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Pietro Aretino, Angelica, 1535

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1535
de la sacra arbore di Aragona e de l
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1535
vostro aprile, producete frondi di lode, fiori di onore
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1535
frondi di lode, fiori di onore e frutti di
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1535
di onore e frutti di gloria, ma vi dimostrate
5
1535
che non fece Vener di Gnido et il Colosso
6
1535
Gnido et il Colosso di Rodi. Et è ben
7
1535
et il bello intaglio di Citerea al merito del
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1535
da la superbia mercé di cotali imagini; o, volendo
9
1535
magno cavaliero? L'aere di qual clima non trattano
10
1535
penne de la fama di cotanto principe? Quai raggi
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1535
ch'ebbe il vanto ¶ di leggiadra et angelica bellezza
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1535
le stelle, ¶ quel valor, di che lampa et idol
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1535
cosí il cielo empierà di maraviglia. ¶ 3 ¶ O de i
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1535
come a bearti il prescritto viene, ¶ in qual
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1535
u' gli eterni udirai di Dio consigli, ¶ risplender dove
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1535
le fatiche mie. ¶ Or di ricever le mie note
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1535
affetto ¶ Medor, che sí di foco il cor le
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1535
e strinse, ¶ né avendo di lui piú caro pegno
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1535
sposa ¶ Angelica e ciascun di ciò favella; ¶ né si
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1535
altri in prima ¶ quanto di lei fan piú de
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1535
l'ama e intende di chi sposa ella era
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1535
cavalieri, ¶ che meritar corona di martíri, ¶ quel dí che
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1535
corona di martíri, ¶ quel che in mezzo de
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1535
cori alteri, ¶ già colmi di speranze e di desiri
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1535
colmi di speranze e di desiri, ¶ sonò come il
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1535
l fece uscir tosto di se stesso. ¶ 13 ¶ Ei vide
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1535
celeste non avia ¶ cura di lui, restava in tal
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1535
uom ch'ha pur di sé qualche pietade, ¶ " Sarà
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1535
donna che vive sol di crudeltade ¶ e da gli
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1535
il pensier fisso tenendo, ¶ di gelosia come d'amor
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1535
se l'effigie hai di veder desio ¶ di quel
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1535
hai di veder desio ¶ di quel ch'ella ama
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1535
sé trasse il corrier di seno, ¶ il quale, per
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1535
l'idol suo divo, ¶ di leggiadria e d'alme
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1535
e per far anco di speranza privo ¶ color che
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1535
porse, ¶ sparse le guancie di color di morte; ¶ freddo
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1535
le guancie di color di morte; ¶ freddo sudor per
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1535
corse, ¶ fe' la bocca di fel, le labbra smorte
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1535
il lume perde e di se stesso in forse
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1535
sé riviene e fa di pianto un lago; ¶ poi
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1535
incomprensibile martíro ¶ prende tremando di Medor l'imago, ¶ dicendo
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1535
l'umíl sembianza miro ¶ di quel ch'è piú
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1535
quel ch'è piú di me felice e vago
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1535
e altier men giva di credenza tale, ¶ che s
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1535
se questa è vera), ¶ di cui gioisce la mia
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1535
i bei soli ardenti ¶ di chi tanto ama e
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1535
fiore ¶ che con quel che nasce con quel
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1535
guardo amato ¶ e, pien di grazie, è colmo d
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1535
or fino i capei, di rose il viso ¶ et
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1535
suona, ¶ che tosto fia di real manto adorno, ¶ tosto
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1535
intender cosa, ¶ che teme di saperla e attento ascolta
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1535
te stesso rendi ¶ le di' (né ciò di mente
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1535
le di' (né ciò di mente te si tolga
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1535
dal cor levarme ¶ che di lei gode sí che
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1535
un servo, che solea di Dardinello ¶ e spogliar e
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1535
fortuna. ¶ 42 ¶ Puote il fato di voi fors'esser donno
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1535
voi fors'esser donno, ¶ di me non già, ch
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1535
un mio par puote di rado ¶ e né uomo
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1535
ed erme; ¶ l'intender di Medor l'istoria vera
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1535
e da l'affanno, ¶ di se stesso s'avede
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1535
In presenza del sir di Circassia ¶ se riconobbe l
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1535
se riconobbe l'uom di Spagna ardito; ¶ a cui
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1535
il re del latte di Palla nodrito: ¶ - Signor, colma
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1535
Palla nodrito: ¶ - Signor, colma di duol la doglia mia
65
1535
Visto ho l'effigie di colui che nacque ¶ in
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1535
dico lieti, ¶ ma duo senza noia -. E qui
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1535
Adunque una lascivia umana, ¶ di leggiadria composta e di
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1535
di leggiadria composta e di vaghezza, ¶ che tosto sparirà
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1535
duolo. ¶ E piangendo dicea: - Di doglia m'empio ¶ con
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1535
amante, ch'ora sol di queste ¶ cortesie nuove alta
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1535
che furto sien, perché di gemme ornato ¶ tengano il
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1535
l'aggia e che, di gioia casso, ¶ sia fatto
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1535
un ver ch'ha di menzogna il volto, ¶ 58 ¶ perché
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1535
e suo natio furore ¶ di render si risolve arme
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1535
tanto ¶ non fosse un ch'incontrar lunge o
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1535
altrui dato la palma ¶ di sue bellezze fatalmente belle
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1535
affanni carca sí, sí di duol cinta, ¶ che tanti
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1535
invoglia. ¶ 65 ¶ La gran beltà, di che gí dianzi altera
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1535
lei non mostra piú di beltà segno; ¶ nessuna fede
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1535
segno; ¶ nessuna fede fa di quel ch'ella era
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1535
del Catai, beatrice ¶ sol di Medoro, a cui altero
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1535
altero dono ¶ ella fe' di se stessa, onde il
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1535
il core ¶ soave face di gentile amore. ¶ 69 ¶ Dopo lungo
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1535
trasse per diletto ¶ un la donna il caro
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1535
Albracca tutta; ¶ questa poca di piazza è sepoltura ¶ di
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1535
di piazza è sepoltura ¶ di gente molta da lui
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1535
oltra misura, ¶ non lasciando di sangue fronte asciutta, ¶ cose
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1535
rivolse, ¶ qui la palma di man gli scosse e
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1535
quel crudel, non mai di sangue parco; ¶ qui entraro
90
1535
in schiera accorta, ¶ ciascun di fé, d'amore e
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1535
dieci tuoni, anzi folgori di guerra, ¶ che 'l ciel
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1535
mio, re Galafrone, ¶ piú di senno e d'onor
93
1535
a le parole sante ¶ di quella ch'è d
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1535
fine ¶ dal gran Ranaldo, di Marte vicino, ¶ con grave
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1535
vicino, ¶ con grave ira di quei ch'aveano il
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1535
ch'aveano il pondo ¶ di salvare il vil re
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1535
son l'orme impresse ¶ di duo cavalli e dove
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1535
trova onda scoglio; ¶ poscia di lei, che con la
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1535
ch'a i suoi non ne vide il
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1535
l'invitto conte, ¶ non di Ranaldo, onor de i
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1535
beltà senno anco avea, ¶ di parole appagar li pare
102
1535
acceso il bel viso di quel foco ¶ ch'infiammar
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1535
disarmato tutto ¶ al fonte di Merlin sol si rimane
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1535
Medor tutta tremante. ¶ 85 ¶ Non di rosa pallor né di
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1535
di rosa pallor né di viola, ¶ che sole o
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1535
loro stelo, ¶ non pallidezza di leggiadra e sola ¶ vergine
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1535
cielo, ¶ non languido color di fior reciso ¶ rassembra quel
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1535
candido e rosato ¶ apparve di mortal color dipinto, ¶ sí
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1535
sgombra e affrena. ¶ Mai di natura amor né studio
110
1535
e sembra il nido ¶ di colei ch'anco onora
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1535
men contento ¶ l'anno di maggio e de' suoi
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1535
inchina la stagion novella. ¶ 90 ¶ Di splendido contesto e terso
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1535
nidi eletti; ¶ e se di voi scorgano i bei
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1535
stillando giú nel cor di desir pieno, ¶ da un
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1535
cui, tosto che 'l si move ¶ per dar
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1535
quali fino al ciel di Giove ¶ toglie il sereno
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1535
giorno. ¶ 97 ¶ Poscia ch'ebber di sguardi e basci grati
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1535
un monile, ¶ il candido di lei collo cingendo; ¶ quella
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1535
cingendo; ¶ quella dentro e di fuor del sen gentile
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1535
aere d'intorno, qual di far son usi. ¶ A
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1535
il sereno ¶ perdette il , visibilmente Amore ¶ basciolla, e
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1535
core ¶ discese il bascio di faville pieno. ¶ Sí il
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1535
a la morte. ¶ 3 ¶ Fa di ciò fede Angelica e
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1535
zelo. ¶ 4 ¶ Il queto Sonno, di posar contento, ¶ i lor
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1535
raggi caldi, ¶ onde colmi di gioia si levaro ¶ ambo
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1535
arene ¶ del Tanai e di Libia egli avea corso
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1535
errar fatto l'avea di clima in clima ¶ con
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1535
spuntar del giorno. ¶ 9 ¶ Il ch'uscí d'Albracca
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1535
l'alto circasso colmo di duol fiero. ¶ Era il
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1535
conte ¶ del temerario ardir di Rodomonte; ¶ 10 ¶ onde con real
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1535
smagliate e fieramente rotte ¶ di quel che volle a
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1535
mar con impeto discosto, ¶ di squame armato, il monstruoso
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1535
valor sovrano ¶ dar corona di lode, e vide poi
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1535
e vide poi, ¶ piena di desioso affetto umano, ¶ Bradamante
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1535
ei guerra mortal fece di fore, ¶ ella contese dentro
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1535
dico -. E intanto ¶ scoperse di Medor l'essempio santo
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1535
occhi. ¶ 18 ¶ Lo stuol famoso, di mirar contento ¶ la gran
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1535
incredibil beltate, ¶ ch'ha di sé le vaghe alme
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1535
foco unqua non arse ¶ di quel ch'accese in
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1535
occhi e 'l cor di ciascun senza far motto
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1535
ancella, ¶ nel conspetto real di Sacripante; ¶ la qual dopo
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1535
guai e colmo anco di doglia, ¶ dolore è il
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1535
voglia. ¶ 22 ¶ Strano signor, se di contrarie cose ¶ doler si
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1535
pose ¶ (che foss'io di non esservi digiuna!), ¶ consentí
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1535
terror de la scola di Marte -, ¶ che tanta passion
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1535
nacqui ¶ quasi beata e di tal grazia ch'io
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1535
fece la mia stella ¶ di re figliuola e mogliere
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1535
tenne, ¶ e non mai di piegarlo ebbe rimedio, ¶ anzi
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1535
Su le porte un corse in ire sciolte
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1535
e da la sorte, ¶ di lui m'accesi e
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ch'ei, dentro crudel, di fore umíle, ¶ che tanto
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ma un sol desio di sempiterno onore, ¶ una di
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1535
di sempiterno onore, ¶ una di gloria inestinguibil sete ¶ è
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1535
piú ruine, ¶ e, gravida di lui, mio corpo afflitto
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gran pietade ¶ ebbe alora di me la Crudeltade. ¶ 41 ¶ Le
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empia proposta, che restar di ghiaccio ¶ ogni alma ardente
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1535
e avelenarmi. ¶ 46 ¶ Io, mendica di speme, il laccio presi
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aveva ritratto al naturale ¶ di serica opra il mio
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il ferro discendea mortale ¶ di man mi cadde, onde
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a la imagine sua di spirto priva ¶ ch'ei
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parlo a l'ombra di teatro o loggia: ¶ il
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far il fier desio di me satollo, ¶ stender mi
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1535
fe' pormi l'inventor di crudeltade, ¶ il qual ebbe
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1535
crudeltade, ¶ il qual ebbe di me compassione, ¶ forse onorando
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1535
etade ¶ non si degnò di pur guardarmi appena; ¶ ma
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1535
duol, caro a colui ¶ di ch'io ragiono, cibarme
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1535
fortuna. ¶ Ogni cor pellegrin di biasmo accusa ¶ quel monstro
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1535
per darmi al cor, di quel ferir contento, ¶ tanto
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pio ¶ ne la presenzia di mia dolce madre: ¶ " O
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parole: ¶ " Voi, che dopo di me sete rimasi, ¶ con
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quasi ch'io fosse di penne, giú vegno. ¶ Questo
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tratto cade ¶ che pianse di stupore e de pietade
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1535
ghiaccio che non ha di monte falda ¶ ove il
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1535
vien con luce calda, ¶ di me pietoso in tante
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1535
si possa imaginare ¶ e di nuovo mi fe' sua
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che non so che di male ¶ m'apparecchiasse il
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1535
a vol s'invia ¶ di madre, di fratel, di
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1535
s'invia ¶ di madre, di fratel, di padre l
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1535
di madre, di fratel, di padre l'alma, ¶ grave
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1535
a la siepe armata di spini atri ¶ che dovea
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1535
dira ¶ senza cibo assai con pene tante, ¶ e
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1535
l'assalgon le brame ¶ di lunga, ingorda e insopportabil
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1535
ch'io ebbi alor di cosí fera morte ¶ circondan
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il figlio caro ¶ morir di ferro, e l'incendio
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poco fu ogni spezie di dolore ¶ che il mio
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1535
mi face (per cui di duol m'empio) ¶ de
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1535
de l'error piú di lui pagare il fio