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interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ortensio Lando, Novelle, 1552

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1552
né aveva ardimento pur di guatare dove ella fosse
2
1552
presente novella s’impara di quanto bene sia alcuna
3
1552
l’amore. ¶ Nicolò Lione, di nazione Albanese, venne col
4
1552
e spesse fiate usava di fare il viaggio in
5
1552
vicino, la quale era di bellissime fattezze, ma tanto
6
1552
voi sapete, mi parto di Vinegia et Iddio sa
7
1552
chiamata la madre) promise di fare quanto le aveva
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1552
suo viaggio. Ella, desiderosa di compiacere il figliuolo, il
9
1552
compiacere il figliuolo, il seguente ritrovò la giovane
10
1552
ritrovò la giovane e di buon cuore se le
11
1552
il marito, ch’era di grossa pasta, narrar loro
12
1552
Marzia, che aspettava Nicolò di ora in ora, dolevasi
13
1552
cara Lucina; e mentre di ciò si duole, eccolo
14
1552
giorno avanti nell’ora di terza era stata sepelita
15
1552
petto percosse nei gradi di detto ponte, di modo
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1552
gradi di detto ponte, di modo che l’osso
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1552
via le venne fuor di gola insanguinato, e tutto
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1552
e sospirare. Levossi Nicolò di nuovo la sua Lucina
19
1552
dolcemente stropicciar, in spazio di pochi giorni a perfetta
20
1552
essa non ebbe ardimento di risalutarlo, tanta era l
21
1552
tanta era l’onestà di lei. Nicolò, che sapeva
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1552
d’ogni rispetto, uscì di camera, alla madre quanto
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1552
il figliuolo che affrettasse di far quanto disegnato voleva
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1552
quanto disegnato voleva far di Lucina et egli, senza
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1552
che menata l’avesse di Fiandra; et in breve
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1552
in breve tempo ebbe di lei due figliuoli belli
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1552
che parevano due agnoletti di paradiso. Lucina, che lungo
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1552
in su la piazza di san Marco e per
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1552
tribunale le vive ragioni di Nicolò, determinò che la
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1552
determinò che la donna di Nicolò foss e et
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1552
libera facultà fu concesso di poter sposare altra donna
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1552
riposo. ¶ Lippa de’ Lanfranchi di Pisa, nobilissima fanciulla, nella
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1552
giovanezza non era chi di loro prendesse alcun sospetto
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1552
Onorio de’ Lanfranchi, padre di Lippa, infermò e fece
35
1552
con l’amante suo di matrimonial legame congiunta, il
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1552
questo rimase il padre di sollecitarla, anzi pareva che
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1552
assai pianse. Lodovico, tutto di carnal pietà intenerito, le
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1552
et insegnasseci il modo di congiungersi insieme legittimamente, mal
39
1552
insieme legittimamente, mal grado di tuo padre. Ma, se
40
1552
tu per altra più di me bella tosto mi
41
1552
dalla tua memoria». Lungamente di questo insieme ragionarono. Alla
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1552
Alla fine si accordarono di partirsi dalle paterne case
43
1552
ai poderi del padre di Ludovico et ivi di
44
1552
di Ludovico et ivi di matrimonio indissolubilmente legarsi. ¶ Dato
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1552
le tolse la fune di mano, et il giovane
46
1552
privo d’argomento e di consiglio, non sapeva che
47
1552
su la riva che di qualunque sciagura gli fosse
48
1552
che appena si ritenne di gittarsi in Arno et
49
1552
faccia con un poco di farina e venitene a
50
1552
la mano della grassa di san Giovanni Boccadoro, la
51
1552
gli era nell’animo di volere essequire. Pomarina, tornatasi
52
1552
adirata, giurò alle vangele di santo Zacharia lo faria
53
1552
santo Zacharia lo faria di tal maniera, che meglio
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1552
fornaia, venne alla porta di Fulvia e pian piano
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1552
che la fornaia è di già al capo della
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1552
Ben t’insegnerò io di favorire questo vecchio pazzo
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1552
stata a ragionamento più di due ore con la
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1552
ella ha gran voglia di vedere il corpo di
59
1552
di vedere il corpo di nostro Signore. Vorrei per
60
1552
è il sire innamorato?». Di questo si avide finalmente
61
1552
alla chiesa. Egli, che di nulla curava, poi che
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1552
sangue congiunti, li quali di tale oltraggio si richiamarono
63
1552
dovesse sotto la pena di cento lire per qualunque
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1552
da comprare un paio di cintolini. Fo voto a
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1552
preso un gran panno di lino, lo stese sui
66
1552
il sire e, pieno di cordoglio, maravigliavasi perché ciò
67
1552
da comprarmi un paio di scarpette. Vorrei volentieri sapere
68
1552
t’ho finor rimunerata di tanti tuoi servigi, ti
69
1552
lenzuolo alla finestra; e di questo datagli la fede
70
1552
padrone: «Messere, io so di certo che il sire
71
1552
bigoncia vi sarà». ¶ Il seguente il sire apparve
72
1552
lo scoprirono mal grado di chi lo portava, commandandogli
73
1552
egli pertinacemente resisteva, affermando di non aver contrafatto al
74
1552
ma era stato portato. Di nuovo strinsero il bando
75
1552
la sua Fulvia; e di sì fatta maniera ardeva
76
1552
sorella non men bella di lei. Era il monistero
77
1552
stette per lungo spazio di tempo che veduta non
78
1552
né quanto dal sire, di che esso incredibil pena
79
1552
poterla vedere. Desiderava finalmente di favellare alla Pomarina et
80
1552
andare a santo Iacomo di Galizia, sia pel viaggio
81
1552
per ispogliarvi, come è di loro usanza, e vi
82
1552
dopo la debita relazione di grazie, tutto ’l fatto
83
1552
Vinegia; et il giorno di santo Donato, che si
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1552
esser sepolto nel monistero di santo Iacomo non senza
85
1552
raunarono insieme e determinarono di fargli le più onorate
86
1552
Partironsi da Vinegia più di quaranta barchette di gentiluomini
87
1552
più di quaranta barchette di gentiluomini piene di grate
88
1552
barchette di gentiluomini piene di grate vivande e finissimi
89
1552
una barca grande, ornata di preziosi drappi, et entro
90
1552
acciò che non fosse di leggieri riconosciuto, tingendolo poi
91
1552
leggieri riconosciuto, tingendolo poi di zafferano, acciò che paresse
92
1552
coprendo appresso il cataletto di fiori e d’odorifere
93
1552
li quali facevano sembiante di dire uficio, né vi
94
1552
vi mancava chi, vestito di duolo, lagrimoso si dimostrasse
95
1552
mano, non poté contenersi di non basciarla et ad
96
1552
faceva stare il sire di lontano, né aveva ardimento
97
1552
astrologia che l’asino di Carabotto», e l’altro
98
1552
tu ne sai meno di messer Ugo da Santa
99
1552
Leandro de’ Traversari, canonico di Ravenna, dal dì ch
100
1552
canonico di Ravenna, dal ch’ei nacque finché
101
1552
sole uomo più bugiardo di lui. Se per caso
102
1552
Ispirito Santo; et era di bisogno che et amici
103
1552
che un suo servidore, di nazione Fiorentino, il qual
104
1552
nazione Fiorentino, il qual di nuovo s’era posto
105
1552
a’ suoi servigi, maravigliatosi di cotal natura, si pose
106
1552
in core non solo di confermare le bugie del
107
1552
bugie del padrone, ma di dirne sempre un’altra
108
1552
e belli come quei di Cocagna, ben direi che
109
1552
messer Leandro: «Essi sono di tal grandezza, che venti
110
1552
Gran maraviglia mostrò aver di questo l’arcivescovo. Allora
111
1552
disse – doverebbe bastare uno di cotesti calderoni per riporvi
112
1552
et udite (vi prego) di ciò chiaro et espresso
113
1552
nobile convito al vescovo di Vicenza, molte dilicate vivande
114
1552
che ognuno aveva riguardo di furar cosa che dentro
115
1552
il quale s’imaginò di voler con bel modo
116
1552
quale, sì come è di lor natura, fece il
117
1552
et il giottone entrò di nuovo nella cucina et
118
1552
moccichino, non solamente ricusò di volerlo accettare, ma con
119
1552
Fu egli finalmente astretto di partirsene con i denti
120
1552
certo mirabil cosa!». Saltò di mezzo il Fiorentino per
121
1552
dirò ora ora una di non minor maraviglia. Io
122
1552
che molto si dilettava di pescagioni e spesse fiate
123
1552
fiate andava nella valle di santo Apollinare. Aveva questo
124
1552
porco, il quale intendeva di voler donare ad un
125
1552
Allora la scimia, piena di sottile avedimento, temendo che
126
1552
del barile, ch’era di sorgo, e posegliele in
127
1552
smaltitura, non rimanendo però di turarsi il naso. Io
128
1552
sapesse dir bugie meglio di me: ma, per quanto
129
1552
mattina mi verrà voglia di dire alcuna notabile bugia
130
1552
ti farò grazioso dono». Di questo contentossi il Fiorentino
131
1552
avessero faccia e sembianza di verità; et a questo
132
1552
bugie non fossero ornate di verisimiglianza, egli fosse tenuto
133
1552
verisimiglianza, egli fosse tenuto di restituirgli il dono che
134
1552
letto et avendo voglia di dire la matina una
135
1552
bugia, trassesi un paio di brache rotte e piene
136
1552
brache rotte e piene di succidume e donolle al
137
1552
le hanno per ispazio di un mese, muiono le
138
1552
muiono le gaze e di quelle uova nascono uomini
139
1552
Viniziano, giunto all’età di sessanta anni, sendo stato
140
1552
seguitava e per amor di lei, quasi rimbambito, danzava
141
1552
si dolse perché sì di rado potesse vedere la
142
1552
e sopra modo vaga di fare altrui sempre qualche
143
1552
v’insegni il modo di vederla, questo farò io
144
1552
quando sarà l’ora di venire, spruzzatevi la faccia
145
1552
fiero sdegno, seco determinando di farlo in ogni modo
146
1552
che serviva nell’albergo di Vitrio, che, tolte alcune
147
1552
vecchia usanza nell’isola di Cipri che, chi fosse
148
1552
dell’afflitto garzone, essendo di pochi giorni rimasta erede
149
1552
un grosso patrimonio, accesa di nuovo amore, disse al
150
1552
Mentre nell’animo suo di sì fatta maniera combatte
151
1552
ricordo dato dal padre di non si congiugnere con
152
1552
non la vedeva e di simigliante nobiltà non fusse
153
1552
e per tanto disse di volerla vedere et intendere
154
1552
Eccoti la bella figliuola di Pallioloro mercatante». Udendo allora
155
1552
sofferire che la corona di Navarra vada in sul
156
1552
et a lei provederà di miglior marito che non
157
1552
menava a guastare, re di Navarra, non volle ir
158
1552
qual cagione avesse rifiutato di torsi per moglie la
159
1552
per moglie la figliuola di Pallioloro. Allora Vitrio, alquanto
160
1552
rassicurato, incominciò a narrare di cui fosse figliuolo e
161
1552
come, scacciato dal regno di Navarra, lungamente posseduto, finito
162
1552
soggiunse: «Prendi adunque pietà di me, potentissima corona, investiga
163
1552
capellina in capo foderata di vaio; e pensandosi che
164
1552
il padre gli diede, di non ferir alcuno, se
165
1552
padre che s’apparecchiava di volerlo ferire, tutto sbigotito
166
1552
Vitrio si partì e di te gravida mi lasciò
167
1552
fatta, benedisse l’anima di suo padre e, posta
168
1552
dimostrò il suocero, re di Portogallo, sì come dalle
169
1552
zio, fu coronato re di Navarra et ebbe molti
170
1552
le discipline liberali e di cui era ferma e
171
1552
quella città chi meglio di lui conoscesse la natura
172
1552
femmina retto sarebbe; disse di più che l’imperio
173
1552
e toccherebbe i confini di Troia; predisse eziandio quella
174
1552
non prendesse. Credevasi costui di non poter giamai errare
175
1552
asino, venne alle case di messer Ugo per visitarlo
176
1552
Molte parole ebbero insieme di questo fatto. Voleva pure
177
1552
una ceffata; e pieno di sdegno al famiglio disse
178
1552
libro dei giudicii e di nuovo comminciò ad essaminare
179
1552
si pensarono in Flegra di farsi rubelli e doventar
180
1552
Pentissi allora messer Ugo di avere appreso astrologia, poiché
181
1552
avere appreso astrologia, poiché di sì mala maniera uccellato
182
1552
e grandemente si dolse di non aver creduto al
183
1552
si ritrovò avere presso di sé, un’ora parendogli
184
1552
mai in tanta serenità di cielo avesse ciò compreso
185
1552
io mai nel tempo di mia vita. Qualunque volta
186
1552
dee cambiar il tempo di buono in reo, se
187
1552
per alcun breve spazio di tempo. Se piover dee
188
1552
dee impetuosa e piena di ruina, rizza gli orecchi
189
1552
taffani vien trafitto. E di tutto questo, messer mio
190
1552
dolendosi che l’asino di Carabotto (che così chiamavasi
191
1552
avesse saputo più astrologia di lui, che s’era
192
1552
sparse che l’asino di Carabotto aveva saputo più
193
1552
però messer lo medico di rifar compiutamente a quanto
194
1552
precetti paterni. ¶ Manfredi, re di Navarra, indegno veramente d
195
1552
et abominevoli opre, fu di tanta crudeltà, che mai
196
1552
aveva le mani tinte di sangue umano; et ogni
197
1552
ogni suo diletto era di far villania et oltraggio
198
1552
oltraggio a chi più di cuore lo serviva et
199
1552
del regno ch’erano di maggiore autorità sofferire tanta
200
1552
mal partito e conoscendo di non potere con le
201
1552
dalla reina Altilia, figliuola di Severo re di Spagna
202
1552
figliuola di Severo re di Spagna, se ne fuggì
203
1552
molto ricco e pieno di carità. Quivi, conoscendosi vicino
204
1552
rivolto con gli occhi di lagrime ingorgati, disse: «O
205
1552
forse ti potrebbe essere di non picciolo giovamento. Io
206
1552
Io sono Manfredi, re di Navarra, il qual ti
207
1552
della reina Altilia, figliuola di Severo re di Spagna
208
1552
figliuola di Severo re di Spagna. Io ti campai
209
1552
mio fratello per re di Navarra; et io qui
210
1552
accostare a femmina che di matrimonio congiunta non ti
211
1552
solo et abbandonato, privo di ogni sussidio e voto
212
1552
chi succedesse al reame di Spagna, giunto che egli
213
1552
egli fu nella età di sedici anni, gli diede
214
1552
una figliuola del re di Portugallo, bella e leggiadra
215
1552
la sanità, fece voto di visitare il sudario di
216
1552
di visitare il sudario di Roma e Gierusalemme. Risanato
217
1552
Gierusalemme. Risanato adunque chiese di singolar grazia al re
218
1552
amato; e così, accompagnato di onorata famiglia, carico di
219
1552
di onorata famiglia, carico di danari e di preziose
220
1552
carico di danari e di preziose gioie, si pose
221
1552
per gire al porto di Baruti, non molto lontano
222
1552
da’ Soriani forse venti di loro. Vitrio, come rotta
223
1552
Vitrio ad alcuni alberi di carobbe, ove alquanto ristorò
224
1552
così fra loro divisavano di lasciarlo e procacciar salute
225
1552
gli averebbe in luogo di fratelli. Né tacque la
226
1552
che s’erano accordati di lasciarlo. Stanco Vitrio di
227
1552
di lasciarlo. Stanco Vitrio di camminare lungo il lito
228
1552
né da bere, pensò di volersi por fra terra
229
1552
vecchio e disusato, coperto di spine e di lappole
230
1552
coperto di spine e di lappole, l’altro era
231
1552
ricordossi del precetto paterno di non lasciar la via
232
1552
Gelso, che sapeva (come di sopra dissi) la lingua
233
1552
raccontò il caso occorso, di che Vitrio, che tutto
234
1552
alcune belle gioie, che di Spagna recate aveva, e
235
1552
in guadagno sul banco di messer Maseo Siotto e
236
1552
una gentil damigella, figliuola di Teodoro signore di Arzuffo
237
1552
figliuola di Teodoro signore di Arzuffo, s’innamorò di
238
1552
di Arzuffo, s’innamorò di Vitrio e più d
239
1552
il precetto del padre di non congiungersi con donna
240
1552
giovane , ch’era di natura sdegnosetta anzi che
241
1552
da lei e recherammi di nuovo l’ampolluccie quanto
242
1552
presenti alcune vicine che di questa amarissima sciagura si
243
1552
nell’una rimise acqua di lume di piuma, nell
244
1552
rimise acqua di lume di piuma, nell’altra urina
245
1552
piuma, nell’altra urina di cavallo diligentemente stillata e
246
1552
e nella terza acqua di limoncelli e d’agresto
247
1552
che faceste la vigilia di santo Giovanni, pregando io
248
1552
faceste quando la vigilia di santo Giovanni credevate di
249
1552
di santo Giovanni credevate di farvi bella». ¶ Venuta adunque
250
1552
impara che, chi cerca di godere dell’altrui, altri
251
1552
del suo. ¶ Fenice, figliuola di Tolomeo Stella, gentiluomo bresciano
252
1552
non pensava molto, ma di tutto core credeva alle
253
1552
che ne la trasse di casa della madre e
254
1552
parenti del marito assai di questo fatto si querelò
255
1552
credere alle sciocche favole di suo marito, perciò che
256
1552
si fosse fatto e di giorno e di notte
257
1552
e di giorno e di notte, et egli si
258
1552
coda, che tosto risaprebbe di cui innamorato fosse; e
259
1552
un Vitelliano Barbisoni, uomo di grata presenza, ricco e
260
1552
giovane, pur troppo contento di tal richiesta, al quale
261
1552
i panni suoi e, di quelli vestito, a me
262
1552
acciò che i familiari di casa credessono che tu
263
1552
la Giannina molto amica di Vitelliano e già molti
264
1552
nel letto per ispazio di due ore, mi facessi
265
1552
rimunererò questo grato servigio di quanto mi saprai chiedere
266
1552
del medico et esso di quelle incontanente si vestì
267
1552
contrassegni sapeva. Fenice, che di subito lo riconobbe, pian
268
1552
e quando fu ora di gire a dormire v
269
1552
aurora e diedero ordine di ritrovarsi insieme quanto più
270
1552
fiate con estrema contentezza di tutti due. ¶ Advenne una
271
1552
sendo sbandito, non osava di comparire nella città di
272
1552
di comparire nella città di giorno, ma solo di
273
1552
di giorno, ma solo di notte cotai volte a
274
1552
assidrato dal freddo, temendo di non essere sopragiunto dalla
275
1552
dando del capo. Taccio di dirvi quante volte egli
276
1552
tutta notte non resti di picchiare?». Et egli, appena
277
1552
balcone, andossene alla camera di madonna e dissele: «Madonna
278
1552
vuol partire». Fenice, che di leggieri si pensò che
279
1552
non rimanendo il marito di bussare, disse: «Qual sei
280
1552
tutta notte non cessi di turbarci e non ci
281
1552
che son tutto morto di freddo». Disse allora Fenice
282
1552
sei! Come hai ardimento di dire che tu sii
283
1552
Venuta poi l’ora di doversi partire, egli se
284
1552
dottrina che nello studio di Padova apprendeste! E che
285
1552
puttaneggiando? O bella gravità di dottore, o bella continenza
286
1552
dottore, o bella continenza di filosofo! Non vi vergognate
287
1552
Non vi vergognate voi di lasciarmi sola in tanto
288
1552
commossa da grave sdegno, di molte pietre». ¶ Maestro Marsilio
289
1552
sopportare i fecciosi costumi di madonna Caterina, deliberò al
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Caterina, deliberò al tutto di vendicarsene. ¶ Fassi in Firenze
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una solene festa il di santo Giovanni Battista
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solene festa il dì di santo Giovanni Battista, ove
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bella». La fante disse di saperlo e che gliele
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raggi del sole, fatta di radice di rusta, l
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sole, fatta di radice di rusta, l’altra è
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rusta, l’altra è di lume di piuma, buona
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altra è di lume di piuma, buona per toglierne
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lasciamele per poco spazio di tempo, che poi te
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una d’acqua stillata di scorze di mel granato
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acqua stillata di scorze di mel granato, di noce
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scorze di mel granato, di noce fresca e di
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di noce fresca e di ficaia, che ogni bianca
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altra riempì d’acqua di salmitro, di galla e
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d’acqua di salmitro, di galla e di vitriuolo
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salmitro, di galla e di vitriuolo, la terza fu
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la terza fu riempiuta di quella fortissima acqua con
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dall’ariento; e ciascuna di queste tingé maravigliosamente; e
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Venuta poi la vigilia di san Giovanni, madonna Caterina
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Caterina con una pentolina di fuoco s’incomminciò a
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che si credeva fusse di piuma. Lavata ch’ella
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donna Savina, vecchia fante di casa, la quale, tutta
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ossa le entrò, chiusesi di nuovo nella sua camera
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calci senza fine, piena di sdegno e d’ira
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La vecchia a guisa di mignata le stava appiccata
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Caterina, sdegnata e piena di mal talento se n
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il balcone per dare di molte busse alla vecchia
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1552
tosto vide venir verso di sé quella sozza figura
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sopra d’un monte di letame, e pur vi
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e, levatosi per tanto di letto, n’andò a
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per intender la cagione di tanto romore. E veggendola
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con la sua piacevolezza di poter mitigare tanta ira
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che io sia fuor di me? Ma alla croce
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me? Ma alla croce di Dio, che io ne
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che io ne pagherò di mala moneta queste puttane
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mala moneta queste puttane di fanti, che tutta questa
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alzatosi le vesti uscì di casa correndo. La madonna
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inviarsi verso la chiesa di santo Giovanni. Il sole
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illuminava il nostro emisfero, di maniera che la moltitudine
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aveva, stavasi tutta piena di dolore e di lagrime
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piena di dolore e di lagrime. Non fu però
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tanta era la nerezza di quella. Filippo, che seguitata
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ritornò, dove gran moltitudine di fanciulli vide star co
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diavolo, se fusse più di casa uscito. Il più
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adivenute. Rispose la donna di non saperlo per modo
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Vattene, Lucina, in camera di madonna, ora ch’ella
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ne nasca l’origine di sì lungo travaglio, come
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Madonna Zenobia de’ Buonvisi di Lucca fu ne’ suoi
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stata. Molti per amore di lei abbandonarono la propria
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patria e diventarno abitatori di Lucca, tra’ quali fu
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gran famiglia teneva, faceva di molte belle feste, poneva
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queste cose faceva non di naturale istinto, ma perché
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cortesie pervenisse agli orecchi di Girolamo Buonvisi, padre della
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grido delle sue magnificenze, di maniera che quasi per
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padre e facendo dissegno di por fine a’ suoi
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in tutto scortese e di portargli poco rispetto, fecegli
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per ancora non intendeva di volerla maritare, sendo sforzato
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volerla maritare, sendo sforzato di attendere la venuta d
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maneggi che, a persuasione di monna Susanna Turchi, la
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delle donne gagliardo e di buon nerbo, il quale
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lui, né più lungi di lui vedeva, anzi ognuno
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al mondo, disposto era di volere avere nelle sue
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sorella per parte solo di padre, già alquanto attempatetta
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et allato alle case di Pandaro abitava. Con costei
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abitava. Con costei usava di andar Zenobia alle messe
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più delle volte andar di giorno a starsi con
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parole, ch’ella acconsentì di fare ogni opera perché
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amica d’onore e di virtù quanto altra ne
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se tu fossi imperadore di Costantinopoli e di Trapesonda
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imperadore di Costantinopoli e di Trapesonda. Ma io ho
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che incomincia a dormire di mezzo giorno: il marito
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mezzo giorno: il marito di lei non suole punto
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che venga l’ora di gire alla piazza, et
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et essa è solita di venirsene a me con
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o che cicala meco di qualche piacevolezza, e poi
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aurora venne alle case di Tebaldina, la qual già
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spazzata la camera e di bei drappi ornata, come
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desiderio, che sempre ebbi, di ritrovarmi teco, benché mai
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ita sia alle suore di santa Chiara». E mentre
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affettuoso gesto, pensò che di ciò ella non fusse
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non fusse meno desiderosa di quel che egli era
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era: e, per compiacerla di quanto chiedeva, tirossi in
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che m’era scordata di dirvi». Le fanti scendono
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aveva lasciate nella camera di monna Tebaldina pensando di
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di monna Tebaldina pensando di riposarsi alquanto. L’una
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finalmente della cortina e di sotto al capezzale, incominciò
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aver perduto l’amore di Zenobia, la quale mai
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Agnolo, quasi che impazzito di dolore, lungo tempo usò
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dolore, lungo tempo usò di dire a chiunque rincontrava
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e la viril prontezza di questa gentil madonna, poi
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rea matrigna. Ragionasi ancora di quelle cose che sono
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mogli ben dotate. ¶ Andrea di Filippo de’ Bardi fiorentino
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aver portato gran somma di denari in dote, era
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modo superba et arrogante. Di questi mali trattamenti spesso
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la paterna riverenza disporre di sé come voluto avrebbe
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al mare. Lippa, piena di dolore e di disperazione
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piena di dolore e di disperazione, incomminciò amaramente a
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sorte gittollo nelle braccia di Lippa. Or, questo diligentemente
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Che debbo io far di te, o dolce fanciullino
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egli fosse per amor di Dio allevato. ¶ Non rimaneva
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per questo il padre di sollecitar Lippa perché monaca
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salute faceste, sono contenta di serbar la regola di
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di serbar la regola di santa Chiara nelle case
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non intendo io mai di volere entrare». Il padre
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Il padre le compiacque di quanto chiese. ¶ Fra tanto
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lo trasportò all’isola di Sardegna, et ivi si
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noia dava ad una di quelle. Allora Lodovico, sovenendogli
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si pose alla difesa di costei e molte busse
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1552
poco fa difesa contra di chi l’era molesto
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Andossene Lodovico nelle case di Lisbona e dal padre
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ardeva. Ora, era usanza di quel paese, e forse
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dura, che la festa di san Giovanni tutta la
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trastullarsi, quando una galea di corsali, di cui era
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una galea di corsali, di cui era capitano Marco
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moltitudine d’uomini e di donne. Lodovico, che prender
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forza la tolse lor di mano; e, menandola verso
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contentò per poterlo servire di gire anch’essa prigioniera
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Considerando Marco il valore di Lodovico, gli fece offerta
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Lodovico, gli fece offerta di armargli una galea e
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armargli una galea e di rendergli la sua Lisbona
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alcun disonore, se voleva di tutto core servirlo. Acconsentì
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l’animoso Lodovico ristette di corseggiare. Lippa, veggendo cresciuto
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perciò che in iscambio di Lodovico le fu dato
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dato, essortollo un giorno di andar cercando il suo
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tutto ’l fatto dal che gittato le fu
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senza volere alcuna sorte di vettovaglie, né fu trenta
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fu scoperto dalla galea di Lodovico, il quale dimandò
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che erano nelle acque di Pisa, vicini al porto
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il garzone arditamente rispose di non voler tardare il
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marinai: et alla volta di Pisa s’inviarono. Giunti
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spogliossi incontanente l’abito di santa Chiara e mandò
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mandò per lo padre di Lodovico; e quasi tutti
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della casa. ¶ Gran festa di ciò si fece per
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ebbero i lor travagli, di consentimento dei padri loro
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matrimonio contrassero insieme. Lodovico, di ciò ch’ei si
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Fu già nella città di Melano un eccellente dipintore
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moglie una gagliarda donna di pel rosso e di
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di pel rosso e di costei, forse con l
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sì focosamente in progresso di poco tempo l’amò
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non desiderava che godere di lui e pruovare se
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non se ne advedeva di questo suo amore, o
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o che faceva sembiante di non advedersene: di che
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1552
sembiante di non advedersene: di che la donna sentiva
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l marito era uscito di casa né per buona
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1552
dipigneva una femina e di già incominciava a farle
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farle le coscie. Prese di qui la buona femina
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la buona femina argomento di motteggiarlo et incomminciò a
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poi che tu tenti di far coscie di femine
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tenti di far coscie di femine e non sai
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seccaggine ad uomo alcuno di quella che diede l
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così chiamossi il garzone di cui io vi parlo
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per questo la donna di molestarlo, là onde Giannotto
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giurando per la croce di Dio che, se ella
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d’una panca e di quella vivanda le diede
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e Giannotto, per paura di qualche aspro castigo, se
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maestro Ambruogio s’accorse di non essere stato ben
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dell’ingannato. ¶ Nell’isola di Cipri, presso la città
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Cipri, presso la città di Nicosia, se il vero
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uno dall’altro più di quattro miglia. Advenne che
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fresca la vide, pensò di coricarsi con essa e
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mulino, rimanendogli ancora tanto di tempo che l’avrebbe
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che poi sarebbe il seguente spedita a buon
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ebbe, disse alla moglie di volersene gir nel vicinato
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storta, gli occhi pieni di cispa, scrignuta alquanto, magra
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non si perdesse quel di casa, essa si coricò
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con una sua figliuola di sei in sette anni
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1552
che abbia il territorio di Cipri, figliuola d’uno
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1552
cresca. Ma io intendo di voler essere il primo
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1552
forse non eran meno di dodici, risposero ch’era
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1552
furono le tre ore di notte, si avviarono verso
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1552
venne a’ compagni giurando di non aver mai assaggiato
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ad una voce affermarono di non aver mai al
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1552
passata?». La fanciulla rispose: «Di sopra ho io dormito
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tutto isvenne e cambiossi di colore, già fatto certo
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ch’egli le apparecchiava di fare e che, per
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poscia che io ebbi di te preso quel diletto
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acconsentii pensando ciò fusse di vostra voluntà». Il marito
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sua poca contentezza sforzato di andarsene in bando: et
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giovinetta, detta Gioliva. Or di costei, scordatosi Piero il
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pace, se non quanto di lei pensava o lei
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conosceva il migliore coltivatore di giardini che giamai fosse
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giamai fosse nell’isola di Rodi, ma ladro era
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possa. ¶ Era costui usato di portare a vendere in
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passava davanti al banco di Piero. Con costui ebbe
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più volte Piero desiderio di favellare, ma non ardiva
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giardino. ¶ Piero, lieto sopramodo di tale invito, la domenica
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piano advicinandosi alle stanze di madama Gioliva, la quale
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Corsini, cittadino fiorentino, uscito di Firenze per soperchio amore
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sé solo, facendo rimaner di fuori il famiglio perché
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giardino». ¶ Gioliva, ch’era di sì gentil core, che
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e fra sé determinò di volerlo vedere da vicino
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fosse, che io ricusassi di fare per amor tuo
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pensata»; e come uomo di grossa pasta vi stette
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1552
come testé cantando dicesti di fare». ¶ Allora Piero, mandatone
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iguali le cose, che di lor natura ineguali sono
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niuna donna mai più di voi non mi piacque
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ancora niuno uomo più di me a voi piacesse
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sguardi e le parole di Piero attentamente considerava, sentivasi
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gran fatica si ritenne di non abbracciarlo. Molte parole
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per esser Milione (come di sopra dissi) amico molto
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pur che sperato avesse di trarne alcun profitto. E
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1552
alcun profitto. E così, di nuovo basciatisi e strettamente
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borsa, diedegli una piccicata di buona moneta e ringraziollo
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suona e canta meglio di qualunque altro io mi
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mai. Pregoti a far di modo che spesse fiate
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dono, che ti contenterai di me, né ti pentirai
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Piero adunque col mezzo di Milione sovente la visitava
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1552
preso. È antico costume di quel paese che, uccidendosi
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1552
da lui coltivato; e di questa strana ventura assai
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Milione, il quale i passati, senza potergli io
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1552
prestatore Fiorentino, avendo bisogno di denari per alcune mie