Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

casa, si erano coperti di gemme e dai grovigli

foglie nuove, il senso di profanazione che le aveva

sempre suscitato la vista di quel luogo in abbandono

mite, e io credo di poter spingerla senza problemi

per il primo tratto di viale. Dopo no: dopo

una mezz’ora, non di più.» ¶ E così, dopo

la carrozzina sul vialetto di ghiaia. ¶ «Vede? Quell’albero

vede? È una siepe di ribes…» ¶ «Vuole mettersi a

per favore: cerchi almeno di evitare le buche.» ¶ Sonja

per lei avesse cessato di esistere. Sì, pensava, mi

tuffo in un torrente di montagna. ¶ La voce del

poi però rispose, sforzandosi di sorridere: «Lo vede? Gliel

non ho nessuna intenzione di assumere un giardiniere. In

a darle il mal di testa.» ¶ «Infatti, signore. Rientriamo

anche se quella mancanza di curiosità aveva ai suoi

ai suoi occhi qualcosa di increscioso, persino di umiliante

qualcosa di increscioso, persino di umiliante. Ecco, pensò, così

avvolte in un nastro di raso rosso) e mi

osservando come, nel volgere di pochi anni, tutto sia

costo, continuiamo a parlare di bellezza, di poesia, del

a parlare di bellezza, di poesia, del nuovo premio

lei ha vinto o di come, qui da noi

importi parecchio alla gente di qui, alla «brava gente

qui, alla «brava gente» di cui le scrivevo in

macellaio non si degna di tenergli da parte neppure

e ricominciare a discorrere di Bellezza e Poesia. ¶ Ieri

reclamava solitudine, la mamma di sopra a sforzarsi di

di sopra a sforzarsi di riposare dopo un’altra

una confusa, inarticolata sensazione di spaesamento che mi faceva

che mi era sfuggito di mano cadendo in malo

aprire. ¶ Era lo studente di medicina (o dovrei dire

non mi sento proprio di uscire.» ¶ «No, non avevamo

la quale mi fissò di nuovo con quello sguardo

Non saprei, oggi è di cattivo umore.» ¶ «Io però

bisogna che lui sappia di poter fare assegnamento sulla

anche qualcos’altro… qualcosa di cui vorrei parlare innanzitutto

gli ero davvero grata di quel gesto coraggioso. ¶ Uscimmo

e gli alberi carichi di gemme. Qui, camminando nervosamente

evitando con ogni cura di incontrare il mio sguardo

senza contare che faresti di me un uomo felice

avvilita. «Felice e pieno di guai» mi affrettai a

per fornire una parvenza di giustificazione a quella risata

risata. «I matrimoni misti, di questi tempi, non sono

tempi, non sono visti di buon occhio. Che espressione

proposta. Non ti chiedo di rispondermi subito, però ricordati

per questo? Per parlare di questo con mio padre

mi autorizzi…» ¶ Quella proposta di matrimonio, così formulata, mi

non ho mai pensato di sposarmi così giovane e

per allora spero proprio di aver raggiunto un livello

accettabile. ¶ È un notturno di Chopin: in omaggio alla

soprattutto, alla mia nostalgia di quei momenti. Perché è

la nostalgia il tema di questo brano che Chopin

ha spiegato la maestra di pianoforte) scrisse quando aveva

tema iniziale una serie di citazioni da opere precedenti

particolare la breve reminiscenza di una canzone che la

o a volte anche di notte, quando le incombenze

in otto ore filate di libertà e solitudine, Sonja

circospetti la lunga scala di legno, attenta a non

potuto raggiungerla dal piano di sopra; e una precauzione

più si sarebbe aspettata di ritrovare intatta la biblioteca

ritrovare intatta la biblioteca di famiglia, o almeno la

accostarsi con un misto di rispetto e diffidenza. Ricordava

benissimo le opere complete di Schiller, con le loro

le loro sontuose rilegature di pelle bruna e i

coste: proprio dietro uno di quei volumi, che un

scaffale con l’intenzione di servirsene per un compito

era nascosta la bottiglia di acquavite. Anche quella era

quel giorno, a costo di fare scena muta nelle

più toccato le opere di Schiller, e neppure adesso

esplorare gli scaffali, sforzandosi di vincere quel senso di

di vincere quel senso di ribellione e disgusto che

le sue antiche raccolte di Max und Moritz. Decisamente

casa!) come un ospite di passaggio abita una stanza

d’albergo, senza preoccuparsi di abbellirla, di stabilirvi un

senza preoccuparsi di abbellirla, di stabilirvi un ordine, di

di stabilirvi un ordine, di imprimervi un segno qualsiasi

portava, erano sempre costellate di macchie, proprio come i

volte al giorno. Niente di strano, certo: tutti i

vecchi, senza minimamente sognarsi di proiettare su di loro

sognarsi di proiettare su di loro quei ricordi insopportabili

mai? Mentre si sforzava di trovare una risposta, Sonja

e due, o nessuno di noi, è quell’altra

sforzo in un mondo di trasognati fantasmi. È severo

questo tema, e insieme di una dolcezza che stringe

sguardo memore e innamorato di una sposa in lutto

una continua, lancinante trafittura di spillo, non potremmo avere

semplice e lieve melodia di una canzone polacca, un

tinte tenui e struggenti di un anelito senza speranza

niente si lascia trattenere. Di nuovo, con un gesto

fitto, però, da impedirci di scorgere le sue lacrime

Quattro minuti e mezzo di musica, nella mia zoppicante

la segreta, paradossale eternità di tutto ciò che è

attraverso la crudele strozzatura di una clessidra: perché io

Era una bella mattina di sole, una delle prime

giocava con le stoviglie di porcellana, le caraffe, i

casa lo attraversa quasi di corsa, sia che piova

conosciuti, si è occupata di tutto l’agenzia immobiliare

era una discreta biblioteca di testi scientifici, libri di

di testi scientifici, libri di medicina, che ho donato

Strana domanda…» ¶ Sempre fingendo di spolverare, Sonja si soffermò

fittamente allineati, una ventina di volumi dello stesso autore

ossessiva monotonia sui dorsi di quei libri; ma era

soltanto la fronte corrugata di suo padre, le sopracciglia

lei venisse a togliergliela di mano. ¶ X ¶ Davvero, Maestro

ninfa.» Poi però confessa di avere immaginato l’esatto

per un’amara legge di compensazione… Quanto a me

in un patetico tentativo di renderle la pariglia, amo

raccontarle del mio studente di medicina). ¶ Quei «tu» credo

medicina). ¶ Quei «tu» credo di conoscerli tutti, ormai, o

non c’è bisogno di dirlo, delle sue opere

è una soluzione provvisoria, di cui non posso accontentarmi

libraio. Sto anche cercando di convincere papà, che pure

alla poesia sugli scaffali di casa: o dovremmo accontentarci

insisteva a porgergli sperando di convincerlo a mangiare qualcosa

qualcosa. «Che c’importa di quel che hanno deciso

cosa siano queste leggi di Norimberga, però credo che

ville e giardini traboccanti di fiori (settembre è un

velata da un presagio di nostalgia), quando poi intorno

incoronate da verdi cupole di rame, con i caffè

passaggio, un cortese cenno di saluto… come si può

da quando ho memoria di me stessa? No, Maestro

riuscirà mai a convincermi di una simile assurdità. Il

ci minaccia è morire di noia: glielo dice una

rococò. ¶ Ma ora basta, di questo: stavo parlando dei

a raccontarle delle apprensioni di mio padre. Che Adela

nei più risaputi argomenti «di attualità»? Sono certa che

si sbaglia, si sbaglia di grosso… ¶ P.S. Non

avevo mai detto, vero, di avere un cane? Ebbene

uno spaniel, ma non di razza pura, e non

e non ha niente di particolarmente notevole salvo il

Sonja aveva appena finito di metterlo a letto. Non

opposta, le rade luci di altre ville evocavano sommariamente

singolari, certi involontari inizi di confidenza…» ¶ «Dica pure, signore

la strana domanda… Niente di che, semplicemente mi incuriosiva

tardi, signore, è ora di dormire.» ¶ «Sì, mi scusi

porta, quando si voltò di nuovo verso il vecchio

complimento.» ¶ «Non c’è di che, signore» rispose lei

signore» rispose lei sforzandosi di sorridere. ¶ «E sua madre

per favore, si ricordi di comperare le prugne cotte

io dobbiamo semplicemente tentare di sopportarci a vicenda.» ¶ «Come

celebra solennemente ogni ricorrenza di quella data. Ieri a

primi tempi, perché qualcosa di quella felicità rivivesse un

se le sembra sciocco) di suonarle qualcosa. Mi spiego

virtuosa, ma a furia di esercitarmi qualche progresso l

ai suoi sfrenati deliri di alcolizzato. Certi accenni tronchi

più nessuno in grado di confermarle o smentirle. Alla

restava soltanto l’impressione di quel concatenarsi dei fatti

i libri una bottiglia di acquavite. È una spirale

che bisogno c’era di tornare sull’argomento, adducendo

o impedendomi, la notte, di prendere sonno. Se fuma

padre è un fumatore di pipa, nel suo studio

quale, forse, lei volge di tanto in tanto lo

indegna ammiratrice. Io, credo di averglielo già detto, le

da una camera tappezzata di rosa, davanti a una

posso scorgere il giardino di casa (niente di sontuoso

giardino di casa (niente di sontuoso: solo un lembo

sontuoso: solo un lembo di prato, qualche roseto e

roseto e un paio di alberi da frutto, che

posso fare a meno di sentire, giorno e notte

se sbaglio, la prego di correggermi. ¶ Lo vede? Ero

buffo. Ricorda quel romanzo di cui parlavamo? Ebbene, non

avuto la stramba idea di prestarlo allo studente di

di prestarlo allo studente di medicina, il quale ha

il quale ha ritenuto di sdebitarsi improvvisando per me

grande male, con dovizia di esempi clinici e citazioni

Insomma, roba da morire di noia; eppure bastava guardarlo

capire che era convinto di star facendo un figurone

Maestro, con cui parlare di certe cose, altrimenti credo

soffocare in questo buco di città, tra questi inguaribili

foto: solo a titolo di informazione, non certo per

io immagino lei sforzandomi di rammentare fedelmente il suo

fotografo usava senza ombra di ironia) e le mie

farle scivolare il coltello di mano. La scena che

davanti al lungo piano di marmo grigio. Forse stava

figlia l’aveva vista di spalle, avvolta in un

presa da un impeto di tenerezza strana, commossa, tanto

ebbe un violento fremito di ripugnanza, quasi di paura

fremito di ripugnanza, quasi di paura. Non la rimproverò

bocca il dito imperlato di sangue. Sonja ricorda che

che, a quel gesto di ripulsa, era scoppiata in

genere, quei permalosi datori di lavoro, con quale tono

disponibilità. Ora però, nulla di tutto questo le venne

ho una gran voglia di una tazza di tè

voglia di una tazza di tè, e purtroppo non

non sono in grado di prepararmela da solo. Del

in un nuovo soprassalto di acidità «se così non

assunta.» ¶ «Non credo, signore, di aver mai trascurato i

venti minuti è già di ritorno, come se non

sentisse il minimo desiderio di godersi un po’ quel

poco fa ho cercato di prendere un libro e

scaffale l’alta libreria di ciliegio. Lui, intanto, vuotava

fretta, perché hanno trascurato di portar via parecchie cose

nelle fotografie sforzandosi invano di stabilirne il colore. Dal

conservava soltanto l’impressione di un caldo brillio, come

un caldo brillio, come di pagliuzze d’oro, sebbene

Restava però la dolcezza di quel tocco: Sonja la

sentivo così afflitta, temevo di aver osato troppo con

che lei avesse deciso di punirmi troncando la corrispondenza

le mani una lettera di ben tre pagine, quasi

a commentare quella frase di Dostoevskij sulla quale ero

le modeste capacità intellettuali di una ragazza di provincia

intellettuali di una ragazza di provincia. Lei mi fa

a menadito, le dottrine di quei pensatori: passi ancora

passi ancora per Schiller, di cui è doverosamente conservata

opera omnia negli scaffali di casa, ma Schopenhauer, Nietzsche

in tutta onestà, dubito di venirne a capo. Della

resto un ammiratore entusiasta di tutto ciò che proviene

ma solo per via di certe notizie che legge

politiche dal Reich e di nascosto ci scambiamo un

reazione ha davvero qualcosa di buffo nella sua infallibile

e inafferrabile che ciascuno di noi porta in sé

in esilio. ¶ A proposito di esilio: sa qual è

alle costole lo studente di medicina). Allora vado là

salirò mai su uno di quei treni, o chissà

dovrò aspettare ancora prima di poter concedermi una simile

tra i viaggiatori carichi di valigie e quando il

il treno arriva immagino di salirci anch’io, per

mai la sgradevole sorpresa di vedersi questa ninfa sfrontata

sfrontata davanti alla porta di casa. ¶ VII ¶ Come avrebbe

come autorità in materia di colori uno che, per

completamente vestito. La bambina di nome Sonja aspettava un

si era abbattuta su di loro a renderla già

in quella casa affollata di memorie, tutto ritornava. Non

dei fatti, o almeno di quei pochi dei quali

che adesso la circondava di nuovo nella stanza di

di nuovo nella stanza di servizio. ¶ A volte, quasi

evocato per una sorta di violenta magia dalla vista

violenta magia dalla vista di un mobile, di un

vista di un mobile, di un oggetto (giorno dopo

per caso ai passaggi di proprietà), persino del particolare

reperti con un misto di curiosità e terrore. Era

il ricordo profondamente assopito di sua madre. ¶ Per esempio

schienale in quella posa di estenuato abbandono che le

a chiedere il permesso di stringere per un istante

ritraevano, mentre dalla gola di lei usciva un sospiro

breve e stanco, come di chi sia oppresso dal

Sonja, era forse diverso? Di quella dolce, lenta carezza

pareva coglierla nell’atto di fuggire. Come un daino

un animale selvatico, una di quelle creature elegantemente fragili

che è vano sforzarsi di addomesticare offrendo loro del

soltanto, lei avesse scelto di affidare una virile, risoluta

una virile, risoluta presa di posizione verso Dio e

che ebbi la ventura di ascoltare, quella sera, nel

quella sera, nel ridotto di un teatrino di provincia

ridotto di un teatrino di provincia. Un timbro caldo

descrivendole le mie sensazioni di allora. ¶ Perché imbarazzato lo

strada è la stessa: di questo sono certa, lo

più lontano della presunzione di voler importunarla sottoponendole i

sottoponendole i maldestri tentativi di una dilettante. In realtà

dilettante. In realtà, prima di incontrarla e di avventurarmi

prima di incontrarla e di avventurarmi a comporre per

lei queste «candide» epistole di ninfa, io non scrivevo

altrettanto inevitabile pianoforte. Niente di speciale, come vede; eppure

senza dubbio molto meglio di me, a un certo

lei avesse la bontà di aiutarmi a comprenderla. Perdoni

amiche? Con lo studente di medicina? Con mio padre

prepariamo insieme le conserve di frutta? ¶ Questa notte ho

Myškin, come il protagonista di quel romanzo, ma somigliava

cameretta d’angolo tappezzata di rosa dove dormo da

adeguati alla nuova funzione di una stanza destinata a

destinata a ospitare persone di servizio; ma resisteva, immutata

restituirle l’antico senso di familiarità e protezione. Molte

aveva già avuto modo di accorgersene durante la sommaria

premevano aspre come gocce di limone agli angoli dei

proprietario, fosse per mancanza di mezzi o per pura

salotto e la libreria di ciliegio in quello che

fede alla sua promessa di lasciarle mano libera e

ad aspettare in compagnia di un libro mentre lei

a disposizione. Si ripromise di uscire a comprare qualcosa

non per simpatia verso di lui (fin dal primo

come forse avrebbe provato di fronte a chiunque in

nessuno aveva mai pensato di sostituirla, ed era rimasta

la sua vuota superficie di legno scuro, anche quando

delle quali, per giunta, di rado aveva abbastanza appetito

avidità il primo piatto di minestra. ¶ «Gliene servo ancora

Sonja accompagnò il vecchio di sopra, lo aiutò a

esperta, protetta dai guanti di lattice, compì su di

di lattice, compì su di lui le solite operazioni

Anzi, era quasi grata di dover concentrarsi su quel

la sua attenzione, e di non poter guardarsi troppo

domandò se il padrone di casa se ne fosse

per le proprie abitudini di scapolo, o se solo

richiuse la porta dietro di sé. Andò alla finestra

sagome cupe e irregolari di qualche albero; anche il

che Sonja, nel tentativo di mantenerne in vita il

spesso in fotografia cercando di imprimersene nella memoria le

erano pettinati in una di quelle alte, gonfie acconciature

la vestaglia che indossava, di nailon azzurro, Sonja la

semplicemente, e senza ombra di disprezzo, questa meschina sfera

sollevarci. Come il canto di un angelo. Come se

tratto trovasse il modo di manifestarsi con la più

letto o ascoltato nulla di simile; eppure, udendoli, sentivo

simile; eppure, udendoli, sentivo di averli conosciuti sempre, di

di averli conosciuti sempre, di averli covati in me

e forse, spero tanto di no, persino lei, che

strada tra le file di poltroncine. È il mio

accompagnatore abituale, uno studente di medicina che mio padre

per un braccio impedendomi di correre fuori da sola

in testa, imprecisi, pieni di lacune, ma in modo

la strada dal ricordo di un tema musicale. C

ho trovato il coraggio di scriverle. Per dirle grazie

a lei in punta di piedi e forse apparirà

che meritano le parole di una pazza, impertinente fanciulla

una pazza, impertinente fanciulla di provincia la quale, con

avrebbe raggiunto il campanello di corsa, tenendo gli occhi

il tremito che minacciava di paralizzarle le gambe, andò

il campanello. Si stupì di sentir risuonare all’interno

e si stupì ancora di più (idiota, pensò di

di più (idiota, pensò di nuovo) quando la porta

porta si aprì mettendola di fronte a un estraneo

ne aveva già spinte, di quelle sedie… Nessuna, però

fiume, che una padrona di casa precedente aveva voluto

ancora così, stellati tralci di gelsomino serpeggiavano ancora lungo

suoi piccoli vetri affollati di riflessi. ¶ «Scusi, potrei sedermi

la sua mano era di pietra quando Sonja frugò

le referenze con aria di approvazione, fredda, grigioazzurra approvazione

come tante, da uno di quei paesi dell’Est

origini orientali, in uno di quei paesi dell’Est

estetiche a parte, preferirei di gran lunga affidarmi a

delle solite trentenni piene di grilli per la testa

che vi si parla di un modico stipendio. Le

finanziarie non mi consentono di offrire di più. In

mi consentono di offrire di più. In compenso lei

famiglia che alle esigenze di uno scapolo.» ¶ «Perché, dice

all’alloggio mi sento di offrirle una certa cifra

un foglio, che credo di aver lasciato sopra quel

chi ho l’onore di parlare? Una principessa in

incognito? La figlia zitella di un banchiere? No, mi

ho la minima intenzione di intavolare con lei una

Non sono la figlia di un banchiere e nemmeno

Non occorre?» ¶ «No. Credo di saper trovare la strada

non può avere idea di quanto fossero sconsolati i

notizie a stretto giro di posta, poi a giro

prima settimana, a disperare di ottenere mai, da parte

anche un semplice cenno di ricevuta. Ora l’ho

quel cenno; anzi, infinitamente di più. Non avevo idea

pagina, si trovò improvvisamente di fronte a quelle righe

non si rese conto di ciò che aveva letto

referenziata» che in cambio di vitto, alloggio e modico

aspirasse a prendersi cura di un signore solo, molto

l’annuncio, erano pregate di astenersi dal rispondere. ¶ Una

rispondere. ¶ Una formula usuale, di cui Sonja era solita

per un’intera categoria di donne frivole e sfaccendate

sfaccendate, rispondere agli annunci di chi cerca una badante

senza la minima intenzione di accettare l’impiego costituisse

la casa avesse smesso di esistere, o che non

annunci. Aveva urgente bisogno di un nuovo impiego, e

nuovo impiego, e precisamente di un impiego di quel

precisamente di un impiego di quel genere; altro non

quel suo faticoso destino di accudire vecchie signore bisbetiche

a terra: sarebbe morta di fame, piuttosto che accettare

pagarsi il quotidiano pacchetto di sigarette. ¶ Ma ancora, in

stata coraggiosa. Aveva dimostrato di esserlo a sette anni

della sua età. Adesso di anni ne aveva parecchi

anni ne aveva parecchi di più, era entrata da

a una consumata serie di fotografie, avrebbe potuto ereditare

momento restava in grado di guardarsi allo specchio senza

per non aver paura di quattro muri (solo di

di quattro muri (solo di questo si trattava, dopotutto

dopotutto), per non sgomentarsi di fronte a un bovindo

tentare la rischiosa impresa di accostarsi di nuovo, dopo

rischiosa impresa di accostarsi di nuovo, dopo tanti anni

la leggenda della moglie di Lot che, voltandosi indietro

tramutata in una statua di sale; ma era appunto

spauracchio custodito nella Bibbia di famiglia. Ora invece si

Ora invece si trattava di vivere; e dove, se

Maestro, ¶ permetta all’ammirazione di una diciottenne di cercare

ammirazione di una diciottenne di cercare in questo titolo

improprio o, peggio ancora, di cattivo gusto. Davvero non

pensato a lungo prima di decidere, cancellando l’uno

vorrà riservare un po’ di indulgenza alla sua ammiratrice

la ragazza esile, vestita di verde, un cappello a

cloche calcato un po’ di sbieco sui capelli castani

occasioni, per gli abitanti di una cittadina di provincia

abitanti di una cittadina di provincia non particolarmente dedita

al culto delle Muse, di sentir trattare argomenti elevati

o farsi un’idea di quanto avviene nel campo

Letteratura, del Pensiero, insomma, di ciò che altrove è

ma qui arriva soltanto di straforo, se mi concede

Lo so: sto correndo di nuovo il rischio di

di nuovo il rischio di annoiarla. Ma vede, davvero

e nonostante la frequentazione di quelle letture e conferenze

assolutamente preparata a trovarmi di fronte qualcosa come i

per così dire, al di sopra del mondo, ignorando

tornare al minimo segno di pericolo; nemmeno noi ci

neppure caso all’assenza di Tristan sul tappeto, e

notata, non avrei creduto di dovermene preoccupare: poteva essere

la prima a ricordarsi di lui. Con un gesto

colazione, prese una fetta di speck che era avanzata

a parlare, intanto, aspettandosi di sentire da un momento

lo speck!» ¶ Il respiro di un animale, Maestro, nella

padroni è un rumore di fondo, così intimo e

ci si accorge neppure di sentirlo. Ma quando all

non era più quello di prima. Era uno sguardo

gli tremava come quello di un vecchio. ¶ «Papà, che

casa.» ¶ Non aveva bisogno di aggiungere altro. La mamma

in collegio, il professore di matematica concludeva con trionfale

trionfale freddezza la dimostrazione di un teorema. ¶ «Ma come

l’avrebbero usato su di noi.» ¶ L’avrebbero usato

L’avrebbero usato su di noi, Maestro: mio padre

tazza con un gesto di cupo disgusto. «L’avrebbero

plurale che nell’arco di una notte aveva disseminato

feste non trascurava mai di mandarci una grande cesta

o la mia maestra di pianoforte, o il preside

preside della facoltà. Chi di loro avrebbe, aveva brandito

obbedii. Ero fredda, padrona di me; risoluta a rendermi

posarono su quell’ammasso di pelo, sangue, irrigidito tormento

Non ho più pietà di me stessa, e nemmeno

me stessa, e nemmeno di lei, dell’ansiosa trama

lei, dell’ansiosa trama di compromessi in cui da

fortunato del suo vicino di letto, dopo un paio

letto, dopo un paio di settimane il vecchio poté

Era una tersa giornata di sole, come spesso ne

sin dal minimo resto di polvere. A Sonja sembrava

polvere. A Sonja sembrava di trovarsi sotto un immenso

immenso lenzuolo turchese, fresco di bucato, leggiadramente adorno di

di bucato, leggiadramente adorno di innocue nuvolette bianche. E

occhio benevolo e distaccato di un forestiero in visita

non è più quello di prima.» ¶ Lei si astenne

non era più quello di prima, anzi, per la

la precisione aveva cessato di esistere sin dagli anni

soppiantato dalla succursale cittadina di una grande catena americana

una grande catena americana di hamburger. Strano che il

non sembrava particolarmente ansioso di riemergere. Perché avrebbe dovuto

semplice e casuale rottura di un vaso sanguigno all

cervello gli aveva consentito di sconfiggere il tempo, di

di sconfiggere il tempo, di piegarne l’atroce dissipazione

gli invidiava quella condizione di trasognata onnipotenza. Per lei

e presente si sovrapponevano di continuo, ma senza confondersi

coscienza come dal filo di una lama crudele. ¶ Oggi

un lato alla mano di papà, dall’altro a

ultimo ritrovato in fatto di modernità, una macchina per

ne guardi, la colonna di fuoco possa proteggermi sempre

stimolare» il vecchio cercando di infondergli un po’ di

di infondergli un po’ di fiducia, anche a causa

a dissimulare l’orrore di quanto stava accadendo proprio

il tempo l’andirivieni di medici e infermieri dietro

congegni, a sforzarsi disperatamente di richiamare ancora su di

di richiamare ancora su di sé un’ultima attenzione

state più in grado di articolare. ¶ Quando finalmente tornò

Sonja era esausta. Andò di sopra e si gettò

tende chiuse, le impedirono di prendere sonno. Infine si

quegli alti soffitti intonacati di bianco con le loro

con le loro rose di gesso alla base dei

come allora, una catena di lutti, anzi, che l

provò una tale fitta di rimorso che per un

nello studio in cerca di un libro, e tra

ben noti, energici tratti di penna. Le frasi sottolineate

mondo? ¶ Con un moto di rabbia, Sonja richiuse il

Sonja si rese conto di ripetere precisamente la seconda

margini quelle foltissime schiere di punti esclamativi… ¶ Vincendo una

esclamativi… ¶ Vincendo una sorta di ripugnanza, prese di nuovo

sorta di ripugnanza, prese di nuovo il libro e

per cercare l’anno di pubblicazione: era una ristampa

avrebbe già riso amaramente di una frase del genere

cielo cadrà una pioggia di manna…» ¶ Ma a un

la afferrò, più forte di tutto, il pensiero di

di tutto, il pensiero di quella giovane lettrice, e

l’aveva, una foto di sua madre a quell

sottrarlo al suo destino di polvere, fossero così poche

volto o dello sguardo di cui non si indovinava

quella strenua e minuziosa di una figlia che voleva

centro biondo e paffuto di un gruppo famigliare che

obiettivo con un’espressione di tranquilla solennità. La seconda

sforzandosi con aggraziata goffaggine di serbare la posa e

umile e devoto omaggio di un’appassionata al grande

ossia un adorabile complesso di fedeltà, simpatia, istinti selvaggi

tra i bravi abitanti di questa città, riconoscesse in

occhi, Maestro, sono pieni di lacrime; eppure continuo a

non la poserò prima di aver concluso il mio

come vuole: lo sfogo di una giovane donna atterrita

il ripudio della compassione. Di Tristan, in effetti, non

libri bruciavano e lingue di fuoco sfiguravano la notte

rimasta, senza che nessuno di noi se ne curasse

dottorino ci avesse suggerito di coricarci, dopo qualche tempo

qualche tempo eravamo scesi di nuovo in salotto per

lieve, quasi festoso turbinare di scintille isolate e gli

in giardino per ringraziare di nuovo il suo antico

ancora a quell’orgia di distruzione. Il dottorino, che

se ne andò, promettendo di tornare al minimo segno

non aveva neppure bisogno di nuovi vestiti. ¶ «In che

inusitate per la moglie di un medico illustre e

titolo, nel regno spirituale di cui lei è sempre

m’impedisca, la sera, di aprire un libro o

aprire un libro o di sedermi al pianoforte per

era ancora in pericolo di vita, le aveva impedito

vita, le aveva impedito di godersi quel possesso incontrastato

parente», ma in tono di assoluta certezza; e lei

insieme con una sorta di oppressione. Ora comunque era

poteva appropriarsi senza remore di ciò che era suo

avvolgesse in un cerchio di intangibile solitudine. Era lì

che spetta all’ambasciata di una nazione straniera, il

poltrona con un misto di rispetto e rassegnata tristezza

poi rammentò le labbra di sua madre: erano grandi

incosciente temerarietà Sonja pensò di poter ricostruirne per tentativi

in ognuna delle combinazioni di note che Sonja azzardava

infiniti poligoni che tentano di raggiungere la risposta solenne

il mio orecchio tentava di anticipare si sfrangiava, prima

anticipare si sfrangiava, prima di farsi suono, in un

in un iridescente ventaglio di aspettative. Non affermava mai