Enrico Panzacchi, Donne e poeti, 1902

me stesso. Ma dopo di avere, con vecchie e

letture, intorno alla signora di Mantova raccolti via via

d'ammirazione appassionata e di nobile invidia. ¶ Amo di

di nobile invidia. ¶ Amo di ripetervelo: la seduzione del

questo, voi sapete abbellirlo di grazia modesta e lo

modesta e lo temperate di rassegnazione. E deve essere

Dei. Voi vi studiate di mantenere e di accrescere

studiate di mantenere e di accrescere nella storia la

storia la loro potenza di seduzione; ma cercate anche

seduzione; ma cercate anche di giustificarla lumeggiandone i lati

insomma che ammirate prima di tutto la loro bellezza

profondo del vostro cuore di donna, quel grido che

grido che voi mandate di mezzo ai ricordi della

della trionfante perfezione plastica di Giulia Récamier: «Nella vita

buono e schietto temperamento di donna equilibrata. Non ha

equilibrata. Non ha nulla di esorbitante di teratologico: è

ha nulla di esorbitante di teratologico: è una mite

il suo ferreo genio di prepotenza mascolina, seppe tessere

amate molto! ¶ Le figure di donne celebri che voi

un bel quadro vivente di rettorica generosa, ove ogni

gesto insinuante... ¶ Quale amate di più? Difficile arrischiare un

tutte a un modo di vera passione nell'ora

latini il «fatale monstrum» di Orazio e la femmina

e la femmina «lussuriosa» di Dante, non lasciandoci vedere

su voi la figura di Giorgio Sand. Era naturale

prendere alla dolce esca di intervenire nelle amorose peripezie

intervenire nelle amorose peripezie di Aurora Dupin con Alfredo

vera. In un dramma di passione come quello, è

sia stata la donna. ¶ Di quella che comunemente si

comunemente si è convenuto di chiamare «il dramma di

di chiamare «il dramma di Venezia» voi dunque accettate

dunque accettate la versione di Lelia, che è tutta

coerenza, avete delle parole di un ottimismo idilliaco, che

paiono prese dal repertorio di Paolo e Virginia. Voi

Voi insomma non dubitate di chiamare «trasparenti» le confessioni

chiamare «trasparenti» le confessioni di Giorgio Sand, come se

nei più risoluti partigiani di Lelia?... ¶ Dopo tutto poi

non ci sarebbe nulla di sorprendente se gli occhi

se gli occhi sereni di una Sfinge giovane come

a leggere negli occhi di una Sfinge vecchia come

mai la dolce figliuola di Barbanzio potè innamorarsi del

la figlia col mezzo di un empio filtro. - Era

svergognata, fra le braccia di un uomo? Succhi malefici

d'inferno! Altro modo di seduzione non era possibile

per avventura indizio questo di una qualche occulta perversità

incitante a gusti morbosi? Di una propensione inconscia «ad

tormento». ¶ Eppure, dell'innamoramento di Desdemona egli aveva trovata

la sua franca anima di soldato e di barbaro

elementi l'umorismo lirico di Giosuè Carducci. ¶ * ¶ * * ¶ Arte anche

umorismo debba sempre essere di origine e di fisonomia

essere di origine e di fisonomia straniero: vecchia scempiaggine

da gente nostra immemore di Dante, di Cecco Angiolieri

nostra immemore di Dante, di Cecco Angiolieri, di Nicolò

Dante, di Cecco Angiolieri, di Nicolò Machiavelli, di Lodovico

Angiolieri, di Nicolò Machiavelli, di Lodovico Ariosto, di Alessandro

Machiavelli, di Lodovico Ariosto, di Alessandro Manzoni! ¶ Avvenne, del

come il poeta lirico di Neera e di Febo

lirico di Neera e di Febo Apolline, potè giungere

ad essere il poeta di «Carnevale», «Sui campi di

di «Carnevale», «Sui campi di Marengo» «Notte di maggio

campi di Marengo» «Notte di maggio» e «Alle fonti

Intermezzo» e della «Sacra di Enrico quinto». ¶ Lo svolgersi

italiana dopo il 1866, dovevano di necessità eccitare e infervorare

poeta sentiva il bisogno di nuove armi; e queste

si desse la briga di cercarle. La satira archilochèa

sentivamo che qualche cosa di più gagliardamente vitale passava

sentirlo. ¶ I critici letterari di professione naturalmente non potevano

quasi il gioco singolare di Carducci: muovere i primi

passi avendo l'aria di uno che immiti; e

mia memoria i contorni di una fisonomia da porre

ultima pagina. Parecchi profili di donna sono passati sul

qualche volta mi pareva di essere proprio sul punto

essere proprio sul punto di afferrarlo... Vana fatica! E

descritto stupendamente il sogno di un buon borghese appassionato

buon borghese appassionato pescatore di lenza. Gli pareva di

di lenza. Gli pareva di sedere sulle sponde della

essere sempre sul punto di pigliare una bella trota

squame d'argento chiazzate di qualche macchiolina sanguigna... Poi

che da un colpo di apoplessia! ¶ Questo non sia

narrazione storica o preferisca di spaziare nelle considerazioni dottrinali

nelle polemiche, tocca sempre di volo e sfiora alla

essendo gravi gli argomenti di cui discorre questo vostro

così durevole? ¶ * ¶ * * ¶ La spiegazione di questo piacevole enigma di

di questo piacevole enigma di cui voi siete la

semplice e piana. Prima di tutto, se vi è

Non vi è nulla di sinistro, nulla di enigmatico

nulla di sinistro, nulla di enigmatico in voi; e

per voi sulla strada di Tebe. No, la vostra

No, la vostra anima di donna e di gentildonna

anima di donna e di gentildonna (sento che il

in voi un principio di fantasticheria romantica che vi

ogni tanto certe velleità di singolarizzarvi nell'audacia e

storia un bel gruppo di figure femminili. Non giurerei

dato un grande calore di simpatia alla vostra rappresentazione

che avete fatto argomento di un vostro studio sono

intorno quasi a ognuna di esse esiste una copiosa

un artista della forza di Giosuè Carducci: era meglio

dimostrare, con un termometro di nuovo genere alla mano

rileggere Miramar, Alessandria, Scoglio di Quarto e sentirmi in

e sentirmi in presenza di un grande artista; a

rinforzando i suoni. Meno di due anni fa egli

hanno pigliata l'abitudine di parlarci di Carducci come

l'abitudine di parlarci di Carducci come di un

parlarci di Carducci come di un patriarca vivente della

della vita e ha di poco varcati i cinquant

come sopraffatto dal fulgore di certe sue qualità dominanti

aggiungere alla sua corona di tragico quella di poeta

corona di tragico quella di poeta comico e satirico

ostinato invito si prestò di mala voglia e, diciamo

voglia e, diciamo anche, di mala grazia il più

tanto che, ad argomento di maggior gloria, nessuno, io

sente ora il bisogno di ricordare dell'autore di

di ricordare dell'autore di «Saul» e «Timoleone», anche

subito travedere una punta di riso arguto e bonario

Direste che ama invece di apparire tutto l'opposto

che perfino i «cipressetti di Bolgheri» parlassero tra loro

un tempo, e tempestavano dì e notte nel petto

dunque che alla immagine di questo terribile schiaffeggiatore non

facilmente associando l'altra di un poeta umorista e

e anche meno quella di un poeta italicamente faceto

Juvenalia» è unicamente formato di componimenti fra burleschi e

teneva il giovane studente di Pisa nel suo assoluto

il Caro, il Lasca; di quest'ultimo specialmente le

andatura e il tono di certe frasi e perfino

Rimario e sfrontato esibitore di correzioni ai versi e

versi e alle prose di Dante e di Boccaccio

prose di Dante e di Boccaccio... ¶ In quasi tutto

dei classici. Il pregio di questi sonetti, come arte

in un felice sforzo di assimilazione, così piena e

sola una invidiabile qualità di scrittore. Il «Marium futurum

là in qualche tocco di vigorosa rappresentazione individuata e

volentieri, col manifesto intento di farne anche un suo

anche un suo tema di stile e per adoperarvi

Oggimai che ritornati ¶ Son di moda e stanchi ed

dal quale l'arcivescovo di Pisa, e i canonici

nel 1855, con l'idea di dare un nuovo santo

e quasi liturgico andamento di questi versi ottonari e

senza dubbio un sapore di parodia manzoniana delicata e

manzoniana delicata e piena di garbo; hai perfino in

ritorna in certe mosse di esclamazioni sobriamente esultanti, qua

sostanza, il primo ingresso di Giosuè Carducci nell'umorismo

fonda insieme i sentimenti di commiserazione e di sdegno

sentimenti di commiserazione e di sdegno che gonfiano il

e investono l'anima di Enotrio combattente. ¶ Così nacque

di Giosuè Carducci e di quel suo sentimento profondo

profondo e tutto particolare di attualità, che solo posseggono

posseggono i lirici veri, di razza (per dire la

frase d'uso) e di temperamento. ¶ Rileggendola, io sono

strofe? ¶ Nell'aula immensa di Lussor, su 'l capo

su 'l capo ¶ Roggio di Ramse il mistico serpente

da l'immenso serapèo di Memfi, ¶ Cui stanno a

dai verdi immobili papiri ¶ Di Mareoti al livido deserto

che intonano i soldati di Alessandro quand'egli torna

egli torna dal tempio di Giove Ammone che l

e dinanzi all'isola di Faro l'eroe segna

ritorno, fra il lago di Mareoti e l'isola

contemplatus loci naturam) decidesse di fondare la città. La

mare, e l'isola di Faro ¶ Innanzi, a torno

su flave arene ¶ Fior di farina. ¶ Tale il nepote

adesso le floride glorie di Alessandria? Il poeta dolorando

in Oriente per amore di libertà, la aveva pochi

dell'Egitto oggi minacciano di non poter più vivere

poeta italiano. Lontana poesia di memorie! ¶ . . . . . . . . . . . . . ¶ Oggi Tifone l

certamente l'ode: Scoglio di Quarto. Narrano che Frine

e confesso che amerei di sentirlo rispondere: la sedicesima

rispondere: la sedicesima. ¶ Scoglio di Quarto non ha l

trascina nella seconda parte di Miramar; non ha la

ha la ricchezza fantastica di Alessandria e dell'ode

ode: Presso l'urna di Shelley; ma le vince

singolare e toccante fusione di patetico e d'eroico

palpido lucido» dell'astro di Venere, che tinge, esso

ho notate, a costo di dar nel minuzioso, per

dei passi staccati; maniera di commento sempre pericolosa e

da quella «breve striscia di sassi» che sporge nel

tratto la figura leonina di Garibaldi, col suo puncio

sua spada «la spada di Roma» bilanciata sull'omero

per questa atmosfera sacra di ricordi, finchè vediamo toccarsi

brilla simbolicamente la stella di Venere, la stella d

d'Italia, la stella di Cesare . . . . . ¶ * ¶ * * ¶ Mi rimane da

che furo ¶ Sale aspersa di faville d'oro; ¶ E

coro e un canto di forme aeree, ¶ Quali già

Ci vorrebbero delle musiche di Gluk o di Sacchini

musiche di Gluk o di Sacchini, pure, dolci e

Regina d'Italia, parla di sè e de' suoi

accese pur lui «corone di stelle in sull'aurea

a proposito dell'amore di Dante, «sulla chioma aurea

Dante, «sulla chioma aurea di Firenze» volendo significare Beatrice

quantunque essa sia letificata di tanta civiltà: ¶ La Pastorella

civiltà: ¶ La Pastorella sono. Di facili ¶ Amori e sdegni

echi: una nube ¶ Va di tristizïa su la terra

Colline, da' boschi sonanti ¶ Di scuri e dal fumo

blando riso de' parvoli, ¶ Di spose e figlie reco

di proporzione, di fusione, di intonazione. ¶ Nella apostrofe che

il poeta in colpa di ripetersi, mentre invece credo

a traverso tante vicende di popoli e d'imperi

tempo è passato dal dì che Teodorico entrava vittorioso

ricordano l'anniversario funebre di Vittorio Emanuele!... Tutto passa

tra le sparse macerie ¶ Di questi colli turriti, quando

rovine de la basilica ¶ Di Zeno al sole sibili

tutti squisitezza e profumo di eleganze e di ricordi

profumo di eleganze e di ricordi classici, questa idea

mio, vede il poeta di Febo Apolline e di

di Febo Apolline e di Camesana arrivare al suo

salmodianti nel silenzio notturno di un chiostro e mormoranti

volto bello e doloroso di Edmenegarda? Chi non ricorda

nè il sol veste di fulgor porpureo ¶ Nè le

Ne muoveranno incontro e - Di qual secolo ¶ - Domanderanno - di

Di qual secolo ¶ - Domanderanno - di qual triste secolo ¶ A

ode: Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley, aggiungendola

aggiungendola al gruppo precedente, di cui ella appare come

parafrasi scultoria del motto di Federico Schiller: per rivivere

la bella ¶ Isola risplendente di fantasia ne' mari. ¶ L

Miti mette la speranza di questa isola in bocca

questa isola in bocca di Ulisse quando esorta i

A prima giunta par di riscontrare qualche cosa di

di riscontrare qualche cosa di contradditorio in questa superba

Durendala d'oro e di gemme al sole: ¶ Mentre

l lido nel lume di luna. ¶ Sta Clitennestra: tuffan

il mar rifugge gonfio di sangue fervido; il pianto

si conciglia la beatitudine di questo soggiorno con la

soggiorno con la permanenza di tanti tragici ricordi? Perchè

sanguinose e piangenti figure di Lady Macbeth e di

di Lady Macbeth e di Clitennestra? Ma la contradizione

e come il substratum di questa fantasia consiste appunto

sonante epopea ¶ Come turbin di maggio sopra ondeggianti piani

isola vive l'anima di Shelly, unico tra i

poeti moderni. L'ombra di Sofocle la trasse dal

ignoro completamente il perchè di questo sovrano privilegio negato

rimane anche a parlare di sette fra le venti

pancia d'una bottiglia di Valtellina, inspirò al Carducci

breve lirica tutta calda di eroici ricordi e di

di eroici ricordi e di propositi animosi: ¶ E tu

Su l'Austria cingol di cavaliere. ¶ Ma rapidamente ai

quest'ultima mi pare di gran lunga la più

ora una gentil voce di pianto? ¶ È il pargoletto

col pensiero i luoghi di Maremma «ove fiorìo la

nel suo selvatico fascino di Venere maremmana, la «Maria

amiamo, anche questo hanno di particolare per noi, che

nelle memorie, s'irragiano di scambievole splendore. ¶ * ¶ * * ¶ O buon

testimonianze dell'ingegno poetico di Giosuè Carducci e di

unità d'emozione e di fantasma dentro lo spirito

Resta, a ogni modo, di questo Cèrilo come un

come un soavissimo frammento di melodia nella memoria: ¶ Sotto

strofa le ingrate alliterazioni di un verso (E su

preso dal bizzarro compiacimento di scrivere un verso scadente

breve camponimento. ¶ Asinella: ¶ Bello di maggio il dì, ch

Bello di maggio il dì, ch'io vidi su

vidi su 'l ponte di Reno ¶ Passar la gloria

libera del popolo, ¶ Sangue di Svevia, e te chinare

questi giorni, gli occhi di quelli che prendono in

Allo spunto della profezia di Proteo: Mala ducis avi

mare dalla triste punta di Salvore: ¶ - Ahi! mal tu

piovorno ¶ Fosche con volo di sinistri augelli ¶ Vengon le

La ferrugigna costa, e di baleni ¶ Trieste in fondo

alla Imperatrice col viso di Giovanna la Pazza... È

evoca il teschio mozzo di Maria Antonietta e l

tutta quanta la tragedia di Queretaro? La lirica è

Poi viene l'invito di Huitzilopotli, il dio messicano

il dio messicano, che di sotto alla sua piramide

poeta per questo intervento di mitologia messicana. O perchè

è per vano sfoggio di miti esotici che il

contro lo sleale figlio di Priamo. Ma o io

perduto affatto ogni senso di bellezza poetica, o nessuno

devota vittima, o nepote ¶ Di Carlo quinto. ¶ Non io

gl'infami avoli tuoi di tabe ¶ Marcenti o arsi

tabe ¶ Marcenti o arsi di regal furore; ¶ Te io

a la grand'alma di Guatimozino ¶ Regnante sotto il

l'Italia ha ragione di compiacersi. ¶ Negli esametri e

dà loro un diritto di durevole cittadinanza fra i

vera palingenesi. Nei distici di Mors difterica poteva credersi

Ne' crepuscoli a sera di gemmeo candore fulgenti ¶ Tranquillamente

il terzo verso formato di un settennario a volta

novenario piano. (Triste mese di maggio - Che intorno al

corpo d'Imelda. Bello di maggio il dì - Ch

Bello di maggio il dì - Ch'io vidi su

vidi su 'l ponte di Reno....) Il secondo e

quarto verso è formato di un decasillabo sdrucciolo. Se

ad agitare vecchi quesiti di metrica e di tonica

quesiti di metrica e di tonica, mi hanno un

un po' l'aria di brava gente che vada

Davanti al Castel Vecchio di Verona e Da Desenzano

e Da Desenzano stampate di seguito, formano un gruppo

serena. Che agile evocazione di immagini e che ineffabile

poeta, che dallo spettacolo di Roma contemplato sulla cima

Roma contemplato sulla cima di Monte Mario è tratta

sommo dell'equatore; e di là con gli occhi

mirabile, a ogni modo, di proporzione, di fusione, di

ogni modo, di proporzione, di fusione, di intonazione. ¶ Nella

momento ch'egli traeva di tasca il foglio per

il primo, ascoltai parecchie di quelle liriche potenti, che

quella per la decapitazione di Monti e Tognetti e

e quella In morte di Giovanni Cairoli. Poi, dopo

Io triumphe! Versaglia... Scoppi di collere civili, rimpianti amari

si interponevano degli strappi di serenità; e allora erano

affanni, e un consenso di dolcezza e di pietà

consenso di dolcezza e di pietà infinita pareva che

E giugno lo ristora ¶ Di luce e di calor

ristora ¶ Di luce e di calor... ¶ Ho ricordato che

armonioso?» Anche non pochi di quelli stessi che erano

ad ammirarlo per vigore di concezione lirica ed altro

intanto s'era incaricato di rispondere per conto suo

ode Per le nozze di Cesare Parenzo, a quei

rimproveravano. ¶ * ¶ * * ¶ I limiti brevi di questo scritto mi hanno

particolari della vita. ¶ Quella di Giosuè Carducci, quando potrà

forse ebbero mai meno di lui l'aria di

di lui l'aria di voler soverchiare con la

per un'intima vigoria di sentimento e di pensiero

vigoria di sentimento e di pensiero che partiva da

sua fu una ascensione di oltre quarant'anni, perseverante

confratelli, troppa fretta, trattandosi di un libro a cui

più del tempo che, di solito, s'interpone per

è come un torrentaccio di rapina, che trae con

giornalista in ritardo par di sentirsi stridere negli orecchi

scabies! Allora egli dà di piglio alla penna e

a produrre un giudizio di coscienza pienamente tranquilla. Ho

bosco d'alloro e di mirto; ho raccolto i

dovrò anche ascoltare prima di raccogliere dentro e gustare

Darò dunque, a modo di note in margine, più

vero. Invece non finisce di piacermi, anzi addirittura mi

mi spiace, una sequenza di immagini affini che mi

a una successione viziosa di quinte in un processo

scendenti «con rivoli freschi di lagrime.»-Bellissimi quindi, schiettamente

abbiamo noi qui abuso di immagini, tutte generate da

Vere) ha subito una di quelle immagini fresche, limpide

dell'arte classica: ¶ Ecco: di braccio al pigro verno

le prossime colline coperte di neve, pensò e mandò

uno dei tanti album di beneficenza che allora imperversavano

buttata là alla buona di Dio: ¶ Da lor culle

Dio: ¶ Da lor culle di neve i fior si

vagola una tremula ¶ Ombra di sogno, o Lalage. ¶ Nel

mesce un senso arcano di mestizia. Perchè domanda il

e pentametri, e Canto di Marzo, una, per me

pensare ai passi migliori di Lucrezio, magistralmente protratta nella

ricacciò oltre i confini di Samotracia e oltre il

dei mostri ma suscettivi di formosità; onde s'ebbero

ode quinta, Cèrilo, confesso di non averla capita bene

pezzo, anche gli avversari di un tempo. Lo stesso

riunire qualche sparso fiore di ricordi e posarlo sull

libera città... ¶ Gli chiesi di chi fossero e mi

ancora, quanto a gusto di poesia, tra il Manzoni

e leggevamo troppi sonetti di monsignor Golfieri; ma quella

e quel buon sapore di Trecento nella lingua, mi

cominciai a volgere dentro di me la speranza che

conoscemmo Francesco Buonamici, nominato di fresco a una cattedra

fresco a una cattedra di diritto nella Università di

di diritto nella Università di Pisa. Passammo una piacevole

durante il Governo provvisorio di Firenze; poi attaccò a

diffidenza. Fummo però lieti di sapere che il poeta

i giovani, una schiera di ammiratori. Per conto suo

suo, il Buonamici mostrava di non dubitare che ormai

buone disposizioni, la voglia di obbiettare non ci mancò

d'apostolato del Buonamici, di una eloquenza così sincera

sotto occhio. Quando poi, di lì a qualche mese

il Carducci alla cattedra di letteratura nella Università bolognese

in lui un maestro di forte ingegno e, per

assai diverso da quello di prima. ¶ Del poeta allora

e pareva che amasse di celarsi dietro l'insegnante

a studiare nella Università di Pisa. ¶ Sapendomi arrivato da

lezioni? - Io che, prima di partire, avevo trovato modo

partire, avevo trovato modo di conoscerlo, cercai naturalmente de

vicende e gli umori di quella amicizia. Gli umori

pronto a mostrarsi scontento di lui era il Pelosini

lo chiamavo il «Conte di Provenza», del quale avevo

lui il primogenito, invece di Luigi XVI. Aveva presa

cenacolo una certa aria di «pretendente», un poco perchè

poco perchè sentiva grandemente di sè e un poco

suoi versi valevano meglio di quelli del Carducci... Come

egli non tener conto di un'opinione tanto ragionevole

Giosuè Carducci, vivendo al di là dell'Appennino, letterariamente

che altro! L'ombra di Pietro Giordani li ammoniva

giornale con una lirica di Giosuè intitolata Carnevale. Era

Carnevale. Era tutta piena di Voci: voci dai palazzi

che mandava insieme odore di Proudhon e odore di

di Proudhon e odore di Victor Hugo. Fu accolta

ci videro una prova di più che il triste

quasi deserto e pieno di sole, alzò le braccia

quegli importuni: - Si levassero di torno!... Se a lui

Se a lui piaceva di passeggiare i Lung'Arni

rimasi a Bologna libero di me e vi fondai

carissima e, ho ragione di credere, gradita anche a

chiacchierate. La sua fama di poeta si andava intanto

me li leggeva prima di darli alle stampe; ed

stampe; ed egli mostrava di leggermeli volentieri. ¶ Alcune volte

finiva in qualche osteria di campagna a pranzare insieme

tragicamente questo bellissimo periodo di preparazione e di promesse

periodo di preparazione e di promesse. Silvio Pellico si

vide piombato in uno di quei lunghi e duri

per esempio, hanno voluto di questo relativo smarrimento o

o infiacchimento dello spirito di Silvio Pellico dare colpa

provare quanto vi sia di avventato in questo giudizio

e complessa. I Piombi di Venezia e le casematte

cui tutto un fascio di energie morali e fisiche

umana ha questo veramente di nobile e di resistente

veramente di nobile e di resistente, che, in qualunque

a vedere un carattere di grandezza, che sta da

sè, che non abbisogna di altri aiuti, che non

aiuti, che non teme di nessun altro confronto, che

e quasi un guadagno di fronte a tutte le

come il giovine principe di una letteratura nuova; l

in un tetro emisfero di sconforto di fiacchezza e

tetro emisfero di sconforto di fiacchezza e di umile

sconforto di fiacchezza e di umile abbandono. ¶ Ma chi

considerare la educazione letteraria di Silvio Pellico, la quale

dimostrazione. Terenzio Mamiani scrivendo di Alessandro Manzoni dopo la

piuttosto che alle anagrafi di Firenze, a quelle di

di Firenze, a quelle di Parigi. Vero anche questo

mi sento il coraggio di sentenziare che quello fu

trovò subito in compagnia di uomini d'alto ingegno

d'alto ingegno e di un gusto nelle lettere

e neolatina; poi aggiunse di proprio uno studio così

fusione furono assai più di giovamento che di danno

più di giovamento che di danno. ¶ Il buon Pellico

mercantile, in un ambiente di mediocrità, si volse tutto

meritò i severi giudizi di Sainte-Beuve. ¶ Troppo francese

fu la educazione letteraria di Silvio. Arrivò è vero

a dargli una specie di febbre nostalgica della letteratura

una evoluzione letteraria, e di tanto peso, non era

e spinto dalla necessità di fare, mise fuori i

geniale e giovanile anima di poeta che traboccava da

tante finezze e delicatezze di sentimenti gli siano potute

penna una Francesca tutta di un pezzo e di

di un pezzo e di una fattura così grossolana

una investigazione del tipo di Francesca come si formò

visse nella visione ideale di Dante; e nella terribilità

Dante; e nella terribilità di quell'immediato confronto troppo

Lascia stare i morti di Dante; farebbero paura ai

quale in sostanza nulla di essenziale prese il Pellico

del canto V, contentiamoci di considerare la Francesca nella

ed esteriori, ogni spirito di vita è sempre più

della scena! Che torrente di fuoco e di bile

torrente di fuoco e di bile magnanima e di

di bile magnanima e di forsennatezza guerriera sarà per

non vista nella stanza di Guglielmo prima di lui

stanza di Guglielmo prima di lui e l'aspetterà

un'altra donna entrare di traforo prima di lei

entrare di traforo prima di lei in quella camera

caratteri possiede il segreto di quella perfezione semplice e

che ammiriamo nei bassorilievi di Fidia. Per questo i

compiuta. ¶ * ¶ * * ¶ Ricordate la morte di Goetz di Berlichingen? ¶ Ricordate

la morte di Goetz di Berlichingen? ¶ Ricordate, nell'Egmont

Egmont, l'ultima scena di Clara col giovane Brackenburg

sentia vicino ¶ Il tepor di quel cuore; egli respira

egli respira ¶ Il respiro di lei..... Ma della donna

gli si presentasse occasione di giudicare sul teatro il

nei romanzi si fa di molta fisiologia e patologia

a vivisezionare il carattere di un portiere, a dipingere

vestito e le abitudini di una cocotte; ma quando

spesso si tira via di maniera. ¶ Però vedete quel

alle labbra le parole di Guglielmo: - Dove sei stata

Tentiamo, se è possibile, di farci illusione e riguadagniamo

in Italia a parlare di Silvio Pellico, a proposito

nascita che la città di Saluzzo si apparecchiava a

celebrare degnamente, quanta parte di lui era ancora ben

escono più che assai di rado, se pure escono

è pianto. ¶ Caggia quel dì dai secoli, ¶ Quel dì

dì dai secoli, ¶ Quel dì che Italia al santo

Nè la memoria onori ¶ Di chi per lei morì

dovette essere l'accento di quella apostrofe vaticinante la

limiti del secolo XIX, di una fortuna letteraria più

letteraria più rapidamente declinata di quella di Silvio Pellico

rapidamente declinata di quella di Silvio Pellico. Perchè? Non

tutto l'opera letteraria di Silvio Pellico non solo

alle speranze, ma riuscì di gran lunga minore di

di gran lunga minore di esse. ¶ L'Italia aveva

e forse gli piacque di offrire alla nuova scuola

nuova scuola la ecatombe di questa tragedia di classico

ecatombe di questa tragedia di classico argomento, al quale

alle prime scene dice di aver pianto di commozione

dice di aver pianto di commozione, essa dimostrava nel

soli certi bei versi di questa tragedia». ¶ Ma qualunque

fosse il valore oggettivo di questo giudizio dell'autore

è che la figura di Silvio Pellico in quel

letteraria si presenta piena di fulgidissime promesse. Tutti lo

vago, inquieto e potente di novità intellettuali e letterarie

si riuniva più forza di pensiero e movimento d

Pellico conversava con madama di Stäel, con l'Hobhouse

autorità. Lo stesso Lodovico di Breme l'«inspirato» di

di Breme l'«inspirato» di quel cenacolo, è pieno

quel cenacolo, è pieno di rispetto per il giovine

annunziante il prossimo ingresso di Silvio nella Carboneria e

meglio scolpito è quello di Ciactas. Questo selvaggio che

ha assistito alle tragedie di Racine; che ha ascoltato

ascoltato le orazioni funebri di Bossuet, ma serba invincibile

cosa saprai tu dire di meglio nella sonante melopea

sopra le mani tremanti di Ciactas, anche il tipo

a noi il versetto di Giobbe, che il vecchio

e infelice indiana, mormorava di notte alla grande foresta

lo Herder lo precedè di due anni nel sepolcro

anime a cui volgea di amor parole ¶ Udir più

sentito tuonare il cannone di Iena; ha visti dalla

consolazione, durante il congresso di Erfurt, di sentirsi dire

il congresso di Erfurt, di sentirsi dire da Napoleone

accumulano e si succedono di soverchio. Le divagazioni e

Quando ecco un soffio di vera poesia giovanile passa

volta.» Esce la figura di Mignon. ¶ Mignon è sorella

Mignon è sorella minore di Dorotea, di Clara e

sorella minore di Dorotea, di Clara e di Margherita

Dorotea, di Clara e di Margherita; ha l'aria

Margherita; ha l'aria di famiglia; riconoscibile, non tanto

fa sempre l'effetto di un bel raggio di