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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matteo Bandello, Canti XI de le lodi de la signora G. di Gazuolo, e del vero amore, col tempio di pudicizia, e con altre cose entro poeticamente descritte, 1545

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1545
belle dava odore, ¶ e di vertú mostrava sí bel
2
1545
fregio, ¶ che col nome di Bentivogli al cielo ¶ s
3
1545
dritto ed alto stelo. - ¶ 110. ¶ Di questo sangue generoso e
4
1545
visse, donna sua mantenne, ¶ di cui le fiamme ed
5
1545
i cocenti ardori ¶ arser di par mai sempre ambi
6
1545
il duca sí famoso. ¶ Di questa coppia l'opere
7
1545
con stil sonoro e di dolcezza pieno. ¶ 112. ¶ Ma com
8
1545
ti propose ¶ istoria lunga di suoi duri guai? ¶ Quante
9
1545
e a lui rubella, ¶ di dentro ardendo, fòre si
10
1545
stella! - ¶ piagnea gridando, e di dolor moriva. ¶ Al fin
11
1545
marital e santo ¶ uscí di doglia ed amoroso pianto
12
1545
doglia ed amoroso pianto. ¶ 114. ¶ Di lui qui taccio e
13
1545
taccio e taccio ancor di lei, ¶ ch'egli fu
14
1545
li versi miei ¶ scopra di sua bontá gli ardenti
15
1545
rai; ¶ ché tanto dir di quello non potrei, ¶ che
16
1545
non restasse sempre mai: ¶ di lei medemamente non vuo
17
1545
possedete, ¶ u' senza tema di calor o gielo ¶ i
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1545
E tanto v'è di grazia e maiestate, ¶ quant
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1545
biondi, dove s'assotiglia ¶ di mille nodi Amor far
20
1545
ogni stella: ¶ e pien di meraviglia me ne stava
21
1545
che si prese ¶ Giove di questa verginella altiera, ¶ e
22
1545
mi scorreva un gielo ¶ di non so che, che
23
1545
ed era quasi fòra di me stesso ¶ da mordaci
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1545
dicea. ¶ 6. ¶ Ond'ella, che di ciò s'avide, o
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1545
l mio pensier discorse ¶ di quella cui farò mai
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1545
Ma pien ti veggio di mirand'e estrema ¶ meraviglia
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1545
ciò ch'i' dico di costei, ¶ alto soggietto de
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prenda cura ¶ il ciel di questa aventurosa figlia, ¶ che
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ventura, ¶ e resti pien di molta meraviglia ¶ tant'eccellenza
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udir in crïatura, ¶ come di questa m'hai sentito
31
1545
sentito dire, ¶ ed aspetti di piú ancor sentire. ¶ 9. ¶ L
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1545
quanto criando poi mostrò di fòra, ¶ di suo voler
33
1545
poi mostrò di fòra, ¶ di suo voler formò la
34
1545
Dio crïato, ¶ che fe' di nulla tutto ciò che
35
1545
lorda, ¶ e 'l poggio di vertú salir tant'erto
36
1545
ragion s'accorda, ¶ ha di ver uom il buon
37
1545
brutta e ingorda, ¶ avrá di spine un tormentoso serto
38
1545
mentre vive col favor di Dio ¶ può farsi, come
39
1545
si volge e sol di quel li cale, ¶ ché
40
1545
favoriti, ¶ e sí ripien di quel amor divino, ¶ che
41
1545
ne stanno uniti, ¶ ebri di quel cieleste e dolce
42
1545
non se' sforzato ¶ né di libero arbitrio mai privato
43
1545
privato. ¶ 17. ¶ Uscite, o ciechi, di cotanti errori, ¶ che Pluto
44
1545
che Pluto sparge pieni di veleno: ¶ seguite i vostr
45
1545
immortali. ¶ E s'un di grazia colmo qui vedete
46
1545
spesso l'alta maiestate ¶ di chi fa caldo il
47
1545
Cosí volendo al nascer di costei ¶ il mondo rinovar
48
1545
fa tai effetti Iddio di bene in meglio, ¶ come
49
1545
mitra a gli augei di Giove univa. ¶ 78. ¶ Poi quando
50
1545
a Fedrico. ¶ 79. ¶ Vi fu di Lodovico, ch'oggi vive
51
1545
rara e doti dive ¶ di capèl rosso il gran
52
1545
prive, ¶ ché giovanetto uscí di vita fòra; ¶ ché s
53
1545
devea in vita stava, ¶ di grazia e di bontá
54
1545
stava, ¶ di grazia e di bontá tutti avanzava. ¶ 80. ¶ Tu
55
1545
fu 'l valore, ¶ che di piú vecchi il saper
56
1545
gli anni giovenil, ma di piú gravi: ¶ tenne per
57
1545
d'ogni grazia e di bellezza, ¶ questa ch'io
58
1545
casta e intatta. ¶ Direi di quella che cotanto ammiro
59
1545
ammiro, ¶ che per esempio di vertú fu fatta: ¶ dico
60
1545
moglie fida sua compagna ¶ di molti figli padre vi
61
1545
chiami; ¶ ché sempre piú di fé, d'amor piú
62
1545
propria vita, ¶ e darle di danari e gienti aíta
63
1545
Egli vi corse e di ben scielta giente ¶ piú
64
1545
Maldonato fra gl'Iberi ¶ di segreto s'uní col
65
1545
che 'l traditor occise di sua mano. ¶ 92. ¶ Ma di
66
1545
di sua mano. ¶ 92. ¶ Ma di Fedrico, che ti posso
67
1545
e esperto: ¶ e fu di fede un ampio e
68
1545
Aloise, chiamato Rodamonte? ¶ Questi di forze tanto valse e
69
1545
per temprar il furor di que' profani: ¶ da sacre
70
1545
spesso mosse ¶ le scelerate di que' ladri mani; ¶ e
71
1545
queste e quelle, ¶ e di Pietro e di Paulo
72
1545
e di Pietro e di Paulo le sant'ossa
73
1545
gran pastor vicario pur di Cristo ¶ prigion fu fatto
74
1545
non vide in que' quella roina, ¶ che molti
75
1545
quella roina, ¶ che molti durò senza pietate, ¶ cosa
76
1545
cosa non vide mai di piú rapina, ¶ di piú
77
1545
mai di piú rapina, ¶ di piú furor, d'estrema
78
1545
fu tra quel nemico di Dio stuolo ¶ un sacrilego
79
1545
il suolo, ¶ ch'era di sangue umano intepidito ¶ e
80
1545
crudeli senza pare, ¶ come di Roma non uscisti fòra
81
1545
non trovarebbe il fin di tai misfatti, ¶ di ch
82
1545
fin di tai misfatti, ¶ di ch'anco par che
83
1545
chiesa diede, ¶ il frate di Luigi allora invita ¶ e
84
1545
dá sede. ¶ Lascio Francesco di cui la gradita ¶ bellezza
85
1545
se cantar ti vuo' di Pirro quanto ¶ ei fece
86
1545
averne udito tanto, ¶ ché di questo parlar uscir vuo
87
1545
Gonzaghi dunque il dire, ¶ di cui la fama è
88
1545
Luzara bagna e cole: ¶ di cui non parlo qui
89
1545
in tutt'Italia sia. ¶ Di questa moderò l'altiero
90
1545
ed onorati ¶ usciti son di questo buon legnaggio ¶ per
91
1545
chiaro, ¶ ch'un specchio di bontá nel mondo visse
92
1545
perfetto e raro ¶ segno di quanto mai poeta scrisse
93
1545
quanto mai poeta scrisse, ¶ di grazia, di beltá, d
94
1545
poeta scrisse, ¶ di grazia, di beltá, d'ogni valore
95
1545
beltá, d'ogni valore, ¶ di' tempi suoi la gloria
96
1545
l vero onore, ¶ e di questa cittá la gloria
97
1545
Cosí l'eccelsa stirpe di Gonzaga ¶ fu con le
98
1545
mondo sí vivace speme ¶ di restar sempre eterni qui
99
1545
che per l'opre di guerra alte e supreme
100
1545
Ricardi. ¶ 46. ¶ Ché tanti fòr di quell'ordigno strano ¶ ch
101
1545
che doni; ¶ che saggi di consiglio e son di
102
1545
di consiglio e son di mano ¶ forti, veloci, prodi
103
1545
ne furon tra costoro ¶ di palma coronati e verde
104
1545
a morte, ¶ ei sempre di periglio in tutto fòre
105
1545
la dotta Manto; ¶ ma di lor molti per adesso
106
1545
mertò prima ¶ con titol di marchese esser signore, ¶ e
107
1545
esser signore, ¶ e fu di tanto pregio e tanta
108
1545
lo scettro tenne, ¶ che di giusticia fu novo Aristíde
109
1545
cristiani, ¶ che 'l sepolcro di Cristo è 'n man
110
1545
Cristo è 'n man di cani. - ¶ 55. ¶ Fece ogni cosa
111
1545
avea giá caminare, ¶ bramoso di compir tant'opra buona
112
1545
era il buon disir di far l'impresa, ¶ per
113
1545
l'impresa, ¶ per liberar di Cristo u' nacque il
114
1545
turchi discacciava, ¶ né palmo di terren gli era levato
115
1545
metta. ¶ 60. ¶ Che fai, sacro di Roma imperatore? ¶ Usar qui
116
1545
gran romore, ¶ che fa di Sciti la mala semenza
117
1545
le scopre resistenza, ¶ nessun di Paulo terzo ode la
118
1545
e duole ¶ che, sendo di Milano il vero erede
119
1545
convenevol li par aver di prima ¶ l'ereditá d
120
1545
e opima: ¶ 62. ¶ e che di Franza la real corona
121
1545
n'a la fede di Cristo mai mancato, ¶ quando
122
1545
mai mancato, ¶ quando bisogno di soccorso è stato. ¶ 63. ¶ Cosí
123
1545
si rimova ¶ l'augel di Giove da l'insubre
124
1545
Cristo vi porrá un la mano, ¶ vibrando la
125
1545
Né sol i capi di sí falsi errori ¶ fará
126
1545
ardente e vivo fuoco ¶ di mortali fará l'ultimo
127
1545
buon disire ¶ ch'ho di veder fedeli tutti insieme
128
1545
cristiani attorno gire, ¶ spargendo di concordia il vero seme
129
1545
vero seme? ¶ Non piú di questo, ch'io ti
130
1545
ma del valor e di vertute amico: ¶ egli a
131
1545
antico, ¶ con l'opre di milizia sí mirande ¶ che
132
1545
ingegno e l'arte ¶ di lui conobbe con sí
133
1545
annoverar potrebbe: ¶ ed io di lui cantar non saperei
134
1545
degni d'Omero e di maggior poema, ¶ ch'or
135
1545
che l'onorato titolo di Duce ¶ fra' suoi per
136
1545
il fuoco, ¶ che fòr di modo gli arse il
137
1545
il dolce gioco ¶ che di rar si può far
138
1545
in oblio. ¶ 75. ¶ Evvi Ferrando di Fedrico frate, ¶ noto fra
139
1545
che son l'opre di lui per lor lodate
140
1545
lodate, ¶ senza l'aíta di poema o canto. ¶ Di
141
1545
di poema o canto. ¶ Di quant'imprese a questi
142
1545
il vanto, ¶ ch'or di Ciclopi l'isola corregge
143
1545
s'esalta e onora: ¶ di Lodovico un d'i
144
1545
che 'l buon pastor di Roma Pio senese ¶ a
145
1545
in quest'etá presente, ¶ di beltá, di valor, donna
146
1545
etá presente, ¶ di beltá, di valor, donna non èe
147
1545
chi giunga a par di questa, ¶ sí fia leggiadra
148
1545
mondo ¶ chiaro, col lume di fulgenti rai, ¶ e tratta
149
1545
che cura singulare ¶ prender di lei si debbia a
150
1545
giente mortal egra, ¶ farem di lei qual d'i
151
1545
in lei. ¶ E quanto di vertute e grazia vige
152
1545
il pianto, ¶ del nascer di costei che fia fra
153
1545
santi numi, ¶ a favor di costei, di cui le
154
1545
a favor di costei, di cui le nove ¶ bellezze
155
1545
e dal chiaro splendor di lei s'allumi, ¶ ed
156
1545
ira spanda ¶ a questi del mondo in ogni
157
1545
s'addita? ¶ Ecco come di Dio la gloria e
158
1545
i santi simulacri singulari ¶ di porr' in fuoco a
159
1545
sol al senso presti: ¶ di sacre mariali il casto
160
1545
e vani sogni, ¶ né di schernir i santi si
161
1545
giá non si parli ¶ di questi lupi ed ammorbati
162
1545
tanta la vertú sará di lei, ¶ (mercé di Giove
163
1545
sará di lei, ¶ (mercé di Giove), che bastante fia
164
1545
diceva com'il dio di dèi ¶ al suo divin
165
1545
essere il mondo pien di vizii rei, ¶ e la
166
1545
corrotta e prava: ¶ onde di ciò turbato e 'n
167
1545
porta in seno, ¶ mostrando di decreti l'alma legge
168
1545
ogni grazia piena: ¶ questa di cui nel ciel giá
169
1545
d'un capèl copre di sottil lavoro, ¶ la verga
170
1545
liquido e soave, ¶ né di contrasto si sgomenta o
171
1545
il mento li copriva, ¶ di dure pietre tutta folta
172
1545
con perpetua vena: ¶ quivi di Maia il figlio, com
173
1545
tutta la famiglia, ¶ che di madonna aspetta il partorire
174
1545
tutto 'l mondo fa di sé gioire. ¶ 24. ¶ Era del
175
1545
s'attuffa e 'l s'annera: ¶ allor Mercurio
176
1545
a piena luna, ¶ e di vermigli, azurri e gialli
177
1545
vanto ¶ aver il mondo di tal figlia adorno, ¶ e
178
1545
ch'al giusto quadre, ¶ di quella il padre udir
179
1545
ed ami, poi ¶ che di lor alme il terzo
180
1545
e sodo. ¶ 30. ¶ Fu Pirro di Gonzaga il padre ch
181
1545
canterò col ceppo antico ¶ di questa bella de le
182
1545
in Norvegia conosciute fôro ¶ di lui le forze inusitate
183
1545
e nove; ¶ onde mertò di trïonfale alloro ¶ le chiome
184
1545
Egli sí forte e di tal nerbo fue ¶ che
185
1545
fue ¶ che ben mostrò di Marte esser figliuolo. ¶ Un
186
1545
stile, ¶ Italia volle ornar di tanta prole, ¶ che d
187
1545
campagne e selve elette, ¶ di mura un nuovo e
188
1545
bel castello attese, ¶ e di sua gente il nome
189
1545
lo chiamò la terra di Gonzaga. ¶ 39. ¶ Per lungo spazio
190
1545
e sparte ¶ l'opre di questo sangue altiero e
191
1545
saggio, ¶ che mastri fur di guerra singulari, ¶ prodi e
192
1545
lagna e plora. ¶ Ebber di Reggio e molte terre
193
1545
gioco, ¶ e nulla stima di dever perire: ¶ né tante
194
1545
uguali tutt'i giorni ¶ di mal in peggio oprando
195
1545
fan comedie e favole di noi, ¶ n'ammenda il
196
1545
si vergognan questi scelerati, ¶ di noi cantar cose nefande
197
1545
ire. ¶ Né parlan sol di voi, ma tutt'i
198
1545
mi serve assai sovente ¶ di coppa a mensa e
199
1545
a mensa e spesso di cortello: ¶ dal ciel mi
200
1545
albergo e quell'ostello: ¶ di voi dicon che sète
201
1545
che peggio fate assai di lor mortali. ¶ 87. ¶ Dicon ch
202
1545
Dicon ch'un po' di bianca lana trasse ¶ la
203
1545
la Luna a far di Pan tutte le voglie
204
1545
gregge toglie. ¶ Un lauro di Peneo la figlia fasse
205
1545
Che non è qui di voi né dio né
206
1545
e posti in scena ¶ di mortai la mordace lingua
207
1545
lingua e rea, ¶ sol di velen e di mal
208
1545
sol di velen e di mal dir ripiena. ¶ Ma
209
1545
dir ripiena. ¶ Ma piú di tutti 1'alma Citerea ¶ qual
210
1545
ch'ardir han preso di salir in cielo; ¶ Venere
211
1545
la rete Vulcano pien di gielo, ¶ e poi che
212
1545
per pelo, ¶ e dicon di quest'atto certe cose
213
1545
in precipizio vanno, ¶ come di bestie mal guidata torma
214
1545
tutto ch'i' repliche ¶ di questi scelerati, crudi ed
215
1545
approda affaticarsi, ¶ ché va di mal in peggio ogni
216
1545
punto non le cale ¶ di quel valor antico che
217
1545
valor antico che madonna ¶ di quanto scalda il sol
218
1545
o senta. ¶ 94. ¶ Vedeste questi come 'l Tesino, ¶ il
219
1545
furon più divoti. ¶ 95. ¶ Ma di brevi sará maggior furore
220
1545
che quasi Italia andrá di speme fòre ¶ di mai
221
1545
andrá di speme fòre ¶ di mai veder il mal
222
1545
sazio; ¶ ché si vedrá di Franza il pio signore
223
1545
abbandonato, in poco spazio ¶ di tempo e luoco, danno
224
1545
e 'l cor invitto ¶ di quel che re di
225
1545
di quel che re di reggi può chiamarsi, ¶ che
226
1545
mai piegarsi, ¶ disposto prima di morir che fare ¶ cosa
227
1545
Che 'n questo corso di vittoria fia ¶ più de
228
1545
luogi profanati, ¶ e pien di tanti incendii e di
229
1545
di tanti incendii e di roine, ¶ d'omicidi, adultèri
230
1545
d'omicidi, adultèri e di rapine. ¶ 101. ¶ E quel che
231
1545
più modesto il re di Turchi e Sciti, ¶ allor
232
1545
che prese l'isola di Rodi, ¶ ch'al gran
233
1545
tanto crudo stuolo, ¶ colmo di rabbia e privo di
234
1545
di rabbia e privo di pietate, ¶ che scherzando, e
235
1545
bevendo l'uman sangue, ¶ di velen gonfia qual pestifero
236
1545
a lunghi passi va di mal in peggio, ¶ ed
237
1545
l'uncino ¶ ch'ammorba di velen quest'e quel
238
1545
Napoli spesso in spazio di dui anni ¶ quattro o
239
1545
soffre questi e quel di fòre? ¶ E quanto spesso
240
1545
signor le menti disunite: ¶ di Pedemonti il giá gioioso
241
1545
n te non lascierá di ghiaccio dramma. ¶ 30. ¶ Né sará
242
1545
allora, ¶ che 'l terzo d'April cantando t
243
1545
e s'eri prima di cenere fatto, ¶ or in
244
1545
o patto, ¶ ché piú di giorno in giorno ti
245
1545
e snelle ¶ a par di questa ugual nessuna fôra
246
1545
cercava i compagni pien di duolo. ¶ 34. ¶ Allor m'assisi
247
1545
i versi suoi, ¶ ma di questa la voce piú
248
1545
sé la pietra tira, ¶ di cui l'India ne
249
1545
pascer quanto v'è di dolce e buono, ¶ i
250
1545
la non giusta salma: ¶ 38. ¶ di midolla il sambuco tutto
251
1545
e l'arbor che di Giove il mondo dice
252
1545
Giove il mondo dice, ¶ di Pallade l'olivo, e
253
1545
odorato maci, e prezïoso ¶ di bei mirabolani si scorgea
254
1545
mirabolani si scorgea ¶ e di pistacchi un bel giardin
255
1545
balsamo stillar aventuroso, ¶ e di novo veduto in queste
256
1545
vede un folto bosco; ¶ di ciò gioiva del gran
257
1545
Franza e d'Alemagna, ¶ di Grecia e d'Ongaria
258
1545
scabro tofo era cavata, ¶ di canne cinto se ne
259
1545
e cheti; ¶ ché mai di quanti dentro al mar
260
1545
sono e lieti, ¶ mercé di quella il cui valor
261
1545
chiaro, e Benaco, pien di grav'orgoglio; ¶ l'Adige
262
1545
l'accoglie, ¶ che son di loro etate quelle trombe
263
1545
sospir mandava, ¶ con voce di dolor e d'ira
264
1545
de l'Amanio privo, ¶ di' che la fama a
265
1545
assai piú tersi ¶ suona di Giulio con sonori accenti
266
1545
Ché, non famoso ancor, di porsi insieme ¶ con gli
267
1545
che questi bassi carmi ¶ di Parnaso si cantin su
268
1545
a canto a canto di costoro: ¶ e tutti intenti
269
1545
e l'Indo carco di gemme, e 'l Caico
270
1545
Meandro e 'l padre di Dafne, Peneo. ¶ 58. ¶ E del
271
1545
v'era, ¶ ed armata di fuoco la Chimera. ¶ 61. ¶ D
272
1545
e bei concenti. ¶ 64. ¶ Non di Parnaso l'uno e
273
1545
occhi e la bellezza ¶ di quella che divenne un
274
1545
divenne un verde alloro, ¶ di cui le frondi tanto
275
1545
e tempra il suon di questa sacra lira. ¶ 66. ¶ Non
276
1545
vedesti. ¶ 67. ¶ Dammi fortezza, acciò di parte in parte ¶ cantar
277
1545
possa la divina istoria ¶ di quella, dove 'l ciel
278
1545
acqueta gli elementi uscí di fòra, ¶ a tanta maiestate
279
1545
e chiaro trono ¶ che di Febo la luce discolora
280
1545
piú crud'e ingrato. ¶ 71. ¶ Di nulla i' feci il
281
1545
figliuol gli occhi ricopra ¶ di terra cerca per erede
282
1545
tant'ira ¶ ch'ogniun di lor nel fuoco arde
283
1545
e quanti vizii avea di Gange il lito, ¶ con
284
1545
il poderoso sasso, ¶ e di fermarlo indarno fa sue
285
1545
rota e trasferirsi altrove, ¶ di fame e sete Tantalo
286
1545
tutte l'ore. ¶ 80. ¶ Sentí di Febo il fier pungente
287
1545
membra rose, ¶ fin che di brama tutto si corrose
288
1545
quanti col fuoco, ¶ quanti di rabbia fatti ho giá
289
1545
innanti a gli occhi di quale e quanto padre
290
1545
de la Signora Lucrezia di lei nipote descritto, cantando
291
1545
che, a mal grado di morte e del tempo
292
1545
a tutti e' Fregosi di sforzarsi d'imitarlo, e
293
1545
dentro il sacro tempio di pudicizia meritevolemente a quella
294
1545
ciò che poche donne di rado dopo la morte
295
1545
leggere tutto quello che di lui ha voluto esso
296
1545
molesto, pregando il datore di ogni bene, il nostro
297
1545
LA SIGNORA ¶ LUCREZIA GONZAGA DI GAZUOLO ¶ Chiunque affisa gli
298
1545
vuole ¶ fiso mirar, e di begli occhi i rai
299
1545
Ninfa in l'acque, ¶ di quella diva che 'l
300
1545
t'impenna, ¶ poi che di quella in cor pensier
301
1545
salda scrivi, ¶ ché scrivendo di lei seco t'avivi
302
1545
Né taci il dir di quel buon dotto Veglio
303
1545
Lucrezia, dire ¶ ciò che di voi la vaga Ninfa
304
1545
che 'n queste carte ¶ di voi le lode apertamente
305
1545
n'Ippocrene, o sia ¶ di Cirra il piú sacrato
306
1545
ed alma, ¶ ché scrivendo di voi mi levo a
307
1545
il mondo rinovella, ¶ che di verdi erbe e mammole
308
1545
vibra Febo i rai. ¶ 9. ¶ Di monte Veso al piede
309
1545
u' con le corna ¶ di neve sempre carche tocca
310
1545
eterno ogni or soggiorna ¶ di mill'e di mill
311
1545
soggiorna ¶ di mill'e di mill'anni il duro
312
1545
ogn'arboscello e stelo, ¶ di cui lo re di
313
1545
di cui lo re di fiumi una gran parte
314
1545
da l'eccelse rupi di que' monti, ¶ da l
315
1545
toccanti sassi, ¶ per piú di mille vene e mille
316
1545
alto cadendo il re di fiumi fassi, ¶ e quivi
317
1545
larghi passi ¶ nel pian di Lombardia gonfiato scende, ¶ e
318
1545
fiso, ¶ quando non troppo di lontan cantare ¶ una voce
319
1545
cantare ¶ una voce senti' di paradiso, ¶ la cui dolcezza
320
1545
e non terrena lira, ¶ di quella che giá Febo
321
1545
dono ¶ al suo figliuol, di cui la fama gira
322
1545
invio, ¶ per meglio aver di lui certa contezza; ¶ né
323
1545
chiari e dolci rai ¶ di chi l'incende, nova
324
1545
tristo pensier cacciato fòre ¶ di gioiosa speranza armoss'il
325
1545
è che 'l cor di questa vista appago, ¶ e
326
1545
lei disgombra, ¶ e sol di rimirarla l'arde e
327
1545
si mostrava, ¶ qual ninfa di Dïana al sacro coro
328
1545
ancor mi dá diletto. ¶ 18. ¶ Di zendado morello era vestita
329
1545
e mille nodi attorno, ¶ di groppi d'oro poi
330
1545
d'ognintorno ¶ parea gioir di quella dolce vista, ¶ u
331
1545
bella, ¶ nel bel fiorir di sua piú vaga etate
332
1545
ha nel paradiso. - ¶ 22. ¶ Ella di me s'avide allora
333
1545
ogn'altra vincer suole: ¶ di cui gli ardenti ed
334
1545
ardenti ed amorosi rai ¶ di que' begli occhi, e
335
1545
spiace, ¶ che si veggia di me piú vaga e
336
1545
lieta piú mi face, ¶ di me, d'ogn'altra
337
1545
LA SIGNORA ¶ LUCREZIA GONZAGA DI GAZUOLO, E DEL VERO
338
1545
VERO AMORE, ¶ COL TEMPIO DI PUDICIZIA, E CON ALTRE
339
1545
Matteo Bandello in lode di quella gientilissima signora Lucrezia
340
1545
gientilissima signora Lucrezia Gonzaga di Gazuolo, e parendomi che
341
1545
de le rare doti di quella vertuosa e cosí
342
1545
eccellente eroina, e altresí di tanti effetti d'Amore
343
1545
desiderio che io avea di vedere questo bellissimo poema
344
1545
poi che a piú di uno segno conobbe le
345
1545
punto se ne avedesse, di potermene impatronire. Il che
346
1545
mio potere. Onde trovatele di mano propria di esso
347
1545
trovatele di mano propria di esso Bandello iscritte deliberai
348
1545
queste stanze il parere di molti uomini dotti, e
349
1545
e in ogni sorte di dottrina eminentissimo, il signor
350
1545
nel tempo del parto di Vostra Signoria, quando Quella
351
1545
conte Guido Rangone, fratello di Quella, come per una
352
1545
openione e saggio giudicio di chi piú sa, e
353
1545
farei quanto ora faccio di queste. Deliberando adunque di
354
1545
di queste. Deliberando adunque di fare imprimere le sue
355
1545
divolgassi sotto il nome di qualche onorato personaggio, non
356
1545
scostando del commune uso di quasi tutti quelli che
357
1545
chiaro e famoso nome di Vostra Signoria. E primieramente
358
1545
tanto tempo fatte, levare di bocca a' tarli, e
359
1545
dire, che egli era di animo, se mai le
360
1545
onorato e valoroso nome di quella cui egli per
361
1545
egli per infiniti rispetti di continovo riverisce, ammira, loda
362
1545
col nome in fronte di Quella, io mi rendo
363
1545
certo che per riverenza di lei non ardirá garrirmi
364
1545
quando il chiaro nome di Quella non vedesse posto
365
1545
non so ciò che di lui sperare mi devesse
366
1545
adiri meco, e pien di corrucci me ne faccia
367
1545
lascierò morire la fama di tanti e tali eroi
368
1545
chi sa che egli di queste non avesse altro
369
1545
fatto, quanto giá fece di qualche altro suo parto
370
1545
sue Parche saranno fòra di periglio, e io spero
371
1545
le cose sue, come di uno mio piú caro
372
1545
ho sempre in luoco di onorato padre riverito, vi
373
1545
non potendo per ora di piú, manifesti il desiderio
374
1545
il desiderio che ho di sempre onorarvi, e con
375
1545
essere mia professione giudicare di questo, che da picciolo
376
1545
la eternamente con prefazione di onore da essere nominata
377
1545
e sempre acerba memoria di quello incolpato e valoroso
378
1545
signor Cesare Fregoso, consorte di Vostra Signoria. Lascierò il
379
1545
pare che ciascuno, sia di che professione si voglia
380
1545
e ove tutto il in questa sua anzi
381
1545
anzi pur nostra e di tutta la famiglia Fregosa
382
1545
diportandosi dare uno poco di alleggiamento e refrigerio a
383
1545
e soffre tutto il per allevare li signori
384
1545
conviene, non cessando mai di porgli innanti a gli
385
1545
ama mette mente, ¶ il cangiando mille volte amore
386
1545
discopra, ¶ piú si crede di far lodevol cosa, ¶ né
387
1545
né biasmo pensa aver di simil opra: ¶ né piú
388
1545
vede, ¶ mille fïate mor di gielosia, ¶ né può ritrar
389
1545
gielosia, ¶ né può ritrar di lei seguir il piede
390
1545
la mente schietta, ¶ che di valor è 'l vero
391
1545
favor vedrai ¶ che spiegherá di quei lucenti rai. ¶ 81. ¶ Stará
392
1545
aver amore, ¶ ed han di ghiaccio tutto pieno il
393
1545
si fide ¶ sí liggiermente di cotesti amanti ¶ di cui
394
1545
liggiermente di cotesti amanti ¶ di cui lo cor ch
395
1545
e, come foglia lieve, ¶ di questa e quella cerca
396
1545
tutte giura c'ha di lor memoria, ¶ e quante
397
1545
ragione i sensi, ¶ cercando di poggiar a l'alta
398
1545
detto il parlar mio ¶ di lei, d'i suoi
399
1545
prima ch'io parta, di parlar t'affretta, ¶ perché
400
1545
la vertú visiva ¶ vidi di quella che bramava tanto
401
1545
cor chi mi divora? ¶ Di cui le fiamme son
402
1545
culla, ¶ che fia, lasso!, di me veggiendo lei, ¶ u
403
1545
me veggiendo lei, ¶ u' di beltate e grazia manca
404
1545
il cor agogna". ¶ 98. ¶ Cosí di passo in passo me
405
1545
giá que' dolci rai ¶ di quella ond'io m
406
1545
che non l'aguaglian di mortai parole. ¶ Con le
407
1545
pensier battuto e vinto, ¶ di mille lacci allor mi
408
1545
e tramontane stelle; ¶ ma di salir le scale non
409
1545
e 'l bel giardino, ¶ di candidi ligustri cinto a
410
1545
Giunta è la gloria di perfetti Amori. ¶ 102. ¶ Pien di
411
1545
di perfetti Amori. ¶ 102. ¶ Pien di rugiada a i caldi
412
1545
può mostrarsi alcuno adorno ¶ di smilace giá mai, qualunque
413
1545
natura l'ha depinto, ¶ di soave rossor, si discopriva
414
1545
soave rossor, si discopriva ¶ di fior ornato il giovane
415
1545
distinto, ¶ da che Febo di vita quello priva: ¶ degno
416
1545
degno per sua beltá di miglior fato, ¶ ed era
417
1545
non lunge il figlio di Cefiso, ¶ che sí soave
418
1545
Persia ne conciede, ¶ che di color al mar simil
419
1545
suol dare: ¶ non pigli di cavarla mai baldanza ¶ chi
420
1545
vertüoso. ¶ 111. ¶ V'eran vïole di diverse speci, ¶ che troppo
421
1545
ne vidi forse piú di dieci ¶ diverse come sa
422
1545
vince l'altre e di colore, ¶ appellata da' dotti
423
1545
quella, ¶ ch'or piú di cento ne dispiega fòre
424
1545
un bel vaso pien di terra toglie, ¶ e ve
425
1545
e sagge, ¶ ed ogni l'inacqua, purga e
426
1545
rimira ¶ vede il color di tutte le vïole: ¶ ivi
427
1545
che Vener pinse e di sua man compose. ¶ 120. ¶ E
428
1545
in molte cose appaghi. ¶ 121. ¶ Di convalli il bel giglio
429
1545
assai, ¶ onor e pompa di giardini gai. ¶ 122. ¶ Tesseva pergolati
430
1545
scopria. ¶ 123. ¶ Tant'altri fior di varii e bei colori
431
1545
strade e sentier dapoi di fòri ¶ or questa or
432
1545
vivrei del desir fòr di speranza ¶ il resto di
433
1545
che fa l'ardor di quest'ardenti faci, ¶ ché
434
1545
desta ¶ a l'opre di vertute e cortesia. ¶ La
435
1545
real, la lingua onesta ¶ di chi camina questa bella
436
1545
uomo allegro e pien di caritate. ¶ 26. ¶ Sveglia i pensier
437
1545
il cor e pien di gioia: ¶ con miglior gusto
438
1545
sia sprezzato o colmo di mercedi, ¶ sempre lo trovi
439
1545
Gode in un mar di gioia e insieme piange
440
1545
inostra. ¶ 33. ¶ Né ti curar di ciò che 'l volgo
441
1545
loda. ¶ Cerca pur sol di farti quest'amica, ¶ ed
442
1545
oda, ¶ ch'ella è di tal valor, di tanta
443
1545
è di tal valor, di tanta stima, ¶ ch'oggi
444
1545
stimava bene. ¶ E voleva di lor ciascuno ch'io
445
1545
per dir chiaro qual di lor piú forza ¶ avesse
446
1545
gientil quivi m'apparve. ¶ 37. ¶ Di vergine il vestir aveva
447
1545
davano al collo piene di vaghezza, ¶ e l'un
448
1545
d'Africa la diva ¶ di Pafo apparve al suo
449
1545
ora, ¶ che ti trarrá di libertate fòra. ¶ 41. ¶ I' ti
450
1545
tra ligustri e gigli ¶ di rosato color le guancie
451
1545
quella ch'al mondo di vertute sola ¶ è la
452
1545
calca e preme ¶ u' di genebri e mirti è
453
1545
è il bosco santo, ¶ di che ti dissi giá
454
1545
e 'l verde praticello ¶ di varii fior si mostra
455
1545
un paradiso, ¶ han detto: "Di beltá qui manca nulla
456
1545
a pien si vante ¶ di maniere sí belle e
457
1545
le vaghe stelle, ¶ piene di grazia e di vertute
458
1545
piene di grazia e di vertute accolta, ¶ parendole fra
459
1545
lor raccolta, ¶ non pareggiar di questa la beltate, ¶ la
460
1545
incomparabile bellezza, ¶ la figlia di Taumante al ciel s
461
1545
sovien quest'esser quella ¶ di ch'altre volte lor
462
1545
sovvra tutte fôra bella, ¶ di saggio spirto e d
463
1545
com'elle han visto di Giunone ¶ la serva dimostrarsi
464
1545
spesso suol l'amante di Titone, ¶ quando dinanzi al
465
1545
quando dinanzi al sol di letto sale, ¶ che di
466
1545
di letto sale, ¶ che di varii colori si compone
467
1545
lá su si vede ¶ di piú colori in l
468
1545
il Tartaro figliuolo, ¶ cinto di giunchi la muscosa testa
469
1545
l'alto polo, ¶ ebro di gioia, d'allegrezza e
470
1545
allegrezza e festa. ¶ Ve' di que' bianchi cigni il
471
1545
l'altra sponda ¶ ha di smeraldi ornate in poco
472
1545
poco d'ora, ¶ né di tanti o sí vaghi
473
1545
core ¶ innanzi a lei di ritrovarsi quivi, ¶ so come
474
1545
né potrei mentire, ¶ se di questa il favor ti
475
1545
liquido e sottile ¶ fuoco di suoi begli occhi in
476
1545
leggiadro e almo focile ¶ di que' divini e ardenti
477
1545
da quella accese: ¶ sol di lei parla e scrive
478
1545
lor martíre, ¶ veggiendo che di lor nulla ti calse
479
1545
allor morir l'invidia, ¶ di sdegno piena e di
480
1545
di sdegno piena e di torpente accidia. ¶ 75. ¶ Sofferir ti
481
1545
questi quella Bianca, onore ¶ di tempi suoi, sí fu
482
1545
il fiore, ¶ qual che di bene in meglio s
483
1545
che 'l mondo ornato di tal prole n'aggia
484
1545
prole n'aggia, ¶ dico di queste messe a l
485
1545
dolci e care tempre ¶ di costei che vertú con
486
1545
o donne, poi ¶ che di costei la cura aveste
487
1545
decor cortesemente, ¶ e come di begli occhi i gran
488
1545
ogni ben dispone. ¶ 101. ¶ E di questo fará conserva tale
489
1545
con caldi tuoi sospiri, di costei ¶ l'alta bellezza
490
1545
l'alta bellezza il che giugnerai, ¶ e tanto
491
1545
tanto allor t'accenderá di lei ¶ Amor che 'l
492
1545
occhi tuoi la fé di quant'ho detto, ¶ ed
493
1545
com'uom che fòr di sé sen viva ogni
494
1545
venir meno; ¶ ond'io di lei come mi vidi
495
1545
com'un uom che di sé fòra ¶ attonito si
496
1545
tanti gridi spensi. ¶ Poi di mille pensier noiose some
497
1545
Licurgo, il gran nemico ¶ di Bacco, ch'a se
498
1545
La mattina, da mezzo , la sera, ¶ con dolce
499
1545
non manchi o pèra, ¶ di bei color vergato e
500
1545
dolce voce e piena ¶ di bei concenti e di