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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «delle»

nautoretestoannoconcordanza
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l’impertinente!» è una delle frasi che mi sono
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ragazza, è frequentatrice assidua delle letture e conferenze che
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ridotto del teatro: una delle poche occasioni, per gli
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particolarmente dedita al culto delle Muse, di sentir trattare
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fiume dipingendovi i profili delle case che orlavano la
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ovvia, la più legittima delle richieste; ma la sua
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lei che a una delle solite trentenni piene di
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da fuori, la disposizione delle finestre. Se mi aiuta
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cancello e alla cassetta delle lettere, quando nella mia
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ridotte a due, una delle quali, per giunta, di
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sogno. Probabilmente, a dispetto delle sue suppliche e della
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Germania, specie nel campo delle scienze e della medicina
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scriviamo, la meta preferita delle mie passeggiate? La stazione
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del genere. Solo, ognuna delle rare immagini che ne
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accennate, il profilo fragile delle scapole. La gonfia chioma
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è bisogno di dirlo, delle sue opere. Va da
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i gonfi ornamenti barocchi delle chiese o le facciate
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sono scivolata a raccontarle delle apprensioni di mio padre
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le forme ormai invisibili delle colline. ¶ «Strana, nel mio
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si colora, nel ricordo, delle tinte tenui e struggenti
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mattina di sole, una delle prime da quando la
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era ritirata dalle pendici delle colline che circondavano la
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rigorosamente aristocratica», l’elenco delle sue opere maggiori, le
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a fatica i manici delle cesoie o curvandosi dalla
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oggi, aprendo la cassetta delle lettere, non avessi trovato
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e il viola lucido delle bacche di ribes comincia
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leggi e, prima ancora delle leggi, la sua coscienza
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anche la più collaudata delle corazze. Sì, è sempre
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negozi e dal rombo delle automobili che sfrecciavano sull
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Percepisco soltanto l’accorciarsi delle giornate, che mi lascia
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che il «nuovo ordine delle cose» gli era costato
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non possiamo farci carico delle disgrazie altrui: abbiamo le
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era sempre, in ognuna delle combinazioni di note che
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sfinge, la solitudine impervia delle piramidi. ¶ XIII ¶ Maestro, ma
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un libro, l’incalzare delle ombre. I miei occhi
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ripetere precisamente la seconda delle frasi sottolineate, come se
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altare domestico, in ciascuna delle sue dimore provvisorie. Ogni
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appena una decina, molte delle quali erano a stento
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diabete e in occasione delle feste non trascurava mai
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modista, sempre al corrente delle ultime novità da Parigi
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verso un pieno recupero delle proprie facoltà mentali, trovasse
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famiglia e con tante delle persone più care. ¶ Lei
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a questa parte, ognuna delle rare lettere che mi
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che lei possa avvalersi delle sue alte relazioni per
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del rumore…» ¶ «Il rumore delle bombe?» ¶ «Ma no, Sonja
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l’inverno i vasi delle piante più delicate; ecco
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bianco abito da ballo delle debuttanti, di quella nonna
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l’eterna, immutabile litania delle tabelline. Guardo il lungofiume
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dell’antiquata ortodossia, o delle superstizioni, come le definivamo
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so, mi ricordo, nessuna delle tue sofferenze può essermi
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di meglio che discorrere delle bizzarrie meteorologiche di questa
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non capiva il senso delle strane manovre che il
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locandina con il programma delle conferenze che si tengono
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è chiaro, per via delle fiamme.» ¶ «Quali fiamme?» ¶ «Non
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si infittiranno i muri delle case, gli sguardi torvi
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più amata e odiata delle ombre. ¶ Dunque, Maestro, stavo
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sollecitare invano l’acquisto delle ultime novità letterarie; un
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nero e ostinato ricamo delle fronde. Rammentai confusamente una
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mettere ordine nell’accalcarsi delle ore che, con spietata
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vita normale, incontrassi una delle mie compagne di prigionia
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condusse dunque alla baracca delle docce, un’altra, situata
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sul pavimento di una delle stanze. ¶ «No, il tuo
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battevano contro la seta delle mie calze costringendomi ogni
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o appoggiate agli schienali delle poltrone, con le braccia
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poi prendere la strada delle docce, della ciminiera, rimaneva
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scegliere piuttosto la via delle docce e della ciminiera
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casa della gioia, alcune delle mie compagne lo facevano
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a ravvivare il colorito delle guance e a renderci
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dove udendo il rombo delle camionette seguire a tanto
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carne nuda, della guêpière, delle giarrettiere di pizzo, dello
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incuranti alla solita vicenda delle stagioni? Ma il pensiero
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lo confesso, era quello delle persone care. Non avendone
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prendevano subito la via delle docce e della ciminiera
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più che al contenuto delle lettere ripensava alla forma
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ognuno degli abbracci e delle partecipi strette di mano
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e persino il rombo delle automobili che passavano di
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in ritardo, la via delle docce e della ciminiera
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a scuola, non quello delle lettere, ma un altro
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parlava di sé e delle sue condizioni con una
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mani. ¶ «Le ho portato delle cose, signore, dei regali
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ma il vecchio album delle fotografie che Sonja, senza
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forse: guardi la posa delle mani, così penzoloni lungo
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per destinarlo, in occasione delle feste, a un «regalo
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tanto poco si curava delle sue proprietà, e che
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filo dei suoi pensieri, delle sue sensazioni, quel sordo
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noncuranza dei luoghi e delle cose. Come se il
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qui, come la luce delle stelle spente, fissate in