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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
2013
quella parte all’inizio di giugno regnava il giallo
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2013
pascolo, avanzando i paletti di qualche metro al giorno
3
2013
vitelli e una trentina di mucche adulte si precipitavano
4
2013
verso la nuova striscia di erba alta. Erano quasi
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2013
e muscolose. A sera di quel prato non era
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2013
per loro le croste di formaggio, tornavano a trovarmi
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2013
alle croste qualche biscotto, di quelli che tra me
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2013
due invece erano liberi di gironzolare fino al momento
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2013
gironzolare fino al momento di ricondurre le bestie nella
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2013
pastore giovane, facevano gioco di squadra: accerchiavano la mandria
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2013
rissa. Per questo decisi di non chiamarlo Black, ma
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2013
colpa: prendeva una buccia di salame e subito scappava
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2013
passione per i rametti di larice lanciati a grande
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2013
lasciava un buon odore di stalla nelle mani. Stava
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2013
e così quello scappò di nuovo, e gli altri
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2013
quel punto era fradicio di pioggia: guardò i vitelli
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2013
ancora, e avevo deciso di fare le tagliatelle verdi
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2013
tagliatelle verdi. Raccolsi foglie di ortiche e spinacio selvatico
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2013
quando sentii un frastuono di campanacci e le grida
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2013
campanacci e le grida di un pastore. Mi affacciai
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2013
a rivolgermi un cenno di saluto, benché non avessimo
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2013
gli diedi un colpetto di bastone sul fianco, e
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2013
andava dietro. Tutto fiero di me li portai a
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2013
vitelli con una corda di canapa e mi chiese
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2013
insieme da una placca di metallo e un po
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2013
metallo e un po’ di viti. Di me sapeva
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2013
un po’ di viti. Di me sapeva già tutto
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2013
quarto d’ora circa di sentiero, e grazie all
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2013
e grazie all’impresa di quel giorno mi guadagnai
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2013
finire la mia stagione di solitudine. ¶ Alle sette passò
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2013
passò Mozzo in cerca di biscotti, e mi scrutò
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2013
scarponi, presi la bottiglia di Nebbiolo che tenevo da
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2013
sua, e anche parlando di donne gli piaceva fare
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2013
fosse molto più anarchico di me: lui che non
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2013
banca; non aveva bisogno di soldi se non per
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2013
nessun sondaggio né indagine di mercato, non era nella
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2013
non era nella media di niente. Un uomo così
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2013
modo suo, era quanto di più sovversivo io riuscissi
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2013
usavo parole difficili smetteva di ascoltarmi. Così lo accontentai
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2013
stalla, un pascolo coperto di neve per sei mesi
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2013
o spaccare qualche quintale di legna, ma prima di
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2013
di legna, ma prima di sera col trattore tornava
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2013
sonori ceffoni: al momento di essere legate le mucche
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2013
mucche si ribellavano, mettendosi di traverso e scambiandosi di
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2013
di traverso e scambiandosi di posto tra loro, così
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2013
era una stanza rivestita di legno, tre metri per
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2013
all’interno era stipata di oggetti: alle pareti una
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2013
alle pareti una collezione di campanacci e collari, le
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2013
quattro o cinque ore di cammino andando di buon
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2013
ore di cammino andando di buon passo. Be’, disse
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2013
Loro erano ai giri di grappa, io avevo quattordici
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2013
e un gran bisogno di dimostrare il mio coraggio
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2013
passammo la prima ora di cammino a inciampare nelle
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2013
il primo a proporre di tornare indietro. A poco
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2013
indietro. A poco più di metà strada, verso le
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2013
ai pascoli ci sembrò di sentire il suono di
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2013
di sentire il suono di un organo. Poi scorgemmo
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2013
Poi scorgemmo il bagliore di una finestrella. Chi stava
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2013
l’organo alle tre di notte, in una baita
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2013
e mio zio decisero di non bussare, ma di
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2013
di non bussare, ma di presentarsi cantando a squarciagola
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2013
coro alpino: nel giro di due strofe la musica
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2013
pianterreno e il padrone di casa venne ad aprirci
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2013
sembrava per nulla contento di vederci. Era evidente che
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2013
compagnia, ma si sforzò di essere ospitale: ci preparò
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2013
pile, declinò i tentativi di conversazione, ci augurò buon
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2013
ma non ricordo niente di quell’alba: chi era
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2013
non proprio un matto di montagna; invece adesso, davanti
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2013
avrei voluto esser capace di suonare anch’io. Una
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2013
restava che un mucchio di braci incandescenti. Sentivo odore
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2013
braci incandescenti. Sentivo odore di cenere e terra umida
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2013
a pelo era fradicio di rugiada. Così mi alzai
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2013
ebbe l’immediato effetto di svegliarmi. Ero incerto se
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2013
Ancora quel vecchio bisogno di prove di virilità: ma
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2013
vecchio bisogno di prove di virilità: ma se il
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2013
vidi il profilo inconfondibile di una volpe. Il muso
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2013
Non si era accorta di me: annusava il terreno
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2013
io restai immobile sperando di non essere visto ancora
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2013
nel prato illuminava tutto di una luce fredda. La
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2013
leccò qualcosa, un pezzetto di carne che mi era
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2013
forse per una folata di vento che le aveva
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2013
intimo della solitudine. Molti di noi sono più soli
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2013
è misurata dalle miglia di distanza tra un uomo
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2013
suo prossimo. ¶ La compagnia di solito è cosa da
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2013
senza avere il tempo di acquisire nuovo valore uno
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2013
altro un nuovo assaggio di quel vecchio formaggio ammuffito
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2013
accordarci su una serie di regole, chiamate educazione e
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2013
frequenti incontri, ed evitare di dichiararci guerra a vicenda
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2013
rispetto reciproco. ¶ Ho sentito di un uomo che si
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2013
boschi e stava morendo di stanchezza e di fame
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2013
morendo di stanchezza e di fame ai piedi di
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2013
di fame ai piedi di un albero, la cui
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2013
portavano ancora il gilet di velluto e il cappello
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2013
velluto e il cappello di feltro, un costume a
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2013
come se avessero bisogno di riabituarsi al paesaggio. Era
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2013
una vita più dura di quella invernale, eppure c
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2013
contemplare le nuvole gonfie di pioggia. Tra una e
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2013
altra si aprivano scorci di blu. Due aquile volteggiavano
99
2013
a caccia dei cuccioli di camoscio e stambecco che
100
2013
alpeggi deserti, in cerca di rifiuti di cibo o
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2013
in cerca di rifiuti di cibo o di qualche
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2013
rifiuti di cibo o di qualche carcassa di roditore
103
2013
o di qualche carcassa di roditore che non aveva
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2013
avvicinarono, scesero un po’ di quota e così mi
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2013
assistendo sembrava una lezione di volo. L’adulto ripeteva
106
2013
una corrente ascensionale, poi di colpo raccoglieva le ali
107
2013
controllo. Sembrava il numero di un pilota acrobatico. Qualche
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2013
mi accolse una selva di fischi e un fuggi
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2013
mi avvicinai piano, cercando di non fare movimenti bruschi
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2013
arrivai a tre metri di distanza lei sparì nel
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2013
accanto con cautela. Pensai di cantarle una canzone, e
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2013
André: In un vortice di polvere gli altri vedevan
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2013
me ricordava la gonna di Jenny in un ballo
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2013
Jenny in un ballo di tanti anni fa. ¶ Bastarono
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2013
ascoltava, mi annusava, cercava di capire che razza di
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2013
di capire che razza di nemico ero. Io andai
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2013
la mia terra vibrare di suoni, era il mio
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2013
suonato, per un fruscio di ragazze a un ballo
119
2013
cantai per tre volte di fila, e la marmotta
120
2013
Nonostante fosse passato più di un mese, mi ritrovavo
121
2013
preda a un senso di catastrofe imminente. In città
122
2013
in cui il flusso di traffico non si esauriva
123
2013
e per un gioco di specchi vedevo i fanali
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2013
delle ambulanze, il verde di una farmacia notturna. Ogni
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2013
una sirena, versi acuti di uccelli sopra il mormorio
126
2013
Sentire la vita sotto di me mi tranquillizzava, i
127
2013
sonno. ¶ Nella baita precipitai di nuovo nelle paure infantili
128
2013
dei larici. Il verso di un capriolo nel bosco
129
2013
uno lo immagina, niente di simile a un belato
130
2013
piuttosto a un colpo di tosse rauco, l’abbaiare
131
2013
tosse rauco, l’abbaiare di un cane senza voce
132
2013
che smonta dal turno di notte, mi assaliva un
133
2013
maglioni, riempii una borraccia di vino, presi il sacco
134
2013
a pelo e decisi di bivaccare fuori. Era una
135
2013
fuori. Era una specie di terapia d’urto. Verso
136
2013
punta a qualche rametto di salice e con quegli
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2013
quegli spiedi infilzai pezzi di salsiccia da arrostire. Come
138
2013
avevo una piadina croccante, di quelle che cucinavo impastando
139
2013
ogni boccone un sorso di vino. Alle dieci, calato
140
2013
e ci entrai. Scoprii di non avere sonno. Allora
141
2013
in mente un’altra di molte estati prima, cominciata
142
2013
cominciata in un bar di paese con mio padre
143
2013
cena mio padre raccontò di una montagna, lì nella
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2013
erano circa duemila metri di dislivello, quattro o cinque
145
2013
Remigio, il mio padrone di casa. Era venuto a
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2013
un buon lettore: parlammo di Erri De Luca e
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2013
Erri De Luca e di Mauro Corona, poi sfogliammo
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2013
gli prestai i racconti di Rigoni Stern a cui
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2013
uno strano contrasto, quello di un uomo giovane e
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2013
Orto ¶ Dopo la scorta di legna c’era un
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2013
spinta decisiva. Una mattina di fine maggio, in attesa
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2013
a leggere il capitolo di Walden sul campo di
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2013
di Walden sul campo di fagioli: “Che cosa significasse
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2013
benché fossero molti più di quelli che mi servivano
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2013
fare che quella porzione di superficie terrestre, che prima
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2013
piante infestanti, dolci frutti di bosco e fiori gentili
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2013
quotidiano”. ¶ Incantato dalle parole di Thoreau, studiai il pascolo
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2013
il sole dalle nove di mattina alle otto di
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2013
di mattina alle otto di sera, e l’acqua
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2013
passi. Mi sembrava già di vedere il rosso dei
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2013
il giallo dei fiori di zucchina. Ero impaziente di
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2013
di zucchina. Ero impaziente di cominciare la mia vita
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2013
coste. Con un po’ di fortuna sarei riuscito a
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2013
a motore, delle dimensioni di un tagliaerbe, la cui
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2013
terreno per qualche decina di centimetri, rivolta le zolle
166
2013
quel modo un rettangolo di quattro metri per sei
167
2013
steccato con quattro paletti di larice. Ci avvolsi intorno
168
2013
ed ero tutto contento di come stava venendo il
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2013
ad ammirarlo la voce di Thoreau svanì, e al
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2013
note del Suonatore Jones di De André. Il pezzo
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2013
coltivati dorme la libertà. Di colpo, quelle sei gobbe
172
2013
colpo, quelle sei gobbe di terra smossa mi sembrarono
173
2013
il bastone e decisi di andare a camminare. ¶ Salii
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2013
Salii più in alto di dove mi fossi mai
175
2013
nuvole basse, la minaccia di pioggia e il vento
176
2013
giù per un boschetto di abeti con l’intenzione
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2013
abeti con l’intenzione di attraversarlo e risalire la
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2013
bosco trovai un ponticello di legno, un villaggio di
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2013
di legno, un villaggio di una decina di case
180
2013
villaggio di una decina di case sulla riva di
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2013
di case sulla riva di un torrente. Avevano quasi
182
2013
crollo. Superando il senso di abbandono entrai in una
183
2013
stanza trovai un lettino di legno, una panca, uno
184
2013
segni più recenti: scatolette di carne e sardine, bottiglioni
185
2013
carne e sardine, bottiglioni di vino, una camicia ridotta
186
2013
a stracci, i rifiuti di qualche pastore che si
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2013
era un odore opprimente di muffa e tornai all
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2013
pendio raggiunsi la cima di un picco, e finalmente
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2013
parte vidi il lago di cui avevo sentito parlare
190
2013
coperto da uno strato di ghiaccio e circondato dalla
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2013
più scoscese. Avevo pensato di raggiungerlo, ma vederlo così
192
2013
dall’alto, nel gelo di quella conca in ombra
193
2013
in realtà il prodotto di molti secoli di lavoro
194
2013
prodotto di molti secoli di lavoro umano, era un
195
2013
artificiale tanto quanto quello di città. Senza l’uomo
196
2013
caduti, dai massi coperti di muschio e un sottobosco
197
2013
e un sottobosco folto di ginepro, mirtillo e radici
198
2013
ma una lunga storia di presenza umana, che oggi
199
2013
soffrono come della morte di una civiltà, a me
200
2013
a me succedeva invece di gioire trovando un rudere
201
2013
esplorazioni assunsero il carattere di un’indagine, il tentativo
202
2013
un’indagine, il tentativo di leggere le storie scritte
203
2013
rifiuti. Un vecchio secchio di legno marcio e mezzo
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2013
allevatore aveva avuto bisogno di una stalla più spaziosa
205
2013
Era la più grande di tutte, ma anche la
206
2013
un litigio per questioni di confini? La quarta baita
207
2013
balconcino con qualche tentativo di decorazione, i vetri alle
208
2013
gobba qua e là, di un bianco sporco che
209
2013
che in compenso godeva di un panorama senza ostacoli
210
2013
tempo fosse un mucchio di cocci che non era
211
2013
trovandoci sotto un manico di legno, un grosso chiodo
212
2013
chiodo ritorto, un groviglio di fil di ferro, una
213
2013
un groviglio di fil di ferro, una vanga arrugginita
214
2013
aver ricevuto il compito di registrare tutti gli edifici
215
2013
il tre, quella intonacata di bianco il quattro. Ma
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2013
chiamarmi re o imperatore di tutto il territorio che
217
2013
solo. ¶ Neve ¶ Una mattina di metà maggio mi svegliai
218
2013
a me. Un temporale di lampi e tuoni, come
219
2013
fuori. Misuravo lo strato di neve che si accumulava
220
2013
ed ecco la neve di maggio. Dura solo poche
221
2013
e preoccupazione alle femmine di capriolo in attesa del
222
2013
parto.” ¶ Verso le sette di sera il cielo si
223
2013
neve trovai diverse tracce di selvatici: una lepre, una
224
2013
una lepre, una coppia di caprioli, moltissimi uccelli, altre
225
2013
io, a casa, pensavo di essere tanto solo e
226
2013
invece avevo occhi incapaci di vedere, e dalla finestra
227
2013
piano si sarebbero fidati di me. Per il momento
228
2013
partendo da un cespuglio di ginepro vicino alla mulattiera
229
2013
vivo. I rami coperti di germogli affondavano nella neve
230
2013
neve, e mi sembrava di sentirlo rantolare come un
231
2013
ceduto all’ultima nevicata di maggio, imprevista e fatale
232
2013
Era la prima forma di vita con cui entravo
233
2013
uno straccio sul fondo di una scatola da scarpe
234
2013
sarà stata la dieta di un uccellino così piccolo
235
2013
a dargli delle palline di pane, e vidi che
236
2013
erano solo un’illusione di vitalità. Quando tornai a
237
2013
sarebbe diventato il pasto di una volpe o di
238
2013
di una volpe o di un corvo. Lasciarlo a
239
2013
difficile descrivere l’effetto di una visita dopo un
240
2013
visita dopo un periodo di completa solitudine: per me
241
2013
cucine avevano il secchiaio di pietra, e i bagni
242
2013
erano incisi due nomi di ragazza: Angela e Maddalena
243
2013
inizio secolo, al servizio di qualche dama di corte
244
2013
servizio di qualche dama di corte, e immaginavo i
245
2013
farne un condominio. Così di quel luogo, come scriveva
246
2013
valanga osservando le chiazze di neve nel pascolo di
247
2013
di neve nel pascolo di fronte alla baita. Benché
248
2013
terra intrisa d’acqua di fusione, e nidificano nelle
249
2013
delle baite”. Infatti due di loro avevano fatto il
250
2013
proprio sopra il trave di colmo della mia, in
251
2013
mista a un po’ di neve che cominciava a
252
2013
quando andavo a letto. ¶ Di notte stentavo ad addormentarmi
253
2013
normale e mi sembrava di avere un tamburo nel
254
2013
odori, c’è bisogno di tempo per lasciarsi cullare
255
2013
la pioggia sul tetto di pietra. E questi passi
256
2013
venuto istintivo il pensiero di un ladro. Lassù dovevo
257
2013
un selvatico in cerca di cibo. Serviva a poco
258
2013
ogni versante, il paesaggio di montagna si mostra sotto
259
2013
solo, un intero gruppo di montagne; così in mezzo
260
2013
ogni onda è irta di innumerevoli piccole onde irregolari
261
2013
andava. Attraversai un bosco di larici, i loro tronchi
262
2013
ogni tanto al verde di un abete più giovane
263
2013
sassi, dalle radici scoperte di un larice, formando torrenti
264
2013
larice, formando torrenti torbidi di fango. Dove il sentiero
265
2013
quel buco e decisi di tornare indietro. Scesi a
266
2013
alta; canzoni d’amore, di montagna, di lotta, non
267
2013
d’amore, di montagna, di lotta, non vedevo anima
268
2013
pensato che il senso di solitudine sarebbe aumentato con
269
2013
dopo i primi giorni di spaesamento ero pieno di
270
2013
di spaesamento ero pieno di cose da fare. Estendere
271
2013
regalava sorprese: il teschio di una marmotta, i carboni
272
2013
una marmotta, i carboni di un fuoco all’aperto
273
2013
solchi lasciati dalle ruote di un trattore. Il buco
274
2013
un trattore. Il buco di un topolino appena uscito
275
2013
appena oltre la porta di casa e si allargava
276
2013
Fontane. Occupavo la prima di quattro baite in fila
277
2013
a sud, sul colmo di una valletta percorsa da
278
2013
ogni tanto da cumuli di pietre bianche, squadrate con
279
2013
incredibilmente simile al letto di un fiume. Accanto al
280
2013
al ruscello, in corrispondenza di ogni baita, c’era
281
2013
bevessi come qualunque uomo di città, cioè aprendo un
282
2013
e nel suo sapore di notte mi sembrava di
283
2013
di notte mi sembrava di sentire la brina. ¶ Da
284
2013
che avevo intorno, ricco di sorgenti e ben esposto
285
2013
montagna ha l’aspetto di un prato ben curato
286
2013
della montagna come scie di valanghe. Erano comparsi i
287
2013
storia? Perché avevo bisogno di ripetermi una cosa molto
288
2013
autentico e selvaggio, fatto di alberi, prati, torrenti, era
289
2013
se avessi trovato qualcosa di buono lassù sarei rimasto
290
2013
mi poteva anche succedere di piombare in una disperazione
291
2013
libri e quaderni. Speravo di ricominciare a scrivere, con
292
2013
C’è una specie di commozione nell’aprire una
293
2013
era posato uno strato di polvere, come la cenere
294
2013
istante? Pensai al giorno di dieci anni prima in
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olfatto, era il profumo di resina a rassicurarmi di
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di resina a rassicurarmi di essere di nuovo a
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a rassicurarmi di essere di nuovo a casa. Le
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e scricchiolare nelle notti di gennaio, quando lassù la
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godere del pallido sole di marzo, i muri tiepidi
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grondaie. Se il fine di una casa è quello
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una casa è quello di essere abitata, pensai, forse
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provava una sua forma di felicità nel sentire di
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di felicità nel sentire di nuovo un uomo andare
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Così quell’acqua fatta di neve e di roccia
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fatta di neve e di roccia ricominciava a circolare
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storica degli Stern, vecchia di quattrocento anni e andata
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luogo in cui rimpiangeva di non essere nato, il
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sua terra, il senso di patria che per i
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stagionali, alla maniera giusta di farli. La seconda era
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quella dell’infanzia, piena di angoli segreti come sono
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mente: chiuso nel campo di prigionia, nel ’45, Mario aveva
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e trascorso lunghi giorni di fame a progettare una
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immaginò in una radura di montagna dove avrebbe vissuto
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montagna dove avrebbe vissuto di caccia, libri e solitudine
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come il Nick Adams di Hemingway nel Grande fiume
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prima. Era una casa di due sole stanze: di
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di due sole stanze: di sotto, dove una volta
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un cassettone, la stufa; di sopra la cucina, il
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sedia. Ma i muri di pietra viva non erano
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avessero accarezzati, quanto fumo di legna, fiati di bestie
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fumo di legna, fiati di bestie, vapori di polenta
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fiati di bestie, vapori di polenta e latte. A
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chiodo, o un paletto di legno mezzo carbonizzato. Che
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mi sembrava un po’ di abitare insieme a tutti
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a tutti quei montanari, di conoscerli attraverso gli spazi
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ancora anneriva qualche pezzo di muro. ¶ La casa in
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cima a un viale di faggi, ai piedi di
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di faggi, ai piedi di una cascata che diventava
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impetuosa durante le piogge di fine estate. Sull’intonaco
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soggiorno della regina Margherita di Savoia, quando l’officina
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aveva ormai l’aspetto di un glorioso maniero diroccato
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mesi restava chiuso. Privo di manutenzione e riscaldamento, ogni
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gli diedero il colpo di grazia: una valanga travolse
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rovina, ricordo lo stupore di trovare la neve all
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la neve all’inizio di luglio, così alta, ghiacciata
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dalla città mi sembrava di entrare in un’altra
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Remigio, ¶ i miei maestri di montagna. ¶ E alla memoria
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montagna. ¶ E alla memoria di Chris McCandless, ¶ spirito guida
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su campi e monti ¶ di luce – ¶ Traversai laghi morti
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Io sognai nella neve di un’immensa ¶ città di
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di un’immensa ¶ città di fiori ¶ sepolta – ¶ io fui
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e cantavo fra me di una remota ¶ estate, che
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importante ricordare l’origine di quel male. Avevo trent
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ipotesi remota quanto quella di mettersi in viaggio quando
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tempo tra librerie, negozi di ferramenta, il bar davanti
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contemplare il cielo bianco di Milano dalla finestra. Soprattutto
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fui attratto da storie di persone che, per rifiuto
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mondo, avevano cercato esperienze di solitudine nei boschi. Lessi
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nei boschi. Lessi Walden di Henry David Thoreau e
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David Thoreau e Storia di una montagna di Élisée
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Storia di una montagna di Élisée Reclus. Mi colpì
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colpì specialmente il viaggio di Chris McCandless, raccontato da
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pulsione suicida. Io sentivo di capirla e dentro di
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di capirla e dentro di me la ammiravo. Chris
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vedere se fossi capace di imparare quanto essa aveva
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non scoprire, in punto di morte, di non aver
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in punto di morte, di non aver vissuto. Non
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vita, né fare pratica di rassegnazione prima del necessario
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mie estati. Da bambino di città, allevato in appartamento
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l’idea più assoluta di libertà. Avevo imparato a
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e in un sistema di autorità e di regole
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sistema di autorità e di regole a cui obbedire
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in montagna mi sbarazzavo di tutto e liberavo la
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da chi è libero di viaggiare e incontrare persone
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e incontrare persone, o di passare la notte a
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corteggiare le donne, o di trovarsi dei compagni con
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o correre sul filo di una cresta dopo cui
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sembrava l’esatto contrario di quel ragazzo selvatico, così
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in me il desiderio di andare a cercarlo. Non
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era tanto un bisogno di partire, quanto di tornare
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bisogno di partire, quanto di tornare; non di scoprire
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quanto di tornare; non di scoprire una parte sconosciuta
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scoprire una parte sconosciuta di me quanto di ritrovarne
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sconosciuta di me quanto di ritrovarne una antica e
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e profonda, che sentivo di avere perduto. ¶ Avevo messo
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da parte un po’ di soldi, il necessario per
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ero cresciuto: una baita di legno e pietra a
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dove gli ultimi boschi di conifere cedono il passo
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trovava a una decina di chilometri dal paese più
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delle montagne ancora coperti di neve. Lasciai la macchina
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fino a un gruppo di baite ormai in rovina
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un tronco, i resti di un muretto a secco
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giorno il cielo era di un grigio funereo, una
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Non avevo nessuna intenzione di sottopormi a una tortura
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pareva di avere niente di rotto. Mi sdraiai su
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ero per nulla contento di andare via, così per
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il ritorno avevo deciso di cambiare strada. Sarebbe stato
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villaggio, a una decina di chilometri da lì, di
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di chilometri da lì, di cui quel giorno si
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mappa avrei dovuto scendere di mille metri e poi
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metri e poi risalire di altri mille in un
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quota, trovando il modo di aggirare la montagna. Tipico
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la montagna. Tipico modo di cacciarsi nei guai, quello
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cacciarsi nei guai, quello di cercare scorciatoie. Così avevo
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ogni tanto, qualche macchia di ginepro o rododendro, l
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destra avevo una catena di cime e da ognuna
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alta quota, e finivano di colpo dove i camosci
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che cosa ci fosse di là, sperando in un
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arrivavo in cresta scoprivo di avere di fronte solo
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cresta scoprivo di avere di fronte solo un’altra
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per il mio peccato di presunzione. Ore dopo, sdraiato
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se ero in grado di ritrovare la strada, scappare
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ogni volta più forte di prima. Avevo imparato a
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cucinare con le erbe di montagna, a mungere una
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l’unico vero scopo di ogni eremitaggio. In questo
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infinite volte. Potevo liberarmi di tutto tranne che di
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di tutto tranne che di lei. Per questo, sdraiato
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Ne avevo trovati diversi, di camosci e stambecchi spolpati
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fossero stati il cibo di qualcun altro. Potendo scegliere
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e qualche energia sapevo di averla ancora. Aggirai il
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salire con il ritmo di prima, due passi e
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piedi. Non mi accorsi di essere in cima al
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che cercavo. Una decina di baite addossate, due o
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o trecento metri sotto di me, con il bestiame
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era un grande paiolo di rame su un fuoco
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con la tromba. Credo di non essere mai stato
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e sentire un canto di chiesa. Mi tolsi lo
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lo zaino, mi sdraiai di nuovo e chiusi gli
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Ritorno ¶ Nel pomeriggio ero di nuovo alla baita. Da
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quella casa. Il teschio di stambecco che avevo trovato
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che chiamavo il dio di Fontane, ancora sorvegliava il
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perfino portarmi una cassetta di verdura come risarcimento, ma
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ringraziai e gli dissi di lasciar perdere. L’orto
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che lì nella baita, di me, non mi dovevo
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nel bosco. Trovai bacche di ginepro e mirtilli da
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laricini gialli, qualche mazza di tamburo nelle radure, qualche
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larice e tirai fuori di tasca il mio quaderno
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ripensare all’Arboreto salvatico di Rigoni Stern: io abitavo
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non c’era traccia di faggi, frassini, querce, betulle
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santi protettori. Così decisi di inaugurare il mio quaderno
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ringraziamento al piccolo arboreto di Fontane: ¶ Provo rispetto per
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come per l’abitante di un paese buio. Vive
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altra volta, e decisi di tornare. ¶ Di nuovo in
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e decisi di tornare. ¶ Di nuovo in cresta ebbi
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nuvole e uno scorcio di sole comparì all’improvviso
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c’era l’ombra di un uomo. Impiegai qualche
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stesso, un alieno circonfuso di luce. Lo spettacolo durò
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il bottino della battuta di pesca, e nella corsa
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pesca, e nella corsa di ritorno elencai tra me
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fritta nel lardo, filetti di trota in carpione, trota
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timo selvatico. Avevo voglia di preparare un bel pranzo
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delle esche, e prima di rientrare liberai le cavallette
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le mattine e qualcosa di più. Ci assomigliavamo troppo
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fisica, la nostra, ma di carattere, cioè del modo
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carattere, cioè del modo di sentire noi stessi e
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sentire noi stessi e di stare con gli altri
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non diventava un problema. Di me queste cose le
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vecchio rifugio, sulla linea di confine tra due valli
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all’incontro l’aria di un appuntamento. Non poteva
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a lungo la compagnia di un altro se stesso
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figlio d’arte, cioè di un custode di rifugio
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cioè di un custode di rifugio alpino, e nipote
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rifugio alpino, e nipote di un montanaro con cui
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inverno faceva il maestro di sci in una località
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per un po’, sapeva di essere al sicuro. Quali
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non c’era bisogno di dirlo. Meglio tre mesi
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confidarci, mi disse che di montagna non ne poteva
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il mio stesso bisogno di scegliere da sé il
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rifugio e l’inizio di quella dello sci, in
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i limoni. C’era di mezzo una ragazza in
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ragazza in questi progetti di isola felice. Andrea aveva
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aveva tutta l’intenzione di far fuori abbastanza soldi
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a esplorare, e andai di lì. Vidi che anche
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che anche Andrea partiva, di sotto, per una sua
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prendere una delle tracce di camosci che partivano, più
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facile, un ampio dorso di lastroni piatti e traballanti
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fu lì che incontrai di nuovo Andrea: saliva da
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passo: una coincidenza rara di cui nessuno dei due
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due sentì il bisogno di parlare. ¶ Lui però aveva
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buona: firmammo il libro di vetta con una data
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piano ¶ gesto; al senso ¶ di questa nostra fratellanza umana
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il cielo disteso ¶ al di là della nebbia. ¶ Antonia
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succedere e alla fine, di tutti i posti infelici
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mezzo a una pietraia di quelle che amavo tanto
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sempre più piano: salivo di qualche passo, mi fermavo
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crinale e mi sembrava di non essere avanzato di
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di non essere avanzato di un metro. Quanti ne
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parte ci fosse modo di scendere senza ammazzarsi. Non
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provai ad arrampicare, scoprii di avere perso tutta la
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però non mi pareva di avere niente di rotto
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del bianco, un moncone di patria che rappresentava bene
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con cui avrei legato di più. Quando scendevo lui
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sul portatile, o profili di ragazze in giro per
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accanto alla finestra umida di condensa. Verso le undici
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e Campari, arrotolando sigarette di Golden Virginia, offrendo da
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fugace come ogni apparizione di bellezza. Le forme del
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ma molto più malinconiche di quelle dell’andata. ¶ Davide
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aveva sempre più idee di quelle che poi realizzava
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a intagliare il manico di un coltello. Diceva di
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di un coltello. Diceva di non riuscire a disegnare
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Lì seduto nei giorni di pioggia parlava a ruota
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legumi secchi, farina, passata di pomodoro, scatolette di tonno
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passata di pomodoro, scatolette di tonno, acciughe e olive
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olive. C’erano sacchi di cipolle e patate che
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e la cronica mancanza di ragazze, il nostro problema
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un sogno nella testa di Davide e il gasolio
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capotavola leggevo le poesie di Antonia Pozzi e un
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storia dell’ex soldato di Napoleone che per quarant
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inverno, con il compito di battere la traccia dopo
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sulle pagine un po’ di quel chiarore lattiginoso, appena