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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1321
bella donna, e poi di farne strazio?». ¶ Tal mi
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1321
sospirando e con voce di pianto, ¶ mi disse: «Dunque
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1321
a me richiedi? ¶ Se di saper ch'i' sia
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1321
me misi in borsa. ¶ Di sotto al capo mio
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1321
ché dopo lui verrà di più laida opra, ¶ di
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1321
di più laida opra, ¶ di ver' ponente, un pastor
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1321
ricuopra. ¶ Nuovo Iasón sarà, di cui si legge ¶ ne
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1321
metro: ¶ «Deh, or mi : quanto tesoro volle ¶ Nostro
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1321
e sollevando i pravi. ¶ Di voi pastor s'accorse
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1321
orate cento? ¶ Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre
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1321
e de l'origine di Mantova, di che trattare
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1321
l'origine di Mantova, di che trattare diede cagione
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1321
cagione Manto incantatrice; e di loro pene e miseria
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1321
quarta bolgia, in persona di Michele di Scozia e
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1321
in persona di Michele di Scozia e di più
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1321
Michele di Scozia e di più altri.] ¶ Di nova
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1321
e di più altri.] ¶ Di nova pena mi conven
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1321
Forse per forza già di parlasia ¶ si travolse così
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1321
lasci, lettor, prender frutto ¶ di tua lezione, or pensa
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1321
quando la nostra imagine di presso ¶ vidi sì torta
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1321
guerra?". ¶ E non restò di ruinare a valle ¶ fino
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1321
volse veder troppo davante, ¶ di retro guarda e fa
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1321
che mutò sembiante ¶ quando di maschio femmina divenne, ¶ cangiandosi
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1321
atterga, ¶ che ne' monti di Luni, dove ronca ¶ lo
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1321
ronca ¶ lo Carrarese che di sotto alberga, ¶ ebbe tra
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1321
trecce sciolte, ¶ e ha di là ogne pilosa pelle
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1321
che 'l padre suo di vita uscìo ¶ e venne
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1321
venne serva la città di Baco, ¶ questa gran tempo
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1321
trentino ¶ pastore e quel di Brescia e 'l veronese
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1321
la 'mpaluda; ¶ e suol di state talor esser grama
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1321
ne vedi alcun degno di nota; ¶ ché solo a
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1321
fu - quando Grecia fu di maschi vòta, ¶ sì ch
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1321
lucchesi; e qui tratta di dieci demoni, ministri a
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1321
ministri a l'offizio di questo luogo; e cogliesi
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1321
Dante questa opera.] ¶ Così di ponte in ponte, altro
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1321
veder l'altra fessura ¶ di Malebolge e li altri
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1321
l'uom cui tarda ¶ di veder quel che li
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1321
un de li anzïan di Santa Zita! ¶ Mettetel sotto
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1321
se tu non vuo' di nostri graffi, ¶ non far
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1321
l'addentar con più di cento raffi, ¶ disser: «Coverto
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1321
tal baratta». ¶ Poscia passò di là dal co del
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1321
dosso al poverello ¶ che di sùbito chiede ove s
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1321
s'arresta, ¶ usciron quei di sotto al ponticello, ¶ e
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1321
ma el gridò: «Nessun di voi sia fello! ¶ Innanzi
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1321
traggasi avante l'un di voi che m'oda
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1321
fanti ¶ ch'uscivan patteggiati di Caprona, ¶ veggendo sé tra
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1321
Io mando verso là di questi miei ¶ a riguardar
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1321
nel quale abomina quelli di Sardigna e tratta alcuna
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1321
avea di nodi e di rotelle. ¶ Con più color
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1321
l'orlo ch'è di pietra e 'l sabbion
51
1321
forca ¶ ch'a guisa di scorpion la punta armava
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1321
per la strema testa ¶ di quel settimo cerchio tutto
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1321
fora scoppiava lor duolo; ¶ di qua, di là soccorrien
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1321
lor duolo; ¶ di qua, di là soccorrien con le
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1321
suolo: ¶ non altrimenti fan di state i cani ¶ or
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1321
e contegno. ¶ Poi, procedendo di mio sguardo il curro
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1321
distorse la bocca e di fuor trasse ¶ la lingua
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1321
star crucciasse ¶ lui che di poco star m'avea
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1321
Come la navicella esce di loco ¶ in dietro in
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1321
che al viso e di sotto mi venta. ¶ Io
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1321
è fatto il luogo di Malebolge e tratta de
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1321
inferno detto Malebolge, ¶ tutto di pietra di color ferrigno
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1321
Malebolge, ¶ tutto di pietra di color ferrigno, ¶ come la
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1321
assai largo e profondo, ¶ di cui suo loco dicerò
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1321
sogli ¶ a la ripa di fuor son ponticelli, ¶ così
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1321
de la schiena scossi ¶ di Gerïon, trovammoci; e 'l
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1321
tormento e novi frustatori, ¶ di che la prima bolgia
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1321
venien verso 'l volto, ¶ di là con noi, ma
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1321
vanno verso 'l monte. ¶ Di qua, di là, su
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1321
l monte. ¶ Di qua, di là, su per lo
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1321
che li battien crudelmente di retro. ¶ Ahi come facean
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1321
sì tosto dissi: ¶ «Già di veder costui non son
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1321
e Reno; ¶ e se di ciò vuoi fede o
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1321
là dov' el vaneggia ¶ di sotto per dar passo
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1321
lo viso in te di quest' altri mal nati
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1321
passò per l'isola di Lenno ¶ poi che l
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1321
lui condanna; ¶ e anche di Medea si fa vendetta
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1321
prima valle ¶ sapere e di color che 'n sé
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1321
s'incrocicchia, ¶ e fa di quello ad un altr
80
1321
muffa, ¶ per l'alito di giù che vi s
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1321
un col capo sì di merda lordo, ¶ che non
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1321
se' tu sì gordo ¶ di riguardar più me che
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1321
con l'occhio attinghe ¶ di quella sozza e scapigliata
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1321
li simoniachi in persona di Simone Mago, che fu
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1321
che fu al tempo di san Pietro e di
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1321
di san Pietro e di santo Paulo, e contra
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1321
Niccola de li Orsini di Roma perché seguitò simonia
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1321
seguaci ¶ che le cose di Dio, che di bontate
89
1321
cose di Dio, che di bontate ¶ deon essere spose
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1321
piena la pietra livida di fóri, ¶ d'un largo
91
1321
giace, ¶ da lui saprai di sé e de' suoi
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1321
mi giunse al rotto ¶ di quel che si piangeva
93
1321
che se' che 'l di sù tien di sotto
94
1321
l di sù tien di sotto, ¶ anima trista come
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1321
già costì ritto, Bonifazio? ¶ Di parecchi anni mi mentì
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1321
Se' tu sì tosto di quell' aver sazio ¶ per
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1321
l petto, ¶ poi è di rame infino a la
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1321
taci, ¶ e l'altro di' che si fa d
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1321
Letè vedrai, ma fuor di questa fossa, ¶ là dove
100
1321
dal bosco; fa che di retro a me vegne
101
1321
Canto XV, ove tratta di quello medesimo girone e
102
1321
quello medesimo girone e di quello medesimo cerchio; e
103
1321
l fummo del ruscel di sopra aduggia, ¶ sì che
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1321
O figliuol», disse, «qual di questa greggia ¶ s'arresta
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1321
strada ¶ per andar par di lui; ma 'l capo
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1321
destino ¶ anzi l'ultimo qua giù ti mena
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1321
l cammino?». ¶ «Là sù di sopra, in la vita
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1321
popolo maligno ¶ che discese di Fiesole ab antico, ¶ e
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1321
l'altra avranno fame ¶ di te; ma lungi fia
110
1321
le bestie fiesolane strame ¶ di lor medesme, e non
111
1321
riviva la sementa santa ¶ di que' Roman che vi
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1321
fu fatto il nido di malizia tanta». ¶ «Se fosse
113
1321
e buona imagine paterna ¶ di voi quando nel mondo
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1321
scerna. ¶ Ciò che narrate di mio corso scrivo, ¶ e
115
1321
nota». ¶ Né per tanto di men parlando vommi ¶ con
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1321
e litterati grandi e di gran fama, ¶ d'un
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1321
vedervi, ¶ s'avessi avuto di tal tigna brama, ¶ colui
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1321
li mal protesi nervi. ¶ Di più direi; ma 'l
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1321
si rivolse, e parve di coloro ¶ che corrono a
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1321
la campagna; e parve di costoro ¶ quelli che vince
121
1321
Canto XVI, ove tratta di quello medesimo girone e
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1321
quello medesimo girone e di quello medesimo cerchio e
123
1321
quello medesimo cerchio e di quello medesimo peccato.] ¶ Già
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1321
ne sembri ¶ essere alcun di nostra terra prava». ¶ Ahimè
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1321
giunti, ¶ fenno una rota di sé tutti e trei
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1321
freghi. ¶ Questi, l'orme di cui pestar mi vedi
127
1321
e dipelato vada, ¶ fu di grado maggior che tu
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1321
mi sarei tra lor di sotto, ¶ e credo che
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1321
mia buona voglia ¶ che di loro abbracciar mi facea
130
1321
siete, tal gente venisse. ¶ Di vostra terra sono, e
131
1321
sempre mai ¶ l'ovra di voi e li onorati
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1321
luca, ¶ cortesia e valor se dimora ¶ ne la
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1321
I' fui", ¶ fa che di noi a la gente
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1321
ch'al maestro parve di partirsi. ¶ Io lo seguiva
135
1321
letto, ¶ e a Forlì di quel nome è vacante
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1321
destro lato, ¶ e alquanto di lunge da la sponda
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1321
a me: «Tosto verrà di sovra ¶ ciò ch'io
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1321
ver c'ha faccia di menzogna ¶ de' l'uom
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1321
e per le note ¶ di questa comedìa, lettor, ti
140
1321
s'elle non sien di lunga grazia vòte, ¶ ch
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1321
ancora fa proemio alquanto di quelli che sono nel
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1321
E quella sozza imagine di froda ¶ sen venne, e
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1321
giusto, ¶ tanto benigna avea di fuor la pelle, ¶ e
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1321
le coste ¶ dipinti avea di nodi e di rotelle
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1321
diss' io, «là dove di' ch'usura offende ¶ la
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1321
e de le pene di quelli che fecero forza
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1321
tiranni, e qui tratta di Minotauro e del fiume
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1321
ruina che nel fianco ¶ di qua da Trento l
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1321
chi sù fosse: ¶ cotal di quel burrato era la
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1321
rotta lacca ¶ l'infamïa di Creti era distesa ¶ che
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1321
giù per lo scarco ¶ di quelle pietre, che spesso
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1321
traccia ¶ corrien centauri, armati di saette, ¶ come solien nel
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1321
noi a Chirón costà di presso: ¶ mal fu la
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1321
bella Deianira, ¶ e fé di sé la vendetta elli
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1321
elli stesso. ¶ E quel di mezzo, ch'al petto
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1321
voi accorti ¶ che quel di retro move ciò ch
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1321
e ne l'aver di piglio. ¶ Quivi si piangon
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1321
la gola ¶ parea che di quel bulicame uscisse. ¶ Mostrocci
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1321
Poi vidi gente che di fuor del rio ¶ tenean
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1321
tutto 'l casso; ¶ e di costoro assai riconobb' io
161
1321
gema. ¶ La divina giustizia di qua punge ¶ quell' Attila
162
1321
beni.] ¶ Non era ancor di là Nesso arrivato, ¶ quando
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1321
Non fronda verde, ma di color fosco; ¶ non rami
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1321
Troiani ¶ con tristo annunzio di futuro danno. ¶ Ali hanno
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1321
che fatto fu poi di sangue bruno, ¶ ricominciò a
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1321
non hai tu spirto di pietade alcuno? ¶ Uomini fummo
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1321
se state fossimo anime di serpi». ¶ Come d'un
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1321
le chiavi ¶ del cor di Federigo, e che le
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1321
mai da l'ospizio ¶ di Cesare non torse li
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1321
sì degno. ¶ E se di voi alcun nel mondo
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1321
lui: «Domandal tu ancora ¶ di quel che credi ch
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1321
incarcerato, ancor ti piaccia ¶ di dirne come l'anima
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1321
puoi, ¶ s'alcuna mai di tai membra si spiega
174
1321
quivi germoglia come gran di spelta. ¶ Surge in vermena
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1321
li fallia la lena, ¶ di sé e d'un
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1321
cespuglio fece un groppo. ¶ Di rietro a loro era
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1321
era la selva piena ¶ di nere cagne, bramose e
178
1321
come veltri ch'uscisser di catena. ¶ In quel che
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1321
che t'è giovato di me fare schermo? ¶ che
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1321
d'Arno ¶ rimane ancor di lui alcuna vista, ¶ que
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1321
e dove ¶ si vede di giustizia orribil arte. ¶ A
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1321
che fu da' piè di Caton già soppressa. ¶ O
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1321
già soppressa. ¶ O vendetta di Dio, quanto tu dei
184
1321
un cader lento, ¶ piovean di foco dilatate falde, ¶ come
185
1321
foco dilatate falde, ¶ come di neve in alpe sanza
186
1321
domandava il mio duca di lui, ¶ gridò: «Qual io
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1321
aguta ¶ onde l'ultimo percosso fui; ¶ o s
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1321
fece a la pugna di Flegra, ¶ e me saetti
189
1321
il duca mio parlò di forza ¶ tanto, ch'i
190
1321
mi largisse 'l pasto ¶ di cui largito m'avëa
191
1321
lieta ¶ d'acqua e di fronde, che si chiamò
192
1321
La sua testa è di fin oro formata, ¶ e
193
1321
io quello strazio ¶ far di costui a le fangose
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1321
cerno, ¶ vermiglie come se di foco uscite ¶ fossero». Ed
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1321
intrata». ¶ Io vidi più di mille in su le
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1321
mio maestro fece segno ¶ di voler lor parlar segretamente
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1321
duca mio, che più di sette ¶ volte m'hai
198
1321
lasso ¶ conforta e ciba di speranza buona, ¶ ch'i
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1321
scritta morta: ¶ e già di qua da lei discende
200
1321
Quel color che viltà di fuor mi pinse ¶ veggendo
201
1321
fec' io; e quei «Di rado ¶ incontra», mi rispuose
202
1321
incontra», mi rispuose, «che di noi ¶ faccia il cammino
203
1321
ombre a' corpi sui. ¶ Di poco era di me
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1321
sui. ¶ Di poco era di me la carne nuda
205
1321
un spirto del cerchio di Giuda. ¶ Quell' è 'l
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1321
ratto ¶ tre furïe infernal di sangue tinte, ¶ che membra
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1321
Medusa: sì 'l farem di smalto», ¶ dicevan tutte riguardando
208
1321
l vedessi, ¶ nulla sarebbe di tornar mai suso». ¶ Così
209
1321
d'un suon, pien di spavento, ¶ per cui tremavano
210
1321
abbica, ¶ vid' io più di mille anime distrutte ¶ fuggir
211
1321
innanzi spesso; ¶ e sol di quell' angoscia parea lasso
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1321
quanto mi parea pien di disdegno! ¶ Venne a la
213
1321
ne le fata dar di cozzo? ¶ Cerbero vostro, se
214
1321
e morda ¶ che quella di colui che li è
215
1321
e io, ch'avea di riguardar disio ¶ la condizion
216
1321
man grande campagna, ¶ piena di duolo e di tormento
217
1321
piena di duolo e di tormento rio. ¶ Sì come
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1321
lamenti, ¶ che ben parean di miseri e d'offesi
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1321
d'indovinare in persona di messer Farinata predice molte
220
1321
predice molte cose e di quelle che avvennero a
221
1321
Tutti saran serrati ¶ quando di Iosafàt qui torneranno ¶ coi
222
1321
così parlando onesto, ¶ piacciati di restare in questo loco
223
1321
loquela ti fa manifesto ¶ di quella nobil patrïa natio
224
1321
guardò, come talento ¶ avesse di veder s'altri era
225
1321
la pena ¶ m'avean di costui già letto il
226
1321
la risposta così piena. ¶ Di sùbito drizzato gridò: «Come
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1321
sofferto ¶ fu per ciascun di tòrre via Fiorenza, ¶ colui
228
1321
ci apporta, ¶ nulla sapem di vostro stato umano. ¶ Però
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1321
la porta». ¶ Allor, come di mia colpa compunto, ¶ dissi
230
1321
Dissemi: «Qui con più di mille giaccio: ¶ qua dentro
231
1321
dinanzi al dolce raggio ¶ di quella il cui bell
232
1321
vede, ¶ da lei saprai di tua vita il vïaggio
233
1321
dir, «son tre cerchietti ¶ di grado in grado, come
234
1321
lassi. ¶ Tutti son pien di spirti maladetti; ¶ ma perché
235
1321
Dio; e però stan di sotto ¶ li frodolenti, e
236
1321
più dolor li assale. ¶ Di vïolenti il primo cerchio
237
1321
non imborsa. ¶ Questo modo di retro par ch'incida
238
1321
ch'è poi aggiunto, ¶ di che la fede spezïal
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1321
mira? ¶ Non ti rimembra di quelle parole ¶ con le
240
1321
son quelli ¶ che sù di fuor sostegnon penitenza, ¶ tu
241
1321
vide, ¶ lasciando l'atto di cotanto offizio, ¶ «guarda com
242
1321
guarda com' entri e di cui tu ti fide
243
1321
fiato li spiriti mali ¶ di qua, di là, di
244
1321
spiriti mali ¶ di qua, di là, di giù, di
245
1321
di qua, di là, di giù, di sù li
246
1321
di là, di giù, di sù li mena; ¶ nulla
247
1321
conforta mai, ¶ non che di posa, ma di minor
248
1321
che di posa, ma di minor pena. ¶ E come
249
1321
lai, ¶ faccendo in aere di sé lunga riga, ¶ così
250
1321
sì gastiga?». ¶ «La prima di color di cui novelle
251
1321
La prima di color di cui novelle ¶ tu vuo
252
1321
quelli allotta, ¶ «fu imperadrice di molte favelle. ¶ A vizio
253
1321
molte favelle. ¶ A vizio di lussuria fu sì rotta
254
1321
condotta. ¶ Ell' è Semiramìs, di cui si legge ¶ che
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1321
ruppe fede al cener di Sicheo; ¶ poi è Cleopatràs
256
1321
Parìs, Tristano»; e più di mille ¶ ombre mostrommi e
257
1321
a dito, ¶ ch'amor di nostra vita dipartille. ¶ Poscia
258
1321
che tignemmo il mondo di sanguigno, ¶ se fosse amico
259
1321
del nostro mal perverso. ¶ Di quel che udire e
260
1321
un giorno per diletto ¶ di Lancialotto come amor lo
261
1321
altro piangëa; sì che di pietade ¶ io venni men
262
1321
chiamato Ciacco; in confusione di tutt'i buffoni tratta
263
1321
e narra in forma di predicere più cose a
264
1321
divenire a la città di Fiorenza.] ¶ Al tornar de
265
1321
i due cognati, ¶ che di trestizia tutto mi confuse
266
1321
sormonti ¶ con la forza di tal che testé piaggia
267
1321
gravi pesi, ¶ come che di ciò pianga o che
268
1321
mi 'nsegni ¶ e che di più parlar mi facci
269
1321
gran disio mi stringe di savere ¶ se 'l ciel
270
1321
Più non si desta ¶ di qua dal suon de
271
1321
già mai non vada, ¶ di là più che di
272
1321
di là più che di qua essere aspetta». ¶ Noi
273
1321
tutto insacca. ¶ Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa
274
1321
voltando pesi per forza di poppa. ¶ Percotëansi 'ncontro; e
275
1321
alcuni ¶ che furo immondi di cotesti mali». ¶ Ed elli
276
1321
e che già fu, di quest' anime stanche ¶ non
277
1321
diss' io, «or mi anche: ¶ questa fortuna di
278
1321
dì anche: ¶ questa fortuna di che tu mi tocche
279
1321
tempo li ben vani ¶ di gente in gente e
280
1321
langue, ¶ seguendo lo giudicio di costei, ¶ che è occulto
281
1321
grige. ¶ E io, che di mirare stava inteso, ¶ vidi
282
1321
or vedi ¶ l'anime di color cui vinse l
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e de la palude di Stige e del pervenire
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mi volsi al mar di tutto 'l senno; ¶ dissi
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si fece un pien di fango, ¶ e disse: «Chi
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come porci in brago, ¶ di sé lasciando orribili dispregi
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Maestro, molto sarei vago ¶ di vederlo attuffare in questa
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veder, tu sarai sazio: ¶ di tal disïo convien che
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ch'intrate'. ¶ Queste parole di colore oscuro ¶ vid' ïo
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lingue, orribili favelle, ¶ parole di dolore, accenti d'ira
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e fioche, e suon di man con elle ¶ facevano
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tegnon l'anime triste di coloro ¶ che visser sanza
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Questi non hanno speranza di morte, ¶ e la lor
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ogne altra sorte. ¶ Fama di loro il mondo esser
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li sdegna: ¶ non ragioniam di lor, ma guarda e
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venìa sì lunga tratta ¶ di gente, ch'i' non
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e conobbi l'ombra di colui ¶ che fece per
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ivi. ¶ Elle rigavan lor di sangue il volto, ¶ che
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il volto, ¶ che, mischiato di lagrime, a' lor piedi
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qual costume ¶ le fa di trapassar parer sì pronte
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a li occhi avea di fiamme rote. ¶ Ma quell
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tempo e 'l seme ¶ di lor semenza e di
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di lor semenza e di lor nascimenti. ¶ Poi si
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Caron dimonio, con occhi di bragia ¶ loro accennando, tutte
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seme d'Adamo ¶ gittansi di quel lito ad una
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e avanti che sien di là discese, ¶ anche di
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di là discese, ¶ anche di qua nuova schiera s
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muoion ne l'ira di Dio ¶ tutti convegnon qui
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e però, se Caron di te si lagna, ¶ ben
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lo spavento ¶ la mente di sudore ancor mi bagna
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moriron innanzi l'avvenimento di Gesù Cristo e non
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come Iesù Cristo trasse di questo luogo molte anime
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avea pianto mai che di sospiri ¶ che l'aura
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facevan tremare; ¶ ciò avvenia di duol sanza martìri, ¶ ch
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grandi, ¶ d'infanti e di femmine e di viri
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e di femmine e di viri. ¶ Lo buon maestro
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debitamente a Dio: ¶ e di questi cotai son io
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semo perduti, e sol di tanto offesi ¶ che sanza
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ntesi, ¶ però che gente di molto valore ¶ conobbi che
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per volere esser certo ¶ di quella fede che vince
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un possente, ¶ con segno di vittoria coronato. ¶ Trasseci l
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suo figlio e quella di Noè, ¶ di Moïsè legista
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e quella di Noè, ¶ di Moïsè legista e ubidente
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tuttavia, ¶ la selva, dico, di spiriti spessi. ¶ Non era
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ancor la nostra via ¶ di qua dal sonno, quand
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un foco ¶ ch'emisperio di tenebre vincia. ¶ Di lungi
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emisperio di tenebre vincia. ¶ Di lungi n'eravamo ancora
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L'onrata nominanza ¶ che di lor suona sù ne
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sola, ¶ fannomi onore, e di ciò fanno bene». ¶ Così
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adunar la bella scola ¶ di quel segnor de l
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l mio maestro sorrise di tanto; ¶ e più d
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savi: ¶ giugnemmo in prato di fresca verdura. ¶ Genti v
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occhi tardi e gravi, ¶ di grande autorità ne' lor
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ciglia, ¶ vidi 'l maestro di color che sanno ¶ seder
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Io non posso ritrar di tutti a pieno, ¶ però
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lussuria ne la persona di più famosi gentili uomini
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I ¶ [Incomincia la Comedia di Dante Alleghieri di Fiorenza
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Comedia di Dante Alleghieri di Fiorenza, ne la quale
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Nel mezzo del cammin di nostra vita ¶ mi ritrovai
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intrai, ¶ tant' era pien di sonno a quel punto
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valle ¶ che m'avea di paura il cor compunto
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e presta molto, ¶ che di pel macolato era coverta
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l'amor divino ¶ mosse di prima quelle cose belle
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sperar m'era cagione ¶ di quella fiera a la
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Ed una lupa, che di tutte brame ¶ sembiava carca
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questa mi porse tanto di gravezza ¶ con la paura
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la paura ch'uscia di sua vista, ¶ ch'io
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nel gran diserto, ¶ «Miserere di me», gridai a lui
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Poeta fui, e cantai di quel giusto ¶ figliuol d
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d'Anchise che venne di Troia, ¶ poi che 'l
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è principio e cagion di tutta gioia?». ¶ «Or se
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quella fonte ¶ che spandi di parlar sì largo fiume
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tra feltro e feltro. ¶ Di quella umile Italia fia
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e Turno e Niso di ferute. ¶ Questi la caccerà
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tua guida, ¶ e trarrotti di qui per loco etterno
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nel foco, perché speran di venire ¶ quando che sia
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fia a ciò più di me degna: ¶ con lei
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io veggia la porta di san Pietro ¶ e color
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a la prima parte di questo libro solamente, e
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le tre donne che di lui aveano cura ne
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fidi. ¶ Tu dici che di Silvïo il parente, ¶ corruttibile
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effetto ¶ ch'uscir dovea di lui, e 'l chi
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l'alma Roma e di suo impero ¶ ne l
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cose che furon cagione ¶ di sua vittoria e del
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principio a la via di salvazione. ¶ Ma io, perché
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nel primo punto che di te mi dolve. ¶ Io
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e bella, ¶ tal che di comandare io la richiesi
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O anima cortese mantoana, ¶ di cui la fama ancor
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quel ch'i' ho di lui nel cielo udito
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dinanzi al segnor mio, ¶ di te mi loderò sovente
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comincia' io: ¶ "O donna di virtù sola per cui
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spezie eccede ogne contento ¶ di quel ciel c'ha
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perch' i' non temo di venir qua entro. ¶ Temer
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entro. ¶ Temer si dee di sole quelle cose ¶ c
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cose ¶ c'hanno potenza di fare altrui male; ¶ de
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ciel che si compiange ¶ di questo 'mpedimento ov' io
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bisogno il tuo fedele ¶ di te, e io a
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lo raccomando -. ¶ Lucia, nimica di ciascun crudele, ¶ si mosse
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Rachele. ¶ Disse: - Beatrice, loda di Dio vera, ¶ ché non
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tre donne benedette ¶ curan di te ne la corte
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tal mi fec' io di mia virtude stanca, ¶ e
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Acheronte, de la pena di coloro che vissero sanza
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che vissero sanza opere di fama degne, e come
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vizio ne la persona di papa Cilestino.] ¶ 'Per me
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impruna ¶ con una forcatella di sue spine ¶ l'uom
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piume ¶ del gran disio, di retro a quel condotto
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man volea il suol di sotto. ¶ Poi che noi
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Poluce ¶ fossero in compagnia di quello specchio ¶ che sù
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per la ragion che di', quinci si parte ¶ verso
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che sempre al cominciar di sotto è grave; ¶ e
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d'esto sentiero; ¶ quivi di riposar l'affanno aspetta
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parola detta, ¶ una voce di presso sonò: «Forse ¶ che
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presso sonò: «Forse ¶ che di sedere in pria avrai
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avrai distretta!». ¶ Al suon di lei ciascun di noi
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suon di lei ciascun di noi si torse, ¶ e
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si pone. ¶ E un di lor, che mi sembiava
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a me non dole ¶ di te omai; ma dimmi
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a' martìri ¶ l'angel di Dio che siede in
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il ciel m'aggiri ¶ di fuor da essa, quanto
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aita ¶ che surga sù di cuor che in grazia
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la terza qualitade, cioè di coloro che per cagione
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coloro che per cagione di vendicarsi d'alcuna ingiuria
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mettono in non calere di riconoscere sé esser peccatori
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in persona messer Iacopo di Fano e Bonconte di
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di Fano e Bonconte di Montefeltro.] ¶ Io era già
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del mio duca, ¶ quando di retro a me, drizzando
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da sinistra a quel di sotto, ¶ e come vivo
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occhi rivolsi al suon di questo motto, ¶ e vidile
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la cima per soffiar di venti; ¶ ché sempre l
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che fa l'uom di perdon talvolta degno. ¶ E
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ntanto per la costa di traverso ¶ venivan genti innanzi
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e roco; ¶ e due di loro, in forma di
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di loro, in forma di messaggi, ¶ corsero incontr' a
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a noi e dimandarne: ¶ «Di vostra condizion fatene saggi
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mandaro ¶ che 'l corpo di costui è vera carne
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vid' io sì tosto ¶ di prima notte mai fender
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queta. ¶ Guarda s'alcun di noi unqua vedesti, ¶ sì
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unqua vedesti, ¶ sì che di lui di là novella
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sì che di lui di là novella porti: ¶ deh
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pentendo e perdonando, fora ¶ di vita uscimmo a Dio
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pacificati, ¶ che del disio di sé veder n'accora
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che, dietro a' piedi di sì fatta guida, ¶ di
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di sì fatta guida, ¶ di mondo in mondo cercar
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tra Romagna e quel di Carlo, ¶ che tu mi
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che tu mi sie di tuoi prieghi cortese ¶ in
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ad Orïaco, ¶ ancor sarei di là dove si spira
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il mio! ¶ Io fui di Montefeltro, io son Bonconte
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o altri non ha di me cura; ¶ per ch
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ti travïò sì fuor di Campaldino, ¶ che non si
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la parola; ¶ nel nome di Maria fini', e quivi
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tra ' vivi: ¶ l'angel di Dio mi prese, e
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Tu te ne porti di costui l'etterno ¶ per
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fuggia innanzi, sì che di lontano ¶ conobbi il tremolar
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io, che fui accorto di sua arte, ¶ porsi ver
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sue acque ¶ omo, che di tornar sia poscia esperto
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prima qualitade cioè dilettazione di vanitade, nel quale peccato
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piano, e in persona di costoro nomina il Casella
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nomina il Casella, uomo di corte.] ¶ Già era 'l
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1321
a lui cerchia, ¶ uscia di Gange fuor con le
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Bilance, ¶ che le caggion di man quando soverchia; ¶ sì
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sapeva che bianco, e di sotto ¶ a poco a
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cali. ¶ Ecco l'angel di Dio: piega le mani
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le mani; ¶ omai vedrai di sì fatti officiali. ¶ Vedi
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pur descripto; ¶ e più di cento spirti entro sediero
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una voce ¶ con quanto di quel salmo è poscia
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fece il segno lor di santa croce; ¶ ond' ei
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con le saette conte ¶ di mezzo 'l ciel cacciato
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sapete, ¶ mostratene la via di gire al monte». ¶ E
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anime, che si fuor di me accorte, ¶ per lo
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per udir novelle, ¶ e di calcar nessun si mostra
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belle. ¶ Io vidi una di lor trarresi avante ¶ per
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con esse al petto. ¶ Di maraviglia, credo, mi dipinsi
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negato esto passaggio; ¶ ché di giusto voler lo suo
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vòlto ¶ dove l'acqua di Tevero s'insala, ¶ benignamente
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quetar tutte mie doglie, ¶ di ciò ti piaccia consolare
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la seconda qualitade, cioè di coloro che per cagione
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violenza che ricevettero, tardaro di qui a loro fine
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che muoiono in contumacia di Santa Chiesa scomunicati, li
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quel piano. In essempro di cotali peccatori nomina tra
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dico d'Aristotile e di Plato ¶ e di molt
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e di Plato ¶ e di molt' altri»; e qui
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è una scala, ¶ verso di quella, agevole e aperta
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li occhi tuoi: ¶ ecco di qua chi ne darà
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Ancora era quel popol di lontano, ¶ i' dico dopo
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a venir la testa ¶ di quella mandra fortunata allotta
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da ciel vegna ¶ cerchi di soverchiar questa parete». ¶ Così
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faccendo insegna. ¶ E un di loro incominciò: «Chiunque ¶ tu
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viso: ¶ pon mente se di là mi vedesti unque
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era e bello e di gentile aspetto, ¶ ma l
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Io son Manfredi, ¶ nepote di Costanza imperadrice; ¶ ond' io
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genitrice ¶ de l'onor di Cicilia e d'Aragona
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ebbi rotta la persona ¶ di due punte mortali, io
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lei. ¶ Se 'l pastor di Cosenza, che a la
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che a la caccia ¶ di me fu messo per
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e move il vento ¶ di fuor dal regno, quasi
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quale in contumacia more ¶ di Santa Chiesa, ancor ch
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ché qui per quei di là molto s'avanza
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purga chi per negligenza di qui a la morte
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nomina il Belacqua, uomo di corte.] ¶ Quando per dilettanze
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e quella è sciolta. ¶ Di ciò ebb' io esperïenza
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nel qual canto tratta di Belzebù principe de' dimoni
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dimoni e de' traditori di loro signori, e narra
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regis prodeunt inferni ¶ verso di noi; però dinanzi mira
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emisperio nostro annotta, ¶ par di lungi un molin che
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al mio maestro piacque di mostrarmi ¶ la creatura ch
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loco ¶ ove convien che di fortezza t'armi». ¶ Com
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1321
questa ¶ sovresso 'l mezzo di ciascuna spalla, ¶ e sé
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1321
era tal, quali ¶ vegnon di là onde 'l Nilo
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a tanto uccello: ¶ vele di mar non vid' io
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Non avean penne, ma di vispistrello ¶ era lor modo
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un peccatore, a guisa di maciulla, ¶ sì che tre
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c'hanno il capo di sotto, ¶ quel che pende
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avvinghiai; ¶ ed el prese di tempo e loco poste
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a le vellute coste; ¶ di vello in vello giù
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riede». ¶ Non era camminata di palagio ¶ là 'v' eravam
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avea mal suolo e di lume disagio. ¶ «Prima ch
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imagini ancora ¶ d'esser di là dal centro, ov
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che 'l mondo fóra. ¶ Di là fosti cotanto quant
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è da man, quando di là è sera; ¶ e
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la terra, che pria di qua si sporse, ¶ per