parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carmine Abate, Gli anni veloci, 2008

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
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2008
come l’angelo buonanima di mio patre con questi
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2008
come faccio a calmarmi di fronte a un figlio
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grazie alla Madonna nostra di Capo Colonna, con la
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2008
Questo figlio è luce di casa nostra, speranza, tutto
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malvagerìa nella crozza più di quella bestia fricàta che
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sano come il gheriglio di una noce giovane. Camperà
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da lupa, un pugno di parole soffocate in gola
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macchina. ¶ «Tanto in caso di complicanze l’ospitale è
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ti faccio un brodo di gallinella tenera e una
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sia passato il tempo di un respiro. Si specchia
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potrebbero contare come spighe di grano in un campo
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l’impronta dell’atterraggio di un disco volante in
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per volta. Si illude di scaricare la tensione. ¶ «Cerco
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attesa è affollato soprattutto di donne e bambini sofferenti
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osserva abbozzando un sorriso di compassione, e loro distolgono
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invadente. Simili a quelli di Anna. Di un marrone
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a quelli di Anna. Di un marrone vellutato. La
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sodo. Il corpo affusolato di un’adolescente. Forse Anna
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mi sembra abbia problemi di tipo otorinolaringoiatrico. Semmai dovrebbe
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dal cardiologo per problemi di cuore.» Stavolta ride, di
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di cuore.» Stavolta ride, di nuovo splendente. «Mia madre
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Anna mi parlava spesso di lei. E inoltre ho
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le chiedo, se può, di darmi il recapito di
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di darmi il recapito di Anna. Ho bisogno di
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di Anna. Ho bisogno di contattarla con urgenza. Sua
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esce dall’ospedale sente di nuovo pulsare la cicatrice
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aprì gli occhi e di colpo l’immagine luminosa
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colpo l’immagine luminosa di Anna inondò la camera
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morì in un acuto di dolore. Spostò le mani
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male. Erano le sette di un giorno di scuola
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sette di un giorno di scuola. ¶ Si era svegliato
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intontito e dolorante, fingendo di dormire per non essere
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più volte la lettera di Anna al caro Lucio
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porta. Era una giornata di sole tiepido. Chiuse gli
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sorrideva, i denti scintillanti di luce. ¶ «Meglio, grazie» rispose
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lui, mettendo una mano di taglio sulla fronte per
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occhi dal sole. Quelli di Anna brillavano. Erano occhi
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Anna brillavano. Erano occhi di un marrone vellutato in
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per l’interesse sincero di Anna e il disappunto
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per l’opinione su di lui espressa a Lucio
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da me qualche cassetta di musica e qualche libro
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sentito le mani calde di lei che gli stringevano
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alzato con la pesantezza di un vecchio. ¶ La stanza
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un vecchio. ¶ La stanza di Anna aveva le stesse
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più uno scaffale pieno di libri e un grande
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e un grande stereo di marca tedesca. Sull’unica
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finestra, campeggiava un poster di Lucio Battisti sorridente, con
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amiche, a parte quelli di Lucio Battisti che appartengono
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scodellò altri due coppini di ravioli alla ricotta sul
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orecchiabile, esprimeva l’attesa di un desiderio, una vitalità
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già pomiciato un paio di volte, stasera verremo al
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Chi? Anna?» ¶ Mario rise di fronte alla faccia stravolta
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Nicola indossò un paio di jeans, una polo bianca
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mediterraneo. ¶ Sotto i portici di piazza Pitagora c’era
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c’era un andirivieni di persone, soprattutto giovani. Sembravano
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camminare in fretta: gruppetti di tre o quattro ragazze
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quattro ragazze avanti, frotte di ragazzi dietro, si dirigevano
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con loro un’eco di commenti sguaiati. Nicola sorrideva
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nonostante il giudizio su di lui confessato a Lucio
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sorrise dal cuore, fermandosi di scatto: aveva visto Anna
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inseguite da un gruppetto di giovani. Lui le salutò
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come un oscuro presagio di sventura e Nicola era
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finestrino. Indossava un vestito di velluto blunotte appartenuto a
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annuiva, scherzoso, ma dentro di sé era d’accordo
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riccioli che ballavano pieni di vento e rischiava di
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di vento e rischiava di affatturarsi da solo. Si
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ragazze, il mare increspato di piccole onde. Il suo
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cielo, in un orizzonte di sogni che ben presto
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il posto al volto di Anna intenta a scrivere
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mai detto, era innamorato di Anna e l’ombra
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Anna e l’ombra di lei, il suo sorriso
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accanto a lui, mentre di fronte uno stupido fuoristrada
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fuoristrada si avvicinava sempre di più. ¶ Il guidatore aveva
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ultimo momento, il tempo di dire: «Frena, frena, ci
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con un braccio, invece di parlare, lui che sullo
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aprirsi in un lampo di incredulità, poi aveva battuto
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era stato il cuscino di riccioli ad attutire il
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fronte cominciavano a rigarsi di sangue. Sangue tiepido, vischioso
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il fazzoletto tremante cercava di tamponare la ferita, era
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ferita spargendo intorno goccioline di sangue come pioggia, e
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fasciò alla meno peggio: «Di più non posso fare
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ci vogliono diversi punti di sutura e una radiografia
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non era in pericolo di vita, che le gambe
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a massacrarlo con rimproveri di ogni tipo. L’ultimo
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e il fratello tuo, di dare dispiaceri alla povera
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me, eh, pa’, invece di aiutarmi a non morire
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il dottore gli chiese di stringere i denti: «Ti
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e al primo punto di sutura sentì un dolore
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così lancinante che credeva di non resistere. Invece fu
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come se quel dolore di fondo attutisse tutti gli
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e i ventidue punti di sutura divennero via via
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spettinavi manco un filo di rizzo». ¶ Il medico era
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intervento. Con l’orgoglio di un chirurgo estetico si
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ponti come il corso di un fiumiciattolo rossastro, che
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con gli occhi cerchiati di buio e con la
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ferita sotto una collinetta di garze e si complimentò
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sicuro, avevo le misure di Gina Lollobrigida, un petto
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suoi con la telecamera di inquadrarmi e si è
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lignàme, anzi è peggio di me, più capatosta. Infatti
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da moderna, da ragazza di città, che poteva parlare
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fatto il mio dovere di mamma, fino alla lauria
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è figlia mia e di suo patre, e non
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avevo visto una treìna di vote in tutto, a
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guardavi con due occhi di brace viva. Il furestero
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ho visto al festival di Sanremo e che cantava
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sempre gentile, non dico di no, più di lei
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dico di no, più di lei, che comunque mi
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parlava e faceva finta di niente, mi parlava il
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ha la crozza dura di marmo, ha core di
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di marmo, ha core di vulcano, dentro dentro c
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e generoso, è pieno di ferite, il core di
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di ferite, il core di Anna, ha bisogno di
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di Anna, ha bisogno di tempo per inguamarsi. Mentre
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suo indirizzo, un numero di telefono? Ho bisogno di
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di telefono? Ho bisogno di parlarle.» ¶ «Io non so
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Io non so niente di preciso e niente posso
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conosci. Fatìga all’ospitale di Cutrone, reparto malati di
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di Cutrone, reparto malati di orecchio e gola. Si
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se può, ti aiuta di sicuramente.» ¶ Infine lo accompagna
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fatto tanto alla morte di marìtma buonanima. Buona fortuna
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allora seguivo il consiglio di papà mio buonanima: studia
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corridoio il borsone pieno di biancheria sporca, abbracciò la
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una pacca sulla spalla di Capocolò. Al fratello mollò
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ho portato un po’ di musica decente, così la
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decente, così la smetti di ascoltare canzoni sguaiate di
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di ascoltare canzoni sguaiate di altri tempi e ti
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dei Rolling Stones o di Bob Dylan o dei
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gli italiani, a furia di regali e discussioni, gli
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e gli parlava spesso di Rino Gaetano, un giovane
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Gaetano, un giovane cantautore di origine crotonese che viveva
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viveva a Roma e di cui Mario si vantava
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cui Mario si vantava di essere amico fin dall
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fin dall’infanzia e di conoscere molte canzoni ancora
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farei studiare i testi di Rino a scuola» aggiungeva
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se occorre. Voi ragazzi di oggi mi sembrate dei
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Fantozzi con la lingua di fuori e il cuore
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agli ideali, al coraggio di criticare la scuola, il
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in partenza, sono figli di papà annoiati che sparano
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hanno tutti i giovani di cambiare il mondo, o
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il mondo, o almeno di provarci. Invece di fare
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almeno di provarci. Invece di fare seghe dalla mattina
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manca, sei un cacasintènzi di prima qualità. Dimmi un
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i capelli janchi prima di addiventare avvocato?» ¶ «Mi mancano
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non un semplice assemblaggio di frasi copiate. Sono una
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cui incrocio lo sguardo di Anna e dentro di
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di Anna e dentro di me sento uno sconquasso
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e divina. Il contrario di adesso: una felicità imperfetta
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suo orecchio, gli pareva di udire la lettera svolazzare
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uccello in una gabbia di legno troppo stretta. Bisognava
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per procurarsi un po’ di sollievo e, mentre lo
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Lucio, ¶ ti ricordi ancora di me? Sono Anna, la
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cantante preferito e che di te mi piace tutto
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hai detto scherzando prima di salutarmi. Ma come si
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non importa niente né di Villa e Reitano né
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e Reitano né, purtroppo, di te. Credo che sia
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fatto mille lavori, pur di non emigrare come tanti
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tre: fruttivendolo, contadino e, di tanto in tanto, manovale
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Ottocento e mi impedisce di frequentare un ragazzo che
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abbastanza montato gli chiederei di lasciarmi infilare le dita
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e avrei l’illusione di accarezzare i tuoi capelli
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sola e ho bisogno di parlare con una persona
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quando scrivo mi sembra di dialogare con qualcuno che
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ha un solo rimpianto: di non averla presa prima
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presa prima, questa decisione. Di aver lasciato che fosse
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il giorno della morte di Lucio Battisti. Però si
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immerso in un bosco di lecci come in un
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caldo, a un tiro di schioppo dalla Sila. Sembra
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colpito da una mitragliata di sguardi e di voci
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mitragliata di sguardi e di voci. Sono tutti vecchi
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madre. Proprio alla fine di quel pendìno di vinelle
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fine di quel pendìno di vinelle. Se volete vi
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grande con un tozzo di terra davanti, dove criscia
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dove criscia una chianta di limone.» ¶ Nei vicoli non
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balconi tra i vasi di basilico e fiori, sui
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Il limone è pieno di fiori bianchi e di
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di fiori bianchi e di frutti maturi, ha un
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fa strada. La madre di Anna è davanti ai
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sedere, ordina al vecchio di portargli un bicchiere di
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di portargli un bicchiere di vino buono e chiede
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dice con un tono di rimprovero, ti aspettavo prima
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fiori mosciati, senza volontà di mangiare e bere, lei
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e bere, lei più di tutte noi della famiglia
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c’era mai accordo di core, e mi diceva
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che non capivo niente di musica, mentre lei era
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i tuoi capelli spiccicati di una vota. Ma non
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però ero giovane, più di lui. Ho tenuto il
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vecchio? Morire pure io di solanza? Le figlie studiavano
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era uno scapolone pieno di soldi e terre, più
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e terre, più vecchio di me di nove anni
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più vecchio di me di nove anni, che mi
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bambini, indestinati forse prima di nascere. Io, non per
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Napoli diventavo miss Italia di sicuro, avevo le misure
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in casa al sugo di alici, una frittura di
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di alici, una frittura di piccole triglie con i
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i peperoni, un’insalata di pomodori e cetrioli; il
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coltivava verdure e spezie di ogni tipo, in una
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il pranzo. Per fortuna, di fronte a lui c
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dalla lettera. ¶ Nicola finì di mangiare prima del solito
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provenivano le risate gorgoglianti di Lucia e le parole
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e le parole smozzicate di Manuela: «No, no, ti
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teso alla porta chiusa. Di Anna, nemmeno un respiro
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invisibili. Era molto curioso di sapere perché e cosa
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correttezza escludeva l’ipotesi di aprire la busta e
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non avere alcuna urgenza di consegnarla alla legittima proprietaria
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prolungare l’inedita sensazione di curiosità e di inquietudine
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sensazione di curiosità e di inquietudine, un miscuglio esplosivo
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quel periodo lui viveva di presentimenti. E di speranze
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viveva di presentimenti. E di speranze, di sogni, di
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2008
presentimenti. E di speranze, di sogni, di scatti in
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di speranze, di sogni, di scatti in avanti. ¶ Erano
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vendere e andando avanti di quel passo, successo dopo
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dopo successo, avrebbe partecipato di sicuro ai campionati italiani
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da ragazzo. Come quello di conquistare Anna. ¶ Infilò la
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2008
i denti e, prima di mettersi a studiare fino
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2008
passeggiata sotto i portici di piazza Pitagora per sgranchirsi
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indomani mattina si svegliò di malumore e poco dopo
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l’avrebbe vista nemmeno di sfuggita? O forse era
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2008
s’irradiava un alone di luce azzurrina. Era ottobre
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ma l’aria sfrigolava di insetti come in estate
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il professor Greco, che di sabato saltavano la seduta
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2008
la mano si liberò di una nuvoletta di moscerini
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2008
liberò di una nuvoletta di moscerini che gli ronzava
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e in una manciata di secondi toccare la linea
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2008
sembrava piuttosto il galoppo di un cavallo imbizzarrito, con
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a essere un cespuglio di soffici riccioli. E si
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2008
Le prime due ore di lezione avevano filosofia. Il
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2008
dei fatti del mondo, di calcio e di donne
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mondo, di calcio e di donne; era brillante in
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2008
I professori dettavano regole di latino, avvenimenti storici, leggi
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2008
latino, avvenimenti storici, leggi di fisica, vite di scrittori
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2008
leggi di fisica, vite di scrittori, argomenti di biologia
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2008
vite di scrittori, argomenti di biologia, di geografia, di
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2008
scrittori, argomenti di biologia, di geografia, di pedagogia, di
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2008
di biologia, di geografia, di pedagogia, di psicologia e
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2008
di geografia, di pedagogia, di psicologia e di religione
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2008
pedagogia, di psicologia e di religione. Anche quel giorno
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la mano a furia di scrivere sotto dettatura tutti
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tratti dall’Etica Nicomachea di Aristotele e trasformati in
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modo suo una canzone di Lucio Battisti: «Io lavoro
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assomiglia a quel millesimo di secondo in cui incrocio
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si sfilaccia in brandelli di pentimento, addirittura in rimorsi
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radio trasmette i successi di Lucio Battisti, e Nicola
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il vuoto, senza meravigliarsi di quella manna che pare
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come sei, forse ancor di più… Un angelo caduto
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2008
era stato un amico di famiglia, Lucio Battisti resta
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enigmatici che Nicola ammette di non capire. Invece Anna
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2008
quel periodo avesse tentato di rintracciarla, sia pure timidamente
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2008
non aveva nessuna voglia di farsi ritrovare. ¶ Certi giorni
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2008
farsi ritrovare. ¶ Certi giorni di vento morbido, però, gli
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2008
morbido, però, gli pareva di scorgere l’ombra di
251
2008
di scorgere l’ombra di Anna che camminava a
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2008
passi da lui e di sentirne addirittura il calore
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2008
calore o il profumo di gelsomino, come se le
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2008
mescolandosi alle sue farneticazioni di quarantenne abbastanza insoddisfatto del
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2008
all’ospedale San Paolo di Milano, il noto cantante
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2008
cantante Lucio Battisti, autore di innumerevoli successi e amato
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2008
che pare un grido di dolore. Lucio Battisti era
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2008
le canzoni più belle di Lucio Battisti che è
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2008
la sua voce fresca di allora, i muscoli delle
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2008
cosce che si gonfiano di rabbia pronti per una
261
2008
suoi genitori, i proclami di Mario, i silenzi di
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2008
di Mario, i silenzi di Capocolò, le risate di
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2008
di Capocolò, le risate di Rino Gaetano, il furore
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2008
un pazzo. Poi, privo di forze, riprende fiato e
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2008
lentamente e più affranto di prima. Rimette in moto
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2008
direzione sud ruggendo rabbiosa. ¶ Di sera entra nel suo
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2008
alta e dai chili di troppo, la madre lo
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2008
con i suoi problemi di salute e non si
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non si stanca mai di ricordargli il dovere di
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2008
di ricordargli il dovere di un uomo: «Devi sposarti
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2008
la gioia bella nemmanco di un solo nipote. Quand
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2008
Quand’è che pensi di assistemarti?». Lui risponde ironico
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2008
stanco, non mi va di mangiare, passo a trovarvi
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2008
più forte, il desiderio di una vita: “Anna… voglio
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2008
destra, sulla busta gonfia di segreti. Al centro, stampigliata
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2008
a parte una rivista di atletica e qualche cartolina
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2008
fuoriusciva un effluvio ondeggiante di aglio peperoncino basilico alici
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2008
svolazzo affettuoso sulla “o” di Lucio. Sembrava scritta da
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2008
cautela e la lentezza di un abile giocatore di
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2008
di un abile giocatore di carte. Lesse a voce
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2008
suo sguardo si accese di una tensione carica di
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2008
di una tensione carica di stupore, molto simile a
283
2008
Poi ebbe l’impulso di correre nella stanza di
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2008
di correre nella stanza di lei e dirle: “Guarda
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2008
coetanei. Eppure la timidezza di lui e la riservatezza
286
2008
lui e la riservatezza di lei avevano trasformato lo
287
2008
c’è un ordùre di zimba chiusa, e vieni
288
2008
aggiunse con quel modo di parlare che risentiva del
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2008
si mise in testa di farlo diventare un velocista
290
2008
È il migliore allenatore di atletica della Calabria. Portati
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2008
entusiasmo, gli occhi gioiosi di chi racconta una scoperta
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2008
Greco era l’insegnante di educazione fisica delle Magistrali
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apparenza non aveva niente di sportivo: anziché la tuta
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atleti con la precisione di un direttore d’orchestra
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orchestra. Finiti gli esercizi di riscaldamento, coinvolse Nicola in
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partì con la furia di un cavallo imbizzarrito. «Vai
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sforzo, senza un movimento di troppo, con eleganza. Nicola
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questo qua, sembra bevuto di mattina, sbanda come una
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presentò come «la mamma di questa brava guagliùna che
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una camicetta sul punto di scoppiare. Anche sua madre
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i fronti. In meno di dieci minuti raccontò vita
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Cutrone, quasi due ore di viaggio col postale, strade
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casa più una bottiglia di vino alla proprietaria del
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loro paese, il punto di riferimento dei paesani quando
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della compaesana per pagare di meno e la madre
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può mangiare la robba di casa nostra: pane casarulo
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ti dà un pezzo di carta in quattro anni
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aveva il naso pieno di brufoli, un ragazzino insignificante
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solo i suoi occhi di un marrone caldo e
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i capelli, un cespuglio di riccioli neri e vellutati
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viso. ¶ In quella trama di sguardi irrequieti si celava
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si celava l’inizio di una storia che ancora
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non si rese conto di nulla: moriva dalla voglia
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nulla: moriva dalla voglia di cominciare la nuova scuola
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la nuova scuola e, di fronte alla ragazza imbronciata
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dietro la schiena, ansioso di incarnarsi nella vita. ¶ 9 settembre
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nella vita. ¶ 9 settembre ¶ Poi di colpo, mentre abbassa il
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Che ne sai tu di un campo di grano
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tu di un campo di grano, poesia di un
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campo di grano, poesia di un amore profano, la
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amore profano, la paura di esser preso per mano
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un fiore rosa, fiore di pesco, che pian piano
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fa venire la voglia di addentarlo. Non aveva raggiunto
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si allontana dalla stazione di servizio, la voce di
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di servizio, la voce di Lucio la insegue, affettuosa
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insegue, affettuosa, e invece di attutirsi si gonfia di
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di attutirsi si gonfia di vento e di potenza
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gonfia di vento e di potenza e di vigore
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e di potenza e di vigore: “Davanti a me
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parlarti, Anna. Devo parlarti di una cosa che non
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cosa che non sai. Di una storia che mi
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Cinque Terre in compagnia di una delle sue “amiche
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magro bottino: una manciata di scopate, un cartone di
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di scopate, un cartone di vino locale, il senso
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vino locale, il senso di falsità e di vuoto
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senso di falsità e di vuoto che gli si
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scordare. ¶ Erano sempre giornate di sole. «Ti raccomando…» diceva
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la madre sulla soglia di casa. Il ragazzino corrugava
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corsa, liberava il grido di felicità che tratteneva in
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traguardo, ma le bici di Mario e del padre
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alberato sotto il Castello di Carlo V, poi costeggiavano
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accarezzava le gambe scure di Nicola che inseguiva le
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ne sentiva la puzza di uova marce, le gambe
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uova marce, le gambe di Nicola stavano scoppiando dallo
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rallentarono con l’intenzione di aspettarlo, lui li superò
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campioni in televisione, rischiando di andare a sbattere contro
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Ho vinto, ho vinto di nuovo» cominciò a gridare
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dietro la schiena aspettava di essere difeso. ¶ Di solito
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aspettava di essere difeso. ¶ Di solito il padre parteggiava
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per lui, il piccolo di casa, ma quel giorno
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stoppato per sempre. Parola di Ernesto Manfredi.» ¶ Non aveva
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quindici anni in squadre di serie C e D
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per sei stagioni, squadrette di categoria inferiore. Mario era
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figlio era sgusciato fuori di domenica e avvolto nella
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caldo dei seni ricchi di latte si erano subito
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casa trasìva un poco di pila, ma ci voleva
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acido solforico nelle vasche di piombo e il fosfato
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dormiva, a volte dormiva di giorno e lavorava di
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di giorno e lavorava di notte, e solo raramente
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letto e si addormentava di colpo. ¶ La mattina si
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era delle pietanze sfiziùse di pesce che mangiavano. Se
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l’ospitalità, non era di peso, anzi. Occupava una
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non dava nessun tipo di fastidio. Era così discreto
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Soprattutto non amava parlare di sé, e il suo
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Colonna, proprio nel tratto di mare di fronte all
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nel tratto di mare di fronte all’unica Colonna
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quarantotto dell’antico tempio di Hera Lacinia. ¶ In estate
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Mare, una barca munita di un vecchio motore a
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friniva come un coro di cicale stanche. Di solito
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coro di cicale stanche. Di solito tornavano con una
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tornavano con una cassetta di pesce misto, dopo aver
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fichi nivurelli. ¶ Una domenica di settembre la pescata fu
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nudi la rete gonfia di alici sarde triglie aguglie
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ancora guizzante; un paio di cassette furono regalate da
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ragazzi nelle abili mani di mamma Pina. ¶ A fine
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presto: dopo gli esami di licenza media. Era la
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media. Era la voglia di crescere più in fretta
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più in fretta e di lasciarsi alle spalle un
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stava accartocciando nella monotonia. Di certo non poteva immaginare
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che gli ultimi scampoli di quell’estate gli avrebbero
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cambiato la vita. ¶ Prima di tutto fu il padre
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mentre arbitrava una partitella di calcio tra i ragazzi
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suo figlio Nicola, che di solito giocava da ala
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aveva un altro passo di corsa e quando rincorreva
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momento, dei due figli di Manuela, dei genitori di
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di Manuela, dei genitori di Nicola, del lavoro e
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del liceo e sono di paesi vicini. ¶ Manuela è
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le aveva mai chiesto di Anna in tutti quegli
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sorella. Siamo amiche, sa di noi.» ¶ Nicola abbassa lo
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che sono ancora gelosa di lei, che mi fregava
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superstite sulla tempia, cerca di pensare ad altro: ogni
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reagisce con una specie di delusione infantile come se
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entrare in un convento di clausura? Indossare la cintura
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clausura? Indossare la cintura di castità in attesa che
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Manuela ha un sussulto di trionfo e gira ancora
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uomo interessante, più anziano di lei, che ora è
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C’era una marea di amici, il giorno dello
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alcune tue vecchie compagne di scuola. Non ti hanno
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lettera contenente vecchie foto di gruppo sulla spiaggia o
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per fortuna velleitario proposito di organizzare prima o poi
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tutti assieme, «la classe di ferro di allora». E
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la classe di ferro di allora». E mai che
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sfuggente, che poteva sembrare di nostalgia ma che era
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nostalgia ma che era di disappunto. Non la sopportava
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capelli rimasti, i rotoli di grasso sulla pancia e
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tempie, sei più interessante di prima». No, mie compagne
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prima». No, mie compagne di una volta, niente orge
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Manuela. «Sei l’unica di quel periodo con cui
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soffriva, ma faceva finta di niente. Era troppo orgogliosa
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aggiunge che l’immagine di Anna sbiadiva per mesi
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Basta» dice. «Ho voglia di pizza. Ce la facciamo
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sera non parlano più di Anna, ma Anna è
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la luce. ¶ La voce di lei fende il buio
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al soffitto, la voce di Lucio Battisti che gli
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e la vide al di là dei vetri, dal
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verde riflesso delle piante di Capocolò. ¶ Si precipitò ad
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visita inattesa. Il sorriso di Anna a pochi centimetri
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passata a salutarlo prima di partire per le vacanze
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ma non è niente di importante. Le gare toste
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saluto, ebbe la prontezza di invitarla alla gelateria sotto
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Dammi solo il tempo di cambiarmi e di avvisare
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tempo di cambiarmi e di avvisare la mamma che
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pizza calabrese. Erano uno di fronte all’altra, vicinissimi
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paterna con l’obiettivo di guadagnare un po’ di
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di guadagnare un po’ di soldi per il prossimo
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se possibile, le piaceva di più, perché guardandolo negli
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ma sempre a fin di bene». ¶ Per cambiare discorso
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a parte certi figli di papà, i compagni erano
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parole sue, parole esagerate di un padre che stravede
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Nicola fissava le labbra di Anna come se non
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al mercato. Almeno guadagnerebbe di più, in soldi e
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lasciò scappare un sospiro di sollievo e un sorriso
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che aveva al blocco di partenza, come se dovesse
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dovesse disputare la gara di Reggio in quel momento
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capì più che mai di avere nel suo gruppo
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hai la stessa grinta di Mennea», in preda a
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velocisti che avevano riso di lui. Uno di loro
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riso di lui. Uno di loro – quello che lo
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gli atleti delle Magistrali di Crotone furono portati a
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pranzo in un ristorante di Catanzaro Lido, dove si
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Lido, dove si abbuffarono di specialità marinare, torte e
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il vero, le pietanze di pesce del ristorante non
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mattina al campo e di pomeriggio nella palestra della
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questo è il comportamento di un vero vincente, anche
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suoi baci al sapore di menta. Poi provava un
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Poi provava un pizzico di rimorso, si chiedeva se
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con la faccia imbronciata di quando non le fregava
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quanto me ne frega di te, della tua spocchia
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il segreto della forza di Nicola, quel silenzio fatto
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Nicola, quel silenzio fatto di mare all’alba, di
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di mare all’alba, di luce calda, di commozione
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alba, di luce calda, di commozione, di felicità improvvisa
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luce calda, di commozione, di felicità improvvisa e rabbiosa
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e agli sguardi affettuosi di Capocolò. Tornava a casa
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e i muscoli carichi di energia esplosiva. Non vedo
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Non vedo l’ora di mettercela tutta, pa’. Vedrai
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fu organizzata la cerimonia di premiazione degli atleti che
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Teatro Apollo era stracolmo di ragazzi in rappresentanza di
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di ragazzi in rappresentanza di tutte le superiori della
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braccia titubanti in segno di vittoria: seguì un’ovazione
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Montecatini per avergli impedito di partecipare a quella gioia
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Nicola andò all’edicola di piazza Pitagora e comprò
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ai portici un gruppetto di persone attorno a una
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attorno a una coppia di mezza età. Lei sembrava
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Maga Marilin. Sta parlando di me, pensò Nicola, e
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primo impulso fu quello di andarsene, solo che la
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aveva immobilizzato, gli impediva di muoversi. «Ha gli occhi
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la donna avrebbe smesso di prenderli in giro. Invece
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c’è il nome di questo ragazzo e c
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alto il giornale. E di nuovo tutti si misero
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giornale? Solo un colpo di fortuna. ¶ Se ne tornò
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professori e un gruppetto di belle ragazze in rappresentanza
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belle ragazze in rappresentanza di tutte le scuole. Applaudiva
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fissava con uno sguardo di sincera ammirazione o forse
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sincera ammirazione o forse di affetto. Nicola, non sognare
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affetto. Nicola, non sognare di nuovo, sei tu che
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anche Anna dalla pagina di un giornale, può ridere
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un giornale, può ridere di te, delle tue supponenti
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il venerdì sera e di solito si ferma a
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le ritorna la voglia di Nicola. È discreta, come
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apparenza. Ma, a causa di queste convinzioni, nessuno in
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che ribollivano nel cuore di Nicola e che lo
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che lo incupivano sempre di più. Solo a Capocolò
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che tu sei cotto di lei, ma fa finta
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lei, ma fa finta di niente». ¶ Come era riuscito
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era riuscito quel diavolo di Capocolò a sapere di
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di Capocolò a sapere di Anna? ¶ «Ti stai sbagliando
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teso per le interrogazioni di fine anno scolastico e
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e per la gara di Catanzaro il 20 maggio. E
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pensò che si trattasse di un sogno, però aveva
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che fossero le labbra di Anna: quante volte aveva
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aveva desiderato e immaginato di baciarla? Erano labbra morbide
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morbide, calde, sapevano appena di dentifricio alla menta. ¶ Quando
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abbondanza turgida dei seni di Manuela e il suo
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e il suo profumo di bergamotto. Non oppose resistenza
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nascondere la sua eccitazione, di cui si era impadronita
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risucchiò in un vortice di calore, mentre gli infilava
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l’altro. I muscoli di Nicola erano tesi e
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pelle cominciava a inumidirsi di sudore, i riccioli si
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stiravano tra le dita di Manuela. Che si muoveva