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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Elda Lanza, La bambina che non sapeva piangere, 2016

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
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soffitto: la luce dorata di quel mattino di sole
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dorata di quel mattino di sole che si rifrangeva
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Pantaloni in gabardine, camicia di seta bianca trasparente su
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trasparente su una combinaison di pizzo. Scarpe classiche di
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di pizzo. Scarpe classiche di ottima fattura. ¶ «È lei
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Gilardi. Sono l’avvocato di Gilla Floris». ¶ «Anche quella
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è venuto in mente di andare ad ammazzare suo
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con la testa… Andiamo di là». Mentre lo precedeva
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Lei ha il diritto di non rispondermi. Visto che
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uguali, con una serie di vetrate affacciate su un
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e a destra gruppi di poltrone bianche, identiche e
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tavoli e consolle carichi di oggetti. Savina Zorzi si
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fece segno a Gilardi di accomodarsi su una poltrona
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accomodarsi su una poltrona, di fronte a lei. ¶ «Davvero
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si metta in testa di scoprire chissà cosa, avvocato
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Io non so niente di quella pazza, ho solo
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solo avuto la scalogna di mettermela in casa. Però
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si materializzò una donna di statura bassa e corporatura
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se non si aspettasse di essere in quel posto
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del carrello: un trionfo di caraffe, bicchieri, tazzine, alzate
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caraffe, bicchieri, tazzine, alzate di piccoli biscotti, tovagliolini di
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di piccoli biscotti, tovagliolini di lino ricamati. ¶ «Caffè?» ¶ «Grazie
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interrogatorio. Lei può rifiutarsi di rispondere in qualunque momento
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dirlo, che si occupava di tessuti, arredamento, cose del
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tessuti, perché mi occupavo di arredamenti. Mio marito era
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subito è rimasta incinta di quell’altro senza cervello
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la sigaretta nel posacenere di cristallo. «Ma le sembra
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così? Riconosce la bambina di Gilla ma va a
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che era una pitinfia di prima grandezza, stava con
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ha avuto l’idea di trasferire lo studio di
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di trasferire lo studio di Toni in casa, nel
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da scema, le chiedo di diventare sua socia. Partecipo
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compro metà del materiale di Toni che era rimasto
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si ammala e muore di tumore. Era giovane, accidenti
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accidenti. Ora mi dispiace di averla tanto sfottuta, ma
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No?» Bevve un sorso di tè e si pulì
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ricamato, lasciando una striscia di rossetto. «Posso?» gli chiese
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ormai le persone credono di sapere come si fa
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più idee e fonti di più alto livello, ma
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pensare anche alla madre di sua figlia, non crede
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scriveva per una rivista di arredamento, faceva un po
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arredamento, faceva un po’ di televisione quando capitava, per
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a quel maledetto agosto di cinque anni fa». ¶ «Che
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vacanza nella nostra villa di Capalbio, mio marito è
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vestita da città, giacchino di seta, tacchi e borsetta
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Caraibi con una fanciulla di vent’anni che aspetta
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Questa casa, la casa di Capalbio e quella in
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Come facevo a dirgli di no? Se ne sarebbe
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bisogno di conoscere Gilla, di sapere che donna era
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potuto concepire l’idea di ammazzare suo padre». ¶ «Questo
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La bambina che è di sopra? No, è la
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No, è la figlia di una nostra vicina che
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storia. Invece mi dica di Gilla». ¶ «No, me ne
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parli lei. Ho bisogno di capire che donna è
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quadri imballati, le casse di posate e l’argenteria
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finestrella con le sbarre di ferro e i miei
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figlio era il padre di Gilla. Anche lui si
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Ora non ho voglia di salire, ma ho ancora
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suoceri, dopo il viaggio di nozze. Ha regalato la
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o tre. La madre di Gilla era piccola, ma
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usciva lasciava una scia di profumo che durava un
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Miss Lolotte mi permetteva di giocare con lei, ma
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visto, lei, una bambina di due o tre anni
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Si è saputo perché?» ¶ «Di una casa si sa
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lo penso, lo so di certo. Lui giocava con
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al pianoforte, ci riempiva di regali… Era un uomo
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lungo, magro, sempre vestito di nero: ma bravissimo. Gilla
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Gilla ne sapeva più di me che avevo già
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chiesto ai miei genitori di andare al liceo artistico
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insegnava. Gilla agli esami di quinta elementare viene promossa
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nonna». ¶ «La principessa?» ¶ «Sì, di diabete. Era vecchia. Funerali
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e lui le dirà di no, che noi restiamo
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nessuno mi porterà via di qui. Ora verrà la
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vedevo che lei faceva di sì con la testa
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stringeva le labbra. Disse di sì tante volte. Poi
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Un bel racconto. Credo di aver capito molte cose
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prese un suo biglietto di visita e lo mise
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che mai avrei sognato di vivere. Tutti i miei
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dai guai, lo so di sicuro». ¶ «Vorrei avere la
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tra tutti alla figlia di Gilla, Carolina, che ha
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questo ha sofferto più di tutti». ¶ «Se dovessi chiederle
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tutti». ¶ «Se dovessi chiederle di venire a testimoniare?» ¶ «Io
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lo sapete già?» ¶ «Non di sicuro. Molto probabilmente a
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qualche problema». ¶ Gilardi credette di capire. «I testimoni sono
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se lei avesse bisogno di mettere qualcuno qui al
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in tribunale». ¶ Gli sembrò di vederla arrossire. «Va bene
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mai nessuno. La vita di quelle case era tutta
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era tutta nella penombra di stanze dai soffitti alti
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parquet, mobili e quadri di generazioni. Non c’erano
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erano pulsantiere ai lati di quei portoni di lucido
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lati di quei portoni di lucido legno massiccio, ma
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seicenteschi sorretti da zampe di leone, specchi veneziani, luci
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veneziani, luci soffici, vasi di piante vigorose. Anche i
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e nobiltà. ¶ La casa di Savina Zorzi era in
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traversa, rispetto al viale di traffico; una strada con
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strada con una fila di piante a bordura e
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Se ti richiama, dille di venire a prendere il
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pensavo. Gli ho detto di stare calmo, ma lui
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sua figlia dopo più di vent’anni? Sono andata
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cinque e mezzo, giù di lì. Apro la porta
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Sì, perché volevano una di casa. Tutto quel sangue
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Non aveva la voce di una che viene ad
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altrimenti le avrei detto di no, magari avrei telefonato
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alzò gli occhi verso di lui e corrugò la
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era lì…» ¶ «Dov’era di preciso, se lo ricorda
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qualcosa che vorrebbe correggere di quello che mi ha
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verso l’altro groviglio di strade con le case
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strade con le case di pietra bianca. Camminando su
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la gente. Gli sembrava di essere tornato indietro nel
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ai suoi primi anni di commissariato. ¶ Gilardi riconobbe la
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a vetri. La pulsantiera di ottone lucido. Soltanto tre
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Eh, avvocato. Sono più di vent’anni che la
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ci sono i saloni di rappresentanza, anche una piccola
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cinema. Ma sono più di vent’anni che i
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quella: in un groviglio di pietre bianche e levigate
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e levigate, nell’intreccio di figure e di rami
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intreccio di figure e di rami, difficili da riconoscere
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solo carta, lo vede di sicuro. La proprietaria è
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Grazie, mi è stato di grande aiuto». Fece per
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il custode gli fece di no con la mano
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La farmacia. La strada di traverso. A pochi metri
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tre negozi, un paio di portoni di tono più
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un paio di portoni di tono più modesto. Il
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tutto a colori, tappezzato di carte lucide a disegni
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scegliendo tra una mazzetta di carte, la donna dietro
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sugli scaffali, tra centinaia di piccoli oggetti realizzati unicamente
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camera con l’aiuto di sua madre. A Sergio
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aveva comperato un casco di protezione; a lei avrebbe
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delle più belle piazze di Parigi, Place des Vosges
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ricordò una pagina memorabile di Henry Miller. Quel ricordo
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ma ne fa anche di più difficili. L’aiuta
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che è più brava di me». ¶ «Vuole altro?» ¶ «Sì
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innocenza, ma ho bisogno di conoscere Gilla, che purtroppo
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domani?» ¶ Il ragazzo fece di sì con la testa
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spense le luci. «Andiamo di là, non è il
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scaffali alle pareti carichi di scatoloni. Accostati alla parete
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giornata». Ora stava sorridendo di nuovo e aveva un
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con l’espressione fanciullesca di chi vuole giocare. «Non
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si dava! Era principessa di non so dove, comunque
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Ma ora mi dica di Gilla, per favore. Non
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tipico rumore della tazzina di porcellana che incontra il
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donna, in un negozio di carta colorata. ¶ «Lei chi
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lei è l’avvocato di Gilla, giusto?» Gilardi annuì
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farcela. E ho bisogno di conoscere Gilla, di sapere
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e si accorse infatti di vedere perfettamente il vestibolo
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forse non era neanche di seta, blu a pois
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e camicia. Semplice, neanche di sartoria. Struccata. Sola e
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persino con i guantini di rete bianchi da signora
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in cucina è meglio di quelle cuoche della televisione
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la vuole. Lui crede di sposare una signora perché
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il marito, che è di nonni italiani, abbia capito
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pensare… una ventina, no, di più. Faccia i suoi
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mai saputo della storia di sua madre. Il barone
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fu subito d’accordo di incontrare l’avvocato napoletano
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le cose che riteneva di sua proprietà e che
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ispettore Rossi, del commissariato di Milano, si metterà in
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anche il suo numero di cellulare, per qualsiasi evenienza
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evenienza. «Ha preso nota di tutto?» ¶ «Certo, sì. A
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tesa, che tremava, verso di lui. ¶ «È lei l
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Sì, sono io. Grazie di essere venuta. Abbiamo a
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interrogatorio. Lei è libera di rispondermi oppure no, ha
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Scotti?» La donna fece di sì con la testa
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intestata a lui. Forse, di certo non si sa
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a Milano. Io sono di Como e avevo bisogno
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Como e avevo bisogno di un posto fisso, dove
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un po’ dura, ma di me era contenta». ¶ «Quanto
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anno… un po’ più di un anno. Ogni tanto
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donna sciupata in cerca di personalità. Vestita modestamente ma
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rubino in una cornice di brillantini, il filo di
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di brillantini, il filo di perle, la messa in
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messa in piega fresca di parrucchiere e il trucco
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vista? Lo stesso colore di capelli, io l’ho
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aveva molti anni più di me, e io gli
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io gli ho detto di sì. Mi sono trasferita
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la signora. La pelliccia di visone, il cinema, le
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ho mostrato delle foto di Gilla e lui mi
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staccava la corrente. Fuori di sé, le dico». ¶ «Le
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a me. Sono più di vent’anni che sta
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sorvolare. «Avete mai parlato di sposarvi?» ¶ «Con il barone
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Gli uomini! Mi diceva di stare calma, che ci
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testamento, e se era di proprietà del barone, alla
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quel viso opaco. Cercò di immaginare che un uomo
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immaginare che un uomo di oltre sessant’anni doveva
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avrebbe dovuto pensare?» domandò di nuovo. ¶ «Che sarebbe finita
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nel bar che è di fronte, l’ha notato
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letto, va bene, ma di fronte alla gente manteniamo
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non si vedevano neanche di nascosto, io l’ho
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suo padre ha più di sessant’anni, che è
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anni, che è malato di cuore…» ¶ «Dio mio, no
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io non voglio mettermi di mezzo. Io non c
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capito? Sono passati più di vent’anni, e lei
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allora mi ha detto di sì. Se ti richiama
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non so più niente di lui. Almeno Egidio vuole
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aveva fatto due anni di architettura. Tra loro c
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intervento in tv, non di gran conto, ma decide
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gran conto, ma decide di cedere lo studio e
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bimba e l’eredità di Toni da portare avanti
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un famoso orologio maschile di una marca molto riconoscibile
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Zorzi?» ¶ «Architetto, moglie divorziata di un architetto famoso. Era
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famoso. Era diventata socia di Gilla in quella storia
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sua madre è morta di tumore e Gilla aveva
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nessuno. L’ho persa di vista, e ora mi
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problemi, ognuno è responsabile di se stesso e per
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e il numero telefonico di Savina Zorzi. E mentre
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che era la casa di nonno Charlie e di
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di nonno Charlie e di nonna Angelica. Noi abitavamo
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strana storia, sei sicura di non inventartela?» ¶ «Cosa c
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inventartela?» ¶ «Cosa c’è di strano? Mia madre è
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mia madre…» ¶ «Ancora?» ¶ «Certo, di che ti stupisci, era
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questo. Naturalmente chissà ora di chi è quella casa
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disse, cogliendo lo sguardo di Gilardi. «Grazie, avvocato. La
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il corridoio. Ma prima di girare l’angolo verso
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rami, fogliame e fiori. Di fronte all’entrata una
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ferro battuto e gocce di vetro colorato era in
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Vediamo se ha voglia di raccontare questa favola anche
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chiusa da una griglia di ferro battuto. Un tavolo
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e senza sorriso, e di fronte alla porta d
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perché era il dodici di agosto, faceva un caldo
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il tè: belle tazze di porcellana, teiera e zuccheriera
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con biscotti e dolcetti di cioccolata, due sedie dalla
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da un’altra parte. ¶ Di fronte, contro una spessa
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dorato e le imbottiture di velluto scuro. Un tavolinetto
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a bocca spalancata, sporca di sangue. L’infermiere dell
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si chiama?» ¶ «Giuseppina Resnati, di Como». ¶ «Bene, cercherò di
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di Como». ¶ «Bene, cercherò di incontrarla prima che si
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ante resistettero. ¶ «Dove affaccia?» ¶ «Di fianco al portone: forse
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sentierino con molti cespi di foglie, ora un po
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la lavatrice. Una specie di angolo di servizio. Comunque
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Una specie di angolo di servizio. Comunque ho fatto
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ora, sì. Le chiederei di lasciare ancora tutto come
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Giuseppina. Quindi la pregherei di farla accompagnare a ritirare
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non ha quasi niente di suo… Forse non meritava
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sulla porta. Una stretta di mano e il saluto
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ben stirata, la molletta di tartaruga a tenerle lontano
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sorrise, avvicinandosi. Si ricordò di avere un particolare feeling
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portinaie, come nel caso di quel venditore di cappelli
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caso di quel venditore di cappelli di Napoli. «Potrebbe
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quel venditore di cappelli di Napoli. «Potrebbe darmi due
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avvocato del barone?» ¶ «No, di Gilla Floris». ¶ «L’assassina
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occhiata a quelle tende di uno strano tessuto sintetico
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Se va alla Rai di Milano chieda di parlare
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Rai di Milano chieda di parlare con Martina Sereni
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che è andata fuori di testa?» ¶ «No, è molto
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è molto malata, speriamo di vederla guarire. Intanto io
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Gilardi salì e prima di chiudere la portiera le
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fece ancora un cenno di saluto con un sorriso
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sorriso. Ora sapeva qualcosa di più. ¶ Cinque ¶ Luisa De
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De Cristoforis ¶ Milano: Centro di produzione Rai di corso
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Centro di produzione Rai di corso Sempione ¶ La signora
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del palazzo della Rai di corso Sempione, a Milano
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opposto del dottor Perrini di Roma. ¶ Del tutto diverso
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grigio e golfino blu di cachemire. ¶ «Sono Luisa De
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d’avermi ricevuto. Spero di portarle via poco tempo
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Lei è l’avvocato di Gilla Floris, mi hanno
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il divano a cubi di pelle marrone, il tavolino
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tavolino con il piano di cristallo, due poltrone. C
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per le due bottigliette di acqua minerale e i
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è utile. Mi trovo di fronte a una donna
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muscolo, ed è accusata di aver ammazzato il proprio
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da anni. Ho bisogno di conoscerla, di capire che
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Ho bisogno di conoscerla, di capire che donna fosse
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lo conosce?» Gilardi accennò di sì con il capo
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ho saputo più niente di lei. Ogni tanto mi
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non la conoscevo. Credo di averla incontrata tre o
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costruirci una vita». ¶ «Credo di sì…» Con un gesto
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era responsabile delle trasmissioni di Gilla. Credo fossero anche
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l’ha conosciuta meglio di me. Vuole che la
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le porte che avevano di fronte. «C’è il
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Martina potrà aiutarla meglio di quanto ho potuto fare
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magra, impeccabile nei pantaloni di grisaglia e camicia a
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realizzò che si trattava di un piccolo gufo che
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gli indicò i cubi di pelle marrone, uguali evidentemente
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grazie». ¶ Si sedettero una di fronte all’altro. Martina
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cosa mi può raccontare di Gilla Floris, di come
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raccontare di Gilla Floris, di come era, i suoi
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carina, certo meno bella di altre che avevamo visto
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tette premute, a culetto di bambino, che usano ora
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lo guardò e fece di sì, con la testa
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lei ha sempre finto di non saperlo, di non
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finto di non saperlo, di non averlo capito. Io
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volta che aveva bisogno di qualcosa. Ero una schiava
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è inserito nella trasmissione di Gilla, le ha portato
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fine era più popolare di lei. Propone una trasmissione
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Gilardi. «Lei ha idea di che cosa significhi? Qui
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Roma in una trasmissione di Rinaldi. Questa era Gilla
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improvvisa con successo agente di grandi divi anche internazionali
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Egidio Floris, il marito di mia madre…» ¶ «Aveva rifiutato
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Aveva rifiutato il cognome di suo padre e l
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successo niente». ¶ «Lo sai di sicuro?» ¶ «Certo, perché se
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Restò a fissarla, sorpreso di capire che Carolina stesse
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Ti aveva mai parlato di questo nonno? Tu non
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dieci punti a favore di Giancarlo Rinaldi. ¶ «E da
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mano in quella grande di lui. «Pronta» disse. ¶ Ed
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alla bimba, poi fece di sì con una smorfia
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Penserà agli altri malati, di fronte a una situazione
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da una fitta rete di ferro, una poltrona che
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in attesa, uno straccio di donna che dimostrava cent
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che in un momento di rabbia e di sconforto
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momento di rabbia e di sconforto l’ha ammazzato
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se nessuno le chiederà di scontare la pena». ¶ «E
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non lo so. Ma di una cosa sono sicuro
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Alice corse nuovamente verso di lui per dargli un
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detto Rinaldi, direi proprio di sì. Non lo vedeva
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mai manifestarlo? Al punto di prendere una pistola, andare
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che c’è qualcosa di esagerato? Ecco, io voglio
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dove ha vissuto… Spero di incontrare qualcuno che l
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e che abbia voglia di parlarne. Intanto spero che
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Ettore Perrini ¶ Roma: Centro di produzione Rai ‘Biagio Agnes
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produzione Rai ‘Biagio Agnes’ di Saxa Rubra ¶ All’entrata
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L’avvocato Gilardi? Venga, di qua…» ¶ La seguì lungo
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detto che si trattava di un capostruttura, per quel
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consultato. ¶ «Avvocato?» ¶ Si girò di colpo, come se fosse
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Massimo Gilardi, la ringrazio di avermi ricevuto». ¶ «Oggi è
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scomoda, Gilardi prese posto di fronte a lui, voltando
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lei vuole sapere qualcosa di Gilla Floris. Io posso
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Non lo so, suppongo di sì. La trasmissione era
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lo conosce?» Gilardi accennò di sì. «Bene, lavoravano insieme
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e lei si occupava di interviste… Ecco, sì. Parlava
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occhi oltre le spalle di Gilardi e fece un
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stanzone attiguo. Una serie di monitor alle pareti e
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alzarono la testa verso di loro, interrompendosi. ¶ Il dottor
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alcuni spezzoni delle trasmissioni di Gilla Floris…» ¶ «Lei difende
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lei mi dice qualcosa di Gilla Floris?» ¶ «La rovina
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Gilla Floris?» ¶ «La rovina di quella ragazza è stato
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spostarono verso la parete di fondo, davanti all’esposizione
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è sposato una ricca di Palermo. Ha riconosciuto la
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fatto il secondo anno di architettura, sapeva due lingue
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io so il romanesco di casa mia, era istruita
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riservatissima». ¶ «Non diceva niente di suo padre?» ¶ La donna
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Le ha detto perché?» ¶ «Di malavoglia, perché l’ho
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cognome del secondo marito di sua madre, e non
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Max Gilardi le disse di sì, lo sapeva. Aveva
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Aveva tutti i documenti di Gilla Floris, quindi sapeva
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detto Nuccio, De Brusset, di famiglia francese dell’Alta
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Floris era il cognome di tale Egidio, che viveva
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madre Teodolinda, baronessa siciliana di Porto Empedocle. Su questo
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Ad Alessandro Calvi di Bergolo ¶ Καλό ταξίδι, φίλε ¶ Prologo ¶ Prese l
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che conduceva alle stanze di servizio apparve Liciuzza, avvolta
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avvolta in una vestaglia di spugna rosa, certo un
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rosa, certo un regalo di Paola. ¶ «È tornato, signor
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tornato, signor avvocato?» ¶ «Direi di sì. Dormono tutti?» ¶ Con
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Non si è accorto di niente? Paola ha traslocato
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mostrando un’altra tazzina di caffè che aveva versato
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stato via una quindicina di giorni». ¶ «Un po’ per
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camere dei bimbi e di Anja, bagni, sala gioco
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io». ¶ «E la ragione di questo trasloco?» Si pentì
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uomo che gli stava di fronte con l’aria
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con l’aria impacciata di chi si sente fuori
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Rinaldi, ti ricordi?» ¶ «Temo di no, mi dispiace». ¶ «Sono
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no, mi dispiace». ¶ «Sono di Roma, la mia famiglia
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pensava a una visita di cortesia, ma non si
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si vedevano da più di vent’anni. Constatò che
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ben proporzionato. Ricordò anche di averlo visto in tv
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studio e facendogli segno di seguirlo. ¶ «No, servizi giornalistici
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se fosse all’altezza di un avvocato come lui
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scrivania. ¶ «Sono diventato produttore di alcune trasmissioni importanti per
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straniere. Faccio l’agente di alcune star… Per esempio
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Una pausa, un colpetto di tosse. «Ora vive con
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questa è una visita di cortesia, come spero? E
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attento al cuore. Niente di serio, ma prudenza». E
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è una visita soltanto di cortesia. Avrai letto sui
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sui giornali la faccenda di Gilla Floris». ¶ «Sì, mi
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la situazione mi sento di poter dire di essere
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sento di poter dire di essere un buon padre
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Roma. Adesso Carolina è di là, credo con una
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tribunale ci ha concesso di ricoverarla nella clinica del
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ha?» chiese Gilardi. ¶ «È di là…» indicò Rinaldi. ¶ «Sì
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Dieci anni, se parli di mia figlia. Gilla ne
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sei… Mi è capitato di seguirti, soprattutto sul caso
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Lo conoscevo, quel figlio di puttana; era lavoro, e
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Ti affido la difesa di Gilla Floris. Noi crediamo
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Dobbiamo crederlo. Io più di tutti: devo crederlo fermamente
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non conosco, mi sembra di aver capito che la
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stanza, in un mare di sangue, il corpo del
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avevano più rivisto. E di colpo si alza una
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che ci sia qualcosa di strano?» ¶ «Di strano, no
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sia qualcosa di strano?» ¶ «Di strano, no. Le vie
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cervello sono oscure, più di quelle del cuore. Ma
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c’era una ragione di odio nei confronti di
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di odio nei confronti di suo padre? Da quello
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sì. Mentre tu vai di là a lasciare i
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sollievo poter contare su di te». ¶ Dopo aver presentato
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Ma ho bisogno anche di te. Faremo squadra». ¶ «Con
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importante». ¶ La ragazzina fece di sì con la testa
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ora tu ti rimproveri di non aver impedito qualcosa
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perché aveva un pacco di foto e di lettere
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pacco di foto e di lettere di famiglia che
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foto e di lettere di famiglia che le aveva
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che tratteneva il cappellaccio di paglia calato sulla fronte
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c’è un pacco di lettere e foto, secondo
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secondo me c’è di sicuro anche una lettera
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un gentiluomo?» ¶ La consapevolezza di essere vicino a una
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con la strana sensazione di aver stabilito un rapporto
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aver stabilito un rapporto di amicizia e di solidarietà
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rapporto di amicizia e di solidarietà tra uomini. «Sono
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più volte campione universitario di nuoto sui 100 e 200… ti
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piscina altrimenti ho minacciato di andarmene, vieni». ¶ La piscina
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piscina seguiva i bordi di una spianata in mezzo
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generosamente curve e rilievi di una donna sana di
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di una donna sana di quasi quarant’anni. Gambe
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nome che non va?» ¶ «Di colpo mi è venuto
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che era il nome di una signora, una vecchietta
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una signora, una vecchietta di ottantadue anni, che è
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te». ¶ «Era bella?» ¶ «Molto di più». ¶ «Un complimento?» ¶ «Nuota
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piedi, in un capanno di frasche, con il ragazzo
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detto tu, dalla zia di Gilla». ¶ «Pensiamoci domani, vieni
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cittadino, avvocato mio. Scrollati di dosso la tua bella
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gli indicò l’arco di mattoni di un portone
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l’arco di mattoni di un portone. «Primo piano
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le spalle e quasi di corsa scese verso il
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principale. ¶ Scale e muri di pietra. Gradini bassi e
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che scendeva a macchie di colore, verso il fiume
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sentiva soltanto il richiamo di uccelli invisibili. ¶ Due piccoli
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copriva il corpo nudo di Olga. ¶ «Che cosa stiamo
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tu?» ¶ «Io sono pazza di te, ma che m
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mai stare insieme, ma di questo momento, anche se
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mia vita la sensazione di avere finalmente trovato la
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gambe. «Ho la sensazione di averti sempre conosciuto, sempre
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potrai…» ¶ «Non sono capace di tradimenti, li trovo meschini
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ancora per un paio di giorni». ¶ «Va bene, a
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senza interesse. Il marito di una delle gemelle, dei
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l’altro era piccolo di statura e grassottello, aveva
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aveva avanzato l’ipotesi di votare alle prossime elezioni
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non voglio sentir odore di… quel che sai, quando
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ma è un luogo di cultura e di storia
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luogo di cultura e di storia tra i più
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napoletani». ¶ Olga, che sedeva di fronte al cognato, gli
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siamo andati in viaggio di nozze, non te la
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fece un risolino pieno di sottintesi. «Ho altri ricordi
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Quello me lo ricordo di certo». ¶ Verso la fine
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Quello nasce anche senza di me. E comunque domani
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a Napoli con lui? Di questo non avevano parlato
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infilarti in un paio di stivali? Ne abbiamo di
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di stivali? Ne abbiamo di nuovi, che numero porti
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scatolone prese un paio di stivali di gomma e
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un paio di stivali di gomma e li gettò
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era come un gioco di scatole cinesi, dietro ogni
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ancora viva una zia di Gilla?» ¶ «No, dove? Zia
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è sposata con uno di Ravenna e vive là
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che non so niente di sicuro, che quella pistola
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pistola fosse a casa di questa zia, perché il
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il nonno, il padre di zia Linda, so che
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a morire a casa di zia Noemi. Una volta
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trovarla ed è passata di qua». ¶ «Quando?» ¶ «Due anni
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centralino e ha chiesto di me. Mi dice che
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ho voglia anch’io di vederti. Dopo tutti questi
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Gilla ebbe un attimo di esitazione, come se si
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se si fosse pentita di quella telefonata. «Siamo davanti
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Siamo davanti alla Chiesa di San Francesco, sai dov
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arrivo. Ho un cappello di paglia in testa e
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che aveva davvero voglia di incontrarla. ¶ Arrivò davanti alla
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Arrivò davanti alla Chiesa di San Francesco in meno
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San Francesco in meno di mezz’ora, avendo fatto
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patata, indossava un grembiule di cotone a quadretti, e
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sorriso una certa aria di famiglia. ¶ «Sei Carolina?» ¶ «Sì
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occhi che ricordavano quelli di sua madre. ¶ Gilla stava
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hai avuto?» ¶ «Niente, cose di stomaco. Ma ora sto
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Una delle due sorelle di mia madre, abita a
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non piangere. ¶ «Hai notizie di tuo padre?» ¶ «No, niente
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Probabilmente neppure lui sa di avere una figlia». Sorrise
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davvero». ¶ «La più brava di tutte, lo dice anche
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È la sorella minore di mia madre». ¶ «Quella che
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nonna c’è morta di crepacuore». ¶ «E quest’altra
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quest’altra zia?» ¶ «Quella di Ravenna? Tu non l
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niente, ma era stanco di vivere. È morto di
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di vivere. È morto di quello. Aveva ottantatré anni
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anni ed era stanco di vivere…» ripeté. ¶ «E ora
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che ha un pacco di fotografie e di lettere
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pacco di fotografie e di lettere di famiglia, un
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fotografie e di lettere di famiglia, un pacco che
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e mi ha chiesto di venirmelo a riprendere. Andiamo
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tavolo strinse la mano di Gilla, la sentì ghiacciata
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sai che agli esami di quinta, quando dalla scuola
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era molto più brava di noi». ¶ «La mia mamma
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da noi? Abbiamo bisogno di braccia per la vendemmia
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estate, non posso dire di no». ¶ «Certo, è lavoro
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andate d’accordo, invece di quelle due grulle di
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di quelle due grulle di sorelle che mi ritrovo
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così forte, così padrona di ogni situazione che poteva
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ho obbligata a dirmi di sì, che sarebbe venuta
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Diciassette ¶ «Lei dove crede di andare?» ¶ Lo colpì il
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Lo colpì il tono di quella voce. Girò appena
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vide fu un paio di stivali di gomma gialla
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un paio di stivali di gomma gialla. Salì con
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il collo… Il cappello di paglia calato sulla fronte
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ridendo, e stava ridendo di lui. «Mi scusi» disse
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c’erano alcuni forni di grosse dimensioni. Due donne
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dimensioni. Due donne vestite di bianco con una cuffia
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Olga prendesse posto, e di fronte a lei cominciò
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a guardarla per cercare di capire che tipo di
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di capire che tipo di donna fosse, se quella
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per l’occasione. ¶ «Lei di dov’è?» gli chiese
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è un tipo strano di napoletano, non parla neppure
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E lei si interessa di tutto?» ¶ «Per forza, mi
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cosa… Mio padre soffre di cuore e se manca
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qui cade tutto su di me. Ho una madre
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fece cenno alla donna di cambiare i piatti. «Mi
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mani. Non sembravano quelle di una contadina, erano bianche
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piano?» ¶ «Non lo so. Di una donna io osservo
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sue mi ricordano quelle di una donna che ho