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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppe Marotta, L'oro di Napoli, 1947

concordanze di «delle»

nautoretestoannoconcordanza
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1947
una poesiola nel libro delle elementari: diceva di un
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mostrarle il vestitino inzuppato delle lacrime di lei, e
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egli percepiva il fremito delle dita superstiziose. ¶ Per mesi
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il vino nelle botti delle osterie e incrinava i
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se non dall’effetto delle trepide luci dell’alba
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dei loro gioielli e delle loro tuniche d’oro
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tram sulla prossima curva delle rotaie, o il tintinnio
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o sulle esili spalle delle mie sorelle, ma è
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volti seri e assorti delle mie sorelle (le bambine
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nonché dei titoli e delle attribuzioni di Cavaliere di
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macigno; ricordo il colore delle sue gengive scoperte e
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dovrà gridare il titolo delle sue colpe, nessuna esclusa
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sentenziosa mucca alle grotte delle Fontanelle. Vivevo solo con
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mattina, sulle strazianti parole delle epigrafi rimbalzavano i passeri
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un secondo uomo riempì delle ossa, man mano che
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di lino tuttora caldo delle mie dita. Il frate
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anni, puntuale, il ritratto delle ansie amorose che vigevano
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non conoscere il significato delle parole latine che, pronunziava
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speranza che Iddio, soddisfatto delle mie prestazioni, mi diventasse
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cammino verso la chiesa delle chiese. ¶ Eccola nel mio
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favoloso, per un bambino, delle terrazze di un tempio
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un tempio. Le montagne delle cupole, il picco del
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lo atterrassimo (le impronte delle nostre scarpette nel suo
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facciamo ballare sul palmo delle nostre logore mani questi
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e ritorni sulla punta delle dita, in mente e
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lei nella tenuissima luce delle sue braccia nude e
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fisica e nel numero delle condanne riportate per averne
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singhiozzare sulla constatata sparizione delle copie, potei vedere Ubaldo
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le toppe di asfalto delle terrazze dei Circoli Nautici
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Saverio credeva fermamente che delle disgrazie non ci si
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che scartano; i mozzi delle ruote si urtano, un
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li vedrete, a causa delle inferriate, come se fossero
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dell’acqua, col rosso delle nubi qui sono stati
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verso Posillipo agli alberi delle colline sui quali il
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stanca come la seta delle bandiere. Ha negli occhi
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è? Esiste, nella geografia delle canzonette? Mi sbaglio, dicendo
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fumoso, il biondo colore delle ascelle di donna Sofia
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visitava gli odierni acquirenti delle sue “pizze”. ¶ Erano piccoli
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assolutamente nuovo negli annali delle «pizze a oggi a
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aver gradito lo scherzo delle corna. ¶ «Sospendete... per carità
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l’uovo a sorpresa delle montagne, indovinate che notizie
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tuguri e le grotte delle Fontanelle: il vento vi
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col sentimento, il diavolo delle Fontanelle: è una trappola
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miseria e il dolore delle Fontanelle. In due anni
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spiegherebbe tutto. Gesù, noi delle Fontanelle possiamo carpire qualsiasi
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per il micidiale filo delle corna; disarmò Luigi, ma
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di contraente, un saluto delle armi. ¶ Non finisce mai
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scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano
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giorno, soffiava il fumo delle sue sigarette verso lo
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alla cassa di una delle dieci botteghe, officiava ai
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disgrazia; gerenti e commessi delle sue botteghe cominciarono a
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più adulta e attiva delle quali era indubbiamente il
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baciandole devotamente la punta delle dita, quando non balzava
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L’aspro eccitante odore delle sottostanti scuderie percorreva la
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folla scardinava le saracinesche delle botteghe, esigendo ribassi del
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crepuscolo, quando i voli delle rondini diventano, contro i
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calmò tradizionalmente all’arrivo delle vivande. Suo cugino, il
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altro si era servito delle innumeri regali vivande per
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come nei tavoli neri delle osterie che ai piedi
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capannelli di spettatori curiosi delle donne che entravano, il
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che entravano, il fumo delle sigarette, i manifesti gibbosi
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Lucia, i repentini fremiti delle sabbie sommerse, le vele
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un abuso», «Il pane delle mie creature», «Non può
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che dondola sul petto delle monache; Amelia B., la
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tufo e di santi delle vicine catacombe. C’è
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loro sangue, come fu delle mie sorelle e di
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è poi più insensata delle nostre azioni e dei
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sapone molle gli assi delle minuscole ruote, indossa due
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volo nero e cieco delle nubi articolate dai fulmini
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quel fluido continuo discendere delle case e della gente
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sarà luglio, il mese delle mosche e del sonno
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che fissare la data delle nozze e dirigersi col
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dei suoi cerchi e delle sue spirali, si librò
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Pignasecca. Con i resti delle cinquecento lire mangiava e
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diffusi dalle immense teglie delle friggitorie, sta verde e
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in pubblico. Nella migliore delle ipotesi Shakespeare si farebbe
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lacerature del pavimento e delle pareti, si chiede a
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docile ai sottili influssi delle stagioni, che le gonne
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Palazzo donn’Anna, o delle Stufe di Nerone a
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camicia e una diramazione delle prestigiose bretelle del vecchio
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fiscali, o nella peggiore delle ipotesi rispondono in sede
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torrone e i palchi delle orchestrine e i carretti
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definitivo, soverchiava la paura delle conseguenze legali. Fu chiesto
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scroscianti dalle innumerevoli spaccature delle vesti logore, i quali
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si tratta della santa delle sante. L’ho supplicata
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quadretti votivi. ¶ Le navate delle chiese, a Napoli, brulicano
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che velava gli occhi delle donne come velava i
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limone nel bicchiere opaco, delle vellose gambe imperiate di
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parere sorvegliano il corso delle malattie di cui hanno
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mare dei castagneti e delle selve che gli ribolle
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di un’immagine bizantina delle più olivastre, è veneratissima
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come borchie sugli orli delle carrozze, i riflessi di
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sassi, sfregiate dai riverberi delle torce, inferocite dagli aspri
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si impigliavano nei capelli delle donne, gli esili getti
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Gargiulo appressatosi alla cappella delle elemosine ritrovava se stesso
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sembra consumarsi nella luce delle lampade e degli astri
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ottenuto mediante specialissimi accostamenti delle labbra alle dita o
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dell’affitto, se non delle imposte, o quando un
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per riscaldarsi; nel «gioco delle tre carte», col quale
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Pasquale, tutte le figure delle Madonne riverite a Napoli
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una culla inerte, mancante delle dita che, muovendola, vi
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quando alla madida luna delle notti di scirocco subentra
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a passare, la stagione delle mele rosse apoplettiche, da
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morirono regolarmente nel mese delle albicocche e si vuole
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reggere al remoto rumore delle ossa di un tisico
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terra sotto i buchi delle scarpe. Non si è
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rammendi e le toppe delle coltri; la più importante
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soppesa, gode il velluto delle piume la cui originaria
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non contrariato il corso delle fibre o l’impercettibile
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il vino; lo squillo delle posate; la vecchia Acampora
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strascico; visto dai fianchi delle colline, all’uscita di
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Usciamo dalle astruse cattedrali delle aspirazioni moderne, piene di
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torbido, polveroso come quello delle macchie d’inchiostro asciugate
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con lui nella tromba delle scale. Ma sul pianerottolo
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campanile», ossia lo scoppio delle girandole che rivestono per
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le ruote ormai nude delle girandole erano ferme e