parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

concordanze di «delle»

nautoretestoannoconcordanza
1
1983
freschezza simile a quella delle brezze che si avvertivano
2
1983
sorto, illuminava le cupole delle chiese e dei campanili
3
1983
i suoni, le figure delle cose e delle persone
4
1983
figure delle cose e delle persone. Lungo le strade
5
1983
anche il padre, pensionato delle ferrovie, e una zia
6
1983
steppa e gli aghi delle conifere… ¶ Il direttore di
7
1983
bugiarda. ¶ Cominciò la serie delle mie grandi notti di
8
1983
e il gracidio scorticato delle cornacchie. La fuga delle
9
1983
delle cornacchie. La fuga delle lepri tra le felci
10
1983
a nutrire ogni parte delle piante. Allo stesso modo
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1983
origine e la natura delle cose. Aveva preso a
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1983
addirittura al di là delle montagne, nelle Germanie o
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1983
poi qualcuno aveva scritto delle lettere anonime, e Francesco
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1983
di quello di Francesco delle macine. La sua ombra
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1983
Farà come i cuccioli delle volpi o dei lupi
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1983
popolo e la fine delle ingiustizie, e s’era
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1983
scuola vi imbastivano sopra delle lezioni, nelle loro classi
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1983
come a esempio una delle tante guerre contro i
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1983
quando sentiva il fischio delle locomotive, che correvano nella
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1983
attesa. Si sentiva dentro delle zone molli e doloranti
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1983
frettolosamente sulle passatoie rosse delle sale di uno dei
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1983
dal giudice, dall’ispettore delle ferrovie, dal direttore della
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1983
Il popolo era carico delle memorie di ingiustizie subite
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1983
intanto ricordava. La memoria delle oppressioni subite stava dentro
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1983
lunghe corde. Il ricordo delle violenze e ingiustizie diventava
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1983
e udisse il ronzio delle cose ancora non nate
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1983
almeno provvisoriamente, il mondo delle premonizioni e delle combinazioni
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1983
mondo delle premonizioni e delle combinazioni astrali, e ambedue
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1983
si affacciava alla balaustra delle scale, e chiamava colei
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1983
senza darsi alcun pensiero delle conseguenze. Ero investito dalla
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1983
fiume. Sapevo di avere delle colpe, anche se non
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1983
correva sopra la neve delle strade. Mi sembrava di
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1983
dottore farsi alla ringhiera delle scale, scuotendo la testa
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1983
gusto dei segni e delle metafore. Mi ero visto
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1983
a convincersi della realtà delle sue giornate, come fosse
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1983
mai. Il rullio monotono delle ruote invitava a cedere
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1983
di luce alle finestre delle isbe sparse, nella sera
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1983
calato nel rullo infinito delle ruote e nell’ondulazione
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1983
dove fossimo. I nomi delle piccole città e dei
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1983
villaggi, scritti sulle facciate delle stazioni, non mi dicevano
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1983
posta, della scarsa sicurezza delle piste. Si parlava di
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1983
da raggiungere. ¶ Col passare delle ore e delle giornate
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1983
passare delle ore e delle giornate la corsa sulla
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1983
che formavano sul terreno delle strane geometrie. ¶ Sentii un
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1983
nato. Mi sentii gremito delle occasioni mancate della mia
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1983
in mezzo ad una delle stanze. ¶ L’isba si
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1983
un po’ più grande delle altre, piena di scaffalature
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1983
aveva nessuno dei tratti delle donne asiatiche. Nelle linee
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1983
saputo, ed era una delle figure del villaggio che
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1983
ai turchi. ¶ L’attesa delle sorti della guerra era
51
1983
Il villaggio conservava memoria delle vittime del bosco da
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1983
Per questo gli scaffali delle merci e gli odori
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1983
sue spalle la presenza delle due tombe, dei due
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1983
nevose tra le gole delle montagne, o sopra i
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1983
russi del treno o delle stazioni di posta, anche
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1983
campi, badare agli animali delle stalle, cacciare, far legna
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1983
che fosse in disgrazia delle autorità, e che i
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1983
aggiungeva anche il pulviscolo delle rocce, e le mascherine
59
1983
che pendevano dai tetti delle isbe, o da quelli
60
1983
da quelli più piccoli delle rimesse e dei pozzi
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1983
regno eterno dei lupi, delle linci e degli orsi
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1983
rispuntava l’antico feticismo delle loro tribù, erano convinti
63
1983
sotto le torri inespugnabili delle grandi difficoltà, che tormentavano
64
1983
e i peschi, e delle lunghissime notti siberiane, in
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1983
guardare la lunga fila delle isbe del cantiere. Fu
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1983
loro risata, il fruscio delle loro vesti, una scollatura
67
1983
veniva dall’alto numero delle sue sconfitte. ¶ Al cantiere
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1983
le sfile, il sibilo delle seghe che mordevano il
69
1983
vista se v’erano delle sabbie speciali, sei o
70
1983
sette volte più pesanti delle solite, che non erano
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1983
scia simile a quella delle lumache, che di notte
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1983
esercito silenzioso e irresistibile delle idee fisse, che prendevano
73
1983
udivano più i colpi delle scuri o lo stridio
74
1983
scuri o lo stridio delle seghe, essa sembrava ricadere
75
1983
compagni. Era l’anticipazione delle allegrezze pregustate del ritorno
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1983
quell’effetto. Il suono delle campane, per esempio, non
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1983
battuta, tra i recinti delle isbe, inquieto e senza
78
1983
o diverse da quelle delle nostre parti. Granai, stalle
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1983
rassicurante, perché era una delle cose che ci ricordavano
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1983
di valenki fuori uso. Delle gambe non era più
81
1983
Provoca cose anche peggiori delle tempeste. È così freddo
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1983
spruzzi, su un lato delle imbarcazioni, causando la formazione
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1983
a causa degli anni, delle gambe e delle mani
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1983
anni, delle gambe e delle mani irrigidite dall’artrite
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1983
con qualche approssimazione. Una delle prime cose che ricordava
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1983
per tre anni, e delle cose imparate ricordava ancora
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1983
guardare gli ultimi bastioni delle montagne che venivano a
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1983
persona contava molto più delle altre. Era Ajdym. ¶ VIII
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1983
capelli nerissimi, alla maniera delle donne russe. Mi era
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1983
non sapevo decidere quale delle due avesse dato origine
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1983
viso, Ajdym aveva qualcosa delle bambole. Aveva forme armoniose
92
1983
Subito però si dimenticava delle cose tristi, e su
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1983
meraviglia e lo scandalo delle donne del villaggio per
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1983
gente del villaggio. ¶ Una delle cose che ci univano
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1983
rifugiato e aveva trovato delle vecchie donne che lo
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1983
lavorare proprio in una delle fasce lungo le quali
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1983
partenza, perché ci sono delle cose che avvengono in
98
1983
poteva arrivare la voce delle sue imprese. ¶ Pensavano che
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1983
ma era rimasto vittima delle forze naturali. L’ultima
100
1983
si trattava di una delle barche costruite da Gurka
101
1983
che la profondità insondabile delle acque del lago era
102
1983
metafora del mistero. Molte delle cose che erano scomparse
103
1983
sfinita e al limite delle forze, con i resti
104
1983
ma la forza stessa delle cose mi aveva collocato
105
1983
io ero il mezzo delle loro speranze. V’erano
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1983
a tintinnare in una delle mie tasche. La cosa
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1983
addosso una divisa e delle stellette che non si
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1983
scrutare attentamente nel buio delle notti, nel freddo d
109
1983
Vedemmo partire gli stormi delle gru, delle cicogne e
110
1983
gli stormi delle gru, delle cicogne e delle anatre
111
1983
gru, delle cicogne e delle anatre selvatiche, che volavano
112
1983
a guardarlo dall’alto delle colline dava l’idea
113
1983
appartenevano a piani diversi delle cose, non s’incontravano
114
1983
tristi. Tutti parevano memori delle antiche sventure di cui
115
1983
Ma, con il cadere delle prime nevi, quella presenza
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1983
dagli spigoli appena smussati delle rive. Marco e gli
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1983
formarsi lungo i tetti delle isbe e ai rami
118
1983
girovago dei pianeti e delle stelle, senza patria e
119
1983
lentamente verso il periodo delle feste le quali, lo
120
1983
lasciò avvolgere dal velluto delle nostalgie, e senza volerlo
121
1983
a sentire i colpi delle scuri e le voci
122
1983
di saggiare la forza delle sue zampe. ¶ «Nella taiga
123
1983
corso dei venti e delle nuvole, per riuscire a
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1983
arrivo!”. Udiva il sussurro delle cose che lo attendevano
125
1983
vedevamo i larghi giri delle aquile e dei falchi
126
1983
direzione, dimenticandosi del tutto delle tracce dei lupi, urtando
127
1983
Marco gli offrì qualcosa delle nostre provviste, e l
128
1983
perché era il periodo delle feste, e lui avvertiva
129
1983
dalle intemperie gli scheletri delle cornacchie. ¶ Da noi di
130
1983
evidente, il terribile freddo delle notti siberiane non restava
131
1983
restava del tutto fuori delle isbe, ma trovava la
132
1983
erano da nessuna parte delle leggi scritte sulla pietra
133
1983
a dormire nell’ora delle galline, spariva nel sonno
134
1983
i lupi, i gufi delle nevi, le linci, e
135
1983
quell’amore era una delle cose cupe e in
136
1983
forme e i colori delle cose mi era sempre
137
1983
si riferiva ai colori delle cose suscitava in lui
138
1983
alte della direzione e delle decisioni. ¶ Certe volte nutrivo
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1983
carnevale o ai funerali delle famiglie di possidenti. Ajdym
140
1983
un novizio il giorno delle nozze, lo portammo da
141
1983
a forza perché ognuna delle tribù, dopo essersi guardata
142
1983
pecore, i dromedari caricati delle jurte ripiegate e del
143
1983
Ad Ajdym sono capitate delle cose molto peggiori delle
144
1983
delle cose molto peggiori delle tue. Ma a questo
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1983
la mano, a conferma delle mie parole. ¶ «Vado, vado
146
1983
mia simpatia, a circondarla delle mie fantasie di uomo
147
1983
vi passò sopra una delle sue. Noi augurammo la
148
1983
s’indovinava la forma delle ossa. ¶ Anche gli animali
149
1983
memoria sfilacciata e consumata delle leggi che aveva appreso
150
1983
Pensavo alla vicenda misteriosa delle anguille, che vanno a
151
1983
pezzetto della città e delle sue meraviglie arrivasse fino
152
1983
quello chiaro e tenero delle gemme appena spuntate, che
153
1983
ogni primavera, sui rami delle betulle e dei ciliegi
154
1983
il momento del ritorno delle cicogne e anatre selvatiche
155
1983
lavori, e alla conoscenza delle cose dovevamo arrivare attraverso
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1983
cattiveria degli orchi e delle streghe. Forse erano soltanto
157
1983
dei nostri cantieri riceveva delle mortificazioni perché rifiutava di
158
1983
idea dei sacrifici e delle fatiche degli operai? Perché
159
1983
e dei suoi soldati, delle lacrime e sangue del
160
1983
ci costruivamo l’immagine delle persone importanti sopra di
161
1983
ancora e ancora impadroniti delle terre dei poveri… ¶ Per
162
1983
Noi eravamo dei forestieri, delle formiche inserite nel congegno
163
1983
lunga infinitamente più fruttuoso delle proteste e delle rivolte
164
1983
fruttuoso delle proteste e delle rivolte, che sanno soltanto
165
1983
caporali e dei sergenti delle caserme, che subito ci
166
1983
anima fosse rimasta quella delle reclute, che non chiedono
167
1983
il grido del sorvegliante delle fornaci bavaresi, “auf! auf
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1983
metter fuori i denti delle sue nascoste difficoltà. La
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1983
aver lavorato nel paese delle aurore boreali, risonante dello
170
1983
ossia che in una delle nostre valli, quella di
171
1983
la riprova della irraggiungibilità delle alte sfere. Mettemmo la
172
1983
più loquace. Ci parlava delle sue cose più segrete
173
1983
legno, per diventare manovale delle pietre e del cemento
174
1983
per niente ai boschi delle sue montagne, benché ci
175
1983
altra parentesi aperta, una delle mille che il lavoro
176
1983
della taiga, dei laghi, delle steppe, delle paludi, delle
177
1983
dei laghi, delle steppe, delle paludi, delle montagne, i
178
1983
delle steppe, delle paludi, delle montagne, i quali andavano
179
1983
di udire nella conca delle mie orecchie l’eco
180
1983
mie orecchie l’eco delle sue parole di visionario
181
1983
fecero scricchiolare i tetti delle isbe. Soffiò per giorni
182
1983
mutria dura e scostante delle giornate che promettono la
183
1983
aver visto il fumo delle isbe del cantiere. A
184
1983
da tempo nel numero delle possibilità, e se io
185
1983
i giovanotti si occupano delle cose dei vecchi?» ¶ «Si
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1983
le cupole d’oro delle chiese e dei conventi
187
1983
zar Nicola aveva emanato delle leggi per trasformare i
188
1983
Si tenne nelle vicinanze delle piste e delle strade
189
1983
vicinanze delle piste e delle strade fangose, percorse dalle
190
1983
e così il bottino delle rapine nei bazar e
191
1983
bazar e nei mercati delle città. Così la banda
192
1983
potesse arrivare alle orecchie delle guardie. ¶ Ma una volta
193
1983
fossero risuonati i fischi delle locomotive e gli stridi
194
1983
locomotive e gli stridi delle ruote, la taiga sarebbe
195
1983
a spezzare la crosta delle sue giornate sempre uguali
196
1983
doveva suscitare la cupidigia delle donne del villaggio, che
197
1983
buia dell’ignoranza. Ebbe delle pause sapienti. Ogni tanto
198
1983
una baia, c’erano delle foche bianche discese dalle
199
1983
tornerei a cominciare…» ¶ Parlò delle città mongole e tutti
200
1983
era anche meno interessante delle mucche o delle capre
201
1983
interessante delle mucche o delle capre che le donne
202
1983
scuderie, e i muggiti delle vacche e dei tori
203
1983
del sogno, alla ricerca delle fughe strane che esso
204
1983
di cui raccontava una delle storie della taiga, il
205
1983
a raspare le porte delle isbe, al villaggio, per
206
1983
aveva fatto che seguire delle favole. Sua madre, in
207
1983
i suoni della segheria, delle pale, dei picconi, delle
208
1983
delle pale, dei picconi, delle mazze, le grida e
209
1983
piacerebbe sentire la voce delle sue onde, il fischio
210
1983
la voce. ¶ «Tu dici delle cose molto tristi e
211
1983
verso degli urogalli o delle volpi. Pensa all’ululato
212
1983
tutti lungo il sentiero delle paure superstiziose, della jella
213
1983
perché aveva la natura delle opere senza conclusione, come
214
1983
pesanti e più neri delle sue colpe, e di
215
1983
pazzia della corte e delle alte sfere raggiungesse la
216
1983
perché non ci fossero delle sorprese. ¶ Poteva essere una
217
1983
cui fosse impossibile scavare delle gallerie. O una zona
218
1983
che rientrava nell’ambito delle nostre esperienze, perché l
219
1983
Silvestro esalava i brontolii delle sue desolazioni, che la
220
1983
ricordavo di Irina, o delle donne che mi avevano
221
1983
ritorni e le partenze delle cicogne, le gru, le
222
1983
sordina, con i movimenti delle labbra. Le danze no
223
1983
medici veri e propri delle grandi città avevano dato
224
1983
villaggi mongoli era una delle certezze più radicate. Ma
225
1983
parlato degli sciamani e delle meraviglie che sanno produrre
226
1983
poteva chiedere perché facesse delle cose, si poteva soltanto
227
1983
partire con le bisacce delle provviste senza farsi scorgere
228
1983
biancheggiare, come nelle ali delle cornacchie legate nel cortile
229
1983
duemila arscine di altezza, delle carovane con asini, cavalli
230
1983
accorto che la presenza delle donne lo turbava, e
231
1983
vento venisse dalla penisola delle foche bianche del Bajkal
232
1983
poco, almeno la forma delle cose, e invece non
233
1983
né il fresco umido delle loro applicazioni. Capì che
234
1983
nevicata e i segni delle sue pedate erano stati
235
1983
stato felice che una delle sue barche fosse servita
236
1983
contrari, attraverso gli sciamani delle montagne o la distruzione
237
1983
cupole verdi e dorate delle sue chiese e dei
238
1983
mai visto il viso delle ragazze. La speranza di
239
1983
idea che nel fondo delle cose v’era una
240
1983
la sodezza di gomma delle loro guance e delle
241
1983
delle loro guance e delle loro gambette. Gli venne
242
1983
necessità di sentir raccontare delle storie, sicché fu costretto
243
1983
custode e il narratore delle favole era una cosa
244
1983
alle spalle le linee delle fiabe note e consolidate
245
1983
bizzarro compenso alla mancanza delle forme e dei colori
246
1983
odore di esso e delle sue storie. Ma ciò
247
1983
per lo scioglimento precoce delle nevi. Cominciammo a collocare
248
1983
sconfitte, e i fischi delle vaporiere risuonavano in tutte
249
1983
fasciata dall’alito caldo delle raccomandazioni di sua madre
250
1983
lasciasse la casa, e delle sorelle che gli avevano
251
1983
che, al di là delle montagne, c’erano la
252
1983
bazar. Ma nel risvolto delle cose, negli spazi vuoti
253
1983
grandi chiodi. Il picchiare delle mazze era allegro, esuberante
254
1983
del ponte e quella delle traversine. Ognuna di esse
255
1983
ordini dati a casaccio, delle svogliatezze cariche di rimpianti
256
1983
palco di un teatro delle marionette. Erano dolori violenti
257
1983
ignoto cimitero in attesa delle sue ossa, sopra il
258
1983
trasportare. ¶ Nonostante il dolore delle ossa e dei visceri
259
1983
parlava dei decotti e delle erbe con Ajdym, come
260
1983
quando smarrivo il contorno delle cose e il corso
261
1983
si trattava di una delle malattie che periodicamente tornavano
262
1983
della corsa, al vento delle ruote, ai ritmi e
263
1983
le ragioni della precarietà delle situazioni umane, e dei
264
1983
Vidi le cupole verdastre delle chiese e dei conventi
265
1983
diventato uno storpio. Una delle gambe era tornata normale
266
1983
sgretolio e il dissolvimento delle cose, come se il
267
1983
cogliere lontanissimo il sibilo delle locomotive, che confermava il
268
1983
aveva riempito la desolazione delle loro giornate, e sparso
269
1983
nulla mancava. Avevo anzi delle cose in abbondanza, che
270
1983
andavano al di là delle mani, dei piedi, degli
271
1983
la storia di Francesco delle macine. Perduto nella Russia
272
1983
prima della serie nera delle sue sventure. Stava a