parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «delle»

nautoretestoannoconcordanza
1
2015
mento, anche le dita delle mani che cercano di
2
2015
che non ci siano delle ossa rotte. Vieni con
3
2015
ci sono le pile delle tovaglie piegate. Mi lascia
4
2015
spezzate sotto l’ultima delle tovaglie, la solleva un
5
2015
e secchi ma anche delle brevi raffiche, segno che
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2015
buio attraverso i listelli delle ante o sporgendosi arditamente
7
2015
è scritto sui fogli delle lettere, con la penna
8
2015
tumefazioni e di sangue, delle sue mani che stringono
9
2015
perché non si formino delle infezioni, e poi bisognerà
10
2015
occhi, anche i padiglioni delle orecchie sono insanguinati e
11
2015
dei colpi di cannone, delle bombe che cadono giù
12
2015
si affaccia alle porte delle case, alle porticine, alle
13
2015
ai tracimati i doni delle mie lettere e poi
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2015
che stringe il plico delle lettere tenute insieme da
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2015
alla fine dagli angoli delle loro bocche spalancate e
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2015
di ferro al posto delle labbra che ci corre
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2015
a ficcare il plico delle lettere dentro uno dei
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2015
trasparente, come i fogli delle lettere di posta aerea
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2015
tracimato, il leggero fragore delle biglie che rotolavano sui
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2015
stato attratto dall’odore delle sue penne e delle
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2015
delle sue penne e delle sue piume e della
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2015
ricominciare, sui pavimenti inclinati delle case buie, del mondo
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2015
e il leggero fragore delle biglie messe in movimento
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2015
il corridoio, il fragore delle biglie che stanno rotolando
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2015
arrivando ancora dei colpi, delle raffiche, dall’altra parte
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2015
appena sotto il velo delle sottili palpebre che sembrano
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2015
Ha sollevato il cesto delle lumache insieme alla Dirce
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2015
il rumore di qualcuna delle biglie più grandi che
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2015
più forte nella conchiglia delle nostre piccole mani incernierate
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2015
gemeva e lanciava anche delle piccole grida per i
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2015
e sbarrati, le ossa delle gambe che spuntano come
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2015
si sente il rumore delle ruote e delle gambe
33
2015
rumore delle ruote e delle gambe di alluminio della
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2015
sta sedendo a una delle seggiole dallo schienale alto
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2015
sta mettendo su una delle seggiole alte. ¶ Io e
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2015
testa ciò che resta delle bende, per essere più
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2015
uno stesso identico punto delle loro superfici convesse. ¶ «È
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2015
corpicino stretto al mio, delle sue braccia e delle
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2015
delle sue braccia e delle sue gambe che mi
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2015
si sente il rumore delle sue unghie che lacerano
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2015
dentro, indovino la forma delle damigiane nere nel buio
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2015
e della sua testa, delle sue braccia, delle sue
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2015
testa, delle sue braccia, delle sue piccole spalle, del
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2015
spalle, del suo bacino, delle sue gambe, stringersi forte
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2015
cui spuntano le ossa delle costole e poi sulle
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2015
poi sulle altre ossa, delle anche, mi pare, e
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2015
tutti caldi nel bozzolo delle nostre carezze e dei
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2015
dei loro corpi e delle loro vite nel mondo
49
2015
grattacieli lesionati e impennati delle città e del continente
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2015
escono luci dai fori delle loro finestre, o è
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2015
mi sembra di intravedere delle strutture a volta sotto
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2015
di quelle caverne buie delle lucine poste sotto un
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2015
di tanto in tanto delle piccole porzioni tracimate di
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2015
remare e la distesa delle ninfee sospese sulla linea
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2015
stessa piazza alla testa delle sue plebi di tracimatori
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2015
negozi e all’ingresso delle caverne dei cinema che
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2015
e sentiremo il fiore delle nostre labbra con le
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2015
un varco nel groviglio delle nostre vite e dei
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2015
dai bombardamenti di una delle guerre mondiali tra i
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2015
e stracciate, su una delle quali c’è uno
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2015
buio: anche le porte delle altre case che danno
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2015
la mensola... ¶ Giro una delle manopole, provo ad accenderla
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2015
sintonizzarmi su qualcun’altra delle stazioni. Niente. Ancora e
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2015
con gli ovali neri delle battaglie alle pareti e
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2015
verrà?” ¶ Corro verso una delle cassettiere nere. Tiro fuori
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2015
casa e poi quelle delle altre case vuote e
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2015
avevo visto, più piccola delle altre, una porticina. ¶ Allungo
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2015
l’anticamera. Ci sono delle merde di gatto sotto
69
2015
ricurve e negli angoli delle stanze, però dure e
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2015
sembra, nel passare, sembrano delle pietre vulcaniche liquefatte e
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2015
movimento leggero di una delle sue mani deformate dall
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2015
Si sente il cigolare delle ruotine che fanno gemere
73
2015
Adesso sono sotto una delle finestre spalancate e scentrate
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2015
si senta il rumore delle ruotine nel silenzio in
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2015
avere sentito il rumore delle ruotine sulle assi del
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2015
Si sente il rumore delle ruotine del pouf che
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2015
verso il corridoio, e delle porte che gemono attraversate
78
2015
di me da qualcuna delle stanze che danno sull
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2015
sotto le lunghe ombre delle pertiche di bambù distese
80
2015
non so ancora niente delle donne, non capisco niente
81
2015
carri armati, la confusione delle battaglie, i bombardamenti, tutti
82
2015
che filtra dai listelli delle ante chiuse, mi sposterò
83
2015
vedrà solo il bagliore delle raffiche sprigionato dalla canna
84
2015
le linee di intersezione delle pareti, anche quelle della
85
2015
io avevo una divisa, delle armi, io ero un
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2015
lampi degli spari, facendo delle fulminee sortite, con le
87
2015
e anche i tetti delle case dai soldati e
88
2015
verrà incontro alla testa delle sue truppe e delle
89
2015
delle sue truppe e delle sue plebi di tracimatori
90
2015
io dalla più grande delle sconfitte e delle tracimazioni
91
2015
grande delle sconfitte e delle tracimazioni dei vivi nella
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2015
a dirti una sola delle parole che ti potrebbero
93
2015
caduto per la violenza delle scosse, sarà finito con
94
2015
e contro le ossa delle caviglie. ¶ Arrivo dall’altra
95
2015
appena al di sopra delle loro curvature che brillano
96
2015
nelle viscere dei motori delle macchine, nei cuscinetti a
97
2015
che sporgono dall’alto delle barricate, fuochi neri, bivacchi
98
2015
di noi le lastre delle bandiere fradice d’acqua
99
2015
È sempre così prima delle battaglie!» ¶ C’è un
100
2015
mentre erano schierati prima delle battaglie e il generale
101
2015
superficie le prime avvisaglie delle scosse e dei maremoti
102
2015
è la quantità seminale delle plebi a decidere delle
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2015
delle plebi a decidere delle guerre, allora quali plebi
104
2015
cinesi sarebbero state ancora delle piccole plebi a confronto
105
2015
piccole plebi a confronto delle plebi dei morti.» ¶ Il
106
2015
dall’alto lo scenario delle città dei morti che
107
2015
le barricate, il dispiegarsi delle formazioni e delle unità
108
2015
dispiegarsi delle formazioni e delle unità di guerriglia che
109
2015
stanno nascondendo nelle viscere delle nostre città in attesa
110
2015
degli uffici, dei comandi, delle unità di telecomunicazione e
111
2015
affiorare dalle viscere collassate delle città sotterranee dei morti
112
2015
le vaste estensioni deserte delle scale di servizio, senza
113
2015
sto camminando sulla linea delle strade emerse dei morti
114
2015
strade e piazze incuranti delle nuove e violente scosse
115
2015
palco, affacciato sull’anfiteatro delle città e del continente
116
2015
sono vicino ai confini delle nazioni dei vivi, in
117
2015
a rivoli dai precipizi delle loro pareti. ¶ La jeep
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2015
manto fradicio d’acqua delle strade, e che non
119
2015
Eppure sento, nel clangore delle voragini che salgono dal
120
2015
scorge il balenare continuo delle traiettorie dei corpi che
121
2015
morti investite ancora più delle altre dal sisma di
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2015
il ricordo viene prima delle cose che si possono
123
2015
che spuntano dai varchi delle corde e dei cavi
124
2015
che oscillano appesi a delle corde e a dei
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2015
teneva tra i polpastrelli delle sue dita bruciate quella
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2015
a fresco nelle cupole delle chiese e sulle pareti
127
2015
della sua fronte e delle sue tempie in questa
128
2015
anche tutte le finestrelle delle basse case che si
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2015
sotto la prima volta, delle mie scarpe che spuntavano
130
2015
spuntavano dalla veste e delle sue scarpe basse che
131
2015
dai tetti della legnaia, delle scuderie e della piccionaia
132
2015
sentivo solo il pulsare delle nostre due mani intrecciate
133
2015
c’è contro una delle pareti dell’ascensore. ¶ «Come
134
2015
Dardanelli, Salonicco, occupazioni inglesi delle colonie tedesche nell’Africa
135
2015
in certe zone segrete delle città dei vivi, in
136
2015
viste prima in nessuna delle guerre di tracimazione che
137
2015
nelle azioni di ripulimento delle sacche di resistenza di
138
2015
intorno, oltre il velo delle particelle dislocate di luce
139
2015
fatti franare dalle ruote delle moto da cross, dove
140
2015
Germania, sotto il sole delle città e delle campagne
141
2015
sole delle città e delle campagne del Sud, sotto
142
2015
e anche il velo delle particelle di luce che
143
2015
lunga fila sui crinali delle montagne flagellate dal vento
144
2015
dell’orizzonte, e poi delle forme infinitamente lontane di
145
2015
si inabissano sulle voragini delle sale, le colonie dei
146
2015
si scorge dietro una delle immense finestre spalancate nel
147
2015
nell’abbagliante splendore nero delle città sotterranee dei morti
148
2015
sempre più nelle voragini delle città sotterranee dei morti
149
2015
di corpi, dalle fessure delle donne morte che non
150
2015
silenzio la superficie convessa delle acque seminali del mondo
151
2015
seminali che vengono prima delle correnti che ci sono
152
2015
mani e sul volto delle minuscole cose dure come
153
2015
sfiorano con le frecce delle loro teste mentre si
154
2015
sporgono con le frecce delle loro teste dalle rive
155
2015
camminando sulle zone aeree delle ultime città inabissate e
156
2015
cuspide che sporge più delle altre dalle acque, in
157
2015
interamente sommerso dalla furia delle acque seminali che dilagano
158
2015
nelle voragini più segrete delle città e del continente
159
2015
formano sempre ai piedi delle cascate dei vivi nella
160
2015
contemplando gli ultimi abissi delle città precipitate dei morti
161
2015
carlinga buia, il bagliore delle sue belle braccia e
162
2015
sue belle braccia e delle sue mani e delle
163
2015
delle sue mani e delle sue gambe fosforescenti che
164
2015
del tutto. La fila delle seggioline ha ripreso improvvisamente
165
2015
tutta la smisurata estensione delle città e delle metropoli
166
2015
estensione delle città e delle metropoli morte pullulanti di
167
2015
nero, anche le luci delle città che si sbriciolano
168
2015
alto dal vortice sfuocato delle sue lunghe pale che
169
2015
alto, oltre il vortice delle pale che frustano il
170
2015
il fiato. Il bagliore delle sue belle braccia e
171
2015
sue belle braccia e delle sue mani si muove
172
2015
rimbombo del sisma e delle fiumane di passi che
173
2015
vedono balenare sui soffitti delle grotte dei vivi che
174
2015
dentro le pareti verticali delle scogliere? Ecco, è così
175
2015
chiusi nelle strade buie delle città assediate dei vivi
176
2015
che corre alla testa delle schiere sotterranee dei morti
177
2015
ultimi ponti, di porte, delle estreme città che arrivano
178
2015
sento venire dall’alto delle vibrazioni leggere che stanno
179
2015
Stanno arrivando dei suoni, delle voci, da qualche parte
180
2015
dalle più lontane voragini delle città sotterranee dei morti
181
2015
stati massacrati nel continente delle Americhe dai nuovi conquistatori
182
2015
siamo i sepolti vivi delle grandi pianure asiatiche ai
183
2015
Sicilia, dalle oscure viscere delle città sotterranee della Cappadocia
184
2015
avamposti dimenticati ai confini delle gelide terre emerse dei
185
2015
terra e di torba delle estreme regioni emerse del
186
2015
o nelle case intonacate delle città e dei paesi
187
2015
hanno acceso i sogni delle donne e degli uomini
188
2015
uno tsunami dalle viscere delle città sotterranee investite dal
189
2015
barricate e dai culmini delle torri illuminate dalle luci
190
2015
agli occhi sulle ceneri delle nostre città rase al
191
2015
dalle più remote viscere delle terre inabissate dei morti
192
2015
scorgere nell’infinito buio delle ronde di uomini che
193
2015
in fondo, nelle voragini delle strade. ¶ Si tappano tutti
194
2015
tirano su i risvolti delle giacche, le maglie, per
195
2015
dal basso, dagli strapiombi delle strade invase dai morti
196
2015
non è l’insieme delle lunghezze d’onda che
197
2015
inarcate sugli altissimi tacchi delle loro scarpe lucenti morte
198
2015
si vede l’interno delle loro viscere come abbagliato
199
2015
salendo in altre parti delle città dei morti. Qui
200
2015
aprono sugli strapiombi sotterranei delle città dei morti di
201
2015
si aprono ai lati delle strade, e da cui
202
2015
e che quindi indossano delle giacche, e adesso queste
203
2015
infinitamente lontano nelle viscere delle città dei morti, e
204
2015
braccia spalancate, le dita delle mani allargate, assieme ad
205
2015
morte viene prima anche delle parole dei morti. ¶ «Vieni
206
2015
rispetto all’inconcepibile estensione delle città sotterranee dei morti
207
2015
sale dalle viscere sotterranee delle città sterminate dei morti
208
2015
sono belli i corpi delle ragazze morte! Come sono
209
2015
i cambiamenti di stato delle sostanze vengono percepiti dai
210
2015
convenzione tramite il moto delle particelle nei fluidi, riuscite
211
2015
sto sporgendo sullo strapiombo delle immense città sotterranee dei
212
2015
che scendiamo nelle viscere delle città sotterranee dei morti
213
2015
anfiteatro sterminato e lucente delle città sotterranee dei morti
214
2015
mi dice ancora una delle due. «Stiamo entrando nei
215
2015
clangore?» chiedo a una delle due teste che continuano
216
2015
mi sta dicendo una delle due, con la sua
217
2015
morte nella sconfinata voragine delle città dei morti...» ¶ «Ma
218
2015
clangore?» mi chiede una delle due, all’improvviso, abbracciandomi
219
2015
nelle zone più sprofondate delle città dei morti, di
220
2015
dei loro volti e delle loro bocche. ¶ «Siamo le
221
2015
solo, sotto i piedi, delle superfici elastiche che franano
222
2015
poco a poco come delle chiazze più chiare, o
223
2015
è solo il rimbombo delle voci uscite dai corpi
224
2015
fondo, verso le voragini delle remote città sprofondate, palpitanti
225
2015
con fragore nelle viscere delle città e del continente
226
2015
nere. «Scendi nelle viscere delle nostre città nere. Non
227
2015
la morte la luce delle nostre stelle morte che
228
2015
con i pettini morbidi delle mani piene di piccole
229
2015
che smangia i contorni delle cose e del mondo
230
2015
capelli rasati, e persino delle sue piccole orecchie orlate
231
2015
solo la pressione morbida delle sue labbra che mi
232
2015
tutt’intorno ai lobi delle sue piccole orecchie morte
233
2015
incernierati tramite i pettini delle mani, con le nostre
234
2015
verso l’alto come delle fiere improvvisamente svegliate dal
235
2015
lontana del continente e delle città emerse dei morti
236
2015
potremo incontrare!” staranno battendo delle piccole dita bianche, nel
237
2015
incontro lungo la banchina delle stazioni e negli aeroporti
238
2015
guardano fuori dalle finestre delle loro stanze, nelle case
239
2015
appuntamento in certi angoli delle città dei vivi, delle
240
2015
delle città dei vivi, delle città senza mappe dei
241
2015
forte, sento le ossicine delle mie dita che si
242
2015
neppure girarsi, alla testa delle schiere dei morti nel
243
2015
morte per la violenza delle ultime scosse, sui loro
244
2015
l’altare alla vigilia delle feste...” mi sta passando
245
2015
l’altare, i movimenti delle sue mani nere che
246
2015
con una leggera pressione delle dita lungo la linea
247
2015
di guida. ¶ Spalanca una delle portiere, ci guarda dentro
248
2015
bui attraversati dalle sagome delle macchine gettate qua e
249
2015
del camion il luccicare delle lamiere morte sotto di
250
2015
mia voce il fragore delle lamiere delle macchine colpite
251
2015
il fragore delle lamiere delle macchine colpite dal muso
252
2015
Stiamo cominciando a imboccare delle vie che portano fuori
253
2015
portano fuori dalle città, delle tangenziali, delle autostrade, perché
254
2015
dalle città, delle tangenziali, delle autostrade, perché vedo scorrere
255
2015
le colonie di luci delle macchine che corrono come
256
2015
passata davanti alle celle delle altre monache che russavano
257
2015
lungo le strade nere delle città dei morti dentro
258
2015
segni e i solchi delle sue ferite e dei
259
2015
dei suoi lividi e delle sue croste appena formate
260
2015
si vedeva il bianco delle ossa, quando è venuto
261
2015
la scusa di ordinarmi delle particole da consacrare, e
262
2015
correndo e la raggiera delle altre strade d’asfalto
263
2015
loro letti, nel buio delle camerate, oppure nella vecchia
264
2015
un istante, solleva una delle mani dalla ruota del
265
2015
finiti nelle periferie lontane delle città dei vivi dentro
266
2015
poco illuminate e deserte delle periferie dove allora vivevo
267
2015
più negli edifici bui delle poste dei morti, oppure
268
2015
dei morti, ai margini delle città tormentate e rase
269
2015
al suolo dal sisma delle tracimazioni dei vivi e
270
2015
un punto invisibile, sconosciuto delle città e del continente
271
2015
che escono dalla rete delle autostrade e che si
272
2015
altri motori, il clangore delle lamiere morte che avanzano
273
2015
planano verso gli aeroporti, delle pale delle eliche che
274
2015
gli aeroporti, delle pale delle eliche che ruotano nel
275
2015
mentre in altre parti delle città si stanno formando
276
2015
a questo enorme clangore delle voci, dei canti. O
277
2015
so se sono poi delle voci, dei canti, perché
278
2015
vessilli, conquistano zone circoscritte delle città su cui cominciano
279
2015
sé le cuspidi emerse delle città dei morti, nei
280
2015
spazi neri e abbagliati delle banche appena dislocate e
281
2015
dislocate e fondate e delle borse, anche l’economia
282
2015
dal basso, dalle voragini delle strade ma anche dalle
283
2015
verso le barriere insonorizzate delle finestre, le divaricano, le
284
2015
che sale dai vortici delle strade e delle città
285
2015
vortici delle strade e delle città e del continente
286
2015
imporgli un qualsiasi ordine, delle leggi, un dominio? Perché
287
2015
dentro la morte o delle moltitudini trascinate nei turbini
288
2015
morte, le ondate resurrettive delle rivoluzioni dentro la morte
289
2015
Per perpetuare il ciclo delle resurrezioni dentro la vita
290
2015
nessuna luce dagli stipiti delle finestre e della porta
291
2015
dentro i gemiti disperati delle mie sorelle che stavano
292
2015
Eravamo già in vista delle mura lontane della città
293
2015
portava alla più grande delle sue porte, perché era
294
2015
tetti, cresceva il numero delle persone che si giravano
295
2015
coltello i lunghi rami delle palme e cominciava già
296
2015
loro teste all’interno delle mie piaghe. Io là
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2015
la bocca per via delle bende. “Chi sei tu
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buio, però si scorgevano delle persone in piedi, vicino
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lesionate dal terremoto, con delle coperte impolverate sopra le
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voce uscire dal bozzolo delle bende che stavo liberando
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fuori dalle porte scentrate delle discoteche da cui erompe
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che solcano le strade delle città dei morti. Vanno
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sente solo, dall’interno delle macchine incagliate e dalle
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fronte alle vetrine illuminate delle enoteche, di notte, dopo
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enorme silenzio, il suono delle porte dell’ascensore che
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in frantumi, il balenare delle mie gambe che corrono
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filo dei marciapiedi e delle strade, hanno ancora gli
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piangendo attraverso le strade delle città e del continente
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a guardarci dai lati delle strade sfasciate mentre passiamo
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morte fuori dalle brecce delle pareti di vetro sfondate
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parvenze dentro il turbine delle continue immissioni di nuovi
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stanze dei grattacieli e delle torri di vetro che
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già avvenendo nelle profondità delle nostre strutture genetiche e
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in preda all’autofagocitosi delle cellule. La vita si
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me il suono lontano delle loro voci morte. E
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inizio distinguere i contorni delle cose del mondo dall
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invece le prime visioni delle sterminate città dei morti
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dai fondi di vetro delle barche si possono scorgere
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che popolano le profondità delle acque buie nel continente
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C’erano appena state delle scosse di terremoto. Che
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grandi pezzi d’asfalto delle strade e dei marciapiedi
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aria nera tutta piena delle luci morte che ci
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in confronto a quella delle formiche che si sollevano
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dell’Australia, gli abitanti delle isole del Pacifico, gli
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e riduzione in schiavitù delle donne, intere civiltà distrutte
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enzimi e all’autodigestione delle cellule, le colonie di
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spaventose, strazianti, all’interno delle camere, mentre le guardie
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quando, proveniente da una delle stanze che stavo oltrepassando
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pelate, durante i massacri delle guerre antiche, nelle città
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morti sotto le macerie delle loro case durante i
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contorni e le linee delle sue giovani gambe morte
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le mani, le chiazze delle sue scarpe da ginnastica
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che sbalzano dal bianco delle cornee, e intanto mi
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nelle abbaglianti strade nere delle città dei morti investite
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ricami, costruite al tempo delle repubbliche marinare degli uomini
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sfuocate per la violenza delle vibrazioni del sisma. ¶ «Io
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dei corpi, l’autodigestione delle cellule che non controllano
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che esce dalla struttura delle cellule divorate, la desquamazione
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batteri che si ingozzano delle scolature che escono dalle
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strutture crollerebbero, l’organizzazione delle vostre vite e del
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di legno di una delle mie finestre. All’inizio
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nudo dall’apertura repentina delle ante, di mattina, dopo
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atri e ai banchi delle reception si accalcano donne
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dai riflettori alla fine delle partite notturne, coi calciatori
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di liquidi dalle strutture delle cellule divorate. Escono imbambolati
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si scorgono i contorni delle cose, il piano su
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che accolgono l’arrivo delle carovane dei nuovi morti
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penombra, le sagome nere delle vesti. Il padre priore
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oltre i bordi dorati delle pagine, li avremmo messi
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enzimi e all’autodigestione delle cellule? Cosa avrebbe detto
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di luci nel buio delle prime città che appaiono
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ferma davanti a una delle porte. Gira leggermente la
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le parti i clangori delle vostre risate che salivano
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dei vostri lamenti e delle vostre grida. Ma perché
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cose o le parvenze delle cose nel tempo. Perché
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fila in un ambulatorio delle analisi oppure alle casse
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degli stipiti, dalle sconnessioni delle pareti o dagli interstizi
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luce, con gli ultrasuoni, delle lastre infilate e sfilate
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e là sui muri delle scuderie e della legnaia
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suo sposo, a fare delle visite prima delle nozze
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fare delle visite prima delle nozze, e anche Lenìn
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sono affacciata a una delle due finestre, che dava
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si sentiva il rumore delle bocche dei pesci che
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una voce, nessun rumore delle macchine che arrivavano attraverso
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è sentito il rumore delle tue belle labbra che
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belle spalle, la consistenza delle sue tette compresse tra
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gambe, anche le palme delle nostre mani si toccano
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plurale, come la prima delle tre parti era intitolata
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vita attraverso la morte, delle persone, delle strutture, delle
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la morte, delle persone, delle strutture, delle istituzioni umane
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delle persone, delle strutture, delle istituzioni umane, tutta la
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disperatamente attraverso le catene delle generazioni, in quello che
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di tanto in tanto delle scosse violente seguite da
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mi aveva detto una delle teste che sporgevano dalla
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del tempo. ¶ «La differenziazione delle strutture biologiche che crea
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differenziazione orizzontale e superficiale delle strutture intime della materia
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del loro sangue morto, delle loro orine morte, delle
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delle loro orine morte, delle loro feci morte. Si
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possono sfuocare le linee delle cose quando sono al
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arriva il suono spaventoso delle crepe che si aprono
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di quel seminario, una delle più belle che siano
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sentiva solo il suono delle vesti nere mosse dal
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nere mosse dal vento, delle preghiere bisbigliate qua e
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più quei pianti sconsolati delle mie sorelle dai volti
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è deserto, le finestre delle case vuote, i lampioni
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di brillantina, coi palmi delle mani, girando la testa
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dei loro denti e delle loro mascelle. ¶ «Possiamo fermarci
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intorno al secondo cerchio delle circonvallazioni, le case bruciano
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immortali, mentre i fasci delle armi genetiche dei vivi
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sentivo sotto le suole delle mie scarpe quella neve
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strada, scorgevo i soffitti delle stanze illuminate e vuote
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anche se erano passate delle ore da quando ero
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vedono le bianche sedi delle concessionarie di auto e
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fasci di luce genetici delle loro armi appena forgiate
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prima, verrà, nel cuore delle particelle e delle loro
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cuore delle particelle e delle loro catene genetiche, quelle
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genetica attraverso la polpa delle città dei morti e
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le mani sul contenuto delle ultime cavità terrestri piene
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guerre per il possesso delle risorse energetiche del pianeta
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Perché vuoi l’immortalità delle camere a gas, delle
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delle camere a gas, delle bombe al napalm, dell
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sordi, spaventosi, dei sibili, delle esplosioni, anche se stiamo
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luce, perché i contorni delle cose sono smangiati e
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anelli dei paesi e delle periferie che ci sono
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mano attorno alle porte delle enoteche, dei ristoranti, dei
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correvano nelle gallerie buie delle metropolitane, e di tutte
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dal calore del fuoco, delle esplosioni. ¶ Ci stiamo gettando
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oltre il secondo anello delle circonvallazioni” mi metto a
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a valanga dagli anelli delle periferie che circondano questa
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bordi smangiati dalla luce delle esplosioni. ¶ «C’era una
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dagli spostamenti d’aria delle esplosioni. ¶ Stiamo correndo in
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sfondata, salgono dal varco delle scale che portano nel
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sente ancora il fragore delle loro viscere che continuano
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e di gomma semiliquefatta delle scale mobili interne e
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lunghi elenchi su ognuna delle sue facce. ¶ “Sì, è
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di fianco alle cassette delle lettere fracassate, alla portineria
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dallo spostamento d’aria delle esplosioni. ¶ Entro nella prima
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della notte gli schianti delle case e dei palazzi
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dei colpi, i boati delle esplosioni. Certe volte qualcuno
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che dietro il giro delle finestre e dei piani
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e risorti tentano continuamente delle sortite, contrattaccano con azioni
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guerriglia, mentre il grosso delle loro forze si sta
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di Milano del 1848 e delle Cinque Giornate, si combatterà
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Radetzky, mentre dall’alto delle case, dalle finestre, dalle
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persino dentro le finestre delle case, e molti correvano
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nel 69 con Vitellio, comandante delle truppe germaniche e che
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controffensive aspettando l’arrivo delle altre schiere di immortali
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è la pressione continua delle schiere e delle orde
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continua delle schiere e delle orde che balzano senza
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sono un unico bivacco delle truppe genetiche del tracimatore
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illuminato dai bagliori seminali delle bombe che colpiscono senza
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penetrati nei varchi sotterranei delle metropolitane, da bombe, da
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del suo alito e delle sue labbra contro il
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spalle e la piega delle ascelle, contro le braccia
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braccia e le ossa delle costole, contro il mio
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della sua bocca e delle sue dita che continuano
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la testa nel gorgo delle sue labbra e della
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in ciò che resta delle stanze del pianterreno, nella
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dei suoi polpastrelli e delle sue nocche e delle
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delle sue nocche e delle sue unghie tenere che
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ti vedevo attraverso una delle finestre di questa stanza
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non lacerare il filo delle imbastiture, eri in piedi
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tremano sotto il velo delle morbide palpebre chiuse, con
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chiuse, con la punta delle dita, le labbra. ¶ «Mi
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fermasse più a lungo delle altre sopra di noi
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che fosse più grande delle altre, molto più grande
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allo scoperto dal varco delle mattonelle spaccate. ¶ E che
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conquista di Babilonia e delle città greche dell’Asia
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dell’Asia Minore e delle steppe asiatiche. Io sono
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dai confini esplosi e delle sue ondate di tracimati
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califfato abbaside, e poi delle dominazioni dei turchi selgiuchidi
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dell’islamismo scita e delle dinastie turkmene... fino alla
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nebbia satura del fumo delle ciminiere, con la gamella
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la sigaretta dal filo delle labbra. «Io ero là
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e là nel fiore delle esplosioni. ¶ E poi aerei
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immortale con i fasci delle loro armi genetiche balenanti
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se stesse camminando su delle ossa spezzate, ma senza
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Israele in Libano, guerra delle Malvinas, fuga radioattiva nella
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di proteggermi, le ossa delle spalle, il naso, la
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solo la piccola catastrofe delle classi e delle culture
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catastrofe delle classi e delle culture, non la tracimazione
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morte, le frontiere esplose delle città e delle regioni
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esplose delle città e delle regioni più ricche dell
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impero sovietico deflagrato e delle virulente mitologie religiose arcaiche
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pochi decenni i volti delle città e delle nazioni
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volti delle città e delle nazioni umane. Altro che
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dei vivi dopo e delle loro profezie e dalle
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buio che ci circonda delle linee nere che scendono
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anche se hai imboccato delle scorciatoie, anche se hai
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miei piedi i relitti delle case bombardate e del
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i lampadari, i telai delle porte, i rubinetti, gli
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nello scarico il sacchetto delle immondizie, vedevi venire avanti
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che saliva dalle viscere delle città inabissate e dai
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poi anche nelle viscere delle città sotterranee che oscillavano
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sentito il rumore popolare delle mie ossa stritolate sotto
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del suo corpo e delle sue spalle e delle
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delle sue spalle e delle sue braccia e delle
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delle sue braccia e delle sue anche e delle
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delle sue anche e delle sue gambe contro la
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filtrare attraverso i listelli delle ante chiuse, i lampioni
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rivoluzionarie annidate nelle viscere delle città sottoposte a bombardamento
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scorrono nei canali seminali delle città di sperma geneticamente
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Tutto il tessuto alluvionale delle loro lingue, l’hindi
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e nelle cavità umide delle bocche e dei palati
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immortali, tutti i bracci delle correnti linguistiche seminali cominciano
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estraneo nel continente liquido delle lingue. Perché la lingua
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vedono solo i varchi delle loro bocche che si
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pozzi petroliferi, alla luce delle fiamme che ardono nella
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sconvolto, si sono create delle figure intermedie tenute nella
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sta espandendo nel fronte delle frequenze, su cui non
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tutt’intorno i parasole delle regine madri, e poi
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all’incontrario la catena delle generazioni e delle specie
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catena delle generazioni e delle specie che si sono
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a Cienfuegos, nelle montagne delle sierras percorse dai primi
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come ferite, nelle viscere delle sue metropolitane percorse da
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e tra i pinnacoli delle montagne sotterranee emerse, nelle
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sono già stato.” ¶ Vedo delle persone che fuggono, lungo
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contro i tessuti duri delle mutande e neppure contro
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circostante contro il velo delle sue trasparenti pareti, si
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grotta, sotto la cupola delle foglie. Mi sono alzato