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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Aldo Palazzeschi, Il codice di Perelà, 1911

concordanze di «delle»

nautoretestoannoconcordanza
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sopra il nemico con delle caramelle. E voi che
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i riccioli neri più delle ali d’un corvo
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nomi certamente, erano soltanto delle parole convenzionali che usavano
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Da giovani dovevano essere delle poco di buono. ¶ – Delle
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delle poco di buono. ¶ – Delle cialtrone. ¶ – Qualche pasticcio ci
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fumo, del vostro castello, delle vostre mamme, delle vostre
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castello, delle vostre mamme, delle vostre scarpe... Perelà! Perelà
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fatto passare nella sala delle udienze, il gentiluomo di
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non credere a una delle sue parole, è fuori
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Perelà, dei gentiluomini e delle belle signore. Sapete che
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tranelli, guai a fidarsi delle loro moine, solo per
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sgravio dei propri errori, delle colpe, allora soltanto può
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non volli crederci: una delle solite panzane, pensavo, ne
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i giorni. ¶ – Io fui delle ultime a crederci, ma
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darete spago rimarrete vittima delle sue fantasticherie. ¶ – Piuttosto incominciamo
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cosa vogliate perdonarci, siamo delle escluse. I signori uomini
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solo per cornice, siamo delle uditrici e niente altro
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uditrici e niente altro, delle comparse. ¶ – Converrete che è
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Ha fruttato alla società delle ferrovie quanto i pellegrini
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riderà di voi e delle vostre ridicole avventure, ma
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E ci fa passare delle orribili giornate. Donna Gioconda
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anno per il mutare delle stagioni... si sente di
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siete maravigliato al racconto delle mie buone amiche, vi
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che se mai rimasero delle simpatiche impronte nella memoria
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E ora, la parabola delle ciambelle. ¶ – E l’apoteosi
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o no? Siete peggio delle cicale. Donna Giacomina, come
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palazzo o in taluna delle mie ville, lungi dagli
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razza dei Carlomignoli. ¶ – E delle ciambelle senza il buco
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a descrivere l’entusiasmo delle candide suore preposte al
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moglie il giorno stesso delle nozze. Soltanto l’abitudine
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Principessa Bianca Delfino Bicco Delle Catene. ¶ – Se avete bene
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occhi bellissimi nel fondo delle oscure caverne. ¶ «Lo fissai
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referto, disse che Bianca delle Catene è una bravissima
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umano dolore. Chi parla delle tre? È Pena, è
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qual cosa bramaste conoscere delle vostre tre madri? Qual
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velate, soltanto la bianchezza delle mani e del viso
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sole. Ve ne sono delle giovani e delle vecchie
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sono delle giovani e delle vecchie. Regina Cleofe vi
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lo ripigliano. ¶ – Per una delle solite beghe. ¶ – Le eterne
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del nostro paese. ¶ – Abbiamo delle leggi decrepite e grinzose
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avete veduta? Guardate, a delle fanciulle erano avanzate alcune
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quanto prima a darsi delle arie. ¶ – È inevitabile. ¶ – Come
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è bene che dica delle stupidaggini, così se ne
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Stato, riformatore: degli uomini, delle cose, delle istituzioni e
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degli uomini, delle cose, delle istituzioni e del costume
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immemore del tempo e delle cose, non si conosce
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trono recando l’inventario delle proprie ricchezze. Salendo lo
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di gallonati, il luccichìo delle decorazioni e delle sciabole
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luccichìo delle decorazioni e delle sciabole, il colore fiammante
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sciabole, il colore fiammante delle uniformi e delle livree
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fiammante delle uniformi e delle livree. Sale fermandosi sopra
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sottratto allo stato metà delle proprie ricchezze: la condanna
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volontà, il miglior vino delle nostre vigne è per
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piacere o comodo, e delle gambe per andare dove
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voi stesso vorreste andare, delle orecchie per stare a
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a bocca spalancata per delle ore non sapendo trovare
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sicuro che se dicono delle coglionerie gli è perché
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senz’altro malati, useranno delle parole che rivelano senza
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dall’altra si partono delle barchette nelle quali sono
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del sotterraneo al chiaror delle fiaccole, intorno a quel
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arrosto appeso all’altezza delle teste. Le torce infilate
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tizzi a punta, e delle braccia spalancate rimanevano gli
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Stato...» ¶ – «Riformatore!» ¶ – «Degli uomini delle cose delle istituzioni e
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Degli uomini delle cose delle istituzioni e del costume
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casa, dei nostri averi, delle nostre famiglie, dei nostri
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s’andava incontro a delle incognite. Chi era? Ma
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la gente della strada delle porte e delle botteghe
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strada delle porte e delle botteghe, i telefoni per
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si radunano agli angoli delle vie e sulle porte
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vie e sulle porte delle case, nel negozio del
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corpo, il verde smeraldino delle foglie e il filo
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Dalle finestre, dalla soglia delle case, nessuno inveiva al
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divenuti freddi al contatto delle gambe, e l’ambiente
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m’attrae nel freddo delle sue valli, nel buio
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sue valli, nel buio delle sue torbide insenature? Oh
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si vedono continuamente sobbalzare delle teste che cercano di
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ministro. ¶ – Signora, la parola delle donne non ha mai
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accusato d’esservi servito delle suddette male arti per
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Un regalo al museo delle mummie. ¶ – Di Cartella Maria
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e per la gola delle mie care amiche. ¶ – Sguaiata
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stiamo fresche. ¶ – Delfino Bicco Delle Catene Bianca. ¶ – Aveste rapporti
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ch’è la peggiore delle malattie. ¶ – Lo ritenete responsabile
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vagina, con conseguente infiammazione delle parti: prognosi riservatissima. Per
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muscoli e nel delirio delle viscere, egli è sopra
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dei loro drammi sono delle stupide. ¶ – Non sa fare
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Non sa fare che delle smorfie. ¶ – La pena! ¶ – Morte
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Bellonda non è responsabile delle proprie azioni. ¶ – Bene... bravi
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fuoco e dalla voce delle sue nutrici. Voi non
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po’ di scandalo. ¶ – Bianca Delle Catene nel suo camposanto
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la cima più alta delle colline che circondano la