
breve vicino al battito della terra, il vento dell
238
1930
pericoli e le fatiche della spedizione di Pisacane. La
239
1930
zavorra, che il rullìo della barca faceva schizzare in
240
1930
di far la fine della “Madonna del Soccorso” che
241
1930
carabinieri intabarrati. All’apparire della cassa si levarono come
242
1930
sulle fiancate il ritmo della rivolta. La forza stava
243
1930
delle illusioni, i morsi della iniquità, le fosse dell
244
1930
sguardo palpebrava ai margini della notte eterna. ¶ I catecumeni
245
1930
sui monti col fardello della nostra miseria e del
246
1930
armato con l’impeto della passione distruttrice e inseriva
247
1930
illusioni cadute nel fondo della galera, narrava la vita
248
1930
delle speranze, l’ombra della sconfitta, il crepuscolo della
249
1930
della sconfitta, il crepuscolo della cecità, il vagabondaggio senza
250
1930
destino, gl’imprescindibili diritti della carne, la lusinga brucente
251
1930
di sole, i drammi della maternità tra assiti sconnessi
252
1930
uomo asciuttandosi col dosso della mano. ¶ — Trema? ¶ — Di freddo
253
1930
tenevasi a una cocca della sua giacchetta, e il
254
1930
gli leccasse il dente della nuca. La testa pareva
255
1930
avvicinarsi. Era il libretto della Sorveglianza; il nome ivi
256
1930
cui lampava il bagliore della lanterna. Con un timbro
257
1930
da spie. ¶ Il muro della prigione, stregato di alberi
258
1930
ciabattino era lo zio della spia numero 13. Nell’andrione
259
1930
lo teneva sul palmo della mano, e fece la
260
1930
cotenna. La moglie prendeva della pece, la struggeva al
261
1930
signoria dell’istinto. ¶ Quelli della Delenda odiavano i timorosi
262
1930
quando necessitava il soccorso della scienza, era per loro
263
1930
da tutte le pusillanimità della morale, da tutti i
264
1930
Orgia dionisiaca o mortificazione della carne e dello spirito
265
1930
placido sulla gran coltre della rena, si scervellavano intorno
266
1930
I cervelli di quelli della Delenda furono messi in
267
1930
su un’isola disabitata della Patagonia e di aver
268
1930
per tutti i mesi della siccità. — O fanti, la
269
1930
uomo cambiano, le leggi della natura no! O fanti
270
1930
levò primo la bandiera della rivolta. ¶ Le scarpe chiodate
271
1930
autunno del 1896 i gabellotti della Barriera Migliarina scorsero approssimarsi
272
1930
l’ultime voci spaurite della notte. Sulle piante dei
273
1930
dalla grata, lo spettro della Zoppa colla pancia agli
274
1930
coraggio, il perpetuo delirio della madre, per i castighi
275
1930
madre, per i castighi della divinità, gli parvero povere
276
1930
corpo egro sulle pareti della Casa, come gli uccelli
277
1930
gli uccelli nelle spranghe della gabbia. Un dì o
278
1930
tra l’acre profumo della terra sconvolta, tra esiti
279
1930
fece desiderare l’isola della Patagonia, con gli alberi
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1930
chimere. ¶ Gli uomini rudi della montagna, i cavatori che
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1930
inalberato il 1873 il vessillo della rivolta. Sopra un cippo
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1930
COLLEGIO ¶ PER LA LIBERTÀ DELLA MORTE ¶ UN FUGGITIVO DELLA
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1930
DELLA MORTE ¶ UN FUGGITIVO DELLA SAPIENZA E DELLA RICCHEZZA
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1930
FUGGITIVO DELLA SAPIENZA E DELLA RICCHEZZA ¶ CARLO CAFIERO ¶ TRA
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1930
mare!... — E nella voce della signora Dina tragittò allora
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1930
s’udiva il respiro della madre affannoso come quello
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1930
vedendo rilucere le fessure della porta di salotto. Aprì
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1930
destò conturbata dal pensiero della partenza del figlio. Ella
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1930
sul petto. Sul tetto della chiesa si sentì ruzzolare
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1930
Sul tetto al posto della croce c’era una
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1930
colletto e il piastrone della cravatta gli rasentavano la
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1930
si aprivano nelle case della Pinciana ravvolgevano lo scheletro
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1930
Quella sera in casa della signora Dina ci sembrò
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1930
delle famiglie! ¶ Il silenzio della gente che ascoltava, impietrita
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1930
saputo che nel Casone della Pinciana c’era organizzata
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1930
celle esalava la peste della femmina, il fermento delle
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1930
di frate. Il Brigadiere della Sicurezza s’era sistemato
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1930
funghi morecci. La salda della montura di bordato aveva
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1930
risucchio tutti gli straccali della vita. ¶ La domenica ci
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1930
davano fondo sul piazzale della chiesa vecchia fino a
301
1930
due palmi più su della terra, tutti gli stinchi
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1930
terra, tutti gli stinchi della famiglia eran visibili, gialli
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1930
vecchietto rispulizzito il soffitto della camera contesto di travi
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1930
non volevano le seccature della famiglia entravano nella Casa
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1930
clienti fissi parevan tutti della medesima leva; frustini sulla
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1930
ciocca di capelli rossi della sua prima passione. Avvicinandosi
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1930
me. — Era la padrona della Casa che scendeva a
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1930
scandali! — diceva la padrona della Casa. ¶ — Certo te li
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1930
a spinte, uno spigolo della cassa gli schiacciò un
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1930
era sotto. Sull’uscio della stanza mortuaria, dove c
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1930
cadde carponi sui gradini della Croce, si gelò la
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1930
rogo! Fargli una camicia della pece medesima e dargli
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1930
Qualcuno piovigginò sul capo della signora Dina e le
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1930
dissepolti. Il Tarmito aveva della mummia, i pertugi del
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1930
quando tu sarai preda della demonia tu diventi uno
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1930
a una vana mollezza della vita fino a che
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1930
mare annunziava l’avvento della grande idea. ¶ La mitraglia
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1930
grande idea. ¶ La mitraglia della strada, i cacciati dal
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1930
poteva nascondere agli occhi della Sicurezza. ¶ Nelle città il
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1930
che aveva la misurazione della fatalità. Egli era accorto
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1930
rettilinea del destino. ¶ Due della Sicurezza lo seguivano di
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1930
petrosa aveva il conio della potenza e dell’audacia
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1930
riso tra il gelo della saliva. I denti intatti
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1930
del cieco nello schianto della rivolta cadde Argante Salucci
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1930
uguali con la pesantezza della casamatta. La terra, immane
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1930
vedo, o gente timorata della legalità — urlava esasperato il
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1930
gendarmi, carnefici: gli uomini della menzogna, dell’iniquità, del
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1930
iniquità, del male e della morte... della morte — ripeteva
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1930
male e della morte... della morte — ripeteva con voce
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1930
sterminio i neri vessilli della rivolta. ¶ Il cieco era
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1930
passò come l’arcangelo della rivolta. Egli aveva travalicato
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1930
s’accenderà nel buio della cella ed egli vivrà
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1930
pietra batteranno i tremiti della speranza. ¶ — Udite, una notte
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1930
disilluso, arcato dal pondo della disperazione, vagava in riva
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1930
tristi e pusilli, timorati della legalità e codardi egli
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1930
razzolanti tra la lordura della terra, incapaci di scagliarne
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1930
rullava nella profonda valle della Cisa tra una nuvola
338
1930
attorcigliamenti risollevava la peste della trincea. ¶ La guerra era
339
1930
di stolli. La romba della fiumara ovattava il rotolio
340
1930
da Cristo: il beccato della Dina, il fratello del
341
1930
siam tutti fratelli. ¶ Quelli della sua classe lo guardarono
342
1930
che erano al pilastro della porta – Cristo trafitto sulla
343
1930
celle, per le fessure della bussola, avendo scorto un
344
1930
soldato traversò la piazza della pescheria: sui lastroni di
345
1930
Il campanile di mattoni della SS. Annunziata, partito dalla
346
1930
gialla e sulla facciata della chiesa. ¶ Quello di S
347
1930
era il secondo-genito della signora Dina: chiamavano così
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1930
screziati. Il cipiglio altero della gente di Liguria era
349
1930
era sbalzato sul viso della signora Dina; le ciglia
350
1930
ambigua austerità il volto della signora Dina, la bocca
351
1930
al tombolo sull’angolo della Piazza Grande. Sotto il
352
1930
come di cerro, aveva della pitonessa o della indovina
353
1930
aveva della pitonessa o della indovina. Molti ragazzi l
354
1930
faceva stridere i denti della signora Dina che, filando
355
1930
paue, paue! ¶ Il primogenito della signora Dina si chiamava
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1930
era situato sull’angolo della Piazza Grande dove a
357
1930
nero, col cappellone largo della Misericordia ricalcato fino alle
358
1930
sapeva incutere la paura della Divinità. Federigo conosceva anche
359
1930
l’olio dalla bocciuola della libbretta sul capo dei
360
1930
una rosa, l’umidore della bocca aveva la dolcezza
361
1930
delirante, andò in corte della sua vaga e si
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1930
detto che eri stufo della vita. ¶ — La volevi fare
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1930
prendeva con due dita della mano sinistra il pollice
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1930
mano sinistra il pollice della destra e faceva il
365
1930
tetto pendeva la corda della campana che suonava a
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1930
perdizione. ¶ Il secondo-genito della signora Dina si chiamava
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1930
altri, istradato sulla via della religione, ma Amedeo s
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1930
Federigo, quella di rota della signora Dina e quella
369
1930
bagnate sul capo bollente della signora Dina, che s
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1930
volevano sottrarlo dall’ira della madre il gobbo, sbracalato
371
1930
stasera.... ¶ II. ¶ La peste della spartana era stata portata
372
1930
più tardi il gonfalone della repubblica era stato issato
373
1930
i pomeriggi dalle secche della Pinciana, chiamavano così il
374
1930
occhi e l’istinto della volpe. I nomi di
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1930
che era nel mezzo della Cortaccia. Quella chiavica terrorizzava
376
1930
le candele, il soffitto della taverna era graticolato, dalla
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1930
una sala che aveva della cisterna. Sul soffitto congiuravano
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1930
foglietto: Cremazione. ¶ Le donne della Pinciana non sapevano della
379
1930
della Pinciana non sapevano della parola cremazione, credettero che
380
1930
fecero conturbate il segno della Croce. ¶ — Gli dànno il
381
1930
filtravano i toni cera della carne marmata. Al collo
382
1930
una alzò la cocca della pezzuola che copriva il
383
1930
si levò il vessillo della Giordano Bruno, con le
384
1930
fiocchi scarlatti. ¶ Il campanile della S. Annunziata chiamò a
385
1930
boato uscì dalle interiora della nave: segnale di salpare
386
1930
cui passa la luce della stiva, e il brusìo
387
1930
pulsazioni simultanee al ventre della nave, le cavatoie al
388
1930
le cavatoie al disotto della linea d’acqua balenavano
389
1930
sua immensità. Gli uomini della gleba proverbiavano con austerità
390
1930
alla gente non cognita della navigazione, che pur li
391
1930
occhio verso il cielo della patria ancora lontana. I
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1930
filò accecata sul mare della Patria. Nella notte le
393
1930
apparvero due uomini uguali, della statura medesima, incerati di
394
1930
Tarmito lungamente: erano due della sicurezza. Il Tarmito affrettò
395
1930
persero strada a cagione della bestia ma apparvero tosto
396
1930
si affacciò al mezzanino della finestra. Poco dopo apparvero
397
1930
porto sotto la protezione della notte, e si diresse
398
1930
chiatte. Appena sul precipizio della calata il Tarmito gettò
399
1930
portò sulla via solitaria della Lanterna, là dove la
400
1930
piccolo, quando il giorno della partenza lo mirò contristato
401
1930
mano aperta, sul fondo della città aveva l’illusione
402
1930
era rotta dalla base della lanterna che mai il
403
1930
un campanile. L’archetto della base, sotto cui transitava
404
1930
degli uomini, il bestino della comunità. I fermenti biliari
405
1930
rossi bruciava i tetti della caserma, dalla parte del
406
1930
uguali nei vestiti color della pietra, con la carnagione
407
1930
schiena dava il ribrezzo della serpe. I corpi diacci
408
1930
tenebrata sitò il tanfo della merceria, l’agro dell
409
1930
dell’anilina, il collame della ghinea rinsaldata, il salmastro
410
1930
per terra i tricciuoli della montura. ¶ Il Tarmito nella
411
1930
cuore giovanile, la mania della distruzione di tutto quello
412
1930
che davano il tremito della voragine, la vertigine dell
413
1930
guerra! La spinta terribile della sensazione occulta che mette
414
1930
sicuro nelle narici dilatate della bestia che dà l
415
1930
quando schiavarda il pozzo della miniera era nell’animo
416
1930
gli davano l’alito della sera, le facciate s
417
1930
sepolto sotto il pietrame della strada. La bettola era
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1930
granfia nella sacca ladra della giubba e tirò fuori
419
1930
lampò giallo sul viso della donna. ¶ — Vieni con me
420
1930
tanti saluti da parte della sua sorella ma non
421
1930
ingabbiò in un ponte della Liguria, di quelli che
422
1930
dette risalto al martellìo della tradotta e l’udivano
423
1930
un vocìo nelle stie della tradotta, i soldati ne
424
1930
ascoltava malfidato il tremito della suonerìa. La famiglia del
425
1930
s’attediava sul davanzale della finestra di camera. ¶ Le
426
1930
via ferrata. La dolcezza della campagna, argentata dai gelsi
427
1930
dovevano nutrire. Un uomo della terra e uno del
428
1930
di sogno, guardò quello della terra che gli aveva
429
1930
nostri figli. ¶ L’uomo della terra e i ragazzi
430
1930
valido premeva lo stilo della vanga affilata, il granturco
431
1930
uomini erano sulle frontiere della Patria. La plebe che
432
1930
suppliziata dal pungolo iroso della fame e del destino
433
1930
oggi era nel cuore della sua terra. Là nei
434
1930
uomini che dagli abissi della notte risalissero alla luce
435
1930
scompartiti sul tavolo squallido della Camera del Lavoro, oggi
436
1930
furono colti dal ribrezzo della morte improvvisa. ¶ — Fate della
437
1930
della morte improvvisa. ¶ — Fate della nostra vita torchio ma
438
1930
prima volta il rombo della Gran Cascata: — La gran
439
1930
sulle vie il mattino della processione. ¶ Soldati sfaldati dal
440
1930
ritornano dalla mietitura, invece della falce fienaia tenevano sulle
441
1930
castagno schiezzato, il nero della sciaminèa, il cunicolo sgozzato
442
1930
tatto e il contatto della terra, le mani pesavano
443
1930
si fecero il segno della Santa Croce e pensarono
444
1930
un teschio a piè della croce, la mano, la
445
1930
il fiele, il telo della Sindone si stamparono in
446
1930
improvvisa: Se volete, faremo della nostra vita torchio, ma
447
1930
ricciaia e diventeranno tenebra della cecità, ma lasciate, nel
448
1930
le quote. Il nero della linea strisciava come un
449
1930
soggolo, avevano la pesantezza della pietra, gli occhi assuefatti
450
1930
tu, che sei pratico della sassaia. ¶ — In terra non
451
1930
Mostrati! Te, il Beccato della Dina? Abbracciami, io sono
452
1930
Remito, ti ricordi? uno della “Delenda”. E che vento
453
1930
che avvallavano nei crepacci della terra. ¶ I soldati trovarono
454
1930
Per te ho fatto della mia vita torchio, diceva
455
1930
rapina. ¶ — Son le vampate della polvere nera. ¶ — L’ossa
456
1930
e scentano la paniccia della terra grumata. Piove terriccio
457
1930
morire schioppettati sul campo della via e invece moriremo
458
1930
capito. Loro si spaventano della guerra ed invece avremo
459
1930
dove anche la bandiera della Patria, in testa ai
460
1930
che aspettassero la voce della madre: svegliatevi ragazzi è
461
1930
mura basse del cimitero della Brigata “Arezzo” li stesero
462
1930
v’era il ravoglio della morte. Sulle barelle appoggiate
463
1930
sangue come sul drappo della Croce. ¶ Lettere scritte su
464
1930
serpe schiacciato dai piedi della Vergine sul mondo. Cristo
465
1930
sul mondo. Cristo: caricato della croce, quando incontra Maria
466
1930
da Cireneo, lo stampo della Veronica, la Sepoltura, quando
467
1930
delle fanterie. ¶ Sulla sagoma della nave fu steso un
468
1930
schiantò l’altro lato della nave sparpagliando pietrame. L
469
1930
argento lampò sul teatro della guerra; tinse di giallo
470
1930
delle acacie. ¶ I baraccamenti della “Padova”. ¶ — Cercano qui i
471
1930
anche poeta. ¶ Il tetto della chiesa di Doberdò, sotto
472
1930
di sotto l’arcate della loggia dell’organo speculava
473
1930
organo speculava sulla stazione della Via Crucis – quella dove
474
1930
seconda volta sulla capriata della croce che lo sacrifica
475
1930
di passare l’eternità della vita nell’inferno. ¶ — È
476
1930
gocciolavano nero sulla fiancata della cattedrale. ¶ — Là è a
477
1930
prete apparve sull’uscio della canonica tagliato in metà
478
1930
guerra; passino. ¶ Il selciato della chiesa era ondulato e
479
1930
insieme. ¶ Sotto la fiancata della Cattedrale che guardava la
480
1930
fino ai limiti estremi della sassaia. ¶ — Leggano qua. — Il
481
1930
tu serbi le primizie della forza nei tumuli di
482
1930
v’era lo schioppettìo della calce e il cielo
483
1930
volta stellata. ¶ Gli affreschi della cripta si stampavano sullo
484
1930
sullo sterminato: lo strazio della madre disumanata dalla sofferenza
485
1930
Cristo affettato dai tagli della terra rossa, con la
486
1930
terra. ¶ Il ghigno atroce della morte improvvisa diacciava il
487
1930
che cercavano il tepore della carne slabbrata. Il bavero
488
1930
slabbrata. Il bavero unto della giubba leccava il collo
489
1930
voltò trasfigurato. ¶ — Tu prima della guerra eri uno di
490
1930
pareva roderlo, il cuoio della cintura. Tutt’intorno, per
491
1930
dal sangue. ¶ La rupe della 209 tagliata nella montagna di
492
1930
ossa. Ripassava il gelido della morte. ¶ Pioviggina a settimane
493
1930
ammollato mette la pelle della biscia tra il cuoio
494
1930
biscia tra il cuoio della risolatura e l’ossa
495
1930
l’annata. ¶ — All’avvicinarsi della pioggia le rondini strisciano
496
1930
capovolta sotto lo scroscio della grondaia. ¶ Il gelo della
497
1930
della grondaia. ¶ Il gelo della sera bruciava, nel pensiero
498
1930
sulla sassaia. ¶ Alla base della quota v’erano piazzati
499
1930
la casamatta, la buccia della mulattiera dalle gambe sfasciate
500
1930
tamburava al di là della quota, l’aria spiattellava