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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1983
odori e i sapori di tutti i luoghi dove
2
1983
perdeva neppure una sillaba di ciò che gli usciva
3
1983
dalla bocca. Mangiammo cosciotto di montone, cetrioli sott’aceto
4
1983
e bevemmo grandi tazze di tè fumanti. Poi Falalej
5
1983
Ma non sai niente di più allegro? Dai qui
6
1983
capofitto in una serie di quelle canzoni travolgenti che
7
1983
cosa dici, zia?…» ¶ Tentò di rifiutare, di schermirsi, di
8
1983
zia?…» ¶ Tentò di rifiutare, di schermirsi, di farsi dimenticare
9
1983
di rifiutare, di schermirsi, di farsi dimenticare, ma Katja
10
1983
la lituana. Il chignon di capelli biondissimi si andava
11
1983
lei vi fosse qualcosa di selvatico e di volpino
12
1983
qualcosa di selvatico e di volpino, però non lo
13
1983
e travolti. ¶ Falalej faceva di tutto per tenersi il
14
1983
più. Aveva preso qualcosa di sgraziato e di sproporzionato
15
1983
qualcosa di sgraziato e di sproporzionato, e pareva vergognarsi
16
1983
mutata, rauca come quella di un gallo cedrone. Aveva
17
1983
che qualcuno invece tentava di farlo parlare o di
18
1983
di farlo parlare o di estrarlo a forza dal
19
1983
se sentiva la voce di una donna o il
20
1983
come un innocuo animaletto, di cui dimenticava la presenza
21
1983
in silenzio. Si figurava di essere sempre osservato, sempre
22
1983
avrebbe potuto mai interessarsi di lui, perché non ci
23
1983
e contava ancora meno di quei mendicanti e vagabondi
24
1983
un pane in cambio di preghiere. Lui era anche
25
1983
a portare il cavallo di Anataj a bere al
26
1983
disgelo. Udiva il nitrito di giumente e stalloni, nelle
27
1983
tori, che parevano invocazioni di soccorso degli animali, per
28
1983
provava una voglia irresistibile di lamentarsi e di guaire
29
1983
irresistibile di lamentarsi e di guaire in un angolo
30
1983
ferito. Un intenso desiderio di piangere gli riempiva il
31
1983
simile a una voglia di tossire, che non riuscisse
32
1983
sentiva anche il desiderio di non esser più visto
33
1983
più visto da nessuno, di non esser più dove
34
1983
a Marco la storia di Levka il mendicante, che
35
1983
occhi degli ingenui abitanti di un villaggio. Ma era
36
1983
essere lo zingaro sbrendoloso di prima, con gli abiti
37
1983
addosso ad ogni refolo di vento. Agli occhi di
38
1983
di vento. Agli occhi di Falalej la fiaba prendeva
39
1983
proprio destino. Chi credeva di farlo in realtà gli
40
1983
dormiva perdeva la coscienza di essere ciò che era
41
1983
era, e spesso sognava di vedere le cose e
42
1983
che venisse l’ora di andare a letto, la
43
1983
in quel modo cessava di essere Falalej il cieco
44
1983
a cui poteva succedere di tutto. Nel sonno accadeva
45
1983
e gli facevano cenni di amicizia e di intesa
46
1983
cenni di amicizia e di intesa. Provò un desiderio
47
1983
Provò un desiderio intenso di cessare di essere Falalej
48
1983
desiderio intenso di cessare di essere Falalej e di
49
1983
che lo circondava personaggi di sua invenzione. Sapeva che
50
1983
l’occasione. Un giorno di febbraio, freddo ma pieno
51
1983
febbraio, freddo ma pieno di sole, arrivò zio Eroska
52
1983
due cavalli nella stalla di Vanka il luparo, perché
53
1983
Faceva loro ogni genere di complimenti. Alle più giovani
54
1983
buone cristiane e timorate di Dio, e si abbandonavano
55
1983
Ajdym, col suo carico di pelli, che Marco aiutò
56
1983
a mente il prezzo di ogni cosa che stava
57
1983
carro, ma anche quello di tutte le pelli, di
58
1983
di tutte le pelli, di zibellino, di ermellino, di
59
1983
le pelli, di zibellino, di ermellino, di martora, di
60
1983
di zibellino, di ermellino, di martora, di lince, di
61
1983
di ermellino, di martora, di lince, di lupo, di
62
1983
di martora, di lince, di lupo, di orso, di
63
1983
di lince, di lupo, di orso, di volpe. Motteggiava
64
1983
di lupo, di orso, di volpe. Motteggiava di continuo
65
1983
orso, di volpe. Motteggiava di continuo. «Orso grigio eh
66
1983
se l’è fatta di sotto per prenderlo, non
67
1983
è scolato due bottiglie di vodka…» E mentre contrattava
68
1983
prezzi, trovava il tempo di fare un poco il
69
1983
leprotto, e saltava sempre di qua e di là
70
1983
sempre di qua e di là per essere presente
71
1983
tanto accennava un passo di danza sui talloni, e
72
1983
che la sua voglia di ballare fosse irresistibile. Siccome
73
1983
non poteva saziarla, cercava di soddisfarla come poteva, tra
74
1983
città. Aveva una quantità di cose da riferire come
75
1983
no. ¶ La loro fame di notizie era molta, ma
76
1983
oh” e gli “ah” di meraviglia. Parlò come fosse
77
1983
più bello, e finse di essersi dimenticato ciò che
78
1983
curiosità, e farsi pregare di arrivare alla fine. Raccontò
79
1983
Hanno strumenti più sensibili di orologi, che gli scienziati
80
1983
case da gioco e di piacere, circoli di giocatori
81
1983
e di piacere, circoli di giocatori; aveva visto svilupparsi
82
1983
visto svilupparsi la fortuna di avventurieri venuti dal nulla
83
1983
labbra, abbracciati a donne di gran prezzo. Ma poi
84
1983
avevano cominciato a fruttare di meno. Le case da
85
1983
Aveva fatto il conducente di diligenze e di taràntas
86
1983
conducente di diligenze e di taràntas, aveva conosciuto gente
87
1983
taràntas, aveva conosciuto gente di ogni genere. Conosceva Irkutsk
88
1983
Ho fatto il mercante di sete, di polvere di
89
1983
il mercante di sete, di polvere di papavero e
90
1983
di sete, di polvere di papavero e di tè
91
1983
polvere di papavero e di tè. Sono stato a
92
1983
spalancati. Quando ebbe finito di vendere e di barattare
93
1983
finito di vendere e di barattare, chiuse i carri
94
1983
a cenare in casa di Katja, con la quale
95
1983
Eroska, che era convinto di avere anche conoscenze culinarie
96
1983
colorato evocato dai discorsi di Eroska. Per lui Eroska
97
1983
mani di mercanti e di giramondo prima di arrivare
98
1983
e di giramondo prima di arrivare a lui, e
99
1983
ricordi della sua tribù di nomadi? O l’epoca
100
1983
era tutto uguale, vuoto di cose da fare, uniforme
101
1983
avvolta da un’aria di tramonto e di declino
102
1983
aria di tramonto e di declino già avvenuti, quasi
103
1983
in mente qualche straccio di luce che si fosse
104
1983
che si fosse dimenticato di svanire, molto tempo dopo
105
1983
e pareva il borbottio di un discorso interminabile con
106
1983
era venuta l’ora di abbandonare anche la caccia
107
1983
la ferrovia era piena di gridi, richiami, colpi di
108
1983
di gridi, richiami, colpi di scure o di mazza
109
1983
colpi di scure o di mazza, fucilate, straccioni, vagabondi
110
1983
era più il caso di provare rimpianti. ¶ Ogni tanto
111
1983
imbacuccato nella sua pelliccia di pecora, con il colbacco
112
1983
niente, davanti alle ciotole di tè o di vodka
113
1983
ciotole di tè o di vodka che Ajdym preparava
114
1983
tutta la loro sostanza di uomini l’avevano profusa
115
1983
per lui. Certe volte di notte si svegliava e
116
1983
seduto e meditabondo sembrava di poter indovinare in lui
117
1983
abbandonati non per mancanza di memoria, ma per stanchezza
118
1983
non vedeva da più di sessant’anni. Persino la
119
1983
cuoio, inaridito e pieno di crepe, ed egli non
120
1983
lontana e irrecuperabile. Qualcosa di stanco e di opaco
121
1983
Qualcosa di stanco e di opaco lo divideva dalla
122
1983
lo divideva dalla speranza di un qualsiasi aldilà, e
123
1983
riusciva a fermarsi era di dover tornare tra poco
124
1983
Falalej ogni tanto cercavano di farlo parlare, ma non
125
1983
fosse scattata la scintilla di un’amicizia senza perché
126
1983
ma qualcosa ci trovava di sicuro. ¶ Anche Falalej sembrava
127
1983
a prenderlo nella casa di Katja, lo aiutava a
128
1983
lo aiutava a imbottirsi di pellicce e lo portava
129
1983
ambiente avvertiva un sentimento di sollievo e di liberazione
130
1983
sentimento di sollievo e di liberazione. In casa era
131
1983
solo, anche in presenza di Katja e di Silvestro
132
1983
presenza di Katja e di Silvestro, che parlava tra
133
1983
non si ricordavano nemmeno di lui, e si muovevano
134
1983
a spasso, nelle ore di sole. Camminavano insieme per
135
1983
un nome ad ognuno di essi, come riuscisse a
136
1983
Falalej aveva soprattutto bisogno di parlare con la gente
137
1983
fargli ricominciare le galoppate di un tempo. Parlava alla
138
1983
tempo. Parlava alla mucca di Ajdym, ai cani che
139
1983
agitavano i collari irti di punte, alle cornacchie che
140
1983
erba, o al sole, di cui sentiva i raggi
141
1983
e solitario. Aveva bisogno di creare un contatto con
142
1983
a intagliare i cucchiai di legno sagomati da Gurka
143
1983
da una voglia strana di cambiare luogo. Era sempre
144
1983
Era sempre in attesa di qualcuno che bussasse alla
145
1983
Ude in un giorno di nebbia. Gli era venuta
146
1983
davanti come una sorta di apparizione. Aveva guardato le
147
1983
dei conventi, e altre di rame fattosi verde per
148
1983
Aveva visto grandi edifici di pietre bianche, e i
149
1983
e i bianchi colonnati di un palazzo che forse
150
1983
aggirato per le strade di Ulan Ude come un
151
1983
saltimbanchi e i mangiatori di fuoco, ed era arrivato
152
1983
apriva con letizia sopra di noi. Certe volte Marco
153
1983
Anataj odorava ancora spesso di cavallo, perché andava ad
154
1983
angolo dell’isba gremita di ombre, che egli pareva
155
1983
nel cerchio d’ombra di un’eclisse. Tutto acquistava
156
1983
sacerdotale e declinante. ¶ «Raccontateci di quando eravate un predone
157
1983
quando eravate un predone di cavalli» Marco lo provocava
158
1983
Tanti kirghisi sono ladri di cavalli…» ¶ Ma noi sapevamo
159
1983
Ma la sua solitudine di fuorilegge era finita ben
160
1983
cauti come volpi verso di lui, ed egli si
161
1983
ben presto a capo di una banda, la più
162
1983
sbucati dal niente, e di nuovo si eclissavano nella
163
1983
che non aveva occasione di spendere, se non quando
164
1983
in gola, per paura di veder spuntare i cosacchi
165
1983
o camminavano controvento perché di loro non arrivasse neppure
166
1983
su un taràntas carico di soldati. Non capì mai
167
1983
schiena il freddo metallico di un fucile. Fu condannato
168
1983
condannato a trent’anni di lavori forzati, che scontò
169
1983
tutti i suoi tentativi di fuga erano andati a
170
1983
bene la sua parte di sconfitto. Finita la lunghissima
171
1983
la Siberia nel tentativo di ritrovare i compagni. V
172
1983
senso che il gruppo di predoni di cui era
173
1983
il gruppo di predoni di cui era stato il
174
1983
con le guardie, altri di morte naturale, altri erano
175
1983
sapevano chi fosse finsero di non conoscerlo, come fosse
176
1983
non si sentiva parlare di lui che molti lo
177
1983
le sue infinite notti di deportato. Niente restava com
178
1983
essere ingombrante, che minacciava di gettare lo scompiglio dentro
179
1983
andava in giro dicendo di essere Anataj. Pensò che
180
1983
ancora il capo e di lui si parlava in
181
1983
in tutte le stazioni di posta, da Irkutsk a
182
1983
per un istintivo bisogno di ritorno alle origini. Ma
183
1983
sapeva se cercasse qualcosa di un passato distrutto, o
184
1983
presa con sé decise di avere finalmente una casa
185
1983
ricordò che presso uno di essi aveva sepolto un
186
1983
aveva sepolto un pugno di rubli al quale poter
187
1983
poter ricorrere in caso di necessità. Il villaggio era
188
1983
avevano avuto il nome di Kadbar, come fossero l
189
1983
o sotto lo strato di rami marciti. ¶ Ma ora
190
1983
v’erano stati prima di lui. Adesso Anataj, sempre
191
1983
circondata da un alone di silenzio. ¶ Ogni tanto riprendeva
192
1983
passata attraverso tante mani di mercanti e di giramondo
193
1983
colore, anzi l’aspetto di una normalità che aveva
194
1983
come un silenzioso compagno di viaggio, nello stesso tempo
195
1983
raccontare l’arruffata storia di un soldato che era
196
1983
non era mai arrivato. Di lui erano corse voci
197
1983
ci si era stancati di parlarne. ¶ «Russo Vincenzo, si
198
1983
leggenda. Era la terra di cui mi ero sempre
199
1983
avrebbe seppellito, accogliendomi dentro di sé, e riparandomi definitivamente
200
1983
Forse il luogo felice di cui ero alla ricerca
201
1983
la pazzia, e che di nuovo non sapessi più
202
1983
apparve una spianata piena di isbe che fumavano. Non
203
1983
del terrapieno, appena spruzzato di neve. ¶ Per tutta la
204
1983
profonda, che era molto di più di quella accumulata
205
1983
era molto di più di quella accumulata in dodici
206
1983
accumulata in dodici ore di cammino. Era una stanchezza
207
1983
ormai una larga fetta di mondo, e ora il
208
1983
desiderio era soltanto quello di ritornare, alla fine del
209
1983
fine del lavoro, e di aspettare la vecchiaia nella
210
1983
fino in fondo possesso di me stesso. Nonostante tutto
211
1983
essersi mutata in qualcosa di più tranquillo. Durante l
212
1983
il kirghiso fosse invecchiato di dieci anni nel giro
213
1983
dieci anni nel giro di pochi mesi. Fu l
214
1983
mesi. Fu l’impressione di tutti. La vecchiezza di
215
1983
di tutti. La vecchiezza di Anataj era prima bloccata
216
1983
una sua necessità, cercava di farlo con Ajdym. ¶ Anch
217
1983
per me come al di là di una spessissima
218
1983
come al di là di una spessissima lastra di
219
1983
di una spessissima lastra di ghiaccio, intangibile e irraggiungibile
220
1983
sottile come un filo di ragno mi diceva anzi
221
1983
ultima volta nella isba di Ajdym per salutarla. ¶ Anataj
222
1983
occhi assumeva i lineamenti di una rinuncia. Il suo
223
1983
che pendeva al piolo di legno dell’isba, prendeva
224
1983
isba, prendeva l’immagine di un verdetto del destino
225
1983
e della fine definitiva di un’epoca. Avevo ritegno
226
1983
che mi rendevo conto di quello che passava dentro
227
1983
quello che passava dentro di lui. Non volevo sapesse
228
1983
quali la nostra compassione di sudditi e di sottani
229
1983
compassione di sudditi e di sottani non doveva entrare
230
1983
aveva i nostri ritegni di adulti, a toccare l
231
1983
Vi portiamo all’ospedale di Ulan Ude, e là
232
1983
credo. Non m’intendo di queste cose, ma sono
233
1983
occhi sul vecchio. Cercai di comportarmi come non ci
234
1983
coperte il suo cofanetto di legno e di cuoio
235
1983
cofanetto di legno e di cuoio, gli fece vedere
236
1983
vedere come era pieno di rubli d’argento, e
237
1983
Anataj continuò a dire di no. Mille cose si
238
1983
proprio per questo. Ricordai di come egli avesse parlato
239
1983
abitavano nei villaggi mongoli di Bystr Golec. Infatti intuii
240
1983
fosse valsa la pena di tentare, era piuttosto agli
241
1983
sapevo cosa ci fosse di vero nel fatto che
242
1983
lo si dicesse capace di dominare i lupi con
243
1983
erano ancora molte ore di luce, ma io non
244
1983
vedeva a poche arscine di distanza, e la taiga
245
1983
noi un dedalo minaccioso di tronchi scuri e di
246
1983
di tronchi scuri e di fronde nevose. La tormenta
247
1983
vento e dei vortici di neve, che la presenza
248
1983
se fosse il caso di fermarsi un’altra volta
249
1983
un’altra volta e di rimettere mano alle provviste
250
1983
mano alle provviste, oppure di conservarle per l’indomani
251
1983
per l’indomani, ammettendo di riuscire a sopravvivere alla
252
1983
all’improvviso una sorta di tenerezza per Marco che
253
1983
le spalle, non sentendomi di replicare una cosa qualsiasi
254
1983
qualsiasi, per totale mancanza di conoscenze e di convinzioni
255
1983
mancanza di conoscenze e di convinzioni. Capii che ormai
256
1983
in una situazione estrema, di quelle che mettono a
257
1983
la sostanza più vera di un uomo. Eravamo entrati
258
1983
elementari della vita. Decisi di non dire più verbo
259
1983
dire più verbo e di chiudermi nella dignità ripulita
260
1983
mai più. Il ventre di lupi o di orsi
261
1983
ventre di lupi o di orsi famelici sarebbe stato
262
1983
e diventati un blocco di ghiaccio che avrebbe fatto
263
1983
usare l’ultimo barlume di coscienza e di padronanza
264
1983
barlume di coscienza e di padronanza di noi stessi
265
1983
coscienza e di padronanza di noi stessi per spararci
266
1983
il cercatore d’oro di cui nessuno era mai
267
1983
e tuttavia mi pareva di essere certo che non
268
1983
franava senza sosta dentro di me. Sentii la mia
269
1983
vita, e la vita di ognuno, come una inutile
270
1983
proprio il desiderio infantile di vedere l’arrivo dei
271
1983
appariva come un seguito di sogni strani e incoerenti
272
1983
via come un granello di polline dagli eventi della
273
1983
senza sostanza, alla ricerca di ciò che non esisteva
274
1983
adesso pareva diventato qualcosa di inutile e di superfluo
275
1983
qualcosa di inutile e di superfluo, come una moneta
276
1983
non c’è modo di spendere. Adesso ero davvero
277
1983
il mondo nascondesse qualcosa di attraente dietro l’ultima
278
1983
arrivato. Ancora scorreva dentro di me il filo di
279
1983
di me il filo di nostalgia per qualcosa che
280
1983
sempre in via e di non arrivare mai era
281
1983
tentare fino all’ultimo di arrivare alle isbe del
282
1983
loro ancora la meraviglia di tutto quel bosco sterminato
283
1983
Ero intriso dal rammarico di cose indefinite non potute
284
1983
forza o la voglia di chinarmi a raccoglierle. Tornava
285
1983
era uno dei modi di morire, entrato da tempo
286
1983
tormenta si ritirò dietro di lui, risucchiata dalla sua
287
1983
ampi spazi per inventare di momento in momento il
288
1983
neve. Ora l’ipotesi di poter raggiungere le isbe
289
1983
profumava di miele e di fiori, e ci pareva
290
1983
fiori, e ci pareva di avere davanti ancora chissà
291
1983
chissà quanto tempo, prima di tornare agli ozi forzati
292
1983
in attesa degli elementi di ferro per allestire i
293
1983
praticamente bloccato. La segheria di Arrigo entrò in funzione
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1983
e cominciò a fornire di traversine anche il cantiere
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1983
era una continua processione di carri tra noi e
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1983
parve da molti segni di essere entrato nel clima
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1983
locomotiva. Qualcosa irruppe dentro di me come un’alluvione
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1983
i colbacchi, i giubbotti di pelle, i valenki di
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1983
di pelle, i valenki di feltro e una buona
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1983
e una buona riserva di provviste, perché il cantiere
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1983
e richiedeva due giornate di strada, andando lungo il
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1983
che era possibile abbreviare di molto, bastava tagliare le
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1983
visto fumare il camino di una vaporiera… ¶ Ci mettemmo
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1983
stava sciogliendo nel sole di ottobre. Ma, prima di
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1983
di ottobre. Ma, prima di mezzogiorno, il cielo si
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1983
e la mia fretta di vedere il primo treno
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1983
treno. Una parte ignota di me stesso stava lentamente
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1983
né dei cantieri né di presenza umana. Provai anch
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1983
rancore e la diffidenza di Arrigo, per l’improvviso
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1983
era andata addensando dentro di noi, come quella che
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1983
in mancanza della convinzione di essere ormai vicini al
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1983
domanda nascondesse un fondo di rimprovero. Come potevo saperlo
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1983
paure. ¶ Cercai una fonte di conforto nei modi più
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1983
tempo avevano fabbricato sopra di me, silenziosamente, un po
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1983
rullava e beccheggiava dentro di me come una nave
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1983
nero ed eternamente ingordo di ogni cosa. La taiga
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1983
aveva indossato nel giro di pochissimo tempo il suo
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1983
era immerso in una di quelle sue malinconie profonde
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1983
bussola. L’unico strumento di cui disponevamo era l
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1983
scendesse la notte prima di aver visto il fumo
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1983
andare alla cieca. Cercai di mantenere la direzione, ma
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1983
camminare verso occidente. Cercavo di non cedere l’ultimo
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1983
speranza, e mi sforzavo di puntellare nel pensiero l
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1983
nel pensiero l’immagine di quelle isbe mai vedute
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1983
il suo immenso mantello di gelo. Forse il fischio
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1983
del sarma c’impediva di sentire l’ululato dei
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1983
e ormai incapaci quasi di puntare il fucile e
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1983
puntare il fucile e di far fuoco. Attribuivo loro
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1983
diabolica intelligenza. Proiettavo su di essi tutto ciò che
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1983
taiga, ossia una condizione di cui avevo spesso sentito
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1983
il suo carattere infido di trappola e di labirinto
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1983
infido di trappola e di labirinto, quello che aveva
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1983
che aveva l’apparenza di essere dura come il
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1983
e febbrile, più ancora di quella di Katja. Ogni
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1983
più ancora di quella di Katja. Ogni tanto, senza
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1983
perché, aveva esplosioni intrattenibili di ilarità, e spalancava la
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1983
avevano trucidato a colpi di scure per derubarlo, e
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1983
in osteria un sacco di volte. Questa storia non
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1983
provocava in Arrigo burroni di meraviglia, aveva anzi una
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1983
sicuro neppure nell’isba di Ajdym perché Anataj, gira
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1983
parevano selvaggi, primitivi, capaci di covare dentro di sé
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1983
capaci di covare dentro di sé abissi oscuri di
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1983
di sé abissi oscuri di barbarie, che poteva tornar
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1983
d’ingoiare la terra di migliaia di carri, e
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1983
la terra di migliaia di carri, e aveva cominciato
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1983
la fascia disboscata dietro di noi avrebbe assunto finalmente
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1983
assunto finalmente l’aspetto di una ferrovia almeno abbozzata
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1983
lui era un segàz di grande esperienza, che aveva
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1983
dai cantieri vicini notizie di nuove difficoltà imprevedute. Una
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1983
un terreno paludoso, qualcosa di misterioso aveva appiccato il
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1983
Pareva che le migliaia di verste della ferrovia fossero
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1983
fossero affidate ai capricci di spiriti ignoti dei fiumi
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veniva prendendo possesso anche di me e scuoteva la
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1983
villaggio scuotevano il capo di fronte al lavoro, e
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1983
passasse ancora il fantasma di padre Nichanor, che ora
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1983
matti. ¶ Immaginavo l’ardore di profeta inascoltato che aveva
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1983
della morte. Mi pareva di udire nella conca delle
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1983
eco delle sue parole di visionario, che stanava i
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1983
stanava i fantasmi biblici di Sodoma e Gomorra per
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1983
Essi si erano riempiti di un piccolo fiume di
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1983
di un piccolo fiume di rubli d’argento, di
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1983
di rubli d’argento, di divertimenti proibiti, di case
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1983
argento, di divertimenti proibiti, di case da gioco, di
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1983
di case da gioco, di prostitute avide di denaro
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1983
gioco, di prostitute avide di denaro, perché la maledizione
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denaro, perché la maledizione di Dio accompagnava il procedere
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del monaco nei lineamenti di ogni avversità e di
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1983
di ogni avversità e di ogni contrattempo. ¶ Ci furono
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sicché parevano legati tra di loro come gli anelli
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1983
loro come gli anelli di una catena. Gli operai
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1983
la stura a discorsi di jettatura e di malasorte
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1983
discorsi di jettatura e di malasorte. Arrigo al caso
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1983
erano la manifestazione concreta di un’entità malefica che
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1983
parlava, perché era sparagnino di parole come di soldi
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1983
sparagnino di parole come di soldi, e al massimo
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1983
separati ma collegati tra di loro. Quando la jella
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1983
la jella s’impadroniva di un ambiente, era fatta
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1983
c’era più verso di raddrizzare la barca. Era
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1983
la paura s’impadroniva di un uomo e poi
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1983
e poi, a causa di essa, le cose cominciavano
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1983
accompagnato da una tormenta di neve. Era soltanto l
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1983
Era soltanto l’inizio di ottobre, c’era stata
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1983
da poco una serie di belle giornate. La taiga
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1983
giornate. La taiga profumava di miele e di fiori
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1983
lettera da casa, una di quelle lettere scritte dalla
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1983
fiumi infinitamente più larghi di quello sul quale stavamo
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1983
come fosse diventata quella di un pesce o di
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1983
di un pesce o di un sordomuto. O se
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1983
che uno, a forza di essere sottano e di
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1983
di essere sottano e di non contare niente, finisse
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1983
petto, contavano molto più di lui… ¶ Una sera mi
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1983
per vivere, ha bisogno di sapere che conta qualcosa
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1983
dopo. È il destino di ognuno di noi.» ¶ «Sai
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1983
il destino di ognuno di noi.» ¶ «Sai cosa penso
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1983
accesa. Basta un colpo di vento, e tanti saluti
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1983
ha avuto molto meno di noi. Tutto ciò che
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1983
avere qualche efficacia su di lui. Aveva la tendenza
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1983
riusciva a tirarlo su di morale. ¶ Il lavoro possedeva
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1983
se stesso e impadronire di nuovo della propria esistenza
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1983
qui conosceva la mortificazione di non poter più dimostrare
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1983
dimostrare la propria abilità di segàz, di non avere
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1983
propria abilità di segàz, di non avere più a
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1983
uscire dal suo universo di legno e di boschi
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1983
universo di legno e di boschi, dalla sua condizione
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1983
boschi, dalla sua condizione di Holzwurm, cacciato dalla sua
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1983
cacciato dalla sua caverna di legno, per diventare manovale
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1983
Mentre io mi fidavo di tutti e di ogni
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1983
fidavo di tutti e di ogni cosa, lui invece
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1983
va là nei confronti di tutto. Qui, tal forest
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1983
chissà quali baronate. Diffidava di tutto. Della taiga per
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1983
stata segnalata la tana di un orso, che un
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1983
subito lambito da refoli di timore panico. ¶ Anche le
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1983
sentito raccontare per esempio di un alce annoso, quasi
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1983
che si era infuriato di colpo contro tre cacciatori
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1983
cornate e a colpi di zoccolo, riducendoli a una
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1983
tranquillo, dotato della saggezza di un vecchio, ma poteva
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1983
acquitrino erano per lui di natura sospetta. Potevano esserci
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1983
altro sabbie mobili, capaci di divorare un uomo come
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1983
biscia ingoia un topolino di campagna, o gorghi e
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1983
asiatici, e quindi capaci di ogni tiro più sinistro
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1983
sentimento irrimediabile e cavernoso di insicurezza, e vedeva in
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1983
gole rosse e fameliche di sconosciuti trabocchetti. Ogni paura
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1983
suoi imprevedibili contenuti sopra di lui, o di noi
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1983
sopra di lui, o di noi, o di chi
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1983
o di noi, o di chi gli stava vicino
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1983
aveva il micidiale potere di crepare i ghiacci, e
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1983
nel lago larghe fette di costa, con intieri villaggi
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1983
costa, con intieri villaggi di pescatori, pochi decenni prima
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1983
prima. ¶ «È una zona di terremoti, questa» mi diceva
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1983
non è il caso di aver paura. Cosa vuoi
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1983
stati montati grandi tralicci di ferro di forma arcuata
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1983
grandi tralicci di ferro di forma arcuata. Ma neanche
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1983
esso era una sorta di farfalla testa di morto
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1983
sorta di farfalla testa di morto che si vedeva
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1983
si posasse su uno di noi. Due operai mongoli
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1983
furono travolti dal ribaltamento di un carro carico di
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1983
di un carro carico di pietre. Il cavallo si
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1983
e armate con pezzi di tavola. Guardammo partire il
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1983
via, verso l’ospedale di Ulan Ude. ¶ Un brivido
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1983
cantiere, come una folata di sarma. In un tempo
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1983
nomi, quello del villaggio di provenienza. Ci rimettemmo al
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1983
Ci rimettemmo al lavoro di malavoglia, come se su
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1983
malavoglia, come se su di esso fosse stata gettata
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1983
un’ombra maligna. Ognuno di noi sapeva che dal
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1983
con mano, ci pareva di essere stati risvegliati bruscamente
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1983
risvegliati bruscamente a metà di un sogno, e di
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1983
di un sogno, e di essere stati scaraventati con
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1983
pensato che fossimo fatti di ferro, e che la
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1983
ritenuto che il progetto di lavorare all’impresa si
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1983
Anche noi eravamo fatti di carne, e anche dentro
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1983
carne, e anche dentro di noi la paura o
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1983
scavare le loro tane di talpa. ¶ Quando si parlò
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1983
talpa. ¶ Quando si parlò di altre disgrazie in cantieri
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1983
davvero, e fece domanda di essere rimpatriato. Poi sembrò
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1983
presa, la sua campagna di Russia era finita. Possibile
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1983
la risposta alla lettera di Arrigo non arrivava e
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1983
estrema insignificanza all’interno di essa. ¶ Ogni giorno che
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1983
un poco la speranza di Arrigo di poter rimpatriare
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1983
la speranza di Arrigo di poter rimpatriare. La cosa
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1983
gigantesco ritardo. L’ordine di costruire il ponte di
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1983
di costruire il ponte di pietra non era forse
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1983
quando avevamo cominciato quello di pali, e nell’altro
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1983
Aveva superato il periodo di crisi, e in più
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1983
gli altri ad occuparsi di lui. Egli si sentiva
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1983
mostra. Ormai non sopportava di tornarsene da solo, senza
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1983
più forte della paura di lasciarci le ossa. Anche
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1983
eravamo legati da qualcosa di profondo e forse di
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1983
di profondo e forse di misterioso. Eravamo ormai uniti
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1983
uniti come le dita di una mano, e i
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1983
loro come un viluppo di edera. ¶ Ma c’era
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1983
dell’altro. Sapeva bene di essere soltanto uno dei
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1983
settantamila operai della ferrovia, di cui nessuno si accorgeva
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1983
accorgeva. Perciò gli pareva di poter conservare intatta la
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1983
cose più segrete. ¶ «Sai di cosa ho paura? Di
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1983
di cosa ho paura? Di dimenticarmi i visi di
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1983
Di dimenticarmi i visi di mia moglie e dei
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1983
dei foresti per quelli di casa nostra? Se questa
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1983
questa fosse la conseguenza di essere stati all’estero
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1983
pochi giorni ti sembrerà di esserci sempre stato. Tutti
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1983
Tu ne sai più di noi.» ¶ Da mesi e
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1983
pace, di tranquillità e di appagamento. Voci profonde e
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1983
e caricati per dire di sì a tutto ciò
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1983
collo i nostri arnesi di lavoro ed essere spediti
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1983
una più scura volontà di accettazione e di rinunzia
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1983
volontà di accettazione e di rinunzia. Era come se
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1983
Era come se dentro di noi ronzassero in eterno
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1983
non chiedono se non di obbedire agli ordini ricevuti
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1983
avessimo appreso prima ancora di nascere, in un altro
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1983
sentimento del lavoro. Dentro di noi risuonavano da sempre
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1983
da sempre gli squilli di tutte le possibili sveglie
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1983
duro, come una necessità di vita, e sapevamo che
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1983
sapevamo alimentare il mormorio di protesta che saliva come
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1983
una spuma sulle labbra di altri operai, contro gli
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1983
la costruzione del ponte di pietra cominciò a metter
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1983
Mai ci veniva fatto di scoprire finalmente gli strati
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1983
pensiero che, dopo anni di fatiche, eravamo ancora ai
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1983
edificato innanzi tutto dentro di noi si limasse e
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1983
contrordine relativo al ponte di pali. Ma erano paure
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1983
ripresentava per burla sopra di noi dopo essere stato
500
1983
giro del sole, e di nuovo ci mostrava il