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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Fabio Bussotti, L'invidia di Velasquez, 2008

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
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studi e degli interessi di Natoli?». ¶ La domanda era
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fissazione?». ¶ Giussani si sforzava di capire dove volesse arrivare
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era un eclettico, capace di parlare di tutto. Era
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eclettico, capace di parlare di tutto. Era impossibile trovarlo
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dell’ateneo. Promuoveva dottorati di ricerca. Si batteva per
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batteva per l’assegnazione di borse di studio. Organizzava
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l’assegnazione di borse di studio. Organizzava convegni, spettacoli
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Un brillante oratore. Dotato di un raffinato senso dell
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morto. ¶ «Che mi dice di Las Meninas di Velázquez
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dice di Las Meninas di Velázquez?». ¶ Gli occhi di
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di Velázquez?». ¶ Gli occhi di Giussani per una infinitesimale
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per una infinitesimale frazione di secondo incrociarono quelli del
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Non condivideva l’opinione di Michel Foucault, e neanche
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e neanche le opinioni di Searle, di Snyder e
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le opinioni di Searle, di Snyder e di Brown
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Searle, di Snyder e di Brown… non condivideva nulla
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un’idea tutta sua di quel quadro. Era orgoglioso
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quasi intimorito. ¶ «Le tesi di Vitaliano? Ma è un
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sguardo la mattonella preferita di Giussani. ¶ «Non credo che
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credo che le tesi di Natoli su Velázquez possano
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professore, conosceva il pensiero di Natoli su Las Meninas
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commissario, io sono docente di Storia dell’Estetica mentre
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sua opinione?». ¶ Giussani abbassò di colpo lo sguardo, cambiando
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ammettere che le teorie di Vitaliano mi sembravano un
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dire che l’ansia di contraddire Foucault lo aveva
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posso trovare i saggi di Natoli su Las Meninas
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ha trovati a casa di Natoli?». ¶ «Non posso toccarli
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Tirò fuori un mazzo di chiavi e si avviò
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vicino alla porta. ¶ «Credo di poterla aiutare». ¶ Aprì l
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commissario. ¶ «Ecco, questi sono di Vitaliano Natoli; tutti dedicati
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invece, è una raccolta di saggi di Foucault, Searle
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una raccolta di saggi di Foucault, Searle, Snyder, Brown
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Bertone ravvisò nel tono di Giussani una nota ironica
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discese le due rampe di scale quasi di corsa
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rampe di scale quasi di corsa. L’atrio rimbombava
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Si ritrovò sul marciapiede di via Ostiense. Cipriani fumava
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l’aspettava. ¶ «Sì, credo di sì… abbastanza». ¶ «Ti piace
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al take-away arabo di via Merulana!». ¶ Bertone spense
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le intercettazioni del telefono di casa e del cellulare
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desolato pomeriggio romano, fatto di sampietrini, polvere e afa
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usciti almeno un centinaio di titoli su questo argomento
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con il primo capitolo di Le parole e le
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gli altri. Un diluvio di teorie». ¶ Il professor Paolo
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nell’aria quarant’anni di idee. Per di più
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anni di idee. Per di più, il caldo era
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occupa la parte sinistra di Las Meninas, tela della
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ritratto del re e di sua moglie in posa
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perché quella zona “opaca” di Las Meninas ha solo
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di persone in tutto di cui solo sei sedute
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poltroncina con i braccioli di legno e guardò Pizzo
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adesso quello si butta di sotto?». ¶ «Sta’ tranquillo: è
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non fino al punto di suicidarsi. Esagera un po
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cellulare e il telefono di casa di Ribonskij. È
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il telefono di casa di Ribonskij. È una cosa
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lo rassicurate, vi sforzate di sorridere. Fate finta di
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di sorridere. Fate finta di essere due brave persone
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Per me si tratta di un delitto nato per
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delitto nato per motivi di…». ¶ «Gelosia? Denaro? Può darsi
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ho visto nell’appartamento di Natoli, mi ha fatto
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dietro ci sia qualcosa di più complesso. Non so
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sapere tutti i movimenti di Ribonskij: dove va, cosa
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procuratore e poi torna di là dall’attore. Tienimi
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autista a una specie di fantasma, una mummia egiziana
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passò accanto alla piramide di Caio Cestio, sostò al
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parlare con i colleghi di Vitaliano Natoli. Non aveva
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contadino in una fattoria di sua proprietà a Formello
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una con il professore di Storia dell’Estetica Alberto
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parco e alla basilica di San Paolo. Si fermò
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da un irresistibile desiderio di arrivare, ripartì a una
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sul marciapiede. Bertone entrò di corsa e si diresse
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telefono. ¶ Attese una ventina di secondi la fine della
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forse per ripicca, finse di non sentire. ¶ Allora ripeté
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sordo! Secondo piano. Dipartimento di Filosofia. La scala a
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esisteva da non più di quattro anni. Era una
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Era una felice combinazione di cemento armato, muri intonacati
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cemento armato, muri intonacati di bianco con tasselli in
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al tutto un’idea di spazio e di luce
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idea di spazio e di luce. I finestroni davano
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le canne, gli occhi di Giuliana… ¶ Provò l’infantile
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Provò l’infantile desiderio di ricominciare tutto da capo
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estivo. Immaginò una specie di Eden, una scuola ateniese
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ulivi ed eucalipti, odorosa di ginepro, alle pendici dell
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altro lungo budello disseminato di porte. Passarono due studentesse
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quando avvertì il pigolare di una voce femminile. Era
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ma che cosa dicessero di preciso, Bertone non riusciva
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e con una sacca di tela a tracolla, tamponava
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appallottolato nella mano destra. Di fronte a lei, in
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Silvia…» scrisse un numero di telefono su un foglietto
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triste per il dipartimento di Filosofia e per tutta
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a ridosso della parete di fondo. ¶ «La ragazza che
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persona…». ¶ In quella mattinata di lacrime e strepiti, Bertone
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apprezzò la formalità accademica di Giussani. ¶ «…ci mancherà molto
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Un omicidio, vero?». ¶ «Temo di sì. Attendiamo ancora l
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lei sapeva dell’omosessualità di Vitaliano Natoli?». ¶ Giussani non
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tra loro qualche accenno di screzio, qualche dissapore?». ¶ «Ad
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sorriso sulla faccia regolare di Giussani anche se gli
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orgogliosamente sfidava la forza di gravità. ¶ Avevano girato al
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Avevano girato al bivio di Pratica di Mare; poi
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al bivio di Pratica di Mare; poi, dopo aver
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natura, una donna piena di vita, una donna da
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pizza in un locale di San Lorenzo insieme a
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insieme a un amico di Flavio, un ragazzone di
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di Flavio, un ragazzone di Salerno, un bambacione inoffensivo
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che rispondeva al nome di Alvaro Mostocotto… ¶ «Siamo arrivati
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in gola il malumore di una mattinata storta ed
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aveva perduto ogni residuo di dignità. Piangeva, singhiozzava, smoccolava
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grugniva, latrava. Un festival di suoni rauchi conditi con
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con lamenti e gorgoglii di ogni genere. L’ispettore
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già consumato tre pacchetti di kleenex, aveva bevuto una
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c’era stato verso di calmarlo, o almeno di
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di calmarlo, o almeno di farlo rifiatare. ¶ L’ispettore
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ufficio con l’espressione di chi sta per perdere
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calmi, per favore. Cerchi di ricordare le persone con
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Dunque, lei è uscito di casa verso le otto
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erano le otto». ¶ «Prima di uscire, però, ha telefonato
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alla voce una sottolineatura di disapprovazione che non era
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e rispose alla domanda di Cacace guardando fisso Pizzo
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doveva leggere la tesi di dottorato di una sua
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la tesi di dottorato di una sua studentessa…». ¶ «Le
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se aspettava la visita di qualcuno?». ¶ «No, non aspettava
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singhiozzi. ¶ Cacace era stanco di fare la statua alla
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Andò a piazzarsi proprio di fronte a Ribonskij, con
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frutto delle due settimane di ferie a Ladispoli, era
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era a non più di venti centimetri dal viso
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al teatro Cometa Off di Testaccio ci vorrà sì
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favore!». ¶ Pizzo cercava inutilmente di frenare le escandescenze del
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del collega. La faccia di Ribonskij era un fiume
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la cassiera non ricorda di averti visto. Massimo Lello
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al superiore il posto di comando dietro la scrivania
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Cacace abbandonò la posizione di attacco e tornò vicino
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commissario andò ad appollaiarsi di sbieco all’angolo della
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Aspettò che il pianto di Ribonskij si fosse attenuato
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Ribonskij si fosse attenuato di qualche decibel. ¶ «Lo vuole
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trascorrere un buon minuto di silenzio totale e poi
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cominciò a parlare guardando di sbieco il commissario. ¶ «Ci
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per leggere dei brani di un romanzo di Claudio
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brani di un romanzo di Claudio Magris. Era un
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fantastico, aveva un modo di parlare che…». ¶ Cacace fece
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Cacace fu ben contento di uscire dalla stanza. Era
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e non un caso di omicidio del quale parlavano
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apnea, trovò la forza di fare sì con la
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finestra, invasa dal sole di luglio, sporgendosi per dare
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un’occhiata all’andirivieni di via Petrarca. Guardava, ma
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era affollata. Una ventina di persone in tutto di
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amico ed ex compagno di studi Flavio Bertone si
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frequentato la stessa facoltà di Giurisprudenza. Però Bertone era
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era molto più bravo di Mostocotto. I trenta e
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una famiglia molto influente di Salerno. Il padre era
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risentisse troppo. Lo zio di Mostocotto era ancora un
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Sud Italia, vescovo emerito di non si sa quale
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influenti e numerosi parenti di Alvarino – come lo chiamava
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ma poi, a forza di spinte e raccomandazioni, erano
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guardava, con la sufficienza di chi ce l’ha
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fatta, l’ex compagno di università Flavio Bertone, molisano
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università Flavio Bertone, molisano di Termoli e di padre
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molisano di Termoli e di padre operaio. Bravo, era
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poter ambire a cariche di alta responsabilità. ¶ «Dammi retta
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sensazione, ma…». ¶ Il corpaccione di Alvarino Mostocotto ebbe un
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Mostocotto ebbe un sussulto di impazienza. La poltrona emise
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a conferire al questore di Roma l’aspetto serioso
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il mio commissario Ingravallo…». ¶ Di certo, né Mostocotto, né
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maledetto imbroglio, il film di Germi dal romanzo di
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di Germi dal romanzo di Gadda. Il film era
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soprattutto per l’interpretazione di Pietro Germi: perfetto nel
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è stato un tentativo di furto, il ladro era
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Non c’erano oggetti di valore nell’appartamento, a
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Siccome non trova niente di interessante, invece di scappare
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niente di interessante, invece di scappare, sfascia tutto e
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e strangola il padrone di casa. È possibile, ma
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niente?». ¶ Bertone si sforzava di apparire docile, ma gli
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dover subire una lezione di metodi investigativi proprio da
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proprio da quel somaro di Alvarino Mostocotto. ¶ «Stamattina abbiamo
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gaddiana, con gran sollievo di Bertone, era terminata «…l
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qui torniamo al punto di partenza: è una brutta
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il suo ex compagno di studi. Bravo quanto vuoi
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ho già preso prima di venire qui». ¶ Bertone si
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si alzò, ben felice di tornarsene al commissariato dell
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sapesse. Tutta la polizia di Roma sapeva che Flavio
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larva, non combina niente di buono, parla pochissimo, è
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moglie… si è innamorata di un altro… un avvocato
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un altro… un avvocato di Catania. – E lui? – Lui
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sapevo». ¶ Bugiardo, infame, raccomandato di merda, vile, idiota, somaro
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dagli occhi l’immagine di Alvarino che rideva delle
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Rialzò la testa sforzandosi di camminare dritto. Scese le
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Scese le scale quasi di corsa. Aveva fretta di
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di corsa. Aveva fretta di tornare al lavoro. ¶ Fuori
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polverosa. Il cielo era di un azzurro chiaro, uniforme
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e salendo sulla macchina di servizio. ¶ L’agente Cipriani
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si sistemò al posto di guida. ¶ Bertone, togliendosi anche
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a una bella giornata di alcuni anni prima. Era
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prima. Era la fine di luglio, come adesso, e
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raggiante nel suo vestito di cotone a fiori rossi
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docente presso l’Università di Campobasso, insegna Statistica…». ¶ «L
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prima che qualche goccia di sudore scivolasse dalla sua
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guanti in lattice. «Tentativo di furto finito in tragedia
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si dava l’aria di capire sempre tutto al
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che graffiano una lavagna di ardesia. ¶ «Non ha fatto
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ma a tutti sembrò di aver sentito: «Zitto, cretino
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Bertone e, un po’ di sbieco, ripropose il suo
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la cassaforte e tornò di fianco a Bertone, al
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Grondaia a non più di due metri. Cortile interno
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il medico per scaraventarlo di sotto. ¶ Anche Ghinassi intuì
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sotto. ¶ Anche Ghinassi intuì di aver passato il segno
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come prima, in punta di piedi. «Volevo dire…» deglutì
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Lupi mi ha detto di essere stato un amico
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Più Crocitti si sforzava di essere preciso, condendo le
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respiro. Gli occhi vuoti di Bertone rischiavano di far
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vuoti di Bertone rischiavano di far perdere il filo
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occhi con una smorfia di dolore come se avesse
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raggiunti in dieci anni di carriera accanto al commissario
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silenzio; diversamente avrebbe rischiato di ricevere un cazzottone in
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canto suo, aveva bisogno di una Coca-Cola gelata
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Non aveva affatto voglia di parlare con il vicino
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informato sui gusti sessuali di Vitaliano Natoli. Crocitti aveva
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Pizzo si sarebbe occupato di Ribonskij. Il magistrato non
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era scendere al bar di via Merulana e bere
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Coca-Cola evitando così di restare in compagnia di
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di restare in compagnia di un cadavere con la
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cadavere con la lingua di fuori e di Ghinassi
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lingua di fuori e di Ghinassi che, una parola
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parola ancora, avrebbe rischiato di fare la stessa fine
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Erano quasi tutti testi di filosofia: Platone, Aristotele, Pico
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dispense, saggi critici, manuali di ogni sorta, soprattutto saggi
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ogni sorta, soprattutto saggi di Estetica. Su uno scaffale
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solo libri a firma di Vitaliano Natoli. Ne prese
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sul pavimento, nei pressi di un secondo puff color
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su un celebre quadro di Diego Velázquez, Las Meninas
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volumi, forse nella foga di cercare qualcosa. Magari la
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Vitaliano Natoli, Il Segreto di Las Meninas di Velázquez
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Segreto di Las Meninas di Velázquez. Stefano Catucci, Las
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terra tutti i libri di uno scaffale, evidentemente raccolti
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chinò ancora. Li raccolse. Di nuovo Velázquez… ¶ Pablo Picasso
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Leo Steinberg, Las Meninas di Velázquez. Jonathan Brown, The
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Andrade, Vita e opere di Velázquez… ¶ Si mise a
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Ghinassi che lo spiava di sottecchi, intento ad armeggiare
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sui testi che parlavano di un unico argomento: Diego
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Diego Ribonskij». ¶ Il naso di Pizzo era ricomparso all
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prima, e ora eccolo di nuovo: un cellulare, incastrato
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Mi trovi al bar di via Merulana». ¶ 4 ¶ «Per me
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pelle nera, il questore di Roma aveva dato fondo
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lingue, di odori diversi, di colori. Anche il lavoro
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a controllare passaporti, permessi di soggiorno, stringere d’assedio
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c’era il traffico di droga dalla Colombia e
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frontale con una specie di armadio in canottiera. Poi
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bella e calda giornata di luglio. ¶ Era in perfetto
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un sonnifero e cercare di dormire. Basta, non era
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mese per comperare casse di vino mediocre, se pur
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respiro contemplando la facciata di Santa Maria Maggiore e
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piazza con la madonnina di bronzo che a quell
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quell’ora si accendeva di riflessi d’oro. Si
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e più bello. Sicuro di sé. Nel film che
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che, girato l’angolo di via San Martino ai
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Charlotte Rampling nel finale di Il Verdetto di Sidney
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finale di Il Verdetto di Sidney Lumet… Una donna
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donna devastata dai sensi di colpa. Una donna… Ma
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Bertone girò l’angolo di via San Martino ai
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ma solo un capannello di ragazzi che aspettavano il
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ordinò un’altra porzione di anatra laccata. Gli era
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capolavoro. Dopo una giornata di lavoro al commissariato, giungeva
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all’improvviso, una botta di allegria, di scintillante entusiasmo
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una botta di allegria, di scintillante entusiasmo. Una fiammata
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fiammata breve nel deserto di ceneri che era la
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da giustificare quel rigurgito di ottimismo che sembrava salirgli
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e appuntito sedersi sopra di lui in un amplesso
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indimenticabile. ¶ Improvvisamente, si vergognò di quella fantasia erotica. Maria
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Era una bella ragazza di Shanghai cresciuta all’Esquilino
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lui un caprone molisano di quasi 50 anni con un
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quell’ora era zeppo di gente. Dieci euro di
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di gente. Dieci euro di mancia erano sì troppi
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tutta in discesa. Rischiò di scivolare sul marciapiede davanti
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teatro Brancaccio. Le suole di cuoio stavano per tradirlo
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abbondantemente macchiata. Si rammaricava di aver bevuto tanta birra
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quel caldo, un bagno di sudore era inevitabile. Percorse
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Vide le luci blu di due volanti davanti a
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c’erano tre piani di scale da fare a
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lì aggrappata al corrimano di legno. Aveva le dita
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c’era il naso di Pizzo. ¶ «Dotto’, un casino
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con attenzione l’arredamento di ogni casa. Era convinto
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ragione, che le cose di cui ciascuno si circonda
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senza pretese. La cucina di un single. Due pensili
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grata con appese tazze di tutte le fogge e
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esplodendo in una galassia di frantumi. ¶ La libreria che
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a parte un migliaio di libri finiti a terra
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commissario camminò in punta di piedi fra i detriti
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puff arancione. ¶ Un uomo di corporatura media, un po
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Natoli. Era professore universitario. Di Filosofia!». Pizzo sussurrò la
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anche lui in punta di piedi. ¶ L’agente Crocitti
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lui un professore, ma di Economia. È docente presso
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aveva appena il tempo di raggiungere la bottega dell
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non gli piaceva girare di notte nella strade semideserte
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strade semideserte del centro di Siviglia, per la rottura
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Siviglia, per la rottura di scatole delle ronde notturne
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avrebbero fatto un sacco di domande e lui avrebbe
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squisita premura, avrebbero preteso di riaccompagnarlo in albergo. Insomma
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seccatura e una perdita di tempo. ¶ Infilò un vicolo
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tanto temute sagome nere di due gendarmi che stazionavano
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stazionavano sotto un lampione di fronte alla serranda abbassata
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fronte alla serranda abbassata di una cartoleria. Non sapeva
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meno. Con naturalezza decise di cambiar strada. Virò di
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di cambiar strada. Virò di colpo verso destra e
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in un afoso pomeriggio di metà giugno. Il pittore
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antiquario solo nella speranza di trovare un po’ di
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di trovare un po’ di frescura. Gli era andata
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perché in quella specie di antro oscuro c’erano
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anche un forte odore di polvere che rendeva problematica
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ci era voluto più di un minuto per adattare
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muri erano accatastati oggetti di ogni tipo: vetrinette, comodini
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biciclette, ma anche scatole di biscotti, biglietti del tram
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biglietti del tram, corna di toro, pugnali, stampe, orologi
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era cacciato nel dedalo di stradine buie della città
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Il più importante. Prima di gettare la spugna, però
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ronda, fu quasi contento di farsi identificare. Lo riaccompagnarono
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solito tavolino al ristorante di via San Martino ai
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stancato. Gli piaceva tutto di quel ristorante, non solo
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l’arredamento, la gigantografia di Mao, la Grande Muraglia
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il commissario si compiaceva di essere considerato uno di
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di essere considerato uno di famiglia. Lo chiamavano «dottole
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gli davano l’illusione di essere benvoluto, o comunque
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aveva lasciato, non sopportava di mangiare da solo. Ci
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intanto, stappava una bottiglia di vino, anzi due. Beveva
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Beveva senza rendersi conto di passare il limite. Cantava
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Aveva smarrito ogni briciolo di autostima. Forse Giuliana aveva
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meritava un uomo degno di questo nome… ¶ «Dotto’, scendo
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fumare! Se ha bisogno di qualcosa…». ¶ L’ispettore Pizzo
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trasformato in una statua di sale o che la
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andare a casa». ¶ «Sono di servizio, commissario!». ¶ Già, era
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si fumava due pacchetti di sigarette senza che nessuno
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Uscirono insieme sul marciapiede di via Petrarca. All’angolo
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come le tessere smarrite di un puzzle: rimbalzavano tra
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facce della moltitudine cosmopolita di piazza Vittorio. Non metteva
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Bertone aveva visto gente di tutte le razze subentrare
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Il quartiere adesso pullulava di asiatici, di centroamericani, di
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adesso pullulava di asiatici, di centroamericani, di brasiliani. Una
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di asiatici, di centroamericani, di brasiliani. Una babele di
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di brasiliani. Una babele di lingue, di odori diversi
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Una babele di lingue, di odori diversi, di colori
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volete farvi un’idea di com’è fatto date
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preso un gran numero di libertà sul piano della
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Insomma, ne ho combinate di tutti i colori. Ma
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ho fatto a fin di bene: volevo che il
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luglio 1956 ¶ Erano le 10 e 45 di giovedì 26 luglio 1956. Pablo Picasso
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a cena a casa di amici ma, tornato in
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buio per le viuzze di Siviglia, ci avrebbe messo
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un bel po’ prima di arrivare al punto. ¶ «Sì
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quale estrasse un foglio di carta velina sul quale
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dietro a una panca di quercia sulla quale dimoravano
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dei tarli, una decina di icone bizantine. Tirò fuori
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fuori una tavola rettangolare di compensato sulla quale era
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stata incollata una riproduzione di Las Meninas di Velázquez
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riproduzione di Las Meninas di Velázquez. Non era una
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erano evidenziati i contorni di tutti i personaggi, lo
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specchio e il punto di fuga del quadro. ¶ «Adesso
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dove cade il punto di fuga, cioè tra il
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cioè tra il maresciallo di corte sulla porta e
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pensò che quella versione di Las Meninas non era
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niente. Aveva più fretta di capire cosa avesse elucubrato
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Aronne distese il foglio di carta velina con la
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velina con la mappa di Siviglia sopra alla sua
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sopra alla sua riproduzione di Las Meninas. Le nove
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Guarda bene! Il volto di ogni personaggio del quadro
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infanzia o della gioventù di Velázquez. La croce che
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indica la casa natale di Velázquez è proprio in
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modo, la casa natale di Francisco Pacheco, il suo
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Il volto della damigella di sinistra guarda l’ingresso
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l’ingresso del convento di Sant’Alberto dove Velázquez
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prima volta la Crocifissione di San Pietro del Caravaggio
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il sagrato della chiesa di San Rocco dove Velázquez
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Velázquez ammirò la Madonna di Loreto, sempre del Caravaggio
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punto preciso nella pianta di Siviglia. Non guardarmi così
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una coincidenza…». ¶ Lo sguardo di Picasso comunicava incredulità, ma
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ma anche un sentimento di umana compassione per l
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che riflette i reali di Spagna sul fondo del
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Afferrò una faretra colma di vecchie banderillas, con le
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terra sollevando una nuvolaglia di polvere. ¶ «Possibile che non
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matto, Pablo! Io so di avere ragione! Il punto
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avere ragione! Il punto di fuga nel quadro di
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di fuga nel quadro di Velázquez sta tra il
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stupida…». ¶ «Pablo, sono sicuro di quello che dico!». ¶ «Sono
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la planimetria dei sotterranei di Siviglia. È del 1492, ma
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Catedral!». ¶ Pablo Picasso cercò di respirare, ma non c
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a un ebreo osservante di lavorare durante lo Shabbat
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due piccozze, un piede di porco e altre cose
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che mai. Lo show di Aronne gli era sembrato
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l’antiquario, Picasso decise di essere generoso: sessanta a
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ha rappresentato una serie di quadri, ed ecco che
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tele sospese una brilla di singolare fulgore. La sua
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più larga, più scura di quella degli altri; ma
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l’immagine dei reali di Spagna e sul quale
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tanti altri. ¶ Un’infinità di saggi, spesso dotti, sempre
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poté fare a meno di ripensare ad alcuni passi
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alcuni passi dei libri di Natoli. Non ci aveva
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questo è naturale, ma di certo non gli era
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sfuggita la foga dionisiaca di quei capitoli. Sembrava proprio
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dispetto della logica burocratica di Tabasco e della placida
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e della placida pappagorgia di Alvarino Mostocotto, Bertone ne
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convinto: il furore polemico di Natoli era potente quanto
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potente quanto la collera di chi lo aveva ucciso
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casa. E la radice di tanta violenza stava in
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con ironia, un po’ di sguincio, disapprovando, forse, tanti
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dalle pagine del saggio di Foucault. ¶ Lo specchio assicura
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e nella sua natura di rappresentazione: mostra al centro
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necessariamente invisibile. ¶ Strano modo di applicare letteralmente, ma capovolgendolo
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quando lavorava nello studio di Siviglia: «L’immagine deve
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proprio che i reali di Spagna riflessi nello specchio
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sua sinistra pensando forse di trovarsi accanto Filippo iv
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c’era una coppia di tedeschi che aveva fatto
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Meninas, ripensando all’espressione di Foucault: una luce ardua
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inspiegabile. Un rettangolo bordato di bianco e argento nel
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argento nel bel mezzo di una parete inghiottita dall
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e il colore più di ogni altro –, proprio al
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un puro documento fotografico di vita. Ma l’autore
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girargli. Oscillò un paio di volte avanti e indietro
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taschini dell’inutile giacca di lino in cerca del
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lo scalone. Per più di un’ora, aveva guardato
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l’uscita. ¶ Aveva bisogno di un taxi ma, per
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ma, per l’amor di Dio, senza aria condizionata
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condizionata. ¶ 13 ¶ Uscito dall’ufficio di Tabasco, Bertone si era
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Madrid. Con un colpo di fortuna, beccò un last
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aveva divorato i saggi di Natoli, Foucault, Searle, Brown
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in fondo. ¶ Nei saggi di Natoli aveva notato un
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funzionaria delle Belle Arti di Madrid. Con una serie
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Madrid. Con una serie di telefonate in italiano, spagnolo
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in ferie, si ricordava di Natoli ed era disposta
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Il taxi lo mollò, di nuovo sudato e con
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davanti a un palazzo di cinque piani in finto
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stile barocco. Sei gradini di granito scuro conducevano a
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riuscito tentativo dell’architetto di rifarsi al tipico bugnato
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targa d’ottone, bisognosa di una buona lucidata, diceva
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Le pareti erano coperte di bacheche dalle quali penzolavano
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dalle quali penzolavano centinaia di fogli e foglietti, bandi
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fogli e foglietti, bandi di concorso, bollettini sindacali, locandine
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concorso, bollettini sindacali, locandine di mostre, concerti e il
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investito da una vampata di aria rovente che quasi
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due o tre boccate di quel gas infuocato e
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fredde si andavano imperlando di una densa rugiada di
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di una densa rugiada di goccioline di sudore. Pregò
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densa rugiada di goccioline di sudore. Pregò che gli
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fosse risparmiato un attacco di diarrea, benché alcuni sommovimenti
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le dieci del mattino di una giornata che si
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la nostalgia, il desiderio di avere Giuliana con sé
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e non una specie di ritirata strategica per i
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in corso... ¶ Si preoccupò di essere rincitrullito del tutto
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in una lunga teoria di cappellini, shorts, canottiere, t
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e costante, una babele di lingue sovrastata a tratti
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solo. ¶ Ci volle più di mezz’ora per arrivare
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volta entrato, Bertone pensò di nuovo a Giuliana, a
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e le pareti tempestate di capolavori: Beato Angelico, Andrea
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sostando davanti ai dipinti di Paolo Veronese, di Tiziano
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dipinti di Paolo Veronese, di Tiziano, del Tintoretto, di
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di Tiziano, del Tintoretto, di Jacopo Bassano. Per non
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agli spagnoli, una fiumana di gente si riversava in
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meglio. Infilò la giacca di lino, ravviò i capelli
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grandiosità e l’imponenza di Las Meninas, che riempiva
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e misteriosa. ¶ Al contrario di Giuliana, Bertone non era
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in questa occasione sentì di provare un brivido che
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dell’aria condizionata. ¶ Cavò di tasca le fotocopie del
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le fotocopie del saggio di Foucault. Voleva provare a
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senza un sistema sottile di finte. Indietreggiando un po
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pittore si è posto di fianco all’opera cui
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Madrid proprio per godere di quella squisita cortesia. ¶ Velázquez
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sembra fare un cenno di saluto al poliziotto italiano
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tale è l’idea di movimento, la complessità del
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la complessità del gioco di sguardi: pare impossibile che
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addirittura, prova l’impulso di entrare anche lui nella
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a quel quadro misterioso di cui ¶ non è percepibile
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Bertone provò un senso di vertigine. Un giramento di
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di vertigine. Un giramento di testa che lo fece
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equilibrio puntando le suole di gomma sul marmo del
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veduti o in atto di vedere? ¶ Troppo difficile. Affascinante
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pensò su un paio di minuti e poi capì
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fuoco sulla giubba nera di Velázquez. Un particolare troppo
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occhi davvero poco esperti di Bertone, risultava difforme rispetto
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insieme. ¶ Il commissario ricordò di aver letto nell’ultimo
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letto nell’ultimo saggio di Natoli che quella spada
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elaborata come un Giglio di Firenze, era stata aggiunta
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dell’Ordine della Cavalleria di Santiago, e si racconta
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del pittore il segno di un’affiliazione che gli
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iv, con l’intenzione di omaggiare il primo pittore
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omaggiare il primo pittore di corte, avesse arrecato un
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lo sguardo sulla prosa di Foucault come per voler
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aveva autorizzato il rilascio di Ribonskij, il pedinamento e
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sulla coscienza la morte di Diego, mentre il sostituto
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possibilità che si trattasse di un omicidio? O era
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tempestivo. Era una storia di omosessuali, una lite violenta
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violenta, nata per questioni di gelosia, probabilmente, e poi
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tragedia con lo strangolamento di Natoli…». ¶ «Naturalmente, dottore. Io
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Alvarino non pareva vero di assistere al definitivo annientamento
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macchinose, la sua ricerca di moventi nella professione di
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di moventi nella professione di Natoli, la fissazione che
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Sì, ma la via di fuga dell’appartamento di
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di fuga dell’appartamento di Natoli…». ¶ «Nessuno ha visto
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l’appartamento sotto quello di Ribonskij?». ¶ «Era vuoto, commissario
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deve convincere!». ¶ Bertone decise di proiettare altrove la sua
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da consentire, a termini di legge, il fermo del
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è stato in grado di impedire il suicidio del
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constatare che il suicidio, di per se stesso, è
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stesso, è un’ammissione di colpa. Il Ribonskij Diego
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era stato in grado di fornire un alibi. E
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non c’è ragione di pensare che siano coinvolte
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scrivendo un romanzo giallo di infima qualità. Le indagini