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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «delle»

nautoretestoannoconcordanza
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solo l’altro versante delle montagne che battevo da
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i versanti in ombra delle montagne ancora coperti di
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una lingua, ai nomi delle cose e dei luoghi
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alla finestra, le arnie delle api, i prati su
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spazi e la forma delle cose, la fuliggine che
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e nidificano nelle cavità delle rocce o sui muri
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rocce o sui muri delle baite”. Infatti due di
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erano piuttosto giovani, tutti delle stesse dimensioni, e diradati
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un po’ ridere, ognuna delle quattro baite aveva il
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momento potevo solo seguire delle impronte, scelsi quelle della
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mio palmo, il solletico delle sue zampe sulla pelle
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verme. Provai a dargli delle palline di pane, e
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piccolo aratro a motore, delle dimensioni di un tagliaerbe
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Era solo l’inizio delle mie fatiche. Rotta la
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abbandono entrai in una delle baite rimaste in piedi
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che sembrava più coraggiosa delle altre: mentre le sue
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specchi vedevo i fanali delle automobili scorrere sul soffitto
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semafori lampeggiare, il blu delle ambulanze, il verde di
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occhi riflettevano il bagliore delle braci. Io sarò stato
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tempo. La compagnia, anche delle persone migliori, risulta ben
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difficile stabilirlo per via delle mani enormi, il fisico
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coppe vinte alla battaglia delle mucche, le ragazze nude
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il berger - è quello delle pecore, per chi ha
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osservare i profili scuri delle montagne, cercando altri fuochi
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del torrente, i sospiri delle mucche che ruminavano nella
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spighe solleticarmi i palmi delle mani. Lanciandosi il loro
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di fieno, nel frinire delle cavallette, guardava la lattina
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di Gabriele, le radure delle marmotte, i villaggi abbandonati
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giù nell’aria tersa delle otto di mattina. Riuscivo
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l’umanità dalle creste delle montagne, dove per vivere
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una baita meno malmessa delle altre: i muri reggevano
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appena diventato per via delle leggi razziali (un figlio
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di libertà, la pienezza delle forze, e la fame
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di lì, in una delle loro scorribande: vagavo per
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avevo avuto un’idea delle mie. Con tutta la
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colle insieme ai fischi delle marmotte, ai gemiti delle
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delle marmotte, ai gemiti delle imposte nel vento, allo
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rifugio aprii il barattolo delle esche, e prima di
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sottile per la durezza delle relazioni, il che ci
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i pub ai piedi delle piste, e così si
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invece che prendere una delle tracce di camosci che
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primo giorno. La pelle delle mani si era fatta
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sole, i versanti sud delle montagne, i terreni secchi
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i travi dei tetti delle case. Su quello di
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dispense segrete, le crepe delle rocce ad alta quota
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inverno manovrava il gatto delle nevi sulle piste da
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al rottame del gatto delle nevi che si era
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ai torrenti, alla forma delle montagne, al pezzo di
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suo paese, si innamorava delle persone che andavano e
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che da ragazzo gioiva delle parole nuove, ora soffriva
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parete, o l’arco delle finestre. Era da questi
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venti esemplari: la gioia delle nostre corse si compiva
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Rigoni Stern diceva che, delle stagioni, quella che gli
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a diffondersi l’odore delle stufe, e quello del
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neve imbiancare le cime delle montagne - abbassarsi a 2.500, 2.400, 2.300 metri
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si univano le voci delle raccoglitrici di patate, piegate
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letame secco, i segni delle ruote dei trattori, il
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isterici, eccitati dagli odori delle prede: da quella volta
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sole, graffiato dai sassi delle pietraie e lucidato col
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sulla mensola, i barattoli delle conserve, come se qualcuno
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rocce spaccate, nelle fessure delle cortecce, così le mie