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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Maspero, Odissea [traduzione da Omero], 1867

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1867
la toppa, ¶ Come soffio di vento. Allor dal sonno
2
1867
QUINTO ¶ Nunzia al cielo di luce ed alla terra
3
1867
terra ¶ Sorgea dal letto di Titon l'Aurora, ¶ E
4
1867
alto Olimpo il glorïoso ¶ Di Saturno figliuol. Palla Minerva
5
1867
mite come padre un reggea. ¶ Misero! giace abbandonato
6
1867
le annunzia come sia di Giove ¶ Immutabil voler, che
7
1867
voler, che al generoso ¶ Di Laerte figliuol partir consenta
8
1867
solchi, e dopo venti pervenga ¶ Alla fertile Scheria
9
1867
alla patria il condurran, di bronzo ¶ Ricco e d
10
1867
e d'oro e di tuniche e di manti
11
1867
e di tuniche e di manti, ¶ Più che d
12
1867
seni ¶ Rade in cerca di pesci, e l'ali
13
1867
Aque invïava ai prati, di vïole ¶ E d'apio
14
1867
soggiorni. Ivi non era ¶ Di Laerte il figliuol, che
15
1867
appose e rubicondo ¶ Nettare. Di bevanda il saggio Ermete
16
1867
saggio Ermete ¶ Confortato e di cibo, a lei rispose
17
1867
Pure m'ascolta. Qui di Giove un cenno ¶ M
18
1867
Giove a te comanda ¶ Di congedarlo, e presto; ché
19
1867
carena che lo stral di Giove ¶ Gli avea franta
20
1867
grotte e il confortai di cibi, ¶ Vita immortale io
21
1867
e bianchi pani, io di vermiglio ¶ Vino la fornirò
22
1867
eccelso Olimpo, ¶ Che son di me più forti e
23
1867
rispose, or tu disegni ¶ Di me misero, o Dea
24
1867
tristo, disse, ¶ O cor di volpe, che così favelli
25
1867
e pietosa ¶ Anima, non di ferro, in petto io
26
1867
ella stessa poi sedea di fronte ¶ All'Itacense, e
27
1867
cominciò la bella Ninfa: ¶ Di Laerte figliuol, sagace Ulisse
28
1867
ancor che tanto agogni ¶ Di veder la tua sposa
29
1867
tua sposa. A lei di forme, ¶ Né di statura
30
1867
lei di forme, ¶ Né di statura inferïor mi credo
31
1867
e in mar soffersi, ¶ Di ciò che avvenga poco
32
1867
doppio taglio, ¶ Ferrea scure, di facile maneggio, ¶ In lavorato
33
1867
ove una selva ¶ Sorgea di grosse piante, i pioppi
34
1867
ch'esperto fabbro ¶ Chiglia di nave mercantil non compie
35
1867
Ulisse. ¶ D'assi e di travi un palco vi
36
1867
i fianchi ¶ N'armò di salci attorcigliati, e in
37
1867
congedò Calipso. ¶ Ma pria di negro vino in su
38
1867
un otre più capace ¶ Di limpid'aqua, e chiuse
39
1867
in grembo al mare di tuffarsi è schiva: ¶ L
40
1867
da dieci e sette gli azzurri ¶ Flutti solcava
41
1867
genti, ¶ Fin dai gioghi di Solima lo scorge ¶ Sui
42
1867
quella vista il figlio di Laerte ¶ Sentì mancarsi le
43
1867
sventurato! ¶ Che mai sarà di me? Tutto si compie
44
1867
autunno aquilonar bufera ¶ Lanciar di qua, di là pe
45
1867
bufera ¶ Lanciar di qua, di là pe' campi un
46
1867
vide, ¶ Ino Leucotea, figlia di Cadmo ¶ Che, già mortale
47
1867
Che, già mortale e di mortal favella, ¶ L'Oceàn
48
1867
volgea: ¶ Infelice, e perché di tanto sdegno ¶ Il re
49
1867
Atreo? soggiunse il vecchio. ¶ Di largo pianto ti sarà
50
1867
procella. Udì la voce ¶ Di quell'insano il crollator
51
1867
tuo fratello ¶ Col favor di Giunone erasi a morte
52
1867
giunto ¶ All'arduo capo di Malea, fu còlto ¶ Da
53
1867
E il figlio allora di Tïeste, Egisto ¶ Avea sua
54
1867
breve il guidò. Colmo di gioia ¶ Balzò l'Atride
55
1867
lido, il baciò, sparse di dolci ¶ Lagrime un fiume
56
1867
avea con la promessa ¶ Di due talenti d'or
57
1867
braccio poderoso ¶ La prole di Tïeste. Il vide appena
58
1867
ad invitar con pompa ¶ Di cocchi e di cavalli
59
1867
pompa ¶ Di cocchi e di cavalli. Entro l'insidia
60
1867
alla mensa Agamennóne; ¶ Né di lui, né d'Egisto
61
1867
quella mischia si salvò: di tutti ¶ Corse confuso nella
62
1867
Sole. ¶ Ma come alfin di piangere fui sazio ¶ E
63
1867
a lui converso ¶ Io di novo dicea: Quanto è
64
1867
dicea: Quanto è mestieri ¶ Di que' duo ragionasti. Or
65
1867
stesso il vidi ¶ Rigar di pianto doloroso il volto
66
1867
Giove, ¶ In Argo, altrice di cavalli, il fato ¶ Morir
67
1867
bella Elèna, ¶ Sei genero di Giove. - In mar, ciò
68
1867
balzo d'orïente il novello, ¶ Tutte in mar
69
1867
ne serbasse; ¶ E rivolte di novo al mar le
70
1867
Dei libando, ¶ Ogni giorno di me ti risovvenga. ¶ Deh
71
1867
del divino Ulisse. ¶ Io di buon grado un anno
72
1867
mia, che ricca ¶ Sia di fertili piani, e dove
73
1867
parole ¶ Provano, o figlio, di che sangue uscisti, ¶ E
74
1867
doni. ¶ Fra quante mai di fabbro esperta mano ¶ Insigni
75
1867
Ha d'oro, esimia di Vulcan fatica. ¶ A me
76
1867
spose ¶ Il capo adorno di leggiadre bende; ¶ Indi si
77
1867
S'accostò Noemon, figlio di Fronio, ¶ E questi accenti
78
1867
E Noemon soggiunse: ¶ Io di buon grado gli prestai
79
1867
impresa è questo ¶ Vïaggio di Telemaco, che fola ¶ Noi
80
1867
Avrà dunque a dispetto di noi tutti ¶ Impunemente in
81
1867
a divorar gli averi ¶ Di Telemaco, dunque a voi
82
1867
Gli occhi s'empïr di pianto, e non potea
83
1867
essa ¶ Con le guance di lagrime inondate, ¶ Uditemi, dicea
84
1867
e chiaro. ¶ Ed or di novo un figlio giovinetto
85
1867
il padre il giorno di mie nozze, ¶ Ed or
86
1867
trama al buon garzone ¶ Di sua stirpe divina unico
87
1867
dodicesma Aurora. ¶ O tu di lui cercassi, o conosciuta
88
1867
a Pallade Minerva, ¶ Figlia di Giove, che da morte
89
1867
Si lavò, si cinse ¶ Di vesti immacolate, alle sue
90
1867
arse d'agna o di bue le pingui cosce
91
1867
e non sospetta ¶ Che di suo figlio noi cerchiam
92
1867
non v'ascolti ¶ Alcun di dentro, e quanto abbiam
93
1867
schiamazzando un denso ¶ Stuol di villani gli si stringe
94
1867
dolor, Penelope, tu dormi? ¶ Di contristarti e lagrimar ti
95
1867
bramerebbe, la possente ¶ Figlia di Giove, Pallade Minerva, ¶ Che
96
1867
Diva le parole udisti, ¶ Di quell'altro infelice or
97
1867
In mia casa arrivò? Di lui che a tanti
98
1867
gioia accolto; io sgombra di sue genti, ¶ O fabbricata
99
1867
nostro fato atteso. ¶ Ma di tanta fortuna invido forse
100
1867
eroe tutti li colse ¶ Di lagrimare irresistibil voglia: ¶ Piangea
101
1867
piangea l'Atride, ¶ E di lagrime anch'esso avea
102
1867
Aurora. ¶ Ma sazio omai di pianto, a Menelao ¶ Volse
103
1867
degli achivi eroi, ¶ Te di prudenza singolar fornito ¶ Il
104
1867
Vedrò l'Alba spuntar, di pianto anch'io ¶ Darò
105
1867
Darò tributo a chi di vita è spento; ¶ Poiché
106
1867
e appien si scorge ¶ Di qual padre nascesti. Agevolmente
107
1867
E figli in sorte di valor famosi ¶ Ebbe e
108
1867
valor famosi ¶ Ebbe e di senno. Tregua al pianto
109
1867
nella mente ¶ Alla figlia di Giove, argiva Elèna, ¶ Sorse
110
1867
intero ¶ D'una sola di pianto amara stilla ¶ Le
111
1867
Questo la prole custodìa di Giove ¶ Suco fatal, che
112
1867
in dono dalla sposa ¶ Di Tone, Polidamna, ebbe in
113
1867
feconda gleba ¶ Erbe produce, di salute alcune, ¶ Altre di
114
1867
di salute alcune, ¶ Altre di morte arrecatrici, ed ove
115
1867
infuso ¶ La vaga donna, di versarvi ingiunse ¶ Il dolce
116
1867
a dire: ¶ Atride Menelao, di Giove alunno, ¶ E voi
117
1867
alunno, ¶ E voi, figli di prodi, onnipossente ¶ Il re
118
1867
Una pur ne dirò. Di finte piaghe ¶ Insozzate le
119
1867
prima che uscito ¶ Fosse di Troia e giunto al
120
1867
lasciando stupefatti i Teucri ¶ Di sua scaltrezza. Allor l
121
1867
diletta, ed il consorte ¶ Di senno e di beltade
122
1867
consorte ¶ Di senno e di beltade a niun secondo
123
1867
Alle donzelle, e stendervi di sopra ¶ Manti vellosi e
124
1867
Telemaco rispose: Inclito Atride, ¶ Di Giove alunno, per aver
125
1867
la mia casa, e di mia madre ¶ Aspirando alle
126
1867
voler ch'io nutra ¶ Di vana speme il core
127
1867
mai d'opre ¶ O di consiglio ne' troiani campi
128
1867
ne' troiani campi, ¶ Tutti di sangue argolico bagnati, ¶ Il
129
1867
non mente. ¶ Me desïoso di veder le care ¶ Paterne
130
1867
Quanto corre in un veloce nave ¶ Cui stridulo
131
1867
perduto, o vai ¶ Solo di stenti e di dolori
132
1867
Solo di stenti e di dolori in traccia, ¶ Che
133
1867
E i neri flutti di solcar mi vieta. ¶ Io
134
1867
d'un zeffiro soave, ¶ Di brune alghe coperto, esce
135
1867
al sonno, a voi di tutta ¶ La vostra gagliardìa
136
1867
al suol, mentre, bramoso ¶ Di fuggir, si dibatte e
137
1867
suolo. ¶ Ma quando stanco di lottar riprenda ¶ Le sue
138
1867
con le fresche pelli ¶ Di quattro Foche; e quattro
139
1867
Ei scordossi: in leon di folta giubba ¶ Pria si
140
1867
Dei t'ha consigliato ¶ Di tradirmi così? da me
141
1867
degli Dei mi vieta ¶ Di toccar la mia terra
142
1867
possa, ¶ Se non risali di quel sacro fiume ¶ Generato
143
1867
Giove alla corrente, ¶ E di vittime elette un sacrifizio
144
1867
ostello? ¶ Perché vuoi tu di questo interrogarmi, ¶ O figliuolo
145
1867
a Dite per voler di Giove. ¶ Erasi quivi assiso
146
1867
Che nel sacro banchetto di Nettuno ¶ Jeri a noi
147
1867
giovenca, i fidi amici ¶ Di Telemaco vennero dal mare
148
1867
terra stramazzò. ¶ Tosto intorno di fervide preghiere ¶ Facean l
149
1867
la casta Euridice, veneranda ¶ Di Nestore consorte e di
150
1867
Di Nestore consorte e di Climene ¶ Primogenita figlia. Alla
151
1867
le cosce, e ricoperti ¶ Di doppio zirbo i crudi
152
1867
brage e li spruzzava ¶ Di pretto vino, mentre con
153
1867
banchettar si diêro; e di vermiglio ¶ Dolce licor solleciti
154
1867
i servi. Ma poiché di cibo ¶ Ognun fu sazio
155
1867
aperti campi. ¶ L'intero sotto il medesmo giogo
156
1867
Ed entrâr nella casa di Dïocle ¶ D'Orsiloco figliuol
157
1867
aperse ¶ Con le dita di rosa, i prenci in
158
1867
LIBRO QUARTO ¶ Alla vasta di balze incoronata ¶ Sparta venuti
159
1867
Germe d'Achille, rompitor di schiere; ¶ Ed or con
160
1867
Ed or con pompa di cavalli e cocchi ¶ Alla
161
1867
al biondo Atride, ¶ Duce di genti, Menelao, gli disse
162
1867
l'Atride, ¶ E, figliuol di Boete, gli rispose, ¶ Già
163
1867
a noi pure ¶ Fu di mense ospitali e prezïosi
164
1867
conservi chiamando ed accennando ¶ Di seguitarlo. Sciolsero dal giogo
165
1867
eccelso albergo ¶ Dell'alunno di Giove Menelao ¶ Gli stranieri
166
1867
uno e l'altro di mirar già sazi, ¶ Discesero
167
1867
pudica ¶ Dispensiera sollecita coperse ¶ Di serbate vivande; e il
168
1867
l'auree tazze ¶ Empì di vino. Strinse allor l
169
1867
Io poscia udrò; ché di progenie oscura ¶ Non uscite
170
1867
L'aspetto il mostra, di scettrati regi, ¶ Cari alunni
171
1867
scettrati regi, ¶ Cari alunni di Giove. - In questo dire
172
1867
il desio, ¶ Al figliuol di Nestorre s'avvicina ¶ Telemaco
173
1867
lui favella: ¶ Vedi quanta di bronzo e d'auro
174
1867
tal per fermo ¶ È di Giove la reggia! Io
175
1867
mirarla ¶ Tutto mi sento di stupor rapito. ¶ L'udì
176
1867
ch'altri, o figlio, di splendor mi vinca ¶ E
177
1867
splendor mi vinca ¶ E di ricchezze, a me non
178
1867
colà padrone ¶ O guardïan di greggi ha mai di
179
1867
di greggi ha mai di carni ¶ Né di cacio
180
1867
mai di carni ¶ Né di cacio penuria o fresco
181
1867
agli ospiti aperta, e di famigli ¶ Piena, e d
182
1867
Che lungi d'Argo di cavalli altrice ¶ Caddero innanzi
183
1867
Tutti li piango; ma di tutti insieme ¶ Non mi
184
1867
la vezzosa ¶ Ancella, colmo di ritorto filo, ¶ E la
185
1867
giacea ¶ Col suo pennecchio di purpuree lane. ¶ S'assise
186
1867
Non somigliò, come un di lor somiglia ¶ Al divo
187
1867
quando alle rive ¶ Mosse di Troia, dove un tanto
188
1867
per me svergognata arse di guerra. ¶ Al tuo conforme
189
1867
il figlio ¶ Non sarebbe di lui? Mentre gli affanni
190
1867
E Pisistrato allor: Duce di genti, ¶ Marzïal Menelao, tu
191
1867
non errasti, ¶ Eccoti innanzi di quel Grande il figlio
192
1867
ardente brama ¶ Il pungea di vederti, acciò con l
193
1867
ginocchi, e ti scongiuro ¶ Di svelarmi la sua misera
194
1867
dolorosa istoria, ¶ Gli rispose di Pilo il vecchio sire
195
1867
salma ¶ Riposa del figliuol di Telamone ¶ E d'Achille
196
1867
E d'Achille e di Patroclo, nell'arte ¶ Della
197
1867
avanzava in ogni guisa ¶ Di scaltrimenti; e che di
198
1867
Di scaltrimenti; e che di lui nascesti ¶ Io ben
199
1867
Giove, ¶ Dall'ira stimolato di Minerva, ¶ Un funesto ritorno
200
1867
invïava, e sogni annunziatori ¶ Di vicino disastro. Era con
201
1867
al divino Agamennóne, ¶ Drizzâr di novo le veloci antenne
202
1867
offrimmo. ¶ Felicemente al quarto raccolse ¶ Con tutti i
203
1867
Co' Mirmidoni suoi, sperti di lancia ¶ Vibratori, approdasse alla
204
1867
A Filottete, generoso figlio ¶ Di Peante, concessero gli Eterni
205
1867
anco udito abbiam, riprese ¶ Di Pilo il saggio re
206
1867
che un'insolente ¶ Turba di Proci t'ha l
207
1867
albergo invaso ¶ A cagion di tua madre, e scellerate
208
1867
Più non udresti favellar di nozze! ¶ E al re
209
1867
E al re così di novo il giovinetto: ¶ Troppo
210
1867
il coglie. ¶ Mentore, più di lui non si favelli
211
1867
interrogar, che tutti vince ¶ Di saper, di prudenza, e
212
1867
tutti vince ¶ Di saper, di prudenza, e che, se
213
1867
mi narra, ¶ O figliuol di Neleo, come fu spento
214
1867
Trasse l'eroe, tanto di lui più prode. ¶ Forse
215
1867
Egisto, ¶ Non un pugno di terra avrìa coperto ¶ La
216
1867
avrìa coperto ¶ La salma di costui; ma dalle mura
217
1867
sposa! Onesta e piena ¶ Di sdegnoso pudor, per lungo
218
1867
la tempesta. ¶ Benché pressato di seguir la via, ¶ Il
219
1867
Onorando l'estinto e di sepolcro. ¶ Sciolte al vento
220
1867
sepolcro. ¶ Sciolte al vento di novo indi le vele
221
1867
Ratto pervenne al capo di Malea, ¶ Quando l'Olimpio
222
1867
quella parte ei rivolgea di Creta, ¶ Ove lungo le
223
1867
s'incontra sul cammin di Festo, ¶ Alla punta di
224
1867
di Festo, ¶ Alla punta di Gòrtina vicino: ¶ Ivi l
225
1867
fidi ¶ Iva fra genti di straniera lingua ¶ Vagando e
226
1867
Oreste, ¶ Che il traditore di sua mano uccise; ¶ E
227
1867
funeral banchetto. ¶ Comparve quel stesso Menelao ¶ Con le
228
1867
che gemean dal carco ¶ Di peregrine e ricche merci
229
1867
consiglio, e ti comando ¶ Di presentarti a quel famoso
230
1867
tragge boreal tempesta, ¶ Uom di ritorno non ha speme
231
1867
ti farà palese, ¶ Ché di quel saggio mai non
232
1867
Sole, ¶ E si coprìa di tenebre la terra. ¶ Tu
233
1867
ben parlasti, o figlio di Neleo ¶ Sclamò la Diva
234
1867
Mensa fra l'ombre di seder non lice. ¶ A
235
1867
mani ¶ I banditori, e di spumanti vini ¶ Coronando le
236
1867
poveretto ¶ Non son io, di mantelli e di vellose
237
1867
io, di mantelli e di vellose ¶ Cóltrici sprovveduto, in
238
1867
mostra, o Diva, ¶ E di gloria i miei figli
239
1867
moglie. ¶ Cinta il capo di rose in ciel comparsa
240
1867
l'antico ¶ Re Neleo, di gentili arti maestro, ¶ Già
241
1867
l'altero garzon che di sonore ¶ Ciancie le orecchie
242
1867
consumar gli averi ¶ Seguirem di costui, finché le ambite
243
1867
ricusi. ¶ Altrove non andrem di sposa in traccia, ¶ Eternamente
244
1867
d'uopo: ¶ Domar vogliam di questa donna il core
245
1867
Eurimaco, e voi tutti di mia madre ¶ Giovani amanti
246
1867
e d'eseguir commesso ¶ Di Laerte i comandi. Alzossi
247
1867
generoso ¶ Laerziade ricorda, un re nostro, ¶ Anzi padre
248
1867
costui, gli antichi amici ¶ Di suo padre, a Telemaco
249
1867
Che presto gli sarà di mente uscito ¶ Un tal
250
1867
dalle olimpie vette, ¶ Tu di partir mi comandasti, in
251
1867
disse; e tosto, assunte ¶ Di Mentore le forme e
252
1867
ben che il figlio ¶ Di raro avanza la virtù
253
1867
la virtù del padre, ¶ Di raro la pareggia, e
254
1867
Proci ti mesci, e di nascosto aduna ¶ Quanto al
255
1867
Quanto al vïaggio è di mestieri: il vino ¶ In
256
1867
Fa' le tue prove di valor col dente, ¶ E
257
1867
suon beffardo, ¶ Allo sterminio di noi tutti anela ¶ Telemaco
258
1867
un tossico recarne, che di furto ¶ Mesca nell'urne
259
1867
duro incarco allora ¶ Avremo di partir fra noi l
260
1867
muro si vedean, ripieni ¶ Di vermiglio licor, pretto, squisito
261
1867
imposta, ¶ E notte e sollecita la figlia ¶ d
262
1867
la figlia ¶ d'Opi di Pisenòr la custodìa. ¶ Telemaco
263
1867
dieci ¶ Misure e dieci di farine in otri ¶ Ben
264
1867
e bada che nessuno ¶ Di ciò s'accorga. Come
265
1867
m'è d'uopo di mio padre in cerca
266
1867
soletto ¶ Peregrinando in cerca di tuo padre, ¶ Se da
267
1867
mi giura ¶ Che se di me non chiede, o
268
1867
questo seguìa, Palla Minerva ¶ Di Telemaco prese le sembianze
269
1867
prima al saggio ¶ Figliuol di Fronio, Noemon, chiedea ¶ Una
270
1867
Una veloce nave, e di buon grado ¶ Noemon la
271
1867
negro legno, e tosto ¶ Di sarte e vele ed
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1867
scranne abbandonate, e gravi ¶ Di sonno il ciglio, traean
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1867
alberghi. ¶ Ma si vestìa di Mentore le forme ¶ Novamente
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1867
rompendo. ¶ Legati i remi, di licor vermiglio ¶ Empîr le
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1867
su la terra apportator di luce, ¶ Allor che a
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costrutta, ¶ Il naviglio arrivò. Di negri tauri ¶ Facean quel
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1867
un sacrifizio ¶ Gli abitanti di Pilo. In nove squadre
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1867
popol diviso, e ciascheduna, ¶ Di cinquecento cittadin composta ¶ Su
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1867
assisi, nove tauri offrìa, ¶ Di cui, le pingui viscere
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Qui t'è mestieri di cacciar dal petto ¶ La
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l'altro rispose ¶ Privo di tutta esperïenza io sono
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t'addusse in questo solenne, ¶ Leva i tuoi
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rendi ai prodi abitator di Pilo ¶ Larga mercé dell
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i forestieri ¶ Interrogar, poiché di vini e cibo ¶ Sazi
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Golfo vagate a guisa di predoni ¶ Che altrui spogliando
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splendor degli Achivi, amor di Pilo, ¶ Chi siam noi
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d'Ilïon le mura. ¶ Di tutti i greci condottier
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Son le vicende: solo di mio padre ¶ Non piacque
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o dalla voce ¶ Infallibil di Giove. All'alma Pilo
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1867
al par ti mostra ¶ Di man gagliardo e intrepido
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1867
man gagliardo e intrepido di core, ¶ Sì che ne
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core, ¶ Sì che ne' futuri anche il tuo
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1867
amico, egli rispose, ¶ E di padre a figliuol, sono
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1867
quella vista ¶ Il giovinetto, di stupor compreso, ¶ Riconobbe il
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1867
al sonno. ¶ Intanto, accesi di novello ardore ¶ E dell
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1867
Figliuol d'Ulisse: O di mia madre, esclama, ¶ Stolti
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1867
Ulisse è morto. ¶ Ma di questa magione, e de
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1867
son io. ¶ Alzossi allor di Polibo la prole, ¶ Eurimaco
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1867
donde qui giunse, ¶ E di qual sangue egli esca
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1867
sangue egli esca e di qual terra. ¶ Forse è
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1867
e consulta. Il forestiero ¶ Di cui domandi è un
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1867
la figlia ¶ D'Opi di Pisenòr, casta Euriclea, ¶ Che
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1867
ancora avea col prezzo ¶ Di dieci e dieci tauri
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1867
sogatto il peschio. ¶ Ma, di morbide pelli ricoperto, ¶ Tutta
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1867
Aurora il ciel dipinse ¶ Di purpureo color, balzò dal
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stanza uscendo, ¶ Ai banditori di chiamar fe' cenno ¶ A
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il seguìan bianchi mastini. ¶ Di grazia e di beltà
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mastini. ¶ Di grazia e di beltà l'avea la
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1867
l'avea la figlia ¶ Di Giove circondato, onde in
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1867
rivolto ¶ Ad Egizio parlò: Di qui lontano ¶ Non è
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1867
il cor trafitto. ¶ Non di nemico che su noi
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1867
su noi veleggi, ¶ Non di pubblici casi, o cittadini
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1867
casi, o cittadini, ¶ Ma di grave domestica sciagura ¶ Ragionarvi
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1867
perduto; ¶ E per colmo di mali una caterva ¶ Di
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1867
di mali una caterva ¶ Di tristi inonda la mia
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1867
ragione ¶ Chieder forse potrìan di que' misfatti! ¶ Ah sì
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1867
se il padre mio ¶ Di voi qualcuno involontario offese
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1867
li volessi a lui di novo, ¶ Egli cortese a
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1867
dalle ciglia un fiume ¶ Di lagrime versando; e il
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1867
il figlio: ¶ O tu, di lingua audace e d
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1867
cui la salma ¶ Avvolger di Laerte, allor che il
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1867
tela; onde costretta ¶ Fu di compirla. Odi or tu
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1867
figlio. ¶ No, lo rammenta: di tua casa i Proci
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1867
Icario; e sdegno un n'avrebbe ¶ Il padre
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1867
uno or l'altro, ¶ Di sventure o di morte
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1867
altro, ¶ Di sventure o di morte annunziatrici. ¶ Indi insieme
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1867
Aliterse, il saggio figlio ¶ Di Mastore, che vecchio era
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1867
vaticini. Quando il bellicoso ¶ Di Laerte figliuol drizzò le
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1867
ecco s'avvera. ¶ E di Polibo il figlio: I
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1867
son io, ¶ Credilo, assai di te miglior profeta. ¶ Stendono
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1867
campi ¶ Mille augelli ogni , né tutti sono ¶ Di
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1867
dì, né tutti sono ¶ Di sciagure e di morte
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1867
sono ¶ Di sciagure e di morte annunziatori. ¶ Certo Ulisse
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1867
più sempre ¶ Lo sdegno di Telemaco infiammando, ¶ Da cui
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1867
Appresterà le nozze, egli di pingue ¶ Dote la fornirà
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1867
Dote la fornirà, qual di sì cara ¶ Prole ad
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1867
o Musa, l'eroe di vario ingegno, ¶ Che gran
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1867
essi del ritorno il rapìa. ¶ Or tu, figlia
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1867
rapìa. ¶ Or tu, figlia di Giove, in parte almeno
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1867
Diva Calipso trattenea, ¶ Bramosa di sue nozze. E benché
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1867
volgere degli anni il venuto ¶ Che avean prefisso
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1867
genti divisa ultima terra, ¶ Di cui guarda una parte
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1867
Un'ecatombe ¶ Gli avean di tauri offerta e di
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1867
di tauri offerta e di montoni ¶ I felici Etiòpi
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1867
ed or pagato ¶ Ha di sue colpe, con la
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1867
E possa al par di lui perir qualunque ¶ A
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1867
l'arresta ¶ Calipso, prole di quel saggio Atlante, ¶ Che
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1867
non ti move ¶ Pietà di quel meschino? Un giorno
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1867
perché dunque ¶ Ora contro di lui così t'adiri
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1867
o figlia, ti sfuggir di bocca? ¶ Il Tonante riprese
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1867
Col magnanimo Ulisse, che di senno ¶ Tutti vince i
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1867
Ninfa Toosa, illustre figlia ¶ Di Forco, re degl'infecondi
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1867
padre, e a far di gloria acquisto. ¶ Ciò detto
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1867
sala il volto ¶ Prendea di Mente, condottier de' Tafi
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1867
al genitore, ¶ Gli parea di vederlo entro l'albergo
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1867
su bella scranna, ricoperta ¶ Di morbido tappeto, e a
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1867
egli stesso, a lei di fronte, ¶ E lungi dalle
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1867
pani ¶ E larga copia di serbate dapi; ¶ Fumanti carni
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1867
serbate dapi; ¶ Fumanti carni di sapor diverso ¶ Recava sui
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1867
il fido scalco, ¶ E di grato lïeo colmava i
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1867
Scompartìan le donzelle, empìan di dolci ¶ Vini i coppieri
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1867
altro han cura che di cetre e canti? ¶ Perché
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1867
Seggono d'un eroe, di cui le bianche ¶ Ossa
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1867
vero: ¶ Chi se' tu? di che sangue, e di
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1867
di che sangue, e di che gente? ¶ Con quai
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1867
re de' Tafi, ¶ Che di correre il mar sempre
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1867
a Témesa, fra gente ¶ Di strania lingua, a cui
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1867
strania lingua, a cui di fulvo rame ¶ Io porto
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1867
città lontano, ¶ Nella baia di Retro. Amici un tempo
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1867
ignori ¶ De' vaticini, e di profeta il nome ¶ Io
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1867
eroe, con nodi fosse ¶ Di ferro avvinto; ché pur
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1867
poss'io, che un sovente ¶ Al suo fianco
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1867
giovinetto soggiungea: Straniero, ¶ Figlio di lui Penelope mi dice
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1867
vivande, e questa turba ¶ Di convitati? A nozze forse
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1867
gentile. ¶ Se questo ancora di saper ti cale, ¶ Ospite
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1867
gran tumolo eretto, e di sua chiara ¶ Fama diffusa
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1867
veduto, ¶ Non soccorso, morì di morte oscura, ¶ Ed io
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1867
dolor rimasi. ¶ Né sol di lui m'attristo: altre
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1867
serena, ¶ Giovani illustri, tutti di mia madre ¶ Sospirano la
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1867
e lancia al limitar di questa ¶ Sala apparisse, come
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1867
Celesti chiamando in testimonio, ¶ Di lasciar la tua casa
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1867
Rivali intima. Se desìo di nozze ¶ Punge la madre
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1867
solenni, ¶ Ei l'ornerà di vaghi e ricchi doni
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1867
e ricchi doni, ¶ Quali di tanto padre a cara
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1867
coperse ¶ I bei sedili di purpurei drappi, ¶ Sotto cui
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1867
pudica ¶ Dispensiera il coprìa di bianchi pani ¶ E di
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1867
di bianchi pani ¶ E di vivande, e a stendervi
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1867
destra ¶ Mi confortava. Ma di cibi schivo ¶ Io sedea
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1867
prendi né bevanda? Forse ¶ Di qualche inganno tu paventi
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1867
i miseri facea, ¶ Che di porci novenni avean l
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1867
schierarono tutti a lei di fronte; ¶ E la Maga
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1867
Avea prodotti, ed uomini di novo ¶ Si facean, più
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1867
volse, e disse: ¶ O di Laerte glorïoso figlio, ¶ O
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1867
ritorna. ¶ Il suo consiglio di buon grado accetto; ¶ Ed
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1867
miseri sul legno, disperati ¶ Di nostra sorte, e in
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1867
venite al sacro ¶ Tetto di Circe, dove allegramente ¶ I
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1867
vi trascina ¶ Alla casa di Circe, onde in maiali
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1867
busto il capo ¶ Benché di sangue ei fosse a
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1867
frenâr, così dicendo: ¶ Eversor di città, divino Ulisse, ¶ Deh
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1867
Deh! non t'incresca di lasciar costui ¶ A guardia
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1867
noi conduci ¶ All'ostello di Circe. - In questo dire
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1867
I redenti compagni, e di leggiadre ¶ Vesti coperti. Tutti
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1867
appressa, e così parla: ¶ Di Laerte figliuol, prudente Ulisse
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1867
giorno ¶ Sedemmo al desco, di vivande ingombro ¶ E dolci
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1867
v'è d'uopo, di calar v'è d
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1867
Tiresia consultar lo spirto; ¶ Di Tiresia, che solo tra
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1867
i defunti, ¶ Per favor di Proserpina, conserva ¶ Il senno
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1867
la Ninfa: ¶ Astuto figlio di Laerte, Ulisse, ¶ Non ti
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1867
poppa ¶ Siedi tranquillo, ché di Borea il soffio ¶ Guiderà
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1867
foschi alberghi ¶ T'avvia di Pluto. Quivi Flegetonte, ¶ E
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1867
Verso la fossa accorrerà di lievi ¶ Ombre. Intanto alle
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1867
gonna, ¶ Candida, fina, e di gentil fattura, ¶ Si strinse
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1867
all'armi, e povero di senno, ¶ Che dormito m
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1867
ridesti compagni; ed oblïando ¶ Di calar per la lunga
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1867
vòlta, ¶ Sia che pieghi di là verso la terra
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1867
Fra le più belle, di fragranti aromi ¶ Ricolmando la
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1867
vidi, io piansi; ¶ E, di pietà compunto, il salutai
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1867
a me piangendo: O di Laerte ¶ Illustre figlio, un
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1867
altana addormentato ¶ Dell'albergo di Circe, io mi scordai
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1867
Circe, io mi scordai ¶ Di calar per la scala
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1867
tua bella nave), ¶ Ricòrdati di me, fa' ch'io
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1867
non giaccia ¶ Senza onor di sepolcro e senza pianto
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1867
ira provocar non vuoi di Giove. ¶ Ah! dammi al
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1867
io, sì, pietà profonda ¶ Di lei mi strinse; e
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1867
agli occhi ¶ Vorrai sottratti di Nettun, che in ira
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1867
ira ¶ Ti prese il che gli acciecasti il
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1867
alcuno ¶ Su quelle ardisse di calar la scure! ¶ La
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1867
piena, ¶ Ed in balia di giovani superbi, ¶ Che ne
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1867
la risposta: l'ombre di coloro, ¶ Cui tu concedi
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1867
Ne' foschi alberghi rïentrò di Pluto. ¶ Ma lì fermo
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1867
Agamennóne ¶ Salpai per Ilio, di cavalli altrice, ¶ A pugnar
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1867
braccio al duro ¶ Sonno di morte. Fu lento malore
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1867
bronzo una muraglia, ¶ Coronata di marmo, la natante ¶ Isola
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1867
i figli ¶ Fanno il risonar la vasta sala
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1867
un mese ne trattenne, ¶ Di conoscer bramoso ad uno
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1867
ad uno ad uno ¶ Di Troia i casi, e
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1867
Poi quando lo pregai di darmi aiuto ¶ Nel mio
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1867
Nel mio vïaggio, e di partir gli chiesi, ¶ Ei
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1867
con la fresca spoglia ¶ Di bue novenne, tutti entro
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1867
Non n'uscìa. Ma di Zefiro lasciato ¶ Avea libero
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1867
Al pilota affidarlo, impazïente ¶ Di toccar le dilette itache
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1867
pur t'abbiam fornito ¶ Di tutto che mai fosse
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1867
sei notti ¶ E sei le marine onde solcammo
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1867
Tanto al cader del l'Alba è vicina
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1867
Scogliere fiancheggiato, a cui di fronte ¶ Ergeasi il lido
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1867
il loco; ¶ Ma né di buoi, né d'uomini
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1867
E ad un araldo di cercar commisi ¶ Quali avessero
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1867
il re, chi fossero di quella ¶ Terra gli abitatori
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1867
E l'un ghermito di que' tre, funesta ¶ Cena
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1867
Strepito allor s'udìa di peste navi, ¶ E d
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1867
recisi. ¶ Indi ai nocchieri di dar mano ai remi
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1867
due notti ¶ E due giacevam sul curvo lido
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1867
l'Alba il terzo condusse, ¶ Io piglio il
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1867
o umana voce udissi. ¶ Di là girando le pupille
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1867
miglior quindi mi parve ¶ Di far ritorno ai desolati
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1867
uno stuolo ¶ Prima invïar di loro a quell'intento
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1867
scôrse, ¶ E un cervo di gran mole e d
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1867
non lice alla magion di Pluto. ¶ Orsù, finché di
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1867
di Pluto. ¶ Orsù, finché di cibi il legno abbonda
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1867
il legno abbonda ¶ E di grato lïeo, non si
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1867
Io presi allor consiglio ¶ Di partirli in due schiere
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1867
elmo indi le sorti ¶ Di noi due s'agitâro
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1867
in loco ameno ¶ Trovâr di Circe la magion, costrutta
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1867
Circe la magion, costrutta ¶ Di bianchi marmi. Vi giacean
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1867
in su la porta ¶ Di quel palagio, udìan cantar
466
1867
quel palagio, udìan cantar di dentro ¶ Con bella voce
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1867
il buon Polite, ¶ Duce di prodi e venerando e
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1867
d'oro, ¶ E poi di cacio e farro e
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1867
una stalla, ¶ Ove prendean di porci e testa e
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1867
parole, ¶ E gonfie avea di lagrime le ciglia. ¶ Tutti
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1867
valli una superba ¶ Casa di marmo, sovra un poggio
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1867
e ad esso ingiungo ¶ Di meco ricalcar la via
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1867
Dea, quando, in sembianza ¶ Di leggiadro garzon, mi viene
474
1867
affida, ¶ Ch'io farò di salvarti, ed odi come
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1867
come ¶ Prendi, e teco di Circe alla magione ¶ Porta
476
1867
t'avventa in atto di ferirla. ¶ Sbigottita la Ninfa
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1867
Stige ella ti giuri ¶ Di non tenderti insidie, allor
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1867
albergo io m'avvïai di Circe, ¶ Tristo e pensoso
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1867
tu; perché il figliuol di Maia ¶ Diceami spesso ch
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1867
spesso ch'egli un sarìa ¶ Qui da Troia
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1867
riverir gli Dei. ¶ Né di Giove allattato dalla capra
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1867
i Ciclopi. ¶ Noi siam di loro più valenti assai
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1867
Enosigeo contro una punta ¶ Di nudo scoglio mi spezzò
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1867
nave ¶ All'estremo confin di vostra terra, ¶ E poi
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1867
antro, e, a guisa ¶ Di montano leon, visceri e
486
1867
a Giove, ¶ Ogni speranza di campar perduta. ¶ Poiché d
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1867
umane carni ebbe e di latte ¶ Il Ciclope l
488
1867
ardente allor mi nacque ¶ Di farmi a lui vicino
489
1867
ne recisi un pezzo di sei palmi, ¶ E a
490
1867
speco: o per timore ¶ Di qualche insidia, o per
491
1867
In mano un nappo di vermiglio vino, ¶ Mi feci
492
1867
carni; bevi, e apprenderai ¶ Di che vino provvisto era
493
1867
Se a noi pietoso di partir concedi. ¶ Ma un
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1867
licor soave, ¶ A me di novo ne chiedea, dicendo
495
1867
Ebben, prorompe in suon di scherno il mostro, ¶ Nessuno
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1867
i compagni: ¶ Essi prima di lui. Questo è il
497
1867
tizzon ferito, ¶ L'occhio di Polifemo. Un urlo ei
498
1867
e pingui montoni e di gran corpo ¶ l'antro
499
1867
corpo ¶ l'antro chiudea, di lunghe e porporine ¶ Lane
500
1867
li legai, che quel di mezzo ¶ Portava sotto un