parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1991
non c’è niente di più bello delle labbra
2
1991
più bello delle labbra di Jun, pensava la gente
3
1991
amore con te? ¶ – Molto di più. ¶ – Stupido. ¶ Jun alzò
4
1991
alzò lo sguardo verso di lui, si avvicinò al
5
1991
comprato questa volta, matto di un signor Rail? ¶ A
6
1991
da lì, il campanile di Quinnipak suonò la mezzanotte
7
1991
paese fino al letto di quei due – quand’è
8
1991
tempo numera i conati di essere che si è
9
1991
e la legittimazione trascendentale di qualsiasi orologio, e la
10
1991
e la dolcezza straziante di tutti i rintocchi di
11
1991
di tutti i rintocchi di qualsiasi campana – avvinghiati al
12
1991
rito, sempre, la ricomposizione di milioni di isterici scatti
13
1991
la ricomposizione di milioni di isterici scatti di paura
14
1991
milioni di isterici scatti di paura in un’unica
15
1991
l’uomo diventa capace di muoversi come un Dio
16
1991
se era un istante di ritardo o di anticipo
17
1991
istante di ritardo o di anticipo, affinché ogni istante
18
1991
Ammiragliato consegnava all’impiegato di turno del treno postale
19
1991
agli impiegati del traghetto di Kingston che lo portava
20
1991
gli impiegati del traghetto di Kingston riportavano l’orologio
21
1991
l’orologio all’impiegato di turno del treno postale
22
1991
Quando il treno arrivava di nuovo a Londra l
23
1991
ogni giorno, per centinaia di giorni”. ¶ Erano i tempi
24
1991
in cui nella stazione di Buffalo c’erano tre
25
1991
n’erano nella stazione di Pittsburgh, uno per ogni
26
1991
indietro, in una scatola di velluto, passando di mano
27
1991
scatola di velluto, passando di mano in mano, prezioso
28
1991
e quando tornava, prima di lui arrivava un gioiello
29
1991
gioiello, in una scatola di velluto. La donna che
30
1991
lui ovunque andasse, passava di valigia in valigia, di
31
1991
di valigia in valigia, di città in città, e
32
1991
loro amore, nel labirinto di mondi in cui l
33
1991
volersi. Tornava indietro prima di lui perché lei sapesse
34
1991
era spezzato il filo di quel tempo. Così l
35
1991
non c’era bisogno di dir nulla, di chiedere
36
1991
bisogno di dir nulla, di chiedere nulla, né di
37
1991
di chiedere nulla, né di sapere. L’istante in
38
1991
non svanissero alla deriva di una babele di tempi
39
1991
deriva di una babele di tempi ed ore differenti
40
1991
che nessuno si sognasse di opporre resistenza. Resistevano un
41
1991
resistenza. Resistevano un paio di generali discriminazioni – l’alba
42
1991
un’unica grande poltiglia di istanti. Prima o poi
43
1991
due binari, sequela precisa di prima e di poi
44
1991
precisa di prima e di poi, incessante processione di
45
1991
di poi, incessante processione di traversine... e soprattutto... era
46
1991
c’erano sette minuti di differenza tra l’ora
47
1991
differenza tra l’ora di qui e l’ora
48
1991
qui e l’ora di là, lei li rendeva
49
1991
la felicità, sistema rapido di allacciamento delle stringhe, nomi
50
1991
allacciamento delle stringhe, nomi di città, utilità delle bare
51
1991
ricetta del caffellatte, nomi di cani famosi, dove va
52
1991
era, propriamente, il padre di Pehnt. Nel senso che
53
1991
che non aveva più di due giorni, infagottato in
54
1991
alla porta della chiesa di Quinnipak. A prenderselo in
55
1991
della sorella un sottotenente di bella presenza e misurata
56
1991
prudente ma precisa domanda di matrimonio. Per un fenomeno
57
1991
colpì Pekisch al momento di leggere la lettera di
58
1991
di leggere la lettera di Marius Jobbard, tale proposta
59
1991
dopo che una palla di cannone del peso di
60
1991
di cannone del peso di venti chili aveva repentinamente
61
1991
le possibilità del sottotenente di prendere moglie: e, in
62
1991
moglie: e, in generale, di fare alcunché. La buona
63
1991
accompagnate dalla ufficiale certificazione di morte del sottotenente Charlus
64
1991
Lei no. Nell’impossibilità di disporre di un felice
65
1991
Nell’impossibilità di disporre di un felice avvenire, si
66
1991
passato. Informò la cittadinanza di Quinnipak che suo marito
67
1991
ipotetica, vita matrimoniale. Non di rado le accadeva di
68
1991
di rado le accadeva di usare, come solenne intercalare
69
1991
acutissime ma ragionevoli massime di vita. In realtà il
70
1991
Abegg era una donna di notevole fantasia e solide
71
1991
la storia della giacca di Pehnt, la quale, tra
72
1991
buon motivo. Allora cerca di capire. Tu crescerai. E
73
1991
grande da fartela diventare di misura lascerai questa cittadina
74
1991
effettivamente rappresentare un punto di riferimento utile e autorevole
75
1991
scarsa disponibilità economica (frutto di una pensione dell’esercito
76
1991
si era mai sognato di mandarle) e le elementari
77
1991
per crescere era quello di rimanere il più possibile
78
1991
possibile, con un po’ di batticuore, si rannicchiava più
79
1991
notte qualunque. C’era di mezzo qualcosa come lo
80
1991
qualcosa come lo sforzo di ricordarsi qualcosa. C’era
81
1991
ricordarsi qualcosa. C’era di mezzo un sottile timore
82
1991
mezzo un sottile timore di scoprire chissaché. C’era
83
1991
scoprire chissaché. C’era di mezzo il bisogno che
84
1991
comunque bellissimo. C’era di mezzo una voglia un
85
1991
l’amore. C’era di mezzo un sacco di
86
1991
di mezzo un sacco di roba. ¶ Dopo – dopo era
87
1991
nel bicchier d’acqua di quella mezz’ora d
88
1991
Il sesso cancella fette di vita che uno nemmeno
89
1991
con una mossa nervosa di paura. Un po’ per
90
1991
fortuna, spariscono nelle pieghe di quella vita appallottolata mozziconi
91
1991
quella vita appallottolata mozziconi di tempo dolorosi, o vigliacchi
92
1991
suo sesso, scivolava su di lui, tornava a intrufolarsi
93
1991
non c’è niente di più bello delle gambe
94
1991
più bello delle gambe di un uomo, pensava Jun
95
1991
con dentro l’aria di un sorriso ¶ – Jun, non
96
1991
immaginarselo. Si rannicchiò su di lui, sfiorava con le
97
1991
Dallet in una soffitta di rue Guenégaud. Giaceva completamente
98
1991
trapassato da un colpo di rivoltella. A pochi metri
99
1991
investigatori trovarono il cadavere di un giovane sui vent
100
1991
come Philippe Kaiskj, studente di giurisprudenza. Il corpo mostrava
101
1991
giacché indossava alcuni capi di raffinata biancheria intima femminile
102
1991
risultavano evidenti i segni di una violenta colluttazione. La
103
1991
aspettarsi, sulle prime pagine di tutte le gazzette della
104
1991
raccolte nel breve arco di ventiquattr’ore, si rivelarono
105
1991
circostanza impedì alla Giustizia di fare, fino in fondo
106
1991
Dallet, al terzo piano di uno stabile di via
107
1991
piano di uno stabile di via Moscat. Alle sue
108
1991
in seguito la lettera di Marius Jobbard. ¶ Ovviamente ciò
109
1991
non ebbe mai modo di sistematizzare come avrebbe voluto
110
1991
avrebbe voluto nella logica di un breve ma acuto
111
1991
una seggiola. Pekisch era di fronte a lui, seduto
112
1991
agli altri, la lettera di Marius Jobbard e i
113
1991
li guardava e cercava di stabilire tra le due
114
1991
non aver fatto niente di cui doversi vergognare. E
115
1991
non c’è niente di complicato. ¶ – No. ¶ – Il complicato
116
1991
che ha un desiderio di cui si vergogna: ha
117
1991
ha una voglia pazzesca di qualcosa che non si
118
1991
lo tiene e decide di farla quella cosa di
119
1991
di farla quella cosa di cui ha tanta voglia
120
1991
con il fine principale di essere puliti. I desideri
121
1991
prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte
122
1991
volte, vale la pena di non dormire pur di
123
1991
di non dormire pur di star dietro a un
124
1991
quando arriva il momento di pagare uno non pensi
125
1991
rimuginando pensieri e fette di frasi. Poi aprì la
126
1991
dal taschino un mozzicone di matita poi gridò verso
127
1991
Quinnipak arrostiva al sole di mezzogiorno. ¶ Quella del quadernetto
128
1991
e che in linea di massima si è chiamati
129
1991
ad affrontarla in stato di assoluta e radicale impreparazione
130
1991
a torto – il numero di cose che occorreva imparare
131
1991
vedeva una sterminata quantità di oggetti, persone, situazioni e
132
1991
a imparare i nomi di tutta quella roba – tutti
133
1991
Ce n’è troppo, di mondo” pensava. E cercava
134
1991
accade, per estensione logica di un’esperienza banale. Di
135
1991
di un’esperienza banale. Di fronte all’ennesima lista
136
1991
mise in mano prima di mandarlo all’Emporio Fergusson
137
1991
capì, in un istante di noumenica illuminazione, che la
138
1991
efficace contro eventuali cali di memoria. Intuì che scrivere
139
1991
una non insignificante parte di umanità. Pensò a centinaia
140
1991
umanità. Pensò a centinaia di pagine zeppe di parole
141
1991
centinaia di pagine zeppe di parole e sentì che
142
1991
una buona base. Una di quelle cose che ti
143
1991
la mappa del sapere di Pehnt si sviluppò giorno
144
1991
parziale ma rigorosamente privo di gerarchie. Le annotazioni – sempre
145
1991
infantile (testuali parole) quello di tappare con le mani
146
1991
le mani il buco di ingresso del tubo, e
147
1991
sua bocca, cosa che di norma permette di trasmettere
148
1991
che di norma permette di trasmettere alla colonna d
149
1991
Quanto alla Sua ipotesi di “autoauscultatore”, posso dirLe che
150
1991
mi corre il dovere di riportarLe nella integrale testualità
151
1991
il mio umilissimo compito di segretario. Ciò non di
152
1991
di segretario. Ciò non di meno – e benché io
153
1991
poco mancare – mi consenta di aggiungere alcune righe a
154
1991
assoluto anonimato, allo studio di una macchina capace di
155
1991
di una macchina capace di produrre il moto perpetuo
156
1991
La pressoché totale mancanza di risultati apprezzabili ha comprensibilmente
157
1991
sembrato provvidenziale, alla luce di tutto ciò, il benevolo
158
1991
clamore, l’ingegnoso sistema di comunicazione attraverso tubi di
159
1991
di comunicazione attraverso tubi di zinco che il professore
160
1991
punto per l’albergo di suo cugino, Alfred Dallet
161
1991
e con l’ausilio di alcune calibrate dichiarazioni rilasciate
162
1991
logoforo”, lo scienziato capace di “portare qualunque voce fino
163
1991
Sua discrezione, Le dirò di aver sentito personalmente il
164
1991
non senza l’ausilio di qualche bicchiere di Beaujolais
165
1991
ausilio di qualche bicchiere di Beaujolais – che il massimo
166
1991
con il logoforo era di poter ascoltare dall’ingresso
167
1991
poter ascoltare dall’ingresso di un bordello i rumori
168
1991
può constatare, si fa di minuto in minuto più
169
1991
mente. Dunque mi permetta di aggiungere, senza indugi, che
170
1991
hanno dimostrato senza ombra di dubbio che una voce
171
1991
essere trasmessa attraverso tubi di zinco fino a 951 metri
172
1991
zinco fino a 951 metri di distanza. Si può ragionevolmente
173
1991
cioè raggiungere una distanza di quasi cento chilometri. Il
174
1991
ho avuto la fortuna di incontrare la scorsa estate
175
1991
Londra e raggiungere Liverpool. ¶ Di fronte a tutto ciò
176
1991
Davvero siamo alla vigilia di un mondo interamente collegato
177
1991
interamente collegato da reti di tubi capaci di annullare
178
1991
reti di tubi capaci di annullare qualsiasi distanza. Poiché
179
1991
San Pietroburgo non più di due ore e mezzo
180
1991
il tempo, mi creda, di rompere gli indugi e
181
1991
Pekisch, io mi permetto di dirLe in tutta umiltà
182
1991
in tutti i modi di affinare le Sue procedure
183
1991
percorrendo il luminoso cammino di una nuova umanità. ¶ Non
184
1991
mi congedo, col rimpianto di non poterLa conoscere personalmente
185
1991
non è nelle condizioni di poter accettare il Suo
186
1991
ha più la freschezza di un tempo. Voglia accettare
187
1991
fatica i tre piani di scale. Giunto davanti alla
188
1991
là da insospettabili macchie di sangue. ¶ Accanto alle lettere
189
1991
un biglietto: ¶ Con preghiera di spedire al più presto
190
1991
più lentamente e faticosamente di quanto non li avesse
191
1991
aspettare qualche istante prima di dirigersi verso la scrivania
192
1991
il rasoio che sapeva di trovarvi, lo aprì e
193
1991
Il sole ti piglia di fianco, quand’è così
194
1991
che ha dentro qualcosa di affettuoso – ciò forse spiega
195
1991
ammazzare o peggio: pensare di ammazzare, o peggio: accorgersi
196
1991
potrebbe anche essere capaci di pensare di ammazzare. O
197
1991
essere capaci di pensare di ammazzare. O peggio: farsi
198
1991
riconoscere la piccola sagoma di Pehnt. Non l’avesse
199
1991
a ogni passo decida di buttare via una gamba
200
1991
modo mentre intanto cerca di liberarsi dell’altra, senza
201
1991
non ne vuol sapere di mollare, e così via
202
1991
mancano ormai che venti, di metri, al termine del
203
1991
ma neppure la testa di un ragazzino ce la
204
1991
fine, negli occhi grigi di Pekisch. ¶ – Ciao, Pekisch. ¶ – Ciao
205
1991
uomo addosso, Pehnt. Nera. Di bottoni ne è rimasto
206
1991
sbottona, ha l’aria di uno che potrebbe farlo
207
1991
non smettere mai più. ¶ – Di’ qualcosa, Pehnt. Dimmi cosa
208
1991
Caino faceva il fratello di Abele e... ¶ – Pehnt, non
209
1991
versare litri e litri di parole in un tubo
210
1991
ci vorrebbe un po’ di pendenza... d’altronde è
211
1991
chiaro, quella è capace di fermarsi dopo un po
212
1991
per tutte le scuole di canto del mondo... te
213
1991
se ne potrebbero fare di tutte le misure, e
214
1991
quando, per incomprensibili giochi di correnti, scherzi di venti
215
1991
giochi di correnti, scherzi di venti, bizzarrie del cielo
216
1991
del cielo, sgarbi reciproci di nubi difettose, e circostanze
217
1991
decine, una vera collezione di casi, e di assurdi
218
1991
collezione di casi, e di assurdi – quando, in quella
219
1991
sfinito dall’ansia, che di fronte a un’assurdità
220
1991
rigirarsi un’irrefrenabile voglia di ridere. Poi magari non
221
1991
a minute gocce prese di infilata dal sole basso
222
1991
presa per il culo di qualsiasi logica. Un’emozione
223
1991
questa altrimenti ridicola abitudine di vivere certo figura anche
224
1991
una buona mezz’ora di sole, e lo troveremo
225
1991
chissà cos’hanno perso di così importante per strisciare
226
1991
qualcosa avesse in sorte di trovarla, così, semplicemente, e
227
1991
era? ¶ – Era la storia di Giobbe, di Giobbe e
228
1991
la storia di Giobbe, di Giobbe e di Dio
229
1991
Giobbe, di Giobbe e di Dio. ¶ Non staccano gli
230
1991
invece alla scrivania / luce di lampada a petrolio / studiolo
231
1991
studiolo al terzo piano di via Moscat / tappezzeria a
232
1991
libri, diplomi, piccolo David di bronzo, mappamondo in legno
233
1991
metro virgola ventuno / ritratto di signore con baffi / altro
234
1991
e tappeto bisunto / odore di polvere, tabacco e scarpe
235
1991
singolarmente scritta sul retro di una carta topografica della
236
1991
topografica della suddetta città di Quinnipak, e la legge
237
1991
è attualmente nell’impossibilità di risponderLe personalmente; voglia quindi
238
1991
professore. ¶ Onestà mi impone di riferirLe che nel leggere
239
1991
non ha nascosto moti di disappunto e significativi segni
240
1991
disappunto e significativi segni di insofferenza. Egli ha giudicato
241
1991
come l’istantanea percezione di una felicità assoluta e
242
1991
un esule: a migliaia di chilometri da quell’immagine
243
1991
giusto un istante, prima di cedere, in silenzio, proprio
244
1991
chinava verso il volto di Jun per dire – ma
245
1991
modo bellissimo, un segreto di pochi, piangono solo con
246
1991
pieni fino all’orlo di tristezza, e impassibili mentre
247
1991
impassibili mentre quella goccia di troppo alla fine li
248
1991
a vederlo nudo sotto di sé e a baciarlo
249
1991
del signor Rail dentro di sé, e dunque, in
250
1991
il signor Rail dentro di sé, e puntando le
251
1991
prese a rigirare dentro di sé la vinta resistenza
252
1991
perché entrasse ovunque, dentro di lei, e ritmicamente scivolasse
253
1991
nella follia, mai smettendo di piangere – se quello si
254
1991
inutile e falso tentativo di fermare quella donna che
255
1991
era l’elementare pretesa di godere ancora, e ancora
256
1991
godere ancora, e ancora di più. E non smise
257
1991
più. E non smise di piangere – e di tacere
258
1991
smise di piangere – e di tacere – di piangere e
259
1991
piangere – e di tacere – di piangere e di tacere
260
1991
tacere – di piangere e di tacere, nemmeno quando lo
261
1991
uomo che era sotto di lei, chiudere gli occhi
262
1991
viscere in quella specie di percossa intima e indecifrabile
263
1991
un segreto, o qualcosa di simile. Così era difficile
264
1991
il cervello a cercar di dare un senso a
265
1991
qualcosa – per così dire – di bello. Così. Tutti dicevano
266
1991
Rail mandasse uno straccio di lettera o di notizia
267
1991
straccio di lettera o di notizia, dai suoi viaggi
268
1991
Però, qualche giorno prima di tornare faceva arrivare a
269
1991
più scartata in favore di fantasiose teorie che mescolavano
270
1991
mescolavano brillantemente misteriosi contrabbandi di diamanti, esoterici significati simbolici
271
1991
non sembrava curarsene più di tanto: mentre un’infinita
272
1991
e qualcuno diceva “pare di sì, pare che sia
273
1991
la gente, e dentro di sé pensava “è bello
274
1991
benedisse la nuova condizione di Giobbe più della prima
275
1991
seimila cammelli, mille paia di bovini e mille asini
276
1991
e alla terza Fiala di stibio...” ¶ Non è che
277
1991
capito bene che razza di nome era mai quello
278
1991
non era il caso di stare a chiederselo proprio
279
1991
belle come le figlie di Giobbe, e il loro
280
1991
nella voce una venatura di stanchezza. ¶ – “Poi Giobbe morì
281
1991
morì, vecchio e sazio di giorni.” ¶ Pekisch rimase immobile
282
1991
faccia schiacciata nell’estremità di un tubo di stagno
283
1991
estremità di un tubo di stagno. Il tubo era
284
1991
e aveva il diametro di una tazza da caffellatte
285
1991
pagina 565. Con l’altra, di mano, turava alla buona
286
1991
corricchiare. Correva e cercava di non pensare, seguiva con
287
1991
Guarda indietro: cento metri di tubo. Guarda avanti: un
288
1991
Guarda avanti: un’infinità di tubo. Calma. Ripiglia a
289
1991
rimasti invenduti nelle vetrine di mezza Europa), 820 metri quadri
290
1991
mezza Europa), 820 metri quadri di vetro colorato (sette colori
291
1991
per le nuove vetrate di Saint Just, una boccia
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1991
una boccia del diametro di ottanta centimetri per i
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1991
dimenticare che fu proprio di ritorno da uno dei
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1991
Rail, senza neppure togliersi di dosso la polvere della
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1991
fabbrica fino allo sgabuzzino di Andersson, e guardandolo proprio
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1991
dovessimo fare una lastra di vetro, ma dovessimo farla
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1991
fare con il vetro, di paghe non ne capiva
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1991
cui quando sentì parlare di vetro si lasciò portar
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1991
dal suo mare, mare di numeri, mare di paghe
300
1991
mare di numeri, mare di paghe. ¶ – Be’, forse un
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1991
un metro, una lastra di un metro per trenta
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due metri... forse anche di più, diciamo due metri
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1991
per uno, un rettangolo di vetro lungo due metri
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facciamo con una lastra di vetro tre volte più
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1991
chiese, con una lastra di vetro tre volte più
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1991
sotto gli occhi trasparenti di Andersson, era un sistema
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1991
da un numero infinito di anni, dato che prima
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1991
anni, dato che prima di lui lo era stato
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1991
suo padre e prima di suo padre lo era
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1991
era stato il padre di suo padre e cioè
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1991
e il suo mestiere di contadino per andare a
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1991
per fare una lastra di vetro tre volte più
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1991
passato per la testa di averne bisogno. Così ci
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1991
notorietà con il nome di “Brevetto Andersson delle Vetrerie
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e invece brucia dietro di sé, qua e là
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istanti, fra i mille di una vita. Nella notte
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quelli, disegnando la via di fuga della sorte. Fuochi
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considerati sostanzialmente come viaggi di lavoro. E pur tuttavia
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cioè tutta una miriade di piccoli fatti, e sfumature
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1991
signor Rail. Una miriade di piccoli fatti, e sfumature
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ci si dava pena di citare da quando, come
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1991
dispersi nella limpida verità di un pomeriggio di gennaio
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1991
verità di un pomeriggio di gennaio: quando il signor
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ragazzino fissava il volto di Jun e la sua
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1991
sopra, il logoro cielo di gennaio. E intorno una
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E intorno una manciata di servi. Tutti abbassarono istintivamente
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tutte da un sole di mille anni fa. E
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che quel minimo universo di persone, ritagliato via dalla
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se stesso dall’emozione di un apparente scandalo – e
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1991
che quel minimo universo di persone concesse al silenzio
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1991
voce, attraverso lo smarrimento di ognuno, fino alle orecchie
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1991
ognuno, fino alle orecchie di tutti. ¶ – Ciao, Mormy. Io
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1991
diceva Ticktel, che sapeva di teologia perché aveva fatto
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1991
due immagini: il volto di Jun, il più bello
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1991
luce, il collo stretto di bottiglie sfaccettate come diamanti
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1991
cose e il volto di Jun. Gli erano entrate
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1991
sera... Ha l’aria di venire da lontano... ¶ – Un
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1991
tanto in città, finirai di marcire a stare sempre
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1991
e ha l’aria di venire da lontano. Hai
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1991
e ha l’aria di venire da lontano, così
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1991
PIT, HO DETTO CORRERE! ¶ – ... di venire da lontano, è
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1991
e ha l’aria... di venire da lontano... è
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1991
e ha l’aria di... ha l’aria di
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1991
di... ha l’aria di venire da lon... lontano
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1991
aria... ha l’aria di venire da lontano....... da
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1991
e ha l’aria di venire... Magg! ¶ – Piccolo, che
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lontana... è solo pieno di scritte, vedi?... e io
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vedi?... e io credo di sapere da dove arriva
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ha tutta l’aria di essere un regalo?... ¶ – E
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Jun Rail. Il volto di Jun Rail. Quando le
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1991
Rail. Quando le donne di Quinnipak si guardavano allo
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specchio pensavano al volto di Jun Rail. Quando gli
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1991
Rail. Quando gli uomini di Quinnipak guardavano le loro
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donne pensavano al volto di Jun Rail. I capelli
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1991
la piega degli occhi di Jun Rail. Ma più
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Jun Rail. Ma più di ogni altra cosa – sia
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1991
ad aspettare – la bocca di Jun Rail. La bocca
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1991
Jun Rail. La bocca di Jun Rail non ti
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1991
Dio disegnò la bocca di Jun Rail. È lì
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1991
raccontava Ticktel, che sapeva di teologia, perché aveva fatto
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1991
dicevano tutti. Il volto di Jun Rail, ovviamente. Stava
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1991
ovviamente. Stava nella fantasia di chiunque. Ed ora stava
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1991
trovò una piccola scatola di panno verde. La aprì
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forte che nella fabbrica di vetro ci fu chi
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rapidamente finì sulla bocca di tutti, nonostante il rumore
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signor Rail, una specie di esplosione insomma, che certo
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la gente vide arrivare di corsa Ollivy, scendere da
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tornare il signor Rail. ¶ Di tanto in tanto il
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il signor Rail tornava. Di regola ciò accadeva un
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capire era perché lui, di tanto in tanto, partisse
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paziente e disordinata alacrità di un insetto confuso, impegnato
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impegnato in una specie di domestico rito che avrebbe
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lasciava scivolare qualche istante di nulla, poi chiudeva gli
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gli occhi e invece di dire ¶ – Buona notte ¶ diceva
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intatte e la faccia di uno che stava facendo
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vita, dopo un attimo di tentennamento, si rimise in
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va detto, era capace di stare via dei mesi
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La cosa non spostava di un millimetro una delle
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1991
la benché minima notizia di sé. Lui, letteralmente, spariva
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per via della fabbrica di vetro che gli tocca
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1991
almeno era uno straccio di spiegazione. E qualcosa di
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1991
di spiegazione. E qualcosa di vero ce l’aveva
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1991
l’aveva. ¶ In effetti, di tanto in tanto il
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contratti: 1500 bicchieri a forma di scarpa (poi rimasti invenduti
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sai che ne dici di idiozie?”, “È un castigo
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sarà come una specie di teatro”, “Vuole dire che
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1991
stava arrivando Elisabeth, mostro di ferro “Certo che bisogna
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stava arrivando Elisabeth, mostro di ferro e di bellezza
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mostro di ferro e di bellezza “Era un cavallo
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stava arrivando Elisabeth, mostro di ferro e di bellezza
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1991
mostro di ferro e di bellezza: legata sul ponte
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bellezza: legata sul ponte di una chiatta, risaliva in
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era stupefacente. E lenta di un movimento non suo
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i ricordi – una gabbia di corde per farla tacere
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1991
Elisabeth, legata sul ponte di una chiatta. Un gran
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arrivò il primo giorno di giugno trascinata da otto
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1991
essere preso ad emblema di una qualche teoria sulla
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1991
qualche teoria sulla dialettica di passato e futuro. Volendo
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1991
Volendo. Nella strada principale di Quinnipak Elisabeth sfilò tra
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essendo costruita sulla sovrapposizione di tre temi popolari diversi
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la città prezioso motivo di orgoglio. Non era un
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altronde, se in occasione di ricorrenze, feste e sagre
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per sentire la banda di Quinnipak, partendosene al mattino
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con in testa magie di suoni che poi, a
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dietro giusto il ricordo di qualcosa di straordinario. Così
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1991
il ricordo di qualcosa di straordinario. Così. ¶ – La sua
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1991
ai piedi della collina di casa Rail, non lontano
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1991
dovevano bastare – duecento metri di binari: erano venuti a
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1991
Fu dunque all’inizio di quei duecento metri di
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1991
di quei duecento metri di binari che posarono Elisabeth
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un proiettile nella canna di una rivoltella. Perché la
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e davanti a centinaia di occhi sgranati la piccola
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iniziò a sputare disegni di fumo e sgranare nell
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strani e gli odori di un salvifico piccolo incendio
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come il mondo prima di un temporale, mormorava qualcosa
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si comprimesse dentro cumuli di odio per poi scatenarli
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lentissimo e prodigioso piegarsi di un gigante impassibile che
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bruciò tutta l’attesa di quei mille occhi e
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parve non poterne più di schiacciarsi nel cuore tutta
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1991
come uno sguardo, nulla di più, iniziò a scivolare
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1991
Aveva solo duecento metri di binari, davanti a sé
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1991
velocità a quel minimo di spazio, impegnati in un
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1991
speso per lo stupore di tutti quegli occhi che
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1991
sgranare sempre più dietro di sé la bianca scia
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1991
sé la bianca scia di fumo rovente, tanto che
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1991
faranno più, ha deciso di lanciarsi una volta per
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1991
corsa, le labbra socchiuse di Jun, FRENATE PERDIO, quaranta
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metri alla fine, non di più, c’è ancora
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debba finire nell’idiozia di una tragedia, possibile che
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che non vogliano saperne di azionare quegli stramaledettissimi freni
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1991
capitale tirò bruscamente verso di sé una leva alta
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1991
inchiodarono le quattro ruote di Elisabeth. ¶ Scivolarono immobili sul
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ancora Pehnt, io stavo di sopra e il signor
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non sapevo quasi niente di lui... era solo qualche
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1991
fossimo mai detti qualcosa di più di buongiorno o
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detti qualcosa di più di buongiorno o buonasera... non
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so... aveva il corpo di un ragazzo, sa? un
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sono anche passati più di quindici anni da allora
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non ho mai pensato di sposare il signor Pekisch
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ha mai fatto parola di tutto questo, e... comunque
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ho avuto la fortuna di amare un uomo e
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che questo possa succedere di nuovo... ci pensa? le
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succede alle volte che di notte... alcune volte... il
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1991
così, passa la voglia di continuare, di resistere... viene
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la voglia di continuare, di resistere... viene quella confusione
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ho mai nemmeno detto di sì, cioè, non gli
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1991
non abbiamo mai parlato di questa storia, non ne
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1991
parola... è una specie di segreto... una specie di
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di segreto... una specie di segreto anche per noi
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volta si chinò su di me e mi disse
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1991
ho detto, quel che di bello c’è nella
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gli passerà questa voglia di sapere... sa, io credo
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1991
muovesse, come una specie di lanterna magica... ah, dev
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po’ tutta la gente di casa Rail. C’era
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occhi lasciandosi una scia di immagini imprendibili e una
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aria, gli occhi pieni di lacrime dal ridere, dritti
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a strillare con voci di vetro, borbotta qualcosa il
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come con l’occhio di Dio, vedrebbe quel pratone
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così dire il corollario di quello sguardo unico: lui
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detto forse un centinaio di parole. Osservava, si muoveva
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pazientissima cura. Aveva qualcosa di complicato nella testa, Mormy
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1991
nella testa, Mormy. Forse di malato. Nessuno lo sapeva
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1991
saperlo. ¶ – Mormy!... ¶ La voce di Jun gli arrivò da
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1991
il bosco, la fabbrica di vetro, il fiume, le
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1991
che saliva, le case di Quinnipak in lontananza, la
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1991
la casa e poi di nuovo Jun, il prato
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1991
il bosco, la fabbrica di vetro, il fiume, le
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1991
che saliva, le case di Quinnipak in lontananza, la
469
1991
la casa e poi di nuovo Jun, il prato
470
1991
il bosco, la fabbrica di vetro, il fiume, le
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1991
che saliva, le case di Quinnipak in lontananza, di
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1991
di Quinnipak in lontananza, di Quinnipak in lontananza, di
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1991
di Quinnipak in lontananza, di Quinnipak in lontananza, Quinnipak
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1991
Quinnipak, Quinnipak, le case di Quinnipak, la strada in
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1991
mezzo alla strada, nubi di parole che evaporano nel
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davvero una grande festa di parole in libertà, oziose
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indimenticabili, davvero un braciere di voci messo lì ad
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la signorina Molly, vedete di lasciarla fuori da questa
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siamo assolutamente in grado di salire su un treno
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1991
è nessun pericolo, assolutamente”, “Di’, ma li legge i
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precipitosamente dentro casa, e di nuovo corre fuori, e
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nuovo corre fuori, e di nuovo si scaracolla in
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l’unico. ¶ Undici onde di suono. ¶ E in mezzo
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dopo l’altro. ¶ Sassi di bronzo nell’acqua della
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a tradimento l’anima di Pekisch, e a bruciarla
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a vedere il diluvio, di là dal vetro. Ma
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innanzitutto una sterminata sequenza di suoni. Come spesso gli
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nudi, camiciona da notte di lana grezza, il volto
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nella notte, la campana di Quinnipak spiccò il suo
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qualcosa l’avesse colpito di striscio. Una ferita. Cessò
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striscio. Una ferita. Cessò di respirare e istintivamente si
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tornò il silenzio capì di averne la certezza più
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porta della stanza, fece di corsa il corridoio e
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cielo, ma non smise di correre fino a che
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sguardo verso il campanile di Quinnipak, chiuse gli occhi
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Ci mise un paio di secondi a sentirlo tutto
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tutto, dal primo spillo di suono all’ultimo refolo
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acquazzone, contro il frastuono di quel putiferio. Non mollò
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nota aprendo la porta di casa, e neppure correndo
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Non la trovò. Smise di gridarla. Smise di toccare