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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il letto sul tetto, 1950

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
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occhi miopi a fior di pelle, la fronte calva
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voci: in falsetto, come di donna, quella di Severino
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come di donna, quella di Severino; robusta, profonda, calda
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robusta, profonda, calda quella di Pianetta. Inoltre, con tutto
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era accorto dell’antipatia di Severino; e non soltanto
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la data: il venti di novembre. In questa occasione
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mi meravigliò il contegno di Severino: affettuoso, premuroso, servizievole
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Al punto da offrirsi di trovar lui la camera
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Era al secondo piano di uno di quei fabbricati
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secondo piano di uno di quei fabbricati vecchi, lunghi
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grande distanza dal porto di Roma. La stanza era
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Roma. La stanza era di dietro, con una sola
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cintato, adibito a deposito di laterizi. Sotto la finestra
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finestra, con un dislivello di forse mezzo metro, c
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c’era il tetto di tegole di un magazzino
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il tetto di tegole di un magazzino. Più in
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un comodino. Roba andante, di legno scadente, e nello
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Pianetta rideva; lui pensava, di certo, che per lui
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Finalmente, per il venti di novembre, Severino, aggiungendo gentilezza
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gentilezza, organizzò un pranzo di amici all’osteria di
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di amici all’osteria di fronte alla casa. ¶ Io
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Pianetta. Ma la spiegazione di questo mistero venne presto
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confidò che aveva deciso di fare a Pianetta una
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noi tre alla camera di Pianetta e mettergli tutti
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apparsa, agli occhi esterrefatti di Pia e di Pianetta
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esterrefatti di Pia e di Pianetta, del tutto vuota
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non si fosse trattato di una canzonatura bensì, addirittura
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una canzonatura bensì, addirittura, di un assassinio. ¶ "Così" concluse
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rovinare la prima notte di matrimonio." Intanto, eravamo arrivati
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moderna, nuda, tutta dipinta di rosa fragola, ma salvo
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potuto essere lo stanzone di un magazzino. Sull’altare
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Madonna e qualche mazzo di fiori; i banchi erano
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fiori; i banchi erano di legno nuovo e mi
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alla camera da letto di Pianetta; faceva freddo, e
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lo spirito. ¶ Al pranzo di nozze, la sera, dimenticai
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un bicchiere un po’ di spumante e Pianetta con
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notte umida e calda di novembre, con il cielo
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il cielo nero, pieno di nuvole grige stracciate. C
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C’era un’aria di pioggia che mi fece
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a quella povera roba di Pianetta, esposta sul tetto
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Severino e Rodolfo trasportavano di fuori l’ultimo mobile
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e mi arrabbiai ancor di più e gridai di
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di più e gridai di nuovo: "Ahò, mi sentite
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mi giunse la voce di Severino: "Ma piantala... non
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che si dimostrò pieno di spirito, da quel giovanotto
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notte sul tetto?". ¶ Corsero di nuovo molte parole tra
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Quello che mi dispiace di più è che Pianetta
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vai?" domandò la voce di Severino, spaurita. Risposi che
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stati un po’ meno di tre metri; mettendo il
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forse si era accorto di aver fatto una scemenza
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i piedi sul tettino di latta della porta, e
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sportivo. Era la volta di Severino. Prima sedette sull
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aver tentato più volte di rimetterlo in piedi, dovemmo
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io andavamo in cerca di un taxi. In macchina
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letto, ingessato, un paio di mesi. Gli sposini gli
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abbiamo saputo più nulla di loro.