Guido Da Verona, L'amore che torna, 1908

finora»? ¶ - Eh, per modo di dire! ¶ - Insomma, volete ascoltarmi

conoscete la mia tenuta di Monte San Biagio, presso

Biagio, presso Torre Guelfa? ¶ - Di vista, signor conte. ¶ - Sapete

un'ipoteca per garanzia di mutuo? ¶ - Appunto, - egli disse

taccuino. - Ipoteca dei Rossengo di Terracina, 28 gennaio 19... ¶ - Ah, ne

Torre Guelfa. Voi, prima di sabato, mi farete avere

i miei affari meglio di me: studiate quindi se

non si tratta che di una risposta... quantunque posso

che ho inteso parlare di te in modo assai

Egli venne a sedermi di fronte, su la poltrona

d'altro: l'avventura di Guelfo, il duello di

di Guelfo, il duello di Guelfo, e tutto il

Hai torto. C'è di che farti riflettere. Alcuni

semplice: dimmi il nome di costoro e li inviterò

Qui non si tratta di questo. Se te ne

o ne suppongono, anche di più... E per quanto

perdonami, non è quella di un gentiluomo! ¶ - Eppure tu

rispose con un gesto di acquiescienza. - Ed è appunto

mi faccio un dovere di parlarti a cuore aperto

non furono mai quelle di un francescano. C'è

saresti più nel caso di retrocedere, checchè tu senta

cosa valgano i milioni di casa Laurenzano. Dunque, operando

generosità su l'amore di quella povera Edoarda». Invano

un diversivo, una specie di commiato un po' focoso

focoso dalla tua vita di scapolo. ¶ - Ebbene hai fatto

cose che si aggiungono di solito. ¶ Fabio diede una

Fabio diede una scrollata di spalle e si levò

che vedo l'impossibilità di questo matrimonio, e tu

per entrambi un'agonia di tutte le ore. Vi

fra due disgrazie, consiglia di scegliere la minore. Io

se si trattasse unicamente di te. Ma Edoarda? questa

Ma Edoarda? questa fanciulla di cui distruggi la vita

d'arrendermi all'evidenza di questa impossibilità? ¶ Feci una

pausa; presi una mano di Fabio con effusione, con

si fece grave; qualcosa di estremamente triste, quasi di

di estremamente triste, quasi di solenne, pareva emanasse dalla

stesso l'hai notato di sovente... Col pretesto dell

ho trovato il mezzo di lasciar Roma per alcuni

Roma per alcuni giorni; di là ti scriverò, tu

elegante, un po' fatua di sè, quasi cavalleresca, pareva

sotto la triste fatica di un simile pensiero. ¶ Poi

altra, naturalmente? ¶ Io risposi di sì col capo, senza

fece, con una scrollata di spalle. ¶ - A lei sì

quando giunsi all'albergo di Elena con la notizia

amore nell'antica solitudine di Torre Guelfa. ¶ Salii frettolosamente

nell'aria il profumo di lei come una presenza

abito smesso; una camicetta di pizzo ed un manicotto

terra. Ebbi la tentazione di leggerlo, poi la cosa

esiste! - affermai, assolutamente incapace di farla più oltre soffrire

conosciuta in viaggio, prima di te. L'ho ritrovata

prova talora una specie di ritorno sentimentale, o stupido

vuoi, verso le amiche di una volta, ma indistintamente

al Circolo, e, seccatissimo di perdere, cominciò a stuzzicarmi

stuzzicarmi dicendo una quantità di scempiaggini, cioè che avevo

giorno... insomma che credeva di potermela togliere quando volesse

stava bene il soprannome di «Assillo», poichè infatti, con

per un'alternativa continua di sentimenti; ora mi fissava

verso le mie campagne di Terracina, su cui scadeva

Terracina, su cui scadeva di lì a poco una

certa ipoteca dei Rossengo di laggiù; rimedio gravoso e

recarmi colà, in cerca di un ripiego qualsiasi, poichè

Orbene, perchè non valermi di un tal pretesto per

Roma con Elena, e di laggiù forse avere il

semplice, piana, gioconda. Stupii di non averla immaginata prima

sei sempre così piena di sospetti! ¶ - Oh, non lo

mi trova mutato; dice di non più riconoscermi. ¶ - Questo

tristezza... sento il bisogno di essere solo, di non

bisogno di essere solo, di non amare più nessuno

non amare più nessuno, di allontanarmi da tutti... Che

si volse tutta verso di me, spalancando gli occhi

mormorò, con un filo di voce tremula. ¶ - Te lo

ti spaventare! un'assenza di pochi giorni. ¶ - Ah, sì

Rossengo su le terre di San Biagio. Non potendola

per appianare certe questioni di forma. ¶ - Dunque te ne

Non so ancora; uno di questi giorni. Sono talmente

Del resto non mancherò di trovare un ripiego. ¶ Piangeva

un ripiego. ¶ Piangeva ora di nuovo, accasciata, curva, ritraendosi

tutte le sere prima di coricarmi, come una volta

compose in una specie di bellezza immateriale. ¶ Soltanto allora

per un senso inesprimibile di paura ebbi quasi bisogno

stanza, traeva uno scintillìo di colori dalle coppe di

di colori dalle coppe di cristallo, dalle cornici, dalle

colore indefinibile della rosa di gruogo. Allora finalmente una

ricciuto. Vestiva con panni di ruvida stoffa, non senza

pendaglio enorme, ch'era di corniola incisa. Molti anelli

d'un campagnolo, mediatore di grosso bestiame; aveva la

ogni giorno e screziata di reticole sanguigne. Per un

e godeva in Roma di una ben meritata notorietà

usuraio. ¶ Avevo l'onore di essere suo cliente già

tavola, centellinando un bicchierino di vin Malaga, a sorsi

le mani, - la dama di picche ci ha traditi

volta non si tratta di dame, nè di picche

tratta di dame, nè di picche nè d'altro

uomo con una specie di grugnito; - in questi mesi

peggio! Tengo un mucchio di cambiali. ¶ - Via, Capponi, lasciamo

pur detto che suonava di fesso. Intanto ci tengo

sale minori e contigue, di cui la prima conteneva

conteneva una rarissima collezione di statuette di Saxe e

rarissima collezione di statuette di Saxe e di bronzi

statuette di Saxe e di bronzi antichi, l'altra

altra, secondo il volere di Edoarda, era la nostra

la quale talvolta, svegliandosi di soprassalto, chiamava con voce

sai... Potreste anche venire di qua. ¶ Ma era inutile

che si trattava semplicemente di un sogno fatto ad

poltrona, fra le cuffie di lana per «I Figli

con le zampe calzate di altissime balzane. ¶ - Povero Good

il più piccolo segno di dolore. ¶ - Quando lo avete

dopo nel farlo uscire di scuderia. ¶ - Bisognava sferrarlo, - dissi

irlandese, cercando nelle muscolature di suscitargli un dolore. Infatti

e mettetegli un po' di creta. Sarà meglio chiamare

primavera; il giardino inverdiva di là dalla corte. ¶ - Sopra

che hai? ¶ - Perchè cerchi di fingere? - mi rispose tristemente

sole delineava una trama di vincoli floreali, muovendo una

cuscini, ch'erano foderati di una stoffa delicatissima, dal

po' languido della rosa di gruogo. Una striscia di

di gruogo. Una striscia di polvere animata fendeva obliquamente

coppe fiorentine, che traboccavano di bianco lilla e di

di bianco lilla e di lilla malvato; sopra un

pieno da quel raggio di sole. ¶ In silenzio Edoarda

spazio dov'io sedevo di consueto per prenderla fra

osando interrompere il silenzio. ¶ Di fronte v'era una

era una piccola scrivania di legno roseo, intarsiato alla

roseo, intarsiato alla foggia di Andrea Carlo Boule, un

del Settecento, con incrostazioni di madreperla e di mosaico

incrostazioni di madreperla e di mosaico fino; più oltre

caminetto con gli alari di bronzo, chiuso da una

costrutto per i piedini di una bambola di Norimberga

piedini di una bambola di Norimberga. ¶ - Germano, - ella prese

da un triste sorriso di evocazione, - ti ricordi quanti

Vedi bene che cerco di non piangere... Ah! non

voleva un'eternità prima di giungere alla fine. Verso

Ma ebbi quasi paura di averlo pronunziato in modo

vuoi? è più forte di me, non posso! C

occhi con una specie di smarrimento, arrendendosi alla suprema

arrendendosi alla suprema evidenza di un pensiero: ¶ - Dimmi, - esclamò

tua immaginazione; sei fuori di strada, sei malata. Non

credi. Solamente, il carattere di un uomo subisce talvolta

abbia questa inutile compassione di me! Credi forse che

aspetti che l'ora di potermi lasciare, perchè, oltre

lo so... e, guarda... ¶ Di scatto sorse in piedi

mano fece l'atto di volermi ghermire, ma invece

che non sia quello di prendere la sua donna

non si ha nulla di più serio nè di

di più serio nè di più grave nella vita

e l'anima generosa di quel vino biondo accalorava

un poco le guance di Elena, diffondendole negli occhi

negli occhi un'ombra di soave languore. Ella vi

umida per uno scintillìo di piccole gemme liquide, aveva

aveva in sè qualcosa di estremamente sensuale, come la

sensuale, come la maturità di un frutto che si

i fiori nelle coppe di cristallo e gli occhi

confuso, traverso i tendami di broccato, e poichè gli

vedevano ardere i tizzi di ginepro, talora con ventate

talora con ventate improvvise di scintille che sfavillavano e

sfavillavano e crepitavano prima di soffocarsi entro la cenere

della primavera quando giunge di lontano ed è passato

tavola, davanti al dolore di un'altra, ma il

dunque invocare a difesa di me stesso, per quanto

ora in cui sentivo di potermi scagliare con l

meco stesso l'imminenza di un colloquio con Edoarda

occhi la visione scenica di un fatto imminente, compresi

ripugnanza d'una scena di commiato, viso a viso

a poco la morte di questo amore, facendole intendere

delicata pietà, e pensai di muovere nell'animo suo

a misurare un desiderio di vendetta. ¶ Pensai: «S'ella

per tutte le ore di giovinezza lasciate sfiorire in

Questo solo è degno di un'anima. Dopo avere

m'apparve la visione di Elena, perduta per me

con altri alle memorie di un nostro lungo amore

lungo amore. Un senso di vertigine mi strinse, avrei

freddo egoismo, in cerca di placar la voce del

che tremava nella stanchezza di quegli occhi mansueti. ¶ Ebbi

mansueti. ¶ Ebbi ancora bisogno di essere dolce con lei

essere dolce con lei, di rivolgerle una parola buona

fu come un segno di sconforto inutile, di rassegnazione

segno di sconforto inutile, di rassegnazione stanca. ¶ E soggiunsi

cessava tuttavia dal circondarmi di tante piccole premure. Senza

Faceva segno al domestico di versarmi vino se appena

più pane, feci atto di domandarne: rapida, ella mi

non si stanca mai di ardere, tutelando la mia

quel giorno. ¶ Parlammo ancora, di cose non gravi. A

dalle mie gentilezze, dimenticava di essermi ostile, con la

su le mie ginocchia, di tanto in tanto faceva

mia tracotanza. ¶ Dall'insieme di questi e d'altri

compresi come un poco di destrezza e di buon

poco di destrezza e di buon volere da parte

entrare, fra un'allegrezza di sponsali, riaprendo a conviti

caffè, in una macchina di rame a filtro, e

per un tacito volere di Edoarda. ¶ La zia poi

con delizia un bicchierino di liquore, due talvolta, poi

due talvolta, poi pretendeva di leggere un giornale, a

rovescio, finchè le scivolasse di mano, - e s'addormentava

rimase che la paura di spezzare quell'anima fragile

in sè una similitudine di colomba, una similitudine di

di colomba, una similitudine di cosa immacolata. ¶ Ed ancora

in due? ¶ Quella immobilità di statua fu scossa come

Gli occhi le splendevano di una luce oscura, nel

alacre verso la casa di Edoarda Laurenzano. Vanamente cercavo

Edoarda Laurenzano. Vanamente cercavo di costringere il mio pensiero

pensiero alle opportune meditazioni di quell'ora forse terribile

Godevo il piacere insaziabile di respirare l'aria, di

di respirare l'aria, di bagnarmi nel sole, di

di bagnarmi nel sole, di camminare con rapidità nell

marciapiedi; provavo la gioia di veder correre i cavalli

casa una fragile apparizione di fanciulla, con gli occhi

con gli occhi pieni di lacrime latenti, buona fino

Mi attendeva lo sforzo di comprimere dentro il cuore

cuore tutta l'esuberanza di questa immensa gioia, per

spiegata la mia trascuraggine di quegli ultimi tempi? Un

confessione aperta, od avrei di nuovo prolungata per viltà

mio giungere un sorriso di cordiale accoglienza. ¶ Vedendomi entrare

signorina gli aveva detto di mostrarlo a me... quando

immensa poltrona, la zia di Edoarda lavorava come sempre

sempre alle sue cuffie di lana. ¶ Whisky, il piccolo

si quietasse. La zia di Edoarda, una vecchia signora

saprei; una confusione sciocca di parole e di fatti

sciocca di parole e di fatti: quel mio malessere

la febbre, l'arrivo di un amico da Palermo

lo scontro «e poi, di nuovo, ieri, tutto il

provocare la sua vivacità. ¶ Di sfuggita, nel frattempo, consideravo

abbiamo avuto una sequela di visite. Oltre gli Ardizzò

sapere la causa vera di questo famoso duello? ¶ - Ma

è semplicissima: un incidente di giuoco al Circolo, come

questo modo. Il battibecco di giuoco, se vogliamo, è

Sebbene dovrei sapere ormai di quali pettegolezzi si dilettino

poltrona con una specie di furor contenuto, e, molto

accesa nel volto, squadrandomi di traverso: ¶ - Bene, bene, - concluse

Zia, ti prego! - supplicò di nuovo Edoarda con le

Cercate, se vi riesce, di sbrigarvela a modo vostro

riprese le sue cuffie di lana, borbottando a voce

signora non era mai di cattivo umore, sebbene prima

inghiottisse tutta una spezieria di medicine. ¶ Quando fummo seduti

da pranzo dai tendami di broccato rosso e dalle

tra quella superba immagine di donna, esprimente in ogni

forma l'impetuosa gioia di vivere, la felicità di

di vivere, la felicità di sentirsi amata, e quella

con uno sguardo pieno di smarrimento. ¶ Ero lì, ma

sognavo. ¶ ... e la risata di Elena empiva la piccola

Agnese Caterina dei Guelfo di Materdomini), la quale provocava

quale provocava l'ilarità di Elena, specialmente per la

il dono d'uno di noi alla più bella

alla più bella donna di Roma! ¶ E fissai l

l'Albanese, che cercò di reprimere un movimento di

di reprimere un movimento di dispetto. ¶ - Anche le donne

più bella don-na-di-Ro-ro-ma ti

la seduce... a mazzi di fiori! ¶ - Vuoi alludere a

Giorgio Albanese in tono di falsetto. ¶ - Credo infatti che

Ragazzi... per l'amore di Dio!... - fece il marchese

Ed io t'ingiungo di smettere! - inveì l'altro

Egli fece l'atto di avventarmisi contro, ma con

dopo, con un colpo di sciabola che ferì leggermente

quel signore dei mazzi di rose. Bravissimo!... e senza

indice minuscolo in segno di minaccia. ¶ - Ecco: sono venuta

le sfuggivano alcune ciocche di capelli, prendendo in quella

verso un gran vaso di lilla bianchi, e ne

mantenete mai. ¶ - E' meglio di no. ¶ - Siate buona, Elena

bocca un'espressione indefinibile di tristezza, poi si copre

volerlo, un bisogno irresistibile di pianto. ¶ E quando la

Non so... Mi sembra di sentirmi un poco male

La sua pelliccia trema di riflessi continui su la

Eppure a noi sembra di non poterci parlare. Le

Mi volete un poco di bene? ¶ - Non so, non

il capo, si copre di nuovo la faccia. Fra

vero? ¶ - Lo sono più di voi, Elena; molto più

per farvi un poco di festa. ¶ Ride più forte

e dice: ¶ - Belli! ¶ Poi, di sùbito, volgendosi a me

pagina sottolineando le righe di una calligrafia malsicura che

momenti mi pare quasi di odiarla. È crudele a

ho avuto il coraggio di farle questa confessione. Temo

farle questa confessione. Temo di vederla troppo soffrire. ¶ - Oh

vi ripeto, non burlatevi di me! ¶ - Non mi burlo

al mondo è quella di aver fatto soffrire. ¶ E

storia tristissima, le dissi di questo legame, contratto quasi

quale avrebbero cercato invano di curvare la mia indipendenza

ebbene, cosa puoi desiderare di meglio?» - «Di meglio che

puoi desiderare di meglio?» - «Di meglio che la mia

vera e propria congiura di piccoli avvenimenti, che più

quel tempo frequentissime occasioni di vederla, e quando le

facessi male. Sapeva tutto di me; aveva letti alcuni

letti alcuni miei libri di viaggi; possedeva un mio

possedeva un mio quadro di molti anni addietro, che

a conoscere un'anima di signorina. Finchè, un giorno

giorno, in un albergo di campagna... ¶ E le confessai

del fuoco. Un contorno di luce rendeva più ferma

Il mio denaro sfumava. Di giorno in giorno vedevo

la noia, la stanchezza di vivere a quel modo

quel modo, il bisogno di rinnovarmi un poco... infine

che già mi pentivo di averla data. Un soffio

ad enumerare i nomi di tutte le signore che

e fumano in sala di prova, «comme les messieurs

tutti gli ultimi «modelli di Parigi», guardandosi ad ogni

Era un cappello larghissimo di tesa, con una grande

lato, alla Rembrandt, semplice, di una eleganza squisita. Si

che riempivano la contrada di fragore. ¶ Ella portava un

mi dava il mal di capo; aveva la bocca

mezzo ad un esercito di nemici. Non vi pare

è che vi trovo di un umore tetro... - Poi

nella sua voce qualcosa di torbido, che improvvisamente mi

lo sapete voi? - feci di nuovo, poichè aveva taciuto

E continuò a ridere, di quel riso che m

era pure un senso di ostilità contro quella donna

in lei l'amante di una volta, la donna

aveva la bocca tinta di rosso, il profumo estremamente

vi renderei così triste. ¶ Di nuovo la guardai. V

suo volto i vestigi di una grande bellezza, gli

splendevano d'un chiarore di gioventù. ¶ - Se fossi ancora

prigione antica lenti fasci di nebbie crepuscolari, verso il

Vinto da una specie di perversità mi chinai su

sono, lo sono terribilmente... di un pensiero che mi

manicotto, fra un mazzo di viole. Poi, subitamente, cambiando

per colmare un giorno di nevrastenia tentate anche un

o si è creduto di amare, ad una creatura

per me. Qualcosa cessò di vivere nell'anima mia

giardino per non pregarti di tacere. Tu, come donna

può rinfocolare l'agonia di un sentimento. Ho cercato

addormentasse dopo la chicchera di caffè, - indi subirmi a

soffriva d'una specie di languore allo stomaco: al

che un'ottima invenzione di Edoarda per procurarci una

cadeva in quello stato di sonnolenza morboso ch'io

che senza posa cercavano di sopraffarsi; due uomini di

di sopraffarsi; due uomini di natura inconciliabile, negazione perpetua

una chiara intelligenza, capace di sentimenti squisiti e spesso

per maggiore intento quello di esaurire tutte le sensazioni

esaurire tutte le sensazioni, di sviscerare le cose, per

gli ombrelli una specie di lunga tettoia oscillante. ¶ - Come

per infiltrare un poco di buonumore nella tetraggine di

di buonumore nella tetraggine di quel tramonto decembrino. ¶ Fra

due volte aveva cercato di avvicinarla per istrada, e

avvicinarla per istrada, e di giorno in giorno le

all'albergo grandi mazzi di fiori, biglietti con frasi

paia d'occhiali, avanzando di tempo in tempo sul

il buon colpo; Laganà di Rienzi bestemmiava grossolanamente ad

amico, si alzava pieno di collera, esclamando: ¶ - Per Dio

il Sabbatini, i soci di prima, una discussione su

poste. Purtroppo le alleanze di giuoco non sono che

tre volte perdetti. ¶ Guardai di nuovo1 l'Albanese, toccando

sul tappeto, ma fingevo di sonnecchiare davanti al caminetto

malgrado tradiva l'impazienza di averla così a lungo

fece ridendo l'atto di volgersi; poi soggiunse: ¶ - Dunque

ella domandò in tono di celia. ¶ - Ve ne prego

colore d'oro e di bronzo antico, fusi per

misto d'ingegno e di fantasia, d'indifferenza e

fantasia, d'indifferenza e di sensibilità, di superficiale e

indifferenza e di sensibilità, di superficiale e di profondo

sensibilità, di superficiale e di profondo, di curioso e

superficiale e di profondo, di curioso e d'inutile

fievole dalle folte cortine. Di quando in quando uno

in quando uno scalpitìo di cavalli sul lastricato, un

d'inverno, languida fragranza di fiori sbocciati senza sole

seduta nella grande poltrona di cuoio dai foschi rilievi

sui bracciuoli: tutta vestita di nero. ¶ Da quando ella

io vivevo nell'ardore di una febbre in cui

acute che nella voluttà di possederla e tormenti più

creduto per sempre incapace di accendere in me un

me un altro desiderio, di esprimere un'altra ammirazione

esprimere un'altra ammirazione, di conoscere o di pensare

ammirazione, di conoscere o di pensare un'altra bellezza

ebbe un sorriso pieno di tristezza, mi disse: ¶ - Anch

non ho avuto verso di voi la più piccola

non ho tentato mai di spingere la nostra intimità

E, nel fissarmi, qualcosa di crudele attraversò la sua

hanno certamente il diritto di farci anche soffrire. ¶ - Sentite

voi, talvolta mi sembra di assistere alla recitazione d

lungo; andavo altrove... e di porte che si aprono

un cristallo, alcuni ritratti di donne; poi, dalla parete

Giovanni in un giorno di noia... ¶ - Oh, no! - risposi

perchè davvero non penso di aver seminate molte vittime

molte donne, ho creduto di amarne alcuna, mi sono

sono accorto alla fine di non aver amato mai

porta tutta l'anima di una cosa e vi

forse ripetermi la frase di prima, dirmi... ¶ - Che siete

mentre, ne' suoi occhi di fanciulla, ridevano le maraviglie

un suono, una inflessione di voce, un oggetto qualsiasi

ammirato, desiderato. ¶ Tutto ricordavo di lei, quand'era assente

solo, comprarle un paio di guanti, sceglierle un cappello

calzato. Così mi avveniva di fermarmi fanciullescamente davanti alle

anzi, la marchesa Serra di Marziano, la Senatoressa, un

estate!), la marchesa Serra di Marziano mi sorprese davanti

sorprese davanti un negozio di mode in questa palese

risposi con un tono di burla galante per trarmi

occhi esprimevano un'ironia di ricordi lontani. Volle che

la seguissi nella sala di prova e mi fece

Josephine, che gli permettete di fumare? ¶ Madame Josephine, una

Josephine, una Parigina, venditrice di eleganze, che sapeva ricevere

momento, e gli pareva «di ritrovarla più bella ancora

Hohenfels appunto per causa di lei; tessè molti epigrammi

ed altrove, per essere di ritorno a Parigi sul

soggiunse, - perchè un mese di gioventù perduto è più

ricuperarsi che molti anni di vecchiaia. ¶ E partì. Veniva

montagne dell'Engadina, malata di cuore: le scriveva le

le sue sofferenze, pregandola di tornare con lei. Allora

coperse gelosamente il quadro di Mathias, lasciandolo in custodia

il più famoso guidatore di quadriglie che annoverasse in

stagione la società cosmopolita di Saint-Moritz-Bad. Poco

bellezza quasi un'ingenuità di fanciullo. ¶ Anche ad Elena

entrava sempre nella sala di lettura quand'ella scriveva

viali profondi, e pinete di là dal giardino, dove

piano, ed eran quasi di fronte... ¶ E molte cose

inoltre, anche nel cuore di questa errante fanciulla, cui

i medici le consigliarono di tornare a Berlino per

affidarsi ad uno scienziato di grande fama, che le

a lasciarla partire, colmandola di benefici e di doni

colmandola di benefici e di doni. ¶ Allora Elena decise

L'Hohenfels le offerse di patrocinar la sua carriera

stessa trema una vibrazione di vita che assilla i

che il Duvally erasi di nuovo recato a Roma

per il suo cuore di errante, una bellezza più

partì col treno che di Francia vàlica le gloriose

vetri, quand'ella finiva di raccontare. ¶ I. ¶ Ogni mattina

procaccia, portando una lettera di Edoarda, e tutti i

con lo stesso tono di voce, Marta, la figlia

voce, Marta, la figlia di Lazzaro, battendo all'uscio

cinerina, con un suggello di ceralacca violetta, con l

le traversìe del viaggio. Di quella lettera tutto mi

la monotona tristezza. ¶ Prima di leggerla, quasi ne sapevo

si diffondeva nel viso di Elena, l'odiavo per

una storia così complessa di menzogne, ch'io stesso

man mano più palese, di preparare all'imminente risoluzione

animo ed il pensiero di Edoarda. ¶ Già da qualche

sua volta il coraggio di affrontare quel temibile discorso

un ultimo ragionamento, prima di mantenere la triste promessa

data. Ecco: e parliamo di te solo, consideriamo la

del piacere, la smania di soddisfare la tua grande

trovato ancora il modo di prorogar l'ipoteca su

ipoteca su le terre di Monte S. Biagio. Lo

credo che, a forza di cavilli e di sofismi

forza di cavilli e di sofismi, non ti sarebbe

tua salute.» ¶ Questa lettera di Fabio mi aveva irritato

parte le sue considerazioni di opportunità, ma dichiarandogli che

indugio. Lo pregavo inoltre di non ritogliermi l'aiuto

aiuto promesso, ed anzi di venire a Torre Guelfa

pareva, tra quel silenzio di cose decrepite, suscitare improvvise

velo. Dopo un attimo di perplessità s'abbracciarono, confondendo

camera sgombrata, i mobili di noce mandavano luccicori fermi

lungo da una striscia di sole, che sopra vi

capelli biondi, si accendevano di bagliori continui, quasi avessero

continui, quasi avessero dentro di sè una viva gioia

poco alla trasparenza turchina di quella pietra. ¶ Ella fece

Ella fece una mossa di rifiuto, e Mathias le

E tremava. ¶ Ella cercò di baciargli una mano, volle

negli occhi un sorriso di morte, poi vide trascolorare

la luce, quel viso di donna ch'egli aveva

e in sè, fuori di sè, la tenebra, la

stanza era deserta, e di fronte, nella casa di

di fronte, nella casa di fronte, una ragazza cuciva

si era tosto presa di una caldissima simpatia per

villa su la Riviera di Cannes. ¶ La baronessa le

avventure. Solo era gelosissima di lei; ne allontanava i

ed era molto curiosa di conoscere le sue trascorse

ancora nella sua vita di zingara. E, meditandovi sopra

fosse divenuta la moglie di quel pastore luterano, e

ora presa l'abitudine di tenerla sempre sotto braccio

grosso nodo involuto, pieno di luccicori, e vi tuffava

non sapeva rendersi conto di queste ambiguità e vi

con un senso insieme di curiosa paura. ¶ Avevano le

la sera in quella di Elena mentr'ella stava

toccava con un specie di insidia i lini ch

andava smettendo, le parlava di cose d'amore come

accese la sua tristezza di rimaner sola, in quelle

tra quel sole, odorava di primavera. ¶ Mathias le scriveva

in lei un senso di grande malinconia. Erano parole

parole sfiduciate, pensieri pieni di una stanchezza estrema, riflessioni

stanchezza estrema, riflessioni amare di un'anima che sente

giorni dopo un telegramma di firma ignota la pregava

a tutta prima impossibile di non rivederlo più, di

di non rivederlo più, di non ascoltare più la

labbra suggellate nello sforzo di chiamarla per nome. Immaginò

nome. Immaginò il dramma di quell'ultima ora, quando

come un baleno inconoscibile di sole, mentre l'anima

verso la pace inconsumabile di tutte le miserie umane

ombre, come nell'incubo di una vigilia funebre... Poi

irrigidita, e lo scoprirsi di un volto che più

che più nulla conservava di umano, tranne l'orribile

finisce la necessità umana di credere, di pensare, di

necessità umana di credere, di pensare, di amare... Viene

di credere, di pensare, di amare... Viene un riposo

suo piccolo avere, pregandola di vender ogni cosa, tranne

Solamente allora si accorse di averlo veramente amato, come

Sempre gaio, frivolo, sicuro di sè, diceva di non

sicuro di sè, diceva di non averla mai dimenticata

luoghi di cura e di campagna. Faceva un calore

calore insopportabile nelle vie di Berlino ed Elena si

presto avrebbe avuta occasione di recarsi a Francoforte. Perchè

Gräfe c'era qualcosa di estremamente logico, di estremamente

qualcosa di estremamente logico, di estremamente vero... Perchè sprecare

Era giovine, bella, desiderosa di vivere, l'avvenire poteva

qualche anno, a forza di scribacchiar manoscritti e dover

una pioggia d'oro, di quell'oro delle medaglie

all'indietro, le parve di sognare la bocca d

la sua turgida gola... Di fatti era bella, bella

bella come il quadro di Mathias! Le venne un

avere avuta un'ora di trionfo, come una rosa

dietro una rupe. ¶ E di contro, la scena, il

gridarle ancora: «Parla!» Invece di pensare ogni giorno faticosamente

quasi la potenza; invece di andar nomade per tutte

stessa, ecco la possibilità di ascendere per una via

verso Mathias, e risolse di narrargli finalmente ogni cosa

Era la prima sera di Settembre. Per l'aria

bionda navigavano larghe strisce di vapori turchini, d'una

celebrata con una magnificenza di stelle. ¶ - Questa è l