Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

Carlo, sebbene molto minori di età – con noi fu

noi fu sempre generosa di sorbetti, di limonate, (dette

sempre generosa di sorbetti, di limonate, (dette oggi spremute

limonate, (dette oggi spremute di limone), di petits-fours

oggi spremute di limone), di petits-fours, di cocomero

limone), di petits-fours, di cocomero in ghiaccio, tutte

antica e divertentissima spiritosaggine di mia gente: (la trovata

lei!», lasciandomi il tempo di prenderne quante volevo, incoraggiandomi

la noisette?». Un tremito di gratitudine era in me

Perchè avevo gli occhî di fuori, alla sera: sui

le viventi, cicalanti immagini di alcuni «terrazzini» più prossimi

Vecchie marmitte bleu, rugginose, di ferro smaltato, fiorivano ivi

ferro smaltato, fiorivano ivi di basilico la bontà perenne

ch’era uno spirare di Maestro. Galliche lame delle

occidente: cirri d’oro: di fuoco. Lontani monti parevano

e un altro paio di ragazze: dette allora, da

Mi porgeva un bicchierone di limonata in ghiaccio, rimestandolo

infinito, adeguato alla profondità di quel pozzo: togliendone all

fosse per un malato di stomaco: o certe granite

certe granite! e poi di nuovo le caramelle, i

sguernita dopo il saccheggio, di quegli altri masnadieri. ¶ «Caramelle

sue labbra rosse bagnate di sugo di cocomero, con

rosse bagnate di sugo di cocomero, con un’ombra

seggiole col residuo emisfero di quel pallone verde cupo

nocche, un rimbombo sciocco, di zucca: pareva fosse interessato

non si sapeva mai di chi o di che

mai di chi o di che cosa, sbavava come

come un bimbo, riempiva di baccano la sala; metteva

asta le fette tricolori di cui nessuno più aveva

vera e propria «spremuta di limone»! Altro che sorbetti

apparenza) e ai suoni di fuori, dietro al saettare

tutto perduto. Nessuna «famiglia di signori» mi avrebbe incaricato

signori» mi avrebbe incaricato di amministrar case: i droghieri

mi sgomentavano.... un senso di umiliazione incredibile.... Avrei voluto

Ripensandoci ora, a distanza di anni, io credo che

ch’ella riconoscesse degno di portare questo nome. ¶ Ma

solo dimostrarci, a furia di sandwichs e d’acqua

Così, non sempre, ma di quando in quando, accadeva

lì, lo avrebbero detto di nove. «Quattro chili e

parole. E come settimino di cinque mesi, date retta

aveva proprio l’aria di voler ciurlare nel manico

dovuto badare alla perfidia?... di certe vipere?... di certe

perfidia?... di certe vipere?... di certe streghe pettegole?... Lei

Lei aveva il diritto di voler bene a chi

fondo, senza esitazioni prive di costrutto: con dei gran

limitazione, giusto, questa qui di via Brisa: oltre che

riguardo per i lenzuoli di lino, che lavava in

lavandaie e alle stiratrici di mestiere. ¶ Era davvero un

avergli grattato qualche manciata di caramelle dai vasi di

di caramelle dai vasi di bottega: con quella sua

attento silenzio: da prestidigitatore di mestiere: distrattolo dal banco

piuttosto brutto....», raccontò: «proprio di traverso, anzi, stava lumando

col suo bravo mazzo di rose bianche: da stare

neri, stupendi! degli occhi di fuoco. Agile, forte: solo

d’un signore, accettò di giocare a tombola «cont

nell’altra le mani, di conserva: ed egli, con

i baffi, le punte di quei suoi baffi! nerissimi

d’ogni cosa, e di tutto, fino all’ultimo

per diece», soleva conclamare di sè, con un vocione

senza un certo rimorso, di fatti o di ragioni

rimorso, di fatti o di ragioni un po’ ardite

pian: dopo quel moncone di torre ch’era a

guardia della pusterla rossa, di rosso mattone. Lumava con

Con dei gran mazzi di rose bianche tra mano

sapeva d’Aleardi e di Boito: e sosteneva d

oecc.... savarìa no come dì.... come la Frine.... hée

ecco fatto!». ¶ Il tentativo di tramutarsi in Frine-Madonna

occasionava – unitamente allo sforzo di rigirarsi a cavaturaccioli per

dolcezza e quel languore di 22 secondi – occasionava la strana

e come rigonfia espressione di grossa tenca galleggiante, asfittica

fu la peculiarità inconfondibile di alcuni ritratti dell’Adalgisa

e da quella sorta di fotografo-garibaldino. ¶ *** ¶ Il povero

a perdere un po’ di volume, se vogliamo», «ma

asciugati da un fazzolettino di marchesa, allora lui, il

amore. ¶ Ella era donna di popolo: sana e buona

s’è avuto occasione di appuntare: e in «vestaglia

colore un po’ stinto di quell’addobbo, d’alcuno

del Càrcano! Quarantadue centimetri di merletti, di pizzi. Dei

Quarantadue centimetri di merletti, di pizzi. Dei bandoni di

di pizzi. Dei bandoni di pizzi incartonati, che la

riconoscerlo: nè i mazzi di rose, nè le corbeilles

inviti, proposte (voglio dire) di cenini e d’inviti

e d’inviti e di brindisi, nulla di tutto

e di brindisi, nulla di tutto ciò la sedusse

infilava i guanti, trafiggeva di due o tre spilloni

A un certo punto, di fiori e di cene

punto, di fiori e di cene non ne volle

ridendo, imbrogliando i suoni) di donna di popolo, di

i suoni) di donna di popolo, di cantante, e

di donna di popolo, di cantante, e di stiratrice

popolo, di cantante, e di stiratrice in proprio, fu

coerenza d’atti e di contegno ammirevole, con una

regola, con un ottavino di palco alla Scala,33 a

con un «breloque» «tempestato di diamanti» sull’avvallamento centrale

l’aiutavano, con larghezza di vedute: si rivoltava le

a Inverigo, al Crott di Castègn.34 ¶ Con noi della

l’epopea. L’epopea di allora, si capisce. ¶ Nessuno

allora, si capisce. ¶ Nessuno di noi patì nè sudò

che eravamo felici: felici di lei, del suo trionfo

montarci la testa. Più di me, che poco intendevo

intendevo e meno intendo di canto, eran loro che

scodinzolante infine nello sgranarsi di un delizioso picchiettato: tutto

come strascico e fuga di creatura singhiozzevole e ricolma

vaporava come un calderone di sedani, dove a bollire

impiegati civili», delle pasticche di altea,25 delle ascelle in

elastico, con qualche corbello di stecche di balena, qua

qualche corbello di stecche di balena, qua e là

qua e là, portatore di melanzane fradice sotto garze

palcoscenico: con le finestre di dietro inchiodate, perchè giù

vocale dell’Adalgisa, come di altre cantanti, del resto

ogni cosa, ogni ingrediente di quel fasto e di

di quel fasto e di quel frastuono impennacchiati di

di quel frastuono impennacchiati di struzzo, di quei precipitati

frastuono impennacchiati di struzzo, di quei precipitati starnutamenti dell

parevano daddovero i nuclei di un ardore vitale, di

di un ardore vitale, di un «entusiasmo per l

quel popolo in fase di vapore, di cui lei

in fase di vapore, di cui lei, lei!... dopo

encomiastico.... ¶ Le finestre barrate di tavole, chiodate. Eppure, nelle

chiodate. Eppure, nelle sere di Rigoletto, il mibemolle sopracuto

Violetta, però, mi piaceva di più che come Gilda

libera degg’io – folleggiar di gioia in gioia» le

in gioia» le permetteva di esagitare sul piancito la

corsetto, ricolmo: se pur di angosce senza nome: con

passo dall’onda lenta di un ventaglione di struzzo

lenta di un ventaglione di struzzo; quel garbo dei

seno, un davanti.... già.... di povera creatura consumata dalla

pur sempre qualche cosa di potabile.... ve lo garantisco

io.... ¶ Il tragico estinguersi di quella vita era a

allora un bieco muggire di proteste a catena, di

di proteste a catena, di minacce. Che poi ci

nel suo gran letto di cartapesta, con doppieri, sui

quattro volte, un paio di volte per settimana: ma

Dopo le solite indigestioni di mineralogia o dopo esserci

interi pomeriggi nell’«aula di macchine»: (che i maggiorenti

paterna sollecitudine degli erarî di allora, avevano voluta senza

al Fossati, ad estasiarci di lei, della sua voce

snob, oggi pressochè generalizzato, di lavarsi di quando in

pressochè generalizzato, di lavarsi di quando in quando anche

in quegli anni! E di lei finivamo per sognare

proiettiva, su quei gomitoli di fili infiniti ci si

raccontò il sogno. Sognò di essere penetrato furtivamente, contravvenendo

divieti, in una specie di clinica piena di donne

specie di clinica piena di donne tubercolotiche. Oh, ne

aveva seguitato l’indizio di quell’odorino: giunto sull

ogni previsione. ¶ La stella di Èspero dava luce di

di Èspero dava luce di acetilene lontana al cantiere

carenaggio d’un puttanone di quelli, «che navicar non

Eterno, in premio della di lei buona volontà e

in del venter, in di büsèkk del ratt....». Si

fecondo, nella infinita fecondità di natura. ¶ *** ¶ Il guaio fu

tragico fu una specie di cataclisma. La tromba marina

piedi un quattro quintali di sassi: per non dire

e alcune lunghe stanghe di calcio,19 pezzi di stalagmiti

stanghe di calcio,19 pezzi di stalagmiti: come candele smoccolate

ancamò che il capomastro di casa Ingegnoli era buono

due passi, pènna foeura di via Pisacane. I «minerali

con una tal mancanza di riguardo, da disincagliare issofatto

lì per lì, piangendo di stizza, l’Adalgisa avrebbe

avuto una gran voglia di far colpa alla sbadataggine

Ma una insolente guardata di colei bastò a dissuaderla

fare incuorante, moralizzante, pieno di bonarietà e di perfidia

pieno di bonarietà e di perfidia: «che la vaga

ghe n’è pesg, di desgrazzi, a sto mond

e tutti i frùstoli di quello sgombero l’avessero

quello sgombero l’avessero di troppo infettato. Aggiunse in

fine con un’alzata di spalle, quasi parlando fra

nell’obbrobrio del ricordo: di quel dispregio plebeo così

per il solo gusto di far la spia.... anche

non vale la pena di tutti i nostri sacrifici

tutti i nostri sacrifici!... di tutti i sforsi22 che

sarai una vecchia.... piena di rughe.... come quella che

in della soa carozza.... di temp de Carlo Códega

equino che ho tentato di descrivere). ¶ «Più brutta ancora

dentro lo stomaco, in di polmón, ma sigüra!, in

polmón, ma sigüra!, in di rognón.... come la Mornati

io.... come la nonna di tuo marito.... ¶ «Andate a

Volete un altro paio di schiaffi?», gridò esasperata ai

mondo, ossequenti al decreto: di quella imbizzita divinità. ¶ Elsa

imbizzita divinità. ¶ Elsa credette di doverla confortare, superò il

suo primo amore: (locuzione di cui si estasiava: e

idea della signora Cova, di farle prendere, cioè, delle

prendere, cioè, delle lezioni di canto. Ci vollero dei

certi sussurroni mi accusino di incompetenza.... La conoscevo di

di incompetenza.... La conoscevo di vista, la incontravo per

via.... Non alta, ma di buone proporzioni.... Ardita, provocatrice

provocatrice: d’occhi, e di.... Un po’ troppo soda

trascorresse come un lampo di gioconda e spregiudicata malizia

spregiudicata malizia: o addirittura di furberia. E si posavano

si posavano talora sopra di noi, stupendi, quetandosi, e

Violetta e una Gilda di quint’ordine: eppur cara

freneticamente tutta una stagione di prima estate, al Fossati

Arco nella loro corazza di acciaio chiuso, brunito; poi

invece (con un punto di un suo speciale mastice

a un piccolo cataletto di midolla di sambuco: e

piccolo cataletto di midolla di sambuco: e infilava poi

della lingua sul labbro di sopra. ¶ La grande ansia

metterci dentro un po’ di bambagia, nel vasetto, imbevuta

fioeu, mi me fa di tò bordòkk! ... Dio Madonna

Poer fiolàsc!». ¶ La soffiata di naso fu inevitabile. ¶ «E

ci metteva un vetro di orologio a rovescio, sul

fondo, con una specie di olio giallo per preservarli

in mente! che sentiva di mandorle. Oppure l’essenza

mandorle. Oppure l’essenza di urbano.... cioè.... de.... mirbano

venire un tal mal di testa!... Insomma abbiamo proprio

occhi. ¶ «Quelle poche settimane di campagna, o al mare

con la lanterna, pieno di pinze.... lo prendevano per

lo prendevano per matto.... Di giorno col retìno.... con

almeno, poverino, può dire di essersi divertito, quei pochi

divertito, quei pochi anni, di aver goduto la vita

si soffiò il naso; «di aver fatto qualche cosa

cervello formicolava e brusiva di ricordi, come un campo

un campo, a giugno, di insetti e di voli

giugno, di insetti e di voli, di zampe e

insetti e di voli, di zampe e di èlitre

voli, di zampe e di èlitre. ¶ Ricordò la famosa

confronto alla scienza del dì d’inkoèu, lo veneravano

ironici della sarcastica parrucca di donna Eleonora: «quel Carlo

dentata, quasi uno spazzaneve di locomotiva. Dopo un po

che non succedeva nulla di nuovo, quella brutta bestia

valicando con la tenacia di Sisifo le piccole dune

sublimava sopra la repulsione di quella pazienza color pece

valle fino alla dimora di sua donna: che attendeva

provvidenziale. ¶ Accorsero dei ragazzi di bronzo, ignudi. Carlo, tutto

conquistar la sua parte di fortuna; che però la

poi la voce baritonale di Carlo ai soli adulti

tràggono o ridùcono, proparossìtone di passaggio a Milano, esaltavano

sua fierezza eloquente, piena di lampi neri degli occhioni

neri degli occhioni e di una calda comunicativa. Si

come fosse un figlio di papà.... ¶ «L’Ateucus Sacer

doveva fare il maestro di caccia di Napoleone III

il maestro di caccia di Napoleone III: «.... spiana la

pallottola. ¶ «È il sogno di poter allevare i nostri

nella sicurezza del domani,... di vederli crescere forti, generosi

generosi, con l’orgoglio di sapersi nostri figli!... E

lo otteniamo a prezzo di qualunque sacrificio.... valendoci della

fatica, dei risparmi sacrosanti di tutta una vita!». ¶ «Propi

invece del Necrophorus, anzi di tutta una confraternita di

di tutta una confraternita di Necrofori, al margine d

femmina, funzionava da Cassa di Risparmio. Carlo, con ali

alla scopa, delle briciole di solfo cristallizzato, delle lamette

o scagliette, ahi ahi, di mica; talora dei minuzzoli

mica; talora dei minuzzoli di ortoclasio. ¶ Le donne, è

donne, è ovvio, congiuravano di celare lo scelus al

addirittura verso il prosciutto. Di San Daniele? Certo: vero

a Intronno, nè bagno di mare, a Varazze, che

non ne uscisse greve di testimonianze geologiche o talassologiche

testimonianze geologiche o talassologiche, di conchiglie, ricci, cavallucci duri

breve come un’ala di pollo arrosto troppo arrostito

scioglilingua. La sua memoria di vedova e la sua

e la sua bravura di donna milanese in un

degli sciagurati: una pioggia di beccacce sotto i colpi

comprovare la sua qualità di «signora» e la sua

la sua fedeltà postuma di Adalgisa: e che in

dissepolti da sotto mucchî di fogliame e di rami

mucchî di fogliame e di rami fradici, inseguiti poi

per cui diverse signore di mia conoscenza, tra le

non volle più saper di rincòti, «roba de pomada

diobono, dopochè alla fiera di Sant’Ambrogio, una domenica

e con il libro di Eger Lessona: «Il raccoglitore

dir vero, non vedeva di troppo buon occhio questa

curculione diventava un atto di amore. ¶ Raccozzando alla brava

d’una qualche lacrima, di reiterate e impeccabili soffiate

reiterate e impeccabili soffiate di naso. Sospirava, dopo ogni

risognava davanti la testimonianza di Elsa, in una luce

in una luce attenuata, di memoria. Pel tramite d

caduto in un lago di palta!...».11 ¶ Era caduto infatti

infatti in una specie di pantano, fra la roggia

quest’ultima: in territorio di San Colombano al Lambro

trovare certi parenti pieni di polli. Il dolce piano

nel sole fulgidissimo, brusiva di amori e di voli

brusiva di amori e di voli. ¶ S’era cavata

retìno, per una preda di larve: e anche ditischi

come ci fosse probabilità di raggiungerli! In maniche di

di raggiungerli! In maniche di camicia com’era, teso

al collo. ¶ Una nuvola di fango lo aveva sùbito

offre, credo, un minimum di resistenza, che segna un

e dell’èlitre, sforzandosi di tendere, tendendo all’elisse

risolto tutta una serie di problemi infinitesimali. Gli imponderabili

evi, affiorando nella risorgiva di una persona. L’oscuro

raggiunto essere, alfine, come di chi emunto alfine risorga

deponenti, avevan l’aria di significare: «ci siamo e

Quale vigore o disperazione? Di che gente o costume

che gente o costume, di che travaglio o tempo

dodici o quindici scatole di legno, pavimentate ognuna del

ognuna del suo soprafondo di sughero e questo, poi

le fuggitive Cicindèle odorate di rosa e di muschio

odorate di rosa e di muschio, lucide come Giovanna

l’Adalgisa; pareva fuor di sè. «Finiscila, Gianfranco, o

interdetto, zittì e smise di tirar calci al fratello

l’occhio, esasperata anche di lui, come di una

anche di lui, come di una cosa irregolare, contraria

Dopo quel po’ po’ di sermoncino. Oh! Ella avrebbe

donna Eleonora Vigoni, (adoratrice di Longfellow), con molta dolcezza

sommo grado l’arte di lodare il Signore per

gratias, che veniva voglia di prenderla a schiaffi. Certi

Certi ingegneri e fabbricanti di scaldabagni – il suo salotto

parole d’obbligo piene di indulgenza e d’una

ecc. La cattiva pronuncia di simili «farabutti» era stata

causa efficiente3 a mutar di macelleria nove volte in

ebbero loro pure occasione di commentarmi tutta la storia

utilizzava il suo diploma di ragioniere «amministrando» alcune case

in un’atmosfera mista di zafferano e portorico4 tra

e portorico4 tra scatole di biscotti Wafer, non lo

ma una mora vera, di Tobrùk: nonchè un paio

Tobrùk: nonchè un paio di morettone un po’ più

siepi che circoscrivono campi di patate o di granturco

campi di patate o di granturco: delle di cui

o di granturco: delle di cui foglie silicose, cra

civile» reduce da misurazioni di terre. Per quanto avesse

quanto avesse avuto cura di rimboccarsi i pantaloni, la

para d’or», rompendosi di quando in quando una

l’Adalgisa! L’esaudimento di questo amore aveva però

procedura, delle visite piene di sorrisetti, dei brindisi in

e addormentata. Si occupava di tante di quelle cose

Si occupava di tante di quelle cose! Faceva delle

scarpe e dei biscotti di Novara, doviziosi strati di

di Novara, doviziosi strati di pezzetti di buste «con

doviziosi strati di pezzetti di buste «con tutti i

Martinica, sì anche quelli di jeri l’altro, e

con la venerata effigie di Sua Maestà, ne arrivò

duemila. Tutte le migliaia di pezzi di busta avevano

le migliaia di pezzi di busta avevano sedimentato in

sedimentato in ventitrè scatole di ex-biscotti le quali

un dilettante mineralogista: parlava di cassiterite e di orneblenda

parlava di cassiterite e di orneblenda, di schisti e

cassiterite e di orneblenda, di schisti e di faglie

orneblenda, di schisti e di faglie: di stato crioscopico

schisti e di faglie: di stato crioscopico, di allotropia

faglie: di stato crioscopico, di allotropia, di rocce peridotico

stato crioscopico, di allotropia, di rocce peridotico-serpentinose.... ¶ Più

più d’un armadio di casa, e una credenza

casa abbondavano i fermacarte (di calcite o di solfo

fermacarte (di calcite o di solfo) e, in conseguenza

crescendo, ebbero il permesso di giocare con alcuni minerali

ma fu loro proibito di «consumarli». Ciò non ostante

con giunture di cristallo», di «cieli di lapisazzurro», di

di cristallo», di «cieli di lapisazzurro», di «tramonti di

di «cieli di lapisazzurro», di «tramonti di croco ossificato

di lapisazzurro», di «tramonti di croco ossificato». Leggi: e

vedrai. ¶ 5 «Moto Guzzi» = motociclette di fabbricazione Guzzi. Officine Guzzi

orientale, dopo un po’ di golfi e di seni

po’ di golfi e di seni da Lecco. Sparso

scoperto, ma in procinto di coprirselo, la lussuriante e

piumacchio nivale; un moretto, di cui s’intravede metà

ed eroe-Re deglutitore di bistecche. Lo strascico d

ti fa l’effetto di una coda metallica o

o d’una sorta di animalesca appendice: di quella

sorta di animalesca appendice: di quella così esibita e

magnificata persona. ¶ Nel dipinto di Gros (Antonio Giovanni, barone

Gros (Antonio Giovanni, barone di: 1771-1835), la faccia del Re

piumacchio centrale del colbacco, di fili candidi e pari

sgorga da una specie di vagina di altre inimmaginabili

una specie di vagina di altre inimmaginabili penne, a

da non dire, tra di struzzo e di papera

tra di struzzo e di papera, e di oca

e di papera, e di oca del Madagascàr. Il

carrucola, un paranco doppio di nave, che governa due

due sottofiocchi. Una pelle di tigre s’è arrovesciata

due orecchî in istato di perpetua erezione, e per

e piuttosto tetro) «appartamento di un amatore d’arte

si fa un dovere di addomenicarvisi per nulla moneta

musei: contubernali all’odor di cera del Poldi. ¶ 8 «In

sgabello rotondo e, al di sopra, paffuto: per imbottito

tre piedi) del sonatore di pianoforte. Capita spesso ai

sinonimale a «sfasamento, ritardo di fase». Dal greco ?????o

tramonto, raggi, e luminescenze di seta. ¶ 15 «Meccanìcca», s. f

a Inverigo, al Crott di Castègn. ¶ 17 «Se Dio vuole

che cantavo nei teatri di strapazzo, per i militari

muto e sprezzante, gioiva di orgoglio. ¶ «.... Se non fosse

esagerazione.... mi adorava», ricordò di aver sorriso del verbo

verbo adorare nel caso di Elsa, «.... povero figliolo!... se

cintura, «per farla crepare di rabbia.... quella stregaccia!... E

avessi voluto!... Vedova.... padrona di fare quel che volevo

Metropolitan.... con una cinquantina di file di perle intorno

una cinquantina di file di perle intorno al collo

una posizione, un po’ di sostanza....». ¶ Elsa considerò che

il ricordo degli anni di gioventù e d’orgoglio

una disgrazia, una debolezza «di quel benedetto Carlo». E

a cui fosse riuscito di fare il colpo. ¶ Il

non dargli la soddisfazione di credere al loro stemma

stemma.... alla loro superbia.... di prendere come oro colato

che sei più bella di me.... che sei giovane

Elsa, non meritano....». ¶ «Ma di che parli? Che dici

Bellegarde, Enrico Giuseppe conte di: d’antica nobiltà savojarda

probabilmente Dresda 1756, Vienna 1845: disparità di lumi degli storiografi ne

riscòtere. Oh, un paio di stangatelle a caval di

di stangatelle a caval di Mincio, non ho mai

al secùro, i «preliminari di pace» di Leoben: 18 aprile

i «preliminari di pace» di Leoben: 18 aprile 1797, lunedì di

di Leoben: 18 aprile 1797, lunedì di Pasqua, il giorno medesimo

erano perfezionati nel trattato di Campoformio, (17 ottobre 1797), oggi Campoformido

però: ori, argenti, cavalli di bronzo lisippei, codici della

Brune, l’armistizio detto di Treviso (16 gennaio 1801), ripercussione della

gennaio 1801), ripercussione della vittoria di Moreau a Hohenlingen, la

l’Italia, al trattato di Lunéville (9 febbraio 1801). ¶ Commendatore di

di Lunéville (9 febbraio 1801). ¶ Commendatore di Maria Teresa dopo la

Teresa dopo la fazione di Caldiero (30 ottobre 1805), feldmaresciallo (1809), presidente

maggio 1814. Dopo la pace di Parigi (30 maggio) allestì e

Proclama. ¶ Noi Enrico conte di Bellegarde, Ciambellano e Consigliere

Ciambellano e Consigliere intimo di Stato di Sua Maestà

Consigliere intimo di Stato di Sua Maestà Imperiale e

Commendatore dell’Ordine Militare di Maria Teresa, Gran Croce

Gran Croce dell’Ordine di Leopoldo, ecc. ecc., Feldmaresciallo

Presidente del Consiglio Aulico di Guerra e Comandante in

ha spalancate le fauci: di che lingueggia, come lista

che lingueggia, come lista di fiamma, la sua lingua

tuttociò nel «San Giorgio» di Cosimo ovvero Cosmè Tura

ed è tela rappezzata di duo metà che decoravano

dell’organo del Duomo di Ferrara, mentre l’Annunciazione

vi leggi, a pagine 46-47, di penna di Bernardo Berenson

a pagine 46-47, di penna di Bernardo Berenson (in traduzione

il blasone. Gli esempi di grottesco, per nulla affatto

Ha tutto un serraglio di animali simbolici, e se

un armaiuolo, il frontale di un cavallo araldico, da

origine «da quella brigata di disperati vagabondi, di sarti

brigata di disperati vagabondi, di sarti di barbieri di

disperati vagabondi, di sarti di barbieri di calzolai e

di sarti di barbieri di calzolai e di contadini

barbieri di calzolai e di contadini, che passò per

Anche il Tura è ‘di Squarcione’, come firmavano lo

altare criso-cupro-elefantino di Donatello». ¶ «Che cosa sortisse

sortisse da questo incontro di spiriti antichi e di

di spiriti antichi e di problemi moderni nel temperamento

nel temperamento feudale, ghibellino, di Cosmè Tura, cortigiano di

di Cosmè Tura, cortigiano di Borso d’Este, è

assiro e nel salomònico», di «turbini impietrati», di «una

salomònico», di «turbini impietrati», di «una natura stalagmitica», di

di «una natura stalagmitica», di «un’umanità di smalto

stalagmitica», di «un’umanità di smalto e di avorio

umanità di smalto e di avorio con giunture di

di avorio con giunture di cristallo», di «cieli di

di deduzioni inconsce, la di cui àrsi folle verso

immaginato sarebbe vano tentar di ancorare alla nostra povera

per sempre: poichè tutto, di lei, pareva significare senza

lucida e dilatata, come di un ampio turchese, come

ch’era impossibile, contemplandola, di tirare a registro: chi

a tutta quella tribù di zie,... di cugini,... e

quella tribù di zie,... di cugini,... e cognati, e

aveva tirato.... (Il nome di lui, però, le zuzzurullava

labbri in una specie di solletico o di prurito

specie di solletico o di prurito, come, durante un

attesa, il pollice fremente di Figaro sulla corda ancor

Senonchè l’Adalgisa era di quelle meravigliose donne lombarde

che il proprio vigor di cervello manifestano in pragma

figli, e delle donne di servizio quando «sciupano l

ne guardi l’olio. ¶ Di tutto si trionfa, quando

cieco consequenziare della categoria di causa vale ed agisce

ed agisce, però al di fuori del suo sogno

perfette. Si irritò poi di quanto andava ragionando, vedendo

il rossore, il dispetto di Elsa: la odiò. Cercò

cose....». E la maggiore di età finì per assumere

te.... fo minga per dì,... ma si voltavano tutti

ogni volta.... E signorina di qui.... e vorrei darle

darle un bel bacione di là.... e bella biondona

Fossati, e del portoncino di Via degli Angeli. Aveva

nome, in sineddoche: e di altro finale, per quanto

comunque, al nostro orecchio di «porcelli»: alla quale si

per tale, e rigurgitante di schiaffi, in cui gli

scemando, o addirittura estinguendosi di giorno in giorno; con

vantaggio del nostro decoro di bipedi e non più

addosso che un fico.... di quei maturi, quei bei

maturi, quei bei brogiotti di metà settembre.... Ho però

però avuto la fortuna di incontrarmi in un uomo

poi,... che è passata di qui domà adesso,... in

quello che ha detto di me!... Vorrei che Dio

che cosa è buono di fare:... se esiste,... quella

son diacci. ¶ Il viso di lei, dianzi così paffuto

Catenaria» è la figura di equilibrio della catena sospesa

centrale della parabola. E di fatto, se te tu

la y in serie di Stirling-Mac Laurin, e

trascurabilissimi ne’ computi applicativi) di grado della x superiore

Adam, ingegnere, è tipo di pavimento stradale in breccia

ghiaia compressa: a opera di apposito compressore a rulli

la si suole impegolare di bitumi: (catramatura): in superficie

fu ispettore delle strade: (di Bristol, 1815: poi del Regno

Rifiutò (cortesemente) il titolo di barone. ¶ Adottato, il bitume

il bitume, ne’ viali di Milano, con un certo

con un certo anticipo di fase in confronto di

di fase in confronto di altri municipî: (1902-1904 circa). ¶ 3 Bellegarde

grande: ch’era cornucopia di «màchine», moto, e carrozzelle

certa distanza, tuttavia parve di aver a notare nel

con gli occhî al di là d’ogni fronda

un bell’originale....»: e di nuovo i suoi occhî

momento giusto. Nel sorriso di lei, acceso e spento

fu quasi la benignità di un furbo soccorso, la

soccorso, la dolcezza ruffiana di un invito. Invito.... come

si alzò. Veniva verso di loro: pareva assorto: un

pareva assorto: un’attitudine di cattiveria stanca nella persona

signore. Ma una luce di perfidia gli balenò dalle

motivi elementari, nelle causali di dettaglio, il loro pauroso

occhi anche alle scarpe di loro, le quali, per

screpolata (ne’ loro strusci di pellirosse) al derma bigio

cinereo dell’elefante, o di certi suini del tropico

brutti, immeritevoli della fortuna: di avere delle scarpe così

rossa.... d’un po’ di luce....». ¶ Ebbe, dicendo questo

conosciuto ne’ bei parlari di famiglia: parole quasi un

e rosse all’uscir di casa, quando ci occorre

interminabilmente, prillandolo in chiave di soprano: «.... la bacerei.... la

e un po’ inquieta di sua persona recava, andando