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Pietro Metastasio, Giustino, 1713

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
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1713
ARGOMENTO ¶ GIUSTINO, nipote di Giustiniano imperatore, avendo lungamente
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1713
senza frutto Sofia, nipote di Teodora moglie di Giustiniano
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1713
nipote di Teodora moglie di Giustiniano, per fuggire almeno
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1713
della sua disavventura, risolvette di seguire in Italia Belisario
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1713
affanno ad Asteria, figlia di Silvano padre loro comune
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1713
la quale, col mezzo di Teodora, ottenne da Giustiniano
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1713
potendo resistere, a vista di Durazzo infelicemente naufragò. Giustino
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1713
dell'onde sul lido di Durazzo, appunto nel tempo
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1713
amore, bevve una tazza di veleno. Per opra poi
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1713
veleno. Per opra poi di un savio greco, nominato
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1713
Trissino. ¶ INTERLOCUTORI ¶ TEODORA moglie Giustiniano. ¶ SOFIA figlia di
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1713
dì Giustiniano. ¶ SOFIA figlia di Silvano e nipote di
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1713
di Silvano e nipote di Teodora. ¶ ASTERIA sorella di
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1713
di Teodora. ¶ ASTERIA sorella di Sofia. ¶ GIUSTINIANO imperatore. ¶ GIUSTINO
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1713
GIUSTINIANO imperatore. ¶ GIUSTINO nipote di Giustiniano e amante di
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di Giustiniano e amante di Sofia. ¶ BELISARIO generale dell
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1713
CLEONE greco indovino, amante di Asteria. ¶ FOSCA ¶ CORO ¶ La
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1713
PRIMO ¶ SCENA PRIMA ¶ Mare di Durazzo, navi pronte, e
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sappia ¶ Sottrarla al giogo di sì rei tiranni. ¶ Ite
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1713
d'ogni sua dottrina, ¶ Di noi nemici e della
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1713
da Zenone avea ¶ Ordine di ritorla ad Odoacre ¶ E
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1713
vide, ¶ Tosto si fe' di lei rege e tiranno
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1713
generosa impresa ¶ Qual è di liberar l'Italia afflitta
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1713
E poi la gloria di scacciare i Goti, ¶ Che
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1713
sarà della tua mente, ¶ Di cui sì bel disegno
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1713
disegno è degno parto, ¶ Di quella che ottener può
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1713
mia mano, ¶ Debil ministra di sì gran pensiero. ¶ IMP
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1713
potere, ¶ Calcando l'orme di cotanto duce. ¶ GIUS. Eccelso
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1713
tutto il mio volere ¶ Di partire o restar, come
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1713
sorte, ¶ Qual è questa di fare il gran passaggio
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1713
sicuro, ¶ Né vi cada di mente il nostro amore
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1713
tosto; ¶ Ma cingerassi pria ¶ Di vittorioso alloro il capo
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1713
Rendon scemo il poter di chi governa, ¶ Ch'è
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1713
auspici ¶ Temer non posso di futuro danno. ¶ IMP. È
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1713
passi ¶ L'ore del nell'ozio; e chi
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1713
scende. ¶ SCENA TERZA ¶ Appartamenti di Sofia. ¶ sofia sola. ¶ Dura
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1713
al bel Giustino ¶ Sol di doglia cagione e di
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1713
di doglia cagione e di tormento ¶ Per la mia
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1713
accesi. ¶ Quanto era meglio di sì fido amante ¶ Udire
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1713
discende? ¶ Forse non è di leggiadria ripieno? ¶ Forsennata Sofia
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1713
i perfidi Goti. ¶ Dunque di chi ti lagni? ¶ Ah
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1713
del fato lagnarti e di te stessa. ¶ Chi sa
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1713
l'onde ¶ A guisa di profonda e larga valle
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1713
porti ¶ Tutto il volto di pianto e il petto
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1713
rispondi? ¶ E, in vece di risposta, ¶ Chinando vergognosa a
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1713
trattenendo il doloroso pianto? ¶ Di me forse hai vergogna
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1713
me forse hai vergogna? ¶ Di me, che quasi figlia
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1713
e senza figli, ¶ Tosto di te cura mi presi
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1713
ei, da sdegno tratto ¶ Di vedersi sprezzato, andar dispose
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1713
Che fosse solo effetto ¶ Di cagione amorosa un tanto
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1713
a cominciare, e bada ¶ Di non gettare al vento
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1713
la mia vita. ¶ AST. Di ciò non dubitare. ¶ SOF
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1713
tu, real donzella, ¶ Perché di mesto pianto ¶ Bagni così
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1713
le sia grato. ¶ AST. Di Gìustino la subita partenza
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1713
non lassa, ¶ Nel partir di Giustino ¶ Volle piagar Sofia
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1713
coppia, ¶ Ne avrà forse di noi maggior piacere. ¶ Né
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1713
perché Sofia ¶ È figlia di Silvano a voi fratello
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1713
fratello, ¶ Che la lasciò di sua ricchezza erede; ¶ E
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1713
ha pari il mondo ¶ Di nobili costumi e di
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1713
Di nobili costumi e di bellezza. ¶ TEOD. Assai mi
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1713
che a Giustiniano piaccia ¶ Di legar la bellissima Sofia
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1713
E Giustino trarrai fuor di perigli, ¶ E tornerai la
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1713
e il bel Giustino ¶ Di quanto lor per compiacere
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1713
Sofia ¶ Che va mesta di me forse cercando. ¶ Sorella
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1713
imperatrice or or partissi ¶ Di già tutta disposta a
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1713
l'ammonisce. ¶ In vece di scemarle, accresce affanno, ¶ Con
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1713
che rispose ¶ Alla proposta di sì nuovo amore. ¶ Mostrò
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1713
o meraviglia? ¶ Mostrò desio di darmi aita, o pure
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1713
aita, o pure ¶ Desio di tor l'innamorato core
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1713
chi governa, ¶ È quella di dover sempre legata, ¶ Anche
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1713
Teme color ch'hanno di lui timore, ¶ Tal che
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1713
Un uom fedele e di maturo senno, ¶ Che sicuro
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1713
Al callido Narsete, ¶ Uom di senno e valor, che
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1713
in questo luogo, ¶ Ove di verdi piante il sito
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1713
regno ed il desio ¶ Di nuova gloria e di
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1713
Di nuova gloria e di perenne fama, ¶ Non posso
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1713
Unirla ad un che di lei degno sia; ¶ E
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1713
tale ¶ La bellissima figlia di Silvano, ¶ Che non potrà
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1713
E Giustino e Sofia di sì bel nodo, ¶ Ma
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1713
sole. ¶ Oltre che già di tal ricchezza erede ¶ Ella
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1713
arbitrio in vostre mani ¶ Di disporre ogni cosa.Un
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1713
TEOD. Quando vi piaccia di spedire un messo ¶ Che
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1713
non ha men desio ¶ Di posseder Sofia, ¶ Che di
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1713
Di posseder Sofia, ¶ Che di ripor l'Italia in
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1713
vi piace, ¶ Scrivete pur di vostra mano a lui
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1713
così contenta, almo signore, ¶ Di queste liete nozze, che
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1713
fugge, e lascia solo ¶ Di sé la rimembranza, ¶ Che
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1713
dolorosa ¶ Se in tempo di mestizia in noi si
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1713
dolor ch'egli partisse, ¶ Di sua vita temendo! Ed
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1713
più doglia ¶ Del dolor di Sofia, ¶ Che non sento
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1713
impresa! ¶ TEOD. Egli destina ¶ Di farti sposa. Or non
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1713
è questo il modo ¶ Di bandire ogni lutto? ¶ SOF
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1713
per cui porti ancora ¶ Di mestizia ripieno il core
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1713
Gli effetti ti faran di ciò sicura. ¶ Va preparando
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1713
opponga a sorte. ¶ SOF. Di ciò non temo; e
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1713
tante guerre ¶ Parmi già di smarrir le mie speranze
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1713
Del nunzio fortunato, ¶ Cui di speme e d'amore
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1713
non vuoi ¶ Un momento di pace ai servi tuoi
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1713
TERZO ¶ SCENA PRIMA ¶ Appartementi di Teodora. ¶ sofia e teodora
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1713
bene ¶ O il timor di non perder l'ottenuto
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1713
ogni passata noia; ¶ Perché di questo si conosce il
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1713
Giustino, ¶ Che n'ha di te molto maggior desio
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1713
io vado. ¶ Ma parmi di vedere a questa volta
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1713
avanza. ¶ SOF. La virtù di Cleone e il nobil
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1713
uman pensiero ¶ Chiaro mirar di tal saper l'aspetto
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1713
almo signore, ¶ Vuo' che di mie venture ¶ La serie
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1713
è dato ¶ All'uom di rimirar l'eterne fila
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1713
asconda ¶ L'invariabil cagion di ciò che avviene; ¶ E
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1713
inevitabil giro. ¶ Già veggo di Giustin la sorte, e
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1713
e veggo ¶ La sorte di Sofia per vari nodi
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1713
alma richiama. ¶ SOF. Piena di meraviglia e di contento
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1713
Piena di meraviglia e di contento ¶ È così la
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1713
sorte! ¶ CLE. Solo Asteria di ciò cura non prende
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1713
AST. Il mio silenzio ¶ Di meraviglia e non di
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1713
Di meraviglia e non di sprezzo è figlio; ¶ Né
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1713
Teodora, ed a Cleone ¶ Di mie felicità dovrò gran
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1713
possiate ¶ Perciò fuggirmi; e di ricchezze ancora ¶ Tanto mi
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1713
mio sangue ¶ Non sia di nobiltade al vostro eguale
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1713
il saggio ¶ Fuggire amor, di cui sempre è minore
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1713
è minore ¶ La forza di ragione e del consiglio
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1713
cangia il core, ¶ Ancorché di ragion munito e forte
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1713
pur con lungo raggirar di tempo. ¶ AST. Or se
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1713
se con lungo raggirar di tempo ¶ Al fin puoi
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1713
in van fo prova ¶ Di schivar quella pena che
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1713
giungeste agli occhi miei ¶ Di quel ch'ora giungete
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1713
e mai non ebbi ¶ Di trovarvi, o Cleon, maggior
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1713
Né immaginarsi il fin di tale impresa. ¶ Onde voi
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1713
unite sono, ¶ Non dubitar di questa degna impresa, ¶ Perché
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1713
benché un altro assai di lui più fiero ¶ Risorger
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1713
a Ridolfo giunga, ¶ Nella di cui progenie generosa ¶ Saran
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1713
progenie generosa ¶ Saran tutti di guerra i semi estinti
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1713
Cleone, ¶ Il dubbio giro di tant'anni e tanti
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1713
bastante, ¶ Dal cavo sen di mal sicuro pino, ¶ Spiegando
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1713
audace fuora ¶ Della mente di Giove i fati ancora
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1713
avrà da torre un ¶ L'eterno strale. ¶ Vani
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1713
crederà Sofia ¶ Ne' detti di Cleone ¶ Chiuso il voler
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1713
la morte assai lontana ¶ Di lei vi fa parlar
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1713
Un'alma vile, ¶ Che di sangue real non sia
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1713
SOF. Sol io prender di ciò cura mi debbo
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1713
a parte. ¶ FOS. Saran di qualche naufrago naviglio ¶ Miseri
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1713
risonar le arene. ¶ SOF. Di mie sventure i testimoni
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degli amanti! ¶ Or esce di speranza, or si lusinga
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1713
agitato; appena ho core ¶ Di riguardarlo. ¶ SOF. Approssimiamci a
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niuna ascolta! ¶ Troppo son di qui lunge. ¶ Sapessi almen
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Asteria, ¶ Vieni pria che di vita ogni alimento ¶ Della
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qualche argomento andrò tentando ¶ Di ritornare al sen l
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1713
fui sciocca allor che di Cleone ¶ A' detti prestai
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sola ¶ Io la cagion di tutto il mio tormento
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possa a mio talento ¶ Di me disporre. ¶ AST. Sì
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tanto tuo lamento. ¶ È di un debole spirto effetto
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1713
Or colla sua morte ¶ Di futuro piacer perì l
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pietà dovuta ¶ Al corpo di Giustin qui mi trattiene
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arsa Libia in seno ¶ Di questa fiera indomita e
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CLE. La dolente Sofia, di doglia e d'ira
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meco s'adiri, ¶ Parlando di Giustin. Cieli, che veggio
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vista! ¶ Or ben comprendo di Sofia lo sdegno. ¶ Fallacissime
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crediamo ¶ Il duol che di presente il cor non
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asconde ¶ Lo squallido rigor di tetra morte, ¶ Da questo
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ritrovar si possa, ¶ Né di me più meschina. Odio
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amar, poiché divenne ¶ Alimento di pena, esca d'affanno
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qual rigido gelo, ¶ Presago di mia morte. ¶ Dalle piante
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1713
son pronta. (in atto di pigliare il veleno) ¶ Mio
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alma costante, ¶ Che incerta di trovarti ancor ti siegue
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Io per cercarti vo di vita a morte. ¶ Oh
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Ma che? Sarà Sofia di cor sì vile ¶ Che
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cor sì vile ¶ Che di morir ricusi, ¶ Quando la
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basteria per trarmi fuor di pene. ¶ AST. Appunto è
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bel Giustino, e spesso ¶ Di te richiede, e ben
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suo peso tratto ¶ Uscìo di là dond'ebbe pria
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in breve. ¶ Qual stranezza di sorte è questa mai
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in vita resti? ¶ AST. Di qual morte favelli? Io
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Per dolor della morte di Giustino, ¶ Un vaso di
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di Giustino, ¶ Un vaso di mortifero veleno ¶ Tutto sorbii
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legasti un core ¶ Più di lui non hai cura
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D'acuto ferro e di lucente acciaro ¶ Non armava
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Belisario invitto ¶ Da' lidi di Durazzo i curvi legni
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Il dolce vento che di Grecia spira, ¶ Gonfiando i
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noi restar le arene ¶ Di poco tratto, allor maggior
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così fragile e leggero. ¶ Di già mancò Settentrione e
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il ciel, segno sicuro ¶ Di prossima procella; ¶ E poc
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partire egli, temendo ¶ Giustamente di ciò che poscia avvenne
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A poco a poco di ferocia e forza ¶ Coll
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loro un denso velo ¶ Di folte nubi, ricopriano il
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al pensier mio ¶ Mille di tetra morte orridi oggetti
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ond'appariano in parte ¶ Di Durazzo le rocche e
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rinacque: ¶ Ma fu cagion di maggior doglia e pena
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FOS. Nella misera morte di Sofia ¶ Qui restate, o
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per dolor si bevve ¶ Di mortifero umore un vaso
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martìre. ¶ Ma la vicenda di sì fieri affanni ¶ Non
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fu falso ¶ L'annunzio di sua morte? ¶ AST. Il
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1713
ella vive ¶ Per opra di Cleone, al cui sapere
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Cleone, al cui sapere ¶ Di voi dobbiamo e di
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1713
Di voi dobbiamo e di Sofia la vita. ¶ GIUS
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1713
mai giunto il fine ¶ Di tanti acerbi casi e
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1713
non scemasse in parte, ¶ Di quella pena allor degna
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1713
la morte ¶ Impresa sia di generoso core; ¶ Perché chi
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1713
vita, ¶ Non ha valor di rigettar gli affanni. ¶ TEOD
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1713
tempo. Or dobbiam solo ¶ Di letizia e piacere ornar
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1713
affanni ¶ La fé provar di due costanti petti, ¶ Degni
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in mille carte ¶ Più di Piramo e Tisbe, Ero
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1713
poteste ¶ Scacciar dal sen di lei l'atro veleno
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atro veleno, ¶ O privarlo di forza e di vigore
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privarlo di forza e di vigore? ¶ CLE. Una bevanda
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son pronta ¶ Ad eseguir di Giustiniano il cenno. ¶ TEOD
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destre in segno certo ¶ Di vostra eterna inviolabil fede
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destra, oggi il possesso ¶ Di me, del mio voler
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Perché m'avveggio che di tanto bene ¶ Non si
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brieve spazio ¶ Tutti adempiti di Cleone i detti. ¶ Ei
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d'amoroso fuoco, ¶ O di pietade almen per le
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1713
generoso core ¶ Esser solo di lui degna misura. ¶ IMP
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1713
mio voler dipenda. ¶ CLE. Di ricchezze e d'imperi
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1713
Col rifiutar le nozze di Cleone, ¶ Esser cagion che
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1713
O d'ingrato o di vil taccia mi dia
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1713
unirsi, ¶ Così, nel giro di cotanti affanni ¶ Passando de
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1713
le strinse, e fe' di loro ¶ Un sol piacer
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1713
e sia ¶ La sorte di Giustino esempio al mondo
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1713
e le procelle, ¶ Ma di Zefiro ancora al dolce
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conduce in porto, ¶ Spogliata di consigli ¶ Ci offre inermi
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Che dall'infausto seno ¶ Di dolorosa morte ¶ Nascer dovea
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dolore ¶ È prezzo vil di sì felice ardore. ¶ Scherza
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Amor: ¶ E nel fin di sì torbido giorno ¶ In