parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1936
e tutto s’accende di fuochi che lo punteggiano
2
1936
fossero gli occhi fosforescenti di un immenso mostro silenzioso
3
1936
come l’ultimo epigono di una razza di giganti
4
1936
epigono di una razza di giganti partoriti direttamente dalla
5
1936
fluisca un sangue ricco di ferro che ogni tanto
6
1936
alla superficie. ¶ Il pensiero di quel sangue, a me
7
1936
scena è l’interno di una tenda «Roma»: la
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1936
prolunga, oltre il telo di fondo – chiuso – nella tenda
9
1936
che entrerà e uscirà di lì, come pure entrerà
10
1936
pure entrerà e uscirà di lì Giusti. Due finestrini
11
1936
uscita è un lembo di tenda rialzata, a sinistra
12
1936
sinistra. Son le tre di notte. La tenda è
13
1936
su un tavolo rudimentale di legno che è in
14
1936
mobilio è fornito esclusivamente di cassette di munizioni variamente
15
1936
fornito esclusivamente di cassette di munizioni variamente disposte. Sul
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1936
A destra, una cassetta di sanità aperta. Il caratteristico
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1936
Maggiore!? ¶ GHIZZONI: Sì. È di là? ¶ GIUSTI (equivocando): Non
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1936
proprio, ma quasi: più di là, a ogni modo
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1936
a ogni modo, che di qua (fruga nella cassetta
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1936
sonnecchia su una cassetta di munizioni): Sveglia, Spada! Non
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1936
Non è l’ora di dormire questa! ¶ SPADA (imbronciato
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1936
Ah, no? Alle tre di notte non è l
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1936
non è l’ora di dormire? ¶ FABRIZI: Ci deve
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1936
hanno individuato il grosso di Ras Seium e vogliono
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1936
Mettiamo un cinquantamila uomini di cui diecimila morti… ¶ SPADA
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1936
scscsc…» prolungato il sibilo di un proiettile, scoppia a
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1936
comico fa l’atto di proteggersi la testa come
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1936
il soffitto crollasse): Tiro di preparazione! ¶ Fortuna che non
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1936
e un cugino morti di malaria. ¶ SPADA (adocchiata una
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1936
mio! Sei più macabro di un monologo di Shakespeare
31
1936
macabro di un monologo di Shakespeare. Tu dovevi fare
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1936
del Signor Maggiore. ¶ SPADA: Di fronte al cognac non
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1936
fondo, sollevando il telo di tenda, compare il Maggiore
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1936
accomodi pure, dottore. Spero di non aver più bisogno
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1936
non aver più bisogno di Lei… per stanotte. Si
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1936
Signor Maggiore, mi permetto di consigliarla a non abusare
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1936
urgente. Abbiamo l’ordine di attaccare all’alba. Cioè
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1936
sono, pare, degli spostamenti di truppa abbastanza importanti sulla
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1936
nostro battaglione il compito di creare questa calma nei
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1936
nostro battaglione per modo di dire. Non possiamo attaccare
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1936
non è prima solo di nome, ma anche di
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1936
di nome, ma anche di fatto. Sono contento, Ghizzoni
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1936
fatto. Sono contento, Ghizzoni, di poterle fare questo elogio
44
1936
ufficiali (un tempo. Estrae di tasca una carta topografica
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1936
questo è l’ordine di operazioni. Il resto è
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1936
a voi un’orda di cinquemila uomini abbastanza bene
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1936
MAGGIORE: Più un rinforzo di due sezioni di mitragliatrici
48
1936
rinforzo di due sezioni di mitragliatrici pesanti che le
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1936
l’unica pena è di tenere in briglia questi
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1936
altro passo che quello di corsa e non tollerano
51
1936
tollerano la logica obbligatoria di nessuna strada. Fuggono, sfuggono
52
1936
a sedere sulla soglia di un tukul per insegnare
53
1936
insegnare a un bimbo di due anni come si
54
1936
col suocero a proposito di quel capretto che fu
55
1936
or sono al mercato di Coatit per mezzo tallero
56
1936
non buono» che, invece di versare al venditore, si
57
1936
la somma in risarcimento di un debito – ma molto
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1936
giorno che, al mercato di Adì Qualà… ¶ Non sapevamo
59
1936
a questa piana dolomitica di Affesì, solitaria e sterminata
60
1936
Affesì, solitaria e sterminata, di cui falchi e corvi
61
1936
Tigrai ¶ Il Tigrai è di una bellezza senza sorriso
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1936
bellezza senza sorriso, incurante di se stessa e insensibile
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1936
increspano: sta. Altri paesaggi di questa terra d’Africa
64
1936
mobili e vari, trasmutano di colore, si abbigliano con
65
1936
con chi guarda, cercano di sedurre con infingimenti da
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1936
supino sotto un cielo di cobalto, sembra aver dimenticato
67
1936
micidiale come il canto di una sirena: immenso scenario
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1936
una sirena: immenso scenario di pietra, refrattario all’orpello
69
1936
oltre i torrioni segmentati di Monte Raio, dove andremo
70
1936
i Basciai gli sfuggono di mano, si sottraggono all
71
1936
si sottraggono all’ipnosi di questo Marte etiope temuto
72
1936
armata a far atto di omaggio al giusto e
73
1936
dietro una scia lunga di stragi e incendi; se
74
1936
deserto d’uomini e di bestiame, rinascono come per
75
1936
e benedice la misericordia di Dio discesa in terra
76
1936
un ascaro che tentava di rapirgli un capretto – e
77
1936
Civis italicus sum.» So di qualche stregone che, a
78
1936
a donne e uomini di tribù confinanti, atterriti dal
79
1936
suo linguaggio, come antidoto di ogni possibile catastrofe. ¶ Solo
80
1936
è perfino l’obbligo di camminare lungo i sentieri
81
1936
secondo la vecchia consuetudine di guerra: precipitare, urlando, a
82
1936
controllo severo e imparziale di Goitana e il carnevaleggiare
83
1936
soldato e il lavoro di strada in specie perché
84
1936
significa accettare la logica di un altro. È un
85
1936
sé che il cavallo di Goitana e poi ricamar
86
1936
e dietro un rivolo di pietre bianche e di
87
1936
di pietre bianche e di terra battuta. S’è
88
1936
dieci giorni, quaranta chilometri di Tigrai! ¶ Il Tigrai soltanto
89
1936
incomprensibili con l’idea di Dio e sigillano la
90
1936
non se ne accorge. Di miracoli non crede che
91
1936
sua immobilità è già di per se stessa un
92
1936
miracolo, con quel che di eterno essa spira. Ha
93
1936
me questo accigliato gigante di pietra dà una sensazione
94
1936
in questa petraia angusta di Chissàt Atrò, me lo
95
1936
emersi da un mare di nebbia. ¶ Ma più bello
96
1936
Ma più bello è di notte, quando si veglia
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1936
sanno sono molto meno di quelle che non si
98
1936
per propiziarselo in tempo di guerra; altri raccontano che
99
1936
quale ricomparirà a capo di un esercito sterminato. Qualcuno
100
1936
sterminato. Qualcuno dice anche di averlo incontrato sotto le
101
1936
incontrato sotto le spoglie di un mercante del Tigrai
102
1936
si direbbe con parola di troppa moda e di
103
1936
di troppa moda e di troppo credito, «realista», scote
104
1936
questa storia e dice di non crederci. Però il
105
1936
era più sul campo di battaglia. ¶ Villaggio e sua
106
1936
Da noi un rullo di tamburo è un segnale
107
1936
tamburo è un segnale di vociferazioni; qui, al contrario
108
1936
contrario, è il segnale di un rito taciturno. Vengono
109
1936
diversi. A un gomito di sentiero, cambiano canzone: ¶ Ah
110
1936
XX. Questo è figlio di quello, che a sua
111
1936
più diffusa è quella di andare al IV. Però
112
1936
altrove: è il Comandante di ferro. Qualche vecchio Sciumbasci
113
1936
Saganeiti una mattina chiara di settembre, così chiara che
114
1936
grandi piogge. L’ordine di partenza venne dall’oggi
115
1936
preceduto da nessun rumore di guerra ufficioso: lo portò
116
1936
la strada senza desiderio di meta, contagioso quel modo
117
1936
meta, contagioso quel modo di pensare al futuro mescolandolo
118
1936
futuro mescolandolo all’idea di Dio che lo slontana
119
1936
terrena, ma l’idea di Dio trascende anche quella
120
1936
altissimo, uguale, in tono di falsetto, e vuol dire
121
1936
varco lungo il budello di Saganeiti la bianca, che
122
1936
calava dal picco roccioso di Forte Toselli, d’immergerci
123
1936
dove non usano centri di mobilitazione, matricole, visite mediche
124
1936
verso il Tigrai ricco di terra e di bestiame
125
1936
ricco di terra e di bestiame. Poi il canto
126
1936
racconta del suo paese, di sua moglie, dei suoi
127
1936
moglie, dei suoi figli, di suo padre che ha
128
1936
sotto «il gran Generale», di suo nonno che fu
129
1936
all’infinito il ritornello di guerra e, giunti alla
130
1936
recluta, per pregare Goitana di accettarlo nella compagnia e
131
1936
terra, presso la tenda di Goitana, rinvolto nella futa
132
1936
passa la notte: giuramento di fedeltà. ¶ Le notti son
133
1936
e la discussione minaccia di degenerare. Allora tutti tacciono
134
1936
s’inchinano in segno di rispetto. Il prestigio di
135
1936
di rispetto. Il prestigio di uno Sciumbasci è incalcolabile
136
1936
una sciabola, un paio di sandali, un cappotto e
137
1936
quasi sempre il titolo di Barambaràs. È un uomo
138
1936
ascari e le mogli di tutti gli ascari sono
139
1936
al ricordo un sapore di sogno) i fuochi sparpagliati
140
1936
il mormorio senza pause di Masciò Temebrò, il vegliardo
141
1936
per Goitana, pei figli di Goitana. Poi, il sole
142
1936
sole sorge, senza transizione di colore e di chiarore
143
1936
transizione di colore e di chiarore, oltre l’ultimo
144
1936
più grande e potente di ogni altro Goitana. ¶ Si
145
1936
verde e nelle notti di luna lo fan simile
146
1936
fenomeno europeo, una pausa di riposo, durante il quale
147
1936
effigiata nella posa ibseniana di «mi dai una sigaretta
148
1936
primi tempi, questo mal di Patria, la nostalgia di
149
1936
di Patria, la nostalgia di quest’aria di paese
150
1936
nostalgia di quest’aria di paese che perdura nei
151
1936
metropolitani e li irrora di canti di gaiezza. È
152
1936
li irrora di canti di gaiezza. È stata dura
153
1936
i denti. Quest’ora di pioggia, questo tukul di
154
1936
di pioggia, questo tukul di Gaber Hisciàl mi ricordano
155
1936
Hisciàl mi ricordano pause di smarrimento, di macerazione solitaria
156
1936
ricordano pause di smarrimento, di macerazione solitaria e silenziosa
157
1936
che sembra un frammento di quella grande storia, coloniale
158
1936
antro pel soggiorno quotidiano di Goitana. Goitana non poteva
159
1936
quale nascondiglio una specie di cassapanca preistorica su cui
160
1936
era il prestigio personale di ogni Sciumbasci. Oggi tutti
161
1936
ha avuto la sottigliezza di pensare che Goitana, quando
162
1936
asciutta e una bacinella di zinco regolarmente piena d
163
1936
Governo ha conosciuto centinaia di Goitana, i quali poi
164
1936
al Governo». ¶ *** ¶ Bisogna spogliarsi di ogni europeismo per comprendere
165
1936
è un fenomeno munito di caratteristiche tali da rendere
166
1936
gira e rigira, forme di ribellione al fatto pioggia
167
1936
al fatto pioggia, sintomi di mancata rassegnazione al fenomeno
168
1936
radunavano intorno nel tukul di Gaber, guardavano perplessi la
169
1936
animali misteriosi che pretendono di comandare all’acqua e
170
1936
con gli stessi colpi di fischietto con cui comandano
171
1936
Gaber è un maestro di saggezza che tiene lezioni
172
1936
dire che si smette di lavorare, vuol dire che
173
1936
non c’è pericolo di colpi di calore. ¶ Ora
174
1936
è pericolo di colpi di calore. ¶ Ora che lo
175
1936
altro, nell’antro buio di Gaber, dove Goitana viene
176
1936
uno dei tanti misteri di Goitana. Quando piove, s
177
1936
bilico tra una nostalgia di guerra e una speranza
178
1936
guerra e una speranza di guerra. Non sognano di
179
1936
di guerra. Non sognano di vincere, sognano di combattere
180
1936
sognano di vincere, sognano di combattere: ammassati intorno a
181
1936
pioggia è il ristabilimento di questo contatto intimo fra
182
1936
e lo stillicidio lento di queste confidenze: una pausa
183
1936
alla solitudine, un’oasi di frescura. ¶ Forte Toselli ¶ Villeggiatura
184
1936
alle Alpi: quei verdi di certe valli del massiccio
185
1936
cui nome è pien di grazia femminile e quei
186
1936
rossi dolomitici più irreali di certe copertine di cioccolati
187
1936
irreali di certe copertine di cioccolati svizzeri. Ma ci
188
1936
avvilite dalla fama calunniosa di luogo di gran turismo
189
1936
fama calunniosa di luogo di gran turismo e non
190
1936
È rimasto nei canti di questa gente, nelle sue
191
1936
il vecchio Sciumbasci, reduce di Adua e ora capopaese
192
1936
Adua e ora capopaese di Digsa, che «le cose
193
1936
eritreo, al mio fegato di giornalista avvilito dal degenerare
194
1936
e inutili, quel po’ di esperienza di truppa e
195
1936
quel po’ di esperienza di truppa e di comando
196
1936
esperienza di truppa e di comando che avevamo accumulato
197
1936
avevamo accumulato nel servizio di prima nomina di ufficiali
198
1936
servizio di prima nomina di ufficiali di complemento. Non
199
1936
prima nomina di ufficiali di complemento. Non serve: qui
200
1936
stazione; senza le lacrime di mammà né altra messinscena
201
1936
ha bussato alle porte di tutti i tukul per
202
1936
per avvertire il ragazzo di dodici anni e il
203
1936
anni e il nonno di settanta che il Governo
204
1936
uomini che sian capaci di portare un fucile: non
205
1936
da quei villaggi interrati, di cui calpesti i tetti
206
1936
in massa, nelle notti di luna, trascinandosi dietro il
207
1936
un fucile. La gente di questo Paese segue una
208
1936
sociale sta il possessore di fucile, il guerriero: che
209
1936
Coll’ascaro quel po’ di crosta democratica, che anche
210
1936
tutto si riferisce e di tutto sei responsabile. Se
211
1936
cui sarai più piccolo di questa immagine alla quale
212
1936
daranno il gusto irresistibile di ridiventare un piccolo uomo
213
1936
non c’è niente di ridicolo né di meschino
214
1936
niente di ridicolo né di meschino. Guarda questo colonnello
215
1936
solo». Nulla li scaccia di qui, non possono rientrare
216
1936
anche loro il dubbio di non essere degli dèi
217
1936
della colonia, il sorriso di scherno e di scetticismo
218
1936
sorriso di scherno e di scetticismo ti smuore sulle
219
1936
labbra. Per la riuscita di due o tre esemplari
220
1936
che ha trent’anni di servizio; è colui del
221
1936
me ne servo, come di un calendario, di un
222
1936
come di un calendario, di un compendio storico e
223
1936
compendio storico e, spesso, di un’enciclopedia. Gaber è
224
1936
licenza e quanti altri di corvée; ma anche quante
225
1936
ognuno, come si chiamano, di dove vengono, cosa fanno
226
1936
Governo» dice alla fine di ogni suo breve discorso
227
1936
se sono le quattro di mattina o le sei
228
1936
mattina o le sei di sera: grazie al Governo
229
1936
un Goitana più Goitana di tutti gli altri, un
230
1936
della guerra era su di lui. Harrài, Goitana, harrài
231
1936
denso: più che effetto di nuvole, sembra quasi un
232
1936
Occidente su due ali di fuoco, prese di mira
233
1936
ali di fuoco, prese di mira dai due cannoni
234
1936
talaltra inonda il cielo di porpora. Porpora, violetto, cinerino
235
1936
dall’acqua al lavoro di costruzione della scuderia. Oramai
236
1936
sa e le ragioni di Goitana sono sempre profonde
237
1936
e misteriose; ma smette di cantare e al ritorno
238
1936
tre i due montanti di piombo si saldano dritto
239
1936
Qui l’acqua, prima di sentirla cadere, la vedi
240
1936
lo infiorano senza pause di verde e nelle notti
241
1936
Vita ristretta, un microcosmo di mille uomini e venti
242
1936
esserne paghi. ¶ Il pensiero di dovermene, un giorno, andare
243
1936
dovermene, un giorno, andare di qui, mi dà una
244
1936
una pena indicibile. Ognuno di noi ha, oltre la
245
1936
l’Esercito, una personalità di borghese metropolitano con famiglia
246
1936
affievoliti, o in via di affievolirsi. Non affiorano, di
247
1936
di affievolirsi. Non affiorano, di una vita sommersa, che
248
1936
sommersa, che i pensieri di Babbo e Mamma, dei
249
1936
Mamma, dei miei libri (di quelli che scrivo, non
250
1936
quelli che scrivo, non di quelli che compro), di
251
1936
di quelli che compro), di Brita, di qualche amico
252
1936
che compro), di Brita, di qualche amico. Forse verrà
253
1936
acqua chiara, senza venature di limaccio letterario. ¶ Ma, anche
254
1936
al mio temperamento, qualcosa di per sempre acquisito, capace
255
1936
qualcosa, a una scuola di esempi immediati, che invano
256
1936
parigine, fra le coltri di poetesse uterine o fra
257
1936
tengo alla mia personalità di artista quanto alla mia
258
1936
quanto alla mia personalità di soldato; o forse la
259
1936
essa nell’etichetta riassuntiva di «uomo»: sembrandomi che questo
260
1936
sia il senso accettabile di una vera – e vecchissima
261
1936
che sia fatta, non di commende, o croci, ma
262
1936
commende, o croci, ma di virili orgogli, di mascoline
263
1936
ma di virili orgogli, di mascoline fierezze. ¶ La mia
264
1936
per ora, è quella di aver appartenuto, di appartenere
265
1936
quella di aver appartenuto, di appartenere ancora, al XX
266
1936
ancora, al XX e di aver superato gli esami
267
1936
È soltanto la vita di un battaglione solitario, vita
268
1936
solitario, vita mia e di tutti: un battaglione così
269
1936
grande e più bello di: XX Battaglione. ¶ Battaglioni indigeni
270
1936
avviene per errato spirito di corpo – di quelle metropolitane
271
1936
errato spirito di corpo – di quelle metropolitane. Gli ascari
272
1936
son possibili. Facemmo domanda di partir volontari, senz’altro
273
1936
altro programma che quello di essere anche noi – non
274
1936
militari: credo che nessuno di noi lo rimpianga. ¶ Altra
275
1936
bisogna dire, a mo’ di prologo, è questa: che
276
1936
non c’è nulla di più ridicolo, da parte
277
1936
più ridicolo, da parte di certa epistolografia metropolitana, dell
278
1936
epistolografia metropolitana, dell’alone di martirio di cui ci
279
1936
dell’alone di martirio di cui ci si vorrebbe
280
1936
ha fatto l’Africa di Hollywood, così come i
281
1936
Africa piena d’insidie, di malattie, di sete, di
282
1936
d’insidie, di malattie, di sete, di scorpioni, di
283
1936
di malattie, di sete, di scorpioni, di niam-niam
284
1936
di sete, di scorpioni, di niam-niam antropofaghi, di
285
1936
di niam-niam antropofaghi, di aspidi e di torture
286
1936
antropofaghi, di aspidi e di torture cinesi. Se non
287
1936
Franchezza per franchezza: compiangiamo di tutto cuore coloro che
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trentotto gradi all’ombra di Roma, Firenze e altri
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d’odio – a uomini di cui per mesi e
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perso il loro plotone di uomini neri: quelle facce
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impenetrabili, che si pensa di non saper mai distinguere
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e sorpassarsi; quegli occhi di vario colore, nei quali
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ho sentito le veglie di qualcuno, gole strette da
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strette da nodi, precipitare di volontà. E non mi
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tutto può. ¶ Lui, Gonella, di quella vita ne aveva
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anni filati. E prima di venire ai battaglioni, era
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un istinto insopprimibile. Bagaglio di ricordi non ne aveva
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solo. Parlava ogni tanto di sua madre: ch’era
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a poco a parlare di quelli che eran restati
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che può rimbalzarci contro, di noi. A me, narciso
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a Danderà per abbreviare di qualche ora l’attesa
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rocce verso la piana di Cuihà, arrivò la notizia
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rilassato dopo tante ore di marcia, si raddrizzò di
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di marcia, si raddrizzò di colpo come un vecchietto
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Gugsà tra le forre di Azbì. ¶ Spesso il suo
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ribellato anche a costo di darne e di sentirne
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costo di darne e di sentirne pena. Ma pur
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oltre il callo spesso di rudezza, la carne viva
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La cercava, con freddezza di chirurgo, in me e
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me e negli altri, di ciascuno individuando il punto
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e senza avere abbreviato di un centimetro la distanza
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che conservava da noi, di ognuno aveva in pugno
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maturi e temprati che di lor lacrime, forse, non
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l’organicità, un’unità di comando; specialmente in principio
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figura, nella mente primitiva di questi soldati, si proiettava
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cominciò a rotare su di lui come su di
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di lui come su di un perno. ¶ In Italia
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giorno, improvvisamente, la gloria di un fatto d’armi
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si sa, in Italia, di quale lavoro quel fatto
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Si dice: il battaglione di Toselli, il battaglione di
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di Toselli, il battaglione di Galliano. E si ricorda
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riducono a un triduo di sangue. Ma Toselli e
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sono» anche al difuori di quella contingenza: un gran
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Anche oggi si dice di un graduato o di
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di un graduato o di un ascaro di cui
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o di un ascaro di cui si vuol tessere
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metropolitane con particolari barbagli di gloria; è possibile, anche
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arrivi nemmeno. Così è di queste guerriglie africane dove
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maniera, con un bagaglio di abitudini e d’educazione
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poteri, ti carica anche di tutte le responsabilità; se
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a viver tu; dimenticarti di fronte alla sua opera
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del maggiore Gonella. Chi di noi non era capace
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noi non era capace di farlo è rimasto per
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Tigrai, in qualche sosta di necessario riposo – ma vigile
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ripensando al nostro itinerario di esperienze, le scorgiamo nel
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tutta la nostra vita di mesi e mesi. Vita
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brutto e il meschino di questa parola, il mio
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qualcuno o a qualcosa, di tradire questo mio istinto
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questo mestiere, mi costa, di sonno e di fatica
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costa, di sonno e di fatica. Ma non lo
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dico per un fenomeno di narcisismo: perché mi garba
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contemplarmi in questo gesto di fedeltà al mio mestiere
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sonno la mezz’ora di sosta per tornire la
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al minimo per esigenze di guerra, un manoscritto ingombrante
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sacrificare fuorché questo. Dirò di più: sono in Africa
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a cercarvi una coscienza di uomo. Necessaria: a tutti
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il mio profitto personale di guerra: una coscienza d
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altre: e, per esempio, di fare domani, per professione
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venni; ma pareva malato di rachitismo: era pieno di
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di rachitismo: era pieno di gobbe e di storture
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pieno di gobbe e di storture. Non fu colpa
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storture. Non fu colpa di nessuno, fu un insieme
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nessuno, fu un insieme di circostanze disgraziate. Voi sapete
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momento la nostra azione di comando, può ancora deformarsi
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ora che m’impongono di ritirarmi perché la carcassa
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Non ne ho altre di vite, io. Me l
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parlare del XX come di un battaglione che si
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non credo alla perfezione di quegl’ingranaggi che han
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han bisogno, per funzionare, di una mano che stia
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che stia sempre su di essi. Non sono ingranaggi
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fece un cenno vago di rifiuto, poi disse – e
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un uomo anch’io di carne e d’ossa
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fece vedere. Si vergognava di esser malato. Per caso
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sentiero scosceso, era un di noi col plotone ai
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malato in un ospedale di Asmara (la sua è
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lettera. Ho letto alcuni di questi rapporti: ¶ 1) Continuate a
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il superiore ha stima di lui. ¶ 2) Rivolgetevi sempre, nel
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è il principio-base di tutti i reparti, ma
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i reparti, ma specialmente di quelli indigeni: la gerarchia
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collegamenti. Convincere gli ascari di questa necessità, portando esempi
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questa necessità, portando esempi. Di esempi tutta la nostra
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e non torni prima di aver ottenuto l’autorizzazione
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lo faccia. ¶ 3) Pei prelevamenti di farina per gli ascari
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La farina della sussistenza di Macallè è molto migliore
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tre o quattro giornate di riserva. La distribuzione sia
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anche, gli ascari che di tutto fanno favola: «Un
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favola: «Un giorno corpo di signor Maggiore Gonella rientrare
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la sua ombra asserivano di vederla, la sera, passeggiare
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sera, le prime sere di Forte Toselli. Appollaiato nella
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La stamberga bianca, caotica di materiale, allucinava al bagliore
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grappino e le questioni di servizio tornavano nel bilancio
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giornata. ¶ «Mancano i fogli di corredo. La scuderia non
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davano un senso vago di soffocazione. Mi ribellavo: scrivevo
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Ho vissuto a contatto di gomito – così stretto, quel
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alle undici, alle quattro di sera non erano ancora
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in largo, quasi annoiato di tutto quel discorrere inutile
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stati visti sulla mulattiera di Debrì, ma non eran
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plotone, armi e misure di sicurezza. Vada fin dove
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dentro la linea prima di notte. Occhio e… caso
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battaglioni indigeni sono stillicidi di croci, cimiteri radi, ma
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c’è un campo di ceci – e son buoni
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all’alba, ancor freschi di rugiada. L’ascaro, si
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lì per lì; pieno di buone intenzioni, ma poi
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aveva avanzato l’idea di un tappo di gomma
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idea di un tappo di gomma da applicarsi in
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da applicarsi in caso di necessità urgente. Ma il
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a ventaglio, in punta di piedi, naso in aria
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paese. Tra i sassi di quel cucuzzolo scomparve. ¶ Noi
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attesa d’un po’ di luce: a terra, senza
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in mente certe mattinate di padule in dicembre o
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se le venivano aggiustando di fianco, come si fosse
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come si fosse trattato di trovare una posizione più
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forse, congegnare un piano di difesa. ¶ C’era poco
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a grappoli, sollevavano zaffate di polvere giallastra che poi
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scariche. Fu in una di queste manovre che Gheremedìn
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Me la mostrò grondante di sangue, con una faccia
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stomaco che lo ributtò di lato, accartocciato. ¶ Resisteron due
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questo non durò più di dieci minuti: tirando a
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e ruzzavano come scolari di ritorno da una passeggiata
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si trascinavano centotrentacinque capi di bestiame e un prigioniero
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soli, dopo un paio di chilometri. Avevano volto contrito
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Quattrocento occhi fissi su di lui – e subito il
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ha dato cinque lire di baccish. ¶ Eccolo, il nuovo
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per voi trecento lire di baccish perché gli ascari
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che torna, quel giorno di Napoli, quell’addio triste
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addio triste, quel pettine di donna trovato in fondo
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d’ottobre, una collina di Valdarno, un tepore dorato
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tepore dorato, un raggio di sole, una foglia che
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che cade, una nota di violino. Piccolezze, viltà, femmineo
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schermo del cielo, documentario di ricordi. Goitana le guarda
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lontano, più lontano, infinitamente, di quanto non sia quel
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non sia quel budello di Mar Rosso congiunto a
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congiunto a quel braccio di Mediterraneo. L’altra vita
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ti sei, partendo, proibito di rimpiangerla. Ma appunto perché
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carminio, nell’inganno perfido di una finta lilialità. Quella
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che cade, quella nota di violino, quel tramonto di
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di violino, quel tramonto di Valdarno: come metterli alla
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ha la sua ampolla di tech e Goitana non
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profonda attenzione la storia di Demoz Mesgum. Questa storia
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che quella prima notte di Saganeiti, dopo la fantasia
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con una voglia pazza di tornare indietro e di
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di tornare indietro e di fuggire. Ma procedeva. Si
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tesi, cioè, della presenza di quella colonna. Ma gli
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una notte, sul picco di Chissàt Arè, detto per
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avvicinare e aveva tentato di evitarla quando chiese che
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Goitana, salendo, gli parve di andare incontro al castigo
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andare incontro al castigo di Dio. ¶ Erano le undici
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ombra, da nessuno schianto di rami, nulla, insomma, che
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che preparasse un’atmosfera di terrore; a un tratto
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dal silenzio, un colpo di fucile, uno solo, e
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impenetrabili, tutte le canne di fucile lucidissime, tutti i
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è monotono e giallognolo di biade arse: una landa
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stende davanti a ondate di maretta con profili di
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di maretta con profili di colli dolciastri deserti di
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di colli dolciastri deserti di vegetazione: un eterno oscillare
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Passeggiandoci ed essendo stanco, di sera, hai il senso
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sera, hai il senso di non potertici fermare e
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in là, in cerca di qualcosa di definito – una
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in cerca di qualcosa di definito – una roccia, una
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meravigliamo, noi del XX, di non aver avuto, in
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un mese e più di vagabondaggio per questa terra
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terra, due giorni consecutivi di stasi. Si va: e
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ben allineate col righello di una corda, fatto il
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un primo effimero riparo di pietre lungo la linea
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indolenzite da tante ore di cavallo e pensi che
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le munizioni: qualche sacco di farina, un po’ di
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di farina, un po’ di tè e un po
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tè e un po’ di zucchero. Qualche bove pei
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orizzontale fino alle cinque di mattina. Ma alle tre
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l’attendente col bicchiere di tè e hai l
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tuo giacere, ti bèi di luna, conti a uno
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erano lunghe, più giorni di seguito. Si piantonava un
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e talune eran prodighe di grazie. A sera ci
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si risvoltolava nei covoni di fieno, come ragazzi, e
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distante su una carogna di mulo. ¶ Ma poi un
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sbucò a Adigrat e di lì, senza esitazione, su
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quarantott’ore senza scender di sella se non le
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nuovi padroni. Si parlava di concentramenti nemici, di azione
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parlava di concentramenti nemici, di azione in grande per
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in grande per noi di avanguardia. Il XX doveva
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canzoncina che, sul motivo di Oh, Marì diceva così
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ecco. C’è bisogno di qualcuno che occupi Dessà
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parte. C’è bisogno di qualcuno che punti su
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sempre con l’ossessione di far tardi. ¶ Forse è
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lungo le piane irregolari di un paesaggio squallido, dall
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poi, risuona il colpo di fucile che semina, lungo
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la bocca sdentata grondante di mosche: un viso ebete
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vecchio inerme, che aspetta di morire e di riempire
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aspetta di morire e di riempire la pancia a
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senti un altro colpo di fucile e un altro
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ivi deposto nella fossa di roccia, ricoperto di pietre
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fossa di roccia, ricoperto di pietre e di rami
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ricoperto di pietre e di rami d’abete. Un
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del tramonto un raggio di sole l’accese, mentre
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quello era un segno di Dio. ¶ La cosa era
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inquieto e traudiva rumori di rami spezzati nella notte
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e cespugli, era andato di scorta col suo buluk
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faceva parte del buluk di Tesemmà e quindi Tesemmà
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che ce ne andassimo di là poi finalmente si
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l’occasione Tesemmà, che di regola non diceva neanche
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presentò direttamente alla tenda di Goitana. Ci s’avvicinò
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largo oltre la linea di fuoco per far credere
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come prescrive il regolamento di disciplina. Ma, in nome
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disciplina. Ma, in nome di Sua Maestà il Re
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la giusta punizione, aspettasse di sentir prima i motivi
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che, in quarant’anni di servizio, lui, Tesemmà, non
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un proficuo allenamento mimico di falsa attenzione, valevole pei
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anni fa, l’antro di un certo fabbro (e
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smorzò ancora la voce) di nome Johannès Destà: il
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come tutti i fabbri, di sera si tramutava in