Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

scrissi a Bousquet, maravigliandomi di tanta lentezza, ch'erano

premura, richiesta dall'ambasciador di Francia residente a Venezia

mandati i dubbi, così di rischiarargli, affinché nel tradurre

delle cose del regno di Napoli. ¶ Intanto la mia

in Venezia avendo acceso di desiderio moltissimi di aver

acceso di desiderio moltissimi di aver la mia opera

rara, né da' librari di Venezia, né da quelli

né da quelli stessi di Napoli potendo sperarsene alcun

lungo, ed era ornata di nuove note e giunte

comunicarmi il lor pensiero di ristamparla, e richiedermi in

della mia assistenza e di volergli somministrare quanto avessi

volergli somministrare quanto avessi di nuovo, affinché questa ristampa

mandai a' traduttori francesi di nuove giunte e medaglie

giunte e medaglie, ma, di più, aveva tanto in

esposto a gli occhi di tutti, e spezialmente de

subito parte alla corte di Roma, la quale non

quale non avrebbe mancato di far lo stesso — ignaro

saper più i fatti di altri che i propri

ma che questo fosse di lor carico. Ben mi

carico. Ben mi esibiva di dare i miei manuscritti

chi sarebbe stato commesso di esaminargli, e ciò che

che, forse, gli sembrasse di levare, di mutare o

gli sembrasse di levare, di mutare o di meglio

levare, di mutare o di meglio spiegare, volentieri avrei

era che degli essemplari di questa ristampa fossero miei

dovessero pagar il prezzo di cinquanta in denaro, secondo

onde più fervorosamente instavano di darci principio; e che

ad essi, e che di ciò mi stessi sicuro

nel frontispizio la data di Venezia, tanto gli bastava

città d'Italia o di Germania; ed intorno al

si vedeva la disposizione di potersi ottenere, così ci

già entrati nel mese di marzo, ed il senator

io l'avea fatta di passare in sua casa

perduta affatto la speranza di poter ritirarmi a Napoli

avea preso l'ambasciador di Spagna, ancorché avesse ricevuta

ricevuta risposta dal conte di Santo Stefano non molto

ricorso all'Infante, re di Napoli, al quale si

tutto dipendeva dal conte di Santo Stefano, che disponeva

Santo Stefano, che disponeva di quel giovane principe come

che mostrava colla corte di Roma e la propensione

propensione del suo animo di compiacerle, e che gli

che tutte le raccomandazioni di qualunque regio ministro. E

se bene il marchese di Montallegre, secretario di Stato

marchese di Montallegre, secretario di Stato e guerra dell

ed il Tanucci secretario di giustizia, mostrasser tutta l

mostrasser tutta l'inclinazione di favorirmi, nulladimanco da' riscontri

riscontri che si ebbero di Napoli della total dipendenza

che non aveano la di lei grazia e favore

re, riputò l'ambasciadore di Spagna che dovessi formar

per don Carlos, re di Napoli. E se bene

Madrid potesse il conte di Santo Stefano aver notizia

Filippo, con raccomandargli efficacemente di far sì che io

veduto dalla nuova corte di Napoli, e ch'era

che negli affari politici di quel regno — onde stimai

io era a Venezia, di andare a visitarlo. Il

m'impegnassi co' Veneziani di rimaner ivi impiegato a

ivi impiegato a' servizi di quella Repubblica, poich'egli

Repubblica, poich'egli, avendo di me più volte parlato

parlato con l'ambasciador di Spagna, l'avea detto

ed istruita delle cose di quel regno; onde che

non meno alla corte di Madrid, che a quella

Madrid, che a quella di Napoli, pel mio ritorno

temeva che la corte di Roma avrebbe fatto ogni

ogni mezzo col conte di Santo Stefano di far

conte di Santo Stefano di far riuscir vana ogni

nell'altra corte. Promise di farlo, e che io

in ciò fermo e di buon animo, poiché le

già passato il mese di dicembre, ed entrati già

il meglio la rigidezza di quell'orrido inverno, in

ove non si badava di scacciar il freddo, se

siccom'era io avvezzo di fare a Vienna, dove

si era pensato efficacemente di scacciarlo affatto. Sicché mi

come perché mi lusingava di poter ricever riscontri di

di poter ricever riscontri di mio sollievo o da

nel carnevale, que' gentiluomini di continuarmi le grate lor

si facevano nella piazza di San Marco, ovvero nelle

correva per le mani di molti e ch'era

io capitava nella piazza di San Marco, tenevan ivi

e sovente era calunniato di cose da me non

congregazione del Santo Ufficio di Roma data premurosa incombenza

premurosa incombenza all'inquisitor di Venezia, che invigilasse sopra

andamenti e s'ingegnasse di farmi reo nel di

di farmi reo nel di lui tribunale. ¶ Feci buon

uso del consiglio, e di rado mi feci poi

libraria del Pitteri, mercante di libri, dove alle volte

medesimo avea una biblioteca di libri scelti, ed era

scelti, ed era vago di aver de' nuovi, che

i successi della guerra di Italia, di Polonia, del

della guerra di Italia, di Polonia, del Reno, o

il monastero delle monache di San Lorenzo, dove io

del corpo, altrettanto ornata di belle doti d'animo

doti d'animo e di lettere, mostrando uno spirito

uno spirito ed acutezza di pensare superiore al suo

e poiché l'ambasciador di Francia solea spesso andar

scritto a Bousquet, mercante di libri in Ginevra, per

Con premura mi raccomandò di farcelo pervenire, mostrandone grandissimo

accese al Pisani desiderio di legger la risposta che

a Venezia, non men di ciò che, gli anni

Roma, Napoli e Vienna. Di che non io, ma

promesse date all'ambasciador di Spagna, avendo disteso un

avea tutta la premura di favorirmi, m'impose che

Regno con altro sistema di quello di prima, era

altro sistema di quello di prima, era facile che

facile che la corte di Madrid non volesse per

rimetterlo alla nuova corte di Napoli, dove l'Infante

da generalissimo delle armi di Spagna, né come vicario

proprio e particolar re di que' regni. ¶ Fin da

Carlos, mutato il titolo di generalissimo, secondo lo qualificavano

editti, che il re di Spagna, suo padre, avea

precorrere, presa la città di Napoli e gran parte

Regno, avea assunto quello di re. E ciò per

re Filippo alla città di Napoli, nella quale, commendando

suo figliuolo, in gratitudine di tanto amore glielo dava

regni, separati dalla corona di Spagna, avessero un lor

poiché, dopo il corso di poco men che due

la quale, non contenta di averlo stabilito in Italia

in Italia, co' ducati di Parma e di Toscana

ducati di Parma e di Toscana, un gran principe

volesse ora, colla giunta di due regni, costituirlo un

essersi nullamente, colla pace di Vienna del 1725, staccati questi

due regni dalla corona di Spagna, si era mossa

ora, restituiti alla corona di Spagna, con una semplice

parlamenti e delle corti di Spagna, smembrargli e cedergli

questo torto al principe di Asturias? Sapersi che i

Sapersi che i regni di Napoli e di Sicilia

regni di Napoli e di Sicilia gli antichi re

Sicilia gli antichi re di Spagna l'aveano uniti

avesse acquistato il regno di Napoli — onde sembrava che

e scacciandone Federico discendente di Ferdinando, lo restituì alla

colle truppe ed armate di Spagna, e la spedizione

in nome del re di Spagna, nella quale comandarono

lettera, staccarsi dalla corona di Spagna e trasformarsi il

colle truppe e milizie di Spagna? Se la Spagna

in Roma, nella vigilia di San Pietro voler egli

città eran in mano di Cesare) non gliela accordasse

quali leggevasi il nome di Carlo, coll'aggiunta di

di Carlo, coll'aggiunta di Neapolis rex. Egli è

la serie de' re di Napoli porre Carlo VIII

porre Carlo VIII, re di Francia, bisognava dirlo Carlo

non volevan soffrire che di quel re francese si

riconoscevano altri Carli re di Sicilia, se non Carlo

e Carlo II re di Spagna. ¶ Or, governandosi il

Or, governandosi il regno di Napoli con questo nuovo

con questo nuovo sistema di aver proprio re, riputò

dell'inverno, volentieri promisi di seguitarlo. ¶ Intanto i gesuiti

gesuiti, emissari della corte di Roma, mal sofferendo che

arti, per malignarmi presso di quelli, spargendo che immeritamente

avea trattato i Veneziani di “corta fede”, e che

maniera rapportava il fatto di papa Alessandro III coll

favolosa la vile sommissione di Federico e l'orgoglio

qualificato i Veneziani esser di “corta fede”, fu facile

additato del secondo tomo, di mio proprio sentimento, ma

aveano allora i partegiani di Federico. Più operosa faccenda

anzi, che nel fatto di Alessandro, secondo che io

offerta del senator Pisani di seguitarlo in villa, per

per acqua, a' princìpi di novembre, navigando, passate le

ed indi un ramo di questo istesso fiume ci

che fui a Rovere di Crè, non posso negare

villa da spessi fossi di acque circondata e alcuni

il Pisani, coll'occasione di più conviti fatti al

podestà ed altri gentiluomini di Rovigo, spesso apparecchiava, fecer

quale un medico ebreo di Rovigo me ne liberò

rigida e severa dieta di più giorni. Cominciai da

niente giovavami l'aria di quelle campagne per la

che savio ed amante di buoni studi e di

di buoni studi e di storia ecclesiastica; e mi

il conte Silvestri, figliuolo di quel Silvestri, noto alla

traduzione e sposizione italiana di Persio e per altre

la patria, non meno di Celio Rodigino. Fra le

vero anno della natività di Cristo, e concilia l

essere tra il Vangelo di San Matteo e quello

San Matteo e quello di San Luca. Mi mostrò

Mi mostrò alcuni manuscritti di suo padre ed alcuni

quali facea ricerca, così di medaglie, come di marmi

così di medaglie, come di marmi, ed un libro

del Polesine e descrizione di que' luoghi palustri intorno

tornossi a Venezia a' 5 di decembre. Il Pisani, con

io accostumato alle stufe di Vienna: onde lo pregava

mar Adriatico, ed Atto di papa Alessandro con Federico

Federico Barbarossa. E prima di pubblicarle le feci leggere

chi mi consigliasse anche di darle alle stampe. Ma

che ignoravano il vero di que' successi, che io

le parti non men di un buon cittadino napolitano

ed affezione che mostravano di me i Veneziani; ma

Istoria civile, ma il di lui autore, trattandolo per

era quella del Pisani di santo Stefano, fatto poi

Non mancò il Pisani di averlo e, mostratomelo, mi

un tometto de' Giornali di Trevoix, dove in breve

opera del padre Sanfelice, di che io già avea

vedendo che l'opera di uno della loro società

era stata, negli Atti di Lipsia e negli altri

Pisani, che i gesuiti di Venezia erano pur troppo

colpo veniva dalla corte di Roma; la quale, sicome

dimora nell'imperial corte di Vienna, non voleva che

adoperato e somministrassi materia di nuove brighe e contese

Roma si ebbe tempo di poter circonvenire quel ministro

come nuovo e che di me, forse, e della

fossero adoperate col conte di Santo Stefano in Napoli

giorni, che l'ambasciador di Spagna ebbe lettera da

del Regno a' comandanti di quelle piazze, che, ancorché

che, ancorché fossi munito di passaporti de' ministri di

di passaporti de' ministri di Spagna o di Francia

ministri di Spagna o di Francia, non mi lasciassero

Non meno l'ambasciador di Spagna che quello di

di Spagna che quello di Francia rimaser sorpresi della

un naturale del Regno di non potersi ritirare in

in sua patria, quando di là non era uscito

portarsi all'imperial corte di Vienna, a' piedi dell

per compiacere alla corte di Roma, che non lo

ciò mosso, l'ambasciador di Spagna, compatendo il mio

m'incoraggì a star di buon animo, ch'egli

avrebbe scritto alla corte di Madrid, e che io

alla maestà del re di Spagna, Filippo V, che

al primo ministro Patigno (di cui egli avea la

il ritorno a Napoli. Di che io gli resi

partendo l'abate Cusani, di cercar altra abitazione più

rallegrarono della mia risoluzione di trattenermi a Venezia; e

niuno, in questa parte di civiltà, di restituirle. E

questa parte di civiltà, di restituirle. E con tal

occasione acquistai la conoscenza di vari letterati veneziani, non

marchese Ghezzi ed altri, di cui ora non mi

dovendomi ritirar a casa di notte, fra dense e

città marittima, poco men di trenta anni; ma sperimentai

più isolette e scogli di mare, vicini fra loro

tutto paludoso e pieno di stagni e di lacune

pieno di stagni e di lacune, che formano i

più miglia, il terreno di quell'intimo recesso; sicché

quale erano alcune donne di nostra compagnia, queste, appena

da pericoli ed insulti di nemiche armate e classi

che, avvezzo ne' mesi di està, all'apriche ed

ed acqua, e nemmeno di mare, ma di stagni

nemmeno di mare, ma di stagni e di paludi

ma di stagni e di paludi; sicché non potei

il senator Angelo Pisani di Sant'Angelo, il quale

cortesi ed affettuose offerte di quanto fosse per occorrermi

ancorché fossimo alla fine di ottobre, prolungandosi in Italia

per tutto il mese di novembre, dovendo egli condursi

condursi nella sua villa di Rovere di Crè, presso

sua villa di Rovere di Crè, presso Rovigo nel

a godere l'amenità di quelle campagne, le quali

malconcio da' sofferti patimenti di quelle tre notti in

ed ottenere dall'ambasciador di Spagna, residente a Venezia

volendo condursi nel regno di Napoli, passato già sotto

già sotto la dominazione di Spagna. Ristabilitomi alquanto, mi

ch'era il conte di Fuenclara. Gli dissi chi

e gentilezza si offerì di darmelo, e che avrebbe

avrebbe imposto al secretario di spedirmelo; anzi, occorrendo ne

spedirmelo; anzi, occorrendo ne' dì prossimi di dover celebrare

occorrendo ne' dì prossimi di dover celebrare nel suo

godere de' rinfreschi e di una scelta musica che

al mio dovere e di godere delle benignissime sue

ed ebbi l'opportunità di incontrarmi ivi col principe

marchese Valignani, col duca di Mondragone ed altri nostri

ed ebbi la fortuna di conoscere l'ambasciador di

di conoscere l'ambasciador di Francia, il quale mi

mattina portato nella piazza di San Marco, mi vidi

da un gran numero di gentiluomini; tutti salutandomi per

gentili, che io, pieno di confusione, appena bastava a

ed il mio intento di ritirarmi in Napoli e

che io rimanessi presso di loro, ché non mi

Ed erami non men di confusione che di stupore

men di confusione che di stupore il vedere che

io era nella piazza di San Marco, si tornava

allo stesso. Sicché, rincrescendomi di vedermi sempre esposto a

esposto a gli occhi di tanti, che sovente m

che sovente m'impedivano di far i fatti miei

per Manfredonia, e procurasse di far trasportare le casse

Domenico Pasqualigo, gentiluomo veneziano di famiglia tanto antica quanto

del riformatore degli studi di Padoa, dicendomi che, vacando

conferita, pur che fosse di mio piacere, e che

d'avvocato mi obbligasse di sapere il ius civile

età avanzata, pareami difficile di poterlo fare con quell

sì degna università, ornata di tanti illustri professori; e

mia vecchiaia non permetteva di affaticarmi in un mestiere

affezione, ancorché fossi deliberato di ritirarmi, con tutto ciò

de' miei studi, e di rimanermi, impiegandomi in altre

a me proporzionate e di maggior servizio della Repubblica

stima ed il desiderio di ritenermi; sicché, soddisfatti delle

ancorché trattenessero più mesi di provveder ad altri la

a pensar altre occasioni di mio accomodamento, nel caso

ecco che l'ambasciador di Spagna mi manda ad

ch'eragli stato proibito di darmi passaporto per Napoli

ricevesse lettera dal conte di Santo Stefano, primo ministro

e poiché dall'ambasciador di Francia residente in Venezia

palesò che l'ambasciador di Spagna avea ricevuta lettera

da monsignor Ratto, vescovo di Cordova, che si trovava

Roma ministro del re di Spagna, colla quale se

avesse avviso dal conte di Santo Stefano. ¶ Compresi subito

e ridottomi in istato di non aver denaro per

viaggio, fu dura necessità di affrettarlo quanto più presto

Napoli per la via di Triesti, ed imbarcarmi ivi

Adriatico far la strada di Venezia e di là

strada di Venezia e di là portarmi a Manfredonia

necessità che mi costringeva di ritirarmi, e vivere que

me stesso, nella solitudine di “Due Porte”, dove io

tempo stesso che mostrava di compatirmi, non poté nascondere

mia roba. ¶ Non mancai di prender congedo da' ministri

da' ministri del Consiglio di Spagna e dal presidente

la mia afflizione, mostrando di questo mio partire intenso

e gentile Bernardo Lama, di cui io ammirava non

lasciai alla § Fraile Ernestina di Laxenhoffen, per gratitudine dell

e sollecitudine che teneva di me e delle cose

io viva, o lontananza di luogo o lunghezza di

di luogo o lunghezza di tempo, né le tante

dire che poche, a' dì nostri, possino pareggiarla, almanco

nostri, possino pareggiarla, almanco di quante, nel corso di

di quante, nel corso di mia vita, ho avuta

vita, ho avuta opportunità di conoscere in Germania ed

l'ore mattutine, alzata di letto, impiegarle in divote

deesi, come a' servi di Dio ed imitatori di

di Dio ed imitatori di Cristo. ¶ Verso madama Laxenhoffen

grande, che anche i di lei difetti, con l

per leggieri e degni di compatimento; sicché dovessero pazientemente

union d'animo fra di loro era mirabile. Sembravami

vidi mai nascer fra di loro briga o contensione

moderazione, senz'abusarsene, valevasi di quella subordinazione, che tutti

quella subordinazione, che tutti di casa le mostravano. Ed

nell'economia e governo di casa, ne' sottili e

sicché tirava l'amore di quanti avean occasione di

di quanti avean occasione di trattarla, e dalle serve

quando non gli piaceva di darle fine. Da ciò

benefica, che sovente toglieva di sua bocca il cibo

lasciare, forse in pericolo di non tornar all'antiche

coloro che furon cagione di tante confusioni e disordini

mio conforto era la di lei sperimentata costanza, la

Ed ella era disposta di farlo, tanto maggiormente che

mancai, non solo prima di partire, ma dimorando a

ma dimorando a Venezia, di confermare co' fatti queste

Cusani da Vienna, a' 29 di agosto di quest'anno

Vienna, a' 29 di agosto di quest'anno 1734, dopo esserci

per la medesima strada di Gratz e Lubiana giunsi

giunsi, dopo dieci giorni di cammino, a Triesti; dove

Triesti; dove dimorati due dì, fin che non si

per condurci a' porti di Venezia. Finalmente, cessato il

vento dopo tre notti di patimenti, si proseguì il

giunse a Venezia a' 14 di settembre; e fummo dal

alla ira ed indignazione di quella corte. ¶ Trovai presso

assorbito dall'infinito numero di tanti famelici Spagnoli, a

volte pregai il conte di Montesanto, presidente, che vedesse

che vedesse non dimenticarsi di me, ne' soccorsi che

bastare. Fui dal marchese di Rialp, che trovai pur

troppo diverso da quel di prima, tutto abbattuto e

quale tant'era lontano di potermi aiutare, che piuttosto

pace que' pochi anni di vita che gli restavano

nel quale, in vece di conforto, trovai maggior sbigottimento

e non essere spettatore di disordini, che prevedeva in

avrebbe detto all'Imperadore di voler licenziare i custodi

eran ivi impiegati, e di serrarla e portargli le

ognuno da ora pensasse di provvedersi altrove d'altro

Vienna, con gli altri, di disagio e di fame

altri, di disagio e di fame. Né bisognava più

dei loro salari; avvanzandosi di vantaggio a dirmi che

amicizia, frequentando spesso la di lui casa. Ed egli

a prendere le acque di Carlspak in Praga, e

e con poca speranza di trovarlo vivo al suo

che doversi assisterlo; e di avvisargli in ogni settimana

che non fu meno di sei mesi, feci con

e Dio si compiacque di farlo vivere fino al

ed alquanti mesi dopo — di ch'egli mostravasi meco

sapeva gl'intimi penetrali di quella e quanto valesse

per almanco mezzo milione di fiorini. ¶ Or, chi non

uomo sì infelici pronostici di mali più gravi che

lo pregava che, prima di dar questo passa, mi

avendo sì spesse occasioni di parlare alla maestà dell

che mi desse permissione di tornarmene in Napoli, o

avrebbe condotto. Mi promise di farlo, e finalmente n

fatto intendere al conte di Conversano, al principe di

di Conversano, al principe di Ottaiano ed altri Napolitani

e lealtà usata verso di lui. ¶ Questa fu la

ricorso, se non dar di piglio al capitale de

banco della città. Tentai di vender qualche libro della

avea accresciuta al valore di circa mille altri fiorini

volli fare. Adunque, pensai di valermi di parte di

Adunque, pensai di valermi di parte di quel capitale

di valermi di parte di quel capitale; ed essendo

già entrati nel mese di giugno, mandai al banco

si era dato ordine di non restituirgli, poiché altrimenti

si desse un poco di tempo, che fra breve

parte, con qualche intervallo di tempo. ¶ Cominciava già co

passava alle picciole; chi di qua levava la carrozza

la carrozza, e chi di là scemava il numero

soccorso; anzi, in vece di conforto, si trovavano guai

Dio volle il mese di giugno, che, con molti

dal banco, nel mese di luglio, seicento fiorini. Così

un imperadore. Ma cesseranno di maravigliarsi, se considereranno le

infelice perdita de' regni di Napoli e di Sicilia

regni di Napoli e di Sicilia e dello Stato

Sicilia e dello Stato di Milano. Non è — essi

un principe abbia sopra di sé voluto trarre un

trarre un infinito numero di persone da altrui regni

e per lo corso di tanti anni invitar sempre

se fosse stato possibile, di trasportare in Vienna ed

Spagnoli fossero ne' regni di Spagna, e questi tenerli

corte e nella città di sua residenza, per la

mercedi, empire i regni di Napoli e di Sicilia

regni di Napoli e di Sicilia e lo Stato

Sicilia e lo Stato di Milano. Tanta moltitudine si

in Vienna il Consiglio di Spagna, numeroso per tanti

per l'immensa turba di tanti ufficiali delle secreterie

mantenere la secreteria spagnola di Stato; donde venivano le

all'infinita altra turba di Spagnoli ch'erano in

per mantenere il Consiglio di Fiandra, composto per la

per la maggior parte di Spagnoli stessi. Ne' regni

regni d'Ungheria e di Boemia non vi era

poiché oltre essere caricati di pesi ed assignamenti, i

loro diritti e prerogative di non ammettere forastieri a

per estinguer la sete di tanti, non vi era

Spagna perdé il regno di Portogallo, a' Portoghesi ch

e negli altri regni di Spagna impiegati, se gli

se gli diede licenza di tornarsene ne' loro paesi

d'altro impiego, ovvero di pensioni, per loro sussistenza

perduto nel 1706–07 lo Stato di Milano ed il regno

Milano ed il regno di Napoli, e poi quello

Napoli, e poi quello di Sicilia e di Sardegna

quello di Sicilia e di Sardegna, abolì tosto il

fu il caso presente di Vienna. Non si trattava

Vienna. Non si trattava di pochi, ma d'un

d'un numero infinito di Spagnoli, de' quali, parte

non potevano per tema di non incontrar peggio, parte

mantenuti, non volevano essere di ludibrio, tornando miseri e

se gli dava licenza di tornarsene, ancorché non tirasser

presto dismettere il Consiglio di Spagna, e, per quel

Spagna, e, per quel di Milano, durava la lusinga

quasi tutti, nel mese di maggio, tornaron in Napoli

l'evento delle cose di Lombardia, lusingandosi molti che

Po, sarebbe in istato di venir a battaglia coll

lusinghe, poiché la battaglia di Guastalla e l'altra

Guastalla e l'altra di Parma ebber contrari successi

successi; e sempre più di Sicilia venivan ree novelle

fu resa, e così, di mano in mano, facevan

altre città e piazze di quel regno. ¶ Mi rivolsi

dalle persecuzioni della corte di Roma, ora che quel

armi e rendersi prigionier di guerra, con gli altri

milizia. Sicché il conte di Montemar ebbe il piacere

suo sovrano. ¶ Del Regno di Napoli non rimaneva altro

altro che la città di Capua, la quale, per

eran ritirate dal passo di Mignano, poté lungamente sostener

comandante d'ogni speranza di soccorso, riputò finalmente renderla

Ecco come gli Spagnoli di Vienna si videro, in

lor mani il regno di Napoli, e che il

e che il prossimo di Sicilia era per far

era destituto ed esausto di forze, di munizioni e

ed esausto di forze, di munizioni e di gente

forze, di munizioni e di gente. Ed i Siciliani

gli occhi l'esempio di Napoli, e che gli

Spagnoli aveano ne' mari di Napoli navi e vascelli

acquisto, volontariamente si offerirono di ricevergli, e s'intese

avea inalberate l'insegne di Spagna, ed i Lipariotti

crederebbe? In tale stato di cose il marchese di

di cose il marchese di Rialp, essendosi il conte

Visconti imbarcato alle marine di Bari e salvatosi ad

residenza, attendendo gli ordini di Sua Maestà per ciò

per ciò che conveniva di fare intorno al regno

fare intorno al regno di Napoli. E stando la

fu rimosso il conte di Sastago, che si trovava

dove aspettasse gli ordini di Sua Maestà, per ciò

spedivan dispacci a' viceré di Napoli e di Sicilia

viceré di Napoli e di Sicilia. Ma uno risiedeva

altra parte il conte di Montesanto, presidente, con tutto

secretari, con gli ufficiali di secreteria, a venir come

altronde potessi trovar maniera di poter sostentarmi in Vienna

disposto per mandarmelo, ma di vantaggio mi scriveva miserie

coloro che aveano corrispondenza di lettere a Vienna, ch

quest'occasione molto acconcia di continuare a godersi della

roba, senz'alcun timore di dovermene dar conto. Rivolgendomi

Rivolgendomi a gli amici di Vienna in questa comune

comune costernazione, trovava, invece di conforto, disperazione e presagi

conforto, disperazione e presagi di maggiori calamità e miserie

in sì universal naufragio di salvar sé medesimo, non

sé medesimo, non che di prestar aiuto a gli

viveano sopra i regni di Napoli e di Sicilia

regni di Napoli e di Sicilia e lo Stato

Sicilia e lo Stato di Milano, e che erano

gridavano che sarebber periti di fame, se l'Imperadore

per supplire a' bisogni di tanti Spagnoli. E lusingandomi

immune d'ogni diritto di spedizione e di suggello

diritto di spedizione e di suggello, sicome erano regolarmente

Spagnoli. Sicché avea ragion di temere che, anche se

Tutti i forastieri, ignari di tutto ciò, partito io

da dura necessità costretto di partir da Vienna, per

tutti disertare; ed accresciuta di numero, avrebbe impedita l

Regno. ¶ Ma il marchese di Rialp, perché corrispondesse il

avea governato il regno di Napoli, volle terminarlo con

pampinosa lettera alla città di Napoli, nella quale, con

nella quale, con circuito di vane parole, si pretendeva

ch'era in Lombardia di far distaccamento di più

Lombardia di far distaccamento di più reggimenti, per venire

sentì allora il marchese di Rialp una risposta fattagli

risposta fattagli dalla Città, di poco suo gusto, rinfacciandogli

piazze, e pure vedersi di tutto sprovviste; l'aver

e premura chiesto soccorso di truppe, in tempo opportuno

che doveano alla maestà di Cesare, così troveranno non

si facevano dagli Spagnoli di Vienna, per la conservazione

la conservazione de' regni di Napoli e di Sicilia

regni di Napoli e di Sicilia, convincono che non

que' regni così esausti di gente e di denaro

esausti di gente e di denaro, perché riuscisse facile

facile a gli Spagnoli di sorprendergli. Non furon traditori

se ben d'infamia, di qualche vanto di aver

infamia, di qualche vanto di aver saputo, con tant