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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppe Cesare Abba, Cose vedute, 1912

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1912
brigadiere. ¶ - E così dormiamo di giorno, tanto tutto è
2
1912
non s'erano accorti di Pellegro, ed erano capitati
3
1912
pratico dei luoghi e di quella gente: - perchè non
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1912
aveva il cuore allagato di paura e di pianto
5
1912
allagato di paura e di pianto. ¶ - E questa mattina
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1912
è galantuomo; non temere di nulla. E ridono i
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1912
quelle parole, quel fare di Biagio; nessuno ci capiva
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1912
nulla. Ma dalla tema di vederlo andare in bestia
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1912
altro, pigliato il bastone di pruno che aveva lavorato
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1912
quando principiò a darle di volta il cervello. Aveva
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1912
da lui! - raccomandò Anna di sulla porta; e poi
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1912
quelle che han voglia di maritarsi! Non ci pensano
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1912
attorno per le faccende di casa; e intanto dalla
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1912
il suo nome gridato di là dalla cresta; poi
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1912
paura; capì ancor più di far male, ma tirò
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1912
eppure pareva a lui di sentir la frescura del
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1912
vedendolo avrebbe dato voce di chi sa quale diavoleria
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1912
ed altri erano pensieri di traverso che andavano e
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1912
chiamarla con un fil di voce avrebbe risposto. E
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1912
cuore, ma non osando di più, s'era fermata
21
1912
accidioso, le parve uno di quei santi del deserto
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1912
Ora le piaceva tanto di più. Era cosi bello
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1912
grande; e le pareva di essere con lui in
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1912
la vedeva? O fingeva di non vederla? Forse era
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1912
non anderà mai via di qui. ¶ - Mai! o ti
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1912
carabinieri non cercavano mica di lei. Passarono e se
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1912
lontana, lontana dal mondo, di non sentir più nulla
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1912
non sentir più nulla, di non ricordar più nulla
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1912
misero in un viluppo di cespugli di corniolo, a
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1912
un viluppo di cespugli di corniolo, a piè d
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1912
che un cucculo venne di piombo per posarsi su
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1912
toccò, volò via; credettero di essere stati veduti da
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1912
alto scese la voce di Anna che chiamava "Nunzia
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1912
a mente dei fatti di fanciulle belle come la
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1912
voce, col cuore pieno di vergogna. Che cosa avrebbe
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1912
un bel giovane, vestito di velluto, col fazzoletto rosso
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1912
cappello fiammante la penna di pavone. A giudicare dai
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1912
gridare; e il nome di Nunzia mandato a quel
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1912
guardò negli occhi pieni di tristezza e tacque. ¶ - Mah
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1912
viveva della gioia sperata, di quelle poche ore che
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1912
non ebbe cuore ne di bravarla, nè di guardarla
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1912
ne di bravarla, nè di guardarla in viso. Si
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1912
si sarebbe umiliata. Credè di capire che non era
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1912
chi v'ha detto di venire? ¶ - Oh! per questa
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1912
Oh! per questa croce di Dio, - gridò Pilo, trovando
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1912
briga: - e voi credete di poter lavarvi la bocca
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1912
poter lavarvi la bocca di qualche cosa? A noi
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1912
e ci basta. Noi di certe morte non ce
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1912
fuori a mangiare; cercavano di dire delle facezie, facevano
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1912
i conti sul cammino di don Teobaldo; Pellegro e
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1912
taceva; guardava torvo or di qua or di là
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1912
or di qua or di là; mangiava di malavoglia
53
1912
or di là; mangiava di malavoglia. ¶ Intanto le galline
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1912
e da una foce di monte là sopra, si
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1912
avviò, e Pellegro dietro di lui, su pel sentiero
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1912
menava a un varco, di dove gli occhi del
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1912
Lontano un mezzo tiro di schioppo, troverete tre rocce
58
1912
par fatta d'ossa di morti. Badate bene che
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1912
su d'una ceppaia di faggio morto, maravigliato dell
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1912
morto, maravigliato dell'animo di quel giovane; e guardava
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1912
cimento. Ascoltava il passo di lui già profondo; voleva
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1912
la palancola, un luogo di paradiso. State a sentire
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1912
disse Biagio quasi fuor di sè: e presa la
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1912
la rena del fondo di quell'acqua cheta tra
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1912
giovane cingeva la vita di Nunzia. S'affrettava a
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1912
la casa come pauroso di qualcuno che lo inseguisse
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1912
al mondo nei tempi di Napoleone. ¶ Sulla porta non
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1912
chiusala bene per via di quel forestiero, il marito
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1912
quel forestiero, il marito di lei e il cognato
70
1912
avrete bisogno chiamerete. Per di qua potrete scivolar via
71
1912
carabinieri: intanto copritevi bene di fieno, così. ¶ L'aiutò
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1912
non osarono aprir bocca. ¶ Di quell'umore Biagio non
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1912
a tiro. Gli pareva di rivederle, e fece l
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1912
e fece l'atto di pigliar la mira. "Ubbriaco
75
1912
pensando, si lasciò andare di malavoglia, bell'e vestito
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1912
avesse potuto addormentarsi! Ma di sotto il guanciale di
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1912
di sotto il guanciale di paglia sentiva levarsi, farsi
78
1912
della casa; gli pareva di tener l'orecchio a
79
1912
come lune, dei serpenti di fuoco verdi, azzurri, rossi
80
1912
pregare e gli parve di riposarsi, di prender sonno
81
1912
gli parve di riposarsi, di prender sonno nel dire
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1912
alzò, discese in punta di piedi, passando in cucina
83
1912
ma neppure si avvide di trovar questo appena accostato
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1912
Cos'era? Un'ombra di gonna bianca scantonava dalla
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1912
la strega? È uscita di qui come un lampo
86
1912
Pellegro, a quel po' di luce che già si
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1912
che lo sapete, finitela di fantasticar colle streghe. Non
88
1912
retta quando vi disse di badare a temer dei
89
1912
casa, Nunzia gli accennava di star zitto e d
90
1912
quei pochi passi, temendo di far nascere qualche gran
91
1912
come se un guizzo di fulmine le avesse dato
92
1912
ebbe appena il tempo di dare un'occhiata in
93
1912
carabinieri con le lucerne di traverso, con gli schioppi
94
1912
a lui. ¶ - Quel prete di ieri è una spia
95
1912
non aver più senso di nulla; e i carabinieri
96
1912
lo zio, la madre di Nunzia, venendo a un
97
1912
visti dei più fieri di voi che, dagli spaventi
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1912
così bene che par di vedere: vi credo, vi
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1912
nostri senza tante carte. Di qui in tre salti
100
1912
parecchie mucche, piccine, spigliate, di mantello biondo, di corna
101
1912
spigliate, di mantello biondo, di corna corte, con certe
102
1912
testine allegre; e dietro di esse una giovinetta alta
103
1912
usciva quella fresca figura di giovane, fecero a Pellegro
104
1912
a Pellegro un senso di pace infinita. Essere già
105
1912
disse con piacere: ¶ - E di bestie come queste che
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1912
Zitto...! Adesso vi dico di che paese siete. Ho
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1912
vecchio negli occhi scintillanti di piacere; e appena gli
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1912
Vi passammo coi coscritti di Napoleone. Ci mandavano a
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1912
trattato male. Per uno di noi che fece una
110
1912
Eravamo in una città di mare; vi facevano la
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1912
che mi vien voglia di tagliarvi il collo! Ma
112
1912
collo! Ma... sono cose di quaranta e più anni
113
1912
contentate! - aggiunse il marito di lei: - dico bene babbo
114
1912
potrei anche aver bisogno di viver a pan sudato
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1912
commosso dalla pronta pietà di Anna, che, come fan
116
1912
perchè proprio il pensiero di farsi pigliare in casa
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1912
bosco. E il marito di Anna che poco prima
118
1912
chi sa qual morso di gelosia, eccolo adesso lì
119
1912
è vostra figlia? ¶ - È di mia moglie - rispose ridendo
120
1912
a preparare un po' di cena, che qui l
121
1912
amico non si contenterà di due castagne. Dalle sue
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1912
guastava la terra! Eppure di zolle ne faceva, grosse
123
1912
buono, impatticciarono e ricopersero di terra la vetta della
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1912
io non ne voglio di codeste diavolerie, vado all
125
1912
antica io! Mi parrebbe di maledire la carbonaia e
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1912
Io tornava dalla processione di Savona. ¶ Pellegro si annoiava
127
1912
ma faceva le viste di star a sentire. ¶ - Era
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1912
sentire. ¶ - Era in forma di pecora anche quella volta
129
1912
malefiziati? Ce n'erano di quelli che furono stregati
130
1912
non li libera barba di aspersorio. Un altr'anno
131
1912
mese avevo un sacchettino di quadrettoni di piombo, tenuti
132
1912
un sacchettino di quadrettoni di piombo, tenuti per una
133
1912
non avevo quasi cuore di chinarmi a cercar la
134
1912
apersi, mi cacciai dentro di fianco, e diedi in
135
1912
nello schioppo quella manata di piombo dell'acquasanta, mi
136
1912
intrecci, con un chiaro di luna che pareva mezzodì
137
1912
mai udito un rimbombo di schioppettata cosi grande! pareva
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1912
era neppure una goccia di sangue. Dicono che le
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1912
negli occhi gli occhi di Biagio sgranati, interroganti. - Disse
140
1912
della famiglia? ¶ - No, sono di passaggio; - disse Pellegro - le
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1912
parlando, Biagio guardava Pellegro di traverso. Si vedeva che
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1912
vecchio infalconito: - avevate detto di volervi fermare con noi
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1912
dal fuoco. Una fragranza di minestra, condita con rosmarino
144
1912
un toppo, si posero di fuori a mangiare; cercavano
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1912
un articolo del regolamento di disciplina alla mano. Egli
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1912
Egli avrebbe avuto cuore di ucciderlo; ma gli era
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1912
aveva visto si ricordasse di lui, che quanto a
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1912
lontano, lontano, gli uni di là dagli altri, più
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1912
mare. Bianche come file di tende, laggiù erano le
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1912
ma con un po' di batticuore; non era più
151
1912
non era più bello di tante cose belle del
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1912
Su d'una foglia di castagno trescavano due coccinelle
153
1912
castagno trescavano due coccinelle, di quelle che dalle sue
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1912
Forse passò pel cuore di Pellegro un desiderio d
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1912
ha viso d'essere di buona gente. Guarda come
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1912
segala sente questo po' di vento. Come si piega
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1912
billi... guarda che corsa di galline! Adesso vado. ¶ Prese
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1912
il bastone e giù di cespuglio in cespuglio, reggendosi
159
1912
corno. ¶ Rientrò, ed usci di nuovo con sotto il
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1912
a dire: ¶ - Un po' di bene anche a quei
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1912
la donna del padrone di casa. Che fosse nata
162
1912
quei boschi? A vivere di castagne e d'acqua
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1912
doveva avere una quarantina. Di belle quanto lei ne
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1912
stavano bene i riflessi di bronzo dei capelli biondi
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1912
essere stato un tempo di peccatori per quei monti
166
1912
come quella erano sangue di feudatari. Già non vi
167
1912
vedeva altro che rovine di castelli! ¶ - Venga pur avanti
168
1912
avanti, non abbia paura di nulla; - tornò a dire
169
1912
un minuto, trovava porta di legno. Stavo per portar
170
1912
Là in quella foce di monti, quel coso bianco
171
1912
nera? ¶ - Pare una vela di bastimento. ¶ - È il mio
172
1912
a veglia, tre ore di cammino... ¶ - Di quelle che
173
1912
tre ore di cammino... ¶ - Di quelle che fa il
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1912
che disertò ai tempi di Napoleone, visse degli anni
175
1912
tirandosi indietro in punta di piedi: - Si guardi, signor
176
1912
sè, a un po' di sole che passava tra
177
1912
stette a guardare, pieno di stupore, quei due che
178
1912
doveva essere stato qualcosa di bello. Lavoravano silenziosi a
179
1912
l'avevano già ricoperta di terra su su quasi
180
1912
appena le ultime grillande di legna avvolte a formar
181
1912
e adesso stavano rifasciando di piote anche questa. ¶ - Oh
182
1912
il vecchio che vide di sottocchio la nuora col
183
1912
è paese, e che di quella donna c'era
184
1912
i castagni vi stettero di casa. Ma poi fu
185
1912
tre? ¶ - Sarà un modo di dire...Eravate un bell
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1912
saranno state anche più di tre... ¶ - Vi dico che
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1912
occhio che aveva detto di fede. Stupefatto non osò
188
1912
più che i gendarmi. Di quei francesi là me
189
1912
ne infischiava: quattro passi di vantaggio, e potevano correre
190
1912
Compariva sempre in forma di pecora lei. Bisognava veder
191
1912
in su una furia di cani. Scagnavano, schiattivano, e
192
1912
che ritta su quelle di dietro, fiutava nella mia
193
1912
contristate". ¶ "Tornerà l'opera di lui, e sul capo
194
1912
lui, e sul capo di lui cadrà la sua
195
1912
un senso pietoso fanno di questa novella un vero
196
1912
se non la fa, di rimanere in peccato mortale
197
1912
lontano, traverso una foce di monte; vide un piano
198
1912
il mare. Gli parve di sentirsi rapire. E allora
199
1912
le ali, lanciarsi, empir di sè tutto quello spazio
200
1912
esser su quella nave di cui si vedeva appena
201
1912
rivelava piuttosto nella forma di chi si rassegna e
202
1912
frena, che nell'altra di chi vorrebbe andare agli
203
1912
Un tale dominio sopra di sè era tanto più
204
1912
tratto alle commozioni o di sdegno o di affetto
205
1912
o di sdegno o di affetto, anche per le
206
1912
chiaro per qualche ragione di verità o dignità: forte
207
1912
che allora era capace di dire sul viso, ma
208
1912
suoi personaggi migliori siano di tale purezza che anche
209
1912
si era mai accorto di somigliar tanto a suo
210
1912
prussiani morti nella guerra di Francia; e questo perchè
211
1912
al Volturno" quei tipi di combattenti non hanno quasi
212
1912
elevano soli, quasi simboli di purezza morale, il sig
213
1912
pettegolante, meschina, e capace di essere violenta e cattiva
214
1912
paesani. Essi non pensano di che spasimo son cagione
215
1912
risolve l'ultimo strazio di Arcangela, che pur così
216
1912
avuto la dolce illusione, di poter esser amata. ¶ "Le
217
1912
moltitudine, empivano la campagna di pianto". ¶ "Arcangela fuori di
218
1912
di pianto". ¶ "Arcangela fuori di sè gesticolava". ¶ L'autore
219
1912
autore penetra nell'intimo di ciò che conduce, per
220
1912
per un complesso cieco di fatti, all'oscura tragedia
221
1912
chiesa non vi era di vivo che la fiammella
222
1912
sentimento, viene quell'aura di semplicità omerica che trasvola
223
1912
e, leggendolo, perdiamo quasi di vista la parola, tanto
224
1912
passare, sulla via contesa di Roma, alle armi regie
225
1912
mare corso dalla nave di Garibaldi, nè dell'Etna
226
1912
dei personaggi delle novelle, di ciò che gli altri
227
1912
da un vivissimo rispetto di sè, fu in lui
228
1912
con una inesorabile crudeltà di censura. Come io l
229
1912
morte in una strada di Brescia, ei le rivolse
230
1912
esempio unico oggi, quasi di spirito d'altri tempi
231
1912
Nessuno amò più santamente di te, e nessuno prodigò
232
1912
delle voci che parevano di gente lontana e forse
233
1912
sconosciuto, con un po' di denaro in tasca, se
234
1912
non era meglio morir di fame sotto uno di
235
1912
di fame sotto uno di quei cespugli, come una
236
1912
tagliavano, suonavano come coperchi di tombe lasciati cadere su
237
1912
men forte, meno soldatesco di quello parlato da lui
238
1912
uomo una forte stretta di mano. Ma il tenente
239
1912
rodere tutta, quel bastardo di signore che gli si
240
1912
morte. E pochi giorni di poi aveva saputo aggirarlo
241
1912
e qui pensa, giovane di venti anni, all'amara
242
1912
a casa che tesoro di note flebili rivedendo, dopo
243
1912
mescoli agli affetti tumultuosi di quel momento, anche il
244
1912
il suo cavallo, e di non essere più soldato
245
1912
volume, ove gli affetti di famiglia hanno sì larga
246
1912
novelle son degne figliuole di chi scrisse "Da Quarto
247
1912
non perchè io pensi di paragonare le due cose
248
1912
distinguerle nel loro rapporto di soggetto e di tempo
249
1912
rapporto di soggetto e di tempo. Perchè il cavalleggere
250
1912
il dott. Asquini, medico di professione, ma non di
251
1912
di professione, ma non di temperamento. Ha gentilezze e
252
1912
Ha gentilezze e fantasie di poeta, sollecitudine coscienziosa pei
253
1912
rivede tre suoi amici di gioventù e compagni d
254
1912
è sempre qualche minuto di differenza, e il pover
255
1912
quel momento, la sorte di quegli amici gli sembra
256
1912
oppone al suo desiderio di prender moglie. ¶ Altro scapolo
257
1912
dott. Crisante nella novella di questo nome. Egli è
258
1912
nome. Egli è colpevole di effetti che impegnano la
259
1912
infelicità dei terzi, cioè di coloro che sono detti
260
1912
non senza un po' di piacere e d'orgoglio
261
1912
e leggiadramente compassionevole come di cosa raccattata per via
262
1912
raccattata per via; e di tutti questi appellativi, che
263
1912
sanno un po' tutti di vilipendio, il più roseo
264
1912
anche tu sei uno di quelli che non hanno
265
1912
ci vorrebbe il bene di sette chiese! - ella gli
266
1912
non pensi a nessuno di quei reietti, temendo di
267
1912
di quei reietti, temendo di perdere, o di averne
268
1912
temendo di perdere, o di averne menomata, l'eredità
269
1912
E questo è pensiero di Lupinella, la quale aspetta
270
1912
eredità, dopo aver temuto di perderla per il ritorno
271
1912
essa una condanna assoluta di chi non l'osserva
272
1912
è tutta quella casa di provincia, ove si respira
273
1912
si respira un'aura di patriarcale onestà. In quella
274
1912
un senso quasi religioso, di vita antica, di spiriti
275
1912
religioso, di vita antica, di spiriti rari richiamati da
276
1912
scritte da tante mani di morti". Mentre il dottore
277
1912
è vicina la breccia di Porta Pia), e cantano
278
1912
figliuolo. ¶ * ¶ * * ¶ Perchè agli affetti di famiglia si alternano gli
279
1912
da Nunzia, il duca di Genova "un signore pallido
280
1912
grandi, dai panni colorati di colori vivi, con dei
281
1912
passare la marcia trionfale di Fortebraccio. Anche nella novella
282
1912
anche un gran paio di baffi. Si era nel
283
1912
baffi. Si era nel 1834, di domenica; il sig. Saul
284
1912
volte, ma al cospetto di colui, rimane indietro, esitante
285
1912
un ebreo? dove state? di dove venite? cosa fate
286
1912
oscuro, venti quattro colpi di ciabatta sul dorso, perchè
287
1912
piangere e gli pareva di non esser più uomo
288
1912
dei salmi: ¶ "Abbi cura di me, o Geova, perchè
289
1912
l'aure ¶ Un' armonia di bellici istrumenti ¶ Pietosa, e
290
1912
vece, ¶ Sposato un metro di funerei canti. ¶ Eminente venìa
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brillavano conserte ¶ A mo' di croce due superbe lame
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lame, ¶ L'avanzava coverto di gramaglia ¶ Un generoso corridor
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conscio dell'ultimo viaggio ¶ Di chi in battaglia gli
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Mille per le vie di Palermo, già battute dalla
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dalla mitraglia e accalcate di popolo, nè allora s
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tardi, per le strade di Brescia, in mezzo al
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con voi negli epici che parea la morte
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morir! ¶ Paurosi i crepuscoli di questa età fuggente ¶ Son
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da adulto, e padre di numerosa famiglia, egli ripeteva
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nella sua laboriosa casa di Brescia, sempre col medesimo
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la sua infinita tristezza. Di rado egli sorrideva, nè
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seria, è una responsabilità di coscienza, non una formidabile
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anche a un'immagine di dolore offertagli da cosa
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suo lettuccio. E soggiungeva di somigliare in questo a
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ambizioni umane nel cervello di Napoleone, ed egli vi
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uomini per un impero di quindici anni. Ma per
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civiltà, occorre il cuore di Cristo, di San Francesco
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il cuore di Cristo, di San Francesco, di Dante
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Cristo, di San Francesco, di Dante, di Mazzini, di
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San Francesco, di Dante, di Mazzini, di Garibaldi; e
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di Dante, di Mazzini, di Garibaldi; e l'Abba
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in sè un frammento di quella scintilla divina. Se
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dei seminari, novella rifioritura di piccoli arcadi, poteva imprimere
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per un'alta idea di giustizia; tanto che i
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tutti come un colore di santità religiosa, quasi Dio
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e massime nel primo di essi, ove la verità
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ove la verità storica di tre popoli si delinea
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e particolare loro destino di quel momento, e al
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e insieme provvidenziale, va di pari passo con l
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egli pure il contagio di questo romanticismo luttuoso, che
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Riforma, opposta alla poesia di tradizione cattolica e medioevale
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verme, innalzava gli spiriti di quest'uomo, che d
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per le vie solitarie di Pisa, lo riveggo in
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in quella sua camera di via Santa Maria, si
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anno 1859. Nel piccolo villaggio di Melzo, a poche miglia
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occorreva, non un centesimo di più, per giungere a
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il mio passo, nitrì di contento. M'accostai con
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sempre quella vigorosa famiglia di cavalieri; solo, senz'arme
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amico mio Edgardo, soldato di fanteria, ed allievo della
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cime de' monti feconde di memorie infantili: Cadibona mi
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soglia dopo tanti mesi di lontananza, che allora mi
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cuore, e mi parve di piangere. Ma essi non
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farsi narrare la storia di quei sette mesi. Io
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abitualmente malinconico, un'impronta di nobiltà e di fierezza
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impronta di nobiltà e di fierezza. Egli si congeda
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avanzata davanti al collegio di Carcare, e qui pensa
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pregato, io parlo qui di Giuseppe Cesare Abba, al
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afflitta famiglia, ma parlando di quest'uomo e di
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di quest'uomo e di questo scrittore, come so
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d'agiato riposo e di libertà. Prima le guerre
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1912
all'artista la grandezza di cui eran capaci. E
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quello che gli apportò di logoramento e di pena
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apportò di logoramento e di pena, pazientemente sofferta, fu
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1912
tempi quasi una somiglianza di famiglia fra certi tipi
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esempio scultorio nell'Achille di Omero. Spogliando il Pelìde
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e per la morte di Patroclo, è fratello a
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parte immortale e divina di sè: il suo intimo
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stato parte, egli pure, di quella grande coscienza che
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suo canto in morte di Francesco Nullo, fu occasione
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vi ritrovo le aure di quei giorni, il fuoco
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1912
Contenerlo, in quegli anni di vive ma ancora incerte
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piemontesi, sotto il piede di Garibaldi, ferito a Aspromonte
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1912
regine. Il loro affetto di patria prendeva impeto temerario
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impeto temerario dallo spirito di quello che era detto
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ischerno, e i frementi, di rimando, appellavan malvoni, i
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letteratura greca, e nel 48, di carmi patriottici; decano dell
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decano dell'Ateneo, amico di Gino Capponi e del
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porta dell'Università, uno di quei giovinotti, studente di
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di quei giovinotti, studente di legge, passa, e non
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1912
forse che una vanterìa di quel giovinotto, e con
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1912
Del resto i più di quei giovani non erano
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1912
Abba, parevano i tredici di Barletta. Non c'era
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1912
che colà nell'osteria di Mastromei, dove si raccoglievano
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1912
fosse uscito dalla fantasia di Byron, e si fosse
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1912
redenzione d'Italia, e di tutti i popoli. Andava
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a inchinarsi alla memoria di Francesco Ferruccio; ma la
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pacatezza anche agli studenti di opinioni opposte alle sue
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italiana, un sincero spirito di giustizia elevasse tutta l
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tardi: "Lo Spartaco temo di portarlo meco a ruggire
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fondo a quell'agitazione di anime libere ed esaltate
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era l'ira impaziente di metter fine alla prepotenza
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era il generoso desiderio di stabilire la società civile
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1912
lotta dei contadini contro di loro: non esisterà altra
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l'ingegno si contenterà di fare il bene per
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volete, ma tutte proprie di lui, anima sinceramente mazziniana
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speranza, sono meno acerbi di quelli che ci sopravvengono
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egli traeva una forza di dominio su quanto ci
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quanto ci viene trasmesso di meno alto e di
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di meno alto e di meno buono da una
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il dolore, gli pareva di sentirsi meno lontano da
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lontano da quell'ideale di grandezza e di gloria
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ideale di grandezza e di gloria, il cui apice
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descriveva, in quei giorni di Pisa, i funerali nel
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vespertine per la pineta di San Rossore: ¶ . . . . . . . . si diffondea
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discese anche nel cor di Foresto, il quale sentiva
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c'era la cavalla di Monsignore attaccata al calesse
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che provò gli parve di aver capito subito tutto
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far dentro un buio di morte. Tuttavia si sforzò
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morte. Tuttavia si sforzò di sperare, e stette a
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Monsignore, suo zio, dietro di lei, uscirono dalla canonica
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nel mondo dei dolori di quella sorte? ¶ Povero Foresto
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menando via Nerina, credeva di salvar lui e lei
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l'ha gli pare di non poter vedere il
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come se tutto fosse di ieri. E l'Asquini
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giacevano forse cinque migliaia di persone, che l'avevano
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egli avesse da rimordersi di nulla: ma se non
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d'aver sempre lavorato, di giorno, di notte, al
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sempre lavorato, di giorno, di notte, al bel tempo
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dinanzi a un focherello di marzo, parlando con sè
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a quella bella vita di marinaio, per salvar lui
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poi andar via, chi di qua, chi di là
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chi di qua, chi di là, e rimanere lì
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vendesse la modesta lastra di ferro fuso, murata nel
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fuso, murata nel fondo di quel camino, l'Asquini
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Asquini gli avrebbe detto di tenersi il suo danaro
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danaro, perchè la figura di quel giovine seduto al
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l'anca al muricciuolo di questo, con su l
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quattro o cinque linee di paesaggio, parlavano al suo
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spirito, da quel bassorilievo di ferro, come tutto un
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Da fanciullo, una sera di Natale, aveva sentito dire
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amato quella povera lastra di ferro, sempre, quand'era
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con l'immaginazione prima di ogni altra cosa. Adesso
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quale anticamente il capo di casa, tornando la sera
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lavoro, doveva aver goduto di metter la scodella per
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madre dovevano aver parlato di lui chissà quante volte
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modo, faceva forse conto di piantar nell'inferno. ¶ Il
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dottore Asquini sorrise mestamente di quel ricordo, e ancor
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si era mai accorto di somigliare tanto a suo
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profondi, limpidi, ma pieni di malinconia; le stesse grinze
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stato un lavoratore proprio di quelli della prim'ora
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grandi memorie; quarant'anni di lavoro quasi senza compenso
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era corsa la gente di tutto il comune; dei
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medico valente e pieno di carità. Ebbene, egli avrebbe
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alla ruota dei ricordi di famiglia. Cos'era stata
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infanzia quasi come quella di tutti, in quei tempi
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tutti, in quei tempi di poche carezze e di
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di poche carezze e di meno giocattoli; la scoletta
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dei frati buoni svegliatori di ingegni e di cuori
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svegliatori di ingegni e di cuori, le piccole glorie
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cuori, le piccole glorie di scolaro inebrianti e svegliatrici
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scolaro inebrianti e svegliatrici di forze nuove; poi l
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diciott'anni, aveva sentito di traverso dir da suo
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non udì i passi di Foresto, il quale, giunto
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e gli era parso di non potersene andare. Combattuto
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s'era potuto persuadere di troncar a mezzo la
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peggio per lui. ¶ Uscito di chiesa, Foresto attraversò la
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che quella trista studiava di fare a lui e
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e a Nerina; anzi di tutto quel che era
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parole, giunse alla casa di Vanni. Non era casa
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lo sapeva; ma sentiva di non poter vivere senza
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in vero non sapeva di che gli avrebbe parlato
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con cert'aria sorpresa di veder lui lì in
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lui lì in casa di nemici, gli disse che
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mescolò una dolcezza mesta di ricordi infantili. A quel
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era viva, la lavandaia di casa sua, che una
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nato appena, sotto una di quelle pietre che servivano
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potuto alla fine scappar di casa non visto, era
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sentito scivolar via qualcosa di vivo che s'era
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posarsi sull'altra sponda, di là s'era volto
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e si era spinto di là per pigliarlo; ma
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risa piene ed alte di sua madre, cui era
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con bambini. Gli parve di rivederli ancora com'erano
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con lui, facendo finta di non averli veduti. Ora
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contrasto odioso la figura di quella signora Emerenziana, che
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e con un senso di giocondità crescente ripensò una
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ripensò una sua bizzarria di quando, fanciullo e ammalato
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stato nel suo lettuccio, di faccia alla finestra aperta
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proprio come la campana di vetro che copriva l
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potuto reggere, sarebbe uscito di nascosto, avrebbe infilata la
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e giunto su uno di quei monti, o con
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volta azzurra, che sarebbe di certo rovinata giù in
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con immenso fracasso. Egli di lassù si sarebbe volto
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oppresso sotto quei pezzi di cielo. ¶ Tocca e va
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sempre tornavano quelle parole di Nerina, il fuoco nel
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credeva quel suo compagno di scuola? Che se egli
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visione della chiesa piena di gente inginocchiata nel buio
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a riempire i cuori di religione. Intanto il sagrestano
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nell'abside si inondava di luce; nella sagrestia i
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destava un senso delizioso di pace e di contentezza
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delizioso di pace e di contentezza, sorgeva la tesa
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contentezza, sorgeva la tesa di Vanni. Foresto spuntò tra
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da dietro una distesa di faggi, venir di lancio
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distesa di faggi, venir di lancio per posarsi, toccar
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ne saltò fuori, sfolgorante di collera, come se avesse
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lontano, traverso una foce di monte, vide un piano
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il mare. Gli parve di sentirsi rapire. E allora
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allargò, provò un senso di abbandono divino, un desiderio
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abbandono divino, un desiderio di aver l'ali, lanciarsi
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l'ali, lanciarsi, empire di sè tutto quello spazio
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essere su quella nave di cui si vedeva appena
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i fanciulli, le figlie di Maria bianche, le umiliate
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moltitudine empivano la campagna di pianto. ¶ Arcangela, fuori di
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di pianto. ¶ Arcangela, fuori di sè, gesticolava, gridava dal
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un passo, dieci passi, di piaggia in piaggia, arrivò
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Il fabbro, quel fabbro di quella notte c'era
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d'inverno dell'anno di poi, cominciò una nevicata
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qualcuno aveva visto passare di piena notte una vecchietta
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Levò via un po' di neve, e vide dei
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cenci, poi un corpo di morta, bocconi. Arcangela! ¶ - To
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venuta della gran neve di là dai monti! Nevvero
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agosto, Foresto Teodorani, giovinetto di quattordici anni, girava stretto
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la cantonata della canonica di C..., e, camminando muro
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piano, quasi in punta di piedi, andò in su
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persino ottenuto da lui di poter salire a vederlo
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borgo per trovare visi di bambini e di giovini
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visi di bambini e di giovini, che schizzava su
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in grande nei gruppi di angeli del paradiso che
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chiesa non c'era di vivo che la fiammella
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adesso aveva quasi paura di quel silenzio, di quella
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paura di quel silenzio, di quella solitudine che aveva