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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, L'amore che torna, 1908

concordanze di «delle»

nautoretestoannoconcordanza
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1908
bacio su la punta delle dita? ¶ Mi tese una
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1908
nell'aria il profumo delle rose d'inverno, languida
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1908
cappellini ed i boa delle signore! ¶ - Allora, marchesa, preferivo
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1908
orlava gloriosamente le guglie delle chiese lontane. Volle che
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1908
nella memoria il pensiero delle carezze d'una volta
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1908
fatto conoscere l'amarezza delle tue lacrime, il tedio
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alle forme, alle astrazioni delle cose, guidato da una
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1908
discussione su la precedenza delle poste. Purtroppo le alleanze
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1908
davanti alla sacra maestà delle carte da giuoco. ¶ Infine
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ed i maligni discorsi delle premurose amiche? Senza dubbio
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1908
naso e la lunghezza delle sue dita. ¶ Scintillava nei
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1908
occhi scolpiti nei fregi delle grandi scansìe. Veniva su
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1908
agitò sotto la pressione delle dita, volgendo la groppa
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1908
lucida per le stoffe delle tappezzerie, che avevano il
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1908
un'anima nascosta, capace delle più grandi rassegnazioni. ¶ Elena
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mestiere: praticò le scuole delle sarte, ricamò le iniziali
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sarte, ricamò le iniziali delle biancherie, vendette nei negozi
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lei; quell'amore sublime delle anime che sentono la
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1908
il sole sui vetri delle case, che balenavano come
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appassivano tra l'ingiallire delle foglie, - il pastore venne
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1908
verde il canto nuovo delle fontane. ¶ Mathias non le
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oro, di quell'oro delle medaglie antiche, trovate negli
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1908
risonò sinistramente nell'ombra delle volte arboree. Ella n
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soave, tra i martirii delle anime innamorate. ¶ Ma ne
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1908
gli appariva negli angoli delle labbra o nel segno
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1908
le verande, i tetti delle case, le chiese lontane
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1908
la specchiera, le maniglie delle porte, l'acqua in
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polso, dove il colore delle sue vene minute somigliava
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e dietro il velo delle sue lacrime rivide come
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1908
pubblica e l'asta delle tue terre solleverà grande
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1908
rudi, usi alle fatiche delle armi, per gli ozi
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1908
piegava sotto il peso delle memorie la solenne anima
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1908
ad ascoltare lo scricchiolìo delle porte sui cardini o
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vibrante, aumentavano i battiti delle sue vene, moltiplicavano le
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l'aria, le musiche delle fontane pullulanti da un
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1908
nella montagna, il belar delle mandrie abbeverate al fiume
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1908
appariva il tenue verdeggiare delle foglie novelle, ma sopra
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tendere tutti i muscoli delle braccia per contenere la
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che lo scalpitar precipitoso delle zampe gagliarde sul terreno
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lago di Fondi, memore delle materne Pontine, e dietro
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1908
vedevamo le gole selvose delle montagne addossarsi, per scendere
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1908
si apriva l'anfiteatro delle isole di Palmarola Ponza
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esilio e la tomba delle Imperatrici. ¶ - Raccòntami, - ella fece
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nei circhi ai combattimenti delle fiere, dimentica delle Imperatrici
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combattimenti delle fiere, dimentica delle Imperatrici come di schiave
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Poi quello strano spettacolo delle paludi, la sera; l
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con davanti la Montagna delle Fate, bianca, limpida, sola
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guattera, sarebbero divenuti padroni delle terre che da tanti
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forse la più seria delle sue molte avventure, - spiegai
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del rovinoso, la nostalgia delle cose cadenti.... ¶ - Era una
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1908
Immobile, fra la corona delle sue folte boscaglie, apparve
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1908
possente, splendida, la Montagna delle Fate. ¶ - Guardate ora! - esclamò
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1908
leggiadrissime gale i nastri delle biancherie che aveva preparate
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1908
coglieva tutti i fiori delle aiuole gettandoli dentro un
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Norimberga, ed i bagliori delle coppe fiorentine che traboccavano
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1908
suo giardino, i boccioli delle sue pasture, i mazzi
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1908
misurato insieme col tintinnio delle sonagliere gioconde. ¶ Alcune fanciulle
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mezzo come i tralci delle viti cariche, in guisa
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dei fiumi, nel grembo delle valli e su l
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musica dei flauti e delle arpe; le attrici simulavano
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di notte, al chiarore delle fiaccole, sovra un palco
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1908
saliva su le labbra delle matrone un languido sorriso
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1908
socchiudevano lentamente i cálici delle lor campanule stanche. Bocche
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sognando forse l'ombra delle lor siepi natie. ¶ Dai
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sopra tutta la fatica delle mani.» ¶ E coloro che
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con tutto il fiato delle sue dieci canne, per
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floreali, la tristezza inconsolabile delle cose che hanno avuta
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magnificenza caduca, la disperazione delle creature che sono vissute
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che fumavano, al bisbigliar delle preghiere sommesse, cauti e
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il bisogno di godere delle sofferenze altrui. ¶ «A quel
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giorni la maggior parte delle tue terre cadrà sotto
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accumulando sui pochi avanzi delle mie campagne. Ciò che
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spensierato, che, al termine delle sue scioperatezze, trovava una
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pervenutomi dall'ultima vendita delle mie terre; ma nello
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la possente ibrida voce delle tumultuose platee, sarebbe salito
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anni, gli avevo parlato delle mie risoluzioni, ma così
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aveva dell'uomo e delle sue passioni, della vita
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essa è ciecamente vittima delle stesse fatalità, degli stessi
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degli stessi pregiudizi e delle stesse ciurmerie di una
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questo la spiegazione logica delle sue troppe cortesie; ma
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mento raccolto nel palmo delle mani, fu presa da
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di tasca l'astuccio delle sigarette, lo riempii. Facevo
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ogni caso, non dubitavo delle sue perfette vidimazioni. ¶ E
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degli spettatori, la luce delle lampade basse, il fumo
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squisita, e la conca delle ascelle appena segnata da
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comprensibile, forse l'eco delle parole che avevo dette
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re dei conviti, signore delle alcove, maestro di tutte
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è una vigliaccheria maggiore delle altre. No, ti giuro
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vendere alcuni altri campi delle mie ultime terre. Ma
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strettezze crescevano; le rendite delle mie campagne, affidate ad
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a tentare la fortuna delle carte in quella casa
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irritava era la chiarezza delle sue intuizioni, era quell
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l'estradizione, un manuale delle pietre preziose, le Epistole
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precise, caute, al maneggio delle quali bisogna senza dubbio
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che le molte angustie delle quali ti lagni non
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a respirare l'aria delle solitudini marine. Ora si
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non conosce la manovra delle vele. Ma ne conosce
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sono il pane quotidiano delle umili famiglie borghesi. ¶ Non
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adorabile! Sai, quelle reni delle anglo-sassoni, che paiono
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non mi difendo mai delle tue accuse. Certo non
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ebbi l'intuito chiaro delle tue condizioni e compresi
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servirti. Nel corridoio, trofei delle tue cacce alla volpe
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ma la servile bassezza delle imprese che i suoi
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ella pure nel numero delle persone che han definito
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lontani, sotto il peso delle memorie, con un desiderio
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vicenda una immensa pietà delle nostre povere illusioni perdute
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la faccia nei palmi delle mani. Sentivo il suo
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perdere un solo battito delle sue vene, ma insieme
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accettassi, provvederebbe la forza delle cose a renderlo vano
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poi smarrivo la memoria delle parole indispensabili, e tornavo
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ridendo sui chiari ombrellini delle signore, fra i quali
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lievemente, con il timore delle prime volte, la baciai
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gonna, e il brillare delle sue scarpine appariva di
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con tutta la forza delle nostre braccia, con tutto
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gesti e l'aspetto delle contrade note. ¶ Ritornavo, ma
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le nuvole di fumo delle nostre innumerevoli sigarette, poi
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Edoarda e il tempo delle sue nozze, lasciai Roma
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e stipulare la vendita delle terre di Monte San
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su le fragranze vegetali delle praterie nuove, miste con
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castello sovrastante, le finestre delle stanze nelle quali era
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mi raccontava; mi raccontava delle mietiture e dei raccolti
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doglia, ma infruttuosa, e delle viti che toccavano terra
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alberi più forti, - e delle processioni, e delle sagre
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e delle processioni, e delle sagre, e della cavalla
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le vene dei polsi, delle tempie, mi battevano come
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diagnosi; parlava di sintomi delle febbri malariche o palustri
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forza degli altri e delle cose avverse mi pareva
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come albe, al cantar delle fontane. ¶ Andai direttamente a
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passato, con la dolcezza delle mie parole. Per ingannare
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quale pendevano le chiavi delle camere, guardò all'uncino
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in cerca degli amici, delle amiche d'un tempo
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frugare anche nel mazzo delle vecchie carte gialle... Non
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momento, su l'ala delle note volanti, nella religiosa
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per vedere il salto delle due cavalcatrici. ¶ La contessa
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senso, mostrava le tracce delle varie cavalcate. ¶ Vidi con
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li conserva nel cofano delle reliquie, per poterle dire
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che avevano l'irrealità delle cose lontane, e, leggeri
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d'oro sui vertici delle colline lontanissime. ¶ D'un
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passo. Anche le fibbie delle sue scarpine luccicavano fuor
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apparenze! Sono i vestigi delle glorie antiche. Va male
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vegliare su la fedeltà delle mogli altrui. ¶ Allora dovetti
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boschi e il refrigerio delle fontane, andandoci poi a
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quando appena si cammina, delle tende che hanno lasciato
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stridula come il gridìo delle cicale che là fuori
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le brillavano al sommo delle guancie scolorate. ¶ Ma fuori
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mia spalla. Dagli interstizi delle tendine filtravano lame di
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requie nella vita febbrile delle grandi città, quando i
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riverberava su le finestre delle case, traeva dai selciati
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con fatica il peso delle sue mille catene. ¶ Mi
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aria solcavano i fischi delle impazienti locomotive, e la
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Fra le tante cose delle quali non ho saputo
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altrui, sbirciando nel cuore delle famiglie; la fatica, se
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difetto all'operaio, quella delle sepolture non varia, e
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da schiudere agli ozi delle mie clientele; ho ancora
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quali trascinarvi nei viali delle profumate ville romane, mentre
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applausi e l'ira delle attonite platee... ¶ La casa