Alberto Moravia, L'incontro, 1942

enormi occhiali neri cerchiati di bianco e poi con

aprire la grande borsa di cuoio chiaro e trame

biglietto, . gli venne fatto di pensare che quel turbamento

almeno per un poco, di non parlarle. Voleva guardarla

più nulla della freschezza di un tempo, ma mostrava

e molle, quelle pieghe di falsa dignità e tristezza

un bocciolo avvizzito prima di aprirsi, la bocca pareva

chiaramente qualche sottile ruga di quelle che nella vecchiaia

libero splendore. Veniva fatto di pensare che quel po

pensare che quel po’ di bellezza che le restava

estrema passione amorosa prima di dileguarsi per sempre. Come

viso senza più alcuna di quelle adorabili confusioni che

poté fare a meno di fremere vedendola così chiaramente

senza rimedio una espressione di vana e convenzionale sufficienza

e ingenuo la sfiorava di rado. ¶ Adesso, ricevuto il

finestrino alla strada. Temette di nuovo di essere riconosciuto

strada. Temette di nuovo di essere riconosciuto; ma si

che per l’alterigia di lei, egli, per fortuna

tante volte veduto appannarsi di vago desiderio. Anche essi

con qualcosa nella pupilla di guizzante, di falso e

nella pupilla di guizzante, di falso e di lusinghiero

guizzante, di falso e di lusinghiero. Non avevano più

della lentezza e serenità di un tempo; e brillavano

con una indefinibile espressione di insaziata curiosità. Poi ella

attesa meditativa. ¶ Gli venne di nuovo la tentazione di

di nuovo la tentazione di farsi riconoscere; e aprì

i fianchi i fianchi di lei. Ella non si

definitivamente. Anche per via di certi legacci e cintole

non riconobbe il profumo di dieci anni addietro; e

profumo indiscreto e allettatore di donna matura. ¶ Lo sportello

Invece ella si mise di traverso alla porta, al

gli mancò il coraggio di seguirla. Ella camminava impettita