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esplorazioni verbali


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Tomaso Monicelli, Il viaggio di Ulisse, 1915

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1915
tutti ridevano e piangevano di commozione e di gioia
2
1915
piangevano di commozione e di gioia, mentre le navi
3
1915
e, incontro alle navi di Ulisse, veniva dal mare
4
1915
ecco che un compagno di Ulisse, dalla faccia torva
5
1915
diede a Ulisse prima di partire?» ¶ «Sì, sì, ebbene
6
1915
quell'otre è pieno di cose preziose, donate dal
7
1915
otre e dividiamoci tra di noi le ricchezze che
8
1915
piedi con un grido di furore, si scagliò contro
9
1915
li percosse, poi cercò di reggere il timone contro
10
1915
Sulle navi, i compagni di Ulisse, pentiti e disperati
11
1915
Ulisse, e lo pregarono di ritornare dal buono e
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1915
diresse allo splendido palazzo di Eolo. ¶ Non appena i
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1915
meravigliarono molto: ¶ «O re di Itaca Ulisse – gli domandarono
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1915
sonno, furono la causa di tanto male. L'otre
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1915
con furibonda voce: ¶ «Via di qua!» urlò. «E che
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1915
infinito mare, in balìa di tutti i venti». ¶ Ulisse
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1915
insieme, silenziosamente. ¶ I mangiatori di uomini ¶ E andarono sulle
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1915
acque, le piccole navi di Ulisse, andarono senza più
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1915
giorno, giunsero in vista di una lucentissima terra, sulla
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1915
porto accolse l'armata di Ulisse, che vi entrò
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1915
porto, meno una, quella di Ulisse, la quale rimase
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1915
esplorò il paese, fiorente di pascoli, sereno. ¶ Chiamò, allora
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1915
paese. Dopo un tratto di strada, videro una fanciulla
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1915
strada, videro una fanciulla di gentile e regale aspetto
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1915
Questa è la terra di Lestrigonia, e quella che
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1915
è la sublime città di Lamo. Re del paese
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1915
imbatterono in una femmina di così immane grossezza, che
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1915
è un buon carico di uomini da mangiare! A
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1915
Lestrigoni!» ¶ I Lestrigoni, golosi di carne umana, giunsero da
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1915
porto!» ¶ I Lestrigoni, popolo di feroci giganti, salirono sulle
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1915
navi una tale tempesta di massi smisurati che, in
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1915
breve, la piccola armata di Ulisse fu rotta e
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1915
picco. Tutti i compagni di Ulisse, sfracellati, uccisi, fatti
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1915
del porto, la nave di Ulisse sfuggì l'imperversare
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1915
fu salva. ¶ Ma, ahimè, di tutta l'armata di
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1915
di tutta l'armata di Ulisse, una sola nave
37
1915
una sola nave restava: di tanti compagni di Ulisse
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1915
restava: di tanti compagni di Ulisse, la maggior parte
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1915
mare infaticabile: il naviglio di Ulisse. E Ulisse aveva
40
1915
isola dei Lestrigoni, mangiatori di uomini. Dove sarebbero andati
41
1915
sempre avanti. Il re di Itaca Ulisse drizzò la
42
1915
col cuore sospeso, paurosi di nuovi guai e di
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1915
di nuovi guai e di nuovi lutti. E si
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1915
uscire da una selva di querce antiche, che facevano
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1915
suo primo pensiero fu di recarsi a battere alla
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1915
a battere alla porta di quella casa, ma gli
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1915
terra, e Ulisse pensò di caricarsi l'immane peso
48
1915
I compagni, al pensiero di dover avventurarsi in paese
49
1915
con un grande urlo di spasimo che fece tremare
50
1915
con la sua voce di tuono, chiamò al soccorso
51
1915
Ciclòpi verso la spelonca di Polifemo, e stando fuori
52
1915
Polifemo, accecato, a urlare di spasimo e di furore
53
1915
urlare di spasimo e di furore entro la chiusa
54
1915
rise nel suo cuore di avere ingannato col falso
55
1915
falso e strano nome di Nessuno, i tremendi Ciclòpi
56
1915
suoi compagni, qualora tentassero di fuggire fra mezzo alle
57
1915
allora, ordinò ai compagni di aggrapparsi e nascondersi sotto
58
1915
ripetere due volte. Ognuno di essi prese tre montoni
59
1915
passarono, uscirono: i compagni di Ulisse furono in libertà
60
1915
scoperto. Polifemo non sospettò di nulla. E il bel
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1915
fu che il re di Itaca, Ulisse, dopo altre
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1915
li accolsero con lacrime di gioia. ¶ «Vi credevamo già
63
1915
alzarono dalla nave grida di pianto. Ma Ulisse, con
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1915
si chiama Ulisse, figlio di Laerte, re di Itaca
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1915
figlio di Laerte, re di Itaca». ¶ Polifemo udì, e
66
1915
Quindi, sollevato un masso di smisurata grandezza che pareva
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1915
lanciò contro la nave di Ulisse. ¶ Il masso piombò
68
1915
dove la piccola armata di Ulisse aspettava. ¶ Coloro che
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1915
erano nati, dove speravano di morire in pace, nella
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1915
in un palazzo splendido di ricchezze, che risuonava di
71
1915
di ricchezze, che risuonava di musiche, odoroso di soavi
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1915
risuonava di musiche, odoroso di soavi fragranze, abitava Eolo
73
1915
composta della moglie e di dodici figlioli: sei femmine
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1915
sei maschi. ¶ Ulisse decise di prender terra, prima di
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1915
di prender terra, prima di proseguire il viaggio. Eolo
76
1915
armata era il re di Itaca, Ulisse, si inchinò
77
1915
il palazzo, lo colmò di gentilezze, volle che sedesse
78
1915
meravigliosi avvenimenti della guerra di Troia. ¶ Trascorso il mese
79
1915
desiderio, dopo tante traversie, di tornare a Itaca. Ti
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1915
Itaca. Ti domando licenza di partire. Grazie dei tuoi
81
1915
dono che ti sarà di inestimabile beneficio nel viaggio
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1915
presentò un otre fatto di pelle di bue. ¶ «Tu
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1915
otre fatto di pelle di bue. ¶ «Tu sai chi
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1915
Io sono il padrone di tutti i venti, dei
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1915
l'otre, e bada di non lasciarli sfuggire. E
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1915
e ribaciò, con lacrime di tenerezza e di gratitudine
87
1915
lacrime di tenerezza e di gratitudine, Eolo signore dei
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1915
remi! Io vi prometto di portarvi a Itaca entro
89
1915
proruppero in un coro di festa. Spiegarono le vele
90
1915
spuntare, laggiù, l'ombra di Itaca nostra». ¶ E un
91
1915
nativa: e faremo giuramento di non abbandonarla più, di
92
1915
di non abbandonarla più, di vivere e di morire
93
1915
più, di vivere e di morire in essa» ¶ E
94
1915
E, dopo tanti anni di assenza, troveremo i padri
95
1915
troveremo i padri tremuli di vecchiaia, le spose pallide
96
1915
con gli occhi lucenti di pianto, i figli adulti
97
1915
composte con cura eccellente, di ottimo sapore. ¶ Questo vino
98
1915
ceste e canestri colmi di formaggio, vasi, conche, secchi
99
1915
secchi e catini pieni di latte e di burro
100
1915
pieni di latte e di burro: una vera ricchezza
101
1915
vera ricchezza. I compagni di Ulisse meravigliarono a tant
102
1915
che noi facciamo scorta di formaggio e di latte
103
1915
scorta di formaggio e di latte, che togliamo alle
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1915
e conoscere l'abitante di questa spelonca, e presentargli
105
1915
Ulisse distribuì ceste piene di formaggio, e si mise
106
1915
orco Polifemo ¶ L'abitante di quell'immane spelonca si
107
1915
gigantesco e più feroce di ogni altro Ciclòpe, egli
108
1915
dove gli era parso di udire dei sospiri. Ulisse
109
1915
unico occhio fisso su di loro, si sentirono gelare
110
1915
risposta con l'intento di placare l'ira di
111
1915
di placare l'ira di Polifemo. ¶ «Non siamo né
112
1915
che, tornando dalla guerra di Troia, durata dieci anni
113
1915
altro desiderio se non di tornare alla nostra patria
114
1915
piedi, noi ti scongiuriamo di accoglierci quali amici e
115
1915
accoglierci quali amici e di rimandarci con un tuo
116
1915
sbattuti contro uno scoglio di quest'isola. La nostra
117
1915
siamo salvati. Abbi pietà di noi, Polifemo!». ¶ Per tutta
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1915
enormi mani due compagni di Ulisse, li levò in
119
1915
Poi, tracannato un vaso di latte, giacque tra le
120
1915
si addormentò. ¶ I compagni di Ulisse si gettarono a
121
1915
ricca d'astuzie, pensieri di vendetta e di fuga
122
1915
pensieri di vendetta e di fuga. ¶ «Come fare per
123
1915
smuovere quel masso, uscire di qui, raggiungere la nostra
124
1915
ghermiti altri due compagni di Ulisse, li levò in
125
1915
suo gregge. ¶ La vendetta di Ulisse ¶ Soli, dentro la
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1915
sicura, i superstiti compagni di Ulisse lamentarono a grandi
127
1915
mente il suo piano di vendetta e di fuga
128
1915
piano di vendetta e di fuga. Egli aveva veduto
129
1915
grosso come un albero di nave, il tronco d
130
1915
luogo sicuro. ¶ «Ho bisogno di quattro tra voi arditi
131
1915
lo conficchino nell'occhio di Polifemo, quando Polifemo dormirà
132
1915
quando Polifemo dormirà». ¶ Tremarono di spavento i compagni di
133
1915
di spavento i compagni di Ulisse. E Ulisse tirò
134
1915
onesto lavoro, ecco che di nuovo abbranca altri due
135
1915
abbranca altri due compagni di Ulisse, li solleva in
136
1915
mano una coppa ricolma di quel vino inebriante come
137
1915
liquore, regalo del sacerdote di Ismaro, Marone. ¶ «Tieni, Ciclòpe
138
1915
Poiché ti sei cibato di carne umana, bevi questo
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1915
Che hai fatto invece di noi, o crudele?» ¶ Polifemo
140
1915
Polifemo tolse dalle mani di Ulisse la coppa ricolma
141
1915
nome?» parlò Ulisse, maestro di furberie. «Ebbene, te lo
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1915
ma rosseggiò come fosse di bracia. I quattro compagni
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1915
suo pesantissimo sonno: e di tutta forza, gli conficcarono
144
1915
ruggito che pareva quello di un leone, con un
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1915
e non parlarono più di raggiungere le navi, Ulisse
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1915
fiori del loto, godendo di quella pace senza mutamento
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1915
disavventura, per cui risolvette di andarne in cerca. Lasciò
148
1915
tornate?» ¶ I tre compagni di Ulisse lo guardarono, e
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1915
Ma vi siete dimenticati di me, dei vostri compagni
150
1915
gridò; – che hai fatto di questi miei compagni? Quale
151
1915
hai tu adoperato contro di essi, che sono immemori
152
1915
più lasciare questa terra di grazia». ¶ In un baleno
153
1915
navi, ordinò ai marinai di legarli agli alberi perché
154
1915
giorno, la piccola armata di Ulisse fu in vista
155
1915
Ulisse fu in vista di nuove terre. Erano due
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1915
vasta, ben coltivata, fiorente di biade e di vigne
157
1915
fiorente di biade e di vigne: l'altra piccola
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1915
l'altra piccola, molle di verdissimi prati, irrigata da
159
1915
da un esile braccio di mare. ¶ Calava l'ombra
160
1915
numero non mai veduto di belanti e saltellanti caprette
161
1915
e saltellanti caprette. ¶ Lieto di tanto bene, il re
162
1915
tre schiere, li armò di archi e di frecce
163
1915
armò di archi e di frecce – le armi di
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1915
di frecce – le armi di quel tempo – e bandì
165
1915
per sé. ¶ Il resto di quella giornata, fino a
166
1915
della caccia e gonfi di carne e di vino
167
1915
gonfi di carne e di vino. Unico, il re
168
1915
belare delle greggi, voci di uomini: e aveva deciso
169
1915
uomini: e aveva deciso di sbarcare là l'indomani
170
1915
così parlò: «Ho deciso di sbarcare, con la mia
171
1915
ci appare così florida di biade e di vigne
172
1915
florida di biade e di vigne, e sicuramente abitata
173
1915
esseri umani. Vi piaccia di rimanere qui, in questo
174
1915
le altre navi. Sarò di ritorno innanzi sera». ¶ Ciò
175
1915
fu che il re di Itaca, Ulisse, con un
176
1915
eguali, nell'aria azzurra di quell'isola felice, tra
177
1915
libero. Ognuno era padrone di sé, e regnava sulla
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1915
in riva al mare. Di aspetto gigantesco, di smisurata
179
1915
mare. Di aspetto gigantesco, di smisurata forza e d
180
1915
Erano, insomma, un popolo di tremendi giganti, paurosi a
181
1915
correva un alto recinto di pietre sovrapposte, ombreggiato di
182
1915
di pietre sovrapposte, ombreggiato di pini e di querce
183
1915
ombreggiato di pini e di querce. ¶ Ulisse lasciò la
184
1915
sé un otre, fatto di pelle di capra, e
185
1915
otre, fatto di pelle di capra, e uno zaino
186
1915
l'otre era gonfio di vino, di un vino
187
1915
era gonfio di vino, di un vino di tal
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1915
vino, di un vino di tal forza inebriante che
189
1915
che pareva un liquore, di soavissimo profumo, di gusto
190
1915
liquore, di soavissimo profumo, di gusto sopraffino, avuto in
191
1915
da un pio sacerdote di nome Marone, là, a
192
1915
lo zaino era pieno di vivande, composte con cura
193
1915
compagni, rimasti sui lidi di Ismaro, vittime colpevoli della
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1915
della disobbedienza agli ordini di Ulisse e della vendetta
195
1915
nella speranza che qualcuno di loro ci oda e
196
1915
cuore, Ulisse diede ordine di volgere le prue verso
197
1915
e la soave speranza di rivedere alfine Itaca, la
198
1915
irritati contro i marinai di Ulisse, mandarono incontro alla
199
1915
Bòrea, il quale coprì di nere nubi il cielo
200
1915
navi, quasi fossero non di grave legno ma di
201
1915
di grave legno ma di fragile carta, vennero sballottate
202
1915
fragile carta, vennero sballottate di qua e di là
203
1915
sballottate di qua e di là alla ventura: le
204
1915
comando, emisero grandi grida di spavento, credendo giunta per
205
1915
forza delle sue braccia di ferro, volse l'imbarcazione
206
1915
altre navi l'ordine di seguirlo. Gli altri timonieri
207
1915
si placasse e permettesse di riprendere la via del
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1915
per la riacquistata fiducia di proseguire il viaggio senza
209
1915
in fondo, l'ombra di Itaca nostra» diceva uno
210
1915
Itaca nostra» diceva uno di essi, lisciandosi la bionda
211
1915
nativa: e faremo giuramento di non più abbandonarla, di
212
1915
di non più abbandonarla, di vivere e di morire
213
1915
abbandonarla, di vivere e di morire in essa». ¶ E
214
1915
essa». ¶ E un terzo, di più maturi anni: ¶ «Arriveremo
215
1915
E, dopo dieci anni di assenza, troveremo i padri
216
1915
tutti ridevano e piangevano di commozione e di gioia
217
1915
piangevano di commozione e di gioia, mentre le navi
218
1915
nove notti, le navi di Ulisse vagarono sul mare
219
1915
poterono toccare le rive di una terra, la quale
220
1915
la quale appariva fiorita di meravigliosi fiori, ospite gentile
221
1915
meravigliosi fiori, ospite gentile di un popolo felice. ¶ Il
222
1915
non conosceva il nome di quella terra e dei
223
1915
diede ordine ai compagni di prendere terra, ma di
224
1915
di prendere terra, ma di non allontanarsi dalla riva
225
1915
parlando: ¶ «Andate nell'interno di questo ignoto paese, presentatevi
226
1915
uomini, donne e fanciulli, di mite aspetto e di
227
1915
di mite aspetto e di soavi discorsi. Accolsero gli
228
1915
discorsi. Accolsero gli inviati di Ulisse con grandi dimostrazioni
229
1915
Ulisse con grandi dimostrazioni di gentilezza, offrendo loro da
230
1915
i fiori del loto, di cui quella terra era
231
1915
stranieri» disse un vegliardo di nobile aspetto, al quale
232
1915
era certamente il re di quella terra. «Mangiate i
233
1915
del tempo». ¶ I compagni di Ulisse ringraziarono dell'offerta
234
1915
offerta, e il maggiore di essi si volse al
235
1915
detti: ¶ «O nobile re di questa felice contrada, noi
236
1915
noi ti domandiamo se di tale cibo fiorito noi
237
1915
Allora i tre compagni di Ulisse mangiarono i fiori
238
1915
ebbero più il desiderio di ritornare alle loro case
239
1915
ritornare alle loro case, di rivedere le loro famiglie
240
1915
membra, una voglia molle di restare dov'erano, fra
241
1915
aste, impazienti di uscire, di combattere, di uccidere. ¶ Intanto
242
1915
di uscire, di combattere, di uccidere. ¶ Intanto, il cavallo
243
1915
nel punto più alto di Troia, il cavallo di
244
1915
di Troia, il cavallo di legno fu lasciato dal
245
1915
alle loro case, desiderosi di riposare dalla fatica in
246
1915
del re, giovanetta bellissima di nome Cassandra. Quand'ella
247
1915
ella vide il cavallo di legno sull'alta rocca
248
1915
è l'ultimo giorno di Troia». ¶ La giovanetta figlia
249
1915
si compì il destino di Troia. ¶ Dall'isola di
250
1915
di Troia. ¶ Dall'isola di Tènedo, infatti, dov'era
251
1915
verso il vicino lido di Troia. Era notte profonda
252
1915
segnale quel prigioniero greco di nome Sinone, che il
253
1915
insospettato sull'alta rocca di Troia. S'accostò egli
254
1915
allora, al gran cavallo di legno, gli aprì il
255
1915
che era l'ora di uscire. ¶ Il re di
256
1915
di uscire. ¶ Il re di Itaca Ulisse uscì per
257
1915
altri, altri ancora, uomini di tremendo aspetto, fulmini di
258
1915
di tremendo aspetto, fulmini di guerra. I Troiani dormivano
259
1915
In breve, una parte di Troia fu preda delle
260
1915
fortissimo Enea, fecero prodigi di valore. Ci fu un
261
1915
ucciso da Pirro, figlio di Achille, che volle vendicare
262
1915
diventata un fumante ammasso di rovine, uno sterminato campo
263
1915
rovine, uno sterminato campo di cadaveri. ¶ Così, tornando alla
264
1915
insigne strattagemma del re di Itaca, Ulisse, aveva avuto
265
1915
fu che il re di Itaca, Ulisse, sulla via
266
1915
natale pungeva il cuore di tutti, dopo tanta lontananza
267
1915
tutti, dopo tanta lontananza di anni. Molti mancavano al
268
1915
lidi che erano stati di Troia, si disperse per
269
1915
Troia stette sola: mucchio di cenere sepolcrale. ¶ Il re
270
1915
cenere sepolcrale. ¶ Il re di Itaca, Ulisse, radunati i
271
1915
Itaca, piccola isola aspra di scogli. Molte erano le
272
1915
e molti i compagni di Ulisse: le navi, salde
273
1915
e ben costruite, spalmate di nera pece, profondamente incavate
274
1915
e spinse le navi di Ulisse nel porto di
275
1915
di Ulisse nel porto di Ismaro, città capitale dei
276
1915
Ciconi erano un popolo di guerrieri che, durante la
277
1915
in vista della città di Ismaro, così parlò ai
278
1915
e discese nella città di Ismaro. ¶ All'improvviso assalto
279
1915
in egual parte, tra di loro, il molto bottino
280
1915
l'ordine ai suoi di risalire sulle navi. ¶ «Partiamo
281
1915
disse – che molto cammino di mare ci resta ancora
282
1915
ci resta ancora, prima di giungere alla nostra patria
283
1915
compagni non obbedirono. Ubriachi di vino, coi ventri satolli
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e feroci, verranno contro di noi a vendicare i
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niente valsero la minaccia di tanto flagello e le
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1915
le esortazioni. I compagni di Ulisse continuarono a bere
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1915
tra canti e grida di gioia. Ma fu per
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presso le navi, e di là combattere disperatamente per
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doni dei Greci e di Ulisse, maestro di astuzie
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e di Ulisse, maestro di astuzie, sono degli inganni
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E questo enorme cavallo di legno o nasconde dei
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torre pronta per assalirci di sopra alle mura, o
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colpo, e tutto rintronò di armi dentro il ventre
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essere svelato. Il re di Troia, il venerando Priamo
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parlare, quando una masnada di pastori paesani si fece
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e presentandolo alla maestà di Priamo perché lo giudicasse
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del cavallo, delle parole di Laocoonte, del cupo rumore
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prigioniero lacero, scalzo, insozzato di fango, con i segni
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Il popolo troiano urlò di rabbia. Ma il re
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il re fece segno di tacere e, rivolto al
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domando, o illustre re di Troia, se non questa
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greco e continuò: – Prima di spiegare le vele per
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voti non bastassero, decisero di offrire ad Essi il
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corpo vivo e fiorente di un giovane. Dopo molto
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mia morte sarebbe stata di protezione e di salvezza
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stata di protezione e di salvezza a tutto l
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ai tuoi piedi, re di Troia. Abbi pietà di
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di Troia. Abbi pietà di me e delle mie
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fu costruito questo cavallo di così smisurata grandezza. È
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grandezza. È inganno contro di noi Troiani o è
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cielo e gridò: ¶ «Re di Troia, io ti giuro
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racchiude nessun inganno contro di te. È una sacra
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ne saranno lieti come di una vostra offerta e
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1915
issato sull'alta rocca di Troia, a perenne difesa
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concedi, è la rovina di Troia». ¶ Ma un'orribile
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1915
che prevedeva l'inganno di Ulisse e la fine
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Ulisse e la fine di Troia. Due immani serpenti
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immani serpenti, vibrando lingue di fuoco e spaventosi fischi
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del mare, dalla parte di Tènedo. Tremendi a vedersi
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cadde con un ruggito di dolore, spento. ¶ I Troiani
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spento. ¶ I Troiani, urlando di terrore a quella vista
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dentro Troia!». ¶ L'incendio di Troia ¶ Lo stratagemma del
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Lo stratagemma del re di Itaca Ulisse sortiva il
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e il popolo deliberarono di portare il cavallo dei
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dei Greci sulla rocca di Troia. L'orrenda morte
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la distruzione del cavallo di legno, parve un avvertimento
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parole e i consigli di Laocoonte. Onde i Troiani
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levato preghiere e canti di fede, si accinsero alla
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concorso e l'aiuto di tutto il popolo troiano
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fare? ¶ Il popolo sospese di tirare le funi: il
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Abbattete un lungo tratto di mura». ¶ Il popolo obbedì
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larghissima breccia nelle mura di Troia. Poi si riattaccò
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cieca grotta, il re di Itaca Ulisse e gli
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loro petti un grido di gioia. Essi erano finalmente
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penetrare nell'odiata città di Troia, e condotti dagli
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le lunghe aste, impazienti di uscire, di combattere, di
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fu che il re di Itaca, Ulisse, dopo dieci
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Ulisse, dopo dieci anni di guerra, riuscì con un
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a prendere la città di Troia. ¶ Dieci anni di
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di Troia. ¶ Dieci anni di guerra ¶ Dieci lunghi anni
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Greci contro la città di Troia senza riuscire a
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corpo a corpo, armati di lunghe terribili aste, di
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di lunghe terribili aste, di pungenti spade e di
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di pungenti spade e di grandi archi. I maggiori
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chi era meglio dotato di forza fisica e di
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di forza fisica e di coraggio morale, e nei
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potessero impadronirsi della città di Troia, senza che i
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erano venuti. ¶ Achille era di corpo fortissimo e d
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cadavere al proprio cocchio di vincitore, lo trascinò – orrendo
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spettacolo – intorno alle mura di Troia, fra il pianto
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quel momento il destino di Troia fu scritto; la
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dei Greci. La morte di Ettore toglieva a Troia
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che nel decimo anno di guerra, Troia finisse. In
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più avanti. ¶ Il Cavallo di Legno ¶ La città di
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di Legno ¶ La città di Troia era munita di
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di Troia era munita di alte mura e torri
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risultata vana e dispendiosa di vite, ma con l
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con l'astuzia. ¶ Maestro di astuzie era, tra i
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esercito greco, Ulisse re di Itaca, piccola isola del
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combattiamo intorno alle mura di Troia, senza riuscire a
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domandano a gran voce di far vela per il
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come. Tutti risero dentro di loro e applaudirono alle
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e applaudirono alle parole di Ulisse. Accettato che fu
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atto. ¶ Sospese le operazioni di guerra, i condottieri greci
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mare un grandissimo cavallo di legno, alto come una
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in compenso la grazia di ritornare sani e salvi
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alle loro case, poiché di guerra erano sfiniti. Gioirono
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ammirarono la vasta mole di legno, senza sospetto. Infelici
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Infelici!, ché l'astuzia di Ulisse aveva loro preparato
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sul mare. Ma invece di tornare ai lidi lontani
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remoto seno dell'isola di Tènedo, la quale sorgeva
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il piano d'astuzie di Ulisse – i Greci rimasero
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grandissimo segreto. ¶ Il cavallo di legno fu lasciato sulla
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allora i Troiani, gridando di gioia e abbracciandosi l
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porte della città, lieti di vedere sgombri i lidi
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avvicinarono al gran cavallo di legno, desiderosi d'ammirarlo
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meraviglie e i discorsi di tutti, disse: ¶ «Troiani, portiamo
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nostri dèi, in segno di pace». ¶ Una parte del
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popolo applaudì alla proposta di Timete; ma altri condottieri
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a contrastare il consiglio di Timete. E uno di
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di Timete. E uno di essi propose: ¶ «Ho in
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ecco sopraggiungere dalla rocca di Troia, a grandi passi
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passi, un vecchio sacerdote, di nome Laocoonte. ¶ «O cieca
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1915
sfortunata gente troiana – gridò di lontano – volete credere ai
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sconosciuto, proruppero in grida di dolore. Ricordavano la ferocia
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del tremendo Ciclòpe e di Antifate re dei Lestrigoni
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dei Lestrigoni; e giurarono di non voler più esporre
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divise in due schiere di ventidue uomini ciascuna: dell
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sorte designò la schiera di Euriloco. ¶ Salutati e abbracciati
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foresta e, nel mezzo di una florida valle, scoprì
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addomesticati dalle arti magiche di Circe, le belve non
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benigna allegria. I compagni di Euriloco si avvicinarono senza
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un canto leggiadro, come di donna che lavori. Era
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canto. ¶ «Chiamiamo la signora di questa casa» disse uno
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disse uno dei compagni, di nome Polite. «Donna che
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voce somigliava al canto di un usignolo: – venite nella
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gruppo, nella splendida casa di Circe tutti meno uno
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maga, che era bellissima di volto e riccamente vestita
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volto e riccamente vestita di stoffe preziose, pose gli
400
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ospiti cari. Nella casa di Circe io voglio che
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state col cuore sgombro di affanni». ¶ I ventidue compagni
402
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affanni». ¶ I ventidue compagni di Euriloco, ammaliati dal gentile
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Circe» disse, a nome di tutti, Polite. «Noi ricorderemo
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ventidue compagni. Al tocco di quella verga incantata, gli
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uno, gli sventurati ospiti di Circe mutano aspetto: la
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Circe! I ventidue compagni di Euriloco sono ventidue porci
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che aveva spiato dal di fuori l'orribile incanto
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della maga – si avventò di corsa verso la lontana
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e comandò a Euriloco di seguirlo. ¶ Ma Euriloco, gettandosi
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e abbracciando i fianchi di Ulisse, proruppe in alte
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non ho il coraggio di seguirti. La vista di
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1915
di seguirti. La vista di quei poveri nostri compagni
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gridò, sdegnoso, il re di Itaca, Ulisse. Solo, si
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1915
si avviò alla casa di Circe. ¶ Lungo la via
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fece incontro un giovanetto di gentile volto, e lo
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o straniero?» ¶ «Alla casa di Circe» rispose Ulisse. ¶ «Infelice
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non sai la potenza di quella maga. Ella muterà
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era un Dio protettore di Ulisse, sradicò dal suolo
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tu fa' l'atto di ferirla con la tua
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più alcuna potenza contro di te. Allora, falle giurare
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te. Allora, falle giurare di rendere le sembianze umane
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mangiò il bianco fiore di quell'erba salubre, e
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cammino verso la casa di Circe. Ecco la raggiante
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voce somigliava al canto di un usignolo. «Dimmi da
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la maga in atto di ferirla. Circe mandò un
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Circe mandò un urlo di terrore, sfuggì il colpo
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e, gettandosi alle ginocchia di Ulisse, così pianse e
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Sei forse quel re di Itaca, chiamato Ulisse, che
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E fece l'atto di abbracciarlo. ¶ «Indietro, o maga
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sozzi porci. Giurami, prima, di ridonare a essi le
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le loro sembianze umane, di non fare nuovi sortilegi
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fare nuovi sortilegi contro di noi, e io ti
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a uno a uno di un soave unguento, a
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piangono e si abbracciano di commozione e di gioia
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abbracciano di commozione e di gioia. Unanime è il
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e volgendosi al re di Itaca, così prosegue: «Va
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condusse alla raggiante casa di Circe: e, per un
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un intero anno, passarono di festa in festa, amati
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cantava con la grazia di un usignolo e teneva
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fu che il re di Itaca, Ulisse, con arte
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anno nella raggiante casa di Circe! Ma nel cuore
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Circe! Ma nel cuore di Ulisse e dei suoi
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patria lontana, quindi risolvettero di riprendere il viaggio verso
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restava: un caro compagno, di nome Elpenore, il quale
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sul tetto della casa di Circe, era caduto a
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della sua travagliata esistenza di navigatore. ¶ Un vento benigno
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al timoniere la cura di spingere e di guidare
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cura di spingere e di guidare il naviglio. ¶ Dopo
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naviglio. ¶ Dopo qualche ora di così quieto viaggio sul
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mare, che hanno volto di donna e squame di
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1915
di donna e squame di pesce, e cantano così
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1915
volge la nave verso di esse, e non ne
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1915
s'accorsero della nave di Ulisse, intonarono il loro
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eternamente felice». ¶ E tentava di sciogliere i nodi delle
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i nodi delle funi, di liberare mani e piedi
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cera; tutti furono felici di essere scampati al pericolo
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si elevava un monte di ossa umane: i resti
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umane: i resti putrefatti di tutti i navigatori che
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presentarono ai navigatori: ambedue di difficile passaggio: l'una
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1915
passaggio: l'una irta di rupi e oscura di
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di rupi e oscura di perenni nebbie, l'altra
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naviganti uno spaventoso fragore di flutti. I compagni di
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1915
di flutti. I compagni di Ulisse sbigottirono: i remi
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1915
al cielo, sempre avvolte di nebbia, di umido vento
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sempre avvolte di nebbia, di umido vento e di
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di umido vento e di onde tempestose. Nessuna nave
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le rupi. ¶ Ma Ulisse, di saggia e astuta mente
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Polifemo, e vi prometto di salvarvi anche da questo
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via». ¶ Rinfrancati dalle parole di Ulisse, i compagni obbedirono
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nave del meraviglioso re di Itaca, Ulisse. ¶ Ma l
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1915
due scogli, l'uno di fronte all'altro, sulle
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sei grandi bocche armate di un triplice giro di
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di un triplice giro di denti. Il mostro sporgeva
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e vorticoso. La nave di Ulisse filò guardandosi da
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e rintronava dentro sé di cupi boati. I navigatori
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1915
avevano i volti verdi di paura. Mentre passavano, tenendo
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dei più forti compagni di Ulisse. Gli infelici lanciarono
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spaventoso stretto, che minacciava di ucciderli tutti. La nave
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parte, vi crescono prati di un bel verde smeraldino
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pascolano greggi e armenti di fiorente aspetto e di
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di fiorente aspetto e di forza robusta. È chiamata
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del Sole. ¶ Sette branchi di buoi, di cinquanta teste
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Sette branchi di buoi, di cinquanta teste ogni branco
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branco, e altrettanti branchi di agnelli, vanno ruminando e
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1915
delle greggi, leggiadre creature di specie divina. ¶ In vista
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specie divina. ¶ In vista di quest'isola beata, passò
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beata, passò la nave di Ulisse, uscita fuori dalle
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sue rive. È tempo di rifarci delle passate fatiche
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compagni applaudirono alle parole di Euriloco, ma Ulisse comandò
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1915
tutto sa, m'ingiunse di non toccare quest'isola
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non toccare quest'isola, di passare oltre con la
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Euriloco, il quale parlò di nuovo, insensato: ¶ «Sei un
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mare misterioso, col terrore di altri venti cattivi, di
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di altri venti cattivi, di altre rupi pericolose, di
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di altre rupi pericolose, di altri scogli abitati da
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ripartiremo». ¶ Alle nuove parole di Euriloco, pronunciate con accenti
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resero impossibile la partenza di Ulisse e dei suoi
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né un agnello. Cibiamoci di uccelli e di pesci
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Cibiamoci di uccelli e di pesci, e aspettiamo il
500
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Noi qui moriamo lentamente di fame, mentre tanti buoi