Alberto Moravia, Un uomo austero, 1942

stridula come la punta di un diamante sopra la

sopra la superficie levigata di un cristallo. "Divertimenti?" disse

siano questi famosi divertimenti? Di giorno lavoro... e la

Ciò che mi attirava di più adesso in lui

in avanti a guisa di muso, non aveva quasi

andate dentro a furia di stringerle e reprimerle; ma

ridesse, il che avveniva di rado, ed ecco allora

allora quelle labbra slanciarsi di fuori, congestionate dalla troppo

troppo lunga repressione, ebbre di libertà, e distruggere in

momento tutto l’artifizio di una vita intera. Labbra

tendersi e schioccare umide di vogliosa acquolina. Labbra, davvero

quelle dello scimpanzé che di fuori non appaiono ma

si rovesciano come petali di un fiore rivelandosi dentro

volta che mi accorgevo di quanto i suoi occhi

dalla pupilla grossa e di un colore marrone chiaro

con sprizzature, mi parve, di verde. Infossati, profondamente segnati

verde. Infossati, profondamente segnati di sotto da unghiate violette

risultare patetici. Occhi, insomma, di donna matura a cui

acceso come la lanterna di un faro. Che cosa

quel modo? Veniva fatto di tendere una mano e

umanistico... che cosa conta di più, l’uomo o

pollice mi colpì, corto di fuori ma dentro lungo